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Il 1968 è l'anno del debutto sul mercato di quella che, con buona probabilità, sarà la serie FIAT Trattori più famosa a livello mondiale, e con la quale sono stati raggiunti numeri produttivi fino ad allora sconosciuti ad un Costruttore italiano. Stiamo parlando della serie di trattori che Fiat ha battezzato con il nome NASTRO D'ORO.

 

Basti pensare che la stessa Fiat, dopo il lancio e il successivo consolidamento della serie NASTRO ORO, produrrà oltre 85.000 trattori, complessivamente negli stabilimenti italiani e esteri, nel corso dell'anno 1973, quando nel 1968 ne produsse circa 53.000.

 

Come detto, il 1968 è l'anno del lancio sul mercato.

Fiat fino ad allora, proponeva per i trattori gommati la (anch'essa celebre) serie "DIAMANTE". Macchine oneste e solide, e che hanno fatto certamente "epoca". Ma che non erano più all'altezza delle esigenze di quegli anni. I "concorrenti" italiani, infatti, vivevano anni di particolare "fervore", con modelli e gamme nuovi e soluzioni decisamente all'avanguardia (per l'epoca). Basti, a titolo di esempio, menzionare la Same con il suo Centauro, macchina capace di introdurre da sola parecchie novità per l'epoca, e per la quale Fiat non aveva un concorrente "diretto".

Sulle altissime (per l'epoca) potenze poi, Fiat proponeva ai suoi clienti ancora il celebre e lodato Fiat 80R, un mostro "tira-aratri" che però difettava di un ormai vetusta tecnologia (il progetto era degli anni 50) e deficitava di soluzioni e accessori che oramai venivano considerati assolutamente d'obbligo (vedasi, per esempio sollevatore e doppia trazione, mai forniti di serie da Fiat. Nel caso del primo la Federconsorzi ricorreva alla Erpoz in "aftermarket", nel caso della DT, vi sono notizie di alcuni esemplari 80R modificati da Selene).

 

LA prima serie di NASTRO ORO arriverà, come detto, nel mercato agli inizi del 1968. La vetrina internazionale nella quale esibire i nuovi gioielli per l'agricoltura sarà la 70esima edizione della Fiera di Verona. All'epoca ancora una delle fiere di settore più importanti d'Europa.

Nello stesso periodo, Fiat Trattori fu co-protagonista di un importante iniziativa a Roma: la consegna di 10 esemplari (sia cingoli sia ruote) della nuovissima Nastro ORO ad altrettanti giovani agricoltori, con la partecipazione e il contributo dell'allora Ministro dell'Agricoltura. Con l'occasione Fiat presentò le macchine anche a circa 1500 agricoltori arrivati a Roma (presso il palazzo dei congressi dell'Eur) per assistere all'evento.

 

I modelli inizialmente proposti, erano 8 in totale: 4 a ruote e 4 a cingoli. Con 23 versioni speciali (compatto, montagna etc)

 

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Fig 1 immagine del debutto della serie Nastro Oro (cortesia Junker)

 

 

 

IN QUESTO ARGOMENTO, CI OCCUPEREMO DELLA STORIA E DELLE EVOLUZIONI DEI MODELLI A RUOTE, RIMANDANDO LA TRATTAZIONE DEI MODELLI A CINGOLI IN UN ALTRO ARGOMENTO A LORO DEDICATO, ECCOLO http://www.tractorum.it/forum/storia-macchine-agricole-f28/cingolati-nastro-oro-731/

 

 

Ecco, dunque, i modelli gommati presentati:

  • fiat 250
  • fiat 450
  • fiat 550
  • OM 650

 

Le principali caratteristiche che costituivano novità erano l'adozione di motori FIAT-IVECO ad iniezione diretta, tranne per il modello 650 che montava motore di derivazione OM (difatti era venduto con tale marchio), una nuova linea con un posto di guida rispondente agli standard di confort (per l'epoca), possibilità di caratterizzare le macchine con vari accessori e versioni speciali.

Finalmente anche Fiat decide di spingere "energicamente" sulla DOPPIA TRAZIONE, peraltro all'epoca proprio il 550 fu il precursore in questo senso.

Le trasmissioni comunque rimanevano del tipo classico, con cambio a due gamme, riduttori posteriori di tipo a chitarra, doppia frizione con comando a pedale (tranne 250).

 

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Fig 2 spaccato di un trattore Fiat modello 450

 

Sempre nel 1968, a maggio, FIAT partecipa ai CAMPIONATI MONDIALI DI MOTOARATURA che si tenevano in Rhodesia (attuale Zimbabwe), con 4 trattori gommati. A vincere sarà un olandese proprio a "cavallo" di un nuovissimo e fiammante Fiat 550.

Certamente questa fu una vetrina di "pregio" per la nuova fiammante serie Fiat.

 

Di sicuro, comunque, gli stabilimenti di Modena non si adagiarono sugli allori. Mentre i dirigenti Fiat e la rete di vendita della Federconsorzi presentavano al pubblico i menzionati modelli, ingegneri e maestranze erano al lavoro su altri modelli, alcuni molto ambiziosi.

 

 

 

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fig 3 modello 450 su pista presso lo stabilimento Fiat Trattori di Modena, filoguidato per testarne la resistenza con dure prove di affaticamento meccanico

 

 

 

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fig 4 uno scorcio della linea di produzione della serie Nastro Oro

 

 

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fig 5 veduta dell'organizzazione assistenziale, con officina e meccanici al lavoro sui mezzi Nastro Oro

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Come dicevamo, la Fiat non ha perso tempo, e dopo la presentazione dei modelli già menzionati, ne ha presentati altri.

Già sempre nel 1968, ci furono alcune novità. La più interessante a livello tecnico e quella che avrà anche un riscontro fondamentale per Fiat si chiama OM 850.

Questo il nome del nuovo trattore Nastro Oro. Non si tratta di un rimaneggiamento di parti e progetti precedenti, ma di una macchina interamente nuova. In tutta la sua catena cinematica.

 

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Fig 6 dati salienti dell'850 in versione 2R e DT, prima serie

 

Ecco le principali novità introdotte con l'850:

-Nuovo motore OM Co3 strettamente derivato da quello del modello 650 (ma con un cilindro in più) e con masse equilibratrici.

-Nuova trasmissione, con cambio a marce sincronizzate su 3 gamme piu retromarcia. Nuovi comandi del cambio al volante (questa soluzione verrà utilizzata in casa Fiat con gran successo per 25 anni).Nuova trasmissione finale con riduttori epicicloidali

-Nuova presa di forza, con comando frizione totalmente indipendente dal pedale della frizione di avanzamento.

-Nuovo sollevatore posteriore con barre di torsione sui bracci inferiori, e possibilità di montare fino a tre distributori idraulici originali.

