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Puglia, ulivi uccisi da batterio killer


Siles22

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La firma riportata nel tuo profilo, lega benissimo con la discussione.

 

Difendere un opinione è segno di forza, cambiarla è segno di saggezza!

 

E' inutile ostinarsi a dire che capillari superficiali e radici non vanno toccati, senza poi portare dati concreti. (e magari basandosi sulo sù piante da frutto che non superano i 15- 18 anni di produzione e che necessitano di reimpianto)

 

Sono realmente stanco di sentire termini come minima lavorazione o non coltivazione ed inerbimento. (e di vedere l' immagine della mia terra distrutta da un fungho di cui è ottima produttrice la toscana, mi sono rotto)

 

Tutte le tecniche di lavorazione vanno ben dosate, arare quando il terreno non è in tempera e magari ripetutamente di certo non porta benefici, allo stesso modo non coltivare.

 

Appena posso, (senza fretta! non ho paura dei funghi!) vi postero un video di un uliveto(sia secolare che di nuovo impianto) lavorato con un coltivatore super pesante(perchè gli attrezzi si scelgono in base alla consistenza del terreno) 9 ancore della Siciltiller.:idiot2:

 

Piccolo aneddoto: anni fà(30), un trattorista stava arando con un quattro vomeri elastico un uliveto. Il proprietario vide che il trattorista quando si avvicinava agli alberi solleva parecchio l' attrezzo. E gli chiese il perchè? Per non tagliare le radici rispose, ed il proprietario gli chiese sè lui si tagliasse le unghie!:cheazz:

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Non solo le radici ma anche il colletto. E' vero ma con la lavorazione tutte le radici (di tutte le piante arboree) tendono ad essere più superficiali.

Sì sì, sicuramente, del resto anche tagliare le radici (che nel vivaismo si fa) è una pratica di potatura ma come ben sappiamo non si può continuare a potare tutte le volte che si vuol diserbare. Con le cicaline non si può che pulire bene tutto, sul verticilium (che è comune a molte altre piante) bisogna evitare di rompere le radici soprattutto ad inizio primavera, tentare una lavorazione più profonda solo in piena estate. Il momento e non solo profondità e attrezzi...lavorare in tempra è l'ottimo ma non sempre si riesce....negli ultimi 3 anni è stato un sogno.

Chi ha avuto a che fare con batteri tipo agrobeterium, rogna ecc... non può fare affidamento sulla lavorazione perché i batteri attaccano sempre specie se è umido.

Paradossalmente i nuovi impianti sono più soggetti al Vericillium specie gli intensivi e super-intensivi per via dei maggiori traumi e ferite oltre che della filatura delle piante ultrafitte.

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E' l' esatto contrario di quello che hai detto.

 

Entro fine aprile la prima aratura(subito dopo la gemmazione e prima dell' attecchimento dei frutti), non da 40-50 ma da 20-25 và benissimo, poi a fine maggio una rifinitura e livellatura del terreno.

 

D' estate quando le temperature superano i 28 gradi il terreno non deve essere toccato. L' erba stagionale che cresce a fine settembre con una trincia erba la distruggi e poi aspetti l' anno seguente.

 

Il seminativo e soprattutto gli ortaggi, invece, vanno rotti d' estate.

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Come si sta evolvendo la situazione di questo batterio?!

l'ultimo articolo in merito dice ciò:

 

[h=1]I funghi, da soli, non possono causare il disseccamento rapido dell'olivo. E' solo Xylella fastidiosa?[/h]

[h=2]Un articolato rapporto, di 13 pagine, in cui si tiene conto di recente bibliografica scientifica e dei video pubblicati in rete. Il responso è chiaro: "non esiste al momento alcuna evidenza scientifica che comprovi l’indicazione che alcuni funghi, piuttosto che il batterio Xylella fastidiosa, siano la causa primaria della sindrome del disseccamento rapido degli ulivi osservata in Puglia"[/h]

E' un articolato rapporto quello dell'Efsa in risposta ai quesiti della Commissione europea. In un primo quesito la Commissione ha chiesto se potrebbero essere alcuni finghi patogeni come Pleurostomophora richardsiae, Phaeoacremonium aleophilum e Neofusicoccum

parvum, al pari di Xylella fastidiosa, a causare la sindrome del disseccamento rapido dell'olivo.

