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Dato che l'argomento non è dei più semplici inizio con qualche definizione:

 

Pressione di selezione

 

L’intensità con cui si esplica la selezione viene detta “pressione di selezione”: essa è data, semplificando, dal rapporto tra il tasso di sopravvivenza degli individui resistenti e quello degli individui suscettibili. La pressione di selezione è direttamente proporzionale all’efficacia, alla persistenza ed alla frequenza di impiego di un certo erbicida, o gruppo di erbicidi aventi lo stesso meccanismo d’azione. Per cercare di prevenire l’insorgenza e/o ridurre la diffusione delle popolazioni resistenti è necessario ridurre il più possibile la pressione di selezione esercitata sulle malerbe attraverso la rotazione colturale, l’impiego di erbicidi aventi diverso meccanismo d’azione in modo alternato o in miscela, ridurre la carica di infestazione attraverso l’integrazione dei mezzi chimici con i mezzi agronomici a disposizione. L’insorgenza della resistenza è anche funzione della frequenza iniziale degli alleli di resistenza (in pratica del numero di piante resistenti nella popolazione originariamente sensibile).

 

Tolleranza

 

Capacità naturale da parte di una popolazione di infestanti di tollerare un erbicida e completare il proprio ciclo vitale quando l’erbicida è usato alla dose normale di campo

 

Resistenza

 

E’ la capacità naturale ed ereditabile di alcuni individui presenti in una popolazione di sopravvivere alla dose di erbicida normalmente impiegata per il loro controllo. In tutte le popolazioni infestanti è presente un numero molto limitato di piante in grado di sopravvivere naturalmente al trattamento erbicida. L’uso ripetuto, nello stesso appezzamento, di erbicidi con il medesimo meccanismo d’azione elimina tutte le piante sensibili consentendo alle piante resistenti di sopravvivere e moltiplicarsi, selezionando così nel tempo una popolazione resistente.

 

Meccanismo di azione

 

Si definisce come meccanismo d’azione il tipo di alterazione fisiologica (biochimica o biofisica), attraverso cui l’erbicida provoca la sua azione fitotossica sulla pianta su cui viene applicato. La selezione di popolazioni di malerbe resistenti è causata proprio dall’impiego ripetuto di erbicidi aventi il medesimo meccanismo d’azione, assieme a limitate lavorazioni agronomiche e alla mancata rotazione di colture (es. monocolture).

 

La resistenza agli erbicidi non è un problema da sottovalutare, ne ho avuto esperienza diretta già 5 anni fa quando prima della commercializzazione dell'Axial (graminicida post-emergenza per il grano), sono state fatte pluriennali prove nei nostri terreni e già li si sono visti ceppi resistenti a erbicidi (ACCasi) e cioè quelli che agiscono per inibizione dell’enzima Acetil-CoA Carbossilasi di cui l'Axial fa parte, per cui avevamo zone dove l'Axial non funzionava al 100 %, ma persino l'Atlantis (considerato da molti il miglior graminicida attuale per il grano, il quale ha meccanismo di azione diverso dall'Axial ovvero è un ALS inibizione dell’enzima acetolattato sintasi) non riusciva a dare il 100 % di controllo, l'unico modo per avere il 100 % di controllo era fare un pre-emergenza o post-precoce con diserbanti tipo Dicuran e/o Glean.

 

Per cui quando posso dove ho i campi con questo lolium resistente cerco sempre di fare varie cose per ridurre il problema resistenza del lolium:

 

  • Quando possibile intervento post-precoce con diserbanti tipo Glean e Dicuran che avendo un meccanismo di azione totalmente diverso dall'AcCase e dall'ALS, agendo per via radicale con azione antigerminello è molto più difficile che si formino popolazioni resistenti a questo tipo di diserbanti, inoltre anche se qualche infestante scappa a questo intervento si arriva a marzo che comunque di infestanti ce ne sono meno e l'eventuale diserbo post-emergenza ha meno problemi a finire di fare piazza pulita.
     
  • Diserbo in post-emergenza cerco per quanto possibile di alternare negli anni diserbanti con meccanismo di azione AcCase e ALS.
     
  • Rotazioni il più possibile lunghe: in modo che ad esempio alternando il grano ai girasoli e alla colza si utilizzano principi attivi con modalità di azione ancora diversa riducendo ulteriormente la pressione selettiva sulle popolazioni resistenti --> i principi attivi che si utilizzano per colza (Metazaclor) e girasole (Pendimetalin, e oxiflurfen) normalmente il lolium non ha ancora sviluppato resistenze (sempre perchè agiscono per via radicale sul germinello).