-Nuova doppia trazione anteriore, con riduttori finali ad epicicloidale.

-possibilità di avere il servosterzo in opzional.

 

Questa macchina sarà destinata ad essere un vero successo commerciale, ma ancora di più sarà destinata ad essere la "madre" di tutte le macchine di alta potenza Fiat gommate degli anni a venire.

Possiamo dire che l'850 nacque come macchina di alta potenza per lavori pesanti in campo aperto (in casa Fiat, prima tale ruolo era espletato dal Fiat 80R oppure dai grandi cingolati che tanto successo ebbero nel nostro paese).

Assieme all'850 vedranno la luce altri modelli, vedi il 750 (presentato circa lo stesso periodo), altro modello di gran successo commerciale.

 

 

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Fig 7 Interni del trattore OM 850, dotato di cabina originale (riservata ad alcuni mercati). Sono visibili le celebri leve del cambio sotto al volante

 

MOTORI

Vanno fatte a questo punto delle brevi considerazioni sui motori utilizzati nel 1968 e nell'immediati anni a seguire:

Come gia detto in precedenza, nei modelli dell'esordio vennero impiegati i primi Fiat-Iveco serie 8000. Possiamo citare a tal proposito il 250 (bicilindrico) e il 450 (tricilindrico). Per il modello 550 invece, venne impiegato il motore Fiat serie 800 (praticamente facente parte della gamma madre dei debuttanti 8000) a 4 cilindri. La cosa che li accomuna tutti, è la canna unificata con misure 95X110.

Verso le alte potenze, invece, vennero impiegati motori originali Om. Il 650 montava il motore Om Cn3 a tre cilindri (breve osservazione: il modello 650 era equipaggiato appunto con un propulsore con un cilindro in meno rispetto il modello di trattore piu piccolo, il 550, che era dotato infatti del Fiat 854 a 4 cilindri. Cosa che in genere fino a pochissimi anni fa non succedeva mai, almeno per cio' che concerne i Costruttori Italiani, che di solito preferivano impiegare motori con frazionamento ben definito in base alle potenze applicate).

L'850 e il 750 ebbero anch'essi il motore OM, questa volta a 4 cilindri. La sigla è simile per entrambi (Co3) , ma le caratteristiche dei propulsori in realtà erano diverse, a partire dalle misure della canna: nell' 850 le misure sono 110X130 (4942cm3), nel 750 vi è istallato il propulsore con le misure 110X120 (4562cm3). Va ricordato inoltre, come già detto, che il modello 850 aveva anche il dispositivo di masse equilibratrici, che data al motore un funzionamento molto più "regolare".

 

CAMBI e STRUTTURA

A riguardo delle trasmissioni e della disposizione meccanica in generale, per cio' che concerne i gommati, il 250 si rifaceva a quella macchina che a partire dalla seconda metà degli anni 50 motorizzò praticamente le aziende agricole italiane e che era chiamata "la piccola" (ufficilmente solo la 18, ma spesso vengono così definiti anche i successivi 211 e 215), il 450 era dotato di una classica trasmissione a 3 marce con due gamme ad unica leva, il 550 invece era dotato di una nuova trasmissione a 4 marce sempre con due gamme; per i modelli 650 e 750 si utilizzò la trasmissione derivata da precedenti impieghi su macchine OM, ossia 512 513 e 615, sempre con tre marce e due gamme, piu la settima marcia indipendente dal riduttore. La frizione era bidisco per tutti (escluso 250 che era dotato di monodisco) con comando a pedale per entrambe le frizioni (quindi solito sistema di pedale con corsa a due stadi).

Per l'850 invece, come detto, si trattava di una nuova trasmissione in tutto e per tutto, compreso anche il tipo di riduzione finale, ad epicicloidali anzichè con cascata su chitarre (come era invece in "voga" in quel periodo). La frizione pto era gestita da una leva dedicata, riportata sulla calandra sotto il cruscotto. Quindi le due frizioni erano gestibili separatamente, ovvero la pto poteva essere innestata con trattore in movimento.Grande innovazione per l'epoca.

 

SOLLEVATORE

Tutti i trattori montano, ad eccezione del modello 850, il sollevatore denominato "controlmatic", con rilievo dello sforzo al terzo punto. Era possibile integrare tale sollevatore con un distributore idraulico.

Il trattore 850 come detto, era invece dotato del nuovo sollevatore con rilievo dello sforzo ai bracci inferiori tramite barre di torsione. Era possibile montare fino a tre distributori.

 

DOPPIA TRAZIONE

Era del tipo ad albero e differenziale decentrato, senza riduzione finale ad eccezione del modello 850 che era dotato di riduttori finali di tipo epicicloidale.

 

ESTETICA E CARROZZERIA

Per tutti, carrozzeria arancio "Fiat" e meccanica blu. Fino al 650 si adottano dei semiparafanghi (visibili in figg 1 e 2), mentre per i 750 e 850 sono adottati dei parafanghi che coprono totalmente le ruote posteriori, molto tondeggianti, e che hanno integrato il seggiolino passeggero (fig 6).

 

 

 

 

A questo punto, riteniamo utile fare un elenco macchine presenti alla fine del 1968 e nell'immediato a seguire (primi del 1969), riportando anche i modelli aggiunti dopo i trattori del debutto della serie:

 

  • 250 fiat
  • 400 fiat
  • 450 fiat
  • 500 fiat
  • 550 fiat
  • 650 OM
  • 750 OM
  • 850 OM
  • 900 fiat

 

Il 400 monta sempre il 3 cilindri con canna unificata utilizzato anche nel modello 450, ma a differenza di quest'ultimo ha tutta la trasmissione diversa, inoltre la dotazione è molto più "spartana" , mentre il 900 sarà il primo 6 cilindri gommato Fiat. Si tratta di un modello venduto per poco tempo ed in pochissimi esemplari, ma stando alle informazioni in nostro possesso è stato a listino anche nel mercato italiano.

Il motore montato è la versione 856 accreditata di 90cv, stessa famiglia dell'854 istallato sul trattore 550, mentre il resto della meccanica era "mutuata" dal modello 850.

Il 500 monta lo stesso motore del 450 e il cambio del 550.

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Nel 1971, arrivano alcune importanti novità e altri modelli nuovi.

 

La novità piu importante a livello meccanico, è la modifica della canna dei motori Iveco-Fiat, che da 95X110 passa a 100X110.

Crescono pertanto le potenze e, con l'occasione, viene rivista quasi tutta la gamma. Inoltre si estinguono, giocoforza, i precedenti motori della serie 800 (854 e 856, rispettivamente utilizzati su modelli 550 e 900) che verranno rimpiazzati dai nuovi Iveco 8045 e 8065.

