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Prezzi prodotti agricoli e strategie di mercato


DjRudy

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Sono andato a fare i conti all'agraria....ragazzi male, molto molto male

 

Piano d'azione: eliminare le concimazioni primaverili, dimezzare le concimazioni sul mais, dimezzare i diserbi e seminare più prati.

 

sono pienamente d'accordo con te Giampi, infatti è incredibile non vedere più un prato....

Secondo me adesso che la tecnologia è arrivata così in alto e gli allevamenti hanno raggiunto grandi produzioni utilizzando molte materie prime con i relativi costi e impatti ambientali, mi sa che se si dovesse tornare ad allevare le vacche come si faceva una volta(non sono passati moltissimi anni) con i prati, sicuramente non si avranno i livelli di produzione attuali, ma si avrebbe un prodotto forse ancora migliore ma soprattutto minori costi negli allevamenti e sicuramente molti problemi di livello ambientale in meno.

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i prodotti che arrivano dal estero, come se qui mancasse qualcosa, questa è L'Italia, per i soldi ti sputano in faccia e ti fanno morir di fame.

.

 

Table 02 Wheat Area, Yield, and Production

 

Quant'è il fabbisogno italiano ?

In che misura è soddisfatto dalla produzione nazionale ?

Che potenzialità produttiva hanno buona parte delle regione, menzionate in tabella, se si producesse con tecniche moderne ?

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Ospite albe 86

Mercoledì a Bologna ci sarà una manifestazione per cercare di farci sentire un po', visto che l'ultima novità è che lo stato non darà più nessun aiuto per le campagne assicurative, il che vuol dire che le nostre spese aumentano ulteriormente, in un periodo già nero e minato dall'incertezza. Io personalmente dovrei partecipare con l'unione di Vercelli, ma penso che più gente ci sia, meglio sarà. Anche perchè bisogna farci sentire, visto che questa novità delle assicurazioni è solo l'ultima di tutta una serie, e purtroppo mi testimonia il fatto che anche l'attuale governo è concentrato solo altrove e dell'agricoltura non importa a nessuno.

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Albe hai pienamente ragione è vero ci si deve far sentire, però devo dire che l'attuale Ministero lo sento molto più vicino a mè;

poi però non è tanto lo stato ma quanto le associazioni che fanno......

Cioè ormai il nostro mondo si è globalizzato, e devo dire che è stato il primo settore a risentirne della globalizzazione, e son d'accordo con l'organizzazione di OP e i marchi DOC DOP e DOCG; però poi salta fuori la coldiretti con l'iniziativa della filiera corta (cioè produco e vendo in piazza).....:cheazz::cheazz::cheazz::cheazz:.....e qui sorgono i miei dubbi, ma allora il mondo si stà globalizzando e questi ti stimolano ad rimane nel tuo ambito locale?????:cheazz::cheazz::cheazz:....lo vedo un controsenso anche perchè con l'andare avanti del tempo ci si globalizzarà molto di più e come al solito in Italia si rimarrà sempre indietro....

Una domanda che mi viene spesso in mente, Ok chi produce miele, latte e vino possono vendere al dettaglio, ma chi come mè che produce grano o come tè con il riso verrà tagliato fuori e si dovrà presentare non sul mercato zonale ma europeo se non mondiale...e quindi?????????

 

Non dico che le varie organizzazioni dei produttori saranno la soluzione finale alla crisi nel mondo agricolo italiano...però come in realtà dell ortofrutta hanno avuto efficienza e comunque hanno funzionato; e forse questo potrebbe essere il modo per arrivare sul mercato con un peso diverso da quello che si ha adesso.....cioè con più potere contrattuale e con più potere d'acquisto...

 

Qui concludo dicendo che tutto questo viene detto da uno che nella sua zona putroppo vede nascere OP e poi morire in un attimo.....oltre che dai motivi sopra elencati anche dal non ancora avvenuto cambio generazionale....

 

P.S.

Scusate il mio quasi sfogo....:ave::ave::ave:...e non voleva essere una critica verso la Coldiretti, ho preso lo spunto perchè è colei che attualmente stà promuovendo questa tipologia...

