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Ospite albe 86

Grazie green della risposta e non hai assolutamente tediato, anzi, è molto interessante l'argomento perchè è un po' che seguiamo l'argomento ma per partire col nostro impianto ci vorrà ancora un po' di tempo.

Per quanto riguarda il rendimento del motore hai pienamente ragione, perchè tra 42% e 36% non c'è una differenza del 6%, bensì il 42% di redimento è il 16,7% più alto rispetto al 36%, e consumare il 16% di biomassa in più per ottenere la stessa energia non è poco, soprattutto adesso con i prezzi a cui è arrivata.

Io personalmente rientro nel caso di cui parli nel secondo parametro del tuo post, devo ancora partire col 250 e sto già pensando all'ampliamento. Con il 250 ho un motore che potenzialmente ne farebbe 370, e quindi invece di avere il 38% di rendimento che avrebbe a potenza massima ne ha solo il 36%.

Gli impianti che gestisci di che ditte sono? Puoi darci un parere spassionato sulle varie tecnologie? E sui concorrenti che magari hai visto lavorare?

Condivido il fatto che se si fanno coprire gli stoccaggi significa una digestione incompleta a monte. Condivido il tuo pensiero sul pretrattamento della biomassa, infatti non mi attira molto l'estrusione, mentre una omogeneizzazione la trovo utile per velocizzare un po' i processi di digestione. Nell'impianto che ho scelto mi fanno fare una prevasca riscaldata dove mischiano il liquame con la biomassa, la agitano e la riscaldano e lì, in aerobiosi, fanno avvenire l'idrolisi enzimatica che poi è la prima fase del processo metanogenetico. Poi il tutto, scaldato ed omogeneizzato, passa in una pompa trituratrice e poi nel digestore. Penso che sia un po' come la masticazione di un bovino.

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Se hai l'"idrolisi" hai un impianto Seko, giusto?

Difficile dare un parere sulle diverse scelte impiantistiche.

A me personalmente non piace molto la miscelazione tramite eliche, specialmente con i motori inmersi nel materiale in fermentazione, per due motivi uno perchè miscelano su un solo piano e normalmente hanno alte potenze istallate, e secondo perchè immerse in un ambiente "stressante". I sistemi di carico oggi sono tutti più o meno paragonabili (derivano tutti dai carri spandiletame o dagli unifeed).

Poi dipende molto che tipo di alimentazione e che taglia di impianto devo fare.

Personalmente e sottolineo personalmente sul Mw oggi le migliori sono Thoni e Schmack (da me hanno istallato prima 2 oggi 3 impianti schmack), oggi però ho poco tempo per girare a vedere le novità quindi non so come alcune ditte si stanno migliorando.

Un' altra cosa da tenere conto è fino a che temperature le varie ditte ti garantiscono il motore a piena potenza (in estate da noi in italia è facile passare i 30 gradi e alcuni motori ho sentito che si fermano).

 

Per riki, nulla in contrario, ottima decisione, se leggi i miei post prima non ho che sostenuto la tua tesi dicendo che l'impianto deve essere calato nella realtà aziendale, ho solo riportato alcuni dati tecnici che penso siano poco discutibili.

Qui però vorrei aggiungere una cosa, se arrivi a 250 con il liquame, ricordati che il motore da 250 gira massimo a 250, se ne hai uno da 500 lo puoi fare girare anche più basso oggi, e fidati che la differenza di prezzo non supera normalmente il 20%. E se ti capita del mais, un sottoprodotto ecc il motore può andare piu forte. Per le banche oggi il biogas è un buon investimento (fermo retando ovviamente le varie realtà aziendali).

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Busines plan?

1) costo biomassa: sai quanto ti costa produrla in azienda o di mercato.

2) costo manutenzione motore: impianto da 1 Mw 150-200 mila euro anno (compresi lubrificanti)

3) costo manutenzione impianto a seconda del tipo di impianto 1 Mw da 50 a 100 mila euro anno

4) costo manodopera sai cosa ti costa un operaio in azienda

5) 70 mila euro acquisto pala gommata carico impianto

8) costo realizzazione opera circa 3000 euro Kw istallato, o 5000 per impianto di piccola taglia.

