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La raccolta si avvicina: previsioni e speranze.


MCT

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Scusami ho pure scritto male il nome...

Appena vado in campo metto foto,il problema che erano piccole,non avevo un anno quando le ho piantate;le ho pure coperte ma non è servita!

le piante sono ancora disponibili pe l'acquisto? quanto costano?

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Sì sono convinto anch'io oggi la gente ha troppa paura del freddo e della xylella che le piante muoiono do verticillosi... tra i due litiganti il vecchio morbo spazza nel silenzio. La verticillosi purtroppo è l'eccezione che conferma la regola, malattia che va a nozze anche in rotazione.

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Qui visto che il freddo non è un problema, ci ha pensato una strana malattia a distruggermi gli alberi.

Punte delle foglie marroni e rametti secchi.

 

Se riesci metti foto,per capire piu o meno come sono ridotti

 

le piante sono ancora disponibili pe l'acquisto? quanto costano?

 

Provo a sentire il vivaista che me li ha venduti lo scorso anno e cerco di capire se ne ha in magazzino!

 

Comunque ora che mi sono ricordato ho circa 10 piante vicino casa di varieta don carlo,con circa 6 anni di eta,e sono completamente pelate....tutte le foglie a terra..ora mi viene da sorridere perche dicevano che resistevano al freddo.

Da noi il leccino ha resistito piu di tutti!

Modificato da Toso
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  • 2 settimane dopo...
  • 2 settimane dopo...

Mondo dell'olio d'oliva italiano in ginocchio: danni per un miliardo di euro

Pochi i territori immuni: alberi seriamente danneggiati, cascola delle gemme, defogliazione, raccolti futuri compromessi si registrano in gran parte degli uliveti italiani dalla Liguria alla Calabria, passando per Toscana, Lazio e Campania

 

Un miliardo di euro di danni tra produzione dimezzata, grave crisi dell’indotto e drastica riduzione delle giornate lavorative.Mondo dell'olio d'oliva italiano in ginocchio: danni per un miliardo di euro

Pochi i territori immuni: alberi seriamente danneggiati, cascola delle gemme, defogliazione, raccolti futuri compromessi si registrano in gran parte degli uliveti italiani dalla Liguria alla Calabria, passando per Toscana, Lazio e Campania

 

Un miliardo di euro di danni tra produzione dimezzata, grave crisi dell’indotto e drastica riduzione delle giornate lavorative.L’olivicoltura italiana è in ginocchio dopo le gelate del mese di febbraio che hanno colpito tutto il territorio nazionale.

 

Le stime dei danni sono di CNO (Consorzio Nazionale degli Olivicoltori), Unasco e Unapol, che in queste settimane hanno analizzato gli effetti nefasti provocati dall’ondata di freddo anomalo che si è abbattuta sull’Italia nelle scorse settimane.

 

Pochi i territori immuni: alberi seriamente danneggiati, cascola delle gemme, defogliazione, raccolti futuri compromessi si registrano in gran parte degli uliveti italiani dalla Liguria alla Calabria, passando per Toscana, Lazio e Campania.

 

Particolarmente colpito è il cuore dell’olivicoltura nazionale, la Puglia, nella zona compresa tra le province di Bari e Bat, che vedrà una riduzione superiore al 50% della produzione olearia nella prossima campagna.

Un’altra mazzata, dunque, che si aggiunge all’avanzata ancora incontrastata della xylella, giunta ormai alle porte della provincia di Bari.

 

“La situazione è drammatica, molto più grave di quanto si potesse immaginare - hanno sottolineato i Presidenti Gennaro Sicolo (CNO), Luigi Canino (Unasco) e Tommaso Loiodice (Unapol) - Abbiamo atteso l’arrivo della primavera per quantificare i danni sui territori che sono davvero spaventosi”.

 

“È un dramma nazionale, una vera e propria sciagura per l’olivicoltura italiana che rischia di ripercuotersi non solo per la stagione che verrà, ma anche per quelle successive”, hanno continuato i rappresentanti della produzione olivicola nazionale.

 

“Chiediamo l’attivazione di tutte le misure possibili a sostegno degli olivicoltori seriamente colpiti dalle gelate, a partire dalla richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale nelle zone maggiormente interessate su tutto il territorio nazionale - hanno rimarcato CNO, Unasco e Unapol -. Chiediamo interventi come la sospensione degli oneri previdenziali a carico delle aziende agricole colpite e la sospensione dei rimborsi delle rate di mutui e prestiti agrari”.