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Mercoledì a Bologna ci sarà una manifestazione per cercare di farci sentire un po', visto che l'ultima novità è che lo stato non darà più nessun aiuto per le campagne assicurative, il che vuol dire che le nostre spese aumentano ulteriormente, in un periodo già nero e minato dall'incertezza. Io personalmente dovrei partecipare con l'unione di Vercelli, ma penso che più gente ci sia, meglio sarà. Anche perchè bisogna farci sentire, visto che questa novità delle assicurazioni è solo l'ultima di tutta una serie, e purtroppo mi testimonia il fatto che anche l'attuale governo è concentrato solo altrove e dell'agricoltura non importa a nessuno.
Ciao albe! Che tipo di campagne assicurative?
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Ospite albe 86

Per HP 90: nel nord Italia seminiamo molte colture estive, per cui la frequenza di temporali con grandine è abbastanza alta, e sta aumentando con il passare del tempo. Per cautelarsi dalle grandinate vengono stipulate delle assicurazioni. Lo stato italiano sovvenzionava queste assicurazioni in modi che sono un po' variati nel tempo, comunque quest'anno consisteva nel pagare metà del premio assicurativo. Il premio assicurativo su cui veniva dato il contributo era un premio per una assicurazione che teneva conto delle produzioni medie della zona (comune) e attribuendo un determinato valore alla produzione. In realtà l'aiuto non era esattamente la metà della nostra spesa, ma di meno, in quanto il valore attribuito alla nostra produzione era stato calcolato moto più basso di quello di mercato, per cui, in molti, abbiamo fatto ricorso ad una integrazione, fatta tutta a spese nostre. Così almeno doveva funzionare su riso per quest'anno. Il problema è oggi vengono a dirci che i soldi che ci avevano "promesso" non ci sono, in quanto sono stati diminuiti di molto gli stanziamenti ed inoltre bisogna coprire dei "buchi" fatti in precedenza. Insomma, non ci sono più soldi per i consorzi di protezione, che dovevano poi erogarci gli aiuti. In pratica in un'azienda come la mia mi trovo a pagare tra i 5 e gli 8 mila euro in più tutti gli anni, senza contare poi il nervoso per il fatto che ci hanno fatto fare i conti considerando il contributo, e quindi in molti hanno deciso di alzare la copertura assicurativa, e poi adesso ci dicono che gli aiuti non ci sono.

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Ospite albe 86
Albe hai pienamente ragione è vero ci si deve far sentire, però devo dire che l'attuale Ministero lo sento molto più vicino a mè;

poi però non è tanto lo stato ma quanto le associazioni che fanno......

Cioè ormai il nostro mondo si è globalizzato, e devo dire che è stato il primo settore a risentirne della globalizzazione, e son d'accordo con l'organizzazione di OP e i marchi DOC DOP e DOCG; però poi salta fuori la coldiretti con l'iniziativa della filiera corta (cioè produco e vendo in piazza).....:cheazz::cheazz::cheazz::cheazz:.....e qui sorgono i miei dubbi, ma allora il mondo si stà globalizzando e questi ti stimolano ad rimane nel tuo ambito locale?????:cheazz::cheazz::cheazz:....lo vedo un controsenso anche perchè con l'andare avanti del tempo ci si globalizzarà molto di più e come al solito in Italia si rimarrà sempre indietro....

Una domanda che mi viene spesso in mente, Ok chi produce miele, latte e vino possono vendere al dettaglio, ma chi come mè che produce grano o come tè con il riso verrà tagliato fuori e si dovrà presentare non sul mercato zonale ma europeo se non mondiale...e quindi?????????

 

Non dico che le varie organizzazioni dei produttori saranno la soluzione finale alla crisi nel mondo agricolo italiano...però come in realtà dell ortofrutta hanno avuto efficienza e comunque hanno funzionato; e forse questo potrebbe essere il modo per arrivare sul mercato con un peso diverso da quello che si ha adesso.....cioè con più potere contrattuale e con più potere d'acquisto...

 

Qui concludo dicendo che tutto questo viene detto da uno che nella sua zona putroppo vede nascere OP e poi morire in un attimo.....oltre che dai motivi sopra elencati anche dal non ancora avvenuto cambio generazionale....

 

P.S.

Scusate il mio quasi sfogo....:ave::ave::ave:...e non voleva essere una critica verso la Coldiretti, ho preso lo spunto perchè è colei che attualmente stà promuovendo questa tipologia...