9) opere edili

10) autoconsumi a seconda della tecnologia impiantistica dal 6 al 15%

11) analisi ricavi fai potenza motore per 8000 ore x 90% di resa x o,28 (e hai già dentro anche le possibili perdite di consegna); risparmio fertilizzanti.

12) spese consulenze e pratiche enel 50 mila euro, ma per alcune ditte sono comprese nel prezzo.

 

Cosa non dicono gli impiantisti?

Fatti fare un offerta e leggi e rileggi i limiti di fornitura!!! Spesso i cementi sono fuori (quindi su quelli non hai garanzia), normalmente sono fuori le opere di preparazione del cantiere sbancamenti ecc, i cavidotti e la linea di MT dal trasformatore al punto di connessione, visita impianti e cerca di vedere i dati dei contatori di inpianto per valutare gli autoconsumi quasi tutti te li dicono a voce (calcola che un 3-3,5 % è solo il cogeneratore) cerca di segnarti le potenze istallate e a casa fatti un po di conti., e torna sugli impianti senza i commerciali, a scordavo trincee e vasche stoccaggio sono a parte nel 90% dei casi, in più devi calcolare che la campagna precedente allo start impianto devi tenere il materiale stoccato, quindi hai un incasso posticipato nel tempo.

La cosa è complicata, ma fidati una volta partiti se fai le cose bene l'impianto rende e fatture pagate regolarmente a 30 giorni.

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Ospite albe 86

@ Green: no, ho scelto lipp come tecnologia di digestione, quelli con i digestori alti in acciaio inox, che sembrano dei silos per cereali un po' più tozzi. Però il "tecnico" è italiano (e da quanto ho capito aveva collaborato anche con Seko) e la prevasca riscaldata è una sua prerogativa come impiantista. La tecnologia lipp da quello che ho visto, per ora solo ad impianto fermo, il mio, ed un paio visti funzionanti, è diametralmente opposta da quelle degli altri. Tempi di ritenzione mediamente più corti ma con una maggiore uniformità di riscaldamento del digestore, avendo il riscaldamento sia a pavimento che tutto intorno al digestore (con un tubo ogni 20 cm di altezza) dalla base del digestore stesso fino a quasi tutta l'altezza che raggiunge il liquame in vasca.

Nel mio caso la miscelazione avviene con eliche ma tramite motori esterni, azionabili anche con la pto del trattore in caso di emergenza, in effetti è su un unico piano e la miscelazione in verticale è affidata al ricircolo tramite effetto Venturi e due pompe con getti rompicrosta sulla parte alta.

Schmack non la conosco, poi ha avuto un po' di vicissitudini tra fallimento e cose del genere e non l'ho considerata molto, Thoni invece mi piace molto come impianto, il problema è che per piccole taglie non è competitivo. La cosa che più è interessante del Thoni a mio avviso è la torre di desolforazione, che è ottima come risultati ma ammortizzabile solo sul megawatt. L'inconveniente è che lavorando con molta s.s. in vasca e con miscelazione continua gli agitatori non devono mai fermarsi. Un impianto di un conoscente qui in Piemonte è stato fermo 3 ore per installare dei generatori ausiliari e mi raccontava che hanno poi tribulato per far andar via la crosta che si era formata.

Ho sentito che molti si lamentano dei sistemi di carico tradizionali tipo carro spandiletame per frequenti rotture, dalla tua esperienza è vero o sono casi limitati ai primi esemplari prodotti?

Mi conforta il fatto che il pagamento a fine mese sia regolare, comunque anticipare tutto il raccolto di un anno per poi aspettare dei mesi ad incassare è una cosa da non sottovalutare.

Per la mie esperienza fatta fino ad adesso come costi non previsti bisogna considerare un bel po' per scavi e rinterri, perchè comprare tutto il ghiaione, la sabbia o lo stabilizzato necessari incide più di quanto si possa pensare. Per quanto riguarda le opere edili invece mentre il cemento si può quantificare precisamente il discorso è un po' diverso per la manodopera se non si compra l'impianto chiavi in mano.

