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Johndin

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Bene cari amici, vorri parlare degli sviluppi dell atecnica di coltivazione dell'oliveto legati alle varietà che si possono utiilzzare nei casi di utilizzo intensivo della coltura.

 

Mi sono appassionato alla questione qualche anno fa, quando ho deciso (avendo terreni nella zona a sud del lago vocata alla coltivazione) di piantare un oliveto.

Con il massimo interesse e la curiosità tipica di quello che non sa ma vuole imparare mi sono cercato un pò tutto quello che c'era a disposizione tenendo conto che:

 

Volevo fare un impianto moderno meccanizzabile

Volevo fare un impianto che avrebbe garantito (in teoria perchè la pratica la fai solo a tue spese) la massima produttività.

 

A quel punto mi sono trovato ad un bivio, da un lato la scuola italiana nella fattispecie hio seguito le teorie del Prof. Fontanazza che ha brevettato alcune varietà autofertili di olivo quali la FS17 e la Don Carlos (particolarmente resistente alle gelate) e dall'altra la scuola spagnola con la varietò di casa la Arbequina utilizzata in maniera superintensiva a siepe.

 

Ora la differenza di impianto tra le due varietà è abbastanza notevole:

La scuola italiana è per un impianto intensivo con sesto 3X5 (e delle volte anche meno) e portamneto della pianta a monocono.

 

La scuola Spagnola è per un allevamento superintensivo a siepe con un impianto di sesto 3X1,5 mt, voi direte una follia ma io l'ho visto anche in Puglia e pure funziona.

 

La differenza di impianto è veramente notevole perchè se un intensivo è di circa 700 piante a ha quello superintensivo va per le 1700.

 

Io adesso ho finito la sperimentazione su un pezzo di circa 2000mq e devo dire con risultati apprezzabili per le piante che non ho bruciato con tutte le prove che ho fatto di concimazione spinta anche olte i limiti.

I miei olivi l'anno scorso hanno prodotto un discreto quantitativo cadauno e quest'anno diciamo che su piantine di 4 ani alte più o meno tre metri direi che siamo sui 6/7 chili a pianta non male dire.

 

Il vantaggio della coltivazione a monocono è quello di poter utilizzare gli scuotitori da tronco vibranti in primis per la raccolta e che la potatura richiede veramente poco lavoro.

 

Lo svantaggio secondo me è che la potatura di formazione di fondamentale importanza è completamente differente da quella di un oliveto normale e richiede una certa pratica da acquisire sul campo (per quanto riguarda me a mie spese....)

 

Domani vado avanti col secondo capitolo.....

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  • 3 mesi dopo...

ciao a tutti!

vorrei un consiglio su un piccolo lavoro da fare.

ho un piccolo vigneto (copre un area di crica 1500 m) dopo aver pregato piu persone per gestirlo, negli ultimi 7 anni senza chiedere mai nulla in cambio, neanche una bottiglia di vino, o qualche grappolo da tavola, ho deciso di togliere tutto e mettere una nuovo uliveto.

mi dispiace tantissimo perche e' un vigneto che mi hanno lasciato i miei nonni e io ho un bel ricordo di giorni passati ad aiutarli a dare il ramato o a sfrondare! ahh bei tempi!!!

ma da me si dice la vigna e' na tigna! ed e' vero, ma io non ho tempo per dare tutti quei trattamenti estivi ne sono un appassionato del vino.

esclusivamente per questo motivo affettivo vorrei mantenere le viti che sono poggiate sui due terzi della rete di confine, tanto gli ulivi non posso metterli cosi vicino al confine e non dovrebbero darsi fastidio. per il trattamento di solo queste viti ci penserebbe mio suocero (tutto il vigneto proprio non ce la fa, altrimenti avrei gia risolto tenendo tutto cosi).

tornando all' oliveto il mio insegnante di potatura (un coso della comunita montana che ho frequentato l'anno scorso) che ha fatto un sopralluogo mi ha detto che piu di 23-25 piante non posso metterne nella disposizione classica.

