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  1. La celebre serie Agrotron di Deutz viene presentata alla rete di vendita il 23 agosto 1995 a Colonia. Lo stesso 1995 è l'anno dell'acquisizione ufficiale della Deutz-Fahr da parte di SAME-LAMBORGHINI-HURLIMANN. Peraltro proprio a tal riguardo, sembra che gli Agrotron abbiano potuto essere messi in produzione proprio con i capitali messi a disposizione dalla Same; il progetto infatti era del tutto pronto ma mancavano i fondi per far partire la produzione (notizie apprese in via del tutto ufficiosa). Fin dalle sue prime comparse nelle riviste e alle fiere (certamente in Italia la prima vetrina importante fu l'Eima del 1995), queste nuovissime macchine destarono gran interesse e curiosità, soprattutto per la loro linea estetica del tutto nuova e molto innovativa. Molti giornalisti iniziarono a definirlo "il siluro", proprio grazie alla sua forma slanciata e priva di qualunque spigolo. Questa serie di macchine sarà anche la prima della nuova era "post Same", difatti nello stesso periodo in cui gli Agrotron facevano le loro prime apparizioni Same, per cio' che concerne il mercato italiano, stipulava un accordo con la IML, precedente importatore italiano per le macchine Deutz-Fahr, rilevandone peraltro anche parte del personale che fino ad allora aveva seguito vendite ed assistenza in Italia dei trattori e macchine Deutz-Fahr. Certamente come detto, la cosa che colpiva di piu era proprio l'impatto estetico: cofano molto rastremato e appuntito im prossimità del muso, per dare la massima visibilità all'anteriore (esperimenti in questo senso ce ne sono stati molti prima dell'agrotron, anche in casa Deutz, ma certamente a questa serie di macchine si deve la produzione in larga scala dei cofani a massima visibilità), cabina dai sottili montanti, con tetto in vetro, posto di guida molto alto, parafanghi tondeggianti e perfettamente avvolgenti alle ruote. Sempre per avere il maggior campo visivo possibile. Poi vi erano particolari estetici, forse fine a sè stessi, ma che comunque erano peculirità esclusiva degli Agrotron: fanali posteriori non integrati sui parafanghi ma su particolari supporti, fari di lavoro dalla forma particolare, tetto cabina assolutamente piatto e privo di qualunque "spessore", presa aria motore sistemata sul montante cabina etc etc. La cabina costituiva certamente uno dei punti saldi della nuova gamma: ampio spazio a disposizione di conducente e passeggero. Quest'ultimo aveva a disposizione un seggiolino perfettamente integrato. Gli interni erano accoglienti e con uno stile assolutamente inconfondibile, con colori vivaci sui comandi e forme dei comandi stessi certamente senza precedenti. Equipaggiamento di tutto rispetto per l'epoca: cambio ZF (a tal proposito, va detto che le trasmissioni erano due: versione 7100 a tre rapporti sotto carico fino ai 95cv, versione 7200 a quattro rapporti per i restanti modelli),prese di forza a vari regimi, idraulica adeguata, due diverse tipologie di assale anteriore (con anche blocco totale), gestione ASM di trazione e bloccaggi, smorzamento vibrazioni sollevatore posteriore, sollevatore anteriore e presa di forza in opzional, generose gommature eccetera eccetera. LA PRIMA GAMMA AGROTRON era cosi composta: 4.70 4.80 4.85 4.95 questi i modelli a 4 cilindri, i 6 cilindri invece: 6.05 6.15 6.30 6.45 La numerazione dei modelli era chiaramente ispirata ai precedenti Agrostar. La prima cifra indicava il numero dei cilindri motore, le cifre dopo il punto indicavano il livello di potenza (nei 6 cilindri va ovviamente aggiunto un 1 davanti). Sostanzialmente, la gamma spaziava dai 70cv fino ai 150 del modello di punta. Rimanevano a listino comunque anche i modelli precedenti Deutz, nell'alto di gamma rimanevano gli Agrostar fino ai 190cv. Eccovi un immagine del primo modello con numerazione 6.15: Nel 1997 la gamma Agrotron viene rivista ed aggiornata con nuova nomenclatura; spariscono le vecchie diciture riportanti il numero di cilindri e compaiono le diciture che indicano