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Irroratrici portate, trainate, semoventi, da pochi q.li a oltre 30 q.li di serbatoio, con o senza manica d'aria, qui parliamo di tutto questo.

 

Ecco le irroratrici che abbiamo in azienda:

 

HARDY TWIN serbatoio 15 q.li, barra 12 metri (5 sezioni) con manica d'aria, pompa 163 litri/min.

 

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BARIGELLI I/R 4x4 serbatoio 25 q.li, barra 21 metri (7 sezioni) con manica d'aria), computer Teejet, motore JD 4045 turbo 120 cv, pompa 280 litri/min, gomme strette 230/95 r 44, e gommoni da 80 cm.

 

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io invece mi accontento di cose molto meno efficenti, in particolare di una amas portata da 1000 lt con barra da 15 mt; è dotata di circuito di lavaggio da 60 lt, tanica lavamani, schiumogeno, ugelli antideriva, barra a chiusura idraulica in 5 segmenti.

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macchina onesta, affidabile e con una buona qualità di lavoro, anche se non paragonabile ad una manica d'aria.

la utilizzo con 200lt con gliphosate, 250 su cereali e mais in pre e post emergenza e 300-350 se in presenza di molta vegetazione.

la stagione scorsa per aumentare l'autonomia ho costruito un telaietto anteriore (grazie angelillo) per alloggiare una botte da 400 lt, che unita ai 60 del circuito di lavaggio che tengo come scorta, porta la capacità totale a 1500 lt circa..... povero silver con le ruote strette......

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Modificato da puntoluce
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  • 2 settimane dopo...

A me piacerebbe affrontare 2 argomenti

 

- dose distribuita/ha. Come "regolarla" in funzione della tecnologia che abbiamo a disposizione ? Quanto può essere ridotta grazie alla manica d'aria.

Riporto la mia esperienza: anno 2008, annata critica per il pomodoro da industria, peronospora ovunque. 10-12 qli./ha vs 5-6 qli/ha. Risultati identici.

 

- convenienza delle semoventi. E qui so che c'è un grosso sostenitore delle semoventi.

Sempre per riportare l'esempio del pomodoro, conosco parecchie aziende di 300-400 ha, dei quali in media 100 di pomodoro (mediamente un trattamento a settimana per 2 mesi), che utilizzano trattore + botte semiportata.

Per che superfici diventa economicamente conveniente una semovente ? Come si comportano in caso di terreno bagnato ?

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Dal 1996 al 2000 abbiamo fatto pomodori (sempre irrorati con manica d'aria) a circa 6 q.li/ha, il vicino aveva sempre pomodori ma lui irrorava senza manica d'aria a circa il doppio della dose di acqua e all'incirca l'incidenza delle malattie era la stessa, quindi la mia esperienza confema quella di Maso.

 

Riguardo al limite della convenienza tra trainata e semovente il problema maggiore è che sopra i 15 q.li le trainate (soprattutto in condizione di bagnato e con ruote strette che capita spessisimo per i pomodori e i trattamenti fungicidi in spigatura al grano) non sono semplici da tirare e spesso 100 cv non bastano....

 

Quindi se uno ha bisogno di più di 15 q.li di botte, meglio una semovente che ha molti meno problemi anche sul bagnato (almeno la mia Barigelli anche con le gomme strette non ha problemi, mentre con il TL se avessi una 25 q.li da trainare invece che la 15 molte volte sarei rimasto nel campo, con gravi danni alla coltura per andarlo a tirare fuori).

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Tralasciando per ora il discorso economico, non che sia meno importante sia chiaro, concordo che una 15 qli. o più sia pesante da tirare (così a titolo informativo nell'ultima campagna pomodori, un conoscente ha battuto il record di 4 trattori, 70 Cv di media, per riuscire a trattare).

Ma nelle situazioni di terreno forte e bagnato, queste semoventi, soprattutto quelle a ruote non isodiametriche, come si comportano ? Tu Dj mi dici che riesci a trattare e ci credo, ma credi anche quando ti dico che da noi si sono salvati solo chi aveva le GROSSE semoventi (ovvio che la fila dove entravano la cancellavano), inquanto le piccolole semoventi, forse a causa della trasmissione idrostatica, non so, ipotizzo, rimanevano letteralmente ferme, anche non essendo necessariamente piantate.

