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Preparazione terreno


matteodc

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Salve avrei bisogno di consigli per un caso abbastanza spinoso; sono agronomo ma l'esperienza ancora manca in queste cose, mi servirebbe una dritta.

 

Devo fare un nuovo impianto di ciliegio (sono in zona vocata); il terreno precedentemente era un vigneto (su 420A) e 20 anni fa conteneva parecchie piante di ciliegio prima che queste venissero tolte per rendere l'appezzamento esclusivamente vigneto. E' un terreno situato in collina ma pressochè pianeggiante (ma ha le pendenze per far allontanare le acque in eccesso), pH sub-alcalino, buona dotazione di sostanza organica e NPK, leggermente carente in ferro. Metterò portinnesto Colt, irrigato a goccia (anche se patiranno poco siccità perchè è una zona spesso umida), letamato l'anno prossimo per problemi di tempo, allevamento a vaso.

 

Ora viene il problema, il terreno è argilloso. E' molto profondo con presenza di poche pietre (basalto, poche, di grosse dimensioni). Il fatto è che appunto è molto argilloso; vi dico che cingoli con ripper fa fatica a lavorarla.

 

Per adesso ho fatto un lavoro di livellamento che ha mantenuto però la tendenza del campo a far scolare le acque piovane in eccesso; vangatura con escavatore, perciò la benna ha smosso molto in profondità; passaggio con estirpatore per facilitare la disgregazione delle zolle; è seguito un periodo di pioggia, neve e gelo/disgelo. Martedì è avvenuto quello che mi ha fatto più preoccupare: arriva la cingoli col ripper (7 ancore), inizia a lavorare e subito ci accorgiamo che il terreno è molto tenace, le zolle che escono sono dure e più di 40 cm non riesce a "strappare" il terreno. Non è un problema di compattamento, è la zona che presenta questo terreno, molto generoso e produttivo ma una brutta bestia da lavorare (un mio vicino ha piantato un vigneto e gli sono morte circa metà viti perchè ha fatto solo un'aratura a 30 cm e poi affinato 3 mesi dopo).

 

Ora il meteo prevede un po' di pioggia/neve e poi ancora freddo; la mia tabella di marcia prevedeva un'aratura e un'altra passata col ripper in senso ortogonale a quella fatta in questi giorni, tutto con terreno in tempera e con cingolato. Poi affinamento e impianto. Pensate che possa essere sufficiente oppure suggerite altri metodi per procedere ?

 

Spero di aver detto tutto o quasi, chiedete se manca qualcosa. Grazie !

Modificato da matteodc
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Io avrei fatto un'aratura abbastanza profonda con un aratro monovomere e magari dopo al posto del ripuntatore , userei una vangatrice pesante in modo da fare bei cm di lavorazione e rivoltando e rompendo zolle rimaste grosse, inoltre darebbe già un ottimo affinamento.

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sono in una zona dove non ci sono terzizti con macchine come la vangatrice, qui è tutto un mono-vigneto per ha e ha...vada per l'aratura allora

Ti converrebbe si, arare e lasciare che il gelo ( sempre se nella tua zona ne fa in abbondanza) bruci le radici di qualche infestante rimasta.

La vangatrice sarebbe un' ottima lternativa perchè al contrario del ripuntatore rigira e rompe anche le zolle senza creare suole però se non disponi di tale attrezzo pazienza....

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le mie opzioni erano tra Colt e MaxMa...ora ti spiego il perchè

 

Gisella 5 e 6 li ho esclusi perchè secondo me sono un fallimento come portainnesti nella mia zona; in collina necessitano di irrigazioni continue, non sono molto produttivi a meno che non si aumentino i costi e si infoltisca il sesto d'impianto (quindi poi ancora più irrigazione e fertirrigazione), l'allevamento in parete per il ciliegio, mio modesto parere, è troppo deleterio per questa specie...soffre di gigantismo (bilancio ormonale sbilanciato) e per "star bene" ha bisogno di ingrandirsi c'è poco da fare...la pianta sarà pure seminanizzata ma al primo periodo difficile (siccità, Cossus cossus) si rischiano parecchie fallanze

 

SL64 e P. mahleb selvatico no perchè vanno bene in terreni sassosi e siccitosi; se becco un anno come il 2014 muoiono metà piante...sarebbero stati interessanti per la rapida entrata in produzione indotta sulla cultivar

 

il Cab 6P lo vendono come "portainnesto fantastico" ma qua nella mia zona, quando provato non ha mai fatto sto gran successo, ho preferito rimanere su ciò che mi dava garanzie

 

poi ho escluso MaxMa per lo stasso motivo dell'SL64 visto che ha caratteristiche simile al mahleb (è un ibrido con questo tra l'altro) e in un campo con terreno pesante e umido avrebbe avuto problemi

 

il Colt non è affatto vecchio e troppo vigoroso, però bisogna saperlo potare e gestire bene; poi le sue radici più superficiali mi salvano da eventuale asfissia radicale e la fertirrigazione diventa meno dispersiva (secondo me); ha una discreta resistenza al calcare e il mio campo è sub-alcalino (non tantissimo, però è un punto a suo favore); cosa molto importante il Colt non soffre di stanchezza del terreno, quindi se volessi potrei trinciare direttamente i residui di potatura sul posto senza causare problemi gli anni successivi. Non lo farò perchè è meglio non trinciare i residui di drupacee direttamente sul posto, però una stagione in cui magari ho poco tempo potrei anche farlo, mi riservo anche questo.