 

 

In effetti anch'io, almeno all'inizio, vedevo di buon occhio il ministro Zaia ed avevo molta fiducia, però purtroppo, non so se per colpa sua o per mancanza di attenzione ai nostri problemi dall'alto, non sta facendo più di tanto, quando sarebbe già sufficiente vigilare sugli squilibri di mercato ed intervenire qui e là per risolvere la situazione. Per il problema è che lo stato è interessato all'industria, soprattutto la grande industria, mentre noi agricoltori siamo trascurati. Se una grande industria và in crisi, chiude e mette gli operai in cassintegrazione, e noi cittadini paghiamo. Se invece un agricoltore sta per fallire non si fa niente. Eppure la gente vede noi agricoltori come parassiti dello stato, peccato che senza sovvenzioni chiuderemmo nel giro di 3 secondi. Io farei volentieri a meno degli aiuti se riuscissi a cavarmela da solo anche senza di essi.

 

Purtroppo ho perso fiducia nelle OP. Anch'io penso che, se fatte bene, possano avere un senso ed anzi, aiutare la nostra causa. Però purtroppo i singoli interessi personali le fanno sempre fallire.

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Per HP 90: nel nord Italia seminiamo molte colture estive, per cui la frequenza di temporali con grandine è abbastanza alta, e sta aumentando con il passare del tempo. Per cautelarsi dalle grandinate vengono stipulate delle assicurazioni. Lo stato italiano sovvenzionava queste assicurazioni in modi che sono un po' variati nel tempo, comunque quest'anno consisteva nel pagare metà del premio assicurativo. Il premio assicurativo su cui veniva dato il contributo era un premio per una assicurazione che teneva conto delle produzioni medie della zona (comune) e attribuendo un determinato valore alla produzione..

OT: sono le "nuove" multirischio. Devo dire che sono ancora in "rodaggio". NON vuole essere assolutamente una giustificazione, solo una precisazione.

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Per HP 90: nel nord Italia seminiamo molte colture estive, per cui la frequenza di temporali con grandine è abbastanza alta, e sta aumentando con il passare del tempo. Per cautelarsi dalle grandinate vengono stipulate delle assicurazioni. .........................

Intuivo che era qualcosa di questo genere ma non sapevo che c'era una protesta.

Purtroppo hanno promesso di ridurre il carico fiscale (a carico di chi guadagna) ed ora tagliano, l'Alitalia si deve pagare! Gli insegnanti e l'università sono quelli che si fanno sentire, di noi se ne fregavano quando c'era qualche euro, penso che non ci saranno novità! :uglystupid2:

Io l'ho sempre detto! I dinosauri che faranno il secondo reset del pianeta terra saranno industrie, e ipermercati. :AAAAH:

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Ospite albe 86
Intuivo che era qualcosa di questo genere ma non sapevo che c'era una protesta.

Purtroppo hanno promesso di ridurre il carico fiscale (a carico di chi guadagna) ed ora tagliano, l'Alitalia si deve pagare! Gli insegnanti e l'università sono quelli che si fanno sentire, di noi se ne fregavano quando c'era qualche euro, penso che non ci saranno novità! :uglystupid2:

Io l'ho sempre detto! I dinosauri che faranno il secondo reset del pianeta terra saranno industrie, e ipermercati. :AAAAH:

 

Se si continua così dovremo veramente arrivare a fermare la produzione, e non per protesta, ma proprio perchè non ci si sta dentro con i costi. Purtroppo per spingere l'industria è sempre stata sacrificata l'agricoltura, e succede così ogni volta che ci sono le trattative per il commercio internazionale. Bisogna fare qualcosa. Anche perchè poi se ci pensi i paesi più evoluti sono USA e Giappone, e guardacaso sono quelli che, con forme diverse, aiutano di più l'agricoltura. Ci sarà un motivo! Non possiamo permetterci di arrivare al punto di fermare la nostra agricoltura perchè altrimenti ce ne sarebbero gravi ricadute a catena, sia dal punto di vista economico e di indotto, sia dal punto di vista ambientale, sia per il fatto che una nazione deve avere almeno un po' da mangiare, visto che in caso di conflitti o roba simile (e purtroppo sono ancora all'ordine del giorno) moriremmo di fame. Se l'agricoltura non riesce ad andare avanti con le proprie gambe deve essere lo stato a farsene carico. E questa è una cosa su cui non si può transigere, visto che non si mangia con i telefonini,i servizi od i beni di lusso. E senza agricoltori che gestiscono il territorio arriveremmo anche al dissesto geologico.