 

20131017_ulivi.jpgLa risposta dell'Efsa è chiara: "non esiste al momento alcuna evidenza scientifica che comprovi l’indicazione che alcuni funghi, piuttosto che il batterio Xylella fastidiosa, siano la causa primaria della sindrome del disseccamento rapido degli ulivi osservata in Puglia, nel sud dell’Italia. È questo l’esito principale di un’analisi condotta dall’Efsa sulla scorta di nuovi studi e di altre informazioni trasmesse all’Autorità."

E inoltre "gli studi esaminati dall’Efsa rilevano che i funghi tracheomicotici sono spesso associati all’avvizzimento dell’olivo e potrebbero essere coinvolti nella sindrome del disseccamento rapido dell’ulivo. La ricerca, tuttavia, non stabilisce né dimostra che tali funghi siano la causa primaria del declino degli ulivi.

Nella sua valutazione dei rischi da X. fastidiosa pubblicata a gennaio 2015 l’Efsa ha affermato che gli olivi malati “erano generalmente colpiti da un insieme di organismi nocivi comprendenti X. fastidiosa, diverse specie fungine appartenenti ai generi Phaeoacremonium e Phaemoniella nonché Zeuzera pyrina (falena leopardo)”. I nuovi studi, assieme ad altre evidenze disponibili, suffragano tale affermazione."

In particolare l'Efsa ha tenuto di conto degli studi di Antonia Carlucci dell'Università di Foggia che ha descritto la presenza di numerosi funghi tracheomicotici in Puglia con sintomatologie simili a quelle del disseccamento rapido.

Allo stesso modo l'Efsa ha valutato gli studi storici scientifici di Salvatore Frisullo, sempre dell'Università di Foggia, che afferma come una sintomatologia simile a quella del disseccamento rapido fu riscontrata in Puglia anche nel 1800. Allora denominata "Brusca", per brevità e intensità dell'attacco e dei danni sulla pianta, è causata dal fungo Stictis panizzei.

Non c'è, in questi studi, però, la prova che Xylella fastidiosa non sia la causa del disseccamento rapido degli olivi.

In realtà, come fa capire l'Efsa, non c'è neanche la prova contraria, visto che in base a prove di inoculo di Xylella fastidiosa su piantine giovani in California, queste non manifestavano la sintomatologia del disseccamento rapido. Si trattava, però, di un ceppo diverso, il Multiplex, rispetto alla subspecie Pauca rilevata nel Salento.

XYLEFA_22.jpgPiù volte, nel suo rapporto, l'Efsa evidenzia la necessità di nuove prove e di nuovi studi. Ad esempio riguardo all'azione combinata tra funghi tracheomicotici e Xylella fastidiosa.

L'Efsa ha poi valutato i video e le indicazioni giunte dal Salento su cure, basate su buone pratiche agronomiche, di piante che manifestavano i sintomi del disseccamento rapido dell'olivo. L'Efsa ha sottolineato, però, che non vi sono prove che gli alberi in questione, ancorchè si rivelasse un miglioramento del loro stato fitosanitario fossero affette da Xylella.

Pertanto, secondo l'Autorità per la sicurezza alimentare europea: "non vi è inoltre alcuna evidenza pubblicata in letteratura scientifica che il trattamento della malattia fungina riduca l’insediamento, la diffusione e le conseguenze della Xylella, benché una corretta gestione del campo sia generalmente benefica per la salute delle piante."

L'Efsa è giunta anche alla conclusione che è improbabile che l'eradicazione di Xylella fastidiosa, cioè la sua totale eliminazione da una zona focolaio, abbia successo nelle zone in cui l’organismo nocivo è ampiamente insediato, a causa della estesa gamma di piante ospiti e delle varie specie di insetti vettori. Xylella fastidiosa è peraltro insediata su decine di migliaia di ettari della provincia di Lecce (Puglia).