 

“Il Ministero dell’Agricoltura ed il prossimo governo si attivino per programmare un concreto supporto all’olivicoltura nazionale”, hanno concluso i Presidenti dei tre più importanti consorzi della produzione olivicola italiana.

 

http://www.teatronaturale.it/m/articolo.php?id=25915

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Bhe credo che per una volta i danni agli ulivi saranno pagati perche veri e non fasulli come gli anni passati. Qui da me molti son rimasti fregati specie chi ha potato prima. Io ho aspettato, e magari non faccio in tempo a finire di potare, ma credo di aver fatto bene visto che ce ne ho rimesse solo 6 piante che comunque erano in una posizione proprio brutta brutta.

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Più che verticillosi è brusca, visto che tutte le foglie hanno l'apice bruciato.

Negli altri appezzamenti che risultano esenti da malattia, si prevede una scarsissima annata.[ATTACH]33674[/ATTACH]

Ma ci sono diverse segnalazioni non è solo lui molti quest'anno e l'anno scorso hanno calcato la mano con azoto e quindi sono andati in squilibrio, associaci la cronica mancanza di boro o il blocco nei terreni italiani e il danno è fatto. La brusca è più tipica del sud sud e sono un insieme di funghi e di ceppi diversi perché la brusca di oggi non sono i ceppi di una volta ed il pericolo che si passi brusca qualcosa di più inquietante un po' ....pauca.

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  • 2 settimane dopo...

A rischio un terzo dell'olio d'oliva pugliese

Tra le zone più colpite le province di Bari e Bat, aree fondamentali per il settore con circa 130mila ettari olivetati e una produzione media pari a 4,2 milioni di quintali di olive

 

La Puglia è una delle regioni che ha fatto registrare i danni maggiori a causa dell’eccezionale ondata di gelo e neve dello scorso febbraio.

 

Tra le zone più colpite le province di Bari e Bat (Barletta-Andria-Trani), aree fondamentali per il settore con circa 130mila ettari olivetati e una produzione media pari a 4,2 milioni di quintali di olive.

 

Secondo l’ultima stima effettuata da Unaprol, comunicata in occasione del Villaggio Coldiretti a Bari, in queste province i danni provocati dal maltempo rischiano di compromettere circa il 40% della produzione della campagna olivicola 2018/2019.

 

“E’ un momento molto difficile per il settore, la stima dei danni aumenta costantemente e le continue segnalazioni che ci arrivano dagli olivicoltori sullo stato di salute delle piante sono veramente preoccupanti – spiega David Granieri, presidente di Unaprol - Con il calo stimato nella province di Bari e Bat si rischia di perdere quasi un terzo della produzione della Puglia nella prossima campagna olivicola. Stiamo parlando di una regione che fornisce circa il 50% dell’olio italiano, quindi è facile intuire quali pesantissime conseguenze ci potranno essere su tutta la filiera. La situazione è grave e va affrontata subito, snellendo le procedure burocratiche ma soprattutto rifinanziando il piano olivicolo nazionale”.

 

di C. S.

 

pubblicato il 02 maggio 2018 in Pensieri e Parole > Associazioni di idee

 

http://www.teatronaturale.it/m/articolo.php?id=26021

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  • 3 settimane dopo...

Domanda. Ora i miei olivi sono in fiore. Anzi stava già iniziando a cadere. La pioggia dei giorni passati può avere diminuito le probabilità di impollinazione ? Da venerdì dovrebbe iniziare una settimana di venti da sud-est anche moderati. Pensate sia passato il pericolo o devo ancora tenere incrociate le dita?

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Domanda. Ora i miei olivi sono in fiore. Anzi stava già iniziando a cadere. La pioggia dei giorni passati può avere diminuito le probabilità di impollinazione ? Da venerdì dovrebbe iniziare una settimana di venti da sud-est anche moderati. Pensate sia passato il pericolo o devo ancora tenere incrociate le dita?

 

Tempo umido o addirittura di piogge prolungato in piena fioritura non vanno d'accordo, così come le forti sciroccate.

Incrocia le dita. Che cultivar??? L'anno scorso hanno prodotto? E quanto. Per me quest'anno poca roba ; alberi in forma smagliante ma poco o nulla mignolatura dopo il carico dell'anno scorso.

Ciao hyspa.

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Tempo umido o addirittura di piogge prolungato in piena fioritura non vanno d'accordo, così come le forti sciroccate.