 

Per quanto concerne i trattori, finalmente nell'alto di gamma fa la sua comparsa il modello 1000, che va a sostituire il precedente 900. E fu subito un successo.

Il nuovo motore Iveco 8065 a 6 cilindri accreditato di 100cv era particolarmente brillante e conquistò ampi pareri favorevoli nelle grosse aziende agricole e presso gli agromeccanici. Prima macchina gommata Fiat a varcare la soglia dei 100cv.

Il resto della meccanica era strettamente derivata da quella dell'ormai celebre 850.

 

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Fig 8 alto di gamma nel 1971: Om 750, Om 850 e Fiat 1000. Tutti a due ruote motrici

 

Il resto della serie NASTRO ORO viene rivisitata. Sparisce anzitutto il modello 550, ma al contempo appare il modello 600, con motore a 4 cilindri. La trasmissione è la stessa del 550. A differenza di quest'ultimo, però, la doppia trazione riceve finalmente la riduzione finale ad epicicloidali.

Nelle basse potenze, sparisce il 250 e diventa 300 (in virtù del fatto, come detto, che l'alesaggio dei motori lievita di 5mm e di conseguenza anche le potenze crescono). Il resto della meccanica rimane invariato.

Si aggiunge anche il modello 350, sempre bicilindrico come il 300 ma con trasmissione diversa (ma la frizione rimaneva a monodisco).

Il modello 500 adotta anch'egli il motore con la nuova canna da 100mm.

La serie NASTRO ORO si stava, pertanto, via via espandendo e delineando. Pronta per interpretare il ruolo da protagonista nel panorama trattoristico degli anni 70.

 

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Fig 9 sezione motore IVECO 8025 bicilindrico con alesaggio 100 mm utilizzato su trattore 300.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Fig 10 Fiat 1000 estratto da depliant inglese, notare la cabina e i particolari parafanghi (non risulta al momento che tale versione sia stata commercializzata in Italia)

 

 

 

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Fig 11 sezione in spaccato del trattore Fiat 1000, si nota il nuovo motore 8065 a 6 cilindri e via via tutto il resto della meccanica.

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Il 1972 dovrebbe essere l'anno in cui arrivano le prime versioni SPECIAL.

Si trattava di una denominazione commerciale che racchiudeva alcune migliorie alla meccanica di alcuni modelli.

In primis, va citato il comando della frizione presa di forza: nei modelli dotati di comando a pedale (quindi vanno esclusi 850 e 1000) arriva il comando a leva. Inizialmente tale versione Special era riferita ai modelli 650 e 750. Altra modifica sempre di questa variante, sarà la DT con trasmissione centrale e non piu laterale, con anche i riduttori finali. La trasmissione centrale, va precisato, era comunque di tipo classico con giunti cardanici e non del tipo coassiale ancora coperta da brevetto SAME (Fiat la utilizzerà dal 1977 in poi coi modelli 780 e 880).

 

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Fig 12 trattore OM 650 Special, è possibile vedere cerchiato in rosso la leva della frizione pto indipendente dal pedale frizione cambio

 

 

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Figg 13 & 14: spaccati relativi alla frizione PTO, rispettivamente con "frizione indipendente" (comando a pedale) e "frizione totalmente indipendente" (comando a leva per frizione pto)

 

 

Lo stesso anno, vedrà il debutto di nuovi modelli:

Compare per la prima volta il modello "simbolo" di questa serie, il 640. Motore a 4 cilindri con la canna unificata a 100mm, cambio 8 marce ,accompagnato dai modelli 540 e 480. Questi ultimi montano il motore a 3 cilindri (iveco 8035) sempre con canna unificata. Anche per il primo cambio 8 marce, mentre per il secondo cambio a 6.

 

 

Nel frattempo, si estinguono le Doppie trazioni con differenziale e albero laterali, in favore del nuovo ponte anteriore con differenziale centrale e riduzione finale ad epicloidali. Questo per tutti i DT, ad eccezione dei modelli 850 e 1000, che non avranno mai questo tipo di trasmissione anteriore (ma come detto, fin da subito furono dotati di epicicloidali).

 

Per quanto riguarda le frizioni PTO, ci risulta che il 640 sia stato disponibile fin da subito con comando manuale a leva (visibile in fig 5, a DX della targhetta identificativa sotto il cruscotto), mentre gli altri modelli appena presentati erano dotati ancora del classico comando a pedale a doppio stadio.

 

 

 

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Fig 15 esemplare di Fiat 540 DT Special in lavoro su colline senesi. Si tratta della versione dopo 1974, allestita con parafanghi portanti ed arco di protezione a norma di legge.

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Nel 1973 dovrebbe iniziare la produzione del trattore FIAT 450 in Romania su licenza, presso gli stabilimenti UTB. Anche la produzione del motore che equipaggia questo modello (con canna da 95 di alesaggio) viene concessa in licenza alla stessa UTB. Di fatto, questa versione di motore non verrà più costruita in Italia (per quanto concerne gli impieghi agricoli).

Tale modello è stato regolarmente in vendita anche nel nostro Paese, ed era facilmente riconoscibile (oltre alle targhette identificative che menzionavano il paese di produzione) dai parafanghi, totalmente diversi da quelli adottati su macchine di produzione nazionale, che erano nello specifico coprenti integralmente le ruote ( a differenza di quelli adottati nelle macchine prodotte a Modena, detti volgarmente "semiparafanghi"- escluse macchine dal 750 in su).

Va precisato, inoltre, che la produzione FIAT era estesa anche a molti altri paesi. L'argomento verrà affrontato in seguito.

 

Nel frattempo la gamma NASTRO ORO va via via perfezionandosi, aggiungendo nuove versioni ai modelli gia esistenti.

 

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Figg 16 e 17 versioni particolari del modello 540, denominate COMPATTO e VIGNETO. Quest'ultima versione poteva arrivare ad una larghezza minima di 1035 mm. Queste versioni erano disponibili per buona parte dei modelli di "bassa gamma"

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Il 1974 è l'anno di quello che sarà il trattore NASTRO ORO più potente e performante mai costruito: stiamo parlando del modello 1300.

 

Motore originale OM Cp3 6 cilindri da 7400 cm3, con canna 110X130 (quindi comune a quella del motore del modello 850). Cambio e struttura meccanica strettamente derivata dal progetto originario del celebre modello 850, naturalmente con i dovuti ridimensionamenti strutturali e cinematici. Particolare novità molto apprezzata fu l'introduzione della presa di forza a comando idraulico, quindi di fatto sparivano il doppio comando da gestire, ossia comando frizione presa di forza e comando inserimento presa di forza, relegando tali compiti ad un unica, e molto facilmente gestibile, leva.

