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Om 50r: Storia di un restauro


apozzo

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Salve a tutti!

Mi permetto di aprire questa nuova discussione per illustrare a coloro che avranno la bontà e la voglia di leggere quanto segue il restauro, tutt’ora in corso, del mio amato trattore OM 50R. Con questa discussione non voglio assolutamente insegnare nulla a nessuno ne ergermi su un ipotetico piedistallo, la voglia è quella di confrontarmi con tutti voi e di creare uno strumento che possa essere di aiuto a quanti volessero intraprendere il restauro di un vecchio trattore agricolo.

 

 

-OM, perché?

Sono sempre stato convinto che ognuno di noi non sia altro che il risultato dell’educazione e della struttura familiare entro la quale è nato e cresciuto. La mia famiglia, fino a 25 anni fa circa, aveva come attività principale lo svolgimento di aratura e trebbiatura conto terzi. L’attività aveva avuto inizio negli anni ’40 con l’acquisto di un Fordson a petrolio con il quale si aravano i nostri terreni e si faceva occasionalmente il favore a qualche amico nelle zone limitrofe.

La svolta arriva nel 1954 con l’acquisto dell’OM 35/40CL e di un aratro Giorgi, prima in comproprietà con un vicino di casa e successivamente (2 anni dopo) riscattati interamente. Il trattore (uno dei primi cingolati in assoluto ad arrivare nella provincia di Campobasso), a detta dei miei familiari più anziani, non veniva praticamente mai spento e svolgeva lavoro di aratura fino a 50 – 60 km da casa (distanze siderali per i tempi!!!). Nei primi anni ’60 al fido OM viene affiancata una Trebbiatrice Bubba con 60 cm di battitore. L’accoppiata funziona per 10 anni dopo di che viene acquistata un’altra trebbiatrice, sempre Bubba, modello LP 80. Il 35/40 lavora instancabile con le due trebbie fino all’inizio degli anni ’80 quando ormai anche da noi le nuove tecnologie avanzano, rendendo poco economico e redditizio l’uso della trebbiatrice. Da quel momento il 35/40CL viene utilizzato solo in famiglia e tutt’ora ne vado fiero ed orgoglioso, in quanto testimonianza “vivente” della storia della nostra famiglia e degli innumerevoli sacrifici fatti per tirare faticosamente avanti! In tutti questi anni soltanto manutenzione ordinaria ed il rifacimento (1 volta) di catenarie, rulli e frizioni di sterzo.

Scusatemi per questa lunga premessa ma mi sembrava l’unico modo per spiegare, a grandi linee, il perché della mia “patologica” passione per questi straordinari trattori!!

 

 

- OM R: la caccia!

All’inizio del 2005 decido, tutto a un tratto, che devo prendere un OM a ruote, a tutti i costi!! Ancora oggi non so per quale motivo ma tant’è e così mi metto a caccia dell’esemplare giusto! Prima batto la mia zona:

Trovo un paio di 35/40R poco originali e con magagne più o meno ben nascoste dai vecchi proprietari (monoblocchi crepati, pezzi mancanti, motori non originali ecc. ecc.) ed un 50R con retroescavatore e lama apripista…recuperi impossibili!! Lascio stare.

Poi inizio a spostarmi:

Vado in Puglia, Campania, Abruzzo, Lazio e Toscana! Niente di niente! Esemplari taroccati e pasticciati a prezzi folli!! Il tempo passa e inizio sinceramente a sfiduciarmi…possibile che non riesco a trovare un OM a ruote che faccia al caso mio??!!

Poi, una sera di Gennaio dell’anno successivo (2006), mi arriva una mail di un signore di vicino Fidenza che ha da vendere un OM 50 a buon prezzo in quanto deve prendere un trattore più moderno! La mail è generica e non riesco neanche a capire se si tratta di un modello cingolato o a ruote. Dopo una mia richiesta di spiegazioni, mi scrive di nuovo dicendomi che si tratta di un OM 50 a ruote che lui ha comprato usato nel 2000 dai figli del defunto proprietario. La macchina era stata ferma per anni e non era funzionante per problemi di alimentazione. Per cui lui ha dovuto completamente rifare la pompa e gli iniettori dopo di che il trattore è andato immediatamente in moto e lo usa regolarmente. Ora però ha bisogno di un DT in quanto la zona collinare in cui vive non gli consente di utilizzare un monotrazione. Alla mail allega 2 foto (ed un video):

i5038_om.jpgi5039_om0.JPG

Mi innamoro all'istante ma tergiverso....un pò perchè cosciente del fatto che il trattore è comprato “al buio” (non potevo in quel momento andare sul posto per motivi personali) un pò per il pagamento anticipato che il venditore esige! Poi però penso: “va be, male che vada e mi tira fuori altri problemi so come muovermi e un pò di esperienza con questi motori ce l'ho! LO PRENDO!!

Così, da casa mia, organizzo tutto: contratto il prezzo (1200 euro) e chiamo un tizio fidato per il trasporto (500 euro); 5 giorni dopo la bisarca è in viaggio verso casa mia con il 50R sopra!!

 

 

- L’arrivo a casa:

Quando vedo il 50R per la prima volta le emozioni sono fortissime! Il trattore è spettacolare anche se le condizioni estetiche sono pietose: la ruggine è in stato molto avanzato, anche se quasi esclusivamente sulla parte posteriore e sui 4 cerchioni. Sicuramente il trattore è stato lasciato alle intemperie con un telone soltanto sulla zona motore; infatti i cofani, le lamiere e il propulsore non sono minimamente intaccati dalla ruggine. Ad un primo attento sguardo viene confermata l’impressione che avevo avuto in foto: il trattore è completamente originale! Nessun tarocco, nessun pezzo mancante, tutti gli accessori originali dell’epoca.

Andiamo a prendere il trattore con il Solaris di famiglia: 1 metro di traino ed il 50R è in moto…musica celestiale per le mie orecchie, sono al settimo cielo!

i5040_om2.JPGi5041_om3.JPGi5042_om4.JPG

 

continua..............

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Miglior contributo in questa discussione

Miglior contributo in questa discussione

ciao Apozzo...ormai sono mesi che ti seguo...forse anni...:):)....e ti faccio i miei vivissimi complimenti perchè la tua passione ed il modo con cui condividi le tue esperienze è un qualcosa di unico e da ammirare!!!...perchè non metti anche una foto del tuo cingolato che tutti sappiamo dsarà il tuo prossimo restauro???? O0O0

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Ringraziando umilmente per i complimenti, vado avanti in questo resoconto scusandomi per la lungaggine....

 

- La stima:

E’ il 13 Febbraio del 2006 ed ho a casa mia il tanto agoniato OM 50R!!

