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  1. In questi ultimi mesi sono comparse diverse foto spia del nuovo "cingolone" di casa Agco trascinandosi dietro un gran numero di speculazioni. Saranno 3 i modelli: MT738 MT740 MT743 Oggetto di numerose discussioni sia su Tractorum che altri siti, si parla di nuove motorizzazioni e trasmissione a variazione continua di derivazione Fendt. Si tratta ovviamente di voci e supposizioni che la casa deve ancora confermare. Negli ultimi giorni sono apparse sul web nuove foto di un MT743 in configurazione definitiva, osservando le quali si possono notare nuovi dettagli non facilmente riconoscili. Motore Agco Power /Sisu 9,8l 7 cil. Trasmissione AccuDrive-VT, meglio nota in Europa come Fendt Vario. Trattandosi di un MT, non possiamo non prestare attenzione alle implementazioni apportate sul carro. Si può infatti notare che ora il i ruotini sono tutti e 3 bascullanti differenti e sono applicati su 2 supporti tra di loro indipendenti. http://www.challenger-ag.us/content/dam/Brands/Challenger/US/Literature/Challenger-MT700-Series-Spec-Sheet-CH17S003CR.PDF/_jcr_content/renditions/original [ATTACH]32334[/ATTACH] foto: twitter Come termine di paragone foto del carro della serie mt 700C e 700E: Ringrazio Cichi per le foto al carro del mt765C. Ecco la versione definitiva del MT 943 Vario. Fieragricola 2018
  2. DjRudy

    Challenger

    Apro questo 3d per parlare di questi cingolatoni in gomma. E con l'occasione metto anche le foto del nuovo sollevatore anteriore disponibile dal 2009, con una capacità di sollevamento di 60 q.li.
  3. Cat Challenger serie 35 - 45 - 55 Se i rivoluzionari Challenger 65,75,85 e le successive evoluzioni riscuotono lusinghieri consensi presso i farmer statunitensi, in Caterpillar maturano la consapevolezza che le potenzialità di queste macchine sono ben maggiori se sviluppate secondo canoni più eclettici, vale a dire macchine comunque potenti ma più leggere, in grado di svolgere pesanti lavori di traino, ma anche precisi lavori con il sollevatore...in pratica, affrontare il mercato dei di gamma 200-300 cv che tanto successo nella seconda metà degli anni '90 riscuotono presso gli agricoltori americani ed europei. Queste considerazioni portano il management Caterpillar a promovere, pur continuando lo sviluppo della serie originale Challenger 65 e simili, la ricerca per la messa in produzione di nuove rivoluzionarie macchine "track" che ben presto (1997) porterà al lancio dei nuovi Caterpillar Challenger serie 35-45-55. L’imput trasmesso all’engineering Caterpillar AG quindi era quello di creare un vero e proprio trattore di ultima generazione, con un preciso e moderno sollevatore con tanto di sforzo controllato ecc. , di un potente impianto idraulico, e la possibilità come per i trattori gommati, variare la carreggiata e di adottare coperture di sezione diversa per riuscire a svolgere le lavorazioni interfilari che oltreoceano, in definitiva un “row crop tractor” a tutti gli effetti, cioè il mercato numericamente più interessante per gli States e che, proprio in quegli anni, con i trattori gommati ad alta potenza (serie 8000 JD, Magnum CaseIH e New Holland G) sta riscuotendo larghi consensi su tutto il mercato europeo, nonché quello italiano. I primi prototipi vengono sviluppati dalla Cat su trattori gommati prodotti dalla concorrenza: nella fattispecie un John Deere 4955 (1988 - 1994) ed un Ford 8830 (1989 - 1993). Seppure tale sviluppo venga svolto al centro R&D Cat di Dekalb (Illinois), stranisce come Caterpillar, alla fine, decida di stringere una "joint venture" con New Holland per allestire la produzione dei nuovi Challenger presso gli stabilimenti canadesi di Winnipeg dove già produce i trattori “Genesis” ovvero i famosi “G” con i quali condivide: cambio full power shift dell Funks, sollevatore, impianto idraulico ed infine cabina, strumentazione e comandi. Il resto è, come ovvio, rigorosamente Caterpillar, a partire da motore col modello 3116 da 6,6 litri per i modelli 35 e 45 da 212 e 242 cv e col 3216 da 7,2 da 270 per il Challenger 55. Ciò che maggiormente caratterizza questi nuovi track è sicuramente la nuova configurazione del nuovo modulo MOBIL TRACK che a differenza dei