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Acquisto diritti impianto


CBO

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18 a metro...a fianco casa mia, seminativo...

 

17 eurini/mq nel 2015 sul Montello. 21.5 eurini/mq nel 2017 a distanza di una siepe e chiuso con firma preliminare e consegna di due assegni di caparra due giorni prima di prendere la gelata :sob:. I lotti dimensionati sul Montello sono diventati monopolio di uno. Se non ti muovi a rogitare arriva anche a pagare la penale. Gira voce che poco prima di Natale abbia alzato il tiro a 28 eurini/mq per un lotto appena sopra Crocetta in cui si erano fiondati altri nomi noti. Fenomeno che di suo fa altro O0

 

Noi e un collega del posto confidiamo in questo. Sarebbe un lavoretto comodo :asd: e una bella prova visto come sono presi certi lotti. Mi chiedo se il precedente affittuario (:ciapet:) abbia almeno pattato tra affitto e spese varie :boh:.

 

http://consorzioboscomontello.it/wp-content/uploads/2017/12/delibera-assemblea-72-del-13.12.2017.pdf

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ma ancora non lo volete capire.....secondo voi perche costa tanto?..da noi zona Montefalco al tempo del sagrantino dove tutti correvano ad impiantare e portavano su le quote dalla Puglia a 20 milioni di lire ad ettaro, la terra per impiantare era andta a finire a 100 milioni ad ettaro....ora se vuoi vendere terra e vigna vale 25k euro e non cè chi la vuole

 

Non ho capito perchè secondo te la terra costa tanto da noi.

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Non ho capito perchè secondo te la terra costa tanto da noi.

 

Scusa ma non ci vuole una laurea in scienze della comunicazione a capire quello che dice. Tu stesso parli di aumenti esorbitanti del valore dei terreni e in questo momento è dato dal valore della produzione Prosecco. Comunque, devo dire che c'è una sostanziale differenza tra prosecco e sagrantino di montefalco: il primo ha una zono molto vasta , tanti ettolitri e parecchio mercato in Italia e all'estero. Il secondo ha una zona molto ristretta e di conseguenza è poco radicata nei mercati. Cinquanta ettari in più di sagrantino sono un problema a livello commerciale mentre 200 in più di prosecco ad oggi poca cosa. L'importante in questi casi è rimanere con i piedi per terra e fare il passo secondo la gamba. Chi può fa bene a sfruttare il momento, ma attenzione ad esporsi troppo per seguire le mode.

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A quanto mi risulta anche la zona prosecco era ristretta poi sta allargata. E di parecchio.... hanno anche aumentato il disciplinare di produzione a ettaro........ e da allora che si trova in giro prosecco non all'altezza......da noi arriva un certo " villa s.... " e di prosecco c'è solo la scritta.... finché e tutto permesso..... che dire.....

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A quanto mi risulta anche la zona prosecco era ristretta poi sta allargata. E di parecchio.... hanno anche aumentato il disciplinare di produzione a ettaro........ e da allora che si trova in giro prosecco non all'altezza......da noi arriva un certo " villa s.... " e di prosecco c'è solo la scritta.... finché e tutto permesso..... che dire.....

 

Sbagliato. Giusto l'opposto su entrambi i lati.

 

Il prosecco l'hanno piantato anche in Piemonte quando l'uvaggio ancora non era glera. Il prosecco igt ora glera doc faceva 250 ql/ha contro gli attuali 180+superi.

 

Non spetta a me difendere un collega ma se la "villa" che intendi te e' quella che penso sappi che e' il top di gamma di un azienda che imbottiglia anche e soprattutto con un altro marchio. Forse hai bevuto il secondo :gluglu:

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Scusa ma non ci vuole una laurea in scienze della comunicazione a capire quello che dice. Tu stesso parli di aumenti esorbitanti del valore dei terreni e in questo momento è dato dal valore della produzione Prosecco. Comunque, devo dire che c'è una sostanziale differenza tra prosecco e sagrantino di montefalco: il primo ha una zono molto vasta , tanti ettolitri e parecchio mercato in Italia e all'estero. Il secondo ha una zona molto ristretta e di conseguenza è poco radicata nei mercati. Cinquanta ettari in più di sagrantino sono un problema a livello commerciale mentre 200 in più di prosecco ad oggi poca cosa. L'importante in questi casi è rimanere con i piedi per terra e fare il passo secondo la gamba. Chi può fa bene a sfruttare il momento, ma attenzione ad esporsi troppo per seguire le mode.

 

Sono aumenti giustificati da altro che dal semplice reddito da produzione. O iniziamo a ragionare come fanno in altri settori oppure faciamo ciacole da bar.

 

Il reddito netto da produzione base quindi solo uva permette di ammortizzare i costi (terreno diritti impianto) in c.a. 10 anni adesso come adesso fissando i costi in 170/180mila eurini/ha e considerando un costo di gestione annuale di 4500/5000 eurini/ha.

