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Struttura del terreno


Gianni il Folle

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Ciao ragazzi, volevo chiedere a voi una questione tecnica:

Cosa si intende per struttura del terreno? E quando un terreno si destruttura? Lasciandolo a riposo in inverno senza lavorarlo acquista struttura? Invece facendo una lavorazione perdo benefici anche se in tempra? Grazie a tutti, scusate l'ignoranza ma devo risolvermi questi dubbi.

 

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  • 2 settimane dopo...

La struttura è la disposizione nello spazio delle particelle che compongono il terreno. Allo stesso tempo anche in ogni terreno cambiano le particelle che lo compongono quindi sabbia, argiilla e limo. Quindi idealmente si può partire da un terreno 100% sabbia a varie miscele delle tre componenti esempio medio-impasto fino a terreni dove è prevalente una componente es.terreni argillosi. La struttura quindi viene dopo la granulometria, ed è come nel tempo si vanno ad aggregare queste particelle grazie all'azione di svariati fattori (sostanza organica, microrganismi, fauna del terreno, alternanza asciutto/bagnato, gelo/disgelo, e non meno azioni dell'uomo sul terreno). A livello agricolo il concetto fondamentale è che le radici delle piante che noi coltiviamo hanno bisogno anche loro di "respirare" ossia di ossigeno a livello del terreno e quindi aria a livello radicale. Il compattamento è il fenomeno inverso negativo che va combattuto. La creazione di una buona struttura è un impegno costante dell'agricoltore per mettere le piante in una condizione ottimale per produrre. La stuttura ottimale a cui si cerca di arrivare è la cosidetta "glomerulare". E quando un terreno si destruttura? Il terreno si destruttura quando ad esempio si passa con il terreno bagnato, quando si fanno le lavorazioni non in tempera, quando perde via via sostanza organica etc. Lasciarlo a riposo in inverno senza lavorarlo o lavorarlo prima dell'inverno? bisogna valutare vantaggi/svantaggi. Non lavoralo significa che il gelo/disgelo lo farà lievitare meno rispetto a un terreno lavorato, si svilupperano delle erbe spontanee che anche per un breve periodo aggiranno da incremento della sostanza organica e non faranno lisciviare azoto e altri nutrienti dalla pioggia. Lavorandolo si avranno invece meno difficoltà poi a preparare il letto di semina in primavera ma si perdo gli altri benefici. Chiaramente sarà più dannosa una lavorazione fuori tempera fatta poco prima della semina che una fatta a grande distanza dove gli agenti atmosferici possono rimediare im qualche modo al pasticcio. Quindi per la stuttura del terreno ci sono concetti base poi bisogna declinarli al propio terreno, alla rotazione attuata e in aziende non zootecniche cercare sempre di immettere sostanza organica in qualche modo.

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Grazie Luigite per intervento che aiuta il percorso che stiamo iniziando dopo una tradizione locale che spinge opposto:

 

la nostra è zona vocata a Ciliegio su appezzamenti piccoli terreno golenale sabbioso,

da un secolo circa si reimpianta giocoforza anche in modalità ristoppio senza particolari lavorazioni preimpianto e

generalmente mantenuto prativo, irrigazione perlopiù a scorrimento.

solo da un decennio qualcuno ha iniziato a dare di interfilare (dischi) già da prima foglia con buoni risultati e fra lo stupore di tanti,

in quanto apparato radicale tenderebbe a rimanere superficiale.

evidentemente tagliare le prime radici prossime al colletto ha indotto a svilupparne di sottostanti.

 

Noi come azienda è da poco che su tale coltura e nuovi impianti si è iniziato a procedere come sopra(sul kaki invece da almeno 20 anni),

con discreto risultato, tuttavia abbiamo notato un diverso accresimento delle piante in base al loro collocamento rispetto a leggera pendenza necessaria a irrigazione a scorrimento e necessario rialzo finale ad impedire che non si formi il "carico" necessario a impedire

scolo diretto nel fosso di fondo che renderebbe parziale irrigazione...... in pratica si allaga tutto.

evidente che tale pratica unita al calpestio sulla fila dei vari trattori impiegati per manutenzione frutteto porta a compattazione ed asfissia

di un terreno pur a base sabbiosa.

