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  1. antonioreho

    AIUTO!!! BERTOLINI BM\12 LI-4RM

    Buonasera sono un nuovo utente. Da qualche giorno sono in possesso di un motocoltivatore Bertolini BM\12 LI-4RM. Vorrei tanto rimetterlo a nuovo per poterlo usare solo che non ho il manuale dove posso constatare il tutto. Qualcuno mi può aiutare? Allego la foto del manuale che mi servirebbe. grazie
  2. Nate e sviluppatesi come evoluzione delle motoagricole originarie ossia di quelle dotate di motore anteriore a sbalzo, le motoagricole a motore centrale anteriore con il passare degli anni hanno subito delle evoluzioni tali che ormai l'unico punto in comune con le loro progenitrici è quello dettato dal codice della strada che le inserisce nella stessa categoria di veicoli. Infatti oggi guardando una motoagricola a motore centrale si ha più la sensazione di trovarsi di fronte ad un camion di piccole dimensioni che ad altro, tale sensazione è motivata per un verso dall'impostazione tecnica del progetto (tipo del telaio, posizione motore ecc) per l'altro dal livello raggiunto nelle finiture, ormai in certi casi prossimo a quello dei mezzi commerciali da trasporto leggero. Detto ciò approfondirei per quanto ne sono capace il discorso relativo alle tipologie costruttive di tali macchine: MOTOAGRICOLE CON TELAIO RIGIDO: Quando circa quaranta anni fà (secondo le informazioni in mio possesso, se avete dati più precisi corregetemi) si sviluppò la commercializzazione di tali macchine, lo standard costruttivo era costituito da mezzi dotati di telaio in longheroni a C o tubolare sospensioni con molle a balestra, ponti di derivazione FIAT 1100 ,il cambio 4+rm del fiat 1100 aveva il riduttore e l'innesto della trazione anteriore fatti realizzare dai costruttori da terzi specializzati in ingranaggeria, scatola dello sterzo sempre 1100 fiat e motori centrali anteriori, ossia posti subito dietro al ponte anteriore, monocilindrici Diesel ad iniezione diretta di fabbricazione nazionale (Ruggerini, Slanzi, Lombardini) con potenze dai 14 ai 18 cv, infine sempre a richiesta era disponibile la PdF posteriore usata per lo più nell'azionamento di pompe irroratrici . Le sovrastrutture erano invece costituite da un cassone fisso, in optional era disponibile il ribaltabile posteriore per mezzo di un pistone idraulico azionato da una pompa innestata meccanicamente e dotata di un serbatoio olio dedicato, il cassone aveva il fondo in lamiera, le sponde apribili dello stesso materiale e dell'altezza quasi sempre di 30 cm., per quanto concerne la cabina di guida era montata rigidamente sul telaio ed il confort assicurato era praticamente nullo, posso affermare con certezza (perchè provato direttamente) che non c'era niente di più spartano e scomodo sul mercato, al confronto l'Ape Piaggio era una berlina di lusso, la cabina era posizionata sopra il motore che faceva sentire la sua presenza trasmettendo agli occupanti dei due sedili, un sottofondo sonoro talmente forte che per parlare con il vicino si doveva urlare, inoltre in estate l'unità motrice una volta in moto scaldava la lamiera del cofano motore sotto la quale si trovava rendendo audace il gesto di appoggiare per sbaglio la mano sulla lamiera posta fra i due sedili in ferro rivestiti con uno strato di gomma nemmeno troppo morbida e senza il benchè minimo sistema di smorzamento delle vibrazioni, per fortuna almeno in inverno il tepore trasmesso dava un pò di sollievo agli occupanti, naturalmente non c'era la purchè minima presenza di materiale fono-termoassorbente, ma questo penso che si fosse già capito dalla mia precedente descrizione, in molti casi la cabina era parzialmente smontabile ossia per facilitare il transito negli impianti arborei, gli sportelli e tutta la parte superiore della cabina(dal cruscotto in su) realizzata in vetroresina poteva essere sganciata per mezzo di ganci o bulloni. Viaggiare su tali mezzi era specie di tortura che durava per tutto il tragitto da compiere e la limitazione della velocità a 40km/h non veniva vissuto come un limite perchè difficilmente lo si raggiungevano in quanto la rigidità delle sospensioni e l'assenza di sistemi ammortizzanti in cabina obbligava ad andature molto basse per evitare alla prima buca capocciate sotto il tetto della cabina o colpi alla schiena ed al suo nobile fondo, nel caso in cui si fosse avuta la sfrontatezza di affrontare buche ed avvallamenti delle sedi stradali anche di quelle asfaltate senza la dovuta cautela e pacatezza. Però questi