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Vitigni resistenti: le vostre esperienze, le vostre opinioni.


alefriuli

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Buongiorno, apro questa discussione perchè mi sto interessando ai, cosiddetti, "vitigni resistenti". Solaris, Bronner, Cabernet Cortis, Johanniter, Sauvigner Gris...e chi più ne ha, più ne metta. Ho assaggiato qualche vino e mi sembrano prodotti buoni, talvolta ottimi. Volevo però sapere se qualcuno, nel forum, aveva un'esperienza diretta in merito, se li ha piantati...Gradirei anche soltanto delle opinioni, giusto per capire cosa ne pensate. Personalmente, in vista di una viticoltura sempre più sostenibile, la trovo una strada giusta, in quanto si parte dalla radice del problema, quindi dalla pianta. Ovviamente vi sono un sacco di problemi e variabili collegate (commerciabilità, adattabilità ai diversi territori, effettiva resistenza....).

Vorrei provare a piantare anche solo qualche centinaia di queste vigne, così, per provare, ma non saprei quale varietà. Ho un terreno pianeggiante estremamente sassoso con un primo strato ricco di sostanza organica. Qua facciamo eccellenti bianchi aromantici (traminer, pinot grigio, sauvignon...). Trattando i vicini appezzamenti esclusivamente con attrezzatura a recupero non avrei influenze dovute a deriva..Ad ogni modo, per il momento da me, in Friuli, non sono autorizzate, quindi me la prendo con calma, però ormai l'Alto Adige, il Veneto e la Lombardia hanno autorizzato alcune di queste varietà, quindi non sono proprio discorsi campati in aria...

Dite la vostra, sono molto curioso!O0

Modificato da alefriuli
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  • 10 mesi dopo...

Nessuna esperienza tra gli utenti del forum? Nel frattempo abbiamo delle novita:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2016/01/19/vitivinicoltura-registrati-dieci-vitigni-resistenti-alle-malattie/47135

Ho avuto la fortuna di assaggiare alcune microvinificazioni. Sono vini eccellenti e, in campo, sono davvero formidabili. Solo per l'oidio bisogna prestare qualche attenzione in più, ma la peronospora è davvero azzerata, per quel che ho visto e che mi è stato raccontato.

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Non so, siamo agli inizi e poi ci sono ancora tanti se su come e dove verranno commercializzati come uve e vini, se entreranno in protocolli territoriali tipo doc, igp. Essenzialmente c'è la tecnica fitopatologica, quanto possono durare le resistenze, a quali malattie sono davvero resistenti e se non hanno altri problemi. La questione duale varietà/portainnesto. Altri ibridi di pregio storici hanno fatto poco successo.

Non vorrei che si ripeta "a Fagiolo" la questione similare dei Risi, tutte le questioni organolettiche e fermentative, legali ecc.... che si sono avute coi risi.

Mi ricordo la questione portainnesti resistenti ai nematodi e al FanLeaf con tutto il turbinio antiscientifico e neofobico che ha accompagnato la questione dei portainnesti incrociati, ingegnerizzati poco o tanto.....alla fine funzionavano ma essendo tecnicamente ogm non erano coltivabili.

Ritornerà il ritornello degli ibridi e la tradizione......povero Manzoni "viticultore".

Stiamo a vedere ancora un po' non tanto in campo quanto in società ma bisogna essere realisti....non sono una panacea. Solo il tempo dirà l'ultima parola, tempo e consumatore!

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Non so, siamo agli inizi e poi ci sono ancora tanti se su come e dove verranno commercializzati come uve e vini, se entreranno in protocolli territoriali tipo doc, igp. Essenzialmente c'è la tecnica fitopatologica, quanto possono durare le resistenze, a quali malattie sono davvero resistenti e se non hanno altri problemi. La questione duale varietà/portainnesto. Altri ibridi di pregio storici hanno fatto poco successo.

Non vorrei che si ripeta "a Fagiolo" la questione similare dei Risi, tutte le questioni organolettiche e fermentative, legali ecc.... che si sono avute coi risi.

Mi ricordo la questione portainnesti resistenti ai nematodi e al FanLeaf con tutto il turbinio antiscientifico e neofobico che ha accompagnato la questione dei portainnesti incrociati, ingegnerizzati poco o tanto.....alla fine funzionavano ma essendo tecnicamente ogm non erano coltivabili.