Tuttavia, il ricorso a un insieme di misure di contenimento, quali:

1) impedire il movimento di piante infette o di insetti vettori infetti;

2) eliminare le piante infette (ovvero dove è accertata la presenza di Xylella fastidiosa);

3) controllare gli insetti vettori ed effettuare una corretta gestione della vegetazione circostante

potrebbe aiutare a prevenire o rallentare la diffusione dell’organismo nocivo dalla provincia di Lecce alle zone limitrofe o ad altri territori dell'Unione europea.

 

http://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/l-arca-olearia/20959-i-funghi-da-soli-non-possono-causare-il-disseccamento-rapido-dell-olivo-e-solo-xylella-fastidiosa.htm

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E' l' esatto contrario di quello che hai detto.

 

Entro fine aprile la prima aratura(subito dopo la gemmazione e prima dell' attecchimento dei frutti), non da 40-50 ma da 20-25 và benissimo, poi a fine maggio una rifinitura e livellatura del terreno.

 

D' estate quando le temperature superano i 28 gradi il terreno non deve essere toccato. L' erba stagionale che cresce a fine settembre con una trincia erba la distruggi e poi aspetti l' anno seguente.

 

Il seminativo e soprattutto gli ortaggi, invece, vanno rotti d' estate.

 

Per le cicaline basta trinciare o diserbare, se si è in zone non a rischio erosione si può lavorare il terreno ma io mi riferivo al Verticillium Arbo-Atrum che attacca col freddo e in primavera....sullo scegliere il momento fenologico migliore per l'olivo a questo punto non ha più senso perché la priorità ha il controllo del vettore cicalina(quanlunque sia) e del limitare al massimo i danni alla pianta per evitare che insorgano funghi approfittatori o funghi patogeni veri e propri.

Sul fatto che la lavorazione precoce possa alleviare la siccità sono abbastanza scettico, aiuta decisamente ma sarebbe bene portare l'olivicoltura a standar più moderni come una buona e gestita irrigazione.

Il caso della Xylella fastidiosa subsp. Pauca è ancora tutto da puntualizzare ma molte cose le ha in analogia con altre batteriosi. La Xylella ha ceppi specificità diffuse in tutti i continenti ma con comportamenti abbastanza diversi ma spesso riesce ad associarsi ad altre malattie in pratica sfruttandosi a vicenda o aggravando altre malattie quindi se si possono evitare o contenere anche altri patogeni è molto meglio.

Sull'olivo ci sono comunque altre batteriosi e micoplasmosi o micosi poco diffuse ma conosciute e non è una novità che si altrenino o coesistano es. La Brusca o lo Scopazzo dell'Olivo, la prima storicamente in Puglia e la seconda da un po' di anni sul Lago di Garda.

Modificato da CultivarSé
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"Spasce a terr, mine u cuncim e minu u ram"

 

Tradotto, "spacca la terra, butta il concime e pompa con il rame(di cui ci sono vari tipi) insieme ai comuni insetticidi per combattere la mosca, l' occhio del pavone ecc.......... .

 

Vi volete ficcare in testa che la nostra generazione non ha inventato niente o no!:nonno:

 

I 100 hp a cosa servono? Solo a far girare le ventole degli atomizzatori, credendo che trattamenti fogliari ripetuti possano sostituire................... "la disinfettata che sì dà al terreno con l' aratura".:sticazzi:

 

P.s. Quando guardate le foto degli alberi malati, guardate il terreno, semvra cemento armato.

Modificato da 85 60 L
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Sì ma cavolacci sono altri terreni dai nostri e soprattutto in Puglia non è che spesso piova o ci sia tanta sostanza organica, sono terreni che sembrano cemento perché hanno anche un cifro di calcare...anzi sono tufo, dolomia. Basta pensare che anni fa piantavano cigliegi e olivi con la dinamite. Sono spesso appezzamenti e tenute grosse.

Sull'occhio di pavone e sulla mosca l'aratro è manna ma non dove c'è erosione e sugli strapiombi, del resto anche una buona erba fa la sua buona azione ma non tanto nel caso specifico della Xylella.