Una volta a casa, parcheggio il 50R sotto il portico e passo ad una stima più attenta delle condizioni del trattore. Il vecchio OM è completo, ora posso confermarlo al 100%. Ci sono i copribatteria, la ruota anteriore destra originale (il trattore è arrivato con la ruota di una Jeep in quanto quella originale era bucata), la targa, il vecchio libretto e 2 batterie seminuove, il tutto in una cassa di legno “allegata” al 50R. Il trattore ha i 2 fanalini di posizione sotto i fari anteriori, il “dispositivo supplementare di traino” per l’attacco degli attrezzi (offerto ai tempi come “optional” dalla casa), la marmitta sottocarro originale e le ruote alte (con il cerchione da 36). Inoltre la pompa gasolio ha ancora i sigilli del pompista che l’ha revisionata (cera o qualcosa del genere), sia sul coperchio pompanti sia sul tappo di regolazione della mandata del gasolio: è la conferma che effettivamente il lavoro è avvenuto.i5157_om6.JPG

In ultimo il sollevatore: è del tutto originale e funziona perfettamente!

Man mano che vado a constatare la pressoché totale completezza della macchina, cresce in me la felicità di aver preso un OM originale in tutto e per tutto! Sono davvero contento!

Certo non è che manchino le note dolenti…il trattore in moto fuma azzurrognolo, la ruggine è moltissima (solo più tardi avrei capito quanta!!), il monoblocco è imbrattato dall’olio motore che viene sputato fuori dal contaore (nulla di grave…meno male!!), lo strumento acqua ha il capillare tranciato mentre il manometro olio è invaso dal lubrificante fino a metà del vetrino, i pneumatici anteriori sono devastati e quelli posteriori, nonostante abbiano un ottimo battistrada, presentano numerosi piccoli taglietti sulla spalla.i5159_om42.JPGi5160_om5.JPG

Più in la avrei avuto altre numerose sorpresine, ma in fin dei conti me lo aspettavo….avevo comprato un trattore del 1958, mica una fiammante Porsche Carrera!!!

 

 

- Al lavoro!!

Vado a dormire carico di pensieri, sensazioni, ripensamenti!! Nel cuore della notte però l’illuminazione: “ho fatto bene, punto e basta!!!”.

L’indomani mattina si incomincia con i primi lavori. Un lavaggio accurato con l’idropulitrice e già il trattore sembra un tantino più decente: emergono tracce di arancione che mi rammentano come era il vecchio OM da giovane e mi incoraggiano a proseguire nei lavori.i5162_om7.JPGi5163_om8.JPGi5165_om9.JPG

Il lavaggio con idropulitrice non è un lavoro da sottovalutare: occorre essere molto molto puntigliosi per poter arrivare in tutti i più reconditi angoli del trattore. Non arrivereste mai a credere dove può spingersi la terra e lo sporco in un trattore con 50 anni sulle spalle!! Il lavaggio è stato effettuato con acqua calda (60°C) ed è durato oltre 2 ore. Mi sono aiutato con spatole, cacciaviti ed ogni possibile arnese che mi consentisse di arrivare a togliere terra e grasso da tutte le parti del trattore. Nel lavaggio consiglio sempre la rimozione o l’adeguata copertura delle “periferiche” elettriche (regolatore, dinamo o alternatore, motorino di avviamento, scatola portafusibili ecc. ecc.) e il preventivo controllo di tutte le zone da cui potrebbe introdursi acqua nel motore o nel cambio!

Lavato il trattore, prendo una decisione: visto che il motore non da particolari problemi, parto dalla carrozzeria!

 

 

- Inizia il restauro….riporto il metallo a “nudo”!

La prima cosa da fare è capire come procedere nella sverniciatura del trattore e nell’eliminazione della ruggine presente. Per le lamiere con scarsità o assenza di ruggine vanno benissimo le spazzole d’acciao a tazza applicate alla smerigliatrice angolare: lasciano il metallo perfettamente pulito e lucido, già pronto per la prima mano di antiruggine.i5166_om2.JPGi5167_om3.JPG

Per i pezzi con forte presenza di ruggine la storia è completamente differente: le spazzole a tazza sono troppo morbide: va via soltanto lo strato più superficiale della ruggine mentre il grosso resta li!i5168_Fanale202.jpg

Ci vuole qualcos’altro, qualcosa di più forte e risolutivo. Sento amici, conoscenti ed esperti del settore e il consiglio è quasi sempre lo stesso: sabbiatura!

Compro una pistola di quelle da abbinare al compressore (40 euro) e inizio ad informarmi sul tipo di sabbia da utilizzare. In questo caso le opinioni sono molto contrastanti ma alla fine opto per una sabbia metallica che non fa polvere ed ha un notevolissimo potere abrasivo: il Corindone Rossobruno (2,80 € / kg comprese le spese di spedizione). Si tratta di una sabbia che, una volta “sparata” sul pezzo da trattare, può essere recuperata e riutilizzata all’infinito. Ovviamente occorre mettersi a sabbiare in un luogo circoscritto (l’ideale è contro un muro) con un pavimento regolare così che sia possibile il recupero della sabbia dopo l’uso. La pistola andrebbe utilizzata con un compressore che eroghi almeno 700/900 litri al minuto d’aria; io ce l’avrei anche un compressore a scoppio con prestazioni di questo tipo ma lo uso costantemente sul lavoro e quasi sempre lontano da casa! Dunque devo adattarmi con 2 compressori elettrici collegati in serie (tot. 300 lt) che di fatto sono troppo piccoli per potermi consentire un lavoro rapidissimo!

Il trattore da tempo è sotto una tettoia, in un locale chiuso per tre lati dove potrò, anche nel periodo invernale, proseguire nello smontaggio e nella sverniciatura. Il primo pezzo che inizio a sabbiare è il cerchione posteriore sinistro: un dramma!!!!! E’ talmente invaso dalla ruggine che si sono creati dei buchi profondi anche 1 millimetro e mezzo!i5169_om10.JPG

Tuttavia non li voglio sostituire…da un lato mi spinge l’orgoglio di voler recuperare quanto più possibile del mio trattore, dall’altro mi spaventano i costi, sicuramente proibitivi, di due cerchioni posteriori (del tipo “alto”) in condizioni appena decenti! Di una cosa sono certo: la sabbiatura dei cerchioni posteriori del mio OM 50R è una cosa che, con i mezzi e le tecniche che ho utilizzato, non rifarò mai più nella mia vita!! Calcolando le ore di lavoro giornaliere, per ogni cerchione ho impiegato oltre 1 mese di lavoro!!i5171_om11.JPG

Roba da matti!! Questo sarà di insegnamento per la prossima volta: ci vuole necessariamente un buon motocompressore da 1000 litri/minuto!!! Non ci avrei messo neanche 1 settimana per entrambi i cerchioni!!

 

continua............................

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- Iniziano gli imprevisti…

Terminata la sabbiatura del primo cerchione, decido di dedicarmi al secondo! Rimonto temporaneamente la ruota sabbiata e mi preparo a smontare l’altra. Tutte le colonnette vengono via tranquillamente…eccetto una: è completamente piantata e non riesco in nessuna maniera a svitarla!! I tentativi da fare in questi casi sono molteplici:

  • Inondare di Svitol la zona da sboccare;
  • Applicare una prolunga (in genere un tubo) alla chiave;
  • Saldare una leva al bullone compromesso;
  • Forare nel centro il bullone per mezzo cm circa per poi saldare come se si volesse riempire il foro. Attendere il raffreddamento del pezzo e provare con la chiave;

Dopo aver provato ognuno di questi metodi senza ottenere risultati significativi, prendo una decisione che, a mio avviso, deve essere sempre considerata una sorta di “ultima spiaggia”: trancio la testa della colonnetta e faccio un foro da 11mm. Filetto il foro e agisco con un estrattore sinistro. Dopo mezza giornata di tentativi la colonnetta viene via in un mare di sudore!!!