Altra novità, era la piattaforma integrale adottata. Va infatti detto che finora Fiat aveva costruito trattori con posto di guida direttamente poggiato sulla trasmissione, mentre questo nuovo 1300 introduceva la piattaforma poggiata su appositi supporti in gomma, di fatto isolando il posto di guida da calore e vibrazioni.

 

 

 

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Figg 18 19 e 20 immagini dei primissimi esemplari del trattore 1300 risalenti al 1974, sia normale sia doppia trazione

 

 

Il 1300 era disponibile, anche sul mercato italiano, con cabina originale Siac. Di fatto si trattava di un grande trattore adatto alle realtà agricole più grandi e per gli agromeccanici. Va menzionata la ricerca del confort percorsa da Fiat in questa macchina, appunto adottando cabina, piattaforma, inserimento pto con comando idraulico, idroguida di serie.

La piattaforma, inoltre, era ribaltabile all'indietro per le ordinarie e straordinarie manutenzioni alla trasmissione.

 

 

Sempre in quest'anno,inoltre, in Italia diviene obbligatorio dotate i trattori nuovi di fabbrica di telaio di protezione omologato. Per la serie NASTRO ORO si rende necessaria l'adozione di un nuovo tipo di parafanghi portanti, per poter montare il telaio di protezione, abbandonando del tutto i semiparafanghi finora forniti. Tale nuova dotazione è visibile in fig 11.

 

 

 

 

 

 

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Figg 21 e 22 gamma Nastro Oro, rispettivamente e 2 e a 4 ruote motrici, tratta da documentazione ufficiale Fiat redatta in occasione della Fiera di Verona del 1974

 

 

Nelle figure sopra, 21 e 22, possiamo vedere la gamma Nastro Oro del 1974. Possiamo notare che il modello 450 viene stilizzato con i parafanghi tipici della produzione rumena.

 

Un ultima considerazione riguarda il marchio OM: il modello 1300 non segue più le precedenti "politiche" FIAT; come detto in precedenza i modelli dotati di motore originale OM venivano venduti appunto con tale marchio, mentre il 1300 ebbe sin da subito marchio FIAT. La cosa sarà poi estesa anche agli altri modelli che fino ad allora avevano beneficiato di questo storico e blasonato marchio.

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VERSIONI SPECIAL: come detto tale denominazione fa la sua apparizione sui modd 650 e 750 nel 1972.

Tale allestimento (che ricordiamo, principalmente si riferiva alla frizione pto gestibile tramite leva, innovazione introdotta fin da subito sul modello 850 nel 1968) venne reso disponibile con il tempo anche a buona parte dei modelli dotati di doppia frizione con comando a pedale.

Al momento, non ci è dato sapere se tutte le macchine (come detto, eccezion fatta per il 650 e 750) siano state presentate in versione "special" in contemporanea oppure a "scaglioni", e non ci è dato sapere neppure gli anni precisi. Ma se avremmo notizie in futuro certamente verranno riportate in questo argomento.

Quello che ci è dato sapere è che nella gamma al di sotto del 650 tale variante è stata resa disponibile per un po' tutti i modelli (esclusi il 300 e il 450) e che ha convissuto con la versione "base", quindi era a scelta del cliente.

 

Quindi, i modelli 350, 480, 500, 540 di fatto erano disponibili come "normali" ed anche come "special". Tale variante era identificata con una "S" aggiuntiva sulla targhetta numerica, oppure con adesivo "special" sotto le scritte numeriche.

Un ultima precisazione: il modello 350special in realtà non aveva il comando a leva della frizione pto; detto comando rimaneva il classico a pedale. La denominazione menzionata serviva a distinguerlo dal 350 normale in quanto quest'ultimo era dotato solo di frizione monodisco, mentre lo Special beneficiava di frizione bidisco.

 

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Fig 23 adesivo SPECIAL che identificava tali versioni rispetto alle versioni "normali", nello specifico riferita al modello 500

 

TRASMISSIONI

Gia in precedenza, sono state sinteticamente riportate le tipologie di trasmissione adottate, ma in questo frangente vi furono delle novità, pertanto facciamo un breve riepilogo.

 

-gamma bassa: trasmissione a 6 marce e 2 retromarce, oppure 8 marce e 2 retromarce (introdotto con il 550). Ia prima trasmissione si comandava tramite unica leva, con due settori di ingranamento ben distinti (lente-veloci), mentre la seconda era dotata di due leve, una per le 4 marce e la retro, l'altra per le lente veloci;

 

-650 e 750: trasmissione a 7 marce e 2 retromarce, con due gamme e settima marcia indipendente;

 

-850 1000 e 1300: trasmissione a 12 marce avanti e 4 retromarce, con marce sincronizzate e due leve al volante.

 

Le novità riguardarono alcuni modelli; Per il modello 480, che fino ad allora era rimasto solo con cambio a 6 marce, venne resa disponibile la trasmissione ad 8 marce. Tale modello di trattore è facilmente identificabile in quanto la targhetta identificativa acquisisce appunto l'8 (480/8). La stessa cosa risulta possibile per il modello 450.

Nessuna modifica al cambio dei 350 e 300.

Gli altri modelli (fino al 640) disponevano della terza gamma in opzione; per quanto riguarda questo ultimo punto ci risulta che la cosa fosse possibile per alcuni modelli, fin dal 1969.

 

ESTETICA E CARROZZERIA

Fino a questo punto la tinta di questa serie di macchine era stata l'arancio Fiat con meccanica blu.

In questo periodo però, Fiat optò per nuovi colori. Rimase l'arancio per la carrozzeria, ma la meccanica divenne marrone "testa di moro", mentre i cerchioni (finora anch'essi arancioni) divennero bianchi avorio (come il telaio di protezione). Tale nuova livrea al momento non è databile, ma ci sono buoni indizi per poterla locallizzare a metà anni 70. Non risulta vi siano congruenze tra il cambio tinta e particolari modifiche meccaniche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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fig 24 un Fiat 1300 abbinato a un bivomere nardi impegnato in aratura profonda fuori solco.

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Nel 1975 Fiat presenta i nuovissimi modelli 780 ed 880, che lanceranno la nuova serie 80 e che andranno, negli anni 79-80, a sostituire la parte alta della gamma Nastro Oro. Per questa serie verrà presto creato un argomento dedicato.

 

Da questo momento Fiat dedicherà le proprie risorse allo sviluppo di questa nuova serie, ma comunque qualche "piccola fiammata" non mancherà neppure nella celebre Nastro Oro.

E' difatti di questo periodo la presentazione del modello 420, motore del 450 e trasmissione del trattore 350. La produzione è, come per il fratello maggiore 450 (prodotto in Romania presso gli stabilimenti UTB), all'estero. Sebbene siano macchine di potenza del tutto simile, cambiano ovviamente struttura e peso.

 

Ma la novità piu interessante sarà nel 1977: Fiat lancia sul mercato la versione SUPER.