precedenti Challenger, adotta una ruota di trazione di diametro molto grande rispetto alla ruota tendi cingolo. Ciò consente di aumentare sensibilmente l’angolo di avvolgimento del nastro e di conseguenza aumentare la superficie di contatto, perciò a parità di tensione del cingolo è possibile trasmettere più potenza ai nastri senza il rischio di slittamenti. Questa caratteristica si rende necessaria per poter utilizzare tale trattore anche per gravosi lavori di traino anche a velocità ridotte come di norma soprattutto in Europa ed in Italia. Tale esigenza era meno sentita sui classici Challenger a cingolatura “bassa” in quanto utilizzata prevalentemente per lavorazioni in velocità (> 9 – 10 km/h) che evidentemente sollecitano meno l’aderenza ruota nastro. Il passo si riduce da oltre 270 cm a meno di 220 cm, per cui i ruotini di appoggio si riducono da 4 a 3, il carro è basculante come sui fratelloni grossi e molto più evidente è lo sbalzo del motore rispetto ai cingoli, evidentemente per migliorare la distribuzione dei pesi soprattutto con l’utilizzo con attrezzature portate. Infatti il sollevatore propriamente trattoristico è in grado di sollevare oltre 9000 kg. Possono essere installati nastri di sezione standard da 635 mm, oppure i larghi da 813 mm come pure gli stretti da 457 mm per le lavorazioni interfilari e non importati in europa e per l’utilizzo dei quali è possibile regolare la carreggiata su 4 posizioni: 1524, 1727, 2032, 2184 mm, pur essendo tale operazione poco agevole visto l’ancoraggio a forcella della ruota di trazione sul semiasse. Tale macchina per un breve periodo fu commercializzata in Europa ed in Italia con i colori istituzionali Cat (giallo e nero)attraverso la rete commerciale Caterpillar macchine industriali (come gà avvenne per i pochi esemplari di 75 ed 85 che varcarono l’oceano), ma subito dopo Caterpillar stringe un accordo commerciale la tedesca Claas, che decide di entrare anche nel mercato trattoristico con un prodotto esclusivo. Da quel momento in poi i Challenger serie 35.45.55 vengono commercializzati in tinta bianco-verde Claas ed ottenne un largo consenso in europa, soprattutto Italia, Inghilterra e Germania. John Deere serie 8000T Cogliendo di sorpresa un po’ tutto il mondo della meccanizzazione agricola, nel 1997, pochi mesi dopo il lancio della nuova gamma Challenger 35-45-55 la John Deere lancia sul mercato una propria gamma di trattori “track” derivati dalla fortunata serie 8000 gommata. Dal punto di vista industriale fu una vera e propria “bomba” che vide i due colossi affrontarsi a viso aperto come mai prima di allora, fino al punto che a pochi giorni dalla presentazione, la Caterpillar cerca di fermarne la commercializzazione intentando ufficialmente un’azione legale contro la John Deere accusandola di aver violato i brevetti del modulo “MOBIL TRACK”. Le magistrature statunitensi alla fine non ravvidero gli estremi per procedere nei confronti della Casa di Waterloo, ma comunque apparve evidente che l’intuizione di Caterpillar col progetto Challenger aveva colpito nel segno se il costruttore leader incontrastato delle macchine agricole nel mondo decise con un colpo di mano di scendere letteralmente in campo con prodotto simile. Non è dato sapere se durante la recente progettazione ex novo della serie 8000 gommata, nella sua singolarità, si fosse tenuto conto dello sviluppo della versione “track”. Certo è che la collocazione estremamente avanzata del propulsore sposava a perfezione con le esigenze dettate da questa nuova, ulteriore configurazione. La grande esperienza ed affidabilità maturati su propulsore, trasmissione, idraulica, sollevatore con le migliaia di unità gommate già in campo e pienamente condivise con la serie T unitamente ad un’immagine ed alle credenziali di marchio vincente crearono le giuste condizioni per rendere subito aspro il confronto con il prodotto Caterpillar che invece nasceva con una identità non cristallina ….. La campagna pubblicitaria per il lancio dei John Deere serie 8000T, rimarcando il clima fortemente competitivo (a dire il vero molto più simile ad una guerra fredda) instauratosi, recitava “It’s not similarities that upset our competitor…but the difference” ossia: “Non sono