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Si conosco un poco l'impianto lip, anche se a dire il vero a me il ferro non convince molto, ma credo sia solo questione di scelte infondo.

Per problemi di cappello nel caso si fermi il fermentatore per 3 ore, a me non è mai capitato, neanche per fermi di 5 ore (fermo enel per allacciare nuova linea), nel giro di un paio di ore giocando con i livelli di qualche centimetro l'ho eliminato.

Prima della torre di lavaggio per abbassare l'H2S ci sono altri metodi nei momenti in cui l'abbattimento biologico (insuflazione di ossigeno controllata) non lavora al meglio, poi la torre di lavaggio consuma energia e devo usare un agente chimico per fissare lo zolfo, ottimo sistema ma per impianti alimentati a forsu o scarti di macellazione. Comunque se si ripaga in più lunga vita del lubrificante ben venga.

Per i caricatori che derivano dai carri spandi letame io non mi posso lamentare, i miei hanno un letto mobile mosso da cilindri idraulici e 4 coclee, potenza istallata complessiva 30 Kw, ho avuto solo una rottura per ora su un giunto di una coclea (c'era finito dentro un sasso e nello sforzarla avanti e indietro con comando manuale si è probabilmente crepata il tempo ha fatto il resto) risolto comunque in 2 ore con una saldatura.

L'importante è che il materiale sia sempre spostato in verticale o in orizzontale per evitare usura sulle coclee.

Si le opere di riporto sono sempre sottostimate, ma alla fine si possono sempre fare una volta che si ha liquidità, l'importante è che giri l'impianto poi il contorno a mio avviso conta fino a un certo punto.

Il fatto di poter far girare i miscelatori con pto e il getto rompicrosta sono comunque ottime soluzioni all'occorrenza.

Per quanto rigurada il fallimento di schmack in germania noi ci siamo un poco spaventati, ma forse è andata meglio a loro, sono stati acquisiti da Viesmann che è una potenza a livello europeo. Calcola che noi avevamo firmato il contratto per il terzo impianto in quel periodo, e niente è stato ritardato o modificato, hanno portato avanti il cantiere come da contratto (in italia alla fine avevano e hanno un bel po di commesse).

Si il problema di thoni è che effettivamente costa un pò di più, ma fidati che la componentistica è vermente il top che puoi avere, anche schmack è piuttosto cara, ma ad oggi se ti parlassi male degli impianti sareoi un bugiardo, quello che era stato preventuivato (resa, autoconsumi, service ecc) è stato mantenuto, anzi alcune cose meglio di come ci si aspettava.

Oh, non devo vendere niente io, non pensate male, però quando le cose vanno bene bisogna dirlo al pari di quando vanno male.

In giro ci sono comunque molti impianti che girano bene, poi ogni tecnologia ha i suoi pro e i suoi contro, dipende poi tutto da chi li gestice.

Se la stalla non è ben curata, comincio ad avere parametri bassi del latte, cellule che si alzano, intervallo parto concepimento che si allunga ecc per il biogas vale la stessa cosa.

Mi fa ridere chi sento in giro che dice ah io uso meno mais di quello la, poi salta fuori che il suo di mais ha 4 punti percentuali di secco in più e quindi alla fine le tonnellate di organico in ingresso sono circa le stesse!!!

E un consiglio per chi sta partendo occhio a chi si improvvisa "biologo"....Io ho studiato un bel po e ho fatto un master sulle bioenergie, e non mi sento di poter dire di riuscire a risolvere tutti i problemi, aggiungo comunque che come nelle stalle ci vuole un alimentarista e un veterinario, nella digestione anaerobica ci vuole qualcuno in grado di saper interpretare un analisi e affiancare chi gestisce l'impianto, spesso (vedetela nella maniera giusta, non voglio nella maniera più assoluta sminuire nessuno, anzi) alcune figure non hanno tutte le competenze per poter gestire un investimento di questo tipo.

Anche se nessuno nasce capace.

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Ospite albe 86

Penso che schmack sia una delle realtà con più esperienza e quindi non metto in discussione la sua qualità, che ho sentito da più parti essere ottima.

