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Il cinquantino, il nostro primo “motore”


Tiziano

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Il cinquantino, il nostro primo “motore”

Apro questo nuovo argomento, non specificatamente agricolo, sperando interessi o quantomeno diverta e accenda qualche ricordo sottopelle degli anni passati.

Chi approda in questo forum ha già dentro di se un certo grado di passione meccanica, salir sopra e guidare un veicolo fa parte della parte più goduriosa del nostro lavoro o passatempo, ne allevia (potendo) le miserie agro-politico-economiche che mestamente ci opprimono.

Girare la chiave, vedere le due spie rosse che si illuminano, azionare il comando dell’avviamento, respirare un po’ i fumi che si riverberano nei garage un po’ bassi, sentire il trattore caldo e vivo, sono sempre sensazioni che danno un stato d'animo di piacere; potrebbe essere anche una modesta motofalciatrice o un semplice bicilindrico ma certi riti meccanici sono sempre appassionanti e misticamente contemplativi.

Ma la passione non nasce tutto d’un colpo, c’è sempre un viatico iniziale che ne prepara il sentiero, qualcosa di remoto che nasce dal profondo, da episodi della nostra infanzia o gioventù che, chissà come, poi si rifletterà imperitura a segnare tutti i nostri giorni fino alla catarsi finale.

Se la definissimo “feticismo” , per molti di noi, non sbaglieremmo di tanto, anzi in alcuni sarebbe una valutazione per difetto.

Certo vi deve essere una speciale predisposizione, ma una volta scoperta la combinazione mentale giusta, si salvi chi può.

Si comincia sempre osservando con meticolosità le persone più grandi; fare propri i movimenti tipici della guida per poi sgattaiolare di nascosto sul trattore facendo finta di guidare, salvo accorgersi che i piedi non arrivano nemmeno al pedale della frizione.

Arriverà poi l’età giusta in cui l’orgoglioso padre riterrà “giusto” che il suo figliuolo salga tosto alla guida del trattore e l’aiuti nei lavori dei campi, ovvio con tutte le attenzioni e i richiami ansiosi della madre sempre poco propense a certe epiche avventure.

Saranno, quelli, i giorni dove ci apparirà immensamente meglio guidare il trattore che stare chiuso in camera a fare gli odiosissimi compiti di matematica e geografia.

Nel frattempo la nostra istruzione meccanica e la coscienza motoristica si amplia, arrivano le riviste che fanno conoscere il mondo meccanico rutilante di immagini patinate ed ammiccanti (Quattroruote è stata la mia rivista di formazione) e ci si predispone a diventare utenti nel pieno del significato.

 

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Poi arrivano i famigerati 14 anni e con loro l’iniziale scalino di accesso alla motorizzazione personale, si spalancano le porte alla prima, incommensurabile, fantastica, bellissima, fantasmagorica esperienza di guida a bordo di un mezzo tutto nostro che conferisce la completa libertà di muoversi come meglio si crede.

Il “cinquantino” per la quasi totalità di noi è stato il primo vero nostro “motore” che ci ha dispensato ampie sorsate di libertà, che ci ha accompagnato nel mondo degli adulti, ha aperto a responsabilità ed oneri; ci ha seguito e scortato nel tumultuoso periodo della pubertà, una trasformazione fondamentale nella vita di un maschio e –diciamolo pure- la migliore e la più rimpianta di quello che sarà la nostra esistenza nel bene o nel male.

 

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Col cinquantino si può andare alla fiere /sagre degli altri paesi senza il cordone ombelicale dei genitori, parcheggiarlo il più possibile vicino all’autoscontro o calcinculo, caricare il secondo passeggero –o la morosina- a dispetto del codice stradale, le alchimie per confezionare la miscela alle varie percentuali, cominciare a smontare il motore e sottoporlo alle elaborazioni più o meno artigianali e alle tirate di collo più feroci, gareggiare, impennare, …. le prime riviste porno ottenute di sfruscio da qualche amico più grande compiacente e sfogliate in gruppo…., …e qualche cavolata che ognuno è bene tenga per sé…….

Allora, per portare il “ciclomotore” non serviva patente, né casco e tantomeno assicurazione, si saltava su e via!!, solo 14 anni e nulla più!!

