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  1. Non sapevo bene dove creare questa discussione. Da una parte andrebbe in colture specialistiche, dall'altra dato che queste macchine sono utilizzate anche per colture industriali, ho deciso di aprirla qua. Come tutti sapete le trapiantatrici sono nella maggioranza dei casi delle agevolatrici al trapianto, in quanto richiedono sempre una certa quota di manodopera per garantire una produttività ed una qualità di lavoro elevata. Tutti saprete però, che anche la manodopera sta diventando sempre più un fattore di produzione dal costo proibitivo, ed in alcuni casi anche di difficile reperibiltà. E' necessario fare una distinzione preliminare. Le tipologie di prodotto disponibile in ambito vivaistico per il trapianto (si parla ovviamente di colture da campo aperto o serra) sono essenzialmente 2: - piantine in alveolo - piantine in cubetto precompresso La precisazione potrebbe sembrare superflua, ma mentre per alcune colture non vi è sostanziale differenza tra l'uso di uno o l'altra tipologia, per il pomodoro da industria (coltura alla quale si indirizzano maggiormente le trapiantatrici automatiche) l'uso di piantine in cubetto precompresso non da gli stessi risultato ottimali delle piantine in alveolo. A seconda delle case costruttrici si può avere la possibilità di lavorare con uno o l'altro prodotto, ed in alcuni casi con entrambi. Le principali ditte costruttrici Ferrari Costruzioni meccaniche Guaresi S.p.A. ANGELO GRANDIE Agriplanter MTS Sandei Metto solo alcune immagini indicative per evidenziare le diverse realtà. Nei siti elencati potete trovare molte informazioni. Questi invece alcuni articoli http://agriplanter.com/articoli_m&ma_agriplant.pdf http://agriplanter.com/articoli_terra_e_vita_agriplant.pdf Da parte mia posso dire che le macchine che possono lavorare con piantine in alveolo sono ancora poche rispetto a quelle per cubetto precompresso, dove sembra che la tecnica abbia raggiunto un livello superiore. Al di là di questo devo mettere in evidenza come le macchine che oggi il mercato propone non sempre si adattino alla realtà italiana. E non per il solito discorso di dimensione aziendale. Come è possibile vedere dalle numerose schede tecniche, sono tutte macchine relativamente molto pesanti (per non parlare poi delle portate, a mio avviso improponibili se non in contesti sabbiosi). E frequente (anche senza prendere come esempio l'ultima annata che è stata storica, in senso negativo) avere nel periodo del trapianto, soprattutto per terreni franchi o tendenti all'argilloso, una discreta umidità sotto-superficiale del terreno ed una discrata plasticità. Cosa succede entrando in campo con una macchina da 50 qli ? A voi la parola.
  2. Dato che "stranamente" nel forum ci sono più utenti che hanno a che fare in un modo o nell'altro con questa coltura, apro questa discussione per poter confrontare tecniche e scelte agronomiche. Dato che sarebbe inutile (ma se qualcuno vuole farlo, sarò ben lieto di mettere in risalto la cosa) riportare il ciclo colturale in quanto reperibile su altre fonti e comunque abbastanza "standard", ho pensato di esulare questa parte per passare direttamente a domande precise su aspetti caratteristici della coltura. Nel caso le vostre periziose ricerche non diano buoni frutti, ecco qualche spunto interessante: Pomodoro da industria - Fertirrigazione.it e Pomodoro da industria Sarebbe utile ad ogni intervento riportare sempre il proprio areale di riferimento, in quanto come sappiamo, questo influisce molto sullo sviluppo della pianta e di conseguenza sulle tecniche da adottare. Inizio con alcune domande: - Densità di trapianto. Chi ritiene corretto, per esperienza o meno, un trapianto più fitto (circa 40.000 piante/ha) nei trapianti precoci ? Questo per "forzare" la pianta ed accorciare il ciclo vegetativo. - Piantine in alveolo o cubetto precompresso ? Credo che ci sarebbero libri da scrivere in merito... - Lunghezza delle piante. Chi ritiene corretta, per esperienza o meno, una lunghezza della pianta superiore allo standard medio-basso, quindi 15-20 cm (compreso pane di terra) ? Questo per permettere un trapianto più in profondità e di conseguenza uno sviluppo radicale tendenzialmente fittonante (ovvio che dipenderà poi molto dal tipo di irrigazione) - Lunghezza delle piante 2. Chi ritiene corretta, per esperienza o meno, una lunghezza della pianta superiore allo standard medio-basso, quindi 15-20 cm (compreso pane di terra) ? Questo per evitare che, causa ad esempio ritardo nelle irrigazioni, la pianta perdendo turgore si pieghi e l'apice arrivi a toccare terra, dove nel caso di residui di diserbi può riportare ustioni non trascurabili. Per ora non mi viene in mente altro. A voi la parola.
