Vai al contenuto

Messaggi raccomandati

la giornata e' quando una coppia di buoi riesce ad arare in un giorno , e ora indicativamwnte e' quanto riesce ad arare un 100cv in un ora

Mogli e buoi dei paesi tuoi...

 

Il buon Junker potrà sicuramente correggermi, ma mi sembra che anche lo Iugero, antica misura romana, corrisponda al quantitativo di terreno arato in una giornata da una coppia di buoi...corrisponde però a circa a 1/4 di Ha, ovvero 2500 m2

Link al commento
Condividi su altri siti

Fatto comune l'arrotondamento, Paolo.

Idem da noi \" 3 tornature un ettaro\" o \" 3 libbre un Kg \" ma i valori reali son ben diversi.

A Udine per un periodo dovrebbe essere stato addottato catastalmente anche il sistema Imperiale Austriaco.

 

Rispolverando i miei ricordi di estimo pur non essendo utilizzato dovrebbe essere ancora in vigore.

Relativamente al discorso misure confermo quelle dette da Paolo

3500 m2 = 1 campo friulano (cjamp)

In alcune zone del pordenonese e del basso friuli 1 campo è pari a 3200 m2 e in alcuni comuni confinanti con il Veneto popolati dagli ex mezzadri e colini veneti si utilizzano le pertiche 1 pertica = 1000 m2.

Link al commento
Condividi su altri siti

tornando alle misure terriere in cui e' basato il lavoro di aratura degi animali , l'acro se nn sbaglio e' la terra lavorata da una coppia di cavalli da da TPR e dovrebeb corrispondere a circa 4050mq , e poco si distanzia dalla giornata pimeontese e dal campo friulano

Link al commento
Condividi su altri siti

Gianpi, me i testi danno, giusti i 3505 mq per il campo di Udine , vecchio valore in mq 5217 per il campo di San Vito, Maniago e Pordenone.

La pertica che invece citi dovrebbe essere la pertica censuaria in 330.8 passi pari a 1000mq.

 

GGyno, l'acro storicamente è rapportato al lavoro di un paio di buoi.

Qui lo vedi anche graficamente rappresentato

acre

con i cavalli ha a che fare solo perchè il suo lato più lungo denominato furlong è misura usata nel mondo delle corse ippiche.

Link al commento
Condividi su altri siti

Complimentoni a Junker per questa interesantissima ricercaO0, comunque qui nel Padovano l'unità di misura campo (3862 mq) è molto usato sia nella parlata comune sia dai vari commercianti, rappresentanti di sementi, alimentaristi, contoterzisti ecc... Un altra unità di misura tipica è il SCHEO (che è il soldo di moneta) che indica la lunghezza è pari a circa 1 centimetro.

Molto bello evidenziare le nostre particolarità locali :)

Link al commento
Condividi su altri siti

L'indicazione di scheo eccola qua, Kikko, anche se questa data di conio è sicuramente successiva a quella che ha portato nella parlata Veneta ad indicare comunemente il denaro

" in schei"; ...scheidemünze.....

http://mek.oszk.hu/01900/01903/html/cd7/kepek/tortenelem/to492sf304.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti

Struttura costruttiva delle vecchie misure.

Inizio con quelle per gli aridi.

E’ molto facile che in giro per casa abbiate alcune di queste vecchie misure, magari ora usate quali porta ombrelli o cestini getta carta.

Geometricamente in genere, dalle piccolissime alle grandi, sono confermate a cilindro od a tronco di cono; in alcuni casi sono invece fatte come bacinelle con manici.

Escluso questo ultimo caso le prime due forme possono essere costruite sotto queste forme:

Lamiera ribattuta

Scavate in tronco di legno ( le più antiche ed anche nel moderno le più empiriche)

In tavola di legno ripiegata a cerchio

In legno rivestito integralmente di lamiera

A doghe in legno e cerchiate in ferro come le classiche botti.

( tipologia di fabbricazione questa comune anche a quelle conformate a mastello).

Ora, se all’esterno v’è la classica targhetta in lamierino rame od ottone indicante il valore in litri sappiamo benissimo a cosa equivalgono e che non sono , pur potendo essere anche costruite nell’800, misure antiche.

Andiamo invece ad esaminare gli altri metodi di indicazione.

Nelle più importanti è comune, od incise a punzone sul ferro od a fuoco sul legno, notare i simboli dello Stato.