Incrocia le dita. Che cultivar??? L'anno scorso hanno prodotto? E quanto. Per me quest'anno poca roba ; alberi in forma smagliante ma poco o nulla mignolatura dopo il carico dell'anno scorso.

Ciao hyspa.

 

Le cultivar dovrebbero essere tonda di cagliari e bosana credo. Sono due oliveti messi dai miei nonni e quindi so solo come le hanno sempre chiamate i miei in sardo. L'anno scorso hanno prodotto poco o nulla. Le poche piante che hanno prodotto erano vicino ad un terreno di carciofi e l'acqua anche da lontano si è fatta sentire. Io le volevo innaffiare in primavera verso marzo ma ho dato retta ai miei...quando mai innaffi olivi di 80 anni..ed invece avrebbero lavorato. Ok allora incrocio le dita. Non li ho neanche lavorati ancora e mi devo muovere perchè sono terreni partuicolari

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@ superbilly Irrigazioni alla fioritura, ad allegagione, ad indurimento nocciolo(+/- quattro, cinque interventi). Ovviamente alla bisogna.

 

Le avrei volute innaffiare verso marzo perchè l'inverno scorso non aveva piovuto molto e prevedevo che le piante arebbero arrivate in fioritura in condizioni non perfette considerando anche che sono piante molto grandi. Poi le avrei innaffiate anche in estate ma piante del genere se innaffiate in primavera e lavorate avrebbero reso anche con due sole innaffiature. Va be pazienza. Quest'anno ad esempio non so se tengono il fiore ma se le lavoro ora dubito che soffriranno la sete in estate.

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  • 5 settimane dopo...

[h=1]Coldiretti Puglia: calo di produzione del 50-60% per clima pazzo e Xylella[/h]

Primi 6 mesi di annata agraria tra luci e ombre, messa a dura prova da maltempo e Xylella, ma con dati economici delle esportazioni sempre in crescita.

Già l’annata agraria 2017 aveva recuperato terreno rispetto all’anno precedente, con una crescita della PLV (Produzione Lorda Vendibile) del 15,07%, tornata a superare nuovamente i 3 miliardi di valore, a dispetto della tropicalizzazione del clima.

Speriamo che, come avvenuto l’anno scorso, l’agricoltura pugliese recuperi, perché il 2018 non si è aperto nel migliore dei modi proprio a causa del clima impazzito che finora ha provocato già quasi 2 miliardi di euro di danni”, ha dichiarato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, aprendo l’Assemblea sociale.

Bombe d’acqua, trombe d’aria e violente grandinate da febbraio ad oggi si sono abbattute sulla Puglia, facendo salire la conta dei danni che, secondo Coldiretti Puglia, dagli ortaggi, agli oliveti, dai mandorleti ai ciliegeti, dai vigneti al grano.

Le tre province di Bari, BAT e Foggia, raccoglieranno meno olive, con punte fino al 50 % di diminuzione– ha continuato Cantele – mentre nel Salento il crollo sfiorerà il 60% a causa della Xylella”.

La nostra economia olivicola, settore portante per l’agricoltura pugliese perderà quasi 1,8 miliardi di euro nelle province di Bari, BAT e Foggia, mentre 1,5 miliardi di euro nel Salento per colpa della Xylella”, ha precisato Cantele. “Siamo fortemente preoccupati che la brusca diminuzione di olio extravergine pugliese – ha lanciato l’allarme Cantele – faccia crescere ancora le importazioni di olio dall’estero, perché al danno si aggiungerebbe la beffa di sofisticazioni e contraffazioni. Se si vuole acquistare un ‘vero’ extravergine ‘made in Italy’ bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione. I 3 elementi da tenere sempre d’occhio sono prezzo, anno di produzione e scadenza”.

Fa il paio con il bollettino di guerra negli oliveti – è emerso nel corso dell’Assemblea di Coldiretti Puglia – il resoconto dei danni da maltempo nei campi dove si sta trebbiando. Il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, ha tenuto a rimarcare che “il raccolto sarà inferiore in quelle aree dove si sono alternate violente grandinate a rovesci temporaleschi di maggiore intensità, con diminuzioni tra il 20% e il 70% in meno di grano. Teniamo a precisare, però, che il grano raccolto nella maggior parte della Puglia cerealicola sarà di ottima qualità”.

Buona la campagna delle ciliegie dove il crack degli ultimi giorni è stato di fatto compensato – secondo le rilevazioni di Coldiretti Puglia – da un andamento tendenziale, caratterizzato da prezzi sostanzialmente stabili e dalla maturazione molto veloce del prodotto ha accorciato il periodo di raccolta.