le similitudini che preoccupano i nostri competitori…ma le differenze”. Nonostante il modulo di trazione somigli palesemente al MOBIL TRACK, del quale riproduce la ruota di trazione di diametro molto più grande rispetto alla ruota tendi cingolo, tecnicamente gli 8000T differiscono in modo abbastanza sostanziale dai Challenger made in Winnipeg. Il differente sistema di tensionamento del cingolo è la differenza più evidente: infatti sui JD il riduttore esterno è elemento stressato dal pistone tendi cingolo, mentre il modulo MOBIL TRACK non va a sollecitare né semiasse ne riduttore, in quanto la sollecitazione del pistone tendi cingolo si scarica sul telaio stesso del modulo. Questo consente ai Challenger di raggiungere una pressione di pensionamento dei nastri superiore a John Deere con tutti i vantaggi che ne conseguono, vale a dire minor tendenza a slittamenti della ruota di trazione sul nastro anche in condizioni di bagnato e durante la retromarcia. Il sistema adottato da John Deere offre come unico grosso vantaggio rispetto a quello del competitor, quello di rendere più agevole l’operazione di cambio di carreggiata del trattore: un paio d’ore per i JD contro un’intera giornata per i Challenger…peccato che per gli agricoltori europei ed italiani questo fosse un vantaggio del tutto effimero. Altro vantaggio del sistema Cat è rappresentato dalla possibilità di basculamento dei cingoli, mentre il carro degli 8000Track, assolutamente fisso, peggiora sia il comfort che l’aderenza. Nonostante alcuni evidenti limiti, gli 8000T seppero ricavarsi una buona fetta di questo nuovo mercato, grazie comunque all'ottima qualità generale del prodotto che poi John Deere seppe migliorare ed aggiornare (soprattutto a livello di motore e sovrastrutture) facendoli apprezzare per 12 lunghi anni fino a quando nel 2009 vennero soppiantati dai nuovi rivoluzionari seri8RT. Infatti vennero aggiornati ed evoluti seguendo pari pari le equivalenti verisioni gommate, ad eccezzione ovviamente del modulo di trazione, che potrete approfondire sulle pagine del thread: Trattori John Deere serie 8000 dalle origini ad oggi Più breve e, forse, meno gloriosa fu la sorte dei Challenger Cat-Claas 35-45-55, rimasti in produzione dal 1997 al 2001 quando Cat introdusse i nuovi rivoluzionari MT serie 700. La cosa più spiacevole per i numerosi possessori di tali macchine fu rappresentata dal fatto che, in seguito alla repentina rescissione dell’accordo tra Caterpillar e Claas vennero rese improvvisamente orfane e rinnegate dalla stesse rete commerciale che tanto aveva spinto per la loro diffusione. E gli altri costruttori cosa fecero ? E' evidente che questa lotta tra titani scaturita dall'introduzione di queste nuove, rivoluzionarie macchine, non lascia indifferenti gli altri costruttori, men che meno New holland, che vive questo duello tra le mura di casa. Ufficialmente nulla è mai trapelato a proposito, ma l'immagine "rubata" parla da sola...il trattore track coi colori ufficiali New Holland e l'inedito e diverso attacco della ruota di trazione rispetto al Challenger avvallano la ridda di voci che all'epoca circolavano relative ad un'imminente lancio di una gamma anche track anche da parte della New Holland. Qualcuno addirittura sostiene che un esemplare (se non più d'uno) fosse stato testato nei pressi di Modena e di Forlì.... voce mai confermata nè smentita. Ad ulteriore riprova che la New Holland abbia valutato seriamente l'ipotesi di scendere in campo nel segmento track, sono queste due chiare immagini di prototipi (anche se, per come sono curati, sembrano in fase molto avanzata) usciti da Winnipeg (guarda caso !) di cui uno in livrea Versatile e l'altro, in livrea blu N.H. Probabilmente, se non fosse avvenuta la fusione del 1999 tra New Holland e CaseIH, in seguito alla quale lo stabilimento di Winnipeg venne sacrificato, sarebbero stati messi in commercio. Il gruppo Buhler che subentrò a New Holland a Winnipeg ritenne opportuno non dare seguito alla produzione di questo trattore.... E' altresì probabile che con l'acquisizione del marchio CaseIH e relativa gamma Steiger Quadtrac, il gruppo CNH abbia deciso di abbandonare l'idea di entrare nel segmento dei trattori "track" veri e propri....