 

Tale nuova versione sarà riservata ai due modelli di punta, ovvero il Fiat 1000 ed il Fiat 1300, che acquisiranno la dicitura Super sul cofano. Tecnicamente, si trattava di un incremento di potenza rispettivamente di 10 e di 20 cv. Quindi 1000 Super con 110cv, 1300 Super con 150cv.

Nel 1000 super, per ottenere tale aumento di potenza si rese necessario l'impiego di un nuovo motore con alesaggio maggiorato a 103mm (in loco dei 100 mm utilizzati fino ad ora) e la sostituzione della pompa d'iniezione; si passò infatti da quella in linea alla rotativa.

Nel 1300 Super invece, si ottennero cavalli in più aumentando il regime di rotazione.

 

Nel 1000 super, si adottò l'idroguida in loco del servosterzo. Nel 1300 super, invece, sparì (purtroppo) la piattaforma ribaltabile (per la manutenzione del cambio) e al suo posto ne venne utilizzata una fissa. Altre differenze meccaniche al momento non ci sono note.

 

Secondo le nostre conoscenze, in questo periodo dovrebbe cessare la produzione del modello 650 e, con buona probabilità anche del modello 750. Al momento non abbiamo dati certi circa l'anno esatto, se nel frattempo avremo altre notizie le riporteremo certamente.

 

Nel 1978 anche il modello Fiat 850 (come detto, il marchio OM frattanto sparisce) diventa SUPER.

Anche per questo trattore, come per il 1300, si opta per un innalzamento del regime di rotazione, portato a 2400 giri, che di fatto fa aumentare la potenza fino ai 95 cv dichiarati.

Anche questo trattore d'ora in avanti beneficerà di idroguida al posto del servosterzo e di semiassi posteriori rinforzati rispetto ai primi 850 con 85 cv.

 

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Fig 25 targhetta "super" che identifica i nuovi 850 1000 e 1300, nel caso specifico appartenente al modello 850

 

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Fig 26 : esemplare di Fiat 1000 SUPER DT, fotografato nelle campagne modenesi

 

 

 

 

Secondo gli utilizzatori e gli estimatori di queste macchine, i trattori Fiat in versione SUPER rappresentano quasi l'eccellenza: le doti dei propulsori in essi istallati, infatti, non possono far altro che farli rimpiangere a chi ha potuto utilizzarli. Motori potenti, brillanti, affidabili, uniti ad una cinematica generalmente solida, rendono queste macchine certamente tra le più riuscite in casa Fiat.

 

 

 

 

 

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Fig 27 esemplare di Fiat 1300 DT SUPER in lavoro con Pegoraro Drag

Modificato da Filippo B
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La serie Nastro Oro ormai sta volgendo al termine del suo ciclo. Come detto, la nuova serie "80" incombe, e comincia ad allargarsi verso le alte potenze. I modelli 850, 1000 e 1300 Super usciranno dal listino nel corso del 1980, ma non è escluso che, almeno fino all'anno seguente, vi siano stati degli esemplari regolarmente immatricolati.

 

Diverso invece il "destino" degli esemplari dal 640 in giù. Fiat infatti non aveva ancora in produzione la serie che li sostituirà.

Bisognerà infatti attendere il 1982 per vedere i primi esemplari della serie "66" (gamma Fiat di bassa e media potenza, non piattaformata) che si affiancherà alla già menzionata serie 80.

 

Ma cio' non sarà ancora sufficiente per "sconfiggere" questi gloriosi trattori. Infatti alcuni modelli sopravviveranno e saranno affiancati alle nuove serie. Sempre nel 1982, Fiat abbandona definitivamente il colore arancio per i suoi trattori, adottando la tinta "terracotta".

 

Questa tinta vestirà anche i Nastro Oro rimasti a listino. Infatti accanto alle linee di produzione per le nuove serie, continueranno ad essere costruiti a Modena modelli quali il 640, il 480 ed altri.

 

 

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Fig 28 stabilimento Fiat di Modena, anno 1982.

 

 

Nell'allegato 28, riportato qui sopra, possiamo vedere uno scorcio delle linee produttive di Modena: possiamo vedere, accanto ai nuovissimi serie 80 e 66, anche un Nastro Oro con nuova tinta terracotta. Probabilmente si tratta di un esemplare di 640.

 

Comunque, la produzione a Modena di Nastro Oro cesserà molto presto, e per alcuni modelli si opterà per la produzione presso gli stabilimenti rumeni di UTB. od altri stabilimenti.

 

E', ad esempio, il caso del modello 300. Tali trattori costruiti in Romania sono stati regolarmente in vendita nel nostro mercato.

Ci risulta, comunque, che le linee produttive dei Nastro Oro "made in Modena" siano state adottate proprio dalla UTB, che ha continuato a produrre vari modelli per molti anni. In Italia solo alcuni di questi sono giunti sul mercato.

Nel 1984, per esempio, risultano presenti nel listino Fiat, appunto, i modelli 300 e 420 di certa produzione estera. Si suppone la produzione rumena, ma nel caso del 420 è possibile che la produzione fosse unicamente in Jugoslavia. Di tale produzione estera si parlerà in seguito.

 

 

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Fig 29 modelli 300 e 420 costruiti in licenza o in collaborazione all'estero

 

Nella figura 29 qui sopra possiamo vedere i modelli 300 e 420, tratti da un listino dell'epoca. Come detto, si tratta di macchine costruite in all'estero. Per cio' che concerne il modello 300, va notato che il motore monta ancora la canna da 95 in loco di quella da 100 utilizzata sui 300 italiani; questo particolare in pratica rende il 300 rumeno molto più simile al 250 che al 300 italiano.

Ufficialmente, Fiat terrà a listino queste macchine ancora per poco. Anche se, comunque, in seguito vedremo che le "sorprese" di questa longeva serie (nel nostro Paese) non finiscono qui.

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STABILIMENTI PRODUTTIVI, PRODUZIONI ESTERE, LICENZE & MARCHI DIVERSI

 

Fiat Trattori ha sede in Modena da quando la produzione fu spostata alla OCI (Modena, appunto).

Questa certamente la sede storica e, senza nessun tipo di dubbio, la principale.

Però non è l'unica.

In Italia (naturalmente ci riferiamo esclusivamente al periodo che ha visto protagonisti i trattori oggetto di questa discussione) vi erano anche gli stabilimenti OM di Brescia, da cui arrivavano parti di trattori e motori.

Vi erano poi gli stabilimenti di Lecce, nei quali si costruivano macchine movimento terra e cingolati.

Naturalmente, poi, vi erano gli stabilimenti FIAT di TORINO da cui provenivano buona parte dei motori utilizzati in queste macchine.

Questo per quanto riguarda l'Italia.

 

All'estero, invece, la situazione era ben più articolata.

