luigite Inviato 30 Settembre 2017 Condividi Inviato 30 Settembre 2017 Per quanto riguarda le orticole da seme non ibride, c’è una differenza di agrotecnica tra le colture da seme di orticole per il mercato hobbistico e quelle per il mercato professionale? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 30 Settembre 2017 Condividi Inviato 30 Settembre 2017 Differenza su molte orticole c'è, trovi sempre le varietà o ibridi più delicati, le varietà locali. Varietà che tollerano certe concimazioni o certi interventi. Gli ibridi per le leggi di Mendel tendono ad essere più omogenei e grossi quindi possono variare certe cose come le distanze e le forme. Un cavolfiore locale, tradizionale o antico può essere gigantesco più grosso di un ibrido più standardizzato. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 1 Ottobre 2017 Autore Condividi Inviato 1 Ottobre 2017 Prendendo uno stesso ortaggio, grosso modo, quanta differenza di costi ci può essere (per l'agricoltore) tra una coltivazione di orticole da seme non ibrida e una ibrida? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
ursusc328 Inviato 1 Ottobre 2017 Condividi Inviato 1 Ottobre 2017 Molto inferiore per un non ibrido. Esempio su lattughe, seme casareccio 1/2mila euro Ha in base hai trattamenti e se si hanno affitti da pagare, seme ibrido in pochi casi si semina direttamente ma si fa piantina da trapianto, la spesa va a 4/5 mila euro Ha. I benefici su ibrido sono i quintali in più di prodotto più uniforme e con colori migliori, della serie " mangiamo con gli occhi" fare seme casareccio e diventato difficile per molti fattori, api che non impollinano più come una volta, prodotti per la piralide su mais hanno creato problemi su terreni confinanti adibite a seme, ti faccio un esempio su radicchio, da quando si usano questi prodotti e diventato difficilissimo fare seme di radicchio con classici colori rosso e bianco, si trova molto scarto variegato e addirittura con foglia verde alla esterno e rossa alla interno, robe da matti. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 1 Ottobre 2017 Autore Condividi Inviato 1 Ottobre 2017 Grazie molto interessante. Colture da seme in Italia sono tutte su contratto di coltivazione o ci sono anche agricoltori che intraprendono da soli la coltura e poi vendono il prodotto a commercianti o altre aziende agricole? (Forse ad esempio in una zona dove si coltiva un particolare cultivar locale di ortaggio un agricoltore fa una coltura da seme e poi parte ne usa per se e parte la vende). Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
daniel5720 Inviato 1 Ottobre 2017 Condividi Inviato 1 Ottobre 2017 (modificato) Ci sono ancora piccoli ortolani che producono e vendono ai privati seme di radicchio e cipolla dalle mie parti..diciamo che non c'è neanche da tener conto di questi anche se offrono qualità. Esattamente come hai ipotizzato, si fa tutto a contratto per le ditte. Ho preso dei semi di cipolla primaverile, molto precoce..vedremo i risultati Modificato 1 Ottobre 2017 da daniel5720 Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 1 Ottobre 2017 Autore Condividi Inviato 1 Ottobre 2017 Ah bene...quindi nelle zone di lunga tradizione e vocate all'orticoltura, ancora oggi, coesistono sia produzioni di sementi su scala "artigianale" che "industriale". Parlando di coltivazione su larga scala di sementi orticole non ibride, quali sono in Italia le zone più idonee? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 1 Ottobre 2017 Condividi Inviato 1 Ottobre 2017 Le zone sementiere sono quelle Adriatiche costa e collina della zona adriatica dalla Romagna alla Puglia poi si semina su contratto per il fatto che il seme va pulito, mondato controllato. Sulla semente la legislazione è molto severa e controversa anche le cultivar locali sono sotto la legge de 1972 e successive. Poi ci sono ortaggi locali, deco e igp che vengono riprodotti nelle zone di origine come agli e cipolle, Aglio Piacentino verrà da piacenza, le cipolle borettane da Boretto ecc..... Non si può pensare di produrre seme senza controlli o accordi con qualcuno di autorizzato chiunque sia. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 2 Ottobre 2017 Autore Condividi Inviato 2 Ottobre 2017 Le cultivar locali che si vendono dalle ditte sementiere per il mercato hobbistico anch'esse sono sottoposte alla stessa legislazione di quelle professionali? Dico questo, perchè molte volte ho trovato in vendita varietà non presenti nel registro nazionale. E quindi mi chiedevo se cambiando la legislazione era diversa anche la tecnica di coltivazione. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 3 Ottobre 2017 Condividi Inviato 3 Ottobre 2017 Sì tutte sono sottoposte alla legislazione ma come Sementi Standard. Sono solitamente razze pure certamente se sono specie autogame che reggono l'omozigosi si devono solo isolare nell'atto della fioritura, se no servono impollinatori anche perché in isolamento può essere utile comunque l'impollinazione. Gli ibridi vanno seguiti nella crescita e sincronizzati i portaseme/portapolline e isolati come distanze da altre varietà anche coltivate. Cambiano le distanze la tecnica è quella se non un aumento di trattamenti per salvare fiori e semi essendo la coltivazione da seme mooolto più lunga. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 5 Ottobre 2017 Autore Condividi Inviato 5 Ottobre 2017 Per le colture da seme categoria "Standard" c'è un minimo di superficie per un singolo appezzamento o un numero minimo di piante ? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 5 Ottobre 2017 Condividi Inviato 5 Ottobre 2017 Per le colture da seme categoria "Standard" c'è un minimo di superficie per un singolo appezzamento o un numero minimo di piante ? No quello è tipico della specie e della varietà, dei contratti, delle distanze..... Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 24 Febbraio 2018 Autore Condividi Inviato 24 Febbraio 2018 Le colture orticole da seme (su contratto) sono considerate colture ad alto reddito per il fatto che alcune fasi del ciclo colturale non sono meccanizzabili (e quindi vengono consigliate a piccole aziende agricole con buona disponibilità di manodopera)? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 24 Febbraio 2018 Condividi Inviato 24 Febbraio 2018 Le colture orticole da seme (su contratto) sono considerate colture ad alto reddito per il fatto che alcune fasi del ciclo colturale non sono meccanizzabili (e quindi vengono consigliate a piccole aziende agricole con buona disponibilità di manodopera)? Non è più così anzi sia per ibridi che per standard si fanno azioni sia manuali che meccaniche ma alto reddito perché è bassa e laboriosa la produzione, si usa ancora l'isolamento meccanico o negli ibridi la castrazione manuale... non sempre esistono piante naturalmente maschiosterili o dioice-monoiche. Fare seme vuol dire continuo controllo della purezza ossia togliere a mano le piante fuori tipo ossia tutto quello che non è la varietà coltivata o quello che ci assomiglia e non lo è, il controllo lo fa ancora l'uomo.... sulla genetica è chiaro che cio spetta ai laboratori ed è a priori solitamente nei casi dubbi ma vuol dire conoscere benissimo le piante coltivate che su piante da seme non è sempre detto neppure per quelli dell'ense...vedi carote selvatiche, riso e girasoli selvatici che sono infestanti ma anche specie coltivate. Il reddito si e no perché c'è sempre tanto scarto, tanta manodopera e la maccanizzazione c'è non sempre al 100% perché non tutte le infiorescenze sono raccoglibili con le mietitrebbie. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 25 Febbraio 2018 Autore Condividi Inviato 25 Febbraio 2018 Lo scarto che misurano le ditte sementiere da cosa è dato? Ho letto sul forum molti reclami di agricoltori che fanno seme su contratto. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
PGS 35 Inviato 25 Febbraio 2018 Condividi Inviato 25 Febbraio 2018 Lo scarto che misurano le ditte sementiere da cosa è dato? Ho letto sul forum molti reclami di agricoltori che fanno seme su contratto. dalla carta, lo fanno a tavolino in base alla quantità di prodotto che hanno in casa e a quanto seme richiede il mercato. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
ALAN.F Inviato 25 Febbraio 2018 Condividi Inviato 25 Febbraio 2018 dalla carta, lo fanno a tavolino in base alla quantità di prodotto che hanno in casa e a quanto seme richiede il mercato. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca:2funny: Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 25 Febbraio 2018 Condividi Inviato 25 Febbraio 2018 A noi rompono quelli dell'Ense non sono mai soddisfatti, le quantità non sono il problema ma per il fatto che ti rompono 4 volte in campagna. Le ditte non rompono semplicemente ti piantano in magazzino la merce e non le ritirano se non ci sono previsionali di semina. Ho sentito chi faceva semente di grano e riso lamentarsi che su contratto avevano i magazzini pieni e dovevano svendere a massa dopo aver trattato e mondato decine di ettari a mano. Io semplicemente ho evitato di fare seme anche se avevo i campi puliti perché di litigare per qualche pianta di sorghetta fuggita non ho voglia. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 25 Febbraio 2018 Autore Condividi Inviato 25 Febbraio 2018 Capisco ci rimette sempre l’agricoltore. Invece quando nelle statistiche dell’Ense si parla di “Sementi Riconfezionate” cosa si intende? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 26 Febbraio 2018 Condividi Inviato 26 Febbraio 2018 Quello che fa Ingegnoli, prende le grosse ditte sementiere e riconfeziona in bustine quelle che sono scatole da 500g 0 più che nessuno in un orto riuscirebbe a seminare o usare ibridi da 5000 e confezione per seminare poche piante, riconfezionano i grossi formati ma lo fa il sementiere non il riproduttore. La legislazione sulle sementi è assai pesante e nacchinosa perché c'è tutta la parte delle royalti e dei diritti d'autore-upov e via dicendo andando sempre più nel penale. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 26 Febbraio 2018 Autore Condividi Inviato 26 Febbraio 2018 Molto interessante, adesso capisco bene le statistiche Ense. Quindi il controllo ufficiale avviene sulla grossa partita e ne deriva che, riconfenzionando la stessa in bustine, è inutile il cartellino sulle confezioni per gli hobbisti? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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