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Ospite albe 86

Inserisco qui i link di alcuni articoli sulla manifestazione svoltasi ieri a Bologna, manifestazione che però, nonostante la presenza di svariate migliaia di persone, non è stata nemmeno citata nei principali notiziari della sera, staremo a vedere quelli di oggi, comunque questo denota il disinteresse di tutti nei nostri confronti e verso i nostri problemi. Ritengo che però almeno un piccolo segnale questa manifestazione l'abbia dato, e sembra che ci si voglia muovere ancora per rimarcare la nostra situazione. Lunedì a Torino tra l'altro c'è un'altra manifestazione, organizzata dalla Cia, che però vedrà la partecipazione anche di Confagricoltura, che sia un primo segnale di collaborazione? Io ci spero.

 

 

Confagricoltura scende in piazza: “In 100 mila contro i tagli” Panorama.it - Italia

 

Aziende CONFAGRICOLTURA: MIGLIAIA IN CORTEO A BOLOGNA CONTRO LA CRISI

 

Emilianet | Confagricoltura è arrabbiata

Modificato da albe 86
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  • 2 settimane dopo...
Se si continua così dovremo veramente arrivare a fermare la produzione, e non per protesta, ma proprio perchè non ci si sta dentro con i costi. Purtroppo per spingere l'industria è sempre stata sacrificata l'agricoltura, e succede così ogni volta che ci sono le trattative per il commercio internazionale. Bisogna fare qualcosa. Anche perchè poi se ci pensi i paesi più evoluti sono USA e Giappone, e guardacaso sono quelli che, con forme diverse, aiutano di più l'agricoltura. Ci sarà un motivo! Non possiamo permetterci di arrivare al punto di fermare la nostra agricoltura perchè altrimenti ce ne sarebbero gravi ricadute a catena, sia dal punto di vista economico e di indotto, sia dal punto di vista ambientale, sia per il fatto che una nazione deve avere almeno un po' da mangiare, visto che in caso di conflitti o roba simile (e purtroppo sono ancora all'ordine del giorno) moriremmo di fame. Se l'agricoltura non riesce ad andare avanti con le proprie gambe deve essere lo stato a farsene carico. E questa è una cosa su cui non si può transigere, visto che non si mangia con i telefonini,i servizi od i beni di lusso. E senza agricoltori che gestiscono il territorio arriveremmo anche al dissesto geologico.

 

 

Albe , come si dice qua ne devi ancora mangiare pane e volpe ,

 

qui in italia non gliene frega niente a nessunodell'agricoltuira

 

oggi in tv , hanno fatto vedere un ospedale in puglia in costruzione da 50 anni , e dove hanno speso piu di 100milioni di euro in questi anni ,

 

ebbene se ne speso di piu per un ospedale in puglia , mai entrato in fiunzione, che negli ultimi 10 anni in tutto il piemonte , per i piani di sviluppo , ti sembra che abbia senso , hai presente quante aziende agricole siamo qui , e quanta gente lavora , e ci vive ? e allora dai , e' solo propaganda , e basta .

 

il problema di fondo non e' che gli stati uniti o il giappone sovvenzionino l'agricoltura

il problema grosso e' che la comunita europea e' nata come cominuta ECONOMICA, e non come una comunita' POLITICA europea, in cui il primo intresse da salvaguardare , non e' quello di unificare le varie politiche , e sistemi di governo , ma quello di salvaguardare i grandi commerci ( e di conseguenza igrandi commercianti , di import export, ) ma ne i produttori ne i consumetori di tali commerci, ed e' per quello che non diventeremo mai gli stati uniti di europa

 

mentre gli stati uniti , al di la delle crisi , e delle contraddinzioni interne , si presentano uniti nella politica estera econimica, e non si danno le mazzate sulle balle come fanno qui, mettendo in crisi lr agricolture deboli dei paesi forti , contro i paesi poveri , ma con agricolture forti.

