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Il decreto è uscito ieri in Gazzetta e tra un mese ci saranno i decreti applicativi..con il 40% a fondo perduto con i soldi del pnrr e il prezzo fissato a 1.150 euro a Smc/h prodotto è un investimento allettante. La parte che rimane a libero mercato è quella inerente alla parte elettrica in eccedenza rispetto al consumo dell'impianto,quella è a libero mercato ma nessuno impedisce l'autoconsumo..se rimane così per alcune realtà con allevamento è un investimento molto interessante 

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Non è proprio così semplice, c'è il biometano che è questo ma è poco incentivato, ci stai dentro solo finchè dura la crisi, poi c'è il biometano avanzato che è conveniente sempre, perchè più incentivato, ma deve essere alimentato praticamente solo con scarti e secondi raccolti
Cerca Pnnr biometano e vedrai che non è cosi....
La tariffa è per 15 anni...
https://cloud.tapatalk.com/s/635bf1f86a94d/PNRR%20BIOMETANO%20%281%29.pdf
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Probabilmente mi sbaglio, ma tra il 40% a fondo perduto e il prezzo fissato per il ritiro dedicato mi sembra che la torta sia parecchio grossa...

Sicuramente non è tutto ora quello che luccica ma ripeto, comincio a capire SNAM e gli altri che comprano impianti a fine vita a prezzi al momento esorbitanti...

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8 ore fa, bu$ine$$ ha scritto:

Probabilmente mi sbaglio, ma tra il 40% a fondo perduto e il prezzo fissato per il ritiro dedicato mi sembra che la torta sia parecchio grossa...

Sicuramente non è tutto ora quello che luccica ma ripeto, comincio a capire SNAM e gli altri che comprano impianti a fine vita a prezzi al momento esorbitanti...

Se i decreti attuativi non nascondo trabocchetti la questione è molto molto interessante e remunerativa

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  • 3 settimane dopo...

Ma il biometano si può fare ed essere conveniente con 120 capi in lattazione su cuccette in paglia + rimonta su lettiera . Ho metanodotto a 70 metri da dove posso fare l'impianto devo solo scavare una strada bianca o attraversare un fosso piccolo dipende dal punto di allacciamento 

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  • 2 settimane dopo...

Biometano: grandi potenzialità in Italia, ma tanti ostacoli da rimuovere

Luca Re

Un nuovo rapporto esamina punti di forza e criticità per la produzione di gas verde nel nostro Paese.

  

In Italia il biometano ha grandi potenzialità e potrebbe portare il nostro Paese ai primi posti europei nella produzione di gas “verde”.

Ci sono però diversi ostacoli da superare, dalla complessità e lentezza delle autorizzazioni ai colli di bottiglia nella logistica, mentre i recenti sviluppi normativi – in particolare il decreto ministeriale con gli incentivi al biometano pubblicato in Gazzetta ufficiale a fine ottobre – dovrebbero dare nuovo slancio al settore.

Quali sono allora le prospettive del biometano sul mercato italiano?

Se ne parla in un nuovo studio della società di consulenza BIP, intitolato “Biomethane, the green molecule to enable energy transition” (link in basso).

Gli autori ricordano che il piano REPowerEU punta a produrre 35 miliardi di metri cubi di biometano al 2030 in Europa (oggi: 3 mld mc) e che in Italia si dovrebbe arrivare a 6 miliardi di metri cubi.

Sarebbe un balzo notevole visto che oggi nello Stivale la produzione annuale di biometano è di appena 220 milioni di mc. Ci sono opportunità per realizzare oltre 1000 impianti entro il 2026, riporta il documento, tra conversioni di unità a biogas e impianti del tutto nuovi.

E secondo le stime di RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), citate dallo studio, la potenzialità italiana sale a circa dieci miliardi di mc di biometano al 2050.

Perché finora questo settore è rimasto confinato in una nicchia?

Il ritardo italiano nel biometano spicca ancora di più a livello europeo – la Germania ad esempio produce circa 1 miliardo di mc/anno –  se si considera che invece nel biogas la produzione made in Italy è tra le più alte dei Paesi Ue.

Ricordiamo che il biometano si ottiene purificando il biogas con un processo di upgrading; il biogas a sua volta deriva dalla digestione anaerobica di matrici organiche, come gli scarti delle attività agricole e i reflui zootecnici.