Ad esempio le Chiavi di San Pietro per lo Stato Pontificio, i 3 Gigli di Borbone per il Regno delle Due Sicilie , il Leone di San Marco per i Serenissimi Domini e così via.

Ed a volte anche l’indicazione di valore.

Ma non sempre.

Sigilli di prima fabbricazione e verifica e di verifiche successive poi sono comuni ( in difetto di questi è segno che la misura era usata solo per uso proprio e non poteva essere adoperata in verun commercio o transizione) ma non così l’indicazione di valore e spesso nemmeno quella dello stato essendo presente solo quella della città.

Come stabilire di che misura si tratta e di che paese è se non abbiamo questi elementi?

Semplice; ove trattasi di configurazione perfettamente geometrica , armarsi di metro e calcolare il volume con le apposite formule.

Essendo il litro equivalente al decimetro cubo se fuoriesce valore paritario si ha subito la corrispondenza; pur non essendo bollata, la misura è tarata sul nuovo sistema metrico decimale.

Se invece vi son frazioni ecco che la misura è invece più antica o quantomeno proveniente da paese estero che ha ( o potrebbe tuttora avere) proprio sistema ponderale.

Sistema più empirico ma perfettamente funzionale, specie per le misure di forme particolari o per quelle che, come consentito in alcuni Stati Italiani pre unitari consentiva l’apposizione all’interno di un inserto fisso ( ma bollato e solidale) per modificare il volume e quindi il valore della misura è quello di disporre di un contenitore tarato con scala a litri.

Prendendo del cereale si riempie fino all’orlo (tantissime misure poi hanno applicato superiormente l’apposito profilato trasversale posto alla medesima altezza dei bordi; la buona misurazione richiedeva che, colmata la misura, con un regolo perfettamente diritto si procedesse a farlo scorrere su di essi; l’eccedenza sarebbe caduta fuori dalla misura ma nel contempo si sarebbero palesate eventuali mancanze) indi lo si travasa nel contenitore graduato secondo l’attuale sistema per stabilire la reale portata del vecchio attrezzo.

Modificato da Junker
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 11 mesi dopo...

Prendo spunto da un discorso cominciato in altra sede, per postare qui alcune delle unità di misura del terreno 'locali', cioè presenti e valide (anche se non riconosciute ufficialmente) nelle nostre zone d'origine...chi vuole puo indicare quelle che conosce,

 

Avvalendomi del Manuale d'Agricoltura Hoepli preso a prestito, comincio io e mi rifaccio al discorso di cui prima, (in metri quadrati):

 

Ravenna tornatura 3417.66

Forlì tornatura 2383.45 (=100 pertiche)

Aviano campo 4291.00

Belluno campo 1000.00

Feltre campo 4210.00

Verona campo 3047.94

" campo censuario 3002.64

 

Per le altre zone d'Italia, vedo tomolo, biolca, giova, starnello, staio, rubbio ecc ecc io mi son fermato qui poi se interessa ne mettero altri, gli ultimi 5 li ho messi per far capire quanto uno stesso nome possa corrispondere a metrature anche ben differenti

Link al commento
Condividi su altri siti

Interessante questa discussione...

Dalle mie parti gli appezzamenti di terra sono molto piccoli e come unità di misura non convenzionale si usa la pertica. Fino agli anni '60 prima della meccanizzazione agricola era facile che un appezzamento di una decina di pertiche fosse condiviso da più proprietari e quindi nasceva il bisogno di suddividerlo in parti ancora più piccole: la tavola.

Se vi interessa sapere qualcosa di più su queste unità di misura ecco il link di wikipedia:

 

Pertica (unità di misura) - Wikipedia

Tavola (unità di misura) - Wikipedia

 

Saluti

Link al commento
Condividi su altri siti

In merito invito chi legge , qualora ne avesse consistenza nell'archivio di famiglia, a rintracciare ed a leggere i vecchi atti notarili di compravendita di appezzamenti terrieri dei propri fondi.

Non sarà nessuna eccezione se nei rogiti datati all'incirca sino a metà 900 troverà indicati, quasi un secolo dopo l'adozione ufficiale nel Regno d'Italia del sistema metrico decimale, pure espressa la consistenza equipollente nel sistema antico locale e relativi sottomultipli.

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 1 anno dopo...

Nella mia zona, parte orientale della provincia di Taranto, gli appezzamenti sono generalmente medio-piccoli e come unità di misura si usa il tomolo che corrisponde a circa 6600 mq, ma varia da zona a zona nel brindisino corrisponde a 2000 mq, con un tomolo e mezzo convenzionalmente si fa un'ettaro. Come unità più piccole

1 menzetto=1/2 tomolo quindi 3300 mq

4 stuppieddi=1 menzetto quindi 825 mq

 

alla prossima!