  4. Le origini dei trattori "track": Caterpillar Challenger 65, ma non solo Premessa I cingolati convenzionali in ferro sono stati, soprattutto in Italia, protagonisti per lungo tempo nell’utilizzo a “campo aperto”. L’elevata capacità di trazione a parità di potenza e di peso rispetto alle macchine gommate senza dimenticare la maggior maneggevolezza e stabilità sono state forse le principalì peculiarità alla base del successo di queste macchine dall’immediato secondo dopoguerra fino agli anni ’80. Ricordiamo infatti come trattori a cingoli con 60 – 70 cavalli ed un rapporto peso/potenza pari a 70 – 80 kg/cv (Fiat 70C o Caterpillar D4) riuscivano agevolmente a svolgere arature difficili per trattori gommati con 30 o 40 cavalli in più… A testimoniare l’importanza strategica rivestita all'epoca dai cingolati basta citare il rango dei costruttori che si spartivano il mercato negli anni 50 e 60: in Amercia Caterpillar, International Harvester, Allis Chalmers, John Deere (solo sulle piccole potenze), in Europa Fiat, Marshall ed altri minori. In Italia (in Romagna soprattutto) i particolari terreni fortemente argillosi potevano per la prima volta venire arati in profondità e di conseguenza coltivati con profitto grazie a queste prodigiose macchine cingolate. L’innalzamento delle potenze unitamente all’evoluzione delle macchine gommate resero le grosse macchine cingolate sempre meno competitive, dapprima negli Stati Uniti e successivamente anche in Europa. Alla fine degli anni ’60 solo Caterpillar sopravviveva come unico grosso costruttore americano di trattori cingolati con specifiche agricole. I motivi del declino dei grossi cingolati a favore dei trattori gommati si possono così riassumere: - A) Minori velocità operative - B) Maggiori potenzialità di trazione raggiunte dai gommati grazie anche all’adozione della trazione anteriore. Negli States ricordiamo la grande diffusione raggiunta dai grossi articolati - C) Minore velocità e facilità di trasferimento - D) Minore adattabilità all’utilizzo con attrezzature portate e mosse da pto - E) Minori costi di gestione Era davvero finita l’era dei grossi cingolati agricoli ? A metà degli anni ’80 gli unici costruttori di rilievo che ancora sembrano credere in questo prodotto sembrano essere Fiat (che arrivò fino alla soglia del 2000 col modello 160-55) e, soprattutto, Caterpillar che nel 1986 esordisce col modello AG6, che, sebbene non raggiunse commercialmente un successo degno di nota, ha in sé i tratti somatici fondamentali dai quali deriverà una serie di macchine destinata a lasciare traccia e, soprattutto, significò una cosa molto importante: una Casa del del rango di Caterpillar decide di spingere ed investire, credendoci fortemente, sul "brand" agricoltura sviluppando un prodotto specifico senza semplicisticamente riconvertire macchine industriali come accadeva con i D6D che pure ottennero una certo successo. Non a caso il modello AG6 derivava direttamente proprio dal modello D6D VHP, al quale, sul classico carro con cingoli in ferro, era “cucito” addosso una cofanatura con un design decisamente più gradevole e moderno, una moderna cabina di guida finalmente con una visibilità adeguata ad un utilizzo agricolo. Caterpillar aveva quindi deciso di creare una dicotomia nella produzione di macchine cingolate: la branca industriale (construction) con i mitici dozer a cingolatura triangolare e la branca agricola con un back ground del tutto indipendente rispetto alla storica matrice comune. Tanto forte fu la determinazione di investire sulla branca agricola che parallelamente a quello delle macchine track, venne portato avanti lo sviluppo di macchine Caterpillar gommate articolate sperimentali. Venne perciò presa in esame anche l'ipotesi di scendere in campo con trattori agricoli articolati (magari avvalendosi dell'esperienza della Rome che già produceva trattori articolati su meccanica Cat) giocandosi il mercato agricolo al pari dei grandi storici competitori, in definitiva gli stessi del settore "construction", cioè John Deere, CaseIH, New Holland. Questa ipotesi venne presto scartata per optare per una scelta coraggiosa e coerente di restare nel settore agricolo con macchine cingolate rivoluzionarie, differenziandosi radicalmente dalle proposte dei grandi competitori. sopra una carrellata di alcuni bellissimi prototipi che anticiparono la produzione del primo trattore cingolato Challenger. Il più importante tra questi è stato quello soprannominato "Bat Track" (il secondo da sinistra), verniciato in rosso per impedirne un immediato riconoscimento da parte