 

P.S. Ovvio che si sta parlando di situazioni quasi di nicchia...

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Io possiedo una botte Hardi, modello LY600, da 600 litri con barra idraulica da 12 mt, autolivellante e supporto ugelli treeyet, la pompa, a 3 membrane, ha una portata massima di 100 litri minuto.

Ho anche il computer di gestione Hardi tronic 2000 con tutti i distrubutori elettroattuati, sensore di velocità su ruota, sensore di flusso e di pressione ecc ecc

Ecco il tutto all'opera, sempre azionata dal fido dorado, nel post emergenza del mais.

Per aumentarne l'autonomia, soprattutto per quando facevo pomodori, ho costruito e collegato una botte anteriore da 300 litri (purtroppo non ho foto)

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Come tecnica e quantità distribuite è mia consuetudine usare circa 180 litri ettaro in post emergenza per il mais con ugelli a ventaglio e velocità di circa 8 km/h, pressione 2- 2,5 bar

In post emergenza 300 litri ettaro, ugelli sempre a ventaglio un po' piu grandi, e velocità di 6 km/h, pressione 2,5-3 bar.

Quando facevo pomodori, in piena vegetazione, arrivavo ad usare 900 litri ettaro, con ugelli a cono e pressione di 8 bar (per avere una buona copertura anche sotto vegetazione) e velocita di circa 3 km/h (la pompa con pochi litri non mi permetteva di più). Per queste ultime situazione servirebbe una pompa con portata maggiore, ma, avendo comprato la botte usata, ci si deve accontentare

 

Comunque è una gran botte, quando la uso è sempre una soddisfazioneO0

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In azienda usiamo una GAMBETTI da 25ql e 21 metri ,5 sezioni a manica d'aria....viene usata su colture orticole quali pomodoro da industria,spinacio ,sedano ,bieta,etc...

L'efficacia tra manica e tradizionale è molto complessa.

1)il paragone dell'incidenza delle malattie tira in gioco molte variabili,quali tipo di malattie,suscettibilità varietale,tipologia del prodotto utilizzato,efficacia della distribuzione.....etc.

Prendo il caso della peronospora dle pomodoro,è una crittogama endofitica,utilizzndo prodotti di sola "copertura" quale il RAME ,implica un'azione antisporulante,cioè previene la diffusione della malattia stessa nella fase di sporulazione ,fase in cui il patogeno evade dai tessuti dalle aperture stomatiche (gli stomi delle foglie,in questa fase del ciclo della crittogama diviene ectofitica),il rame determina un'azione definita multisito ,cioè agisce sul deterioramento delle pareti del fungo,ha azione su alcuni enzimi (coinvolti nella respirazione cellulare ed altri enzimi del metabolismo del fungo stesso).....come si può intuire da solo ha un'efficacia limitata alla sola diffusione, da solo non può essere efficace in un programma di lotta fitoiatrica ,ma buona norma è associare al prodotto rameico (sia esso idrossido ,o poltiglia) un prodotto sistemico o citotropico ,in modo tale da avere un'azione multipla sul ciclo del patogeno in questione ,cioé azione antisporulante dal rame e azione endoterapica (cioè agire all'interno dei tessuti della pianta malata) in modo tale da limitare l'effetto della malttia sulle piante malate.

In questo caso bisogna tenere conto che interventi a "calendario" si rendono necessarie ,tenute in considerazione andamento climatico e pressione della malattia stessa (grado di presenza del patogeno nella zona in cui si opera).....A ciò bisogna associare una rotazione tra i principi attivi sistemici in modo tale da prevenire fenomeni di "RESISTENZA" da parte del patogeno...

2) Tenute in considerazione le parti sopra sommariamente descritte,entra in gioco il fattore meccanico, cioè L'EFFICACIA della DISTRIBUZIONE.....la sola azione della distribuzione determina da sola circa il 50% dell'efficacia del trattamento fitoiatrico..

Faccio un preambolo sulla tipologia di gocce prodotte da un ugello (cioè la popolazione delle gocce di un ugello si possono suddividere in 3 gruppi ,quelle con un diametro eccessivo che saranno soggette una volta giunte sul bersaglio di non aderire alla vegetazione in quanto la forza di gravità fa sì che queste rotolino e cadano a terra ,quindi non hanno efficacia ,quelle con diametro troppo piccolo che saranno assoggettate al fenomeno della deriva ,con conseguenze di solo inquinamento dei campi limitrofi e perdita di prodotto.

