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Ospite albe 86

Apro questo argomento per parlare un po' di biogas.

 

Secondo voi, il biogas prodotto dalla digestione anaerobica di circa 40-50 metri cubi di liquame suino al giorno (senza altre aggiunte), che dimensione di motore potrebbe far funzionare? Quanti KWe? Per quanti KWh prodotti?

Visto che ci sarebbe la possibilità di prendere del trinciato di mais, restituendo poi il liquame su quei terreni, per poter fare un po' di conti, quanti KWh può produrre una tonnellata di trinciato di mais?

 

Poi altra domanda:

 

-Che modificazioni subisce l'azoto contenuto nel liquame? So che quanto ne entra tanto ne esce, ma a me interesserebbe sapere dal punto di vista chimico cosa succede dopo la fase di digestione anaerobica, diminuiscono i nitrati (ossidati) ed aumenta la parte ammoniacale (ridotta)? In che percentuali?

 

 

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Bellissimo articolo sulla convenienza economica degli impianti a biogas in funzione della taglia e del tipo di alimentazione.

 

http://dl.dropbox.com/u/55359462/Sostenibilit%C3%A0%20Biogas.pdf

Modificato da DjRudy
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ciao a tutti, volevo fare due considerazioni di tipo economico sul biogas, anche se forse non è la sede giusta. ma non è che noi agricoli ci lasciamo influenzare troppo dalle mode? mi spiego meglio: la produzione di elettricità da biogas è conveniente solo con incentivi. quando per disgrazia li dovessero diminuire oppure togliere? secondo: ammettiamo di avere un'azienda con un numero di vacche tale da fare funzionare un impianto. ammettiamo di vendere il latte a 33-35 cent al litro. non è meglio investire gli stessi soldi (visto che non si parla di noccioline) per valorizzare il nostro prodotto con un caseificio, un punto vendita o in caso di grosse aziende con una rete di vendita? oppure preferiamo "regalare" la materia prima e valorizzare lo "scarto"? io sono dell'idea che i primi a guadagnare con il biogas sono le ditte costruttrici e a noi come il solito rimangono le briciole! ad ogni modo vedrei di più un impianto da un cerealicoltore, avrebbe uno sbocco per la sua produzione e potrebbe risparmiare parecchio sui concimi. scusate se sono uscito dal seminato,ciao

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Capisco il discorso contributi, ma apri un caseificio ? Ma se non si fa altro che dire che il parmigiano viene venduto sotto costo ?

L'elettricità non mostra di certo una flessione dei prezzi, così come la domanda sarà sempre adeguata.

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scusate se proseguo con il fuori tema, ma è proprio quello che ho scritto: regaliamo il nostro prodotto perchè qualcuno decide di venderlo sottoprezzo e noi vogliamo fare i soldi con il letame? quando guadagno con l'attività principale posso anche pensare al biogas!

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Ospite albe 86
ciao a tutti, volevo fare due considerazioni di tipo economico sul biogas, anche se forse non è la sede giusta. ma non è che noi agricoli ci lasciamo influenzare troppo dalle mode? mi spiego meglio: la produzione di elettricità da biogas è conveniente solo con incentivi. quando per disgrazia li dovessero diminuire oppure togliere? secondo: ammettiamo di avere un'azienda con un numero di vacche tale da fare funzionare un impianto. ammettiamo di vendere il latte a 33-35 cent al litro. non è meglio investire gli stessi soldi (visto che non si parla di noccioline) per valorizzare il nostro prodotto con un caseificio, un punto vendita o in caso di grosse aziende con una rete di vendita? oppure preferiamo \\"regalare\\" la materia prima e valorizzare lo \\"scarto\\"? io sono dell'idea che i primi a guadagnare con il biogas sono le ditte costruttrici e a noi come il solito rimangono le briciole! ad ogni modo vedrei di più un impianto da un cerealicoltore, avrebbe uno sbocco per la sua produzione e potrebbe risparmiare parecchio sui concimi. scusate se sono uscito dal seminato,ciao

 

Andando con ordine: La produzione di elettricità da biogas, se si dovesse vendere a prezzo di mercato, non avrebbe senso. Però i contributi ci sono, e per 15 anni dall'entrata in funzione dell'impianto si ha la certezza del prezzo di vendita grazie al conto energia. Visto che la durata dell'impianto ed i relativi costi/ricavi vengono calcolati sui 15 anni il problema non si pone. Tra 15 anni, quando l'impianto sarà ripagato e avrà dato un certo reddito, se non sarà più economico produrre energia verrà fermato. La cosa però mi sembra difficile a realizzarsi, visto che c'è crescente bisogno di energia "pulita" e l'Italia è clamorosamente indietro a reggiungere gli obiettivi prefissati.