 

nella stagione autunno vernina primaverile il problema non si pone in quanto si provvede ad aprire i numerosi scoli di fine campo.

 

per tale motivoper cercare di rendere omogeneo con mio fratello si è pensato nei nuovi filari di mettere impianto irrigazione a goccia(spruzzo),

e di mantenere lavorata interfilare con dischi più ripuntatore lungo la fila diminuendo larghezza lavorazione man mano che radici avanzano

verso centrofila, inoltre di dotarsi di mezzo cingolato per limitare al massimo il calpestio del lavorato per poi utilizzarlo

anche per i trattamenti quando si è costretti a intervenire su terreno bagnato anche dove vi sono piante adulte contornate da prato.

Di sicuro i vicini grideranno allo scandalo(pensando alle capezzagne devastate ):2funny:

 

il tutto per cercare di dare quel respiro di cui scrivi cercando di rispettare al massimo struttura sulla quale fino a fine anni 60 gli avi andavano a piedi col biroccio al traino

Modificato da gallogeorge
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La struttura è la disposizione nello spazio delle particelle che compongono il terreno. Allo stesso tempo anche in ogni terreno cambiano le particelle che lo compongono quindi sabbia, argiilla e limo. Quindi idealmente si può partire da un terreno 100% sabbia a varie miscele delle tre componenti esempio medio-impasto fino a terreni dove è prevalente una componente es.terreni argillosi. La struttura quindi viene dopo la granulometria, ed è come nel tempo si vanno ad aggregare queste particelle grazie all'azione di svariati fattori (sostanza organica, microrganismi, fauna del terreno, alternanza asciutto/bagnato, gelo/disgelo, e non meno azioni dell'uomo sul terreno). A livello agricolo il concetto fondamentale è che le radici delle piante che noi coltiviamo hanno bisogno anche loro di "respirare" ossia di ossigeno a livello del terreno e quindi aria a livello radicale. Il compattamento è il fenomeno inverso negativo che va combattuto. La creazione di una buona struttura è un impegno costante dell'agricoltore per mettere le piante in una condizione ottimale per produrre. La stuttura ottimale a cui si cerca di arrivare è la cosidetta "glomerulare". E quando un terreno si destruttura? Il terreno si destruttura quando ad esempio si passa con il terreno bagnato, quando si fanno le lavorazioni non in tempera, quando perde via via sostanza organica etc. Lasciarlo a riposo in inverno senza lavorarlo o lavorarlo prima dell'inverno? bisogna valutare vantaggi/svantaggi. Non lavoralo significa che il gelo/disgelo lo farà lievitare meno rispetto a un terreno lavorato, si svilupperano delle erbe spontanee che anche per un breve periodo aggiranno da incremento della sostanza organica e non faranno lisciviare azoto e altri nutrienti dalla pioggia. Lavorandolo si avranno invece meno difficoltà poi a preparare il letto di semina in primavera ma si perdo gli altri benefici. Chiaramente sarà più dannosa una lavorazione fuori tempera fatta poco prima della semina che una fatta a grande distanza dove gli agenti atmosferici possono rimediare im qualche modo al pasticcio. Quindi per la stuttura del terreno ci sono concetti base poi bisogna declinarli al propio terreno, alla rotazione attuata e in aziende non zootecniche cercare sempre di immettere sostanza organica in qualche modo.
Grazie per la spiegazione, scusa ma mi ero perso la risposta. Il discorso è che noi siamo abituati a lavorare la terra prima della semina, cosa che altri invece evitano in modo categorico. Ovviamente ogni terreno permette cose diverse, ma non mi spiegavo cm uno avesse beneficio lavorandolo mentre l'altro no.

 

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Grazie per la spiegazione, scusa ma mi ero perso la risposta. Il discorso è che noi siamo abituati a lavorare la terra prima della semina, cosa che altri invece evitano in modo categorico. Ovviamente ogni terreno permette cose diverse, ma non mi spiegavo cm uno avesse beneficio lavorandolo mentre l'altro no.