dei curiosi durante i test. Su questa macchina furono maturate le esperienze più importanti dalle quali scaturì la versione definitiva del Challenger. IL PRIMO STORICO TRATTORE “TRACK” : IL CATERPILLAR Challenger 65 Se una casa “leader” come Caterpillar decide di continuare a sviluppare macchine agricole cingolate, appare evidente che erano state considerate buone la loro possibilità di diffusione anche per un mercato difficile ed esigente come quello statunitense, tant’è che già l’anno successivo al lancio del modello AG6, sfruttando la genialità del modulo MOBIL TRACK (brevettato dalla Caterpillar stessa per l’esercito USA per il trasporto di pesantissime testate nucleari) viene presentato il modello Challenger 65, 14 tonnellate, 270 cv, cambio powershift e velocità massima 30 km/h. Quando sembrava che il cingolato agricolo fosse sul viale del tramonto, questa macchina arriva a sconvolgerne i canoni introducendo standard prestazionali ignorati fino ad allora. Se andiamo ad analizzare le negatività delle macchine cingolate rispetto ai gommati precedentemente evidenziate, vediamo come questo nuovo tipo di trattore cingolato risolva in modo radicale i punti A, B, C, D, E senza per questo rinunciare ai vantaggi che da sempre hanno caratterizzato i cingolati rispetto ai gommati, cioè maggior trazione parità di potenza e peso unitamente ad un minor calpestamento del terreno grazie ad un’impronta a terra nettamente superiore ai trattori gommati pur provvisti di gemella tura, con un’impatto agronomico nettamente favorevole. Il Challenger 65 tradisce palesemente la diretta discendenza dal predecessore AG6 nelle linee, nella motorizzazione, ma la differenza sostanziale sta appunto nel modulo di trazione con i cingoli in gomma ai quali, a differenza del cingolo tradizionale, la trazione viene trasmessa non tramite ingranaggio, ma grazie all’attrito impresso alla ruota di trazione da un evoluto sistema idraulico di tensionamento del nastro stesso, la cui aderenza al terreno è garantita da due coppie di ruotini basculanti posizionati tra il rullo di trazione posteriore ed il rullo tendi cingolo anteriore di uguale diametro e ben 2690 mm di interasse. La larghezza del nastro di 622 mm garantisce un impronta a terra di ben 3,3 mq con una pressione media esercitata al suolo di soli 400gr/cmq, valori assolutamente irraggiungibili da qualsiasi altro trattore gommato di potenza anche molto inferiore. Dagli stabilimenti Caterpillar di Dekalb, Illinois (USA) uscirono dal 1987 al 2001 i modelli Challenger caratterizzati dall'adozione del modulo MOBIL TRACK con la ruota di trazione e la ruota tendi cingolo di ugual diametro : - 1987 – 1990 Challenger 65 - 1990 – 1992 Challenger 75 - 1991 – 1993 Challenger 65 B - 1993 – 1998 Challenger 65 C e 75C - 1996 – 1998 Challenger 65 D, 75D e 85D - 1998 – 2001 Challenger 65 E, 75E, 85E e 95E Questi trattori per dimensione, potenza e, soprattutto, "target" commerciale, furono concepite su specifiche prettamente americane, vale a dire indicate per dimensioni aziendali particolarmente grandi, vocate all'utilizzo di grandi attrezzi trainati con larghezze di lavoro importanti. In sintesi, la gamma Challenger a partire dal primo 75 al 95E andarono a ritagliarsi una fetta di mercato a scapito dei grossi trattori americani articolati, (John Deere, Steiger-Case, New Holland-Versatile) dei quali però riflettevano la scarsa propensione all'utilizzo di attrezzature portate o mosse dalla pto. L'assenza di un sollevatore degno di tal nome, unitamente ad una "taglia" non proprio ridotta, pregiudicano la diffusione dei Challenger verso un'agricoltura di dimensioni aziendali più piccole e, soprattutto, verso il ricco mercato europeo nonostante il miglior rapporto dimensioni/peso/potenza e la miglior maneggevolezza rispetto agli articolati li rendessoro potenzialmente interessanti anche per questo tipo di realtà. Queste considerazioni portano il management Caterpillar a promovere, contestualmente allo sviluppo della serie originale Challenger 65 e simili, la ricerca per la messa in produzione di nuove rivoluzionarie macchine "track": i Caterpillar (Claas per l'Europa) serie 35-45-55.
  5. Ecco a voi le caratteristiche del nuovo 700D: https://agco.bigmachines.com/bmfsweb/ag ... MT700D.pdf motore sisu cambio ancora Ps!!!!!! gli amanti del vario dovranno aspettare la serie E!!????? ciao da johndeerista
  6. DjRudy

    Challenger MT600C

    Dopo Massey Fergunson serie 8600, e Valtra serie S ecco la versione in giallo. Sito Ufficiale MT600C
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