Ed infine la produzione di gocce dal diametro ideale ,cioè quelle con diametro tale da permettere l'adesione della goccia alla vegetazione che ne permetta una distenzione quindi copertura della vegetazione stessa ,si intuisce qui che x prodotti di copertura quali il rame l'apetto delle gocce con diametro intermedio sia di fondamentale importanza in quanto perché sia efficace il nostro trattamento gli obbiettivi sono ricoprire la maggior superfice possibile con un film liquido che rimanga aderente alla vegetazione e non sgoccioli.......)

Se noi usiamo ugelli a pressioni non idonee x lo stesso ,faccio un esempio ugello a ventaglio ,la pressione ideale di esercizio è generalmente intorno ai 3/4 bar ,se usiamo pressioni superiori (10 bar) la polazione delle gocce prodotte sarà di un grande numero con diametro finissimo ,troppo piccolo che causano forte deriva in primis ,e quelle che raggiungono la vegetazione evaporeranno troppo rapidamente e concentrare il prodotto chimico solo su piccoli punti,non avremo una copertura utile..

 

Quindi l'importanza del mezzo è fondamentale,come lo è il corretto utilizzo e lo stato degli organi del mezzo stesso (qualità e stato di usura degli ugelli influenzano negativamente la popolazione di gocce prodotte,riduzione di efficacia del trattamento)(importante lo sono anche tutte le altre parti dell'irroratrice ,quali l'agitatore ,il compensatore delle pressioni,il polmoncino sulla pompa,i filtri......etc.

 

Partendo dal fatto che noi utlizziamo attrezzature che effettuano la rottura del liquido contenuto nel serbatoio x produrre gocce utili mediante pressione sul liquido stesso mediante gli ugelli ,sono importanti tutte le parti del mezzo utilizzato.....

In entrambi i casi ,sia una irroratrice convenzionale che una manica d'aria usano lo dtesso principio per produrre gocce utili.....la differenza è che nelle macchine convenzionale le gocce prodotte debbano avere una energia tale da raggiungere il bersaglio ,nella manica d'aria l'azione di raggiungere il bersaglio è aumentata dal fronte dell'aria prodotta dal mezzo che aiuta le gocce prodotte dagli ugelli a raggiungere il bersaglio,con evidenti effetti positivi x il trattamneto stesso ,soprattutto x prodotti chimici di copertura....la manica d'aria incide positivamente sia nella riduzione dell'effetto deriva (gocce finissime che raggiungono in maggior numero il bersaglio migliorando l'effetto copertura e riducendo le perdite ).....sia in un'azione penetrante maggiore rispetto ad una convenzionale soprattutto in colture come ad esempio il sedano ,ci permette di raggiungere zone + centrali della pianta difficilmente raggiungibili da gocce prodotte x sola pressione da una irroratrice convenzionale....

Spero di non essere stato troppo prolisso e poco comprensibile....

Rimando ad altra puntata le ulteriori considerazioni di altri aspetti importanti x un efficace trattamento fitoiatrico!!!!

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Pasquale ti vedo particolarmente esperto di irroratrici. Pertanto ti faccio una domanda.

Se prendiamo una coltura particolarmente vigorosa, ad esempio (guarda caso :asd:) pomodoro o patata, potenzialmente il flusso d'aria della manica, può "schiacciare" la vegetazione, sovrapponendo più foglie, e pertanto limitare la totale copertura da parte del trattamento ?

 

Questa critica, mi è stata fatta dai sostenitori della barra tradizionale. Possibile che avessero ragione agli albori delle maniche ad aria, dove il flusso non era regolabile, e forse troppo incidente e perpendicolare al terreno ?

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Mapo ,la sovrapposizione delle foglie è esitente gia naturalmente ,quindi le convenzionali hanno il problema in modo uguale se non sicuramente superiore.

L'obbiettivo utopistico sarebbe ricoprire il 100% ,ma evidentemente non è raggiungibile ,quindi cerchiamo di avvicinarci il + possibile.....