 

E' il campo che sceglie il partainnesto, non il tecnico o l'agricoltore :asd:

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  • 4 settimane dopo...
le mie opzioni erano tra Colt e MaxMa...ora ti spiego il perchè

 

Gisella 5 e 6 li ho esclusi perchè secondo me sono un fallimento come portainnesti nella mia zona; in collina necessitano di irrigazioni continue, non sono molto produttivi a meno che non si aumentino i costi e si infoltisca il sesto d'impianto (quindi poi ancora più irrigazione e fertirrigazione), l'allevamento in parete per il ciliegio, mio modesto parere, è troppo deleterio per questa specie...soffre di gigantismo (bilancio ormonale sbilanciato) e per "star bene" ha bisogno di ingrandirsi c'è poco da fare...la pianta sarà pure seminanizzata ma al primo periodo difficile (siccità, Cossus cossus) si rischiano parecchie fallanze

 

SL64 e P. mahleb selvatico no perchè vanno bene in terreni sassosi e siccitosi; se becco un anno come il 2014 muoiono metà piante...sarebbero stati interessanti per la rapida entrata in produzione indotta sulla cultivar

 

il Cab 6P lo vendono come "portainnesto fantastico" ma qua nella mia zona, quando provato non ha mai fatto sto gran successo, ho preferito rimanere su ciò che mi dava garanzie

 

poi ho escluso MaxMa per lo stasso motivo dell'SL64 visto che ha caratteristiche simile al mahleb (è un ibrido con questo tra l'altro) e in un campo con terreno pesante e umido avrebbe avuto problemi

 

il Colt non è affatto vecchio e troppo vigoroso, però bisogna saperlo potare e gestire bene; poi le sue radici più superficiali mi salvano da eventuale asfissia radicale e la fertirrigazione diventa meno dispersiva (secondo me); ha una discreta resistenza al calcare e il mio campo è sub-alcalino (non tantissimo, però è un punto a suo favore); cosa molto importante il Colt non soffre di stanchezza del terreno, quindi se volessi potrei trinciare direttamente i residui di potatura sul posto senza causare problemi gli anni successivi. Non lo farò perchè è meglio non trinciare i residui di drupacee direttamente sul posto, però una stagione in cui magari ho poco tempo potrei anche farlo, mi riservo anche questo.

 

E' il campo che sceglie il partainnesto, non il tecnico o l'agricoltore :asd:

 

 

Quindi trinciare i residui delle potature direttamente sulla fila fa male alle piante di ciliegie? Scusate ma qualcuno potrebbe spiegarmi questa cosa? Non ne avevo mai sentito parlare

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diciamo che contribuisce ad aumentare la cosiddetta stanchezza del terreno, tipica delle drupacee (ciliegio e pesco in particolare)...le radici e le parti legnose in genere (quindi anche rami e rametti) di drupacee che si decompongono nel terreno portano alla formazione di glucosidi cianogenetici tossici a loro volta per le drupacee...è il meccanismo che causa la stanchezza del terreno e fa si che i reimpianti di drupacee con portinnesto suscettibile fatichino a crescere ed entrare in produzione; è più grave nei terreni argillosi...diciamo che non è che la pianta muore intossicata se gli trinci i residui sotto, però a lungo andare le arriveranno metaboliti tossici che in caso di stress la compromettono...i problemi più grossi si vedono ne reimpianti, perchè i metoboliti tossici ci mettono anche 20 anni a sparire

 

notare sempre: metaboliti tossici di drupacee sono tossici per le drupacee, quindi a viti o olivi non fanno nulla per esempio

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  • 6 mesi dopo...

aggiorno, con grande soddisfazione O0

 

- impianto fatto l'01 marzo con terreno pessimo...molto umido nelle buche e compatto da far schifo. Nelle buche ho mescolato terreno leggero e compost.

- sesto d'impianto scelto 4,5 m tra le file per 4 m sulla fila, portinnesto Colt...alleverò a vasetto basso o catalano

- concimazione 2 q/ha di 12-8-16 + Mg + micro al germogliamento e un paio di irrigazioni in luglio

- 2 fresature (una a maggio e una giugno) e 2 estirpature con passaggio con erpice a denti fissi per rilivellare (una a inizio luglio e una a inizio agosto)

 

risultato: piante per ora fantastiche, vigorose e con una buona quantità di rami vigorosi per impostare il vaso. Stento a crederci ma il terreno dopo settimane di siccità, a 15 cm di profondità è ancora praticamente fango (e sono in collina :AAAAH:)

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  • 3 mesi dopo...

Sul tema "preparazione del terreno" chiedo:

devo piantare a livello hobbystico alcuni alberi da frutto di diverse varietà. Esiste da qualche parte una tabella sulla distanza da mantenere tra i vari tipi di albero?

Inoltre, siccome è troppo tardi per rompere il terreno con il trattore per le abbondanti piogge, cosa succede se procedo manualmente magari facendo la buca un pò più grande del previsto?

 

Saluti

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