 

Quest'anno su 5 ettari di terreno l'operaio quando diserbava la colza in pre-emergenza con il Metazaclor (che funziona molto bene su lolium), non si era accorto che aveva due ugelli otturati, per cui in questi 5 ettari c'erano strisce di lolium. L'andamento metereologico di quest'anno non ha permesso di entrare prima a fare l'intervento graminicida per poter levare quel lolium, per cui l'intervento è stato fatto un mese fa con graminicida Targa a base di Quizalofop-p-ethyl (è un ACCasi) a dose piena, ma dopo un mese ecco il risultato:

 

t85714_11.jpg t85715_12.jpg

 

Come vedete le altre graminacee sono morte, ma il lolium no...

 

In un campo dove 5 anni fa problemi di resistenza agli ACCasi non c'era....

 

In questo caso non è detto che sia stata per forza resistenza, ma può darsi che siamo ancora alla fase di tolleranza, ovvero se invece di 1,5 litri avessi raddoppiato la dose portandola a 3 litri e fossi intervenuto ancora prima (pianta meno sviluppata) probabilmente l'esito sarebbe stato migliore ma molto probabilmente non avrei avuto comunque un controllo del 100 %.

 

Onde evitare che qualcuno pensi che siano tutte cavolate quelle che dico, riporto una tabella che fa vedere l'incremento delle specie resistenti ai diserbanti negli ultimi 50 anni:

 

t85716_copia-di-tabella-1.jpg

 

E alcune resistenze presenti in varie parti d'Italia:

 

Lolium resistente a diserbanti ALS

 

LoliumMappa_1_r1.jpg

 

Lolium resistente a diserbanti AcCasi

 

LoliumMappa_1_r2.jpg

 

Avena resistente a diserbanti AcCasi

 

AvenaMappa_1_r2.jpg

 

Persino il leggendario quanto potente ormonico 2-4D non è esente dall'avere ecotipi resistenti....

 

Papavero resistente a 2-4D

 

PapaverMappa_1_r3.jpg

 

Per chi volesse approfondire consiglio di dare uno sguardo al G.I.R.E. (Gruppo Italiano Resistenza Erbicidi) : Sito Gruppo Italiano Resistenza Erbicidi (GIRE)

 

Qualcuno ha avuto esperienze simili?

 

Su questo sito puoi trovare il database ufficiale a livello mondiale sulle infestanti resistenti, consultabile per specie, paese, modalità d'azione dell'erbicida, ecc.

 

http://www.weedscience.org/summary/home.aspx

 

Un bello schema sui fattori (e le scelte dell'agricoltore) che influiscono sullo sviluppo della resistenza delle infestanti ai fitofarmaci.

 

20160421146122204660808.jpg

 

Questo schema non condanna a prescindere le tecniche di agricoltura conservativa, ma invita a riflettere e fare la giusta scelta, ovvero se uno semina del grano dopo colza o favino, colture anch'esse a ciclo autunno vernino e quindi con la medesima flora infestante del grano, e lo fa su minima lavorazione, sarebbe auspicabile fare un pre-emergenza in modo da tutelarsi maggiormente dalle infestanti soprattutto a foglia stretta che saranno presenti in buona quantità, mentre se uno fa grano dopo mais e magari fa anche l'aratura è probabile che con ormonico a primavera e senza nemmeno il graminicida abbia il grano pulito.

 

Questo per dire che ormai non si può più fare il discorso do sempre e comunque l'atlantis (o simili) a primavera tanto ci pensa lui, purtroppo non è più così, in base al livello di rischio che si ha bisogna fare determinate scelte soprattutto quando si hanno le prime avvisaglie del graminicida di post emergenza che non funziona o funziona parzialmente.

Modificato da DjRudy
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Complimenti come sempre all'ottimo Dj, per le sue discussioni. Cosa aggiungere ?

 

Oltre ai noti, ma fortunatamente non diffusissimi, problemi di diserbo sui cereali, in zona sta superando la soglia della normalità il caso del Solanum nigrum, infestante dicotiledone particolarmente conosciuta su pomodoro e patata. Non siamo ancora a livelli preoccupanti, specie perché, tutto sommato, nelle due colture indicate, infestazioni tardive non danneggiano più di tanto la resa; si evidenzia comunque anche ad occhio un incremento della densità di questa infestante nei campi, avvisaglia quasi certa, di futuri problematiche nella sua gestione.