 

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Noi lavoravamo come te. Aratura tardo autunnale, passaggio di chisel rossetto in dicembre-febbraio, rotante o vibro in marzo, semina subito dopo.

 

Poi, su consiglio di un noto forummista pisano e per curiosità dopo alcune osservazioni nei terreni più pesanti, ho convinto il papi a lasciarmi arare appena dopo la raccolta e successivamente ( da ottobre a dicembre, di notte, col ghiaccio) passata di rotante.

 

Non tornerei mai indietro per i seguenti motivi:

- il terreno ha il tempo di essere consolidato e strutturato dagli agenti atmosferici (pioggia e gelo);

- non compatti un terreno già strutturatosi durante l'inverno, entrandoci in primavera, magari con un trattore pesante e terreno semi umido

- emergenza ottimale delle colture grazie all'accumulo di umidità nei primi cm di terreno

- gestione delle lavorazioni in tempi diversi, quindi in primavera il trattore grosso rimane fermo e si deve solo seminare.

 

P.s. terreni dal franco al franco argilloso (fonte: analisi Pioneer arrivate 3 ore fa)

 

p.p.s. avendo letto il messaggio di Fabio posso dire che, a casa mia, per ora son sempre riuscito ad evitare l'uso del glifosate in preemergenza su mais (però ariamo, quindi resettiamo la copertura) mentre lo uso insieme ad un pre nella soia.

Modificato da Gibo93
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Anche noi facevamo come Gibo (del resto, era la tecnica-prassi della zona dato che abitiamo a pochissimi km di distanza). Da quando abbiamo adottato la semina su crosta, i vantaggi sono quelli descritti dai messaggi precedenti e mai ritornerò indietro (forse solo nel caso togliessero il glifosate, allora lì un colpo veloce di vibro a primavera serve).

Facciamo così dal 2013 e da allora abbiamo avuto solo che benefici. Sto aspettando le analisi (dovrebbero arrivare a giorni dato dato che a Gibo sono appena arrivate :fiufiu:) per sapere esattamente le tessiture dei vari appezzamenti.

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Grazie Luigite per intervento che aiuta il percorso che stiamo iniziando dopo una tradizione locale che spinge opposto:

 

la nostra è zona vocata a Ciliegio su appezzamenti piccoli terreno golenale sabbioso,

da un secolo circa si reimpianta giocoforza anche in modalità ristoppio senza particolari lavorazioni preimpianto e

generalmente mantenuto prativo, irrigazione perlopiù a scorrimento.

solo da un decennio qualcuno ha iniziato a dare di interfilare (dischi) già da prima foglia con buoni risultati e fra lo stupore di tanti,

in quanto apparato radicale tenderebbe a rimanere superficiale.

evidentemente tagliare le prime radici prossime al colletto ha indotto a svilupparne di sottostanti.

 

Noi come azienda è da poco che su tale coltura e nuovi impianti si è iniziato a procedere come sopra(sul kaki invece da almeno 20 anni),

con discreto risultato, tuttavia abbiamo notato un diverso accresimento delle piante in base al loro collocamento rispetto a leggera pendenza necessaria a irrigazione a scorrimento e necessario rialzo finale ad impedire che non si formi il "carico" necessario a impedire

scolo diretto nel fosso di fondo che renderebbe parziale irrigazione...... in pratica si allaga tutto.

evidente che tale pratica unita al calpestio sulla fila dei vari trattori impiegati per manutenzione frutteto porta a compattazione ed asfissia

di un terreno pur a base sabbiosa.

 

nella stagione autunno vernina primaverile il problema non si pone in quanto si provvede ad aprire i numerosi scoli di fine campo.

 

per tale motivoper cercare di rendere omogeneo con mio fratello si è pensato nei nuovi filari di mettere impianto irrigazione a goccia(spruzzo),

e di mantenere lavorata interfilare con dischi più ripuntatore lungo la fila diminuendo larghezza lavorazione man mano che radici avanzano

verso centrofila, inoltre di dotarsi di mezzo cingolato per limitare al massimo il calpestio del lavorato per poi utilizzarlo

anche per i trattamenti quando si è costretti a intervenire su terreno bagnato anche dove vi sono piante adulte contornate da prato.