a me pero ha molto interessato la sperimentazione intensiva ma soprattutto la super intensiva per la poca manutenzione, per la precoce messa in produzione, le dimensioni ridotte che mantengono le piante, la possibilita' dopo 20/25 anni (alcuni in spagna dicono anche ogni 15 ma con distanze tra piante ancora piu ridotti del classico 1,5m) di tagliare una pianta si e una no (seguendo il filare, spero di essere stato chiaro) e ripartire dai polloni in modo da mantenere la pianta nella fascia di massima resa, di buona distanza in quanto ci sarebbe l'alternanza di piante con chioma adulta e con chioma giovane ma tutte con la potenza radicale gia estesa..

il terreno secondo me si presta molto perche e' molto sodo (non ha neanche un sassolino, non e' argilloso, neanche pozzolana, e' semplicemente un terriccio rossastro molto fino quasi polveroso)e in periodo estivo non soffre molto la siccita anche se e' esposto a sud a mezza collina.

questo lo posso dire perche il pozzo, al centro del terreno, con diametro circa un metro a cerchi di cemento ad agosto ha l'acqua a circa 8/10 metri dal suolo mentre in pieno inverno a circa 2.

naturalmente dovro' comunque mettere un sistema di irrigazione anche per una buona distribuzione della concimazione liquida.

verso aprile farò la domanda alla comunita' montana per avere gli ulivi a circa 2€ a pianta, forse faranno storie per una densita' cosi alta.sono quasi sicuro che le varieta che mi daranno sono le classiche e non ci sara modo di ottenere le piu indicate per queste colture.

l'unico punto che non riesco proprio a risolvere e' la raccolta con scuotitore visto che da' me non esiste proprio, anche chi ha migliaia di piante possiede come top tecnologico il compressore su PDF. solo l'amico mct ha uno scuotitore ma spalleggiato che comunque e' anni luce avanti al compressore e abbacchiatori vari.

un grande complimento a johndin per questa prima parte, per i risultati ottenuti molto promettenti e resto in attesa di aggiornamenti su trattamenti, lavori eseguti ecc.

ho per johndin qualche domanda:

che sistema di raccolta hai utilizzato?

e' vero che le varieta' che hai usato sono particolarmente elastiche, che le nostrane (soprattutto le rosciola) a tali sollecitazioni si scacchierebbero.

per una piccola sperimentazione il costo di un braccio scuotitore e' proibitivo (15/20.000€), ma su internet (con filmato esplicativo) ho visto uno scuotitore a fune che va sulla PDF(prova a cercarlo e' solo un tipo) dal costo abbordabile (circa 2.000€).

anche un terzo tipo elettrico in preatica e' un motore decentrato vibrante dal peso di circa 20kg (il tipo che si mette al frantoio per vibrare a 220v o nei grossi camion attaccato al cassone per far cadere il contenuto con le vibrazioni a 12v e 24v) che da' impulsi ad alta frequenza che paragonano a spinte di diversi quintali. il motore va legato con una cinta al tronco centrale o alle branche principali se sono piante secolari e il generatore, un semplice alternatore, e' attaccato alla PDF o un generatore infatti funziona a 12 o 220v ( il motore costa in base alla potenza da 500 a 1500€).

a me questo ultimo sembra proprio l'uovo di colombo ma non ho mai trovato un video di prova.

hai usato i teli a rotolo che coprono una fila intera per volta?

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Premetto come prima ossevazione che gli spagnoli fanno la siepe direttamente e quindi tirano finche produce poi rifanno tutto l'impianto che conviene.

Poi vorrei osservare che le sperimentazioni che hanno fatto loro sono esclusivamente con Arbequina e quindi se si vuole fare un superintensivo devi per forza mettere quella.

 

Anche con l'intensivo non ho riscontri malgrado mi sia documentato di prove fatte con altre tipologia di pianta che non siano varietà brevettate dal cnr ovvero la Don Carlos, la FS17 e altri cloni che non ho mai provato ma sono due o tre varietà aggiuntive.

 

La FS17 praticamente è un frantoio ma non te la passano come tale quindi superintensivo e dop o altro sono incompatibili.