Nei primi 6 mesi del 2018 la campagna agraria è stata messa a dura prova da maltempo e Xylella, ma con dati economici delle esportazioni sempre in crescita.

Olive, mandorle, uva da tavola e ortofrutta in generale saranno così poche e così buone che andranno letteralmente ‘a ruba’ e per questo Coldiretti Puglia sin d’ora chiede alle forze dell’ordine di programmare sin d’ora un presidio nelle aree rurali contro i predoni degli oliveti ancora più capillare.

Il grande successo delle produzioni agroalimentari pugliesi è testimoniato anche dai dati Istat delle esportazioni che “nei primi tre mesi del 2018, rispetto allo stesso periodo del 2017 – ha spiegato Corsetti – sono cresciute del 5,1% per l’olio, del 2,8% per la pasta e del 5,7% per i vini. Oltre agli stimati 230 milioni di export ortofrutticolo verso la Germania, la Puglia si è imposta in Tunisia, Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre a Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia”.

La Puglia secondo ISMEA è prima in Italia per aziende ortive in piena area (ortaggi non coltivati in serre), seconda dietro la Sicilia per frutteti, terza per i legumi. In particolare ha numeri da record – aggiunge Coldiretti Puglia – su pesche, uva da tavola e agrumi per quanto riguarda la frutta, mentre nelle produzioni ortive su lattughe, fave, carciofi e pomodori da industria.

Le battaglie di Coldiretti Puglia per tutelare il patrimonio del ‘made in Italy’ agroalimentare e bloccare lo scippo di identità che il territorio quotidianamente subisce ad opera dei famigerati agropirati nazionali ed internazionali trovano ragion d’essere nel valore delle principali filiere agroalimentari pugliesi, pari a 542.000.000 euro per la pasta e i prodotti da forno, 576.000.000 euro per quella olearia e 462.000.000 euro per la filiera vinicola e il pomodoro da industria di cui la sola provincia di Foggia è leader con 3.500 produttori che coltivano mediamente una superficie di 26 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 190.000.000 euro.

Dopo la guerra del grano che ha visto la Puglia protagonista per difendere il granaio d’Italia, il blocco dei TIR al Brennero, l’assedio al centro di distribuzione dei prodotti della multinazionale del latte francese Lactalis a Lodi, le staffette per portare ad emersione il percorso dell’olio estero, è finita – sottolinea Coldiretti Puglia – una contrapposizione immotivata e fuorviante ed è nata un’alleanza che tutela la vera distintività e l’eccellenza della produzione agroalimentare italiana. Si tratta di una nuova forma di rappresentanza in cui Coldiretti, sempre più sindacato imprenditoriale di filiera, insieme a campioni industriali nazionali dei rispettivi settori, uniti insieme per la realizzazione di accordi economici utili ad assicurare la massima valorizzazione della produzione agricola nazionale.

Per testimoniare questo percorso ambizioso e irrinunciabile all’Assemblea sociale di Coldiretti Puglia hanno partecipato Francesco Casillo, Vincenzo Divella, Giovanni D’Ambruoso, Sebastiano Ladisa, il Direttore d’area e l’Assessore all’Agricoltura e i rappresentanti della politica che hanno contribuito a bancare gli importanti risultati negli ultimi anni.

 

http://www.meteoweb.eu/2018/06/agricoltura-coldiretti-puglia-clima-xylella/1113125/

 

speriamo vengano remunerate bene, qui c'è già chi scommette di olive a 70-80 euro al quintale

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[h=1]Olivicoltura alle corde, urgono interventi di largo respiro[/h][h=3]L'allarme del Cno: prezzi in altalena, prospettive nere per gli aiuti Pac, mentre Xylella e avversità meteo potrebbero dimezzare il raccolto 2018[/h]“Il ministero ha preso a cuore il dossier e già da lunedì (oggi 18 giugno 2018), durante il primo consiglio europeo Agrifish, proporrà di rafforzare le risorse del comparto agroalimentare, di puntare sulla semplificazione delle regole e delle procedure, e di riconoscere maggiore valore ad alcuni settori trainanti per l'economia italiana, tra cui l'olivicoltura".

 

Lo ha detto venerdì 15 giugno 2018 a Viterbo la sottosegretaria alle Politiche agricole Alessandra Pesce, alla sua prima uscita ufficiale, intervenendo alla tavola rotonda "+Europa, Valore, Opportunità", organizzata dal Consorzio nazionale degli olivicoltori, al termine di una giornata durante la quale sono emersi tutti i problemi del comparto olivicolo oleario italiano.