Di sicuro i vicini grideranno allo scandalo(pensando alle capezzagne devastate ):2funny:

 

il tutto per cercare di dare quel respiro di cui scrivi cercando di rispettare al massimo struttura sulla quale fino a fine anni 60 gli avi andavano a piedi col biroccio al traino

Solo chi ha terreni leggeri può capire, Voi a Vignola continuate con l'irrigazione a scorrimento? Un discorso che non fa una piega salvo che chi può in pianura non tocca più l'interfila. A Nord di casa mia ormai il cigliegio e la vite sono un ricordo anche se si lotta ancora per reintrodurlo dato che la zootecnia è al tramonto.

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Anche noi facevamo come Gibo (del resto, era la tecnica-prassi della zona dato che abitiamo a pochissimi km di distanza). Da quando abbiamo adottato la semina su crosta, i vantaggi sono quelli descritti dai messaggi precedenti e mai ritornerò indietro (forse solo nel caso togliessero il glifosate, allora lì un colpo veloce di vibro a primavera serve).

Facciamo così dal 2013 e da allora abbiamo avuto solo che benefici. Sto aspettando le analisi (dovrebbero arrivare a giorni dato dato che a Gibo sono appena arrivate :fiufiu:) per sapere esattamente le tessiture dei vari appezzamenti.

Vorrei provare anche io il sistema, ma non mi è ancora chiaro come fate con le infestanti presenti alla semina. Prima date il glifo e poi seminate o prima seminate e date il glifo con il preemergenza? In caso di pioggia battente all' emergenza del mais non c' è il rischio che venga seccato dal glifosate? A un conoscente che aveva trapiantato pomodori da industria era successo.

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Vorrei provare anche io il sistema, ma non mi è ancora chiaro come fate con le infestanti presenti alla semina. Prima date il glifo e poi seminate o prima seminate e date il glifo con il preemergenza? In caso di pioggia battente all' emergenza del mais non c' è il rischio che venga seccato dal glifosate? A un conoscente che aveva trapiantato pomodori da industria era successo.

 

Semina poi, il giorno dopo (o comunque entro massimo 3-4 giorni), glifosate insieme al pre emergenza. Mai avuti problemi di questo tipo.

Comunque Gian, io liquame e letame lo interro su tutta la terra che va a mais. Logicamente si deve interrare tutto entro l'inverno, solitamente io lavoro entro il mese di ottobre.

Poi tengo un pezzo di terra libero per spandere il letame a primavera (massimo 2 Ha) e se fa un febbraio con un paio di brine (meglio ancora neve), hai quasi lo stesso risultato della preparazione autunnale, se si riesce ad entrare ai primi di febbraio.

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Semina poi, il giorno dopo (o comunque entro massimo 3-4 giorni), glifosate insieme al pre emergenza. Mai avuti problemi di questo tipo.

Comunque Gian, io liquame e letame lo interro su tutta la terra che va a mais. Logicamente si deve interrare tutto entro l'inverno, solitamente io lavoro entro il mese di ottobre.

Poi tengo un pezzo di terra libero per spandere il letame a primavera (massimo 2 Ha) e se fa un febbraio con un paio di brine (meglio ancora neve), hai quasi lo stesso risultato della preparazione autunnale, se si riesce ad entrare ai primi di febbraio.

 

mi interessa sempre più questo metodo e i vantaggi citati da Gibo sono notevoli... io ho terre sciolte (arano con 180cv e quadrivomere), terreno medio impasto che comunque sopporta anche irrigazioni a scorrimenti ogni 15/20 giorni in estate... sarebbe applicabile? il concime in pre semina lo si potrebbe apportare prima dell'ultimo passaggio di vibro in primavera?

 

Fabio: a che dose il glifo in pre?

 

Gibo: intendi il chisel rossetto ad ancore? Prima della semina sarebbe possibile usare un vibro leggero (5/8cm max)?

 

Grazie

Modificato da Gi@como
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mi interessa sempre più questo metodo e i vantaggi citati da Gibo sono notevoli... io ho terre sciolte (arano con 180cv e quadrivomere), terreno medio impasto che comunque sopporta anche irrigazioni a scorrimenti ogni 15/20 giorni in estate... sarebbe applicabile? il concime in pre semina lo si potrebbe apportare prima dell'ultimo passaggio di vibro in primavera?