Con i mezzi un po' di danni li fai io persino nei pioppi se posso non faccio lavorazioni perché sul lavorato c'è troppo cuore bagnato che guarda caso è un mix di batteri. Bisogna andare coi piedi di piombo e stare un po' tranquilli, lo sfalcio comunque va sempre bene ma se fatto anche sui bordi e nei terreni abbandonati dove lì sì urge l'aratro...perché una coltura persa(abbandonata) è una disgrazia per tutti.

L'aratro, le lavazioni non è che siano sempre buone se non c'è anche concime e sovescio.

Questione sputaccina è un casino perché c'è in tutta Italia e ha tantissime piante alimentari quindi è come voler radere al suolo una nazione....e sicuramente non c'è solo lei come vettore.

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"Spasce a terr, mine u cuncim e minu u ram"

 

Tradotto, "spacca la terra, butta il concime e pompa con il rame(di cui ci sono vari tipi) insieme ai comuni insetticidi per combattere la mosca, l' occhio del pavone ecc.......... .

 

Vi volete ficcare in testa che la nostra generazione non ha inventato niente o no!:nonno:

 

I 100 hp a cosa servono? Solo a far girare le ventole degli atomizzatori, credendo che trattamenti fogliari ripetuti possano sostituire................... "la disinfettata che sì dà al terreno con l' aratura".:sticazzi:

 

P.s. Quando guardate le foto degli alberi malati, guardate il terreno, semvra cemento armato.

 

Date una medaglia a quest'uomo!!!

Io son fermo su questa opinione ormai da tanto tempo...

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Sarò pure becero e diffidente. :gluglu:

 

Ma, nel terreno, dalla mattina alla sera ci stò io, nè l' agronomo, nè il giornalista che ha scritto l' articolo e pensa alle cicaline, sapendo che, inculcare alla gente la necessità di fare trattamenti, comporta maggiori introiti per le ditte produttrici di insetticidi. (stessa cosa per i farmaci per l' uomo, ogni anno quando è periodo di vaccinarsi esce un caso di un ricovero in ospedale dovuto al vaccino. Noi cretini che facciamo, non ci vacciniamo e poi spendiamo un pozzo di soldi tra tachipirine, antiallergici e visite specialistiche.)

 

Sè volevate vedere i focolai, potevate venire dove abito io, dove ci sono uliveti abbandonati e vi faccio vedere il co.di.ro.

 

Le palle si sono gonfiate, sè l' azienda non è a gestione familiare, sei morto sè credi di pagare le spese con la raccolta delle olive.

 

P.s. Vorrei conoscere quel cretino che ha consigliato di fresare in uliveti non coltivati da oltre 10 anni e gli vorrei chiedere, sè, sà cosa è la suola di lavorazione.

 

P.s. CultivarSè di certo non è uno sprovveduto, ma chi è tecnico deve ascoltare cosa gli dici il cretino ed insieme trovare la soluzione.

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Xylella fastidiosa: tre ettari da eradicare per ogni olivo infetto

 

 

La decisione del Comitato europeo per la salute delle piante è l'eradicazione sistematica per tre ettari laddove si trovasse un olivo infetto nelle aree cuscinetto. Data invece ormai per persa la provincia di Lecce, con misure di contenimento per le aree vicine a Brindisi e Taranto

 

 

Le misure previste dal Comitato Ue per la salute delle piante sono molto più dure di quanto ci sia aspettasse e non tengono di conto delle raccomandazioni pervenute dalla Regione Puglia.

xylella-2-big.jpgLa decisione, che ora passa al vaglio della Commissione che dovrà renderla operativa, dà per persa la provincia di Lecce.Qui, spiega il Comitato, "l'eradicazione non è più possibile". Si considera quindi ormai inutile procedere in questi luoghi alle midure di drstico contenimento che invece sono previste in altre aree cuscinetto, come le province di Brindisi e Taranto.

Nel leccese "viene mantenuto il requisito di rimuovere sistematicamente tutte le piante infette e di testare le piante circostanti nell'arco di 100 metri in una zona di 20 km adiacente alle province di Brindisi e Taranto".