 

P.s. complimenti a Junker!

Link al commento
Condividi su altri siti

Inviato (modificato)

t102176_resized-alim0001.jpg

 

Questo è la base di buona parte delle misure agrarie del Regno di Napoli, Barbarian, il Palmo.

Poi valori diversi a non finire come scrivi nei vari paesi , revisioni, le ultime più significative in ordine di tempo quelle del 1809 e del 6 Aprile 1840 per tentare di unificare il tutto.

Ma come pur tu riporti, e nonostante l'imposizione successiva del metro nel 1861, seppure empiricamente ancora i vecchi valori sono rammentati e quantificati.

 

Dimenticavo...il Tomolo era pure nel Regno delle Due Sicilie l'unità di misura per aridi con la quale veniva compravenduto il grano ed ogni cereale, legume etc.

Corrispondenza attorno agli odierni 55,5 litri.

Ora non so chi di voi si ricorda della stadera con lungo bicchiere cilindrico con tagliole con la quale fino a pochi anni fa veniva controllato il peso specifico del frumento all'atto della vendita o conferimento.

Il tomolo aveva la stessa funzione solo che non era tutto conglobato in un unico strumento; serviva ed il recipiente legale equivalente a detta misura e la bilancia o stadera parimenti vidimata.

Misurato il tomolo raso di frumento il cereale poi veniva pesato e doveva corrispondere a ponderazione pari a 48 rotoli ( anche se vi sono autori che dan 50).

Il ragguaglio in parità dava prezzo pieno; minori valori invece ribassi sul prezzo.

Modificato da Junker
Link al commento
Condividi su altri siti

Grazie Junker per le ulteriori informazioni è sempre bello imparare qualcosa di nuovo. Comunque le misure da me riportate corrispondono all'incirca ai primi anni 20' del novecento, poi per gli aridi ho sentito dire che un tomolo era un quantità variabile in quanto con un tomolo di frumento ci dovevi seminare un tomolo di terra.

 

Saluti!

Modificato da barbarian
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 9 mesi dopo...

Mi complimento anche io con Junker,bellissimo post

 

E devo correggere il collega Mapomac

- Pertica piacentina 762,02 m2

 

La pertica piacentina è 769,23 m2,arrotondato ovviamente a 769,circa 1/13 di ettaro.Se trovo delle info posto anche le sottounità di misura,che ovviamente ora non si usano più visto che si ragiona per superfici estese,visto che lavorare meno di una pertica a giorno d'oggi è dura!

:ciao:

Link al commento
Condividi su altri siti

Cipa, mi permetto di notare che il valore della pertica che indichi ( pertica che va divisa in tavole, piedi, once ed atomi ) è il valore ufficiale della pertica Pavese mentre quello indicato da Mapomac è l'ufficiale Piacentina.

Attenzione però; sicuramente pure tu sei nel giusto in quanto era comunissimo in tutt'Italia come già riportato che comuni di un mandamento non seguivano le misure del capoluogo e ne avevano di località vicine quando non proprie; vi sono casi di minuscole frazioni di poche decine d'abitanti che addirittura su tal falsariga non seguivano le comunali.

Essendo Pavia confinante tranquillamente i due valori indicati potevan coesistere ed a dirla tutta nella attuale consistenza del mandamento Piacentino non eran sole ; ve ne era un altra, la pertica di Bobbio di mq 789 e dispari.

Soppressa questa realtà autonoma nel 1923 parte del territorio con alcuni comuni vennero aggregati a Piacenza ma mantennero sicuramente nell'uso non ufficiale i propri valori ponderali e di misurazione.

Link al commento
Condividi su altri siti

Uhm mi metti in difficoltà..io sono sul confine con Parma, anche se rimango dalla parte giusta,quella piacentina :perfido: e da noi si usa tuttora questa misura, come anche nei comuni vicino al mio, per le lavorazioni e tutto il resto. E' anche vero che la differenza è minima, comunque come dici tu, variano tanto le unità di misura da comune a comune che può darsi che qui si usi la stessa pertica pavese e verso Piacenza si usi la misura piacentina.

:ciao:

Link al commento
Condividi su altri siti

Partecipa alla conversazione

Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Sono consentiti solo 75 emoticon max.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Pulisci editor

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

×
×
  • Crea Nuovo...