Fiat Trattori aveva due stabilimenti in BRASILE: la "Fiat do Brasil" era difatti collocata a Belo Horizonte per la produzione di trattori a cingoli, e a Sao Paulo per la produzione di parti meccaniche ed idrauliche.

In ARGENTINA, ancora due stabilimenti: la "Fiat-Concord" era infatti presente a Cordoba per la produzione di parti meccaniche, e a Santa Fe per la produzione di trattori a ruote.

 

Oltre a questi stabilimenti di proprietà, vi erano poi altre realtà produttive o commerciali sparse nel Mondo.

Dobbiamo cominciare parlando della SOMECA. Finora è stata, volutamente, non menzionata. Ma in realtà ha interpretato un ruolo da protagonista nella serie Nastro Oro.

Perchè?

Someca era una società francese della Simca, il cui capitale azionario era in parte di proprietà Fiat.

La Simca nacque come fabbrica per costruire automobili Fiat su licenza. Quando poi rilevò il costruttore Map, venne creata la Someca quale nuova realtà per la produzione di trattori (sempre licenza Fiat-Om).

In realtà, non era una semplice società per la costruzione di macchinari fuori del paese d'origine, bensì una realtà molto attiva, e alla quale vanno attribuiti anche progetti o comunque partecipazioni nell'evoluzione di nuove macchine.

Nello specifico, i grandi trattori Om adottavano soluzioni (trasmissione 7+2) che erano state curate e costruite proprio dalla Someca.

Il trattore 850 sembra sia stato inizialmente proprio sviluppato in Francia, tanto che molti dei primi esemplari costruiti provenivano proprio dagli stabilimenti Someca, ed anche in Italia sembra che sia possibile (notizia "ufficiosa") incontrare dei primissimi esemplari (marchiati assolutamente Fiat Om) con la dicitura sulla targhetta "fiat estere".

La Someca godeva di proprio marchio. Difatti in Francia ed in alcuni altri paesi, i trattori Fiat-Om venivano commercializzati proprio con il nome "SOMECA" sui cofani.

Per quanto riguarda modelli e numerazioni sui cofani, gli esemplari marchiati Someca non sempre rispecchiano i fratelli italiani. Vi sono infatti delle sigle diverse che in Italia con il marchio Fiat non si sono viste.All'argomento Someca verrà presto dedicato un meritato capitolo in cui approfondire la storia e gli sviluppi.

Attualmente in Francia, Belgio ed altri paesi, sono molti gli estimatori di questo marchio. Non mancano siti tematici e collezionisti monomarca.

 

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Fig 30 : trattore Fiat 850 marchiato SOMECA, specifico per il mercato francese

 

 

Dopo Someca, menzioniamo la UTB (di cui abbiamo già parlato in altra parte di questo argomento): UTB è l'acronimo di Usina Traktorul Brazov, Costruttore rumeno di trattori e parti di essi. Nei primi anni 70 la UTB diviene licenziataria per la produzione di trattori Fiat, sia con Marchio proprio (universal), sia con marchio Fiat (per rifornire le reti commerciali di Fiat Trattori, appunto).

Diviene appunto nel 1974 costruttrice del modello 450, che diventerà poi esclusiva peculiarità proprio di questo stabilimento produttivo.

Con il passare degli anni, altri modelli verranno "dirottati" verso la Romania, per arrivare poi negli anni 80 alla cessazione della produzione in Italia e al contemporaneo rafforzamento della produzione estera (anche UTB, appunto). E' il caso dei già menzionati modelli 300, 420, 450 ma anche 480 e 640.

La UTB continuerà a fornire Fiat trattori di esemplari di "nastro oro" fino agli anni 83-84, poi la vendita in Italia cesserà definitivamente. Ma solo con il marchio Fiat.

Nel nostro Paese, infatti, vi sarà un ulteriore "fiammata" con il marchio AGRIFULL.

Negli anni a seguire, infatti, ritroviamo nei listini di questo marchio i modelli A30 e A40, che altri non erano che i modelli 300 e 420, sempre di produzione estera (UTB, ma non solo).

 

 

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Fig 31: trattori Agrifull 30 e 40, di chiara derivazione estera.

 

Questi trattori "resisteranno" sul mercato italiano fino agli anni 88-89, poi usciranno definitivamente dai listini.

"Ufficialmente" si chiude qui l'epopea dei NASTRO ORO in Italia.

In realtà adesso vedremo che non è del tutto finita la loro Storia nel nostro Paese.

 

All'estero la produzione continua, proprio negli stabilimenti UTB.

Passano frattanto alcuni anni (ma come detto, la produzione per alcuni mercati di questi trattori continua), e, verso la metà degli anni 90, nel panorama trattoristico nazionale fa la sua comparsa la Società UTB-SEPA:

si tratta di una società di Cannosa Sannita (Ch) con capitale al 50% italiano (sepa) e 50% rumeno (UTB). La gamma di trattori offerta arriva ai 120 cv, ed i modelli proposti erano praticamente varie macchine Fiat uscite di produzione. Si spaziava infatti dai vari 1180 (alto di gamma), fino ad arrivare ai modelli 5800 e 4800. Appunto, dei NASTRO ORO in tutto e per tutto, prodotti ancora nello stabilimento UTB.

 

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Fig 32: pubblicità della SEPA UTB, si nota perfettamente la provenienza di questo trattore

 

Per alcuni anni questi trattori saranno presenti nei listini italiani,li troviamo ad esempio in alcuni repertori del 1999, per poi sparire definitivamente dal nostro panorama trattoristico nazionale. Ma sembra, comunque, che su richiesta fossero ancora acquistabili anche negli anni seguenti.

Alcuni sostengono che la qualità costruttiva di questi trattori non fosse neppure lontanamente paragonabile a quella originaria dei mitici trattori di Modena; stessa cosa viene riportata per gli esemplari marchiati Fiat ma di produzione rumena. Noi naturalmente, per dovere di cronaca, riportiamo quanto affermato, ma non siamo in grado di confermare o smentire.

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Nel bacino Mediterraneo, Fiat si giovava di una importante collaborazione con il Costruttorre turco Turk Traktor; tale Costruttore era licenziatario (come UTB) dei trattori Fiat, da costruirsi appunto in Turchia, e da destinare al mercato dello stesso Paese. La collaborazione con Fiat Trattori inizia nella seconda metà 1962.

Dapprima i trattori erano assemblati con marchio Fiat, poi nel 1965 i trattori verrano marchiati con il brand "Turk Traktor", ovvero "Turk Fiat".

Tale Costruttore non si poteva certamente considerare "secondario", in quanto nel 1969 costruirà in totale circa 4000 macchine, per registrare incrementi di produzione poi, durante tutti gli anni 70.