Per quanto riguarda l'impianto lipp a me l'acciaio inox dà un po' più di tranquillità, ho visto digestori in cemento con 6 mesi di vita già ridotti male. Poi da non trascurare è che se fai i digestori in cemento chiedono la fidejussione per lo smaltimento a fine vita dell'impianto, invece per quelli in acciaio non la chiedono, perchè li poi li smonti, li lavi e li vendi come ferro.

Il materiale che usano è acciaio inox esternamente, mentre all'interno una lega di acciaio al titanio.

Una delle cose che mi confortano nella scelta effettuata (prima di partire ovviamente) è che vedo gente che viene a vedere l'impianto e che già magari a casa ha un impianto di una concorrente che gira ma si stanno orientando verso questo sistema.

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Il fatto è che lo stato ti da i soldi per fare energia pulita diciamo.....

E se fra 15/20 anni si ritrova con tutte queste aree abbandonate e piene di cemento?

E allora si sono tutelati e vogliono che tu alla fine smonti tutto, e per essere sicuri che non ci siano i soliti furbi che 2 mesi prima mandino l'impianto in fallimento e abbandonando tutto vogliono una garanzia di solito tramite banca.

Questa cosa l'ho sentita dire anche io, pero in genere non si publicizza molto per ovvi motivi.

Pensate a un impianto del genere con tutte vasche in opera quanto viene a costare la demolizione trasporto e bonifica del materiale.

Alla faccia di un tetto in eternit......

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Ospite albe 86

Il motivo è proprio quello che dice tony, però non ho idea di quanto sia il costo di smaltimento.

Comunque dopo i 15 anni non è detto che l'impianto debba per forza morire, ad esempio la nuova frontiera sembra essere il biometano, in pratica invece di produrre energia non si mette il motore ma un impianto di depurazione e trattamento del gas che viene immesso direttamente in rete. Si dice che mentre la produzione di energia vada incentivata fortemente, la produzione di biometano possa essere competitiva con quello che compriamo. Oppure si parla di fuel cell, cioè incece di bruciare il gas con rendimenti bassi la produzione di energia avviene in queste fuel cell che sembrano essere molto più efficienti, però per ora i costi sono proibitivi, si vedrà in futuro la tecnologia che passi farà in tal senso.

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Scusa, ma non è vero che se fai l'impianto in ferro non devi dichiarare come intendi riporistinare il fondo su cui vai a istallare il sistema.

Montagne di cemento alla fine dei 15 anni? Già ci sono montagne di calcestruzzo inutilizzato in giro per l'iatlia, allevamenti chiusi che cadono a pezzi, fabbricati rurali fatiscenti ecc

Poi non credere che i costi di smaltimento siano molto differenti, solo che il ferro è più facile piazzarlo, ma il problema non sono i muri (le pareti), ma i basamenti!!! O i vostri poggiano direttamente sul terreno?

Il biometano da biomassa non è remunerativo oggi. Si sta studiando un sistema come quello tedesco che lo renda tale al apri della produzione di corrente.

Il biometano è migliore per tre aspetti:

1) oggi gli impianti sono tutti limitati dal motore, cioè potenzialmente potrebbero tutti produrre più o meno maggiori quantità di biogas.

2) i costi di gestione per quanto riguarda il biometano sono decisamente più bassi, non ho tutti i costi di gestione e manutenzione del cogeneratore.

3) potrei andare a produrre corrente dove mi serve anche il calore, oggi gli impianto sono dislocati lontano dai grandi centri abitati, se i producessi biometano con la rete del gas lo porto dove mi interessa, vicino a ospedali, scuole, uffici ecc.

 

L'aspetto tecnicamente limitante e che la rete metano non è perfetta in tutta italia.

In più (ho visto impianti di purificazione gas in germania) la dimensione più conveniente per istallare tali impianti e paragonabile ai 5 Mwel

 

Sono contento che sei convinto della scelta che hai fatto, adesso devi solo farlo girare e consumare meno substrato/corrente possibile, il segreto del guadagno stat tutto li.

dell'impianto schmack io sono molto contento, ma credo che per taglie sotto i 500 Kw non sia la scelta migliore.