 

La resistenza in senso lato ai principi attivi impiegati in agricoltura non è cosa nuova e può essere a ragione considerata fisiologica dell'attività agricola; questo come giustamente indicato, non deve far abbassare la guardia e sottovalutare il fenomeno.

Se si va a verificare com'è distribuita nel mondo la resistenza agli erbicidi, si noterà subito come questa sia correlabile alla "pressione agricola" applicata in quei paesi, ovvero l'uso ed abuso di mezzi tecnici.

Il continuo perfezionamento dell'azione dei moderni principi attivi, ha portato a spostare il loro meccanismo d'azione da una modalità "multi sito" ad uno "mono sito". Va da sé che ogni vantaggio acquisito ha il suo rovescio della medaglia, favorendo così il processo di riequilibrio naturale che appunto la natura applica.

 

Emblematico è il caso del rame: è molto probabilmente il presidio fitosanitario più largamente e quantitativamente impiegato dalle origini dell'agricoltura; ci si dovrebbe pertanto attendere grossi fenomeni di resistenza, invece grazie appunto alla sua azione multi sito (altro non fa che ustionare i miceli e le ife dei funghi) ad oggi presenta ancora una elevatissima efficacia.

Di converso non sarebbe più possibile basare la difesa fitosanitaria con solo rame, mantenendo gli standard e le modalità attuali.

 

Cosa aggiungere quindi ? Una soluzione potrebbe essere data, guarda caso, dagli ogm. La produzione in laboratorio di varietà resistenti o "adattate" ad un complementare diserbante è forse la più rapida ed efficiente strada; forse anche la meno costosa se consideriamo come un costo (anche ambientale) l'inefficacia dovuta ai conosciuti casi di resistenza.

 

Non credo si possa poi escludere completamente, tra le cause delle resistenze sviluppatesi negli anni, l'imperizia più o meno in buona fede di tecnici ed operatori del settore. Motivo in più, qualora ancora non bastasse, che dimostra come l'assistenza tecnica in agricoltura sia cosa imprescindibile e le leggerezze si pagano poi con gli interessi. Il tempo del fai da te deve finire.

 

 

WorldDistn.GIF

 

ACCaseDist.GIF

 

0207208.jpg

Modificato da Mapomac
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Ospite albe 86

Purtroppo nel riso è già da qualche anno che combattiamo contro una popolazione di una ciperacea (il mucronatus) resistente agli ALS inibitori. Ed il problema è che fino all'anno scorso si poteva utilizzare un diserbante, il propanile, che era molto efficace per il controllo di queste infestanti resistenti perchè, in miscela con ormonici (MCPA), consentiva un loro più facile "ingresso" nelle piante infestanti. Venuto a mancare il propanile sono state fatte svariate prove con ormonici a dosaggi molto più elevati, anche più che doppi rispetto al passato in combinazione col propanile, senza però ottenere i risultati sperati.

Il brutto delle resistenze, così come accade anche per le malattie a livello umano, è che se ti capita un'infestante resistente, ma che ha una scarsa rilevanza a livello mondiale, viene trascurata perchè la ricerca si concentra in altre parti dove i ritorni economici sono più rilevanti.

Se ci mettiamo poi che assurde leggi ci stanno privando delle poche "armi" che ci erano rimaste per difenderci dalle avversità, la situazione appare davvero molto critica.

Come se non bastasse la ricerca moderna per i diserbanti del riso si sta incentrando completamente sullo sviluppo di diserbanti ALS inibitori, che stanno rapidamente generando resistenze vista l'impossibilità pressochè totale di variare meccanismo d'azione.

Nella risaia italiana si stanno sviluppando anche giavoni resistenti agli ALS inibitori (es Viper, Beyond, Nominee), e sfortunatamente in alcuni casi si stanno sviluppando giavoni resistenti ai soli altri due giavonicidi con differente meccanismo d'azione (ACcasi) che sono Aura e Clincher.

Penso che la rotazione, ad esempio con soia, possa migliorare di molto la situazione, fermo restando però la quasi impossibilità su certi tipi di terreni di fare rotazione con gli appezzamenti sistemati a risaia.