 

il giappone e' un caso a se, perche essendo una isola con pochissima terra fertile ha dovuto sempre importare.

 

qui tutti si lavano la bocca quando si parlano di effetto filiera , nel comparto grano farina pane/pasta

 

ma quale effetto filiera , che tra il grano (20euro) eil pane (400euro al quintale ), ceun coefficente di 20 volte

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  • 2 settimane dopo...
Ospite albe 86

 

Intanto il grano duro è calato altri 2 €/q.le... secondo me a trebbiatura saremo sui 15 €....

 

Con che spirito continuare a seminare, per poi far guadagnare gli industriali che non hanno la minima intenzione di calare i prezzi al dettaglio....mah....

(in realtà ieri ho sentito che il prezzo della pasta al dettaglio è leggermente calato, peccato che due mesi fa, con il grano in caduta libera, il prezzo al dettaglio era aumentato ancora notevolmente. Adesso forse è tornato ai livelli di due mesi fa, ma con il grano che vale almeno il 40 in meno di quest'estate).

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  • 3 settimane dopo...

Strano pensarci proprio oggi, ma con questi andamenti mi sa che dobbiamo adeguarci al listino "borsa agricoltori fusi" .

prezzi urea46% prilled in sicilia =45 euro quintale marca Siriac

prezzi nitrato 34,5 % = 43 euro quintale Siriac

 

Ora non ho capito una cosa perchè nessuno posta qui?

Magari nessuno ha buttato 1846 e dopo non vuole acquistarne , oppure da voi fanno prezzi migliori?

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  • 2 settimane dopo...

Ma siamo sicuri che non parlare di politica ci fa bene? Io mi sento come un'agnello in un recinto e qualche lupo che gli gira intorno e piano pino il numero degli agnelli va diminuendo.

Ma il pastore (la politica) che fa!

C'è qualche politico che parla di questa situazione?

Il governo sta facendo qualcosa e non sappiamo nulla?

Se potete evitare di tagliare questo messaggio perchè non voglio discutere di politica, ma se è il caso di cercare di mettere a punto un sistema per parlarne senza parlarne.

 

Intanto il grano e sui 16 cen Kg e tutto il resto è rimasto dov'era

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Il gasolio è calato meno del petrolio,

l'urea l'anno abbassata un po altrimenti non ne vendono, ma il prezzo non è in linea con il grano come nel 2007

 

Quello che voglio dire è. Dobbiamo continuare ad essere oggetto di giochini finaziari?

E possibile chiedere che si realizzi un sistema che si eviti oscillazioni annuali non oltre una certa percentuale?

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Quello che voglio dire è. Dobbiamo continuare ad essere oggetto di giochini finaziari?

E possibile chiedere che si realizzi un sistema che si eviti oscillazioni annuali non oltre una certa percentuale?

 

Questa è la globalizzazione, i meccanismi per evitare le oscillazioni c'erano ma sono stati via via smantellati e quindi la speculazione internazionale dopo aver fatto terra bruciata su mattone, mutui e petrolio ha avuto carta bianca sui prodotti agricoli.

 

Se non ricordo male con il petrolio a 40-45 dollari il gasolio agricolo dovrebbe stare sui 30-35 centesimi invece qui siamno fermi a 50-55 centesimi.

 

Sulla politica bè vi racconto che un certo assessore all'agricoltura di un certo movimento politico (presente al nord per non fare nomi) che è stato eletto quasi a furor di popolo con la promessa di mettere almeno una pezza a tutti i disastri legislativi che sono stati partoriti in questi ultimi 2-3 anni (parlo di PSR e direttiva nitrati) ha convocato gli agricoltori della zona per parlare di questi argomenti...credevamo ci portasse delle soluzioni.....in pratica ci è stato detto

 

"La direttiva nitrati c'è e ve la dovete tenere, comunque se volete venire a sparare m..da a Trieste siete i benvenuti"

"Il PSR è un pasticcio ma non ci posso fare niente"

 

ha poi aggiunto:

 

"In friuli abbiamo l'obbiettivo di salvare 1000 stalle"

 

Io me ne sono andato con l'impressione che alla fine se ne siano tutti lavati le mani.

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