 

 

- Lavori intermedi…

Purtroppo devo abbandonare i lavori di carrozzeria…le temperature sono troppo basse e non posso applicare il primer antiruggine: questi prodotti bicomponenti richiedono temperature di essiccazione di almeno 15 gradi ed io non ho luoghi chiusi in cui poter verniciare! Se ne parla in primavera…tanto sai quanto altro c’è da fare sul mio 50R!!

Prima di iniziare lo smontaggio, avevo provato il vecchio OM per 2 orette con la vangatrice che uso di solito sul Solaris: la portava a spasso come se non ci fosse ma mi ero letteralmente affumicato nelle operazioni di aggancio e sgancio dell’attrezzo! E’ il momento di risolvere il problema! Così, anche per non alienarmi a fare sempre lo stesso lavoro, inizio a “progettare” il tubo di scarico verticale:

- Innanzitutto faccio il gomito di scarico per invertire la direzione dei fumi:

Compro due curve in ferro 45° a saldare (3,00 euro) da 5,5 cm di diametro e le saldo in modo da ottenerne una a 180°.

- Poi passo alla flangia di montaggio sul collettore:

Compro una piastrina di ferro dello spessore di 0,7 cm (3,50 euro) e ci disegno sopra la forma della flangia con la guarnizione del collettore. Poi basta sagomare la flangia con una piccola smerigliatrice angolare.

- In fine la saldatura delle componenti:

Prima saldo il gomito alla piastrina e poi il tutto ad un bel tubo di 60-70 cm (rigorosamente senza silenziatore!!).

Ho speso 6,50 euro, mentre la richiesta minima dalle varie ditte cui ho telefonato è stata di 80 euro spese di spedizione incluse!!!! Alla fine….meglio così!!

i5553_scarico1.JPGi5554_scarico2.JPG

 

 

- Ancora imprevisti…

Finito lo scarico verticale, decido di far sgranchire un pò le gambe al 50R: rimonto alla meglio i pezzi strettamente necessari al funzionamento e metto in moto! Il rombo è favoloso e il nuovo scarico “libero” lo rende addirittura mostruoso! Tengo in moto il vecchio COD per un’oretta dopo di che decido di spegnere…neanche il tempo di farmi i complimenti per il nuovo scarico e mi accorgo che la pompa acqua perde copiosamente da una feritoia inferiore: che palle!!!

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Rimetto in moto e la perdita sparisce, spengo e la perdita ricompare! Ovviamente il movimento della ventola “nasconde” la perdita che poi si manifesta in tutta la sua entità a motore spento! Ovviamente la pompa è da smontare e revisionare: roba di guarnizioni! La sera seguente provo a smontare la pompa acqua e, come non detto, una delle 3 colonnette (quella su cui è anche montato il tendicinghia) è irrimediabilmente piantata! Tra mille imprecazioni provo di tutto e di più…nulla!!! Anche in questo caso devo tagliare e procedere con l’estrattore sinistro…altra mezza giornata andata via senza accorgermene! Una volta smontata la pompa, come se non bastasse, mi accorgo che i problemi vanno ben oltre la semplice guarnizione da cambiare: il premistoppa (la guarnizione di tenuta sull’albero della pompa) è distrutto, i cuscinetti sono tutti e 2 andati, l’albero è rigato e la girante presenta un’usura notevolissima proprio nella zona dove “batte” il premistoppa di tenuta! Praticamente da buttare!!

i5556_pompaacqua2.JPG

Non mi perdo d’animo:

- Sono molto addentro il settore cuscinetti per cui mi procuro facilmente i due che mi servono;

- Provvedo, con l’aiuto di un amico, a riportare il metallo mancante sulla “battuta” del premistoppa;

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- Faccio rifare l’alberino e ricompro il premistoppa;

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Con meno di 50,00 euro mi trovo una pompa praticamente nuova!

i5559_pompaacqua5.JPG

 

 

continua...........................

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  • 2 settimane dopo...

Attenti al……radiatore!

Qualcuno una volta ha detto: “i guai non vengono mai da soli!!”. Pur essendo un ottimista di natura e non avendo alcuna credenza superstiziosa o esoterica, questa volta devo capitolare: qualche sorta di maledizione deve essersi abbattuta sul mio OM 50R, e principalmente sull'impianto di raffreddamento!!

Il mattino seguente al riassemblaggio della pompa acqua è domenica…cosa c’è di meglio che testare il lavoro fatto e verificare l’assenza di perdite?? Armato di chiavi e arnesi vari, mi reco presso la rimessa in cui ho parcheggiato il 50R e rimonto la pompa. Faccio il pieno d’acqua nel radiatore e metto in moto…la pompa è OK e il motore gira come un orologio: l’acqua è già a 70 gradi dopo 5 minuti e la pressione olio è perfetta! Ah che soddisfazione…un attimo…e quella piccola pozzanghera sotto l’assale anteriore?!?! Mi chino sotto il trattore e in un istante mi rendo conto:

i6309_Radiatore202.jpg

il radiatore perde dalla vaschetta inferiore in 3 punti differenti e le gocce inesorabilmente finiscono a terra, lasciandomi per l’ennesima volta in preda ad una crisi di nervi! Mettendo a dura prova le mie doti di self control, vado a spegnere il motore e mi attrezzo per smontare il radiatore, comprese tutte le tubazioni ed i raccordi!

Una volta che ho i pezzi sotto mano mi appare subito evidente che tutte le tubazioni e i raccordi (a parte quella in cui è montato il termostato) sono completamente marce e da sostituire, mentre per il radiatore in prima analisi decido di rivolgermi ad uno specialista. I preventivi però sono impietosi: per saldare e chiudere le tre perdite servono 300 euro e io non ho alcuna intenzione di spenderli! Inoltre mi chiedo: “ma per quale motivo non dovrei essere in grado di farmelo da solo”?? Così nei giorni seguenti parlo con amici e conoscenti circa i prodotti da usare, le attrezzature necessarie e le tecniche di saldatura. Dopo una settimana sono (credo) pronto!!

Mi appresto a saldare con il mio minicannello professionale a due bombole (ossigeno e butano) e del Castolin: speriamo bene!

i6318_Cannello.JPG

E’ la prima volta che saldo un radiatore e sinceramente sono un po’ timoroso!

Spazzolo per bene la zona, applico il disossidante e inizio a saldare con delicatezza e precisione. A lavoro terminato posso procedere ad un ulteriore test di tenuta da cui evidenzio che le tre perdite sono scomparse del tutto! Ora però il problema è un altro: il radiatore perde dalla flangia che lo collega alla tubazione inferiore proveniente dalla pompa!!! Avrei dovuto prevederlo!!! Infatti mi ero già accorto che la flangia era fortemente corrosa e la ruggine aveva compromesso la sua planarità. Cio ovviamente impedisce il perfetto combaciamento radiatore - tubazione causando una copiosa perdita d'acqua dalla zona!

i6319_Radiatore.JPG

Inoltre, come non detto, uno dei prigionieri che fissano la tubazione al radiatore si trancia di netto mentre lo smonto per l'ennesima volta…è il momento di andare via…!!!