Molta più dura la decisione riguardante le aree cuscinetto.

Nello specifico, sono previste "rigide misure di eradicazione" nelle aree infette, che "includono la rimozione e la distruzione delle piante infette, e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri, a prescindere dal loro stato di salute".

Per ogni pianta infetta, insomma, è prevista l'eradicazione di tutte le specie ospiti per una superficie di tre ettari. Anche olivi sani, e che non manifestano sintomi di Xylella fastidiosa, verrebbero così sacrificati nella logica del contenimento della batteriosi.

Il Comitato ha infine deciso che "importazione e movimentazione nell'Ue di piante vive note per essere suscettibili alla Xylella nel mondo saranno soggette a strette condizioni", con un "bando specifico" per le importazioni di piante di caffè provenienti da Honduras e Costa Rica, dato l'elevato rischio di essere infettate dal batterio.La decisione Ueha sucitato immediate reazioni in Italia. “Non siamo disposti a sacrificare alcun albero sano. Deve passare il ‘metodo’ di testare le piante circostanti. Non possiamo accettare quanto disposto a livello comunitario ovvero la rimozione e la distruzione delle piante infette e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri a prescindere dal loro stato di salute, che oltre ad essere inaccettabile in termini di distruzione del patrimonio olivicolo con esemplari monumentali introvabili al mondo, è improponibile sul fronte dei costi economici e della tensione sociale. E' qaunto afferma la Coldiretti in riferimento alle decisioni assunte dal Comitato ue per la salute delle piante sulla Xylella. Non possiamo accettare nel modo più assoluto che venga violato il nostro territorio e ci aspettiamo che la Commissione Europea verifichi nei prossimi giorni l’applicabilità reale delle misure”. Secco ‘no’ del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alle misure anti-Xylella adottate dal Comitato Ue per la salute delle piante. “E’ un provvedimento che evidentemente non è stato condiviso – dice duro il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – è stato calato d’alto, che non tiene conto dell’impossibilità oggettiva di alcuni provvedimenti e delle ricadute sugli olivicoltori. Prendiamo atto della decisione ‘tardiva’ di vietare l’importazione di piante di caffè e sottoporre a condizioni rigorose le importazioni all'interno dell'UE di piante specificate note per essere suscettibili di Xylella fastidiosa”.“E’ assurdo e inaccettabile - sottolinea Moncalvo - pensare di eradicare tutte le piante infette più tutte quelle “ospiti” a una distanza di cento metri a prescindere dallo stato di salute, poiché questa soluzione avrebbe costi improponibili e causerebbe danni economici e ambientali inaccettabili, oltre a rischiare di spazzare via centinaia di anni di storia delle aree del Salento. Sul fronte istituzionale occorre accelerare l’iter per il riconoscimento dello stato di calamità avviato dal Parlamento per poter alleviare il problema delle scadenze contributive e fiscali per le aziende agricole colpite dalla calamità, oltre a quelle relative al pagamento dei mutui. Da parte nostra siamo mobilitati per arginare il contagio - precisa Moncalvo - con la diffusione capillare di buone pratiche agricole, ma anche con il sostegno e il coordinamento dell’attività di ricerca fondamentali per difendere le 11 milioni di piante millenarie del Salento e salvare un bene della Puglia, dell’Italia e dell’intera Umanità. In questa occasione - conclude Moncalvo - vogliamo pero’ anche riaffermare a tutti i cittadini che la xylella non mette minimamente in dubbio la qualità e la sicurezza alimentare dell’olio extravergine”.“ Il piano della Commissione Europea per combattere la Xylella è chiaramente una manovra ostile nei confronti del sistema olivicolo italiano. Un atto di prepotenza e superficialità che può decretare la decadenza irreversibile della produzione di olio di oliva in Italia”.

Questo è il commento di Gennaro Sicolo, Presidente del CNO, dopo aver appreso i contenuti del piano predisposto dalla Commissione Europea.

“La scelta che è stata prospettata è troppo radicale, prosegue Sicolo. Il CNO è per interventi mirati sulle piante infette, bisogna agire alla radice del problema, creando le condizioni per evitare l’abbandono degli oliveti rimettendoli in piena efficienza agronomica e produttiva”.