 

Ma devo anche considerare la rivalutazione del mil investimento. Il mio calcolo e' sulla doc (non credo che qualcuno paghi 18 eurini/mq per un merlot) e ad oggi un doc meccanizzato viaggia tra i 22/25 eurini/mq base.

 

Questo sul doc. Il docg. Partendo dal dato del 2015 del mio post precedente: 17 + 0.9/1.3 (diritti) + 1.8 (impianto)= 20.1 eurini/mq. Valore di produzione (non parlo di bottiglia ma di uvaggio) come doc; valore dell'impianto: 32/370mila eurini in base al grado di meccanizzazione.

 

Questi i conti. Poi domani finira' la moda della bolliccina e riscopriremo i rossi e quindi siamo a piedi. Ma questo si chiama rischio di impresa e solo il tempo ci puo' dire se i nostri eredi devono ringraziarci o toglierci il saluto.

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Scusa CBO ma vorrei capire una cosa: fai vigneti da vendere o da coltivare? A casa mia l'investimento è redditizio se si ammortizza con la resa. La rivalutazione è un valore teorico che non metti in tasca e non valorizzi durante la coltivazione se non mettendo delle ipoteche in banca (cosa da evitare secondo me a prescindere da zona, valore e tipologia di lavoro). Detto questo un tempo di rientro di 10 anni secondo me è giustificato e quindi state nel giusto. Inoltre, se prima non sono stato chiaro vorrei ribadire che penso che la "moda della bollicina" come l'hai chiamata, non evaporerà. Secondo me la forza di una Doc è la dimensione. L'unione fa la forza e da voi questo concetto è stato capito e solo per questo i vostri eredi vi dovranno ringraziare. Nella mia zona purtroppo non si riesce ancora a capire questo semplice concetto e starà alla mia generazione cercare di cambiare rotta.

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L'unico problema che secondo me avrà il sistema prosecco sarà dato dal fatto che, paradossalmente alla luce anche delle ultime restrizioni sul trasferimento autorizzazioni, mancherà prodotto (uva) appunto per impossibilità di realizzare nuovi impianti. Il consorzio doc prosecco si guarda bene dall'esplorare nuovi mercati (vedi ad esempio cina e Russia) a causa della mancanza di prodotto tale da garantire una fornitura continuativa. Parliamoci chiaro il sistema com'è adesso non funziona,ed anzi sta impedendo ad aziende valide che avrebbero tutte le caratteristiche per "spiccare il volo", di farlo.

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Sbagliato. Giusto l'opposto su entrambi i lati.

 

Il prosecco l'hanno piantato anche in Piemonte quando l'uvaggio ancora non era glera. Il prosecco igt ora glera doc faceva 250 ql/ha contro gli attuali 180+superi.

 

Non spetta a me difendere un collega ma se la "villa" che intendi te e' quella che penso sappi che e' il top di gamma di un azienda che imbottiglia anche e soprattutto con un altro marchio. Forse hai bevuto il secondo :gluglu:

 

L'avrò scritto anche da qualche altra parte..........da noi si trova quel prodotto...... e mi domandavo perché.... visto che si è trovata un ottima strada per la nostra falanghina facendola in bollicine....... e devo dire che non è male ma questo è soggettivo...... il motivo? Lo accennava enologo82..... Non siamo uniti..... ma soprattutto i vari locali prendono quel prodotto perché lo pagano 1 euro in meno a bottiglia...... io non mi sto a domandare perché questa variazione di prezzo.......qualche cisterna da tavola sale su.... e arriva bella effervescente quaggiù.......

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L'unico problema che secondo me avrà il sistema prosecco sarà dato dal fatto che, paradossalmente alla luce anche delle ultime restrizioni sul trasferimento autorizzazioni, mancherà prodotto (uva) appunto per impossibilità di realizzare nuovi impianti. Il consorzio doc prosecco si guarda bene dall'esplorare nuovi mercati (vedi ad esempio cina e Russia) a causa della mancanza di prodotto tale da garantire una fornitura continuativa. Parliamoci chiaro il sistema com'è adesso non funziona,ed anzi sta impedendo ad aziende valide che avrebbero tutte le caratteristiche per "spiccare il volo", di farlo.

 

Scherzi guarda che la Russia e' ben navigata dal doc e dal docg. Noi vendiamo docg in Russia da quasi 3 anni. In un caso siamo sulla carta con uno champagnino con un differenziale a bottiglia di neanche 6 eurini a cambio attuale :fiufiu:

 

In Cina c'e' un problema concettuale: i locali sono rossi anche sul bere ma e' un mercato da fare nel prossimo triennio. Ci sono entrati bene i cugini galli dobbiamo farcela anche noi.