Ritornerà il ritornello degli ibridi e la tradizione......povero Manzoni "viticultore".

Stiamo a vedere ancora un po' non tanto in campo quanto in società ma bisogna essere realisti....non sono una panacea. Solo il tempo dirà l'ultima parola, tempo e consumatore!

Non conosco gli esempi da te riportati, ma sono perfettamente d'accordo rispetto ai tuoi dubbi. Non sono di certo la panacea a tutti i mali, è evidente che col tempo, anche ammesso di debellare peronospora, oidio e botrite, la natura porterebbe altre fitopatie, è nella logica delle cose. Ma intanto mi pare un approcio più corretto, o quantomeno alternativo e (spero) efficace. Ad ogni modo, per quel che riguarda la società, certamente occorre la volontà di spingere sul fatto che i vini non sono ripieghi per inquinare meno ma vere ed eccellenti alternative a quelli cui siamo abituati. Ad ogni modo, spero a breve di trovare qualche centinaio di barbatelle per provare... Ad ogni modo mi dicevano che dalle 300mila del 2015 passeranno a circa 1 milione nel 2016 e la Cina è, per adesso, uno dei mercati di riferimento, visto che tengono bene le gelate e, forse, i consumatori non sono così legati ai nomi dei vini tradizionali .

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Mi ero molto interesato a questo discorso nei giorni passati, sia per quanto riguarda sostenibilità ambientale che per comodità, a Verona ho avuto la possibilità di provare tutte le micro vinificazioni, ho trovato dei vini molto mediocri privi di struttura, il migliore è stato uno dei 2 Sauvignon il resto lo scartato perché a mio avviso la qualità del prodotto era piuttosto scarsa.

Opinione mia personale comunque.

 

 

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Mi ero molto interesato a questo discorso nei giorni passati, sia per quanto riguarda sostenibilità ambientale che per comodità, a Verona ho avuto la possibilità di provare tutte le micro vinificazioni, ho trovato dei vini molto mediocri privi di struttura, il migliore è stato uno dei 2 Sauvignon il resto lo scartato perché a mio avviso la qualità del prodotto era piuttosto scarsa.

Opinione mia personale comunque.

 

 

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Addirittura? Chi aveva fatto le microvinificazioni? Quelle che ho assaggiato io, fatte dalla Casa40 di Rauscedo, erano prodotti davvero validi. Ad ogni modo ho trovato 600 piante che metterò a dimora questa primavera. Voglio testarle..

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Come hai fatto a trovarle? La tipa di rauscedo sembrava stesse vendendo oro e che nel 2016 era impensabile acquistare anche solo 300 barbatelle. Le micro vinificazioni le hanno fatte loro parte a fossalon e parte a rauscedo.. Può anche essere che siano stati vinificati un po così ma mi hanno fatto provare il 2015....troppo giovane magari ma non mi hanno detto proprio nulla. Se era un 2014 cosa sarebbe successo ???

io ho un piccolo vigneto in collina adesso dove è praticamente impossibile fare trattamenti con atomizzatore e varietà del genere sarebbero il top infatti quel Sauvignon farebbe proprio al caso mio

 

 

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Sì se per questo anche le università hanno fatto prove di vinificazione ma bisogna vedere su vasta scala e sui vara terroir. La resistenza alle malattie va vista globalmente...su tutte. Fare le barbatelle non è uno scherzo perché va valutato e accoppiato anche il portainnesto. La produzione e la superficie è quella che è anche con i cloni da riproduzione in vitro.

.

Modificato da CultivarSé
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Come hai fatto a trovarle? La tipa di rauscedo sembrava stesse vendendo oro e che nel 2016 era impensabile acquistare anche solo 300 barbatelle. Le micro vinificazioni le hanno fatte loro parte a fossalon e parte a rauscedo.. Può anche essere che siano stati vinificati un po così ma mi hanno fatto provare il 2015....troppo giovane magari ma non mi hanno detto proprio nulla. Se era un 2014 cosa sarebbe successo ??

io ho un piccolo vigneto in collina adesso dove è praticamente impossibile fare trattamenti con atomizzatore e varietà del genere sarebbero il top infatti quel Sauvignon farebbe proprio al caso mio

 

 