esclusivamente il livello di potenza: Abbiamo così i modelli: 80 85 90 100 105 a 4 cilindri, i 6 invece: 106 (che non fu commercializzato in Italia) 110 120 135 150 I motori impiegati, naturalmente Deutz raffreddati a liquido, erano sostanzialmente 3: BF4M1012 di 3192 cm3 4 utilizzato sulle versioni 4 cilindri; BF6M1012 4788 cm3 utilizzato suelle versioni 6 cilindri di gamma bassa; BF6M1013 7146 cm3 utilizzato sulle versioni 6 cilindri gamma alta. Questi motori erano gli stessi impiegati fin dal 1995. Sempre nel 1997 vengono messi in commercio i nuovi modelli di gamma alta. Gli Agrostar verranno finalmente sostituiti dai modelli AGROTRON 160 175 190. Per questi la base meccanica rimaneva quella dei gia citati Agrostar, con il cambio di derivazione Same Titan (la collaborazione Same-Deutz ha infatti radici più lontane del 1995). Ecco una immagine presa dal depliant: Ed ecco i dati salienti: Verso le altissime potenze, invece, compaiono gli Agrotron 230 e 260. Il motore è sempre il Deutz 7.1 cm3, mentre la trasmissione è la classica ZF che con riduttore arriva a 40 rapporti sia in avanti sia in retro; come detto tale trasmissione equipaggerà praticamente tutti gli Agrotron ad eccezione dei 160-175-200 che sono dotati della trasmissione di derivazione Same Titan con 27 rapporti avanti e in retro, suddivisi in 3 gamme con 9 marce p.shift. La trasmissione ZF invece è dotata di 4 marce in power shift. I modelli 230 e 260 avranno ricca dotazione, nel 1998 erano già dotati di serie di cabina sospesa e convertitore di coppia a monte del cambio. L'immagine sopra è tratta da uno dei primissimi depliant. Le caratteristiche che accomunavano tutti i vari modelli, comunque, come detto all'inizio erano lo stile estetico e la ricerca della miglior visibilità possibile, coadiuvata dalla possibilità di avere un sollevatore anteriore perfettamente integrato nella struttura del trattore stesso. Nell'immagine sotto si possono con una certa evidenza carpire queste caratteristiche: In verità i due modelli di altissima potenza (230-260) non godevano di una visibilità all'anteriore al pari dei fratelli minori, per via dell'ingombrante cofano motore (molto largo). Comunque tale "carenza" era in parte mitigata dal posto di guida altissimo (i 230-260 al tetto erano alti piu di 3.2 metri!) Sempre a riguardo delle trasmissioni, va fatta un ulteriore precisazione inerente l'inversore: Fin dall'inizio, ossia dal 1995, gli Agrotron non erano equipaggiati con il classico inversore elettroidraulico sottocarico tipico dei giorni nostri, ma avevano una levetta chiamata "di preselezione" al volante. Tale levetta permetteva di impostare la retromarcia finchè il trattore avanzava, poi il trattorista doveva premere del tutto il pedale frizione per dare il consenso all'inversione di marcia. E viceversa, naturalmente. Tale sistema era in tutto e per tutto uguale a quello utilizzato da Fendt sui vari Farmer e Favorit degli anni 90. Il vero inversore elettroidraulico sottocarico arriverà nel 97 con i big 160-260 (anche se nel caso dei 160-175-190 a loro volta non era un inversore a pacchi di frizione ma un semplice inversore sincronizzato con innesto elettroidraulico). I modelli dal 150 in giù verranno aggiornati con le evoluzioni a seguire, nel 1998 infatti in questa categoria è ancora presente il "preselettore". Assale anteriore sospeso: lo scrivente non ha notizie di ponti sospesi applicati sulla prima serie (4.70 - 6.45) di Agrotron per ciò che concerne il mercato italiano. All'estero invece era gia disponibile con sospensione, in particolar modo nei paesi in cui erano previsti i 50km/h. Tale accessorio è comunque presente sin da subito per il nostro mercato sulle serie grandi 160-260 e sulla serie fino a 150 cv con nuova numerazione (1997). Come già detto, i modelli 230-260 avranno tale assale sospeso abbinato anche alla cabina sospesa pneumaticamente. Nel 1999, anche la serie 80-150 riceverà le sospensioni alla cabina e l'inversore elettroidraulico al volante.
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