La manica d'aria ha un flusso (anche nel caso di quelle non orientabili e verticali) che potremmo rappresentare a cono ,cioè sottile all'uscita dal foro del condotto dell'aria che si espande man mano che ci si allontana dallo stesso ,quindi lo schiacciamento lo si ha nelle parti esterne ,mi spiego meglio quando noi avanziamo con il flusso dell'aria che come ho detto prima ha un'impronta a cono o meglio vista in senso laterale ha una forma di v rovesciata verso terra ,sui 2 estremi della "V" la forza dell'aria risulta essere maggiore che al centro ,ma quando incontra una foglia all'inizio tende a schiacciarla ,poi arriva nella parte centrale del cono in cui la forza dell'aria e inferiore ed in cui si creano dei vortici proprio dovuto alla differente velocità tra la parte esterna del flusso d'aria e la parte centrale stessa ,è qui la foglia tende a risollevarsi e per azione dei vortici d'aria generati dal flusso tende a far compiere dei movimenti rotatori + o meno evidenti alla foglia stessa ,e se potessi osservare in modo ingrandito noteresti che l'aria che colpisce i bordi della foglia subisce deviazioni che permettono di raggiungere anche la parte della pagina inferiore ,zona difficilmente raggiungibile dalle macchine convenzionali ,in quanto l'energia di ogni singola goiccia sarebbe sempre inferiore ad una goccia di uguali dimensioni ma proiettata sulla vegetazione dal flusso d'aria......

Non so se ti ho reso l'idea.....spero di si.....

é evidente che anche l'utilizzo dell'altezza giusta della manica d'aria sulla vegetazione ha il suo grado di importanza ai fini del trattamento fitoiatrico......

Ecco xchè prima ho detto che rimando ad ulteriori momenti le varie variabili che entrano in gioco nel trattamento.....Cercherò di mettere la mia esperienza universitaria,improntata in campo di protezione delle piante.......cercherò di avvicinare la teoria alla pratica ,e spero di dare un mio contributo al miglioramento dell'aspetto sia dell'uso delle irroratrici (che tutto è tranne che semplice!!!!) ,sia dell'aspetto fitoiatrico strettamente collegato al primo......Partendo dal presupposto che non sono bravissimo.......ma mi ci cimento....

La manica d'aria (definite anche irroratrici ad aeroconvezione, erroneamente dette atomizzatori.....gli atomizzatori sono quelle macchine che effettuano la rottura del fluido per azione dell'aria e non per pressione mediante ugelli.....questo seguendo una certa classificazione delle macchine in base al metodo di rottura del liquido ,cioè in base a come formano le gocce dal liquido intero...),

ha degli evidenti vantaggi di maggiore penetrazione in colture sia orticole che arboree con chioma ben sviluppata e fitta ,in modo da raggiungere zone che con le convenzionali non sarebbe possibile.....perchè ricordo sempre che l'obbiettivo è quello di aumentare l'efficacia del trattamento (a prescindere dal tipo di prodotto chimico usato ,sia esso di copertura ,citotropico/translaminare o sistemico ,certo in quest'ultimo tipo proprio la caratteristica del prodotto che ha capacità di essere traslocato nella pianta rende meno importante l'aspetto di raggiungere le parti + nascoste ,anche se aggiungo che ridurremmo i tempi di distribuzione all'interno dei tessuti della pianta se colpiamo la pianta stessa in + punti possibil con gocce che ne restino aderenti ad essa e quindi permettano al principio attivo di entrare nei tessuti.....esempio abbiamo una sola goccia su una pianta con principio attivo sistemico ,esso entrerà nel tessuto vegetale da un solo punto ,e avrà bisogno di un certo tempo per raggiungere la zona della pianta lontana dal suo punto di penetrazione ,e tale tempo è dovuto alle caratteristiche del vegetale in questione e della molecola di fitofarmaco usato......ma se noi sullo stesso tipo di pianta riusciamo a poggiare 100 gocce in + punti della pianta ,e le 100 gocce conterranno la stessa quantità di fitofarmaco della singola goccia dio prima ,il tempo di distribuzione all'interno della pianta sarà sicuramente inferiore ,e con la stessa quantità di prodotto all'interno della pianta.....spero di essere stato comprensibile.....

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Ottima descrizione!