Secondo il CNO è necessario ripensare la proposta dei servizi comunitari, tenendo conto della concreta esperienza che si è realizzata in Italia sul tema della lotta alla Xylella, evitando di attuare drastiche soluzioni concepite da chi è lontano dalla realtà e non ha valutato in modo adeguato le conseguenze delle proprie scelte.

“Farò il possibile per convincere le autorità europee a cambiare strada e, conclude il Presidente del CNO, conto sul pieno appoggio e sulla sensibilità delle istituzioni e dei politici italiani”.

 

http://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/l-arca-olearia/21038-xylella-fastidiosa-tre-ettari-da-eradicare-per-ogni-olivo-infetto.htm

 

rimango basito anche se credo non si arriverà mai all'operatività di ciò

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Quando la COMMISSIONE nominata dall' UE, analizzò quasi 1800 campioni provenienti da vicino Gallipoli, ovvero da dove si presume possa essere partito il tutto, solo sù 26 campioni fù trovata la xylella.

 

Chiunque è in grado di dedurre, che la causa principale del disseccamento rapido dell' ulivo, non è la xylella.

 

Sè proprio si vuol fare informazioni si è pregati di pubblicare dati certi e non articoletti qua e là, scritti in modo pessimo ed espressi da un comitato che non ha alcun potere normativo a livello comunitario.

 

Il comitato di Magalli cosa ha detto?

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  • 6 mesi dopo...
  • 2 mesi dopo...

Dalla puntata di Presa Diretta emergono situazione inquietanti: vi sono ulivi infettati da xylella che non hanno subito disseccamento, mentre altri sono seccati pur essendo privi del batterio.. Molto interessante è stato anche il discorso sulla negatività a lungo termine di un terreno diserbato e sulla conseguente assenza di sostanza organica.

Il guaio è che moltissimi Ha sono stati già estirpati.. nel video si parla di un prodotto che ha dato ottimi risultati su ulivi che stavano seccando e sulla fondamentale importanza di apportare sostanza organica al terreno.

Andate al minuto 18.39

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Hanno scritto e detto nella trasmissione un cumulo di.....minchionerie, soprattutto i magistrati che forse dovrebbero alzare la testa dai codici e fare un tuffo nella realtà o semplicemente uscire dai tribunali non per far vacanza.

Nulla di nuovo, si ripete con enorme magnificenza uguale uguale quello che è stato per la Flavescenza dorata e il Legno Nero.....guarda un po' cosa fa l'abbandono. Magari se avessero tutti proprio tutti controllato le piante che venivano in Europa era mooooltto meglio.....non vantandosi della velocità di sdoganamento e le tasse nei porti. Poco tempo fa avevano detto che la colpa della lentezza nei porti e aereoporti come Gioia Tauro e Malpensa era dei controlli.....Controlli Fitosanitari.

Quindi morale....dell'Incubo....che cavolo cerchiamo, che risposte ci sono se non le solite......Cicaline è vero, l'unico caso che ti davano del deficiente (a gratis) quando dicevi che si doveva trattare e che mettevi i "fogli gialli" e che molti fitoplasmi in Italia non c'erano......era gente che aveva problemi o di vista o in altre zone della scatola cranica....le cicaline restano comunque un pericolo persino quelle "innoque" come la Sputacchina.....basta chiedere degli Scopazzi dell'Olivo del Garda.

Del resto si sa l'Italia è la patria degli scrittori e delle imballatrici......di Balle abbiamo pieno persino i materassi.

Più che Scienza a questo paese serve MEMORIA adesso poi che arriverà primavera auguro una buona dieta ricca di vitamine, proteine e Acutilfosforo.....non fosforo per diventare dementi.