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  • 1 anno dopo...
  • 2 mesi dopo...

Su riso e mais in effetti la situazione è alquanto grave, il bello delle resistenze delle infestanti è che non sono omogenee e spessola colonizzazione parte dai bordi e dalle rive degli appezzamenti.

Il vero problema è la rotazione, il passato sed-aside che ha aumentato la seed bank e la biodiversità genetica delle infestanti, l'abbandono dei terreni e delle aree incolte con degrado delle lavorazioni e della pulizia sempre più sommaria (Ambrosia e le autostrade), la 414/03 troppo restrittiva e spostata sui post-emergenza (il Facet che era abbastanza buono e sfuggiva alle resistenze per meccanismo alternativo, è stato tolto), le alterne vicende e le leggende sul molinate e molti pre-emergenza su riso e non ultimo il mancato controllo sulla genetica e il mappaggio delle resistenze con l'arrivo di nuove infestanti e di nuovi genotipi da altri continenti (l'Amaranto resistente al glyphosate dagli stati Uniti e il problema tutto italiano della Portulaca).

Purtroppol'agricoltura è sempre più interconnessa ad un territorio urbanizzato, degradato perchè mal manutenuto, boschi dove c0è dentro di tutto, il problema delle aree incolte dove c'è di tutto, canali, ferrovie, scali, autostrade che non sono più ne puliti ne tosati costantemente e puntualmente...ogni fonte di nuovi semi è fonte di nuova biodiversità non proprio positiva per noi. L'eccesso di lavorazioni su sodo ripropone anche in Italia tutti i problemi statunitensi e il rafforzarsi di malattie oltre che di infestanti ormai da decenni ridotte. Magari retrocedono le ruderali ma si rafforzano tutte le perennanti.

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Il bentazone nel riso e nelle leguminose è tornato ma non si può basarsi solo sui post-emergenza. Gli Scirpus o lisca o cipollini sono ormai ubiquitari, come equiseto sono usciti dalle classiche zone umide, sono favoriti dai diserbanti totali e dalla mancanza di rotazione nonchè dalla pulizia dei fossi e dalla sottovalutazione della replicazione tramite seme e quindi aumentando la diversità genetica e la Fitness.

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I principali nemici del riso sono crodo che si sviluppa solo dove si mette il riso tutti gli anni e d il giavone sia bianco che rosso...per il crodo o si fa una finta semina o é veramente difficile da combattere...il giavone meno...ma mi pare da quest'anno non sia piú legale il bim uno degli erbicidi fondamentali per il riso...

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I principali nemici del riso sono crodo che si sviluppa solo dove si mette il riso tutti gli anni e d il giavone sia bianco che rosso...per il crodo o si fa una finta semina o é veramente difficile da combattere...il giavone meno...ma mi pare da quest'anno non sia piú legale il bim uno degli erbicidi fondamentali per il riso...

 

Si parlava in termini generali comunque in realtà anche per il riso non è proprio così semplice la situazione.

Il numero di giavoni in questi ultimi anni è aumentato con nuove specie dall'America, le Commelline dall'oceania. C'è il problema delle infestanti equatoriali come le Heterentere. Il Crodo ha aquisito molte resistenze a un numero sempre crescente di p.a., se uno facesse un giretto tra Trecate e la Lomellina tra Breme, Cozzo, Robbio si vedrebbero bene genotipi di crodo e alismatacee molto molto resistenti, anche nel milanese si vedono bene giavoni e panicum, ma anche leersia resistenti. Soprattutto data la tale resistenza anche molto invasivi e che fruttificano molto. La maggior resistenza la sta acquisendo la Sorghetta, molte accessioni tollerano bene la sommersione persino, si adatta al modificarsi delle tecniche colturali.

Spesso come dicevo, sembra che i giavoni resistano perchè semplicemente sono giavoni diversi da quelli che avevamo conosciuto fino a pochi anni fa, i giavoni rossi o americani sono molto spesso più difficili da combattere indipendentemente dalla resistenza.

Il fatto è anche un'altro, tutte queste infestanti sono ottime badanti del punteruolo acquatico americano del riso e nel caso della leersia sono serbatoi di afidi e virosi.

 

Il BEAM è un fungicida non insetticida, è legale solo sotto deroga della durata di tre mesi previo decreto legge di deroga, come il Propanile...forse la con-fusione fra i due comunque il principio legislativo è lo stesso.

