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Prezzi prodotti agricoli e strategie di mercato


DjRudy

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il mercato è libero:

 

https://www.cosicomodo.it/spesa-online/Zucchero-bianco/Italia-Zuccheri-100-Italiano-1-kg/p/8032605211002

 

solamente che la minoranza compra l'origine italiana

 

non si tratta di lealtà, qualunque produttore capace di produrre come vuole la domanda(domanda=maggioranza dei consumatori) è leale con la concorrenza. Per la maggioranza della domanda non importa come produci, ma a quanto vendi, tutto ciò è il frutto delle scelte dei consumatori, chi produce si adegua(se ne ha le capacità economiche) e basta...

 

E' assurdo che Barilla ancora riesca a vendere pasta nel mondo, probabilmente il consumatore ha perso da anni il buonsenso:

 

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/niente-spot-famiglie-gay-ora-barilla-fa-pasta-lgbt-1600367.html

Lo scrivevi prima che solo la minoranza compra quella italiana e di conseguenza credo che il resto compri altra.....quindi quella che costa meno fatta dai grandi pastifici che comprano grano anche dai mercati internazionali.
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Lo scrivevi prima che solo la minoranza compra quella italiana e di conseguenza credo che il resto compri altra.....quindi quella che costa meno fatta dai grandi pastifici che comprano grano anche dai mercati internazionali.

appunto chi compra è il consumatore, i produttori non sono leali perchè comprano dai mercati internazionali? cosa stai scrivendo? se i pastifici non potessero acquistare ciò che gli pare allora in quel caso il mercato non sarebbe libero...

 

Ci vuole un mercato con delle regole e non libero, ma le regole/leggi non sarebbero necessare se il consumatore avesse del buon senso...come detto il produttore si adegua al consumatore che guida il mercato:

 

boom degli integratori alimentari: sono i consumatori che li comprano

boom dei prodotti senza glutine: idem come sopra

Penso che qualunque persona sana di mente sia in grado di sapere che oggi più di ieri con gli attuali alimenti si possa fare a meno di integratori alimentari e che l'intolleranza a qualunque ingrediente è data dalla dieta e da ciò che si mangia.

Modificato da Argilloso
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Sarei d'accordo con te se (secondo me) il mercato fosse veramente libero e non drogato da accordi commerciali e regole globali....non certo fatte dai consumatori o dai piccoli produttori come noi.

 

appunto chi compra è il consumatore, i produttori non sono leali perchè comprano dai mercati internazionali? cosa stai scrivendo? se i pastifici non potessero acquistare ciò che gli pare allora in quel caso il mercato non sarebbe libero...

 

Ci vuole un mercato con delle regole e non libero, ma le regole/leggi non sarebbero necessare se il consumatore avesse del buon senso...come detto il produttore si adegua al consumatore che guida il mercato:

 

boom degli integratori alimentari: sono i consumatori che li comprano

boom dei prodotti senza glutine: idem come sopra

Penso che qualunque persona sana di mente sia in grado di sapere che oggi più di ieri con gli attuali alimenti si possa fare a meno di integratori alimentari e che l'intolleranza a qualunque ingrediente è data dalla dieta e da ciò che si mangia.

Forse non riusciamo o non riesco a capire, ho quasi l'impressione che alcune volte si vogliano scrivere cose diverse.....scrivendole quasi uguali.

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Forse non riusciamo o non riesco a capire, ho quasi l'impressione che alcune volte si vogliano scrivere cose diverse.....scrivendole quasi uguali.

 

appunto, avevi scritto poco sopra che il mercato non è libero. Ti volevo solamente spiegare che il consumatore sceglie male anche se ha la possibilità di scegliere.

Visto che il buon senso il consumatore medio lo ha perso, basterebbe vietare la commercializzazione di prodotti di origine estera, prodotti di integrazione alimentare, prodotti senza glutine, ecc... ti sembra libero così il mercato?

 

Sarei d'accordo con te se (secondo me) il mercato fosse veramente libero e non drogato da accordi commerciali e regole globali

 

se il produttore non può fare accordi commerciali globali (come gli pare), come fa il mercato ad essere libero?

Modificato da Argilloso
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Il problema non è il mercato libero, e nemmeno cosa scelgono gli italiani di mangiare.