 

Per passare alle lavorazioni dopo 4 anni sono alla fase inerbimento totale, forse quest'anno lavoro la fila perchè devo sistemare i buchi di piante morte facendo el mie prove (più che altro bruciate da eccesso di concimazione o potate in malo modo sapendolo per inesperienza dell'esecutore me medesimo).

 

Per l'irrigazione va benissimo fare la fertirrigazione ma alle radici non ha molto senso, dovresti mettere dei pali intestata e mettere degli spruzzatori fogliari se no concimare i tronchi e le radici se non nei primi anni di sviluppo della pianta non ha senso (queste considerazioni ovviamente sono riferite a impianti moderni non piante tradizionali).

 

Per la raccolta uso il pettine pneumatico se serve perchè essendo piante piccole (raramente superiori ai due metri e mezzo di altezza) basta mettere la rete e mungerle a mano fai prima che con le macchine per adesso.

 

Se vuoi fare la sperimentazione falla pure ma sappi che il sistema di potatura della pianta è completamente diverso dalle piante tradizionali o comunque molto diverso, quindi ti consiglierei prima di partire di andare a vedere degli impianti già in produzione, degli impianti in realizzazione e le varie fasi di lavorazione, documentati cerca di conoscere bene quello che vuoi fare e poi parti con la tua iniziativa, non avere fretta.

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Giolapis per quanto riguarda il vigneto, il mio consiglio è di eliminarlo del tutto, in quanto le poche viti lasciate sul bordo della recinzione saranno difficili da gestire a causa della mancanza di adeguati sostegni, inoltre i tralci una volta arrivati sulla recinzione, ed a terra andranno a formare una specie di groviglio difficile da riposizionare sui sostegni originari ed infine diventerà impossibile lavorare il terreno sottostante senza danneggiare irremidiabilmente i tralci, secondo me chi ha lavorato quella vigna prima di te non se la prenderà se la toglierai, d'altronde loro quando l'hanno piantata sono andati a modificare una situazione precedente diversa da quella che gli fu lasciata dai loro predecessori, se sui terreni vengono tolti i vecchi impianti e rinnovati con dei nuovi non è sbagliato, il male è vedere la terra abbandonata in modo vergognoso come purtroppo accade dalle nostre parti e io purtroppo ne so qualcosa, avendo girato le nostre zone negli ultimi anni in cui ancora si potevano vedere i terreni coltivati con una certa cura.

Scusate l'ot.

 

Per l'oliveto da noi negli ultimi 25 anni diciamo da dopo la gelata dell'85 il sesto d'impianto comunemente usato è il 6x6 o meglio ancora il 5,5x5,5 infatti in tal modo con tre passate si riesce a lavorare tutto il terreno della presa o fila che si voglia dire.

Per le varietà da impiantare io mettere i la cara vecchia rosciola, infatti se è vero che la pianta ci mette un pò di più a crescere è altrettanto vero che una volta cresciuta non ha bisogno di una potatura molto pesante il che si traduce in spese di gestione nettamente minori rispetto alle varietà che vanno per la maggiore come il leccino che possiedo e che purtroppo ogni anno mi oggliga a tagliare una gran quantità di rami con notevole aggravio delle spese da sostenere per la potattura.

 

Per gli impianti superintensivi johndin tempo fa parlava di una varietà spagnola che se non ricordo male è stata denominata DonCarlos, per noi come hai evidenziato tu il problema principale è quello della raccolta meccanizzata effettuata con vendemiatrice adattata, in quanto questa tipologia di macchina non è presente sul nostro territorio, non solo per motivi legati alla tipologia di impianto.

 

Se ti è possibile puoi scrivere i collegamenti ai siti sove sei riuscito avedere le immagini e le descrizioni dei scuotitori elettrici?

