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  1. In Italia praticamente non ne esistono di nuovi, se poi parliamo dei vecchi, cosa dovuta in questa sezione, trovarne uno credo sia come trovare il petrolio in garace, praticamente impossibile o quasi, ma visto che l'impossibile per mia convinzione è si il contrario del possibile ma va comunque provato, allora apro quest'argomento per cercare qualcuno che al pari di un avvistatore di ufo ne abbia visto uno, oppure che ne abbia sentito parlare come me e che accetti di parlarne qui per rendere di dominio pubblico le informazioni in nostra conoscenza. Per quanto mi consta le mie conoscenze in merito a tali macchine fanno riferimento all'esperienza diretta di mio padre, che negli anni cinquanta ebbe modo di lavorarci per qualche migliaio d'ore, durante i suoi primi anni da trattorista. Il modello a cui faccio riferimento è il KIROVETS KD-35, mezzo di fabbricazione sovietica, a quanto pare, importato in Italia nel numero di 19 unità regalate dall'URSS ad alcune cooperative agricole italiane nell'imediato dopoguerra. Con la fame di trattori e non solo, che c'era a quell'epoca questi mezzi furono fatti lavorare all'inverosimile, giorno e notte per mesi interi, facendo tutte le lavorazioni possibili per l'epoca dall'aratura per il grano, allo scasso per i frutteti, dal traino della mietilegatrice ai trasporti su strada con rimorchi a dir poco sovraccarichi. Meccanicamente non erano dei mostri , il motore che forse era il suo componente più riuscito a seconda delle versioni poteva essere di origine sovietica presumibilmente marchiato KIROVETS o BELARUS in quanto venne commercializzato con tutti e due i marchi o statunitense di fabbricazione CATERPILLAR per quanto concerne i modelli più vecchi, già questo la dice lunga sui rapporti fra le superpotenze alla fine della guerra, pensare che qualche anno dopo si sarebbero presi a cannonate a colazione, dimenticandosi di quando la fame li aveva fatti collaborare. Lasciando da parte la storia della politica e riprendendo quella dei trattori, purtroppo c'è da dire che i ricordi positivi di mio padre riguardo tale mezzo si fermano qui, infatti la macchina in esame era stata concepita per le pianure da capogiro dell'Unione Sovietica ed in Italia dove la pianura in molti casi si trova solo fra lo spazio che divide due montagne il KD-35 aveva vita dura, il suo carro era del tutto inadatto alle nostre realtà, costruito com'era utilizzando la stessa tecnica usata per i carri armati sovietici dell'epoca quindi con la suola o paletta che dir si voglia in gradoo di svolgere anche la funzione di catenaria e di conseguenza la mancanza di quest'ultima cosi come la intendiamo noi Italiani, i scarellamenti erano all'ordine del giorno. Altra caratteristica costruttiva ereditata dalle terre di provienenza, era la carregiata troppo stretta, in Ucraina probabilmente non avrebbe mai superato il 10% di pendenza laterale, qui purtroppo in alcune giornate di lavoro, quell'equazione molte volte valeva al contrario ossia non si scendeva mai sotto quel limite, cosi che il KIROVETS KD-35 in maniera continua e ripetuta mostrò al sole le parti più intime della sua coppa motore, tale sgradito evento era favorito oltre che dalla carregiata stretta dal motore possente e pesante montato su tale mezzo che lo faceva asomigliare ad un neonato capoccione, pronto a cadere dal lettino ogni volta che s'affaccia. Insomma come il cavallo d'un cosacco retinente alla doma cosi il KIROVETS dava segni d'insofferenza per la lontananza da casa. Le sue capacità trattive alla barra di traino si potrebbero equiparare a quelle di un più recente FIAT 505C, infatti pochi anni fà insieme a mio padre, ri-scassando un appezzamento già scassato da lui, in parte negli anni '50 con il KIROVETZ KD-35 ed in parte negli anni '60 con un FIAT 55, riuscìmmo a capire fin dove era arrivato a lavorare con il primo circa 55 anni prima e dove aveva continuato con l'altro 10 anni dopo. A tal proposito un esempio di vita vissuta narrando la quale vorrei far capire come il tramandarsi la terra di padre in figlio non sia solo un semplice susseguirsi delle stagioni della vita come succede per le piante, ma qualcosa che ci riporta sempre a contatto con chi quella terra l'ha lavorata anche quando noi non eravamo parte di questo mondo: Il FIAT 72-85C con il suo monovomero SAIMA entro-fuori solco scassando in discesa con la fitta (solco) aperta e la terra che pendeva a favore, nonostante fosse regolato più che bene non andava oltre i 55 massimo 60 cm. in qualche punto, eppure la terra sembrava abbastanza morbida fino ad una certa profondità, ma poi dopo sotto, c'era una specie di zoccolo oltre il quale non si riusciva a farlo scendere, nonostante mi mettessi sopra la bure a scalpello per cercare di dargli più peso possibile, pazienza pensai, d'altronde il 72-85 non è un Cat, andiamo avanti. Arrivati ad un certo punto l'aratro cominciò a scavare sassi, li tirò fuori in sequenza lungo tutta una striscia di terra larga non più di 2-3 metri, a quel punto mio padre che arava si ricordò che mio nonno in quel punto aveva costruito un viottolo con dei sassi, per attraversare il terreno dal cancello alla capanna senza impantanarsi in caso di pioggia e che all'epoca dello scasso fatto con il KIROVETS erano stati interrati per non creare fastidi in superfice, sorpreso e anche un pò colpito dal fatto di toccare con mano qualcosa che era stato messo lì più di mezzo secolo fà da mio nonno che non ho avuto la fortuna di conoscere, feci alla bene e meglio quello che aveva fatto lui e rimisi nel solco aperto i sassi cosi ad ogni passata ricoprimmo quelli tirati fuori a quella precedente. Finito di scassare la striscia con i sassi, l'aratro cominciò ad infilarsi meglio, ogni passata meglio tanto che alla fine decisi di togliermi da sopra la bure, il mio peso non serviva più, andava giù che è un piacere per dirla con un eufemismo spariva, rimaneva fuori solo parte del trave orizzozntale della bure a scalpello, il versoio non ce la faceva a contenere la terra che straborda sopra e lo faceva sparire, mi venne da pensare e dissi a mio padre "eh che cavolo è successo!?" "Siamo arrivati alla 55!" disse sorridendo, la differenza non la stavamo facendo noi quel giorno, ma l'aveva preparata circa 45 anni fa la FIAT 55 che aveva arato più a fondo di quanto avesse fatto il KIROVETS KD-35 nel tratto arato dieci anni prima. Tutto questo per confermare che il trattore sovietico, non era un campione, fu mitico perchè lavorò per anni senza rimanerci secco, risistette alle strapazzate di tanti giovani trattoristi, alcuni iniesperti, che si diedero il cambio alla sua guida, ma fece quello che potè tanto che non vi furono suoi successori, surclassati come sarebbero stati dalla produzione Nazionale e Statunitense. Chinque abbia informazioni relative al caro Kiro le posti, sarebbe bello vederne uno dal vivo, senza andare in Russia possibilmente, grazie e scusate le chiacchiere e qualche fuori tema, ma in certi accadimenti risiede una delle componenti più forti della mia passisone.
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