 

Passano un paio di settimane nella totale impossibilità da parte mia di intervenire sul vecchio 50R…il lavoro incombe e il tempo è davvero poco. Quando rimetto mano al trattore ho pressoché chiaro il da farsi: tranciare i vecchi prigionieri, spianare la flangia e ricostruire i nuovi prigionieri. E’ tempo di mettersi all’opera:

  • Prima di tutto sego via i due vecchi prigionieri;
  • Spiano la superficie della flangia con disco abrasivo abbinato ad una piccola smerigliatrice angolare;
  • Pratico due fori da 13mm in corrispondenza dei due vecchi prigionieri;
  • Riproduco i nuovi prigionieri tagliando la testa a due bulloni di inox;
  • Infilo i prigionieri nei fori e, con un'operazione assolutamente chirurgica, provvedo ad avvitare dall'interno 2 dadi (passandoli con il dito dal foro di ingresso dell'acqua) per ogni prigioniero in modo di fare un sistema dado e controdado. Non so, forse sarebbe stato meglio saldare i prigionieri ma ho preferito questo sistema per non compromettere la planarità della flangia;
  • Provvedo ad inserire la nuova guarnizione, la tubazione, le rondelle e i due dadi superiori;
  • Dopo un paio di orette torno per il test decisivo: riempio il radiatore d’acqua e metto in moto il motore: tiene alla grande, neanche un goccia persa!

E’ la fine di un incubo!!

Inutile cercare di rendere a parole il tempo impiegato, gli scatti d’ira, le imprecazioni.....la lezione imparata però è di quelle che mi serviranno nel proseguo: pazienza e ingegno sono due doti imprescindibili per chi affronta il restauro di un vecchio trattore d'epoca, sopratutto se versa nelle condizioni in cui è il mio!!

Pensare di farne a meno è, fidatevi di me, pura follia!!

 

ps

ci tengo a precisare che ovviamente nessuna maledizione ha colpito il mio caro vecchio OM!! Nulla avviene per caso e, purtoppo, i guai all'impianto di raffreddamento verificatisi sul mio trattore erano più che normali e assolutamente preventivabili: il CO2 è un motore straordinario e pressochè infinito, tuttavia, come tutti i raffreddati ad acqua, presenta usure e ossidazioni che interessano le tubazioni e le intercapedini del monoblocco. Inoltre i perni che tengono assieme basamento, monoblocco e testa attreversano zone di passaggio dell'acqua di raffreddamento per cui sono soggetti ad ossidazione e, nei casi più gravi, addirittura corrosione e spezzamento. Ciò è ovviamente imputabile al fatto che putroppo in passato ben pochi aggiungevano all'acqua di raffreddamento delle soluzioni anticorrosive e anticongelamento (gli odierni antigelo).

 

 

continua................................................................................

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- La scoperta!!

L’inclemenza delle condizioni atmosferiche non mi permette di lavorare sul mio OM…troppo freddo e troppo vento mi impediscono qualunque tipo di intervento sul vecchio trattore: sono fermo ai box!

A questo punto però potrei sfruttare il tempo libero nella risoluzione delle faccende burocratiche: il trattore ha i documenti ed io ho una scrittura privata firmata da me e dalla persona che mi ha venduto il 50R. Sono proprietario ma non intestatario per cui magari potrei provare a sondare il terreno presso la mia motorizzazione per vedere come devo agire per trascrivere l’intestazione sul libretto. Il tipo che me lo ha ceduto mi ha raccontato di averlo comperato dalla famiglia del primo proprietario dopo che questi era deceduto. Riguardo a quest’ultimo possiedo tutti i dati, compreso il numero di telefono! Ma allora….perché non telefonare chiedendo magari ai familiari di raccontarmi un po’ della storia di questo trattore che da così lontano avevo portato a casa mia?? Così, a distanza di 1 minuto, mi ritrovo con la cornetta all’orecchio in attesa che qualcuno mi risponda….al terzo squillo ecco la voce di una ragazza. Io mi presento dicendo di essere divenuto proprietario di un trattore che anni e anni addietro era appartenuto a quella famiglia e dall'altra parte mi sento rispondere: "ah si...se aspetta un attimo la faccio parlare con il diretto interessato!” Penso: “adesso mi passa il fratello che di certo ne saprà qualcosa di più!”.....la persona che mi risponde però ha una voce “vecchia”, anche più del mio OM 50R e non può essere il fratello della ragazza di prima!!! Quando si presenta capisco che qualcosa deve essermi sfuggito: è il primo proprietario!!! Ma non era morto???? Dopo qualche secondo di sbigottimento mi ridesta dai miei pensieri la voce del "resuscitato".....è gentile e cortese e mi spiega, evidentemente vivo e vegeto, che in realtà il passaggio di proprietà al secondo proprietario è avvenuto "a tarallucci e vino"il tipo che ha venduto a me il trattore se lo è intestato pagando una fesseria (400/500 euro) + una serie di futuri favori e doni! Risultato? Una volta ritirata la macchina, non si è fatto più vivo!! Un vero galantuomo!! Messa da parte l’amarezza per quella vecchia storia, il signor X (chiamiamolo così!), persona tra l'altro squisita e ragionevole (probabilmente grazie alla sua esperienza ultraterrena!) passa a raccontarmi, con mia somma gioia, tutta la storia della “Trattrice agricola OM 50 RA”:

Il trattore è stato acquistato nel 1960 nuovo. La macchina ha lavorato per 30 anni in strada con dietro una botte per lo spurgo di pozzetti cittadini. Saltuariamente, nel periodo estivo, il trattore ha fatto lavoretti di imballaggio e aratura (raramente). Lo scarso utilizzo in aratura mi è stato motivato dal fatto che, a detta del Signor X,il trattore è mal rapportato con il cambio e lavora o troppo lento o troppo veloce!. Subito però passa a cantarne le lodi: “è sempre partito a primo colpo e c’ha un motore infinito!!”. Mi ha anche detto che la macchina non ha mai fatto lavori pesanti e che il motore non è mai stato toccato ne mai sono stati riscontrati problemi! L'acqua nel radiatore è stata sempre tolta d'inverno e il sollevatore praticamente mai utilizzato! Mi ha detto che sono state semplicemente sostituite una volte le ruote posteriori e mai quelle anteriori. Freni e frizione mai toccati. Nel 1990 la ditta di spurgo è stata chiusa e il trattore abbandonato sotto il telo per 2 anni. Dopo di che la cessione al soggetto che me lo ha venduto e quindi a me.......

 

Chiudo il telefono con una sensazione di grande gioia: parlare con la persona che ha comprato e vissuto il mio trattore e sentire il suo racconto mi ha reso sinceramente felice e conscio della fortuna che ho avuto di poter sentire dalla viva voce del protagonista la storia del mio OM 50R! Ogni volta che vedo un vecchio trattore il rammarico più grande e quello di non poter sapere perché fu comprato, come venne utilizzato, perché poi fu abbandonato in una cascina ad attendere (spesso invano) la visita di un fanatico come me con la passione per questi vecchi, fantastici trattori!