  3. Apro questa discussione per parlare di macchine per la raccolta del pomodoro da industria. Perchè ? E' presto detto: - forse sono le macchine che conosco meglio - mancava... Passando ai motivi seri: - L'Italia è un grosso produttore di pomodoro da industria. Abbiamo delle ottime eccellenze rappresentate, sperando che non si offenda nessuno, per quanto riguarda la tecnica dalla provincia di Piacenza e per quanto riguarda la superficie investita, dalla Puglia in generale. - In Italia sono presenti le principali ditte costruttrici di macchine da raccolta, fatta forse esclusione di PMC che è inglese. - La scomparsa della bietola ha riportato in auge alcune colture industriali da tempo abbandonate, per l'eccessivo investimento richiesto. Oggi però si registra una controtendenza, assieme al pomodoro le grandi aziende possono oggi inserire nel loro piano colturale fagiolino, pisello, borlotto ed appunto pomodoro. Quali sono le tappe fondamentali ? A partire dagli anni 70 si va sempre più diffondendosi la raccolta meccanica del pomodoro da industria. Le prime macchine effettivamente funzionali sono da ricondursi a Guaresi. Ovviamente si trattava di macchine trainate con cernita manuale del prodotto. Indicativamente occorrevano almeno 8 persone solo solo per la cernita. A questi vanno aggiunti l'autista del trattore che trainava la macchina. Devono passare ancora parecchi anni prima che facciano capolino le prime selezionatrici elettroniche, che permettevano di alleviare molto l'onere di monodopera per la cernita del prodotto. Questa è stato la vera innovazione che ha poi spinto alla realizzazione di macchine semoventi, permettendo rese molto più elevate ed in tempi fino ad ora impensabili. In seguito il perfezionamento delle selezionatrici, l'abbinamento di più elementi ottici in linea, l'aggiunta di altri dispositivi elettronici per la gestione della macchina, hanno portato alle macchina attuali Nelle immagini sottostanti potete vedere una Guaresi trainata e le attuali selezionatrici eletroniche Alcune moderne raccoglitrici Come funziona in linea di massima una raccoglitrice ? (tratterò solo le semoventi, per ovvie ragioni. Oggi se non per piccolissime realtà, le trainate non sono più contemplate) Possiamo dividere il lavoro svolto dalla raccoglitrice in 3 grandi settori: la raccolta della pianta e del prodotto dal suolo, il distacco delle bacche dalla pianta, cernita del prodotto per l'allontanamento delle bacche verdi, marce e comunque del prodotto non conforme (compreso quindi foglie, terra, sassi, vegetazione) La pianta viene raccolta dal pick up (in Italia principalmente è un pick up a denti, ma è possibile trovare in altre realtà modelli a falcetto o a dischi), tramite il nastro 3 viene inviata al battitore 4. In questo caso abbiamo un battitore a raggi vibranti, che potete vedere in dettaglio nelle altre foto, ma esiste anche un'altra tipologia di trebbiatura: battitore a cinghie. Tralascio questo argomento in quanto il battitore a raggi vibranti ha soppiantato le cinghie già da parecchi anni. I battitori a cinghie infatti, oltre ad essere una tecnologia precedente, erano tornati in scena una decina d'anni fa, quando sembrava che l'effettiva maggior delicatezza di questo sistema nei confronti delle bacche potesse venir riconosciuta e di conseguenza remunerata, dalle industrie di trasformazione. La cosa però non ha preso piede. L'azione vibrante dei raggi porta al distacco delle bacche che per gravità cadono sul nastro 7, è invece il nastro 10 che porta la vegetazione residua nella parte posteriore della macchina, dove la ventola 12 provvede ad allontanarla in senso opposto all'avanzamento. Il flusso d'aria generato colpisce la "cascata" di prodotto nel salto tra il nastro 7 e nastro 11, eliminando così le foglie e la vegetazione che inevitabilmente si sono staccate durante la trebbiatura. A questo punto il prodotto tramite il nastro trasversale posteriore 11 subisce "un cambio di direzione" ritornando quindi in direzione anteriore. Viene quindi immesso sul nastro di precernita, dove a seconda del numero di selettori elettronici, subirà una decisa pulitura. Successivamente al nastro cernita, il prodotto viene immesso sul nastro di cernita manuale dove 1-2 o più operatori (a seconda delle situazioni) affina la pulitura del prodotto. Generalmente è necessario un'operatore anche nella parte posteriore della macchina, prima della cernita, in modo che possa intercettare corpi estranei che potrebbero danneggiare la selezionatrice. A volte questo è il solo operatore, più ovviamente il conducente. Affinchè la cernita sia efficace, il nastro di precernita deve essere perfettamente in piano. A seconda delle scelte costruttive delle varie case, possiamo avere un livellamento automatico del solo nastro, oppure dell'intera macchina. Nel primo caso il livellamento riguarda solo il verso trasversale, nel secondo sempre quello trasversale riferito però alla macchina intera. Quest'ultima scelta