PRANZO E RIENTRO IN ITALIA

Il nostro giro per Siviglia termina, è ora di pranzo.

Carlos ci accompagna fino al nostro ristorante, El Cabildo (http://www.abades.com/index.php/restaurante/1/restaurante-el-cabildo/ ), un locale inserito in un bel contesto, per arrivarvi si attraversa piazzetta interna che porta ad una galleria pedonale dove poi si trova l’accesso al locale.

Il locale è praticamente riservato all’Evento di SDF. Ad attenderci infatti troviamo i Responsabili e Dirigenti del Gruppo di Treviglio.

Mi siedo al tavolo di alcuni di loro.

Il pranzo è ottimo, non mancano il gazpacho ed altre prelibatezze dell’Andalusia.

Una volta terminato il pranzo, salutiamo tutti i Responsabili SDF (loro rimangono ovviamente per l’Evento riservato ai Clienti dei giorni successivi) e ci avviamo verso il pullman. Facciamo un po’ di strada a piedi nella zona pedonale. Molta gente in giro.

Il pullman ci aspetta poco fuori del centro storico, a bordo già tutti i nostri bagagli. Partiamo alla volta dell’aeroporto di Siviglia.

L’autista sembra avere molta fretta ed in poco tempo arriviamo a destinazione…. Evidentemente aveva qualche altro gruppo di turisti da scorazzare per la città.

Il volo per Madrid è alle 17:30, siamo piuttosto in anticipo. Con tutta calma ci accomodiamo in sala d’attesa. L’aeroporto di Siviglia è piuttosto tranquillo, con poco via vai di viaggiatori.

Chi tira fuori il pc, chi va al bar, chi telefona, tutti più o meno stiamo ingannando il tempo che ci separa all’apertura dell’imbarco del volo.

Uno dei giornalisti si accorge di non avere più con se i documenti d’identità. Inizia a cercare nei bagagli ma niente da fare.

Allora telefona all’hotel in cui eravamo soggiornati; sembra che i suoi documenti siano proprio rimasti lì. In tutta fretta prende un taxi e torna in albergo. Io nel frattempo gli sorveglio i bagagli, sarebbero un inutile intralcio per lui e comunque in Spagna nei taxi è previsto un sovrapprezzo se si hanno bagagli.

Nel frattempo l’imbarco per Madrid apre ed iniziamo a fare i biglietti.

Col mio solito inglese maccheronico, e visto che siamo stati i primi ad imbarcarci, chiedo all’Addetta un posto a sedere sulla fila dell’uscita di emergenza, per il volo in oggetto ed anche per quello successivo Madrid-Milano.

Nessun problema, posto disponibile.

Nel frattempo il giornalista che aveva scordato i documenti ritorna; ha fatto molto presto ed ha compiuto la missione; i suoi documenti erano alla reception dell’Hotel.

Superiamo la trafila dei controlli ed entriamo nella sala d’attesa viaggiatori.

Manca ancora un ora al volo, abbiamo tempo per chiacchierare tra noi. Ormai son due giorni che ci conosciamo, abbiamo preso confidenza, parliamo di un po’ di tutto con assoluta libertà e confidenza.

L’imbarco del volo inizia con un po’ di ritardo, comunque niente di preoccupante, a Madrid abbiamo un’altra ora di attesa per Milano.

Mi accomodo al mio posto, fila sedili in corrispondenza delle uscite di sicurezza. Finalmente bello comodo, con gambe quasi stese!

Sono abbastanza tranquillo, nonostante Siviglia sia una città ventosa all’andata non ci sono stati problemi, quindi mi rilasso.

L’Hostess mi spiega le procedure in caso di emergenza, devo tirare apposita maniglia e permettere l’uscita di tutti i viaggiatori. E’ una grande responsabilità sedersi in questi posti……

L’aereo inizia le manovre di decollo. Rinculata e via, ci stiamo alzando in volo.

Inizia però cio’ che non avrei voluto; c’è molto vento in quota e l’aeromobile inizia a ballare. Continui “tonfi” allo stomaco, mi sembra di stare sulle montagne russe!

Chiudo gli occhi e cerco di pensare ad altro, anche se non è facile. Il pensiero è sempre lì: riuscirà ‘sta bagnarola con le ali ad arrivare a Madrid?

Poi penso: se Dio avesse voluto che volassi mi avrebbe creato con due belle ali?

Ad un certo punto il segnale di obbligo cinture di sicurezza si spegne, segno che, forse, il peggio è passato. Cio’ nonostante non mi passa neppure per la testa di sganciarla.

In un modo o nell’altro stiamo arrivando a Madrid: l’aereo inizia la fase di atterraggio e mi tranquillizzo.

In aeroporto abbiamo un po’ di tempo tra l’atterraggio e l’imbarco per Milano. Gli altri approfittano per mangiare qualcosa, io ovviamente non ci penso minimamente. Chissà cosa ci aspetta nel volo successivo!

Ci imbarchiamo, anche qui solita trafila a bordo per le norme di sicurezza, con indicazioni per gonfiare il salvagente ed indicazioni per aprire le uscite di sicurezza in caso di necessità.

Certo, se invece di un canotto gonfiabile mi avessero messo sotto il sedile un paracadute sarei forse più tranquillo.

Ad ogni modo, si parte. Come detto in precedenza, Madrid ha un aeroporto gigantesco, e dal momento che l’aero inizia a muoversi sulle proprie ruote a quando inizia il decollo saranno trascorsi almeno 20 minuti. Nella pista di decollo c’era una coda di aeromobili, tutti in fila pronti per il proprio turno di decollo.

Tutto sommato, una volta in quota si viaggia con una certa tranquillità; solo qualche accenno a vuoti d’aria ma niente più; cio’ nonostante non vedo l’ora di arrivare a Milano. Non è proprio cosa per me volare con gli aerei di linea.

Trascorsa un’ora e mezza circa, si iniziano le manovre di atterraggio.

Davvero non vedo l’ora di scendere.

Scesi dall’aeromobile saliamo nel bus che ci porterà al terminal preposto.

Ritiro dei bagagli, saluti tra “compagni di avventura”, ci si scambia gli ultimi biglietti da visita per tenerci in contatto.