I modelli costruiti in tale stabilimento saranno vari, comunque da quanto ci è dato sapere solo modelli di "fascia medio bassa" ( 450. 480, 640).

Nel 1979, un passo molto importante: i primi 300 esemplari del modello 480, varcano il confine turco in favore del Pakistan. Di fatto inizia qui l'esportazione dei trattori Turk Fiat verso paesi del Medio Oriente. Infatti nel 1982 questi trattori prenderanno anche la via dell'Iran.

Negli anni 80 la produzione dei Nastro Oro continuerà anche in Turchia, nel frattempo poi si affiancheranno anche le nuove serie 46 e 56. Negli anni seguenti la Turk Traktor continuerà a produrre dei modelli di trattori strettamente derivati dai mitici Nastro Oro. Anche negli anni 2000, verranno prodotti dei modelli (es. 50C e 60C) con marchio New Holland ma con carrozzeria e parte della meccanica derivata dai modelli protagonisti di questa discussione.

 

Attualmente lo stabilimento produce i trattori New Holland di fascia bassa.

 

 

 

 

 

Nei Paesi Balcanici, Fiat aveva lo stabilimento Tovarna che costruiva assemblava e distribuiva direttamente i trattori Nastro Oro. Anche il nostro mercato ha assorbito alcuni esemplari costruiti in Jugoslavia, è il caso ad esempio del modello 420. Naturalmente venduto nel nostro Paese dalla rete di vendita Fiat e assolutamente con medesimo marchio. E' possibile comunque identificarlo dalla targhetta riassuntiva.

 

 

 

 

Vanno menzionati, inoltre:

- In MAROCCO, a Casablanca, uno stabilimento in collaborazione per il montaggio di trattori a ruote e a cingoli;

- In ZAIRE, a Kinshasa, Fiat Zaire, collaborazione per il montaggio di trattori a ruote e a cingoli;

- In SUD AFRICA, a Pietermarizburg, collaborazione con Vetsak per il montaggio di trattori a ruote;

- In AUSTRALIA, a Sidney, collaborazione con Fiat of Australia per il montaggio di trattori a ruote e a cingoli;

 

a questi va aggiunta la Kubota Ltd in GIAPPONE (Osaka), licenza per la costruzione di trattori a ruote.

 

 

Nel 1974, per quanto riguarda il movimento terra, nasce la FIAT-ALLIS. Questa fusione, negli anni seguenti, permetterà di vedere trattori NASTRO ORO, vestiti dei colori e del marchio americano ALLIS, venduti nell'America del Nord.

 

Sempre per quanto concerne il mercato americano, nel 1977 Fiat Trattori acquisisce l'americana Hesston. Questa acquisizione permetterà, in seguito, di poter utilizzare il marchio americano per vendere i trattori Fiat (quindi anche alcuni Nastro Oro) negli Stati Uniti.

 

Per concludere il capitolo USA, va menzionata la OLIVER, che a cavallo degli anni 60 e 70 stipulò un accordo con Fiat Trattori per la fornitura di macchine da vendere coi colori (verde-bianco) e il marchio americano negli Stati Uniti.

 

 

 

 

In SVIZZERA, Fiat aveva un accordo con l'ex Costruttore BUCHER GUYER per la distribuzione dei trattori italiani nel Paese svizzero.

Tale accordo risaliva al 1962, anno in cui Bucher cessò la produzione dei propri modelli. Questo accordo permise a Fiat di essere primo nelle vendite in Svizzera in gran parte degli anni 70.

I trattori Nastro Oro venduti nel suolo svizzero, portano la targhetta sulla mascherina frontale recante la scritta "Bucher". Non si tratta comunque di modelli particolari od altro, ma semplicemente degli esemplari Fiat in tutto e per tutto.

 

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Fig 33: trattore Fiat Nastro Oro con marchio BUCHER su mascherina

 

 

 

 

TEMPI ODIERNI

 

I trattori Nastro Oro nei paesi emergenti hanno vissuto una "seconda giovinezza", tanto che risultano ancora in produzione ed in vendita in Paesi Asiatici e del Medio Oriente.

 

E' il caso, ad esempio, dei modelli 480 & 640, attualmente ancora costruiti in Pakistan dalla AL-GHAZI TRACTORS che in pratica è la Fiat Pakistan. Pochi accorgimenti meccanici, quali ad esempio una canna maggiorata, e potenze leggermente superiori ai modelli di origine.

 

 

FINE

Modificato da Filippo B
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Questo argomento non si pone quale strumento contenente verità assolute, ma semplici informazioni raccolte con passione dallo scrivente.

E' verosimile che in esso siano contenute alcune inesattezze, tutti i lettori e gli utenti possono partecipare al perfezionamento di questo argomento contattando l'autore tramite MESSAGGIO PRIVATO utilizzando le funzioni incluse nel suo profilo privato http://www.tractorum.it/forum/member.php?u=3 oppure tramite mail, al suo indirizzo personale rintracciabile sempre tramite il profilo personale.

Oppure, più semplicemente, partecipando DIRETTAMENTE A QUESTA DISCUSSIONE, purchè lo si faccia con cognizione di causa e con serietà.

 

Nell'argomento mancano anche riferimenti ad alcuni modelli visti sul net o riservati ai mercati esteri, o che sono comparsi come una meteora nel nostro mercato, per sparire alla stessa velocità. Se qualcuno ha comunque dati sufficienti per parlarne avrà certamente la gratitudine di tutti noi.

Modificato da Filippo B
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Beh, Filippo, COMPLIMENTONI!:clapclap:

Ottima, precisa e dettagliata descrizione!O0

 

Vorrei chiederti delucidazioni circa la doppia trazione adottata: è mai stato adottato qualche sistema per bloccare il differenziale anteriore, in questa serie di macchine?

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Beh, Filippo, COMPLIMENTONI!:clapclap:

Ottima, precisa e dettagliata descrizione!O0

 

Vorrei chiederti delucidazioni circa la doppia trazione adottata: è mai stato adottato qualche sistema per bloccare il differenziale anteriore, in questa serie di macchine?

 

No, perlomeno nelle macchine commercializzate anche in Italia non vi sono notizie di bloccaggi nei differenziali anteriori.

Per quanto mi è dato sapere, i primi modelli di casa Fiat dotati di blocco anteriore sono stati i trattori della serie 80.

Per quanto concerne la produzione estera degli anni seguenti all'uscita di produzione della Nastro Oro in Italia, non ho alcun riscontro in tal senso.

Modificato da Filippo B
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  • 1 mese dopo...

Filippo sei un grande.... appena avro tempo voglio leggermi bene tutto cio che hai scritto.... devi essere una specie di super genio del trattore serie vecchie te.......