Infine se vuoi con johndin ci puoi parlare anche di persona la prossima volta che viene a Roma

Modificato da MCT
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ho dimenticato di dire che le viti di confine hanno gia pali, tiranti e cavetti a filare. in pratica la vite che e' al confine ha i rami meta' disposta a pergola e meta a filare.

per adesso penso di troncare a 1 metro le viti che devo togliere per evitare che inizì la vegetazione.

pensate vada bene?

poi non so' quando, consigliatemi voi, lego la vite con una corda al trattore per estirparla con tutte le radici. è necessario per evitare che rinasca in continuazione? vorrei poi metterci questo superintensivo.

per mct:

la varieta rosciola mi piace molto, ne ho una ventina di piante e danno un ottimo olio con grandi rese ma ha molti svantaggi come cadere tutta insieme se non ti sbrighi, soffre molto per le agevolatrici, in pratica si pela tutta e, non so' se lo fa solo a me, si seccano di frequente intere branche principali di punto in bianco infatti l'anno scorso nella potatura a 5 rosciola ho lasciato bei polloni per ripartire da questi il prossimo anno dopo la stroncatura (che ancora non ho fatto)

il frantoio, leccino e in particolare un altra che adesso non ricordo (adesso in voga a San Gregorio, non la core) ha un ottima tenuta fino a febb/marzo con una resa sempre intorno a 30l/Q.

dopo posto i siti degli scuotitori.

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per johndin:

sono piu che sicuro, perche letto su piu articoli pubblicati sul superintensivo, che rifare un impianto significa fare la stroncatura o succisione che dir si voglia e ripartire dai polloni che vegetano.

quindi la parte radicale al secondo impianto non e' delle dimenzioni di un vaso ma di molti metri cubbi con tutti i vantaggi che comporta (svantaggi non ne trovo proprio)

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Si non c'è problema, per me è uguale.

 

La tecnica di tolgiere una pianta si e una no sugl intensivi è stata introdotta per eliminare la competizione tra le piante, sui superintensivi non conosco nessuno che la adotta.

 

Potresti citare la fonte e così vado a vedere la documentazione?? C'è qualhe libro a riguardo? Mi interessa

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visto che per impianti superintensivi la raccolta meccanica e' obbligatoria in quanto la pianta e' cespugliosa, alta e troppo fitta per le agevolatrici posto alcune alternative al braccio scuotitore:

SCUOTITORE A FUNE SG2000

i11652_aa091.jpg

qui si scuotono le branche principali per mezzo di fune metallica su un pendolo meccanico attacco PDF

sul sito c'è il video che mostra l'ottimo risultato considerato anche il peso ridotto, la necessita di poca potenza e, nota di non poco conto, un prezzo abbordabile

su ebay a 2.400€

 

poi ce' un vibratore con un motore elettrico che ruota una massa eccentrica.

il meccanismo delle masse eccentriche è identico ai ben piu costosi bracci scuotitore ma e' alimentato diversamente infatti esiste ad aria compressa, olio idraulico e elettrico ma le potenze raggiungibili sono le stesse.

la funzione del braccio scuotitore e' esclusivamente di agganciarsi al tronco senza sforzo dell'operatore (facendo lievitare di tantissimo il prezzo) ma non influiscono con le vibrazioni infatti vengono frapposte delle grandi molle per isolare il braccio dalla testa vibrante azionata da una pompa idraulica per PDF.

quello elettrico viene sollevato dall'operatore o meglio due, anche se il peso varia esclusivamente dalla potenza del motore elettrico che si sceglie, e con una cinghia legato al tronco per poi alimentarlo elettricamente. l'alimentazione e' un semplice alternatore attaccato alla PDF

non ho ancora ritrovato il sito ma posto una foto che gli somiglia molto.

i11655_230500.jpg

chi e' solito girare per industrie varie ne avra' visti di tutte le dimenzioni, li avete visti sicuramente anche al frantoio.

sul sito c'e' una tabella con potenze vibranti rese (vanno da 25kg a 60000kg di potenze d'impatto) e pesi dello strumento.

i costi sono da circa 500€ in su

devo dire che quest'ultimo strumento mi ha fatto una buona impressione ma non ho mai visto un video esplicativo dello strumento in opera!

quando ritrovo il sito lo posto, ciao!