è stata ormai adottata da quasi tutti i costruttori ed alcuni propongono un'ulteriore bilanciamento longitudinale dei nastri di cernita (vedi Guaresi). Il tutto nell'ottica di mettere le selezionatrici nelle condizioni migliori per effettuare il loro lavoro. Ricordo come la resa attuale di queste macchine si aggirino tranquillamente sui 1000 qli./h, pertanto se pensate che devono tutti passare per quel nastro, immaginatevi come esso no consenta intasamenti o rallentamenti. Infine il nastro si scarico provvede a scaricare il pomodoro su bins o altri contenitori atti al trasporto. Per esperienza personale, questo è un punto critico della macchina. Si viene a creare un vero e proprio collo di bottiglia. Ovvero tutta la macchina è in grado di sostenere una certa resa, ma il nastro di scarico non è altrettanto performante, dovendo così rallentare la velocità di raccolta. Le restanti immagini "chiariscono" in dettaglio il funzionamento delle altre componenti. Quali sono le ultime "novità" ? Diciamo che grandi innovazioni non ci sono state. Effettivamente il perfezionamento della cernita elettronica ha ormai raggiunto (forse ovviamente) un limite per ora invalicabile. Infatti bisogna effettivamente dire che la problematica principale nella raccolta del pomodoro da industria è appunto la cernita. E direi che è stato brillantemente risolto. Cosa è possibile vedere nelle macchine recenti ? Essenzialmente pick-up elettronico, sterratore elettronico. Il primo è un dispositivo elettronico per automatizzare la regolazione dell'altezza del pickup di raccolta. Sicuramente sulle macchine grosse, considerando che a differenza degli Usa, la raccolta è ad una fila (o fila binata, la le cose non cambiano), occorre puntare sulla velocità di raccolta. Con questo dispositivo è facile mantenere gli 8-9 Km/h Il secondo è un accoppiata nastro + selezionatore elettronico per la sola separazione di terra e sassi. Sinceramente non so quanti ne abbiano venduti... Quali sono le principali ditte costruttrici ? Guaresi - Guaresi S.p.A (in testa per diffusione e numero di macchine costruite) Pomac - POMAC INDEX Bargam - Agroindustrial Grupo Capa, S.A. Gallignani - Home - Gallignani.it Sandei - MTS Sandei Considerazioni Personali (e ripeto personali:)) Qualcuno potrebbe pensare che io stia facendo pubblicità a Guaresi, dato che molte foto sono appunto di macchine Guaresi. C'è da dire però che non è mica colpa mia se le altre case sono rimaste "ferme". Per forza di cose, l'unica azienda che si distingue e cerca di apportare innovazione nel settore è appunto Guaresi. Detto questo io ho avuto modo di confrontare in modo approfondito Guaresi e Pomac, ma per ora mi astengo dal dare giudizi. Potrei riportare alcuni pregi e difetti di ambo le macchine, riportandoli anche a ciò che offre la concorrenza. Concludo riportando alcune mie considerazioni su selezionatrici, sterratore, pickup elettronico. - Selezionatrici: alcune case costruttrici offrono oggi la possibilità di montare fino a 3 elementi. A mio avviso se si arriva a raccolta con la necessità di avere 3 selezionatori, forse è il caso di rivalutare le scelte agronomiche. Non si deve arrivare a raccolta con una % di verde così elevata da richiedere una "forza selezionatrice" così elevata. - Sterratore: lo sterratore proposto è presentato come la soluzione per la raccolta in caso di terreno bagnato. Per esperienza personale, questo è effettivamente un problema molto importante, ma si presenta solo in suoli argillosi. In presenza di tessiture pesanti non credo che lo sterratore possa essere di molta utilità. E' infatti l'intasamento delle stanghe dei nastri a recare disturbo, il quale non è provocato da zolle di terra che risalgono i nastri della macchina, ma da continui apporti di terra delle radici e sollevata dai denti del pick-up. Riassumendo lo sterratore serve per le zolle, non per il fango... Inoltre è proposto come soluzione per i terreni sassosi. Sinceramente in un contesto attuale, moderno e razionale, andare a coltivare pomodoro su terreno sassoso, tale da rendere problematica la raccolta, non penso sia la scelta ottimale. - Pickup elettronico: sicuramente utile sull'asciutto. Da valutare l'efficacia sul bagnato. Va però detto che con l'ausilio dei rulli motorizzati sotto al pickup, in situazioni normali diventa praticamente inutile. Forse sarebbe meglio curare meglio la sarchiatura e la sistemazione del terreno, piuttosto che incorrere in costosi (a memoria 8-9.000 €) e complicati sistemi elettronici Detto questo dato che sicuramente avrò tralasciato qualcosa, lascio a voi la parola, sperando che ci sia anche qualche altro utilizzatore.
  4. fendt930vario

    gatto delle nevi

    usato Battipista Leitner 420 usato gatto delle nevi In vendita domandone come vedete un mezzo del genere girare in campagna ci stavo facendo più di un pensiero soprattutto per il trapianto del pomodoro datemi un consiglio grazie
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