 

Allego una bella immagine del famoso .........:, fatta a casa di un amico fiatista:

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Vorrei chiedere una cosa che suono ha il 1300 super??, con quella cilindrata che si ritrova motore OM, pensa che vicino a dove lavoro c'è un signore che ha un 1300 super cabinato (cabina bianca) dt e lo usa per arare con monovomere, volevo fermarmi una volta a chiedere ma sono sempre di fretta..... magari quando iniziano le semine......

 

SOTTOLINEO UNA GRANDE FRASE PENSO SCRITTA DAL PUGNO PASSIONALE DI Filippo B (molto toccante devo dire)

"Secondo gli utilizzatori e gli estimatori di queste macchine, i trattori Fiat in versione SUPER rappresentano quasi l'eccellenza: le doti dei propulsori in essi istallati, infatti, non possono far altro che farli rimpiangere a chi ha potuto utilizzarli. Motori potenti, brillanti, affidabili, uniti ad una cinematica generalmente solida, rendono queste macchine certamente tra le più riuscite in casa Fiat."

Modificato da Fiat 110/90
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pensa che vicino a dove lavoro c'è un signore che ha un 1300 super cabinato (cabina bianca) dt e lo usa per arare con monovomere, volevo fermarmi una volta a chiedere ma sono sempre di fretta.....

 

 

Conosco l'esemplare di 1300 che tu citi, eccolo impegnato col monovomere:

 

 

t1621_IMGA2721.JPG

Modificato da Filippo B
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Grazie a Filippo per l’esaustiva relazione riguardo all’incomparabile Nastro d’Oro; penso non vi sia una serie trattoristica in grado di segnare così positivamente una frazione temporale importante della nostra meccanizzazione agricola.Volevo spendere due parole in relazione all’immagine del 450 “volante”: queste erano, ovviamente, prove di fatica e il furgone che seguiva, oltre a teleguidare la trattrice, si faceva carico di registrare i dati “filotrasmessi” forniti dagli Strain gage. Questi dispositivi erano degli “estensimetri a variazione di resistenza” , speciali elementi sensibili, a prima vista non molto dissimili da un francobollo, i quali venivano incollati al pezzo sotto esame e ne seguivano le deformazioni, dandone l’esatto valore delle sollecitazioni realmente agente nei punti critici della struttura del veicolo, nonchè le grandezze meccaniche (vibrazioni, sforzi, pressioni ecc.) interessanti un determinato aspetto del funzionamento del trattore stesso; ciascuno di questi contiene una griglia fatta di filo assai sottile (2-3/100 mm.) la cui resistenza elettrica varia proporzionalmente con la deformazione.Per l’esecuzione delle prove dinamiche veniva impiegato un furgone porta strumenti appositamente allestito e ricevente i dati attraverso cavi schermati, trasmettendoli attraverso 6 canali amplificatori a frequenza portante e registratori a 6 canali ( Brush); una volta raccolti e valutati i risultati delle diverse misure (trascritti poi su carta, come i sismografi) si valutavano le rappresentazione delle fasi critiche del fenomeno osservato.Gli Strain gage erano già utilizzati dalla Fiat Aviazione nel 1954, per valutare il comportamento sotto stress indotto durante lo stallo con fattore di carico crescente, stabilità longitudinale e varia fenomenologia parassita del velivolo cacciabombardiere sperimentale Fiat G82.Il tutto venne trasmesso velocemente anche ai meno delicati trattori, e qualche anno dopo, la nuova serie 11 già vantava questi approfonditi termini di sperimentazione.La scelta dei punti critici dove applicare gli Strain gage, nella maggior parte, era facilmente intuibile ma nei casi meno evidenti si sondava preventivamente applicando delle speciali vernici a base di resine, che una volta essiccate, assumevano una consistenza vetrosa ( tensovernici stress coat Magnaflux), avevano la proprietà di fessurarsi quando la deformazione locale superava un determinato valore minimo; seguendone le fenditure della vernice si individuavano le aree di eguale sollecitazione.Tutto ciò erano elementi sicuramente preziosi per lo sperimentatore e, soprattutto, per il progettista.

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Grazie per il contributo "fotografico" Tiziano.

Rifacendomi al Tuo precedente messaggio, posso assolutamente dirmi d'accordo quando dici.....

 

penso non vi sia una serie trattoristica in grado di segnare così positivamente una frazione temporale importante della nostra meccanizzazione agricola

 

 

..... credo nessuno possa negare la reale importanza che hanno avuto le macchine oggetto di questa discussione, non solo per Fiat, ma anche per altri Costruttori i quali certamente sono stati "stimolati" dai contenuti dei Nastro Oro (citiamo ad esempio i cambi sincronizzati e le prese di forza totalmente indipendenti).

 

L'efficaca e la generale solidità di queste Macchine inoltre, tuttora viene rimpianta da molti utilizzatori.

Certamente avevano molti difetti (come tutte le macchine e buona parte dei ""cristiani", del resto........), ma la generale grinta dei motori e la buona fruibilità in campagna permettevano ai Nastro Oro di farsi abbondantemente perdonare.

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Breve compendio all’ampio servizio di Filippo sulla Nastro Oro: il 550 a ruote, al suo debutto, nel marzo 1968, disponeva già della frizione presa di forza (asae 540 giri min) a comando indipendente con leva manuale orizzontale posta alla prossimità sinistra del coperchio del cambio.Anche il 600, evoluzione più performante del 550 (e precursore del 640) era dotato di simile comando.La pubblicità qui sotto è datata luglio 1968.i2928_550ott08.JPGNota di servizio: chi disponesse del depliant originale del 550 e simili, può contattarmi, sono disponibile allo scambio di copie.

Modificato da Tiziano
correzione grammaticale
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  • 2 settimane dopo...

La Nastro oro fu esportata in molti paesi, ma in certi non venne proposta col marchio Fiat, ci furono accordi commerciali con altre case costruttrici; negli Usa era consuetudine che alcuni marchi, per adeguare la propria gamma al mercato, proponessero prodotti di altri marchi al fine di colmare le proprie alcune senza avventurarsi in impegnative progettazioni; a tal scopo la Moline Minneapolis propose alcuni modelli della nostra validissima Nastro d’Oro a integrazione della loro.

I modelli che vedete nell’immagine (tratta dal libro Farm Tractor 1950-1975) equivalgono rispettivamente ai nostro 500 e al 600 granluce, modello proposto anche da noi, con portale anteriore rialzato e gommatura post. più alta.

I motori montati sono quelli con alesaggio di 100 mm; notate la “customizzazione” USA, cioè dotati entrambi di servosterzo (lusso dei lussi per noi nel 1971) e i fari anteriori spostati nella porzione avanzata dei parafanghi posteriori (soluzione orripilante!), da segnalare che il più piccolo ha i dischi ruota posteriori fusi e regolazione P.A.V.T. (elicoidale) della carreggiata.

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