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Il crodo ha una capacita di resistenza del seme che dura 10-12 anni e non marcisce neppure nelle arature medio profonde 40-50cm, pare che ci sia solo in risaia ma molto spesso resiste anche nei mais e nei frumenti non trattati in post-emergenza con graminicidi. Percui il seme ha una durata tale da garantire una popolazione anche nelle rotazioni vista anche la notevole scalarità delle nascite che durano fino ad ottobre inoltrato, poi molti crodi, essendo risi inselvatichiti, si incrociano e si ibridano con i risi domestici, quindi hanno un notevole campionario di resistenze e di precocità, ci sono crodi che maturando scalarmente fanno seme fertile fino a fine novembre.

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  • 2 settimane dopo...

Ecco altro esempio di loietto resistente al gliphosate, qui siamo a circa 10 km da casa mia, da un amico agricoltore, terreno che è stato rippato dopo grano, e 15 giorni fa disseccato con 4 kg/ha di gliphosate, che ha fatto fuori sia il grano rinato che le infestanti a foglie larghe, ma loietto resistente è bello verde......

 

20130429136722877793394.jpg20130429136722878104742.jpg20130429136722879770221.jpg20130429136722880200820.jpg20130429136722881357999.jpg20130429136722888447401.jpg

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Generico ma, a quelle dosi di solito il loietto si polverizza, tranquillo che anche se fosse stato platinum sarebbe cambiato ben poco, qui da noi c'è un area dove c'è questo loietto resistente che non muore con il gliphosate, ogni anno dosi sempre crescenti, anche date in 2 volte ma niente da fare, si ferma un po' e poi riparte. Unico modo è l'aratro, oppure aggiungere del 30-0-0 insieme al diserbo.

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12389d1366460704-resistenze-agli-erbicidi-un-problema-da-non-sottovalutare-foto0530.jpgnella zona dove sono io questa erba la trovo ovunque nel grano nelle fave e sulla , non sapiamo che erba sia chi sa il nome?

 

O è senape bianca o è colza, sicuramente una crucifera-brassicacea. Non è detto che non sia resistente al glifosate, senza necessariamente essere ogm. La natura va spesso più in la del lavoro umano...ha una convergenza di vedute, spendento meno.

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Io ho sempre fatto le miscele per far la pulizia delle stoppie soprattutto sulle perennenti e sulla sorghetta NON HO MAI USATO GLIPHOSATE PURO, ma sempre in miscela con almeno un ormonico o con Arian+ solfato ammonico da 5 al 6% per inacidificare bene+ un pizzico di urea anche solo 1 Kg su 100-200litri per dare sprint alle infestanti...e bruciarle prima e bene. POi soprattutto in annate come queste un bel litro o due di olio parafinico, non tanto l'olio bianco perchè veicola male il Glif. Non ho mai lesinato un bagnante come L'ETRAVON. In Risaia o dove poi seminavo il frumento aggiungevo anche il Solfato di rame mai oltre il quantitativo di legge per aumentare l'effetto sull'acidità ed evitare le alghe, nonchè aumentando l'effetto che ha sulle infestanti e come elemento fertilizzante...sembra un'eresia ma funziona...se non è zona di vite o frutteti, basta essere in linea della direttiva rame mai oltre i 5 Kg/ettaro/anno di Rame metallico puro. Così facendo ho sempre avuto pulizia anche delle infestanti da sempre tolleranti come la Portulaca oleracea, sono arrivato spesso a mangiarla dalla disperazione...perchè in effetti è un'orticola fuggita.

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Adesso c'è il Canfentrazone o Spothlight da abbinare al gliphosate. Una volta per tutte smettiamo di usare il Diquat...per pietà dei radicali liberi.

Si possono abbassare le dosi di gliphosate a rischio e pericolo se e solo se si colpiscono le infestanti nel momento giusto, con il loiettio in fioritura o in botticella è un peccato diserbare vale per quasi tutte le graminacee, meglio trinciare o foraggiare, dopo sul ricaccio foglioso se si è costretti lo si diserba. il totale dalle mie parti è riservato a tutte le perenni, il resto è comodo sovescio per l'antico vomere, meglio se integrato da congrue deiezioni animali che evitano il blocco dell'azoto...e delle paglie. Azoto-Azoto è sempre Lui.

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  • 3 mesi dopo...

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