Dai prezzi in vorticosa altalena tra un’annata e l’altra con differenze tali da rendere impossibile qualsiasi stima sulla redditività delle aziende agricole ad indirizzo olivicolo-oleario, alla Commissione Ue che propone di tagliare fino al 50% i contributi diretti della Pac agli olivicoltori. Il tutto a fronte diun’annata olivicolo-olearia che si prospetta – tra avversità meteo ed effettoXylella fastidiosa in Puglia - come una delle peggiori, con una perdita della produzione di circa il 50%, e mentre aumenta la domanda mondiale di olio di oliva. Una vera beffa, visto che a trarne vantaggio sono al momento i principali competitor dell'Italia: Spagna, Portogallo e Tunisia.

[h=4]Prezzi sulle montagne russe[/h]Nella tavola rotonda viterbese è emerso il dato della eccessiva volatilità del mercato dell’olio extravergine di olive. A maggio 2016 la quotazione media di un quintale di olio extravergine d'oliva era di 356 euro, nello stesso mese del 2017 era di 605 euro, mentre a maggio 2018 è tornata a 407 euro. Un'azienda media con 10 ettari di oliveto, in pratica, vendendo l'intera propria produzione annuale di olio a maggio 2017 avrebbe incassato 36mila euro, mentre la stessa produzione quest'anno avrebbe garantito 25mila euro: ben 11.000 in meno dell'anno prima.

 

Pertanto senza interventi per stabilizzare il mercato lo scenario diventa scontato: nessun ricambio generazionale nelle aziende olivicole e abbandono dei campi.

Il Cno, chiede al ministero per le Politiche agricole l'apertura di un tavolo di lavoro per la filiera dell'olio di oliva per mettere in campo una progettualità costruttiva sulla base delle esigenze reali del settore.

 

"Gli orientamenti della Commissione Ue sulla riforma Pac non danno alcuna risposta al problema della eccessiva volatilità delle quotazioni - ha sottolineato il presidente del Cno, Gennaro Sicolo -. Chiediamo l'attivazione di misure di mercato all'altezza e proponiamo di valutare, così come avviene negli Stati Uniti, politiche tali da stabilizzare i redditi degli agricoltori, magari ricorrendo a cosiddetti aiuti anticiclici".

"Siamo fortemente preoccupati e confidiamo nella capacità negoziale delle autorità italiane e nella loro volontà di difendere gli interessi nazionali - ha continuato Sicolo - Una seconda criticità è il nodo dei pagamenti diretti della Pac, con un'azienda olivicola specializzata che rischia di perdere anche oltre il 50% dei contributi annuali incassati, per effetto delle nuove regole che la Commissione Ue intende applicare dal 2021".

[h=4]Produzione olivicola italiana, pessima annata in arrivo[/h]Come se non bastasse il comparto - già alle prese con l'emergenza nazionaleXylella fastidiosa che ha distrutto l'economia olivicola del Salento e messo a repentaglio l'intero cuore olivicolo nazionale - adesso fa la conta dei danni provocati dalle gelate di fine inverno e dalle bizze del meteo di queste settimane. Le temperature instabili e le violente precipitazioni piovose di questi giorni, infatti, non aiutano l'attecchimento dei fiori delle poche piante rimaste indenni dall'ondata di freddo polare di febbraio.

 

Secondo il Cno, la fioritura risulta gravemente compromessa (con perdite stimate tra il 70 ed il 90%) in molti regioni italiane: Liguria, Toscana, Umbria, Abruzzo e Campania. Particolarmente colpite sono il Lazio e la Puglia, nella zona più produttiva d'Italia, il lembo di terra compreso tra le province di Bari e Bat. In base a questi dati il Cno stima il dimezzamento della produzionenella campagna olearia 2018-2019.

 

La mancata commercializzazione che ne consegue, unita alla grave crisi dell'indotto e alla drastica riduzione delle giornate lavorative, portano le perdite stimate intorno al miliardo di euro sull'intero territorio nazionale.

"È un dramma nazionale, una vera e propria sciagura per l'olivicoltura italiana che rischia di ripercuotersi non solo per la stagione che verrà, ma anche per quelle successive" ha affermato Sicolo.

[h=4]Mancata produzione e Op a rischio[/h]"La mancata produzione porta all'impossibilità di commercializzare il prodotto e si rischia, di conseguenza, di non rispettare i limiti previstirecentemente per il riconoscimento delle Organizzazioni di produttori – ha continuato Sicolo - Per questo motivo, chiediamo di valutare la possibilità di concedere una deroga per l'anno in corso in funzione del periodo di emergenza nel quale ci troviamo".