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Non è una scoperta che batteri e fitoplasmi sono trasmessi....anche...ma soprattutto dalle cicaline, la storia infinita degli scopazzi e delle malattie della vite non ha insegnato proprio un .....benché ogni santissimo anno arriva un'infezione vasta da batteri...quando non ritornano i virus e chiunque attacca sui trattamenti senza dire che .....NON BASTANO MA AIUTANO SE FATTI BENE....certo se hai gli incolti o un prato di ortiche, piante serbatoio ecc....LI' serve triturare e distruggere le piante serbatoio Ma come sempre le cose vanno A) Srudiate B) Dette C) Divulgate E) Memorizzate F) Confermate ================FATTE!!!!!!!!!! Non solo Tagliato ma pulito.

Il Fatto di fresare o inerbire dipende da....... che caz....le cicaline mangiano in Puglia ma da me mangiano i rovi ma se togli quelli chiaro che vanno a mangiare altrove e guarda caso se trovano solo, per chilometri, su terreno pulito, solo, solamente, immancabilemente Ulivo o Olivo.........cosa mai mangeranno di diverso????? Sono impedite, non si lavano la bocca ed è chiaro che se c'è una anche una pianta infetta.....seccandosi......chissà dove c.....portano il batterio e certo alla mensa dei batteri c'è sempre un piatto quindi anche il batterio non mangia mai da solo ===========LOGICHE CONSEGUENZE BATTERI + FUNGHI - OLIVO

Non credo che si sia mai detto in giro....figuriamoci in TV.

Pensierino.........ma siamo tutti scemi come ci hanno fatto credere a Presa diretta....che cacchio ma non hanno revisore tecnico-scientifico.....

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  • 7 mesi dopo...

La ricerca sì ma non è la bacchetta magica che prende a calci in culo l'invasore, ormai è arrivato o fai il vuoto biologico o ci convivi e del resto anche con la xylella Italiana (quella della vite) molta gente in Toscana ci convive da secoli. La cicalina o meglio le cicaline lo si sapeva solo che quando i problemi sono degli altri.... si sorvola(vedi Garda e scopazzi dell'olivo).

Olivi colpiti, come tutto in genetica, ci sono varietà che tollerano anche tanto e varietà che non tollerano e disseccano rapidamente..... anche perché non c'è solo l'assassino ma anche sciacalli, corvi, avvoltoi e mosche. Dove si serve il batterio arrivano a mensa anche gli altri compresi gli accattoni come gli scolitidi e nulla è di meglio che un coltivo abbandonato.

Non è una novità ma un triste rewaival di ciò che è ed è stata le Flavescenza dorata e il Legno nero o che non è stato per molti virus che sono stati più conosciuti e controllati come SharKa e CMV..... chi non si ricorda cosa era CMV o anche il nanismo dell'orzo BYDMV qualche decennio fa!!!! Purtroppo pare che la storia esista per mettere alla prova la memoria!!

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  • 1 anno dopo...
  • 2 mesi dopo...

ECONOMIA & LAVORO L'avanzata inarrestabile del killer degli ulivi Come ampiamente previsto e temuto, la zona cuscinetto, l'area di argine del contagio da xilella, è stata estesa alla provincia di Bari, fino a circa i due terzi dell'agro di Locorotondo.

 

25.03.2018L'annuncio da Anna Percoco, funzionario del Servizio Fitosanitario della Regione Puglia, sulla pagina infoxylella.it. La classificazione di 'zona cuscinetto' comporta l'obbligo di rispettare alcune prescrizioni mirate al contenimento, quali, ad esempio, l'esecuzione di azioni di controllo del vettore (con l'obbligo di lavorazioni del terreno nel periodo marzo-aprile) ed il divieto di movimentare piante specificate (circa 300 specie) al di fuori delle zone demarcate. La ridefinizione della mappa del contagio conferma una volta di più l'avanzata inarrestabile dell'epidemia che sta falcidiando gli ulivi pugliesi. Se e quando il batterio raggiungerà la zona della pregiata "coratina", il danno economico per uno dei settori trainanti dell'agricoltura pugliese, aumenterà esponenzialmente. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/articoli/pug-xylella-locorotondo-zona-cuscinetto-ulivi-7f7efdbf-fd09-4d31-8653-d6939371e9c2.html

 

Gli amici del forum che hanno piante infette che dicono, la situazione è veramente nera o circoscritta a relativamente poche piante sul totale?

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