Chiedo se è possibile trattare anche il sistema convenzionale, ossia , per avere una maggior resa con molta vegetazione, quali ugelli, velocità e pressioni è meglio utilizzare.

(così vedo se fino ad ora ho fatto bene o se c'è qualcosa da migliorare:fiufiu:)

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Certo Angelillo.....un sistema non esclude l'altro,anche perché la manica d'aria deriva dal convenzionale....quindi cercherò di metterle sempre a paragone....

Faccio una precisazione sui volumi utilizzati...

L'aspetto volumi da somministrare è altro parametro molto importante,in quanto la concentrazione di prodotto ottimale è fondamentale per ottenere un buon risultato.

Partiamo da un dato scentifico ,la concentrzione ottimale è "sempre" indicata in etichetta sui prodotti fitoiatrici ,ed è strettamente consigliato rispettare tali indicazioni ,in quanto le dosi di prodotto chimico da somministrare influenzano la qualità del prodotto che noi commercializziamo ,sarebbe poi cosa opportuna farsi consigliare sempre da un tecnico (spesso i consigli li forniscono i rivenditori delle farmacie agricole ,e scusate se mi permetto ,ma in questo caso vi è un'evidente interesse.....quindi una consulenza esterna e non di parte sarebbe cosa gradita).....ricordiamo sempre che abbiamo a che fare con composti comunque pericolosi per la salute del consumatore ,quindi un corretto uso è fondamentale....sia x le nostre tasche che per le conseguenze sociali....in questo senso noi agricoltori svolgiamo un ruolo fondamentale x il bene comune.....

In etichetta sono riportati spesso dati che si riferiscono alla dose di prodotto x ettolitro,in casi meno frequenti in dosi/Ha ,in quest'ultimo caso ci si riferisce a volumi di 1000 litri/Ha.....a prescindere dal mezzo utilizzato....quindi facciamo le dovute proporzioni per applicazioni a volumi diversi....

Qui aggiungo che l'idea comune di poter usare volumi inferiori con macchine irroratrici ad aerocnvezione non è fondata ,o meglio è vero in parte....

Le variabili sono stadio di sviluppo della pianta ,fase fenologica ,e tipologia di pianta.....è ovvio che volumi consistenti prossimi ai 1000litri/Ha sono indicati per vegetazioni in fase di sviluppo prossimo al massimo della coltura stessa.....

Ad esempio se dovessi fare un trattamento contro la PERONOSPORA del pomodoro ,e ci troviamo ad esempio allo stadio di primo palco ,la vegetazione non è voluminosa ,volumi di 600litri sarebbero gia sufficienti.

Ma qui terrei in considerazione quale prodotto utilizzare ,visto la fase di forte accrescimento della pianta un uso di soli prodotti di copertura non ci garantirebbe la giusta protezione ,in quanto il limite è proprio la formazione di nuovi tessuti dopo la nostra applicazione ,che ovviamente non saranno coperti dal prodotto (rame ad esempio) ,quindi poniamo che il fungo sia in fase di "evasione" ,cioè è maturo per la sporulazione,verrà bloccato nella zona dei tessuti colpiti dal trattamento nel momento del'applicazione ,ma nella zona dei nuovi tessuti potrà liberamente effettuare il suo naturale ciclo di "evasione" e quindi diffondere le spore che infetteranno altre piante ,soprattutto sui tessuti non coperti ,cioè sempre quelli nati dopo il nostro trattamento.....quindi ridotta di efficacia certo non colpa del mezzo di applicazione o del modo di applicazione da parte dell'operatore.....

Quindi in questa fase io opterei per prodotti sistemici combinati con uno di copertura ,quali idrossido di rame....otterremo una maggiore possibilità di combattere la malattia e la possibilità di non intervenire nuovamente a distanza di pochi giorni....anche perchè vogliamo tenere in considerazione una ulteriore variabile?? Una bella pioggia che non ci permetta di entrare nel terreno immediatamente ,per ripristinare la quantità di prodotto di copertura dilavato dalla pioggia.......risultato la peronospora avrà via libera sino al nostro intervento.....

 

Altro punto che vorrei toccare è il tipo di ugelli da utilizzare e relative pressioni....qui mi appoggerei ai dati dei vari costruttori di ugelli ,i quali danno precise indicazioni delle pressioni di utilizzo e soprattutto dei volumi che si possono somministrare alle relative pressioni....