 

Fabio: a che dose il glifo in pre?

 

Gibo: intendi il chisel rossetto ad ancore? Prima della semina sarebbe possibile usare un vibro leggero (5/8cm max)?

 

Grazie

Glifo insieme al pre non lo uso tutti gli anni, dipende da quanto caldo c'è in inverno e quando preparo col rotante il terreno (annata 2018: il 1 novembre 2017 avevo già finito col rotante e alla semina c'era un bel prato, mi pare attorno ai 4-5 l/Ha; annata 2015: avevo finito col rotante il 24 dicembre 2014 e ho seminato ai primi di aprile 2015 senza glifo perché era bello pulito).

Io concime pre semina non ne do (liquame sempre e letame in rotazione, penso siano già sufficienti), però in zona danno il 18-46 alla semina. Potassio non ne diamo perché ne abbiamo da vendere.

Di solito come la prepari la terra adesso? Aratura ed erpicatura in primavera?

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mi interessa sempre più questo metodo e i vantaggi citati da Gibo sono notevoli... io ho terre sciolte (arano con 180cv e quadrivomere), terreno medio impasto che comunque sopporta anche irrigazioni a scorrimenti ogni 15/20 giorni in estate... sarebbe applicabile? il concime in pre semina lo si potrebbe apportare prima dell'ultimo passaggio di vibro in primavera?

 

Fabio: a che dose il glifo in pre?

 

Gibo: intendi il chisel rossetto ad ancore? Prima della semina sarebbe possibile usare un vibro leggero (5/8cm max)?

 

Grazie

 

Io sono nella tua situazione, ma temo che preparare la terra in inverno e non toccarla in primavera (infestanti a parte) farebbe un crostone troppo grosso. Ma anch'io sono tentato di provare...

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Argomento già trattato anni fa qui:

 

http://www.tractorum.it/forum/showthread.php?t=7122

 

Dove vi invito a pubblicare le vostre analisi chimico-fisiche del terreno.

 

Per chi ha terreni medio-impasto o anche sciolti la preparazione anticipata da comunque vantaggi (meno tangibili rispetto ai pesanti) ma provate come hanno fatto gibo o fabio su mio consiglio e vedrete che non tornerete più indietro.

 

Se non altro per il gasolio risparmiato che si ha facendo preparazione anticipata, infatti se si passa rotante presto non serve andare a 2 kmh per fare farina, ma basta fare un terreno piano e anche se non è farina meglio, tanto ci pensa l'acqua, il ghiaccio ecc a raffinarla e quando arrivi a primavera è cenere e si semina senza problemi con emergenza perfetta.

 

Ad esempio Tonytorri o Agrario che hanno terreni più pesanti di Gibo o Fabio, loro addirittura passano rotante fine settembre-primi ottobre e poi entrano con la seminatrice e basta a primavera, più è pesante la terra e prima va preparata.

 

Purtroppo in troppe zone d'Italia inspiegabilmente non si fa questa tecnica, con la maniacale convinzione che se la terra la "tiri" presto poi non si asciuga più, fa crostone ecc ecc. questa cosa può essere vera su terreni con tantissimo limo e poca argilla, ma allora in questi terreni invece del rotante d'inverno basta passare un vibro, e poi ripassare sempre il vibro (ma non rotante) a primavera con indubbi vantaggi lo stesso sia di compattamento che di carburante.

 

Detto questo leggete il triangolo no e di tutte queste cose ne avevamo già discusso svariati anni fa.

Modificato da DjRudy
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Argomento già trattato anni fa qui:

 

http://www.tractorum.it/forum/showthread.php?t=7122

 

Dove vi invito a pubblicare le vostre analisi chimico-fisiche del terreno.

 

Per chi ha terreni medio-impasto o anche sciolti la preparazione anticipata da comunque vantaggi (meno tangibili rispetto ai pesanti) ma provate come hanno fatto gibo o fabio su mio consiglio e vedrete che non tornerete più indietro.