Per il discorso di valorizzare i prodotti e non i sottoprodotti hai ragione, ma pensa ad esempio agli allevamenti di suini. Non si ha a disposizione un prodotto praticamente finito come è il latte, bisognerebbe fare un macello, con tutte le problematiche relative, senza contare che oggi, per cause burocratiche, è molto difficile aprire piccole realtà di questo genere. Pertanto ritengo che il biogas, come qualsiasi altra cosa fatta nella stessa ottica (es gassificatori) possa servire a differenziare ed integrare le entrate aziendali, cosa a mio avviso utilissima di questi tempi in cui i prodotti agricoli non sono premiati dal mercato.

Modificato da albe 86
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Dato che il discorso si è spostato sul liquame suino. Consiglio a tutti di procurarsi il penultimo numero dell'informatore agrario, dove vengono trattati proprio alcuni aspetti della gestione del liquale: dall'abbassamento della carica di N, all'uso per la produzione di biogas, alla separazione solido-liquido.

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Ospite albe 86
devo averci dei volantini che ho preso alla fiera agricola a verona, sui attrezzi che si utilizzano, sul prezzo.. possono servire ??

 

Massì dai, se ti va di postarli...

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  • 2 settimane dopo...
Andando con ordine: La produzione di elettricità da biogas, se si dovesse vendere a prezzo di mercato, non avrebbe senso. Però i contributi ci sono, e per 15 anni dall'entrata in funzione dell'impianto si ha la certezza del prezzo di vendita grazie al conto energia. Visto che la durata dell'impianto ed i relativi costi/ricavi vengono calcolati sui 15 anni il problema non si pone. Tra 15 anni, quando l'impianto sarà ripagato e avrà dato un certo reddito, se non sarà più economico produrre energia verrà fermato. La cosa però mi sembra difficile a realizzarsi, visto che c'è crescente bisogno di energia \"pulita\" e l'Italia è clamorosamente indietro a reggiungere gli obiettivi prefissati.

Per il discorso di valorizzare i prodotti e non i sottoprodotti hai ragione, ma pensa ad esempio agli allevamenti di suini. Non si ha a disposizione un prodotto praticamente finito come è il latte, bisognerebbe fare un macello, con tutte le problematiche relative, senza contare che oggi, per cause burocratiche, è molto difficile aprire piccole realtà di questo genere. Pertanto ritengo che il biogas, come qualsiasi altra cosa fatta nella stessa ottica (es gassificatori) possa servire a differenziare ed integrare le entrate aziendali, cosa a mio avviso utilissima di questi tempi in cui i prodotti agricoli non sono premiati dal mercato.

 

D'accordissimo.

Sempre in tema di arretratezza (almeno a livello normativo) del nostro paese, posso testimoniare che all'ultimo Eurotier di Hannover c'era UN PADIGLIONE totalmente dedicato alle bioenergie, al biogas e a tutto quel tipo di tecnologie. Un padiglione intero.

 

Questo è quel che, secondo me, significa credere e investire in un determinato tipo di tecnologie.

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  • 3 settimane dopo...

ciao a tutti

finalmente ho i volantini di Verona..

 

questo link che poso qui sotto, è di un prodotto cri-man che separa i liquami. I liquidi vengono messi in contenitori, invece i solidi in altri contenitori.

 

CRI-MAN - Pompe, pompe trituratrici, chopper pumps, separatori per liquami separatori compattatori per liquami submersible mixer miscelatori sommergibili slurry submersible mixer separators slurry pumps pompe per liquami trattamento liquami pompe som

 

invece questo link non so di preciso cosa sia, dovrebbe essere dei contenitori per i liquami liquidi.

 

Biogas weser ems | Biogasanlage, Biogasanlagen, Biogasanlagenbau, Biogasanlagenplanung, Biogasanlgagen service, Biogasanlagen Betreuung, Biogasanlagen Betreiber, betrieb von Biogasanlagen, Biogaspark, biogasanlagepark, biogasanlagenparks schlüsselfer

 

sempre per i contenitori per liquami ho questo

 

Agrotel

 

scusate il ritardo..

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  • 3 settimane dopo...