Vorrei fare un esempio ,gli ugelli a ventaglio.....la popolazione di gocce prodotte è sempre suddivisibile in tre categorie grosse (poco o per nulla utili ,effetto sgocciolamento),medie e fini/finissime (quest'ultime assoggettate all'effetto deriva ,fenomeno che è presente anche nelle manica d'aria,in maniera ridotta rispetto ad una convenzionale ma pur presente ,anzi a volte con una frazione di goccioline ancora + piccole delle finissime prodotte da una irroratrice convenzionale, in conseguenza dell'effetto aria che provoca anche un'azione di rottura di alcune gocce producendone di micro e quindi molto volatili).

La pressione di utilizzo ottimale sarebbe 3 bar (ugello nuovo,ricordiamo che con l'uso il foro di fuoriuscita cambia il proprio profilo modificando la popolazione di gocce prodotte,riducendo la propria utilità).....ora la velocità di avanzamento dovrà essere tale da portare il volume da somministrare mantenendo la pressione intorno ai 3 bar....

Io opterei sempre per velocità non superiori ai 4/5 km/h ,soprattutto per le irroratrici convenzionali ,in quanto riducendo la velocità avremo che una goccia che fuoriesce dall'ugello e che ha una certa energia che gli permetterà di raggiungere la pianta ,avrà una direzione quanto + perpendicolare possibile........avete notato quanto sia maggiore l'effetto fumo all'aumentare della velocità d'avanzamento?Beh sicuramente il dato principale è una pressione eccessiva che produce troppe gocce di diametro troppo fini....

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Partiamo da un dato scentifico ,la concentrzione ottimale è \\"sempre\\" indicata in etichetta sui prodotti fitoiatrici ,ed è strettamente consigliato rispettare tali indicazioni ,in quanto le dosi di prodotto chimico da somministrare influenzano la qualità del prodotto che noi commercializziamo

Infatti a questo dato viene sempre data poca importanza, riferendosi il più delle volte alla dose/ha.

A tuo avviso che aumento (magari in %) di concentrazione è possibile ottenere con l'usilio della manica ?

 

Le variabili sono stadio di sviluppo della pianta ,fase fenologica ,e tipologia di pianta.....è ovvio che volumi consistenti prossimi ai 1000litri/Ha sono indicati per vegetazioni in fase di sviluppo prossimo al massimo della coltura stessa.....

Concordo su tutta la parte sulla peronospora. Tralasciando il discorso "pioggia eventuale" (anche se quest'anno soprattutto al nord, e in specie sul pomodoro, è quello che ha fatto la differenza), sarebbe interessante valutare l'aspetto economico. Ovvero mi conviene avvalermi dell'ampia finestra che mi da un sistemico, o faccio un trattamento di copertura in più ?

Io opterei sempre per velocità non superiori ai 4/5 km/h ,soprattutto per le irroratrici convenzionali ,in quanto riducendo la velocità avremo che una goccia che fuoriesce dall'ugello e che ha una certa energia che gli permetterà di raggiungere la pianta ,avrà una direzione quanto + perpendicolare possibile........avete notato quanto sia maggiore l'effetto fumo all'aumentare della velocità d'avanzamento?Beh sicuramente il dato principale è una pressione eccessiva che produce troppe gocce di diametro troppo fini....

Ma in questo caso non è sufficiente regolare bene i giri motore e la pressione, in funzione della velocità di avanzamento ?

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X la quantità di prodotto da distribuire per Ha io non mi discosterei dal dato consigliato......con la manica possiamo usare volumi + bassi ma anche qui mi terrei sull'ordine del 10% massimo,e manterrei un flusso dell'aria adeguato alla coltura (poca vegetazione poca quantità d'aria ,troppa provocherebbe un effetto battente sul suolo ,si devierebbe il flusso dinuovo verso l'alto favorendo la deriva ,in quanto la miscela aria/soluzione agrofarmaco inizialmente ha energia diretta verso il basso ,una volta impattata per effetto urto devia verso l'alto perdendo di energia ,ma lasciando in aria particelle di agrofarmaco con scarsa energia cinetica che sarebbe soggetta a deriva...