 

 

 

Continua…………………………………………

Modificato da apozzo
ah...l'ortografia!!!
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Be, hai avuto molta fortuna! Comunque continua con la tua storia, ormai ci hai appassionato tutti! Certo che da come la scrivi e dalle sensazioni che trasmetti scrivendo, secondo me potresti scriverci un libro!

Bravo apozzo! Avanti cosi!

 

Ogni volta che vedo un vecchio trattore il rammarico più grande e quello di non poter sapere perché fu comprato, come venne utilizzato, perché poi fu abbandonato in una cascina ad attendere (spesso invano) la visita di un fanatico come me con la passione per questi vecchi, fantastici trattori!

Con quei pochi trattori "abbandonati" con cui ho avuto a che fare il discorso purtroppo era un altro: i vecchi proprietari non vogliono saperne di cederli! Ecco quindi che magari stanno 10, 20 anche 30 anni sotto alla pioggia, senza neanche un nylon sopra (almeno un po di dignità:cheazz: per chi ti ha permesso di mangiare per 20 anni). Capisco se uno lo tenesse almeno al coperto e ogni tanto lo mettesse in moto, ma certe volte sono proprio abbandonati............da galera.

 

Continua cosiO0

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Per un attimo ti ho visto col camice bianco e la mascherina che ricostruisci i prigionieri con la precisione chirurgica...................

 

Veramente ben fatto ti devo fare i complimenti perchè sembra di restaurarlo insieme il trattore....grazieO0:)

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Cerca di sbrigarti Apozzo cosi poi passiamo al mio nuffield...Complimenti per il restauro e per il dettagliato resoconto che ci fai.Appena finisci magari vengo a vederlo però non ti preoccupare non ti chiedo di provarlo,non sono esperto di power shift e cam pilot OM.A presto

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complimenti per il resoconto e il sentimento che metti nel raccontare come il tuo OM 50r stia risorgendo :) (e a quanto pare non è l'unico risorto; diciamo che per il secondo proprietario il primo era come se era morto!!!):nutkick:

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Posso?

 

Ti ricordi di me caro amico apozzo??!!

Alla fine dopo tanto tergiversare mi sono iscritto, il forum è proprio bello!

Un saluto a tutti gli utenti di questo forum ed in particolare a quelli che già ho conosciuto su un'altro forum... :fiufiu:

Da oggi ci sarò anche io a "farvi una testa cosi" con i mitici OM!

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Carissimi ragazzi...che ve lo dico a fare: Grazie mille dal profondo del cuore per i complimenti...l'unico modo che conosca per ringraziarvi a dovere è continuare a rompervi le balle con la mia "storia infinita".....l'unica differenza è che nel film il mezzo di trasporto era una sorta di cane volante mentre nel mio caso...l'ormai noto OM 50R: non vola ma tira che è una meraviglia!!!

 

- Quadro strumenti: dalle stalle alle stelle!!

Il freddo non da tregua e ormai devo rassegnarmi a fare lavori adatti alle condizioni atmosferiche! Uno sguardo al trattore e decido di optare per lo smontaggio del quadro e la verifica dei due strumenti. A motore in moto, il termometro acqua resta inesorabilmente fermo mentre il manometro olio segnala correttamente la pressione ma è per metà invaso dal lubrificante: davvero incoraggiante:AAAAH::AAAAH:!!!!

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Il termometro è del tipo meccanico a capillare: si tratta di uno strumento diffusissimo a quei tempi che rileva la temperatura grazie ad un bulbo contenente etere. Il bulbo, a contatto con l’acqua calda, innalza la pressione dell’etere facendolo “correre” all’interno del capillare fino al quadro di lettura dove ad una data pressione è associata una data temperatura dell’acqua.

Nel mio caso il capillare è tranciato per cui inevitabilmente l’etere è fuoriuscito e lo strumento è del tutto inservibile! Occorrerà cercarne uno nuovo…che peccato!!

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Lo strumento olio ovviamente deve avere una qualche tenuta rotta per cui il lubrificante, che normalmente dovrebbe giungere al manometro soltanto per far innalzare la lancetta in base alla pressione esercitata, riesce ad “attraversarlo” inondando il quadro di lettura e gocciolando vistosamente sulla cassetta porta-attrezzi: anche in questo caso non vedo altra soluzione che la sostituzione!

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Certo che mi dispiace un sacco, sai che brutto il quadro con su due di questi strumenti in plastica che si trovano adesso!!! Devo fare qualcosa….inizio a leggere in internet, a contattare esperti del settore, e a comperare libri sull’argomento: niente di niente!! Poi una sera finisco per caso nel sito internet di un anziano signore americano che descrive dettagliatamente (in inglese!!!) come ha effettuato il restauro del termometro a capillare della sua antica Plymouth!! Bingo!!! La traduzione non è un problema (l’Inglese era una delle mie materie preferite sin dalla scuole medie!!) e la spiegazione è fatta in maniera accurata e sufficientemente chiara!

Tre giorni dopo sono già a lavoro: armato di saldatore a stagno, disossidante e stagno a sufficienza, posso procedere al restauro del termometro:

 

In primo luogo mi procuro il materiale necessario:

o uno strumento meccanico (con capillare) nuovo di normale qualità (non ha senso spendere cifre folli!) da cui prelevare il tubo ed il bulbo. Costa sui 20,00 euro; i7120_acqua2.JPG

o un raccordo in ottone (ma va bene anche il rame) forato internamente con un diametro simile a quello del tubo capillare.

 

Poi inizio la procedura vera e propria:

Trancio il capillare dello strumento originale 10-15 centimetri dopo il quadro di lettura dopo di che inserisco il capillare per 3-4 mm nel raccordo e saldo a stagno.

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A questo punto passo a preparare una soluzione di acqua, sale grosso e ghiaccio. Inserisco poi il bulbo dello strumento “donatore” nella soluzione in modo che non possa assolutamente uscirne!! E’ vitale che il bulbo resti nella soluzione durante tutta la durata dell'operazione altrimenti l'etere contenuto nel bulbo fuoriuscirà all'esterno inficiando tutta l'operazione!!.

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Trascorsi una decina di minuti, trancio il capillare dello strumento donatore nei pressi del quadro (per avere più tubo possibile) e lo inserisco per 3-4 mm nel raccordo cui avevo precedentemente saldato il capillare dello strumento originale. Saldo a stagno anche questa estremità e ricontrollo più volte l’esito della saldatura: infatti è assolutamente vitale che questa sia effettuata ottimamente altrimenti l'etere potrebbe fuoriuscire rendendo del tutto inutile il lavoro fatto!

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Con un po’ di ansia e timore metto il bulbo in una scodellina con dell’acqua in ebollizione e constato che la temperatura si attesta sui 100 °C: che gioia!!! Il termometro funziona di nuovo!!!!