Ho fatto visita nei giorni scorsi ad un'impianto di biogas in provincia di Ravenna. Purtroppo ho poche foto, ma cerco di spiegarvi, al di la dei numeri, uno schema di un'ipotetico impianto per la produzione di biogas.

 

Materiali usati:

- Liquame bovino

- Letame bovino

- Scarti vegetali di industrie alimentari, come cipolle, fagiolini.

 

Destinazione del gas prodotto:

 

- alimentazione gruppo elettrogeno 12 cilindri per circa 450 KW, immissione in rete dell'elettricità

- in alternativa riutilizzo in azienda per alimentazione impianto di pellettaggio erba medica

 

Utilizzo del fermentato: distribuzione su medicai aziendali mediante botte sbandiliquame.

 

Il materiale destinato alla fermentazione viene stoccato per un periodo il più breve possibile in una trincea del tutto simile a quella per il trinciato di mais.

Giornalmente si carica una "trituratrice" dove vengono inseriti i materiali destinati alla fermentazione. In questa possono essere quindi introdotti materiali vari. Nel caso di utilizzo di letame, lo stesso viene prima fatto passare per una ulteriore macchina che provvede a tritarlo ulteriormente.

 

La prima trituratrice descritta provvede in automatico ad alimentare in continuo una miscelatrice successiva che sarà poi l'ultimo passaggio prima di entrare nei digestori. Il materiale pronto, viene così addizionato di acqua ed immesso nei 2 digestori.

La quota massima viene raggiunta a fine inverno, non potendo infatti provvedere allo spandimento dei liquami nei mesi precedenti causa direttiva nitrati. E' importante quindi un'adeguato dimensionamento e corretta gestione delle tempistiche per non incorrere nell'eventualità di dover interrompere l'alimentazione ai digestori.

Il liquame viene sempre tolto dalla parte inferiore e convogliata in un pozzo dove il braccio delle botti possono provvedere al rifornimento.

 

 

t14713_SDC10814.jpgt14712_SDC10810.jpgt14711_SDC10799.jpg

t14710_SDC10796.jpgt14709_SDC10794.jpgt14708_SDC10793.jpg

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il pellet che si vede è quello che adizionato con acqua alimenta il digestore?

se si, percè viene pellettato il prodotto? per avere maggior superficie di contatto o per avere materiale omogeneo?

i digestori sono alimentati in continuo o ciclicamente?

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No. Il pellet in immagine è semplice pellet di medica, prodotto con l'impianto alimentanto (per quanto riguarda l'energia elettrica) dal biogas. Ammetto l'immagine può essere fuorviante, ma era un rafforzativo per rendere un'idea concreta di auto utilizzo dell'energia prodotta.

L'unico prodotto di scarto, che è liquame, viene prelevato direttamente dai digestori e distribuito con botte spandiliquame.

I digestori sono alimentanti praticamente di continuo, essendo il rifornimento giornaliero ed automatizzato da quella seconda ed ultima miscelatrice che ho indicato prima.

Il tutto richiede la presenza "fissa" di un solo operatore per gestire l'impianto.

Modificato da Mapomac
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  • 1 anno dopo...
  • 3 settimane dopo...

Diciamo che non è ne difficile ne facile, mi spiego se l'impianto viene alimentato in maniera costante sia i termini di quantita e di qualita tutto fila liscio (questo è più importante del fatto che il materiale sia scadente o biono, l'importante che sia più o meno costante)

Ci sono alcuni parametri da tenere presente come sosstanza secca, carico organico, pH, e altri elementi.

Il calcoclo della razione non si discosta di molto dalla modalita di razionare una vacca da latte.

Si ho avuto problemi di fermentazione, risolti tramite correzzione di alcuni elementi in traccia in cui ero carente.

Sono di Cremona.

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Quanti ha di superficie destinati a biomassa necessita un impianto da 1Mw? Che tipo di colture pratichi?

 

Se sei cremonese non sei molto distante da me, se ti va dimmi pure anche tramite messaggio privato di che zona sei.

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gli impianti che gestisco sono della schmack, secondo me assieme a thoni sono i migliori per diversi motivi (ognuno poi la vede alla sua maniera in questo campo). sono contento dei due che gia funzionano, quello che era stato preventivato si è poi realizzato nella pratica.

Per un impianto da un mega ci vogliono (per star tranquilli) 200 ha.

la rotazione che faccio è triticale e mais, ma potrei tranquillamente fare solo un mais prima semina che riuscirei comunque ad avere biomassa a sufficienza, facciamo due raccolti per poter spargere il digestato anche sul vernino.

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