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Se l'impianto è fatto con criterio e la tecnologia è buona, tra 15 anni non vale più la pena fare corrente da biomassa?, modificando il sistema di carico li si fa girare a rifiuti o a sottoprodotti!!!

Signori il biogas è, tra le rinnovabili, la tecnologia più versatile.

 

Poi mi dicono che rubiamo food, ma se ci pagano per lasciare i terreni a set-aside, e con l'amido ci fanno le borsine della spesa? Non sarà un pò di disinformazione e ignoranza?

quest'ultima frase non centra, ma spesso mi viene fatta questa critica.

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Le critiche valgono fino a mezzogiorno....

Quello che mi fa più paura è che in Italia le mezze misure non ci sono, ho paura che diano carta bianca a tutti per questi impianti.

Avendo anche bisogno di energia pulita e in fretta.....

E che fra qualche anno ci si trovi con un mercato dei cereali, e carico nitrati pazzesco.

E poi cosa succede?

Intendiamoci io sto valutando di fare un impianto, anche se piccolo dunque non sono contro, pero il dubbio rimane tutto, o no?

A ho letto che fino a 200KW si può fare scambio sul posto, qualcuno mi sa dire se ci sono vantaggi economici?

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Se fai un nuovo punto di connessione dedicato solo all'impianto non c'è differenza con lo scambio sul posto consegni quando l'impianto funziona e acquisti quando l'impianto non funziona in bt

 

Non è vero che si da carta bianca a tutti per fare questi impianti, non dimentichiamoci che per restare in regime agricolo il 51% della biomassa deve essere autoprodotta. E cosa ben più importante si deve tracciare che fine fa il digestato.

Il discorso è che molti oggi (agricoltori), forse per non rischiare, costituiscono società con investitori che ovviamente spingono per fare uno o più impianti da 1Mw, gente che non ha nulla a che fare con l'agricoltura, e che ovviamente punta esclusivamente a lucrare e a volte si prendono strade discutibili.

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Col dire che danno carta bianca a tutti intendo dire che ne stanno nascendo moltissimi.

E se non si fermano poi si arriva a creare dei problemi sia con i precci dei cereali sia con le direttive nitrati.

Infatti in paesi gia saturi di nitrati e zone vulnerabili hanno dato i permessi a più impianti, ma come si fa a smaltire il tutto se era gia saturo?

si figurano che vanno lontano poi nessuno ci va.

Fra qualche anno vedono che i nitrati non calano e allora diminuiscono ancora la quota per ettaro.

Poi si va al collasso chi trova i terreni?????????

Sono comunque supposizioni pero ci possono stare ho no......

Comunque per ora il mio problema è capire i costi di un impianto da 200Kw un po distinti.

Cioè digestori motore allacciamenti ecc.

Per capire come mi posso muovere, perche se devo spendere più di 1 milione lascio perdere.

Proseguo col fotovoltaico che forse è meglio.....

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Scusa cose il glicerolo?

Comunque 1,2 milioni sono troppi.

Fin per carità se i prezzi sono quelli ok.

Pero poi che ci metta la biomassa, manodopera spese varie e ammortamenti.....

Dalle mie parti parlano di 3000 euro ettaro per il mais da trinciato......

Adesso vedo un po, visto che ho tempo posso trovare qualche prezzo.

Ma con più ne capisco e più mi sembra costoso....

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Con 1,2 milioni di euro penso che si possa fare un 500, comunque non per giudicare, ma già uno che fa un 250 e si attrezza per glicerolo e melasso con cisterne, credo che di mais e refluo ne usi un gran poco.

 

Comunque il margine ci può essere e gli impianti costano, come è successo nel fotovoltaico: calato l'incentivo calato anche il costo dei pannelli.

 

Per la normativa nitrati i biogas vanno molto bene, non perchè abbassano l'azoto nel digestato, ma perchè rendono fattibile l'abbattimento con sistemi di nitro denitro o strippaggio.

 

Il glicerolo (o glicerina) è lo scarto della lavorazione dal biodisel o dell industria dei saponi o di chi tratta acidi grassi.

