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  1. Nel finire degli anni 50, Same brevetta la SAC, la celebre "Stazione Automatica di Controllo". Si trattava di un nuovo tipo di sollevatore idraulico, in grado di rilevare lo sforzo e di adeguare successivamente in automatico la profondità di lavoro.Consideriamo che all'epoca, i sollevatori idraulici erano quasi sempre degli "alza abbassa" senza altre funzioni; unica eccezione il "sistema" Ferguson, sistema con il quale si definì l'attuale sistema di attacco a tre punti con rilievo dello sforzo e successivo adeguamento. Il rilievo dello sforzo, nella Sac Same, avveniva ai bracci inferiori, e non al terzo punto. Il sistema, a prima vista poteva somigliare molto al sistema Ferguson (anch'esso coperto da brevetto) e sembra infatti che all'epoca vi siano state alcune recriminazioni proprio da parte di questo Costruttore. La nuova SAC e i relativi comandi al volante, equipaggiamento del nuovo Same 240 Questa nuova SAC, verrà utilizzata per la prima volta nel modello 240. Questo trattore venne presentato tra il 1958 e il 1959. Si trattava di un nuovo modello, certamente basato sulla precedente serie DA, ma comunque con molte novità rispetto ad essa. Anzitutto, il motore: la tipologia rimaneva la medesima dei precedenti (raffreddamento ad aria, gruppi termici naturalmente divisi, pompa in linea con regolatore separato, ventola di raffreddamento comandata a cinghia, iniezione diretta, etc etc), ma venne aumentato l'alesaggio, portandolo a 115mm (in precedenza Same utilizzava l'alesaggio 110). La corsa invece rimase la stessa, a 120 mm. Bellissimo esemplare di SAME 240DT in risaia a Vercelli: notare i soggetti femminili scelti all'epoca per la campagna pubblicitaria. Il cambio prevedeva 6 marce avanti ed una retromarcia con unica leva. La frizione era disponibile sia in monodisco sia in bidisco (ossia con disco dedicato per la pto). La presa di forza era disponibile con velocità unificata (540) e sincronizzata al cambio. La particolarità però di quest'ultima era la presenza di un codolo dedicato, di fatto quindi i rimorchi trazionati potevano avere anche il secondo albero cardanico per l'azionamento dell'attrezzatura (pensiamo ad esempio agli autocaricanti). La riduzione finale alle ruote avveniva all'interno della cassa del cambio, a monte del differenziale: alle ruote pertanto non vi era alcuna riduzione. I freni erano a tamburo sulle ruote posteriori, proprio a ridosso delle flange dei cerchioni. Il bloccaggio era di serie, a pedale, con ritorno automatico. Ottima la velocità massima espressa dal mezzo: al regime massimo arrivava a poco meno di 30 km/h. La Doppia Trazione era la classica Same, quella che fu il cavallo di battaglia del Costruttore per buona parte degli anni 50: moto derivato dalla corona della riduzione finale interna con secondo pignone, innesto a manicotto, albero telescopico decentrato verso sinistra, assale anteriore senza riduzione finale. La versione 2 ruote motrici disponeva in opzione della carreggiata variabile. Con l'occasione venne presentata una nuova carrozzeria: anzitutto Same abbandona definitivamente l'arancio dei DA per passare al "rosso" (arancio scuro), con meccanica "grigio macchine";la carrozzeria diventa ancora più tondeggiante e "ricercata" rispetto ai DA, con fari anteriori raccordati sulla mascherina (certamente un lavoro di pregio, per l'epoca), esponendoli meno agli urti, e con una raffinata cornice cromata con "palpebra". Il sollevatore posteriore, come detto, sarà finalmente dotato di SAC; lo sforzo viene rilevato ai bracci inferiori, che sono infulcrati davanti ai semiassi (sono sagomati per passarci sotto); questo accorgimento permetterà di "caricare" maggiormente il peso dell'attrezzo sul trattore, aumentandone la trazione nei lavori difficili. Disposizione del sollevatore e della SAC, con visibili tutti i componenti e le loro locazioni Le due leve di comando (gialla di "manovra", verde selettore dello sforzo massimo) verrano felicemente allocate sotto al volante, alla destra dello stesso, in posizione facilissima da raggiungere e da tenere sotto controllo. La pompa idraulica di comando era inglobata nella fusione della scatola della SAC, prendendo il moto dall'albero della PTO. Esemplare 240 DT in aratura Il posto di guida prevedeva sedile molleggiato, con secondo molleggio a "martinetto" (idraulico) in opzione, flangiato dietro al sedile. Leva delle marce nel lato sinistro, comando sollevatore al volante, cruscotto con pressione olio e spia carica batteria. In opzione contagiri-contaore oppure il dispositivo chiamato "endometro", un particolare (e brevettato) strumento di bordo in grado di misurare ed indicare lo sforzo al traino sul sollevatore. Possibilità di richiedere il parabrezza anteriore (in perfetto stile "ciclomotoristico") con anche il telo cerato per riparare le gambe del guidatore da pioggia e freddo. Queste, in sostanza, le caratteristiche salienti della macchina. Subito a seguire, Same farà debuttare altri modelli della stessa "gamma" (all'epoca stava appunto prendendo piede, nei Costruttori Italiani, la filosofia della serie di modelli modulari, con parti comuni e stile estetico identificativo). Arrivarono infatti il 360 ed il 480. Si trattava di macchine, come detto, con estetica del tutto simile al modello 240. Anche i motori in essi installati erano le nuove unità (rispettivamente a 3 e a 4 cilindri; il 240 invece era bicilindrico) con la canna da 115. Il resto della meccanica invece era direttamente mutuata dai precedenti DA. Tutta la trasmissione infatti era la medesima dei DA55 e DA67; anche il sollevatore idraulico era mutuato dai modelli precedenti, non fu infatti utilizzata la nuovissima SAC (che come detto invece fu utilizzata fin da subito sui 240). Same 360 DT prima versione Immagine pubblicitaria del nuovo 480 DT prima versione Anche nel "basso" della gamma, il Sametto segue i nuovi parametri di casa Same, adottando la nuova canna da 115., ma non la nuova carrozzeria. Questa nuova serie di macchine verrà definita la serie AUTOMAZIONE; Same utilizzò in alcune targhette ed in alcune pubblicità dell'epoca proprio questa dicitura (in "onore" alla Stazione Automatica di Controllo), e di fatto questa serie di macchine viene così identificata tuttora. Come abbiamo già detto, nella realtà all'inzio della produzione l'unico "vero Automazione" era solo il 240, gli altri di "automatico" non avevano nulla. Logo pubblicitario della SERIE AUTOMAZIONE
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