Il problema è perché un litro di latte alla stalla viene pagato 0,40€ e dopo averlo scremato e scremato ancora viene venduto a non meno di 1,40€ ???

Perché un quintale di grano duro viene pagato 20€ e un quintale di pasta non meno di 120€

Perché un quintale di pane costa minimo 220€ e necessita di un quintale di farina di grano tenero.

Capisco che per arrivare alla farina c'è dello scarto, però viene utilizzato per altro e non si butta niente.

Capisco anche che il settore della trasformazione avrà i suoi problemi, però i prezzi al consumo rimangono più o meno gli stessi indipendentemente da quanto costa la materia prima.

 

Sono arrivato alla conclusione che il problema non sono gli industriali e la grande distribuzione, il vero problema siamo noi produttori, sempre zitti, che gli permettiamo tutto ciò.

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Il problema non è il mercato libero, e nemmeno cosa scelgono gli italiani di mangiare.

Il problema è perché un litro di latte alla stalla viene pagato 0,40€ e dopo averlo scremato e scremato ancora viene venduto a non meno di 1,40€ ???

 

perchè la maggioranza dei consumatori lo compra a quel prezzo

 

Perché un quintale di grano duro viene pagato 20€ e un quintale di pasta non meno di 120€

perchè la maggioranza dei consumatori la compra a quel prezzo: si campa anche senza pasta...

Perché un quintale di pane costa minimo 220€ e necessita di un quintale di farina di grano tenero.

vedi sopra

Sono arrivato alla conclusione che il problema non sono gli industriali e la grande distribuzione, il vero problema siamo noi produttori, sempre zitti, che gli permettiamo tutto ciò.

io invece penso che gli industriali e la grande distribuzione dipendano da chi compra i loro prodotti.

Senza grano italiano continueranno a produrre ugualmente pasta, pane e derivati, perchè ci sarà sempre chi a quel prezzo la comprerà...

Italiani brava gente:

 

[ATTACH=CONFIG]34777[/ATTACH]

 

consumo-pasta.jpg

Modificato da Argilloso
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Il problema non è il mercato libero, e nemmeno cosa scelgono gli italiani di mangiare.

Il problema è perché un litro di latte alla stalla viene pagato 0,40€ e dopo averlo scremato e scremato ancora viene venduto a non meno di 1,40€ ???

Perché un quintale di grano duro viene pagato 20€ e un quintale di pasta non meno di 120€

Perché un quintale di pane costa minimo 220€ e necessita di un quintale di farina di grano tenero.

Capisco che per arrivare alla farina c'è dello scarto, però viene utilizzato per altro e non si butta niente.

Capisco anche che il settore della trasformazione avrà i suoi problemi, però i prezzi al consumo rimangono più o meno gli stessi indipendentemente da quanto costa la materia prima.

 

Sono arrivato alla conclusione che il problema non sono gli industriali e la grande distribuzione, il vero problema siamo noi produttori, sempre zitti, che gli permettiamo tutto ciò.

 

Se tra chi produce e l'utilizzatore finale c'è quella forbice di prezzi vuole dire che tra il produttore primario e il venditore finale qualcuno non dice la verità. E piangono pure miseria. In alcuni casi più di uno non dice la verità e da circa 30 anni chi è sempre stato al governo in italia ed in europa se ne è sempre fregato e non prendiamo in considerazione nemmeno le varie sigle sindacali. Sul permettergli tutto si può essere più o meno d'accordo ma se dovessimo fare qualcosa la finirebbe a schifo come i gilet gialli.

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Se c'è una forbice tra chi produce e chi consuma il prodotto, vuol dire che i sono tanti altri soggetti in mezzo e che tutti devono guadagnarci qualcosa. Se il prodotto è globalizzato e una parte di esso viene dall'estero è facile pensare che il prodotto finito prima di essere commercializzato debba passare innumerevoli ricarichi. Praticamente è così per tutti i prodotti trasformati.

Il prezzo del prodotto è ottenuto così con speculazione dei Molini e dei Pastifici/Forni.

Poi c'è la GDO di mezzo che vuole vendere al solito prezzo altrimenti il prodotto viene escluso dagli scaffali, l'unica cosa che a questo punto può diminuire è il costo del grano..