E' una molecola molto energetica, e negli impianti a fonti rinnovabili può essere utilizzato solo glicerolo certificato proveniente da lavorazioni di oli o grassi vegetali.

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Ospite albe 86

Purtroppo i prezzi che girano sono quelli riportati da fendt 930 vario, forse prima riuscivi davvero a fare un impianto risparmiando, ma oggi con lo 0,28 tutte le aziende venditrici di impianti a biogas hanno alzato il tiro conoscendo i margini che questi impianti possono dare, peccato che con lo 0,28 ed i prezzi vecchi iniziavano ad avere senso anche impianti piccoli, invece con l'aumento dei prezzi che c'è stato tutti spingono dai 300-350 kW in su, perchè al di sotto è molto più dura ripagare l'impianto. Sono abbastanza convinto che quando l'incentivo scenderà caleranno anche i prezzi, però ormai per un po' la situazione è questa.

Prima di fare l'impianto ovviamente sono andato molto in giro e ho fatto molti preventivi, gira e rigira tutte le ditte che ho interpellato alla fine si allineavano allo stesso prezzo, perchè magari qualcuna costava meno ma poi leggevi le esclusioni e mancavano molte cose e quindi alla fine a torta finita spendevi la stessa cifra. A mio avviso si sono messi d'accordo su quanto far pagare le varie taglie. La cosa strana è che andavi a vedere alcuni impianti, che magari rispetto ad altri avevano molte meno cose e attenzioni, e quindi auspicavi almeno un prezzo inferiore, ed invece così non era.

Quindi tony mi dispiace ma la vedo moolto dura fare un impianto da 200 kW con meno di 1 M, a meno che vai al risparmio, ma a mio avviso non è la strada giusta per un impianto che lavora sempre giorno e notte e deve durare 15 anni per pagarsi e darti una redditività.

Il biogas può offrire buone prospettive, però non si pensi che non ci sia niente da fare e che non serva una gestione intelligente per far andar bene le cose.

Ancora ieri sono stato ad un seminario organizzato dalla Syngenta in cui c'era una persona del CRPA di Reggio Emilia, con esperienza trentennale, in biogas che ha esposto i punti chiave degli impianti, dal quadro normativo, alle problematiche gestionali, alle analisi economiche ed altro, e naturalmente ne è scaturito che il biogas necessita delle attenzioni ed accortezze che si darebbero ad una stalla, perchè sbagliare è un attimo e quando l'impianto non produce sono molti soldi che non entrano, quando invece le rate del mutuo non aspettano.

Per quanto riguarda il fiorire di impianti anch'io ho un pò paura a causa della permanenza così a lungo di incentivi così alti senza un meccanismo che premi gli impianti più piccoli e che usano più liquami rispetto ai megawatt, però c'è sempre da dire che come dice green l'impianto DEVE autoalimentarsi per almeno il 51%, ma dalla mia esperienza chi fa l'impianto cerca di autoalimentarsi più che può. Quindi in teoria nessun impianto dovrebbe rivolgersi per più del 49% sul mercato, e da questo punto di vista quelli che più si comportano così sono quelli con investitori esterni che vogliono solo speculare. Però anche per quelli servono almeno affitti lunghi, altrimenti se pagassero la tassazione ordinaria non ci sarebbe convenienza a farli.

Per l'utilizzo agronomico dei digestati il discorso è simile perchè quando fai le domande devi presentare anche tutti i terreni in asservimento, e penso che col biogas saranno anche più rigidi nei controlli rispetto agli allevamenti per via del maggiore business che si è generato.

Per quanto riguarda il costo delle materie prime adesso i prezzi sono in tensione, però la domanda italiana in un mercato globale non può essere sufficiente a sbilanciarne di molto l'equilibrio, ci saranno degli aumenti ma non potranno essere troppo marcati, anche perchè ad oggi il comparto zootecnico è già in crisi, se non aumenta il prezzo di carne e latte ma le materie prime si mantengono a questi livelli purtroppo molte stalle saranno costrette a chiudere, e quindi è vero che aumenta la domanda da parte dei biogas, ma a quel punto si ridurrebbe da parte degli allevamenti, che ad oggi assorbono molta più materia prima.

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