mezzi nonostante i molti difetti, ebbero un successo travolgente, tale che almeno dalle mie parti i motocarri in pochi anni quasi sparirono dalla circolazione, secondo me i motivi di tale affermazione furono dettati dal fatto che anche essendo una motoagricola, l'utilizzatore percepiva tale mezzo alla stregua di un camioncino con tutti i vantaggi del caso, con in più il plus della trazione 4x4 che per la prima volta permetteva di scendere in campo con una macchina agricola cassonata (precedentemente c'era stato il samecar ma quella è un'altra storia) e quindi in grado di facilitare le operazoni di carico e scarico ed alleviarne la fatica, inoltre l' essere un mezzo agricolo consentiva di pagare un premio assicurativo molto più basso rispetto ai motocarri e rimanendo sempre in ambito economico il consumo di gasolio era basso, la capacità di carico fuoristrada era molto alta, non di rado capitava di vedere mezzi con oltre 15 q.li sul groppone arrampicarsi per le ripide coste delle colline, anzi per la circolazione fuoristrada la presenza del carico sopratutto sull'asse posteriore rappresentava un vantaggio, perchè andava a limitare la rigidità dell'insieme telaio-sospensioni, migliorando di molto la capacità trattività del mezzo. Purtroppo le capacità fuoristradistiche peggioravano in caso di fondo bagnato, di avvallamenti troppo pronunciati e di terreno soffice in tali condizioni molti, forse tutti sono rimasti impantanati, affossati con le ruote giù fino a far toccare i ponti e la terra che strusciava sulla coppa del motore magari al termine di una giornata di lavoro, proprio al momento di uscire dal terreno e tornarsene a casa quando l'unica cosa che si voleva era quella di andarsene via, lui "lo scimiotto" verseggiativo usato all'ora ed ora dalle mie parti per indicare questa tipologia di mezzi si piantava e li ci volevano una buona capacità fuoristradistiche nella guida, qualcuno che spingeva da dietro o che mettesse qualcosa sottole ruote per tirarti fuori ed infine una buona dose di cu...lo e comunque alla fine anche un prete per confessarti, nei casi peggiori se non c'era qualcuno che ti trainava fuori con un trattore od un'altra motoagricola a casa non ci tornavi, purtroppo non essendo dotati di blocco differenziale e sospensioni adeguate anche essendo dei fuoristrada erano in parte limitati, ma la loro fortuna commerciale è stata quella di essere i primi mezzi del genere. Nei primi anni '80, in campagna incominciarono a circolare mezzi più evoluti, erano dotati dello stesso schema costruttivo, però ora i motori erano bicilindrici con potenze fino a 26 cv. le cabine erano interamente in metallo leggermente più confortevoli, i cassoni erano di poco più lunghi un paio di mt e larghi qualche cm in più rispetto ai primi da 1,40mt. Sempre nello stesso decennio si incominciarono a vedere le cabine con una foggia più camionistica cioè dotate di sportelli ad apertura normale non controvento come nei primi modelli e con accesso dotato di poggiapiede interno alla cabina e non con gradino esterno, le cabina per contro avevano perso la possibilità di essere snmontate per consentire il passaggio sotto le coltivazioni arboree più basse, dal punto di vista meccanico però erano sempre più o meno uguali, unica novita di rilievo fu l'adozione su alcuni modelli della sospensione anteriore con lo schema McPerson mutuata dal FIAT 128 che garantiva un livello di confort di guida nettamente superiore. Un nuovo step evolutivo si ebbe all'inizio degli anni '90 ormai il materiale fiat 1100 era di scarsa reperibilità, inoltre era disponibile la trasmissione del FIAT 131 che da allora venne utilizzata, in quegli anni le motoagricola di cui stiamo parlando dal punto di vista meccanico si presentano con motore bicilindrico diesel con potenze prossime ai 30cv, telaio sempre in longheroni, sospensioni a molla con balestre paraboliche ed ammortizzatori, cambio fiat 131 5+rm, riduttore e innesto 4x4 fatto realizzare dal costruttore della motoagricola da terzi, ponti fiat 131 con i tubolari più resistenti autocostruiti dai costruttori per garantire maggior resistenza al carico. MOTOAGRICOLE CON TELAIO SNODATO: Dal punto di vista telaistico una grossa novità usata tutt'oggi fu l'introduzione del telaio a snodo centrale, era costituito da due semitelai in longherono resi solidali per mezzo di uno snodo, nel quale la parte esterna detta femmina era solidale con un semitelaio, la parte interna solidale con l'atro semitelaio detta maschio si innestava sulla prima, inframmezzate