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Scusa CBO ma vorrei capire una cosa: fai vigneti da vendere o da coltivare? A casa mia l'investimento è redditizio se si ammortizza con la resa. La rivalutazione è un valore teorico che non metti in tasca e non valorizzi durante la coltivazione se non mettendo delle ipoteche in banca (cosa da evitare secondo me a prescindere da zona, valore e tipologia di lavoro). Detto questo un tempo di rientro di 10 anni secondo me è giustificato e quindi state nel giusto. Inoltre, se prima non sono stato chiaro vorrei ribadire che penso che la "moda della bollicina" come l'hai chiamata, non evaporerà. Secondo me la forza di una Doc è la dimensione. L'unione fa la forza e da voi questo concetto è stato capito e solo per questo i vostri eredi vi dovranno ringraziare. Nella mia zona purtroppo non si riesce ancora a capire questo semplice concetto e starà alla mia generazione cercare di cambiare rotta.

 

Anche le azioni finche' non vendi realizzano solo un loss/gain teorico ma questo non vieta a chi investe di valutare anche il rendimento teorico.

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Anche le azioni finche' non vendi realizzano solo un loss/gain teorico ma questo non vieta a chi investe di valutare anche il rendimento teorico.

 

Attento, la campagna e la finanza non sono una comunanza... si potrebbe cadere nella nota differenza tra la teoria e la pratica. (nella barzelletta in teoria il tizio aveva 2 miliardi in casa, in pratica 2 prostitute...)

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Comunque il fenomeno nordest non è nato 10 anno fa col Prosecco. I diritti di reimpianto dalla Sicilia, dalla Toscana, dall'Umbria, dal Lazio, dalla Puglia...arrivavano più di 15 anni fa. Ciò vuol dire che già allora il valore aggiunto dei vigneti delle nostre zone era più elevato di altre, altrimenti sarebbero rimasti in loco. Si acquistavano per piantare lo sconosciuto (allora ma in parte anche adesso) Pinot Grigio. Inoltre si è sempre investito in tecnologie e macchine come da poche parti al mondo, tant'è che, già più di 5 anni fa ed ora a maggior ragione, era difficile trovare, al mondo, una zona viticola così moderna ed organizzata su una tale superficie. Il Prosecco è un picco di questa lunga storia. Oltre a quello, però, negli ultimi anni altre zone si sono sviluppate (penso all'Amarone e, se non erro, al Soave, per non parlare dell'Alto Adige) e altre avrebbero le potenzialità per svilupparsi e diventare dei riferimenti assoluti (penso al Collio friulano, purtroppo adagiato sui suoi allori). Il Prosecco non è piovuto dal cielo per grazia ricevuta, è stato un progetto nato in una terra che aveva già un fertile substrato coltivato parecchi anni prima e che continua a svilupparsi, visto che, nei discorsi con i colleghi si affronta sempre la tematica del "come differenziare, cosa fare di nuovo". E le alternative non mancano, se penso alla Ribolla Gialla Friulana e alle varietà resistenti, che, 5 ettari qua e 5 là, stanno prendendo piede, penso al Prosecco Colfondo, ad altri vini bianchi di relativo valore in campagna ma di gran pregio in bottiglia che potrebbero essere utili per far conoscere una zona e far diventare il nome di quella zona essa stessa un brand. 20 anni fa le Grave friulane producevano bianchi buoni per ubriacare i ragazzini. Oggi il livello è cresciuto esponenzialmente, tanto per citare una zona che conosco. E nonostante tutto, sembra che, finito il Prosecco (che non finirà, ne sono abbastanza sicura), non resti nulla. Questa percezione, tra l'altro, credo sia una peculiarità italiana,,visto che all'estero siamo famosi non solo per il Prosecco, che comunque si è ritagliato un ruolo importante.

 

L'unico problema che secondo me avrà il sistema prosecco sarà dato dal fatto che, paradossalmente alla luce anche delle ultime restrizioni sul trasferimento autorizzazioni, mancherà prodotto (uva) appunto per impossibilità di realizzare nuovi impianti. Il consorzio doc prosecco si guarda bene dall'esplorare nuovi mercati (vedi ad esempio cina e Russia) a causa della mancanza di prodotto tale da garantire una fornitura continuativa. Parliamoci chiaro il sistema com'è adesso non funziona,ed anzi sta impedendo ad aziende valide che avrebbero tutte le caratteristiche per "spiccare il volo", di farlo.

 

Che io sappia, non sono da sottovalutare la Scandinavia, per restare in Europa e il sud est asiatico.