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In questo contesto colgo l’occasione per una raccomandazione di importanza cruciale: l'etere è INFIAMMABILE!!!! Per questo tutte le prove vanno fatte in ambiente ampio e areato! Vanno evitati contatti diretti della zona saldata con fiamme e fonti di calore o scintille! In special modo se non si è sicuri di aver fatto una saldatura a regola d'arte!!!!!

Il giorno seguente mi dedico al termometro olio: un dedicarsi che significa fondamentalmente attaccarsi al telefono e chiamare i vari demolitori e ricambisti di mia conoscenza! Dopo varie risposte negative trovo un anziano demolitore romagnolo che possiede un vecchio manometro smontato da un OM 50C…dalle foto sembra uno schifo! Ho qualche alternativa?? Direi di no! “Pagherò in contrassegno” dico al Signore e così, 4 giorni dopo, ho anche il manometro a casa mia!

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Ha la cornice rovinata e il vetro sbiadito ed ingiallito dal tempo, inoltre è pieno di ruggine. Però funziona bene ed è questo che mi interessa! Tanto ho già deciso che rifarò i vetrini e rivernicerò gli strumenti….è tempo di prendere le misure! Smontate le cornici e tolta la guarnizione, i vetrini dei due strumenti vengono via facili facili! Con il campione vado in vetreria e li faccio rifare. Intanto elimino la ruggine e rivernicio i due strumenti. Qualche giorno mi chiamano dalla vetreria dicendomi che i vetrini sono pronti: portati a casa e montati a loro posto non resta che ammirare i due strumenti nuovi di zecca!! Come piace a me!!!

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a prestissimo…………………………………………..e un sincero augurio di buon Natale a tutti voi e alle vostre famiglie!!!!

 

ps

Dino, ma che piacere mi fa vederti qui!!!! E adesso...un bel riassunto dei lavori sul 45R.....stiamo già aspettando!!!!

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- Lo smontaggio continua…e gli imprevisti pure!!

Il sabato e la domenica, con buona pace (mica tanto!!) della mia ragazza, sono ormai diventati i “giorni del 50R”! Mi alzo la mattina di buon ora e subito mi metto al lavoro per stabilire quali saranno i lavori da completare nel fine settimana; un po’ come i videogames di quando ero piccolo: si va avanti di obiettivo in obiettivo fino alla fine del gioco! Questa volta l’attenzione ricade sul sedile e relativa staffa di montaggio. Prendo le chiavi e mi reco in rimessa, sarà un gioco da ragazzi: smonto la “culla”, tolgo il perno di montaggio della staffa e smonto il supporto montato sopra la scatola del cambio. Tolta agevolmente la culla, mi appresto a svitare i due dadi che tengono il perno: pensavo peggio! Un paio di martellate e vengono via con facilità.

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Mi appresto ora a sfilare il perno: prendo il martello ed un pezzo di legno per non fare danni alla filettatura e inizio a martellare con forza….niente di fatto! Il perno resta li senza muoversi di un millimetro!! Va bè che sarà mai: un po’ di svitol e viene via facile facile! Manco a parlarne!! Nell’arco di una mezz’oretta le provo tutte ma il perno non ha alcuna intenzione di uscire dal supporto!!

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Ma possibile che non ce ne sia una che va liscia dall’inizio alla fine??!! A quanto pare è possibilissimo visto che, da quando ho iniziato a smontare il vecchio, non ho praticamente mai avuto il piacere di effettuare un’operazione senza incappare in intoppi e imprevisti di ogni sorta! Ciò tuttavia deve avermi temprato non poco…riesco perfino a prenderla sul ridere!! E chi l’avrebbe mai detto!?

Sta di fatto che in mezza giornata non sono ancora riuscito a sfilare il perno e la voglia di sorridere sta nettamente cedendo il posto ad malsano desiderio di urlare qualsiasi sorta di imprecazione!! Sicuramente il perno deve essersi deformato a seguito dei movimenti semicircolari che la staffa del sedile è in grado di compiere e ora non riesce più a passare per il foro di montaggio! Dopo questa considerazione mi sovviene anche la soluzione immediata del problema: trancio il perno con la smerigliatrice e sfilo la staffa…un altro pezzo da rifare/ricomprare che si aggiunge all’ormai lunga lista stilata fino ad ora!! Una volta disassemblato il sedile, con la spazzola svernicio il supporto e la staffa. Per la culla ci vorrà un lavoro accurato in quanto c’è un buco di ruggine molto vasto e occorrerà tagliare e risaldare oltre alla sabbiatura assolutamente necessaria a causa della fortissima ossidazione! Probabilmente converrebbe trovarne una usata messa meglio ma, sentiti amici e conoscenti, non troverei niente di meglio di ciò che ho già a casa mia!!

La domenica mi decido a smantellare l’impianto elettrico: non funziona praticamente niente e inoltre sono stati aggiunti gli indicatori di direzione anteriori, una presa di illuminazione per il rimorchio e gli stop posteriori.

E’ il momento di fare piazza pulita! Il groviglio di fili è enorme e sicuramente chi ha fatto il lavoro non era propriamente un mago! E’ tutto molto pasticciato e di salvabile c’è poco o nulla! Hanno persino bucato il quadro in ghisa per aggiungere l’interruttore per le frecce, oltre ad un altro interruttore di cui non ho mai capito la funzione!!!!

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Dopo 2 ore di lavoro il trattore è “pulito” e dovrà passarne di tempo finché non verrà dotato di un nuovo, e funzionante, impianto elettrico!

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Continua……………………….

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Caro Apozzo, stai facendo un lavoro eccelso. Son sicuro che, un giorno, questa tua "relazione" diventerà una sorta di "bibbia" per l'Appassionato Restauratore! :)

 

Come ho gia detto in altre occasioni, secondo il mio punto di vista esistono vari livelli di restauro; il tuo si puo' definire certamente un RESTAURO con tutte le lettere maiuscole. Ti ammiro.

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  • 4 settimane dopo...

Ciao ragazzi e buona Domenica a tutti!

Voglio ringraziarvi tutti per i complimenti che mi fate e che sono assolutamente immeritati! Ci tengo a dirvi che ho finalmente risolto i miei problemi di connessione e posso tornare a scrivere regolarmente sul forum! Sono davvero contento!!

 

Detto questo, proseguo nel mio racconto senza troppi preamboli:

 

Il cambio olio e la voglia ritrovata.

Sono passati ormai un anno e quattro mesi da quando ho portato a casa il vecchio 50R ma la fine dei lavori mi appare lontana come un’oasi nel Sahara! Cammino, cammino, cammino ma la meta si allontana ad ogni passo nella sua direzione: sistemo una cosa e ne vengono fuori altre tre da mettere a posto! In questo frangente vivo un momento di particolare sconforto dovuto principalmente alla mancanza di risultati a breve termine: il trattore è completamente smontato (non dimenticherò mai le parole di mio cugino la prima volta al cospetto dell’OM: “e questo che è?”) e faccio una fatica enorme ad immaginarmi il momento del riassemblaggio!