Sicolo chiede inoltre l'attivazione di ogni misura possibile a sostegno degli olivicoltori seriamente colpiti dalle gelate, "a partire dalla richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale nelle zone maggiormente interessate, dalla sospensione degli oneri previdenziali a carico delle aziende agricole colpite e dalla sospensione dei rimborsi delle rate di mutui e prestiti agrari".

[h=4]Commercio mondiale olio in espansione[/h]Altro elemento emerso durante la tavola rotonda: il commercio mondiale di olio di oliva sta crescendo a ritmi impressionanti e l'Italia non può permettersi di lasciare le notevoli opportunità commerciali che si aprono ai propri concorrenti storici, come la Spagna, e ai nuovi, come la Tunisia ed il Portogallo.

Un'analisi quantitativa eseguita dal Cno ha evidenziato risultati chiari: dal 2000 ad oggi le importazioni del Brasile sono triplicate, quelle del Canadaraddoppiate ed il Giappone importa 2,5 volte in più rispetto all'inizio del secolo. La Cina, che nel 2000 importava meno di 500 tonnellate di olio di oliva, oggi introduce sul proprio territorio oltre 50.000 tonnellate.

Gli Stati Uniti restano invece il più importante Paese importatore di olio di oliva: dall'inizio del nuovo millennio ad oggi, gli acquisiti americani sono aumentati del 65% e il prodotto italiano ha una quota di mercato del 35%, in netto calo rispetto al 2000 quando il 76% di olio importato dagli Stati Uniti proveniva dal Bel Paese.

 

"Stiamo perdendo terreno ma occupiamo ancora una posizione di assoluta preminenza che nei prossimi anni è necessario consolidare - ha sottolineato Sicolo -. Ogni anno l'Italia esporta in media 350.000 tonnellate di olio di oliva, per un giro di affari complessivo di circa 1,6 miliardi di euro, mentre la Spagna esporta tre volte di più in termini di volumi ed il doppio in valore (3,2 miliardi di euro)".

 

"Questi dati sono da interpretare con attenzione, perché da un lato rappresentano un monito, per effetto delle occasioni che stiamo perdendo, dall'altro ci dicono che è possibile recuperare terreno, facendo leva sul concreto punto di forza nazionale che è la qualità", ha continuato Sicolo.

 

"Chiediamo al ministro Gian Marco Centinaio e alla sottosegretaria Pesce, che in questi primi giorni stanno mostrando grande attenzione verso il nostro settore, di valorizzare il made in Italy reale, quello che viene dal grande patrimonio produttivo olivicolo italiano, di tutelare l'extravergine d'oliva da tutte le frodi e contraffazioni e dalle invasioni pacifiche, quali quelle di olio tunisino, che rischiano di mettere a repentaglio il futuro del nostro settore" ha concluso Sicolo.

https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2018/06/18/olivicoltura-alle-corde-urgono-interventi-di-largo-respiro/59142

 

articolo molto interessante, fa' capire le potenzialità inespresse che ci sono in questo settore

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  • 2 mesi dopo...

Ieri ho fatto un giro nell’uliveto e la situazione è quella che è: sconfortante.

Il Leccino stenta a riprendersi dalla gelata di febbraio, l’Intosso (oliva da tavola) porta i segni dell’attacco di lebbra di inizio luglio con relativa cascola e un 10% di infestazione della mosca, il Gentile di Chieti senza lode e senza infamia.

Solo il Crognale c’è in abbondanza ma da solo non basta a salvare l’annata.

Da voi la situazione com’è?

A questo punto dell’annata si può fare la situazione di come sarà la prossima raccolta?

 

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Da me, nord Puglia, di olive ce sono, per chi ha oliveti carichi, anche se il 14 agosto ha fatto un po' di grandine, vicino l'Appennino dauno non raccolgono olive, il burian si è fatto sentire a dir poco; sarà una stagione dai prezzi alti, non può essere diversamente data la quotazione dell'olio e le iniziative intraprese dalle categorie di agricolturi della zona che per quest'anno hanno ottenuto l'accordo con le forze di polizia per una maggiore vigilanza nelle zone rurali, nei frantoi e nei magazzini per tamponare l'emergenza furti che si verrà a creare con i prezzi alti, confermato anche da chi mi ritira le olive tutti gli anni

Modificato da Leo89
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