da una boccola e dotate di ingrassatore per la lubruficazione delle parti in contatto andavano a formare lo snodo, l'oscollazione del telaio snodato dava maggiore tratività al mezzo nella circolazione fuoristrada, stressava meno le sospensioni, il telaio e le sovrastrutture, insomma una rivoluzione dal punto di vista telaistico che migliorò di molto le facolta fuoristradistiche di tali mezzi, ne aumentò il confort stradale e ne ridusse anche il consumo degli pneumatici posteriori non più costretti a sgommare o slittare ad ogni minimo avvallamento della sede stradale o del fondo sterrato, unico neo di tale sistema era costituito dalla maggiore oscillazione in caso di carico alto, ma per ovviare a cadute accidentali di cassette piene di frutta bastava legare tutte le file delle casse da dx a sx utilizzando i ganci di cui era fornito il cassone. Passando alle sovrastrutture, cassoni lunghi circa 2,30mt. e larghi poco meno di 1,50mt con sponde a partire da 30cm fino a 40cm di altezza, ribaltabile trilaterale, cabine finalmente ospitali con i loro occupanti. Sempre negli stessi anni vennero commercializzati modelli ancora più grandi che montavano in alcuni casi motori tre cilindri lombardini o di altre case cambi fiat 131 riduttori e innesti 4x4 cime sempre fabbricati da fornitori esterni dei costruttori di motoagricole e per la prima volta venivano montati i ponti dell'IVECO DAILY con semiassi sfilabili, più performanti e sicuri in caso di rottura su quelli del 1100 e del 131 la rottura del semiasse comportava la perdita della ruota, non pochi sono stati quelli che in discesa si sono visti sorpassare da una delle ruote posteriori staccatesi per il motivo sopra citato, oppure di persone che guardando nello specchietto retrovisore esterno si sono accorte di andare a tre ruote. Oggi la tipologia di motoagricole di cui stiamo parlando presenta ulteriori evoluzioni, dal punto di vista motoristico abbiamo assistito alla scomparsa di alcuni marchi come Slanzi assorbita dalla Ruggerini a sua volta confluita in Lombardini, inoltre la richiesta di motori più prestanti e meno inquinanti, ha portato ad uno sconvolgimento delle tipologie, oggi abbiamo una piccola fetta di mercato coperta con biclindrici Lombardini raffredddati ad aria, che probabilmente sparirà con il passare del tempo, poi abbiamo tri e quadricindrici sempre in linea ma raffreddati ad acqua, in tale settore c'è da notare l'entrata in campo di un costruttore come VM che motorizza parte dei mezzi di categoria superiore mentre Lombardini detiene la quasi totalità della restante fetta di mercato, qualcuno ha provato a montare anche unità Isuzu senza grande successo vista la qualità dei motori nazioznali, la disponibilità di ricambi a buon mercato delle unità motrici Italiane e la gran quantità di meccanici in grado di operare la manutenzione. Sempre per quanto riguarda la parte telaistica oggi esistono modelli che sono tornati ad adottare la sospensione anteriore McPerson a tutto vantaggio del confort di guida, insomma le motoagricole vanno piano ma non si fermano mai nemmeno dal punto di vista evolutivo. La mia prefetità oggi è un modello dotato di motore raffreddato ad acqua con telaio snodato e sospensione anteriore McPerson, unico neo i differenziali senza bloccaggio.
  3. Sorelle povere dei trattori, usate da chi non poteva permettersi il mezzo grosso, nel corso degli anni si sono sapute ritagliare un angolo più che dignitoso nel settore della meccanizzazione agricola, sopratutto nelle situazioni in cui il trattore risultava essere troppo ingombrante come nell'orticoltura di qualche decennio fà o nell'agricoltura di montagna sempre avara di spazi e terreno comodo. Da notare poi che grandi costruttori come Goldoni hanno fatto della motoagricola un cavallo di battaglia che ha contribuito non poco allo sviluppo dell'azienda di Carpi. Nel corso degli anni poi è sopragiunta la crisi il settore delle motoagricole ha dapprima risentito della concorrenza dei trattori di piccole dimensioni poi della crisi del'agricoltura che ha fatto tornare incolta molta della terra che proprio grazie alle motoagricola era stata coltivata nelle sone più disagiate d'Italia. Insomma la nascita il picco e la crisi, un sinusoide al quale manca proprio la ripetizione dei cicli per considerarsi tale e al quale l'evoluzione e la crisi dell'agricoltura marginale e part-time ha dato il colpo di grazia. Le avete mai utilizzate, cosa pensate di tali mezzi?
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