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per mct:

la varieta rosciola mi piace molto, ne ho una ventina di piante e danno un ottimo olio con grandi rese ma ha molti svantaggi come cadere tutta insieme se non ti sbrighi, soffre molto per le agevolatrici, in pratica si pela tutta e, non so' se lo fa solo a me, si seccano di frequente intere branche principali di punto in bianco infatti l'anno scorso nella potatura a 5 rosciola ho lasciato bei polloni per ripartire da questi il prossimo anno dopo la stroncatura (che ancora non ho fatto)

il frantoio, leccino e in particolare un altra che adesso non ricordo (adesso in voga a San Gregorio, non la core) ha un ottima tenuta fino a febb/marzo con una resa sempre intorno a 30l/Q.

dopo posto i siti degli scuotitori.

 

Visto che andremmo fuori argomento se vogliamo continuare a parlare di queste cose sarebbe meglio farlo nella discussione dedicata alla Coltivazione dell'olivo inteso come impianti tradizionali e non in quella dedicata al super intensivo.

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per johndin:

appena trovo l'articolo riguardante la succisione nel superintensivo la posto.

comunque da quanto ricordo ne parlavano come fosse una pratica necessaria per avere piante il piu possibile adulte anche se solo una meta' la volta.

per mct:

stiamo parlando di varieta' nostrane che si possano adottare nel superintensivo.

in pratica deve essere:

-una varieta' dalla crescita lenta

-dalla precoce messa in produzione anche se a questo aspetto influisce universalmente molto la potatura ridotta e il non cimarla

-buona resistenza alla fuligine e parassiti che vengono per il poco soleggiamento e per l'assenza di vuoto nel centro

-resistenza alla siccita in quanto la densita spinta, di piante per ettaro, rende qualsiasi terreno insufficiente per la nutrizione sia minerale che di liquidi

come e' possibile che non ci siano piante nostrane senza queste qualita?

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Per le piante il nodo della questione sembra che sia la cestione dei cloni e la micropropagazione in vitro per ottenere degli standard qualitativi delle piante il più prossimi alla perfezione (pedonatemi il termine) per il tipo di impianto, comunque da esperimenti fatti da persone in italia con cui ho avuto contatti e i cui impianti ho visitato personalmente, la stessa pianta proveniente da vivai Italiani non ha la stessa vigoria e sviluppo della corrisopondente proveniente dalla spagna (parlo dell'Arbequina pianta tipo per tutti i superintensivi).

 

La FS17 e La Don Carlos sono varietà Italiane derivate dal Frantoio studiate e brevettate dal CNR (Centro Nazionale Ricerca) studiate con la collaborazione del professor Fontanazza, che però sono portate per allevamento intensivo non superintensivo.

 

Queste varietà Italiane vanno bene a monocono, e sono sicuro che in questo caso con sesti d'impianto aggressivo 5X1,5 per esempio si fa la diradazione quando le piante diventano grandi per tornare a un sesto 5X3 eliminare la competizione, si giustifica cavare delle piante con la maggior produttività del maggior numero di piante nei primi anni che compensano la scarsa produzione.

 

Gli oliveti superintensivi 3X1,5 o mmeno di interfila non hanno bisogno di dirardare perchè le piante non ragiungono mai uno sviluppo in altezza esagerato considerato che ci deve passare sopra la vendemmiatrice che ha il convogliatore per abbassare le cime ma non fa i miracoli.

Infatti i superintensivi vengono cimati con le macchine apposite come se fosse un vigneto.

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Giolapis credo che le varietà della nostra zona non si possono in nessun modo adattare ad una coltivazione superintensiva, al limite la rosciola nell'intensivo, ma se dovessi fare un impianto del genere mi baserei su varietà già sperimentate a per tali tipologie d'allevamento.

Fossi in te con le qualità della nostra zona mi limiterei ad allevarle a monocono.

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E già a monocono potrebbero dare dei problemi, io però prima di imbarcarmi in una nuova avventura consiglierei di girare un pò e guardare gli impianti già fatti e produttivi.

 

Gli esperimenti possono fare molto male.

