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  1. A seguito di una causa legale vinta, e di un mancato pagamento in denaro, sto valutando la possibilità di pignorare oppure tramite accordo con la controparte di acquisire i titoli agrari della PAC. I titoli sono titoli ordinari riguardanti terreni in provincia di Arezzo. I terreni da cui "provengono" i titoli sono Seminativi e Seminativi Arborei, Qualità classe 2. Una volta in possesso dei titoli, a chi ci si deve rivolgere per un eventuale vendita? è un operazione che richiede poco tempo o molto? Approssimativamente e usualmente la rivendita di quanta percentuale potrebbe svalutare rispetto al valore originale? Ho letto inoltre qualcosa riguardo il ricalcolo dei titoli. Questo avviene comunque quando passano di proprietario o solo se vengono collegati ai miei terreni? Eventualmente come posso sapere il valore che mi verrebbe attribuito dal ricalcolo? Grazie
  2. DjRudy

    Bruciatura delle stoppie

    Fortunatamente nella mia zona da qualche anno ormai questa pratica è sparita, ma soprattutto nel Sud Italia tale tecnica è non solo ancora molto praticata ma spesso è vista come la panacea di tutti i mali. Vediamo di riassumere i vantaggi: Riduzione della flora infestante Riduzione incidenza malattie fungine Azzeramento dei residui colturali (facilitazione delle successive lavorazioni) Disponibilità immediata degli elementi nutritivi (più che un vantaggio è uno svantaggio perchè è molto più facilitato il dilavamento del poco azoto presente nelle paglie). Gli svantaggi agronomici sono molto maggiori: Riduzione attività batterica (e relativa capacità di rendere disponibili gli elementi legati ai colloidi organici) Elevata riduzione della sostanza organica ---> ulteriore abbassamento della carica microbica, riduzione elementi nutritivi del terreno, riduzione capacità di ritenzione idrica, maggior tenacità per le lavorazioni estive ecc Maggiore facilità dilavamento elementi nutritivi Minor presenza di residui colturali nel terreno ---> maggiore capacità erosiva delle piogge Rischio che l'incendio sfugga al controllo con relativi disastri ambientali Ora mi chiedo come mai in molte zone d'Italia si vedono ancora mietitrebbie (anche di recente acquisto) senza trinciapaglia, e quindi relativa bruciatura delle andane perchè chiaramente poi è una rottura di scatole e perdita di tempo andare a trinciarla con il trattore (mi chiedo io ma quanto costerà mai un trinciapaglia per la trebbia?). Spesso la scusa più frequente è: brucio la paglia perchè altrimenti l'aratura non viene bene. E mi chiedo: e come fanno allora al nord ad interrare senza problemi anche 100 q.li/ha di stocchi di mais? Forse perchè usano aratri con avanvomeri efficenti? In altri casi addirittura viene fatta la bruciatura delle stoppie giustificando il fatto che così l'anno dopo si può fare di nuovo grano con la minima lavorazione, magari passando con coltivatore o erpice a dischi poi capita un'annata piovosa come quest'anno e senza nessun tipo di residuo colturale e a causa bassa rugosità del terreno lasciata da tali lavorazioni ----> via giù mezza collina. Fino a 50 o più anni fa poteva essere una pratica "giustificata" considerando che: non c'erano diserbi, non c'erano fungicidi, si arava con buoi o cavalli (e la paglia poteva rompere le scatole) allora in quel caso i vantaggi del debbio erano tangibili proprio perchè non vi erano mezzi alternativi di controllo, ma continuare con questa pratica ancora oggi non ne vedo proprio l'utilità tanto più che in molte parti d'Italia è divenuta pratica proibita e se non sbaglio anche per avere l'ecocondizionalità della PAC non bisognerebbe bruciare le stoppie. Scusate il tono leggermente polemico ma a mio parere continuare a bruciare le stoppie nel ventunesimo secolo non mi sembra una gran cosa. Ecco qualche documento relativo all'argomento trovato in rete: http://www.oseap.it/Lupo/La%20brucia...%20stoppie.htm una visione "moderna" http://www.lagazzetta.info/archivio/...o_20081201.pdf le conseguenze http://www.uncem.it/gems/art_08_02_18-1.pdf normativa di Foggia http://www.provincia.foggia.it/files/File/st2.doc
  3. DjRudy

    Pac

    Il consiglio dei ministri UE il 26.06.03 varò il reg.1782/2003 che dal 2005 per la garanzia prevede: Pagamento unico disaccoppiato per cereali, colture proteo-oleaginose, e leguminose da granella (successivamente anche per carne e latte). Modulazione pagamenti a Ha a seminativo e a capo per carni bovine e ovicaprine, olio d’oliva, tabacco, ecc., spostando gli interventi dalla politica dei prezzi (1° pilastro PAC) alla politica di sviluppo rurale (2° pilastro): 3% 2005; 4% nel 2006; 5% dal 2007 in poi. Ecocondizionalità e norme di buona pratica agricola. Che cosa è la BUONA PRATICA AGRICOLA? ARGOMENTI Erosione del suolo Sostanza organica Struttura del suolo Mantenimento habitat NORME massima copertura del suolo minima gestione suolo in certi casi mantenimento terreni terrazzati osservanza della rotazione gestione delle stoppie uso adeguato delle macchine massimali di densità del bestiame protezione pascoli permanenti cura caratteristiche dei paesaggi evitare cespugli nei terreni agrari Oggi siamo in piena riforma di medio termine che scadrà nel 2013, quindi se tutto va bene fino al 2013 abbiamo il nostro ormai piccolo "contributo ad ettaro" e dopo? Con l'allargamento a 27 degli stati membri di sicuro ci sarà un'ulteriore riduzione del contributo ad ettaro, penso che dopo il 2013 per chi come me ha un'azienda a indirizzo cerealicolo industriale, dagli attuali 250-300 €/ha passeremo a circa 150 €/ha praticamente con questo contributo non paghi neanche la pulizia annuale di fossi e capofossi.... Per il futuro non saranno certo rose e fiori, e penso che la superficie media delle aziende crescerà ancora dato che l'Italia è ancora oggi uno dei paesi con la superficie media per azienda più bassa. Voi che ne pensate?
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