Il biometano può essere un alleato della transizione energetica grazie alla sua flessibilità di utilizzo: avendo le stesse caratteristiche del metano di origine fossile, può essere immesso nella rete di distribuzione esistente o essere impiegato nei trasporti e nelle industrie.

Tuttavia, lo sviluppo del biometano comporta alcune criticità da risolvere. In particolare:

piccoli volumi produttivi a livello di singole unità: si parla di circa 980 mc/ora a inizio 2021 con la prospettiva di scendere intorno a 610 mc/ora con gli impianti che usano scarti agricoli;

produzione distribuita e decentralizzata sul territorio;

output costante nel tempo: può essere un vantaggio in termini di sicurezza delle forniture, ma anche un problema quando la domanda è bassa o variabile, perché in Italia i DSO (Distribution System Operator) non possono stoccare il gas.

Inoltre, il rapporto sottolinea che possono passare fino a due anni per completare tutte le pratiche necessarie (autorizzazione ambientale, permessi per la connessione alla rete, approvazione delle varie autorità competenti).

In sostanza, integrare il biometano nella rete gas esistente richiede una attenta pianificazione di progetti e infrastrutture, tenendo conto che la presenza di molti impianti diffusi sul terrritorio implica maggiori investimenti per realizzare nuovi punti di immissione del biometano e relative reti di trasporto/distribuzione.

Quando ci sono oltre 2 km tra impianto di biometano e rete gas esistente può diventare conveniente realizzare impianti di liquefazione del biometano per il successivo trasporto su camion.

Mentre la soluzione tecnica alla mancanza di stoccaggi è data dal reverse-flow (inversione del flusso): comprimere il biometano non utilizzato su una determinata rete di distribuzione per poi immetterlo in una rete diversa, dove la domanda di gas è più alta, grazie a una serie di sbalzi di pressione.

Il nuovo decreto sul biometano è un primo passo per superare queste barriere.

Le misure saranno in vigore fino al 30 giugno 2026 e prevedono:

un contributo in conto capitale del 40% sulle spese ammissibili dell’investimento sostenuto, nei limiti del costo massimo di investimento ammissibile;

un incentivo sulla produzione, con tariffe differenziate sulla base dei costi degli impianti;

contingenti di potenza annui messi a disposizione, in linea con gli impegni di spesa del Pnrr, finalizzati a valorizzare il potenziale delle riconversioni degli impianti biogas esistenti e la nascita di nuove produzioni.

Ora però è necessario accelerare l’adozione dei criteri attuativi del decreto e l’apertura delle prime aste (previste entro la fine del 2022) per permettere alle aziende agricole del settore di avviare gli investimenti il più velocemente possibile.

Il decreto, ricordiamo, sblocca le risorse del Pnrr per 1,7 miliardi di euro per costruire nuovi impianti e riconvertire quelli a biogas esistenti, con una stima di produzione di circa 2,3/2,5 miliardi di mc entro il 2026. Per approfondire il tema si veda anche la nostra videointervista a Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas (CIB).

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Il report

 

LINK: https://www.qualenergia.it/articoli/biometano-grandi-potenzialita-italia-tanti-ostacoli-rimuovere/

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  • 3 settimane dopo...
  • 3 settimane dopo...
Il 16/12/2022 Alle 05:51, 409 vario ha scritto:

Adesso con 100/120 capi in lattazione più la rimonta facendo uso di paglia come lettime cosa si può fare che sia economicamente vantaggioso?

Regala letame/liquame ad un biogas in zona e chiedigli il digestato in cambio se non vuoi tribulare. 

Quanti ha hai? Quanti li destini alla stalla e quanti te ne avanzano?

Un'azienda di queste dimensioni che futuro può avere...?