 

Se non altro per il gasolio risparmiato che si ha facendo preparazione anticipata, infatti se si passa rotante presto non serve andare a 2 kmh per fare farina, ma basta fare un terreno piano e anche se non è farina meglio, tanto ci pensa l'acqua, il ghiaccio ecc a raffinarla e quando arrivi a primavera è cenere e si semina senza problemi con emergenza perfetta.

 

Ad esempio Tonytorri o Agrario che hanno terreni più pesanti di Gibo o Fabio, loro addirittura passano rotante fine settembre-primi ottobre e poi entrano con la seminatrice e basta a primavera, più è pesante la terra e prima va preparata.

 

Purtroppo in troppe zone d'Italia inspiegabilmente non si fa questa tecnica, con la maniacale convinzione che se la terra la "tiri" presto poi non si asciuga più, fa crostone ecc ecc. questa cosa può essere vera su terreni con tantissimo limo e poca argilla, ma allora in questi terreni invece del rotante d'inverno basta passare un vibro, e poi ripassare sempre il vibro (ma non rotante) a primavera con indubbi vantaggi lo stesso sia di compattamento che di carburante.

 

Detto questo leggete il triangolo no e di tutte queste cose ne avevamo già discusso svariati anni fa.

Pensa che un mio vicino da quest'anno ha elaborato la teoria secondo cui il terreno va arato in primavera, subito prima della semina, perché così si "ossigena".

 

Vedremo se ripeterà nel 2020, ma sicuramente si troverà tutta la terra da arare, erpicare e seminare nell stesso momento, essendo da solo in azienda.

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Pensa che un mio vicino da quest'anno ha elaborato la teoria secondo cui il terreno va arato in primavera, subito prima della semina, perché così si "ossigena".

 

Vedremo se ripeterà nel 2020, ma sicuramente si troverà tutta la terra da arare, erpicare e seminare nell stesso momento, essendo da solo in azienda.

 

A Lodi, o in Valle Lomellina si può anche fare, non certo da te. Contento lui....

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Concordo. Se poi arriva la primavera con vento e sole, ara e si trova i mattoni da affinare col rotante.

 

Situazione che mi è successa nel 2014: inverno estremamente piovoso, quando ha smesso a fine febbraio, ho vuotato le vasche del liquame e arato ai primi di marzo (con terreno bagnato, ma dovevo farlo), poi non è più piovuto per un mese. Passato il rotante tre volte, terreno rimasto enorme.

Mais germinato in 4 volte e al 70% in totale, produzione anche accettabile ma inferiore all'appezzamento a fianco erpicato ai primi di dicembre.

Da quell'anno, cerco di tenerne il meno possibile di terreno da preparare in primavera.

Così come l'anno scorso, chi come me aveva già i terreni pronti, il mais l'ha seminato verso il 26 marzo. Chi doveva ancora prepararla, è andato ai primi di aprile. Chi doveva, invece, far tutto, ha seminato a metà aprile.

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Semina poi, il giorno dopo (o comunque entro massimo 3-4 giorni), glifosate insieme al pre emergenza. Mai avuti problemi di questo tipo.

Comunque Gian, io liquame e letame lo interro su tutta la terra che va a mais. Logicamente si deve interrare tutto entro l'inverno, solitamente io lavoro entro il mese di ottobre.

Poi tengo un pezzo di terra libero per spandere il letame a primavera (massimo 2 Ha) e se fa un febbraio con un paio di brine (meglio ancora neve), hai quasi lo stesso risultato della preparazione autunnale, se si riesce ad entrare ai primi di febbraio.

Scusa, ma che senso ha fare il gliphosate se non ci sono infestanti.il gliphosate é ad azione fogliare.sbaglio?

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Pensa che un mio vicino da quest'anno ha elaborato la teoria secondo cui il terreno va arato in primavera, subito prima della semina, perché così si "ossigena".

 

Vedremo se ripeterà nel 2020, ma sicuramente si troverà tutta la terra da arare, erpicare e seminare nell stesso momento, essendo da solo in azienda.

