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  1. La doppia trazione sui trattori agricoli è indubbiamente una delle più importanti innovazioni del secolo scorso. Certamente è stata una soluzione apprezzata a livello mondiale; di sicuro nel nostro Paese (ed in altri Paesi con morfologia simile) ha attechito con certo riscontro numerico fin dalle prime produzioni "industriali" dei mezzi con DT. Vuoi per la presenza di vasti territori collinari, vuoi per la presenza di terreni non sempre facili da lavorare, In Italia fin dagli anni 50 si è avvertita la necessità di avere nei listini trattori con tali tipologie di trazione. Ci sono stati poi Costruttori che ne hanno fatto il proprio "cavallo di battaglia", altri hanno affidato la costruzione e l'allestimento dei propri mezzi a Ditte specializzate, altri (Costruttori stranieri in primis) invece non hanno considerato l'ipotesi di proporre i propri gommati in versione 4 ruote motrici (spesso nel Paese di origine del marchio non vi era necessità di questi mezzi), costringendo i relativi Importatori Italiani di tali Marchi a coraggiose trasformazioni pur di rimanere anche nel mercato di questo "nuovo segmento", che nel frattempo cominciava a raccogliere consensi dai clienti. L'alternativa ai trattori Doppia Trazione (o 4 ruote motrici, che dir si voglia) erano i trattori cingolati. Ma è pur vero che, con il passare degli anni, tali trattori cingolati non si prestavano più a determinati impieghi. Impieghi che, invece, si confacevano ai trattori DT. Possiamo citare quale esempio la movimentazione ed il trasporto, impieghi boschivi, lavorazioni su vigneto e frutteto in collina e/o montagna. Ma anche lavori in campo aperto in pianura. Possiamo pensare ad esempio a terreni con scarsa portanza, lavorazioni in risaia, lavorazioni effettuate in stagioni piovose, ma anche semplici lavorazioni primarie (aratura etc) su terreni particolarmente tenaci, che notoriamente mostravano tutti i limiti dei trattori a 2 ruote motrici. E per le quali, non sempre era possibile ricorrere all'impiego di trattori cingolati. I gommati 4 ruote motrici, in confronto ai cingolati, vincevano nettamente sui trasferimenti, sui trasporti, sulla velocità di esecuzione e, a parità di potenza, anche sul prezzo di acquisto. Certamente pagavano dazio, invece, su capacità di trazione (un cingolato trasforma tutto il proprio peso in capacità di trazione, il trattore DT invece circa il 60%), e su stabilità nelle pendenze. Per molte aziende agricole, si rendeva necessaria la presenza sia del gommato, sia del cingolato. E non tutti potevano permettersi un parco macchine così "vasto". Il trattore a doppia trazione è stata una soluzione a questo problema; si poteva disporre infatti di una macchina veloce, che potesse circolare su strade pubbliche e anche su strade ponderali in assoluta tranquillità e senza alcun danno, e che, all'occorrenza, potesse esercitare sforzi di trazione maggiori rispetto ad un semplice gommato 2 ruote motrici (o semplice trazione), con buona dinamicità anche su fango o terreni impervi. La storia dei mezzi agricoli a DOPPIA TRAZIONE ha radici lontane, in questo argomento cercheremo di raccontarne la storia e le evoluzioni. Anzitutto, va subito precisato che i Nostri Costruttori Nazionali hanno giocato un ruolo da protagonisti assoluti. E' infatti, riconosciuto abbastanza unanimamente, che il primo trattore agricolo prodotto con sistema a 4 ruote motrici sia stato il PAVESI-TOLOTTI, risalente al 1918. Va precisato che, in qualche parte del Mondo, è possibile siano stati fatti esperimenti ed anche siano state costruite macchine prima della data menzionata, ma al momento non vi sono notizie in tal senso. Il Pavesi-Tolotti è una macchina davvero capace di stupire ancor oggi per le soluzioni tecniche in essa utilizzate. La Doppia trazione infatti non sarà l'unica grande innovazione. Anzitutto, va precisato che le velleità del mezzo erano più orientate agli impieghi militari che civili, comunque la macchina era proposta anche come mezzo agricolo. Le caratteristiche erano uniche: telaio portante suddiviso in due unità, una supportante l'avantreno, l'altra il retrotreno. In mezzo, a raccordare le due unità, uno snodo centrale doppio, con funzione sterzo e bascula. Le intuizioni in questa macchina sono molteplici: una distribuzione dei pesi prettamente all'anteriore (che permetteva di enfatizzare le doti di traino), grande capacità di adattamento alle asperità del terreno. La doppia trazione rendeva il mezzo un grande "scalatore", riusciva ad arrampicare in posti inacessibili fino ad allora ad un mezzo meccanico a ruote. Fig 1 : trattore PAvesi Tolotti, datato 1918 Fig 2: chassis del mezzo, di vede bene il particolare telaio snodato Fig 3: meccanica posteriore del trattore Pavesi Fig 4 vista da sopra schematizzata del trattore Pavesi-Tolotti Questa macchina in Agricoltura non ebbe un particolare riscontro, tuttavia ebbe un discreto-buon successo quale veicolo militare adibito al traino di pezzi d'artiglieria. Per questo impiego erano previsti vari accessori ed allestimenti, quali ad esempio il verricello con eventuale portale per il sollevamento verticale, oppure il timone frontale che permetteva di poter accoppiare due o piu Pavesi (modelli P2 e P4) per il traino di pezzi d'artiglieria particolarmente impegnativi da trainare. Nell'immagine sotto possiamo vedere un esemplare dotato di argano per aratura funicolare: Fig 5: Pavesi con argano Queste macchine, hanno uno schema meccanico che vari anni dopo verrà ripreso negli USA per dar vita ai celebri trattori snodati-articolati che tanto successo hanno avuto dalla metà del secolo scorso in avanti, e che hanno motorizzato le immense pianure statunitensi, permettendo di poter scaricare le elevate potenze dei propulsori in essi installati, e dei quali certamente torneremo a parlare in questo argomento a seguire. E' necessario a questo punto, precisare che gli "esperimenti" circa la Doppia Trazione furono molteplici, anche su macchine a tre ruote, disposte due anteriori ed una posteriore con trasmissione a catena; la stessa John Deere realizzò un modello così costruito. Alcune realizzazioni furono anche antecedenti alla costruzione del primo Pavesi a 4 ruote motrici. Al momento le menzioniamo soltanto, se di interesse l'argomento verrà ripreso a seguire.
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