Modificato da badilorum
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Regala letame/liquame ad un biogas in zona e chiedigli il digestato in cambio se non vuoi tribulare. 
Quanti ha hai? Quanti li destini alla stalla e quanti te ne avanzano?
Un'azienda di queste dimensioni che futuro può avere...?
Non ho capito.
Dovrei regalare letame e liquame e loro mi rendono la stessa quantità di N in digestato.
Poi fanno lo smaltimento dei loro reflui nei miei ha, nel loro Pua.
Io cosa ci guadagno?
Ho la stessa quantità di N ma in termini di volumi è forse 1/3.
Ho sistemato il mio pua?
Ma loro valorizzano il refluo/letame, mio e non mi riconoscono nulla?
Ma a questo punto o continuo a traghettarmi il carrozzone, o se lo prendano loro pagando l'affitto.
Quà mi sono arrivate offerte del genere e a casa mia non mi ha mai regalato nulla nessuno.
Non ho capito perchè dovrei regalare del prodotto che ha del potenziale a chi poi mi fa concorrenza alzando gli affitti o il prezzo drl mais in campo?
Sarà pur vero che un azienda da 100 120 vacche non ha futuro come pensa lei ma intanto è una realtà che di latte ti fattura ai prezzi odierni da 600k a 800k €.
Quindi o se la comprano e la pagano.
O riconoscano quel che è dovuto a chi è dovuto.

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Il 2/1/2023 Alle 20:27, badilorum ha scritto:

Regala letame/liquame ad un biogas in zona e chiedigli il digestato in cambio se non vuoi tribulare. 

Quanti ha hai? Quanti li destini alla stalla e quanti te ne avanzano?

Un'azienda di queste dimensioni che futuro può avere...?

Ma per quale motivo dovrei regalare i miei reflui e riprendermi il digestato??? A sto punto mi tengo la mia roba e basta ....🤷‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️ oltre ovviamente a tutto ciò che ha già giustamente scritto @tripleboss....

Comunque mi piacerebbe sapere perché un azienda di 120 vacche non ha futuro....🤷‍♂️ se ben organizzata, gestita, e ben autosufficiente ha un margine nettamente superiore in % alle aziende ben più grandi...

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Qua zona Vicenza /Alta Padovana c'è un impianto biogas ex-Etra che raccoglie il letame e liquame di decine di stalle oltre a un nuovo impianto a biometano ma di prendere qualcosa non se ne parla , al massimo si deve ringraziare perché te lo portino via oltre a dare i tuoi mappali per il pua che ti fanno loro ma vogliono anche dei vincoli per tot anni. Io ho rifiutato anche perché il tipo che gestisce gli impianti è talmente losco che l'hanno cacciato anche dai maldiretti.

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Non conosco le situazioni ne i rapporti col vicinato, ogni zona va a se, i grossi dei biogas in lombardia/piemonte il letame te lo pagano anche... quello della tua zona sarebbe disposto? 
Io comunque vedo una confusione impressionante in giro, non mi riferisco al forum ma in generale a livello agricolo

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  • 2 mesi dopo...
  • 2 mesi dopo...

Sono un Energy Manager. Se ritieni, di avere costi energetici troppo alti, Abbiamo soluzioni adatte ad ogni esigenza, auto produciamo energia elettrica e ottimizziamo il ciclo energetico, abbattimento delle bollette energetiche fino al'80%. Rientro dell'investimento in massimo 2 anni. I certificati bianchi, ripagheranno l'investimento, generando un guadagno del 200%. Consulenza gratuita, non esitate a contattarci

 

Geometra Andrea Rossi

Iscritto al Collegio dei Geometri della Provincia di Pisa n°1359.

Energy Manager EGE – Beta Formazione – 16/02/2023
Tel. 347/8863173 – 0587/731725
E-mail:
[email protected]

 

Architetto Roberto Rossi

Iscritto all’Ordine degli Architetti della Provincia di Pisa n°523.
Tel. 338/3955433 – 0587/731725

E-mail: [email protected]

 

 

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  • 5 settimane dopo...

PNRR, il biometano italiano zoppica: assegnata meno della metà del contingente

 

Il GSE pubblica la graduatoria degli impianti: ammessi 60 progetti tra nuove costruzioni e riconversioni, che non riescono tuttavia a saturare la massima capacità messa in gara

 
Biometano italiano
via depositphotos.com

Assegnata una capacità produttiva di 29.978 Smc/h di biometano italiano

(Rinnovabili.it) – Lo sviluppo del biometano in Italia, ottenuto massimizzando il recupero energetico dei residui organici, rappresenta uno strumento strategico per potenziare la sicurezza energetica e l’economia circolare. Lo spiega nelle sue oltre 270 pagine  il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) investendo nel settore ben 1,92 miliardi. Peccato che nella pratica non stia filando tutto come previsto. Il primo bando per l’accesso agli incentivi del PNRR non è riuscito a saturare il contingente di capacità in gara. Dei 67.000 Smc/h (Standard metro cubo l’ora) offerti risultano aggiudicati solo 29.978 Smc/h. Meno della metà. Sul sito del GSE è possibile consultare la tabella riepilogativa del contingente di capacità produttiva disponibile, del numero e della capacità produttiva degli impianti ammessi in posizione utile.