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ok, adesso posso dire, grazie soprattutto alle vostre argomentazioni, che le varieta' nostrane non fanno proprio al mio caso.sono convinto! l'Arbequina dove la posso trovare?a che prezzi?

diciamo pero che per il mio piccolo terreno di circa 1500m l'impianto tradizionale non mi ispira proprio.

ho gia un altro piccolo appezzamento di circa 800m (a castel madama il frazionamento e' micidiale, non tanto per la divisione ereditaria, quanto per l'usanza di comprare la terra appena si risparmiava qualcosa)con 21 piante vecchie (qui non si comprava a metri ma a piante) tutte slupate da mio nonno, di circa 50 anni, ma sin da quando la gestione era passata a mio padre le ha abbandonate.

la settimana scorsa sono andato a Norma e lungo la strada, tutta montagna con qualche piccolo piano e la cosa piu importante tutta ad olivo, mi sono fermato diverse volte.

pioveva che Dio la mandava ma ad ogni impianto nuovo che trovavo (tutti di 2 e 3 anni, non di piu)davo una misurata a passi del sesto usato 3mx3m, o 3mx2,5m (bello fitto) ma la varieta mi sembrava frantoio e leccino (non ne sono sicuro, foglia larga e lunga).

le piante erano state tutte cimate al centro quindi presumo per formare un globo o policono ma sicuramente non a monocono.

purtroppo non c'era nessuno nella zona altrimenti avrei chiesto informazioni.

che ne dite?

 

qui siamo in presenza di un superintensivo con cultivar pendolino

se la pianta e' autosterile come puo funzionare una tale monocoltura?

che ne dite?

 

Modificato da giolapis
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  • 2 settimane dopo...
ok, adesso posso dire, grazie soprattutto alle vostre argomentazioni, che le varieta' nostrane non fanno proprio al mio caso.sono convinto! l'Arbequina dove la posso trovare?a che prezzi?

 

Per quanto riguarda la Arbequina (e aggiungo anche Arbosana, più congeniale alle zone del sud), ma anche la Koroneiki - di origine greca, buona produzione ma poco resistente al freddo - c'e' un vivaista che si chiama AgroMillora (spagnolo, ma hanno referenti in Italia).

 

Ho scritto alcuni articoli sull'olivicoltura intensiva e superintensiva, ma non so se posso postare i link (essendo diretti alla testata su cui lavoro) quindi vi segnalo un altro portale con qualche info in più: TeatroNaturale

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Scusa Giolapis ma la varietà autosterile se qualcuno l'ha comperata l'ha comperata da vanna (quella che hanno appena condannato assieme alla figlia e al mago.....:asd::asd:) io ho sempre sentito parlare di varietà autofertile e non autosterile come per esempio la fs17 oppure la don carlos.

 

Per quanto riguarda il pendolino nello specifico non è mica un impollinatore negli oliveti tradizionali?? Quindi a maggior ragione c'è qualcosa di strano in quello che hai scritto sei sicuro???

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strano perche dalle mie parti si mette sempre al centro dell' impianto (tradizionale) proprio per impollinare.

comunque continuo a non spiaegarmi come puo funzionare una monocultura a pendolino, ma!!!!!:cheazz:

ne dico un altra:

spesso si mette uno o piu olivi da mensa a bordo impianto (tradizionale) perche sono segnalatori di malattie e attacchi vari.

 

per johndin ti incollo due schede tecniche del pendolino

 

1) Descrizione di Olivo - Varietà da olio - PENDOLINO :

 

Olivo - Varietà da olio - PENDOLINO

 

Originario del comprensorio fiorentino, ha trovato larga diffusione anche nel centro Italia soprattutto come impollinatore; le piante inoltre sono apprezzate per le pregevoli caratteristiche ornamentali. E’ specie dal tipico portamento pendulo e dimensioni piuttosto modeste. La chioma folta è ricca di foglie lanceolate, strette e lunghe, di medie dimensioni e di colore verde-grigio piuttosto scuro. Il frutto è di medie dimensioni (1,5-2,5 g) di colore nero con superficie pruinosa, forma obovata, asimmetrica, con apice arrotondato.