Ipotizziamo che il produttore smetta di produrre grano perchè non viene remunerato come si deve : c'è meno grano negli stoccaggi e il prezzo del grano aumenta...sempre che il prezzo del grano non vada bene anche ai produttori esteri e che smettano di produrre di più...

 

Come si vede dai dati IGC gli stoccaggi di grano duro nel mondo aumentano:

 

[ATTACH=CONFIG]34783[/ATTACH]

 

si prevede un dimezzamento del consumo per uso animale.

 

Per il grano tenero invece si prevede un raddoppiamento del consumo per uso animale e stoccaggi in leggera flessione.

 

Gli stoccaggi e la produzione di orzo sono in forte calo afronte di un lieve calo del consumo: a parer mio l'orzo aumenterà ancora di prezzo.

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Se tra chi produce e l'utilizzatore finale c'è quella forbice di prezzi vuole dire che tra il produttore primario e il venditore finale qualcuno non dice la verità. E piangono pure miseria. In alcuni casi più di uno non dice la verità e da circa 30 anni chi è sempre stato al governo in italia ed in europa se ne è sempre fregato e non prendiamo in considerazione nemmeno le varie sigle sindacali. Sul permettergli tutto si può essere più o meno d'accordo ma se dovessimo fare qualcosa la finirebbe a schifo come i gilet gialli.

 

Non dico di voler fare come i gilet gialli, anche perché noi non siamo come i francesi, però cominciare a farsi sentire quello si. Per la gente che non si occupa di agricoltura noi siamo quelli che sfruttano animali e territorio per il nostro arricchimento personale, invece i grossi guadagni stanno in mano a chi ci stà intorno, dai fornitori ai trasformatori, eppure siamo i più esposti ai rischi ambientali.

Fare la guerra agli industriali credo sia inutile, anche perché la roba la prendono dove vogliono, però arrivare ad un accordo serio su base nazionale e cercare di limare un pó la forbice che c'è tra materia prima e prodotto agli scaffali.

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Solo lo stato lo puo' fare ma non c'e' la volonta'

Nella testa dei dirigenti regionali, e quindi quelli nazionali, in agricoltura ci deve essere spazio solo per grandi gruppi alimentari industriali o cooperatvi in grado di approcciare il mercato estero

 

Non c'e' alcun interesse per i singoli produttori.. Zero proprio

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Raggiungere qualunque tipo di accordo sui prezzi distrugge la concorrenza e la flessibilità del mercato.

Io grazie ad un "accordo serio" come coltivatore non vorrei essere obbligato a seminare ciò che non voglio seminare...

La cosa più logica per un coltivatore è scegliere la cultivar più conveniente in quel momento dettato dalla situazione del mercato.

 

Non c'e' alcun interesse per i singoli produttori.. Zero proprio

 

non c'è nemmeno interesse per i singoli produttori di mettere in difficoltà il mercato.

Com è possibile che la previsione di grano duro per il 2019 sia in Italia di 4,3 milioni di tonnellate?

Ne produciamo la metà solo in Italia in tutta la UE-28, manca la nostra volontà

, non la volontà degli altri:

igc-5.png?w=648

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Si, nessuno evoca un regime rigido ma un sistema mediato con degli strumenti normativi, che non necessariamente dovrebbero essere regionalizzati in 21 modalita' diverse, ad esempio.

Che efficacia hanno misure e strumenti pubblici regionalizzate come i psr, su un contesto globale o quasi?

Solo per fare un esempio. I dazi sono altro strumento normativo (v riso). Quello che rimarco e' assenza di volonta' (strategia) e strumenti adeguati prevalentemente per grandi soggetti

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Quello che rimarco e' assenza di volonta' (strategia)

 

Come fa ad esserci la presenza di volontà se il grano duro italiano è previsto a 4,3 milioni di tonnellate?

Io se potessi gestire dei strumenti normativi non vedrei nessun problema per il settore agricolo sul prezzo del grano duro.

Un -2,1% di un sondaggio fatto da Istat su seminativi 2018/19 vuol dire poco d'accordo, ma è davvero assurdo visto i prezzi del duro, Sud e Isole che non risponde minimamente al cambio di mercato del duro:

 

intenzioni-semina.png

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Il canada ha una regolazione estesa sul grano, noi in italai non abbiamo un sistema organizzativo e di norme analogo, nonostante grano duro sia vitale per centro sud. Potremmo quantomeno studiare come i canadesi gestiscono produzione stoccaggio e offerta

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Al Sud e Isole lanciano un segnale molto forte sul grano duro ed è giusto che un grano come quello siciliano debba essere valorizzato.