 

X Agelo ,il tuo computer è a controllo completo?

Cioè regola la pressione e quantità alle barre in funzione della velocità di avnzamento?

Mi sembra di si......nel tuo caso il + del lavoro è sotto controllo.....devi tener sott'occhio ugelli e compensatore (il polmoncino che si trova sulla pompa ,immagino sia a membrane,bene ci sarà una tabella di riferimento per la pressione di utlizzo alle barre e le relativa pressione a cui deve stare il compensatore ,che ha il compito di omogenizzare la pressione che arriva al distributore, in quanto la pompa proprio per effetto dei pompaggi alternati ha una pressione in condotta non proprio omogenea,se noti a pressione basse noti l'effetto a singhiozzo ,bene quell'effetto deve essere ridotto al massimo alla pressione che tu usi in funzione del tipo di ugello ,le variazioni di pressioni all'ugello fanno si che questi crei ora gocce +fini con un'istante di pressione + alta ,ed un attimo dopo gocce + grossolane in conseguenza di una momentanea riduzione di pressione,risultato finale la popolazione di gocce prodotte nel tempo non è omogenea......semplice no???

Modificato da puntoluce
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Ottimo, Pasquale:n2mu:

Si, il mio computer è a controllo completo.

Comunque, per lavorare bene, vanno ben tarati i ritorni al serbatoio ogni volta che si cambia ugello altrimenti quando si opera con qualche settore chiuso, vi è uno scompenso che il computer non sa gestire in quanto è ingannato dal valore falsato che gli viene fornito dal flussomentro.

 

Il polmoncino compensatore è Ok, lo controllo spesso e cambio la sua taratura solo se supero i 3 bar, in fatti la casa mi dice di tenerlo a 1 bar quando opero con pressioni da 1 a 3 e di tenerlo a 3 bar quando opero con pressioni da 3 a 15 bar.

La mia pompa, secondo me, risente più delle altre di questo effetto compensatore in quanto ha sole 3 membrane e, se non ricordo male, sulle hardi con pompa a 6 membrane non viene montato.

Secondo Te la mia soluzione di utilizzare un ugello a cono (che quando lo acquistai mi diedero del matto in quanto, han detto, sono vecchi, superati) per i trattamenti con molta vegetazione è una scelta azzeccata?

Modificato da Angelillo
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Nell'effettuare i diserbi ,in pre-emergenza ,l'effetto "VENTO" non è fondamentale ,anzi crea maggiori problemi ,in quanto l'azione dell'aria ha un effetto denominato "schiaffo",difatti spinge il nostro prodotto verso il suolo,ma al momento dell'impatto a terra si ha ancora una certa energia che va a deviare il flusso verso varie direzioni (lo schiaffo...) ,il risultato è che una parte + o - cospicua del prodotto irrorato viene messo in aria e quindi soggetto a deriva,in parte può ricadere al suolo in punti diversi,creando zone a maggiore concentrazione e zone a minore concentrazione.....

L'azione dell'aria dovrebbe essere usata in modo adeguata (regolare il flusso ) ,in modo tale da ridurre la deriva nel caso si effettuino interventi in presenza di vento......

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Ecco la gambetti barre ,25ql di serbatoio ,21metri di barre ,manica d'aria e trigetti.....il distributore a valvole ovviamente a comando elettrico è del tipo "progressivo",cioè chiudendo una sezione della barra mantiene la pressione in condotta costante ,a cui segue intervento del computer...

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  • 3 settimane dopo...

dovevo curare un pò d'erbetta e visto il maltempo ho dovuto mettere le gommone.

ovviamente da utilizzare solo all'interno del corpo aziendale.

 

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terreno molle, tracce di 10-15 cm discreto lavoro

Modificato da puntoluce
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  • 3 settimane dopo...

incredibile...mai visti gommoni di questo genere!

 

 

volevo chiedere alle persone che sono nel forum,se hanno notizie della irroratrice RAU.

 

so con certezza che è uscita,una nuova versione con barre in alluminio,pero chiedendo a eima non si sa nulla...e cheidendo a cova,dice che dovrebbe uscire dal gruppo kverneland..pero se voi sapete qualcosa..scrivete qua.

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  • 4 settimane dopo...
  • 1 mese dopo...

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