 

Ha media resistenza al freddo ed è sensibile a fleotribo, cicloconio e fumaggine.

 

E’ autosterile e buoni impollinatori sono Leccino, Moraiolo, frantoio e Maurino. A sua volta è ottimo impollinatore per la grande produzione di polline e per la compatibilità con numerose cultivar da olio e da mensa.

 

La maturazione dei frutti è mediamente precoce e contemporanea. Presenta elevata e costante fruttificazione. Ha una elevata resa al frantoio (22-23%), olio di gusto delicato e molto gradevole.

 

2)

61.jpg

CULTIVAR: Pendolino SINONIMI: Maurino fiorentino, Piangente ORIGINE: Italia DIFFUSIONE: Italia centrale USO: Da olio Pianta di facile adattamento a condizioni pedologiche ed ambientali diverse.

La capacità rizogena è elevata. Entra in produzione precocemente. La fioritura è abbondante, precoce e abbastanza prolungata nel tempo.

Tale caratteristica ha favorito l'utilizzazione di questa cultivar come pianta impollinatrice.

Autoincompatibile. I fiori hanno una bassa percentuale dell'aborto dell'ovario.

La produttività è elevata e costante. I frutti, che maturano in epoca della stagione intermedia, presentano una ridotta resistenza al distacco. Il contenuto in olio è basso.

E' sensibile alla rogna, all'occhio di pavone e alla fumaggine. Tollera bene le basse temperature, e i frutti sono abbastanza resistenti agli attacchi della mosca.

E già a monocono potrebbero dare dei problemi, io però prima di imbarcarmi in una nuova avventura consiglierei di girare un pò e guardare gli impianti già fatti e produttivi.

 

Gli esperimenti possono fare molto male.

 

sicuramente poter vedere un impianto superintensivo di persona e farsi una chiacchierata con l'artefice e' di grandissimo aiuto.

perche non posti qualche foto del tuo impianto?

per il mio caso, un impianto di 1000m2 la prova non dovrebbe essere tanto dolorosa (non credo di dover spendere un gran che, sono un autodidatta) anche perche si puo sempre tornare al sesto tradizionale cavando solo le piante di troppo. quest'ultima e' anche la ragione che mi invoglia a provare cv nostrane.

 

il video con il superintensivo a pendolino postato poco sopra credo che mi dia ragione sul discorso della cv nostrane da provare

ciao!

Modificato da giolapis
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qui siamo in presenza di un superintensivo con cultivar pendolino

se la pianta e' autosterile come puo funzionare una tale monocoltura?

che ne dite?

 

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La mia battuta era riferita a questa affermazione che non avevo capito lo so cos'è il pendolino....

 

Pe le foto te le metto volentieri quando l'impianto è in fioritura, ma preparati perchè vedrai dei buchi procuati dall'imperizia e dai ripetuti test......(qualcuno l'ho dopato troppo e lìho bruciato....)

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scusami se non avevo capito fosse una battuta.

comunque mi resta ancora da chiarire il problema tecnico:

continuo a non spiaegarmi come puo funzionare una monocultura a pendolino, ma!!!!!:cheazz:

qualcuno sa' chiarirlo, come si risolve il problema dell'impollinazione?

sono veramente interessato!

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Essendo il pendolino di per se un impollinatore diventa di conseguenza una varietà autofertile (si impollina da solo).

 

Potrebbe essere invece che gli oliveti vicini da quando hanno fatto quest'impianto producono il doppio.

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sicuramente gli impianti vicini avranno notato un attecchimento superiore di frutti, ma non so proprio se tutti arriverebbero a maturazione. ma!!!

il pendolino puo produrre tutto il polline che vuole ma non diventera' mai e poi mai autofertile.

e' una questione biologica della pianta.

continuo a fare ricerche ma nessuna soluzione al mistero.

penso di contattare in qualche modo direttamente l'azienda e meglio ancora andare a vederla di persona visto che la "cantina castello di torre in pietra" ho scoperto trovasi vicino fiumicino.

ciao

Modificato da giolapis
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  • 4 settimane dopo...
  • 5 mesi dopo...

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