Dove lavoravo prima facevamo così...ma non per scelta...avendo smaltimento pollina e liquame suino non puoi pensare di avere la terra arata ad ottobre...quando avevi finito per il frumento ecco la direttiva nitrati ed eri fermo...magari con un inverno bello asciutto

Cmq a primavera basta essere organizzati...eravamo in tre...chi arava è dopo un giorno chi tirava col rotante e dietro la monosem..sul giornale Pioneer delle prove mais c'eravamo spesso..

La mia invece la aro sempre presto per fargli prendere il gelo...ma il rotante sempre a marzo...

 

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Dove vi invito a pubblicare le vostre analisi chimico-fisiche del terreno.

 

Per chi ha terreni medio-impasto o anche sciolti la preparazione anticipata da comunque vantaggi (meno tangibili rispetto ai pesanti) ma provate come hanno fatto gibo o fabio su mio consiglio e vedrete che non tornerete più indietro.

 

Se non altro per il gasolio risparmiato che si ha facendo preparazione anticipata, infatti se si passa rotante presto non serve andare a 2 kmh per fare farina, ma basta fare un terreno piano e anche se non è farina meglio, tanto ci pensa l'acqua, il ghiaccio ecc a raffinarla e quando arrivi a primavera è cenere e si semina senza problemi con emergenza perfetta.

 

Ad esempio Tonytorri o Agrario che hanno terreni più pesanti di Gibo o Fabio, loro addirittura passano rotante fine settembre-primi ottobre e poi entrano con la seminatrice e basta a primavera, più è pesante la terra e prima va preparata.

 

Purtroppo in troppe zone d'Italia inspiegabilmente non si fa questa tecnica, con la maniacale convinzione che se la terra la "tiri" presto poi non si asciuga più, fa crostone ecc ecc. questa cosa può essere vera su terreni con tantissimo limo e poca argilla, ma allora in questi terreni invece del rotante d'inverno basta passare un vibro, e poi ripassare sempre il vibro (ma non rotante) a primavera con indubbi vantaggi lo stesso sia di compattamento che di carburante.

 

Detto questo leggete il triangolo no e di tutte queste cose ne avevamo già discusso svariati anni fa.

 

 

Dal Vangelo secondo Dj

inchinatevi ed adorate

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Dal Vangelo secondo Dj

inchinatevi ed adorate

 

Molto interessante. Il concetto si basa su come la tessitura va influenzare la struttura del terreno, e quindi migliorando le tecniche di preparazione del letto di semina si può avere un miglior risultato tecnico risparmiando gasolio. Penso che il fatto di non "tirarla" presto ma di lasciare gli "zolloni" per mesi e mesi sia da collocare agli inizi dello sviluppo della meccanizzazione agricola in Italia quando cominciarono a diventare ordinarie le lavorazioni profonde del terreno e non le si sapeva gestirle.

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Comunque Gian, io liquame e letame lo interro su tutta la terra che va a mais. Logicamente si deve interrare tutto entro l'inverno, solitamente io lavoro entro il mese di ottobre.

Poi tengo un pezzo di terra libero per spandere il letame a primavera (massimo 2 Ha) e se fa un febbraio con un paio di brine (meglio ancora neve), hai quasi lo stesso risultato della preparazione autunnale, se si riesce ad entrare ai primi di febbraio.

 

Interrando liquame con un anticipo così largo rispetto alla semina non c'è il problema che gli elementi nutritivi vadano dispersi?

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Interrando liquame con un anticipo così largo rispetto alla semina non c'è il problema che gli elementi nutritivi vadano dispersi?

 

Beh alla fine l'unico elemento che può essere lisciviato è l'azoto, però diciamo che rimane tutto l'organico e un po' di ammoniacale. Io per fortuna ho vasconi con capienza attorno all'anno quindi volendo potrei vuotare una volta all'anno. Il problema ce l'ho sul letame, che più di 4 mesi non riesco a fare.

Però, in termini di struttura del suolo, la preparazione anticipata ha molti più benefici rispetto ad una preparazione primaverile, almeno qua nei miei terreni.

Anche chi ha tanto liquame che prepara tanto terreno in primavera, c'è una notevole differenza in termini produttivi rispetto a quelli preparati in autunno.

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