Basterebbe che si obbligasse chi ritira il prodotto agricolo a catalogare per esempio il grano tramite DON, Glifosato e aflatossine..

Il ministero della salute nella persona di Giulia Grillo dovrebbe muoversi in questo senso per la salute di tutti visto che gli italiani mangiano +di 25 kg di pasta all'anno....

 

Inutile seguire i consigli di un'industria capace di avvelenarci e capace di valorizzare un prodotto solo per far in modo che la trasformazione del grano sia meno costosa per la filiera...la salute prima di tutto.

 

Per questo motivo credo che i consumatori siano importanti per guidare il mercato:

se i consumatori acquistano marchi di pasta che vanno contro la grande industria credo che nessuna regolazione dovrà essere fatta e il prezzo del grano duro aumenterà...

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Appunto in canada categorizzazione trasporto sanita' stoccaggio e' gestito secondo leggi precise, ispezuoni campionamenti offerte, tutto.

Fino a pochi anni fa (2007 mi sembra) il board nazionale stabiliva il prezzo nazionale con divieto ai privati di trattare singolarmente (tipo ammasso pubblico)

 

Poi una riforma liberale l'ha abolito. In italia potremmo ben copiare il sistema (sempre che la UE te lo permetta, e qui dubito)

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Queste cose si fanno se il consumatore è consapevole di cosa si parla, probabilmente i consumatori canadesi lo sanno ed il consumo si indirizza su certi prodotti anzichè altri.

concordo, purtroppo la stragrande maggioranza della gente in italia non sa cosa mangia.. hanno perso la cultura del cibo

adesso viene fuori la moda degli insetti, fanno la farina con gli insetti disidratati, ma porca... è per colpa di quei minorati mentali che andiamo male, invece di mangiare una bella bistecca di razza piemontese sono più buone le cavallete secche!! e questa è solo una minima parte di tutto..

cmq continuiamo così che va bene

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Sondaggio Doxa sul consumo di pasta:

Barilla in un caso su tre viene citata come marca preferita.:AAAAH:

 

Il Salvagente ha effettuato analisi di vari marchi di pasta e Barilla ne esce con le ossa rotte:

 

Barilla = pesticidi mg/kg : Piperonil butossido 0,043 Pirimifos metile 0,098 Don (mcg/kg): 9,6

Barilla 5 cereali = pesticidi (mg/kg):Piperonil butossido 0,019

Barilla Bio = Don (mcg/kg): 2 7, 3

 

https://przvdqe25t3itpa733jhkcik-wpengine.netdna-ssl.com/wp-content/uploads/2019/01/la-verita-sulla-pasta-italiana.pdf

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Bravi ragazzi..... che bella discussione.....complimenti...... E se magari qualcuno che conta potesse leggere..... vedrebbe un po' cos'è la realta che viviamo...... o forse lo sanno bene e si girano dall'altro lato.....

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Latte ovino che trasformato in Pecorino Romano arriva al consumatore canadese a quasi 50 dollari al kg e noi non danno nemmeno 5 € al kg 43a1c4aa67a459186cee545f5be8e1bd.jpgfd8fdb1622acb70bfc46b419df05f125.jpg

 

Inviato dal mio FIG-LX1 utilizzando Tapatalk

si ma vedi che sbagliate a buttare il latte nel fosso perchè loro se ne fregano di ste cose.. mentre se il pecorino iniziate a produrlo voi togliendo a loro del mercato, allora le cose potrebbero cambiare ma ormai a voi importerebbe relativamente perchè vendereste già personalmente con ben altri guadagni.. purtroppo per vivere bisogna iniziare a trasformare e vendere direttamente, per fortuna qui diversa gente lo ha capito! soprattutto chi ha aperto una macelleria in azienda

io ho iniziato l'anno scorso ma è solo un piccolo passo, spero che mi diano i finanziamenti per comprare un mulino e iniziare a produrre le farineO0

la cosa più difficile è trovare i clienti, appunto perchè come diceva argilloso se non c'è scritto un nome famoso sul pacchetto non ti comprano la pasta:nutkick:

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