Modificato da Toso
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Scusa ma allora non vuoi proprio capire. Alefriuli mi sembra abbia fatto un ottima analisi della situazione nord-est a cui da risposta a molte domande che sono uscite dalle pagine precedenti. Cosa c'entrano sti discorsi pseudopolitici di staccare l'Italia ecc. Allora mi viene da pensare che uno dei problemi principali del centro sud Italia (la scarsa aggregazione dei produttori ) sia imputabile a una scarsa volontà da parte di voi produttori stessi. Perché diciamocelo sinceramente l'atteggiamento che scaturisce dai tuoi commenti non ha niente di costruttivo.

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I diritti di reimpianto dalla Sicilia, dalla Toscana, dall'Umbria, dal Lazio, dalla Puglia...arrivavano più di 15 anni fa. .

 

Anche da 20 anni.....

Ed oltre al prosecco, ricordiamoci anche la Franciacorta, dove hanno saputo sfruttare un territorio vocato e valorizzare al meglio le loro bollicine.... (lo scorso anno alcune cantine sono arrivati a pagare l'uva 3.00 €/kg).

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In poche parole..." dobbiamo morire" !!!!!!.....mo uscirà fuori ....ma tiriamola sta linea sul po e stscvhiamo sta zavvora del sud che vive alle spalle del nord...:fiufiu:

 

Forse mi sono spiegato male, ma non intendevo dire ciò. Ad ogni modo, se vi staccaste da noi,secondo i tuoi ragionamenti avreste solo che da guadagnarci. Nessuno verrebbe più a portarvi via le autorizzazioni. Da quel che ho capito, semmai siamo noi la vostra zavorra che vi impedisce di svilupparvi. Io ho cercato di descrivere (per sommi capi e magari con qualche inesattezza) una situazione. Se la tua reazione a tutto ciò è quella di piangerti addosso drammatizzandola....auguri!

 

Scusa ma allora non vuoi proprio capire. Alefriuli mi sembra abbia fatto un ottima analisi della situazione nord-est a cui da risposta a molte domande che sono uscite dalle pagine precedenti. Cosa c'entrano sti discorsi pseudopolitici di staccare l'Italia ecc. Allora mi viene da pensare che uno dei problemi principali del centro sud Italia (la scarsa aggregazione dei produttori ) sia imputabile a una scarsa volontà da parte di voi produttori stessi. Perché diciamocelo sinceramente l'atteggiamento che scaturisce dai tuoi commenti non ha niente di costruttivo.

 

Aspettiamo CBO prima di definirla "ottima"..:2funny:

Scherzi a parte, è una mia personale visione. Ridurre tutto ad uno spumantino da 4 soldi magicamente ipervalutato è un concetto che non rende giustizia a tutto il gran lavoro che si è fatto.

Modificato da Toso
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E' un mondo difficile e chi non si adegua e' destinato ad estinguersi. San ha le sue ragioni e noi le nostre. Ci stiamo accapigliando solo perche' nel 2012/13 chi paghiamo profumatamente per legiferare ha voluto fare economia di penna e non se l'e' sentita di aggiungere due righette che sono il contenuto del provvedimento che sta tenendo molti colleghi svegli in questo inizio anno. Due righette che avrebbero tagliato le gambe ad un vuoto normativo che si conosceva avrebbe portato all'attuale situazione.

 

Un noto politico sosteneva che un popolo ha il governo che merita. In tutta sincerita' e con tutti i difetti che ho non credo di meritarmi un governo che non puo' non sapere ma interviene ex post per risolvere un problema.

 

Torniamo al vero tema del thread. C'e' qualcuno che vende il proprio vigneto? L'offerta vale anche per San ovviamente. All'estirpo ci pensiamo noi :2funny::briai:

 

Buon w.e. colleghi

 

:briai:

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Tanto per dire della situazione paradossale creata dai nostri amici a Roma: un conoscente che ha una grossa azienda cerealicola, un paio d'anni fa s'ingolosisce del businness dei vigneti e decide, essendo relativamente giovane, di buttarsi in questa avventura. Dopo avert partecipato a due bandi ed aver ottenuto pochissimi ettari (comunque tanta roba, trattandosi di autorizzazioni..) decide di procurarsi, col famoso metodo, circa 10Ha di autorizzazioni. Oggi lo incontro e mi dice che sta riflettendo sul fatto di piantarle oppure....rimetterle sul mercato! Sulle prime son rimasto un pò così, lui era tra il serio e il faceto. Però, a ben vedere, in 3 mesi guadagnerebbe almeno almeno il 25% secco (ma si potrebbe arrivare al 35-40%)! Uno giustamente ci pensa...E se arriva quello che glieli dà, secondo me farebbero anche l'affare (lui sicuramente). Questa storia, per me, rappresenta il compendio di tutte le storture createsi dal momento in cui son state istituite le autorizzazioni. E intanto in alcune zone viticole vocate non sanno dove andare a raccimolare qualche ettaro per piantare. Pensatela come volete, ma, anche secondo me, i problemi sono a Roma.

Modificato da alefriuli
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