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Prova a sentire con VivaiTruant, sempre in zona Rauscedo, io mi son trovato molto bene, disponibile, ed anche un mio vicino ha fatto un impianto l'anno scorso con barbatelle molto belleO0

Avevo anche il cellulare , ma ovviamente adesso non lo trovo... 0427.96710

http://www.vivaitruant.it/

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Come hai fatto a trovarle? La tipa di rauscedo sembrava stesse vendendo oro e che nel 2016 era impensabile acquistare anche solo 300 barbatelle. Le micro vinificazioni le hanno fatte loro parte a fossalon e parte a rauscedo.. Può anche essere che siano stati vinificati un po così ma mi hanno fatto provare il 2015....troppo giovane magari ma non mi hanno detto proprio nulla. Se era un 2014 cosa sarebbe successo ??

io ho un piccolo vigneto in collina adesso dove è praticamente impossibile fare trattamenti con atomizzatore e varietà del genere sarebbero il top infatti quel Sauvignon farebbe proprio al caso mio

 

 

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Parlando di altre cose, è saltato fuori che avevano una piccolissima partita in rientro, a volte capita. Una botta di culo, in parole povere. Oh, è quel che è, le ho prese su SO4, che per i miei terreni non è proprio il massimo. Costano il doppio delle tradizionali, anche per questioni di brevetto. Io avevo assaggiato i 2014, ad ogni modo sono considerazioni molto personali. Se hai dei programmi, ti conviene ordinarle già adesso.

 

Prova a sentire con VivaiTruant, sempre in zona Rauscedo, io mi son trovato molto bene, disponibile, ed anche un mio vicino ha fatto un impianto l'anno scorso con barbatelle molto belleO0

Avevo anche il cellulare , ma ovviamente adesso non lo trovo... 0427.96710

http://www.vivaitruant.it/

Quelle varietà sono brevettate, quindi anche la vendita, oltre che la propagazione, è esclusiva VCR.

Modificato da MET80100
unione messaggi consecutivi
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Sì se per questo anche le università hanno fatto prove di vinificazione ma bisogna vedere su vasta scala e sui vara terroir. La resistenza alle malattie va vista globalmente...su tutte. Fare le barbatelle non è uno scherzo perché va valutato e accoppiato anche il portainnesto. La produzione e la superficie è quella che è anche con i cloni da riproduzione in vitro.

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Sicuramente, si naviga un pò a vista...Nel mio caso le metterò a bordo di un appezzamento di 1,5Ha, confinanti con un salumificio. Mi spiegavano che probabilmente, per aumentare la resistenza e diminuire ulteriormente la possibilità di formazione di ceppi di funghi aggressivi, sarebbe consigliabile piantarle alternandole a varietà tradizionali per permettere ai funghi di "sfogarsi" e non dar loro l'incentivo a mutare. Quindi diciamo che potrebbe comunque non essere una soluzione definitiva, c'è ancora molto da studiare. Portainnesti: loro li vendono abbinati ai tradizionali e non hanno manifestato problemi.

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Da quello che mi hanno spiegato il fungo impara a penetrare la difesa della pianta... Una sorta di evoluzione. Dopo un bel po' di anni è!

Quindi in fioritura magari un 2 trattamenti sarebbe meglio farli per contrastare il momento di maggiore pressione

 

 

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E' la selezione naturale e del resto nessuno lo sa e chi fa miglioramento tira un po' a campare sulle resistenze su peronospora magari ci si azzecca ma su oidio no, su botrite sicuramente non ci azzeccano e poi ci sono una serie di funghi che sono controllati indirettamente dai funghicidi es. l'Eutypha lata che era la bestia nera della vite ai tempi dei romani e ad oggi è difficilmente visibile e senza trattamenti può tornare. Un esempio loda la vite americana che resiste alla peronospora ma non ad altri funghi meno al'oidio e per niente alla botrite nulla alle tignolette. Per cui le resistenze sono tutte da scoprire e da verificare.

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Non dovrebbe essere il contrario. ? Trattando le viti si abitano a essere difese. ..?

Probabilmente servono ad evitare pressioni troppo elevate nei periodi critici. Le viti resistenti, probabilmente, in natura non avrebbero bisogno nemmeno di quei due trattamenti, ma in impianti fitti la pressione è molto maggiore, quindi anche quelle viti potrebbero ammalarsi,sicuramente in tono estremamente minore, ma per non rischiare...una stagione come il 2015 probabilmente si sarebbero potuti evitare, per esempio.