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Si tratta, lo capirò poi, di fasi fisiologiche in un restauro lungo e laborioso come quello che sto affrontando! Basta però anche un piccolo successo quotidiano per riappropriarsi improvvisamente di quella voglia e di quell’entusiasmo che soltanto poco tempo prima sembravano sbiaditi o persi del tutto. Nel mio caso la molla che fa ri-scattare il desiderio sopito di proseguire nel restauro si manifesta in un caldo pomeriggio di maggio. Vi chiederete cosa mai sia potuto accadere? Nulla di particolare!! Dopo aver passato tutta la mattinata a smontare il corpo del filtro olio, sostituendo la cartuccia e pulendo accuratamente le lamelle dell’autopulitore con benzina e diluente, è tempo di sostituire l’olio motore.

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Prima di acquistare il lubrificante mi riduco praticamente alla follia! Chiedo schede tecniche, mi consiglio con vecchi meccanici, ascolto i rappresentanti e parlo con tutti quelli che mi capitano a tiro! Alla fine della fiera, la scelta ricade su un olio minerale (Tamoil) con le seguenti specifiche: SAE 15W50, API SJ/CD, ACEA A2 B2.

Niente di che a dire il vero, soprattutto in considerazione delle caratteristiche avanzatissime dei moderni lubrificanti sintetici e altamente detergenti, ma largamente soddisfacenti per un motorone come il CO1 montato sul mio vecchio OM. La scelta ricade su un olio di questo tipo in virtù di tre considerazioni:

 

o Innanzitutto la viscosità. I motori della generazione CO1 sono risaputamente soggetti a trafilamento d’olio dalle fasce (soprattutto nella marcia a freddo e a minimo) dovute alla difficoltà di portare in temperatura le camice in umido. Considerando anche l’usura di un motore con 50 anni sulle spalle, mi sembra sensato optare per un lubrificante con un indice di viscosità abbastanza alto;

o In secondo luogo il periodo di costruzione. La considerazione è quasi banale nella sua semplicità: confrontare le specifiche dei lubrificanti impiegati nel 1958, anno in cui OM lancia sul mercato il 50R, con quelle degli oli motore commercializzati oggi sarebbe come paragonare un tozzo di pane alla mensa del refettorio con un cenone di capodanno!!! Dunque anche un olio minerale con specifiche medio – basse, come quello che poi ho scelto, sarà tranquillamente in grado di soddisfare i bisogni di un motore costruito quando tali specifiche non erano neanche lontanamente immaginabili;

o In fine l’impossibilità di utilizzare oli detergenti. I moderni oli sintetici e semisintetici ad altissimo potere detergente hanno caratteristiche tali da staccare facilmente le morchie e i depositi d’olio che si formano con il tempo nei motori, soprattutto in quelli più datati. Ora, mentre tali proprietà risultano di grande aiuto e supporto nei propulsori di oggi, possono d’altro canto risultare deleteri per motori mai revisionati che hanno girato 50 anni con oli simili al succo di frutta alla pera! Le morchie e i depositi si staccherebbero ed entrerebbero in circolo creando danni gravissimi alle fasce, ai cuscinetti, alle bronzine ecc. ecc.

 

A questo punto ho l’olio! Con 10 kg provvedo a riempire la coppa mentre 1 kg andrà a sostituire la melassa che trovo nel filtro aria, chissà da quanti anni era li: una sorta di reperto archeologico! Sono quasi le quatto del pomeriggio e mi viene in mente un’idea che nel breve volgere di un quarto d’ora sta già iniziando a materializzarsi! Rimonto il radiatore, faccio rifornimento di acqua e gasolio, spurgo l’impianto di alimentazione e verso le sei sono pronto alla messa in moto. Mentre vado a prendere il rudimentale avviatore a 24V che ho costruito, mi coglie un pensiero che sa più di preoccupazione: sono praticamente 7 mesi che non lo metto in moto! Partirà, non partirà…chissà quale sorpresa avrà in serbo per me il vecchio 50R questa volta!! Ebbene il tempo di attaccare i cavetti e dare il contatto e il CO1, senza la minima esitazione, inizia il suo canto! Solo un po’ di fumo all’inizio, poi marcia regolare e ad ogni colpo di acceleratore un grido nell’aria! Eccola, la molla che stavo aspettando!! In dieci minuti gli ho già perdonato tutto: la ruggine, le perdite, i filetti distrutti, i bulloni bloccati, i conti del ricambista! Ora è in moto e la maniera in cui canta basta e avanza a ringraziarmi di tutto!

 

continua………………………………………

Modificato da apozzo
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Inizia il “ciclo di verniciatura”…finalmente un po’ di colore!!

Le temperature sono diventate alte e costanti durante il giorno: le condizioni ideali per iniziare la verniciatura! La passione per le macchine, le moto e in genere tutte le “cose vecchie” mi ha portato ad imparare nel corso degli ultimi 5 anni molto riguardo al cosiddetto “ciclo di verniciatura” e dunque ora che devo apprestarmi a trattare i primi pezzi del 50R la materia ha per me ben pochi misteri. Non che io voglia definirmi un esperto (lungi da me….niente altro che un appassionato!) ma le ore ed ore di prove con prodotti, attrezzature e condizioni differenti avrebbero insegnato il mestiere anche ad uno di quei bei somari che non è raro trovare nelle zone di montagna del mio caro Molise!

La scelta sul ciclo di verniciatura da applicare sul vecchio OM ricade su prodotti bicomponenti in quanto le tecnologie con cui sono pensati e realizzati gli conferiscono due importanti pregi:

 

  • Innanzitutto sono più facili da applicare. Si tratta di prodotti che asciugano in tempi molto rapidi e, cosa ancora più importante, vanno “fuori polvere” in maniera quasi immediata. Ciò rende possibile la verniciatura anche a chi, come me, non è dotato di un forno di essiccazione. L’importante è che nell’ambiente in cui si procede alla verniciatura sia presente una temperatura superiore a 15°C;
  • In secondo luogo hanno un’ampissima durata e resistenza alle intemperie. Si tratta di caratteristiche dovute fondamentalmente alla composizione chimica di questi prodotti, dotati, tra l'altro, di resine epossidiche e pigmenti anticorrosivi.

Dopo aver sabbiato e/o discato i pezzi da trattare, per prima cosa li lavo in modo accurato con diluente (esistono anche sgrassanti appositi per chi volesse) per prepararli adeguatamente a ricevere la prima mano di primer epossidico bicomponente. Con questo nome si identifica un particolare fondo anticorrosivo che viene applicato sulla lamiera nuda e garantisce una prima e fondamentale protezione contro la ruggine. Inoltre ha un gran potere riempitivo e fornisce un’ottima base di ancoraggio per le vernici successive. Si tratta di un prodotto bicomponente in quanto va proporzionalmente dosato con un apposito catalizzatore (ogni marca ed ogni prodotto di una stessa marca ha uno specifico catalizzatore) che consente al primer di asciugare in tempi sorprendentemente rapidi. Alcuni, per risparmiare, mi consigliano di saltare il primer e dare direttamente un fondo di aggrappaggio su cui successivamente stendere l’arancione. Io di contro non li ascolto nemmeno: due mani di primer sono vitali per la buona riuscita di un ciclo di verniciatura e nessuno potrebbe farmi cambiare idea!