Non che le richieste non siano mancate. Le offerte inviate per gli incentivi al biometano italiano avevano raggiunto una capacità produttiva totale di 36.357 Smc/h per un totale di 72 progetti. Ma la fase di selezione ne ha tagliati fuori 12 per oltre 6.352 Smc/h. Tuttavia per il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto,“il risultato di questa procedura, prima nel suo genere per il settore biometano, è soddisfacente nei numeri”. E soprattutto rappresenta un importante segnale: che l’Italia “si avvia infatti un percorso serrato che, in linea con le scadenze del PNRR, ci deve portare a liberare le energie e le potenzialità di questo settore”.

Le potenzialità del biometano italiano

Il settore offre grande promesse. Sempre secondo il Piano di riprese, se veicolato nella rete gas, il biometano italiano potrebbe contribuire al raggiungimento dei target energetico-climatici del 2030. Aiutando il Belpaese a risparmiare tra l’80 e l’85% delle emissioni legate al metano impiegato oggi. Ecco perchè il MASE ha promesso di mettere mano alle regole per allentare qua e là qualche vite. “Stiamo verificando con il Gse – ha aggiunto il ministro – possibili aggiustamenti e semplificazioni procedurali per consentire una più agevole fruizione delle risorse a disposizione”.

I prossimi passi? Già a partire dal prossimo 14 luglio, gli operatori interessati potranno partecipare a una seconda procedura competitiva che assegna un contingente di capacità produttiva, comprensivo della quota di capacità non assegnata nel bando pilota, pari a circa 108.272 Standard metro cubo l’ora.

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  • 5 mesi dopo...

Il dopo 0.28?

Ormai molti impianti sono vicini alla scadenza dei 15 anni a 0.28, cosa succederà dopo?

La conversione a biometano non é remunerativa.

Qualcuno parla che ci sarà un rinnovo della tariffa agevolata addirittura a 0.25.

Per adesso non si sa ancora niente, devono dire qualcosa di definitivo entro fine gennaio.
0,25 mi sembra molto ottimistico, secondo me faranno intorno a 0,23 ma solo fino ad una certa potenza, poi scalano.
Ma poi il problema più grande è che dovrebbero fare un meccanismo con un premio sul valore di mercato della corrente ed un minimo garantito.
Però la tariffa può essere aggiornata ogni anno.
Quindi gli ottimisti sono contenti perché sperano di recuperare l'inflazione, i pessimisti, pensano che non hai garanzie per poter fare investimenti perché comunque ne andranno fatti per aggiornare gli impianti e sistemarli dopo 15 anni no stop di lavori.

Vedremo cosa succederà...

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4 ore fa, DjRudy ha scritto:

Il dopo 0.28?

Ormai molti impianti sono vicini alla scadenza dei 15 anni a 0.28, cosa succederà dopo?

La conversione a biometano non é remunerativa.

Qualcuno parla che ci sarà un rinnovo della tariffa agevolata addirittura a 0.25.

Per adesso non si sa ancora niente, devono dire qualcosa di definitivo entro fine gennaio.
0,25 mi sembra molto ottimistico, secondo me faranno intorno a 0,23 ma solo fino ad una certa potenza, poi scalano.
Ma poi il problema più grande è che dovrebbero fare un meccanismo con un premio sul valore di mercato della corrente ed un minimo garantito.
Però la tariffa può essere aggiornata ogni anno.
Quindi gli ottimisti sono contenti perché sperano di recuperare l'inflazione, i pessimisti, pensano che non hai garanzie per poter fare investimenti perché comunque ne andranno fatti per aggiornare gli impianti e sistemarli dopo 15 anni no stop di lavori.

Vedremo cosa succederà...

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Vedrete che bordata gli arriva con il Biometano e badate ben .... BioGPL....  Certo il Conto energia verrà abbassato ma il resto vola. Ormai la terra è loro. Cosa reale e toccata con mano. Se non la vogliono è perchè sono al full lavorativo, non riescono più a smuovere una zolla.

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