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Non sempre, molti patogeni si adattano e a lungo andare possono esplodere. Di nemici ne ha tanti e non solo funghi c'è tutto il resto tignole, cicaline e fitoplasmi, cocciniglie e il solito afidi ossia la fillossera....come si comporta la fillossera??? Gran bel quesito che nessuno sa bene.

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  • 2 mesi dopo...

francamente non me ne preoccupo: teniamo conto che più del 95% è "sangue" europeo e sono innestate. se fosse un problema l'avrebbero già facilmente riscontrato.

 

Non sempre, molti patogeni si adattano e a lungo andare possono esplodere. Di nemici ne ha tanti e non solo funghi c'è tutto il resto tignole, cicaline e fitoplasmi, cocciniglie e il solito afidi ossia la fillossera....come si comporta la fillossera??? Gran bel quesito che nessuno sa bene.
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E' la selezione naturale e del resto nessuno lo sa e chi fa miglioramento tira un po' a campare sulle resistenze su peronospora magari ci si azzecca ma su oidio no, su botrite sicuramente non ci azzeccano e poi ci sono una serie di funghi che sono controllati indirettamente dai funghicidi es. l'Eutypha lata che era la bestia nera della vite ai tempi dei romani e ad oggi è difficilmente visibile e senza trattamenti può tornare. Un esempio loda la vite americana che resiste alla peronospora ma non ad altri funghi meno al'oidio e per niente alla botrite nulla alle tignolette. Per cui le resistenze sono tutte da scoprire e da verificare.

 

questo è proprio il problema. non controllando direttamente la peronospora, "vengono fuori" tutte le altre rogne secondarie: escoriosi, black rot, etc... che normalmente non danno problemi ma potrebbero darli.

 

noi volevamo piantare 100 viti per tipo quest'anno e le avevamo prenotate l'anno scorso: al momento dell'impianto ci hanno semplicemente detto che non ce n'erano più :mad::mad::mad::mad:

però ho chiesto ad un concorrente zona venezia di poter vedere i suoi vigneti...(è anche un amico per cui me lo permette senza problemi!)

 

comunque i vitigni resistenti sono una opportunità da non sottovalutare (...sicuramente per i vivaisti...) considerando che in Italia abbiamo un sacco di zone in cui è difficile trattare e siamo troppo vicini a corsi d'acqua, case etc...

i vini sono da provare nelle diverse aree. Anche le pur discrete microvinificazioni di Rauscedo non sono molto indicative.

per quanto riguarda i vitigni di origine tedesca (bronner, Johanniter, Solaris, Regent, etc...) sono più adatti ad un clima "tedesco" tipo alto adige. un nostro cliente in Germania coltiva e vende vino Johanniter da 15 anni: non ne vende. Non ha nome per cui fa una fatica boia a proporlo. comunque dal punto di vista agronomico non ha problemi.

Modificato da archeovite
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sì hai ragione che guardano al bio, ma guardano anche se il vino vale la pena!

nel caso specifico, avendolo assaggiato diverse volte, il vino è fatto bene e buono, ma non ti dice nulla di "particolare". è sostanzialmente anonimo, motivo per il quale o si vende perchè costa poco o non si vende.

il nome non attira.

diverso invece è il caso di VCR che propone i "merlot " kanthus e khorus, in cui il primo nome rende riconoscibile il vino il secondo è un'appendice, quasi un nome di fantasia aggiuntivo che fa pure "latin sound" (meglio greco-sound). (stesso ragionamento per il sauvignon nepis e l'altro che non ricordo)

Non a caso i produttori friulani VOGLIONO il nome del parentale nel nome del vitigno resistente....

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quello ch emi fa da ridere è che ho visto con i miei occhi (e orecchi) proporre e spingere i vitigni resistenti (...mi riferisco a VCR) anche a produttori del sud italia: con tutto il rispetto, ma quando in Sicilia (perchè di siciliani sto parlando: stavano chiedendo disponibilità di barbatelle Nero d'avola) si fanno si e no 3 trattamenti all'anno nel biologico!!!!! che senso hanno in quell'areale le resistenti?

  • Thanks 1
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