Quando ho tutto il materiale a portata di mano, per prima cosa preparo i cavalletti e i vari supporti su cui domani posizionerò i pezzi da verniciare. Potrebbe sembrare una sciocchezza, ma ho imparato a mie spese quanto sia fondamentale collocare i pezzi alla giusta distanza tra loro in modo da potervi accedere comodamente con la pistola e il tubo del compressore. Per rendere l’idea basti soltanto dire che le prime volte più che un verniciatore sembravo un contorsionista del Circo Orfei!!. Sono inoltre consapevole che la preparazione del primer richiede un certo tempo dovuto all’assoluta necessità di precisione nel dosaggio della vernice e del catalizzatore. Per non fare errori dunque cerco di predisporre tutto il giorno prima in modo che la mattina seguente dovrò dedicarmi esclusivamente alla preparazione e all’applicazione della vernice.

L’indomani è tempo di verniciare! Lascio passare le prime ore del mattino e alle 8.00 sto già verificando l’attrezzatura: il bilancino per pesare primer e catalizzatore è pronto, il compressore è stato “spurgato” dall’acqua, caricato e tarato sulle 6 atmosfere e la pistola (il primer che sto utilizzando richiede ugello da 1.8) è già in posizione con calza di nilon applicata a mo di filtro per colare la vernice pronta. Posso iniziare! I primi pezzi sono la mascherina anteriore e il cofano motore: non so perché ma sono teso, va bè, passerà! Ovviamente vernicio prima la zona non esposta (quella interna per capirci) e poi, dopo una mezz’ora, il lato a vista! Si tratta di uno stratagemma banale quanto utile: verniciare prima la zona interna consente infatti di girare il pezzo in sicurezza, di poter sempre porre riparo in caso di problemi di qualunque natura e di riporre il particolare per l’asciugatura completa poggiato dalla parte non in vista.

Man mano che la mascherina, il cofano, le fiancatine, i fari e gli altri particolari “rinascono” sotto i colpi della mia pistola, “l’ansia da risultato” lascia il posto ad una contentezza pressoché totale: vedere quelle lamiere, fino a qualche mese fa ridotte ad un cumulo di ferraglia arrugginita, tornare a tingersi di vernice colorata (certo non è che il grigio topo del primer sia fantastico!) mi lascia presagire lo spettacolare vestito arancione che tra molto tempo, ma non troppo, tornerà ad indossare questo vecchio, grande trattore!

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Continua……………………………………………

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  • 3 settimane dopo...

Barattolo dopo barattolo….la verniciatura prosegue!!

L’estate è nel pieno e non mi sembra proprio il caso di esitare: ogni giornata libera è dedicata alla preparazione e alla verniciatura (per ora soltanto le due mani di primer) dei particolari via via smontati dal vecchio 50R. Sotto la mia pistola passano il serbatoio con relativo supporto, il volante, i mozzi ruota anteriori, alcuni perni, i tubi di aspirazione e pressione del sollevatore e altri pezzi di minuteria.

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Quando è il momento dei cerchioni anteriori, mi rendo immediatamente conto che non è possibile la preparazione “classica” con le spazzole metalliche…troppo invasi dalla ruggine! La prima domenica libera preparo dunque l’attrezzatura per sabbiare e inizio il lavoro: bastano dieci minuti e mi rendo conto che non c’è alcuna possibilità di salvarli! Anche con la sabbiatrice non riesco a rimuovere completamente la ruggine e, visto il lavoro che sto facendo, non mi va affatto di improvvisare e ritrovarmi magari tra due anni con i cerchioni pieni di bolle e fioriture.

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“Vaccinato” ormai contro ogni possibile risposta (sia riguardo alla reperibilità che, soprattutto, riguardo al prezzo!), mi attacco alla cornetta per sentire i “soliti noti” che commercializzano pezzi di ricambio per trattori d’epoca. Con mia notevole sorpresa i due cerchioni sbucano quasi subito e sia il prezzo (80,00 euro entrambi) che le condizioni in cui versano sono ottime! Dopo aver visto le foto ed essermi accordato sulle modalità di pagamento, inoltro l’ordine e mi metto in attesa…nel frattempo hai voglia quante cose da fare!!

Inizio con la scatola dello sterzo: distacco il tirante, smonto i due “cappelli” che la fissano al corpo macchina e la tolgo dal trattore. Nell’incavo dove era alloggiata la scatola fino a due minuti prima trovo di tutto: un nido di passero, una colonia di larve e l’equivalente di una balletta di fieno…mi sa che non devono averlo usato spessissimo negli ultimi anni il vecchio OM!!

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Mi ero accorto sin da quando avevo portato a casa il trattore di un certo gioco dello sterzo e di una copiosa perdita d’olio dalla boccola conica posizionata nella parte superiore della scatola: è il momento di porre rimedio, o quanto meno di provarci…due minuti dopo ho già le mani nella cassetta degli attrezzi!!

Per prima cosa tolgo l’olio dalla scatola. Beh, a dire il vero definire olio la poltiglia rossastra che viene fuori dal tappo di scarico è quanto meno avventato: più simile (ma di certo meno buono!!) ad uno di quei sughetti al ragù che rendono più lieto il pranzo della domenica! Detto questo, posso forse meravigliarmi? Non credo proprio: smontare mezzo trattore per cambiare neanche un litro d’olio è impresa da pochi certosini manutentori, non facilmente avvicinabile alla concezione che 50 anni fa si poteva avere di manutenzione. Inoltre credo che neanche oggi sarebbero in molti ad avventurarsi in una operazione di questo tipo: è un po’ come scalare l’Everest a piedi per recuperare una barretta di cioccolato: meglio il supermercato!! A parte le battute, mi chiedo davvero come abbia fatto OM a trovare un modo tanto complicato per posizionare la scatola dello sterzo! Va bè, tornando a noi, una volta svuotata la scatola posso iniziare lo smontaggio e la pulizia dei componenti. Il sistema di sterzo è semplice e ingegnoso: nella scatola è alloggiato un settore elicoidale in bronzo su cui agisce la vite senza fine. Il sottore elicoidale è connesso ad un albero che termina con un millerighe su cui è calettata la leva che trasferisce il movimento al sistema di bracci e tiranti che di fatto consentono alle ruote anteriori di girare.

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La vite senza fine è “guidata” da due cuscinetti a rulli conici, tra l’altro in ottime condizioni, posizionati tra l’inizio e la fine della stessa. La regolazione del gioco è invece affidata ad una serie di spessori posizionati sotto il coperchio inferiore e sul lato della scatola e che agiscono rispettivamente sulla vite senza fine e sul settore elicoidale.

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Dopo aver lavato con benzina e sverniciato la scatola, rimonto tutto e provvedo a registrare il gioco: domani ho un altro pezzo da verniciare!!

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Continua……………………………..

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  • 2 settimane dopo...

Ciao Apozzo!!!

non perderti d'animo!!!! vedrai che quando arriverai alla finesarai il più felice del mondo!!! IO per restaurare il mio piccolo CASE R ho impiegato 3 anni!!!! Un anno solo per cercare tutti i pezzi del motore....

Complimenti per i lavori svolti fino ad adesso!!! Continua così!

 

Ciao,

Dodo

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