 

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I miei 14 anni arrivarono nel lontano agosto 1979, Quattroruote lo leggevo (divoravo) già da un anno, era l’epoca della Fiat Ritmo, 131 e 132 diesel, Lancia Delta, Peugeot 505, Alfa 6, Saab 900 turbo; nelle anticipazioni si leggeva di quella che sarà la Panda e dell’Alfetta td con motore VM system con turbocompressore e basamento a tunnel; ci sono articoli tecnici che trattano di sperimentali Fiat 131 con motore diesel ad iniezione diretta e addirittura ibrida (..!!!!..) con motore benzina da 900 cc coadiuvato da un motore elettrico alimentato da batterie.

Rimarrò indelebilmente segnato dalla prova su strada della Ritmo 75 con cambio automatico, la trasmissione automatica mi affascina.

 

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I mie genitori decidono a comprarmi il “motorino”, oggettivamente non ho grandi pretese, bado più all’utilità, mi piaceva il Cimatti chic, per via della trasmissione automatica e della marmitta a “padellina” sotto il motore che trovavo molto razionale e della ventolina che ne garantiva il raffreddamento, poi aveva anche l’avviamento a kick starter, assai più “tecnologico” a mio avviso rispetto a quello a pedali che esigeva di frullare a vuoto per un po’ prima che il motore partisse.

Invece, mio padre mi indirizzò verso qualcosa di più completo, >, che fa più “uomo” e perciò spostammo il tiro verso il Malaguti Totem, che pur con un occhio all’economia, soddisfava le esigenze di tutti, inoltre, per farmelo accettare meglio lo fece equipaggiare anche con un tachimetro Veglia Borletti che era veramente un passo avanti rispetto ai ciclomotori senza un minimo di strumentazione (come allora erano quasi tutti).

Il ritiro del Totem fù di quanto più agricolo potesse essere, ovvero mio padre, quel giorno, andando a portare le barbabietole in zuccherificio col rimorchio, nel tornare indietro passò dal negozio, lo caricò sopra e me lo portò a casa! Ecchesaramai!

 

Il primo contatto lo feci percorrendo la capezzagna principale della nostra campagna e poi una parte di argine ben praticabile che circumnaviga la zona, ricordo che nell’appezzamento del vicino c’era uno che ruspava con la Fiat AD7, avevo un po’ di difficoltà nel cambio delle velocità e presi qualche innocente sfollata, comunque l’andatura era decisamente circospetta, dovevo capire, imparare, adattarmi; al ritorno poi mi padre disse >…..ecco, in campagna funzionava così.

 

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Oggettivamente era un bel motorino, mi piaceva, robusto e solido, aveva i parafanghi in acciaio inox !!!!, la plastica non era contemplata o quasi, la sella ben accogliente e la posizione di guida ergonomica anche per uno spilungone come me; unico appunto era il comando delle marce, decisamente duro, tanto che aveva il bilancere al posto del pedalino, ma dopo un piccolo apprendistato ho sempre cambiato agevolmente.

In rodaggio esigeva miscela al 7% (sette percento!!) tanto che quando giravo, specie dopo una breve sosta col motore al minimo, lasciavo la scia di condensazione come gli aerei; finito il rodaggio mi accorsi veramente il significato di “sladinare” ( da noi si dice “ladìn” quando una cosa scorre bene e non opporre resistenza , es. >) poiché i motore aveva preso un minimo assai più alto, il che significava che le superfici del cilindro e del manovellismo si erano assestate tra loro rendendolo più scorrevole e assorbendo meno energia nel funzionamento.

Regolato il minimo poi passai al 5% come consigliato dal costruttore (motore Morini Franco), che comunque era sempre altina come percentuale, perciò ha sempre sofferto di una antipatica tendenza a sporcare la candela, nonché, coi km, riempire la marmitta di incrostazioni e olio, perciò ogni tanto la smontavo e la costringevo a lunghe abluzioni notturne e lavande purificatrici con il kerosene.

Per un paio di volte mi avventurai anche a smontare la testa per togliere le incrostazioni e verificare la luce di scarico; per il resto non mi sono mai azzardato a sottoporlo a modifiche o elaborazioni, non ne è mai stata la mia filosofia, anzi, per me valeva (e vale) come casa madre l’aveva fatto (anche per gli altri mezzi); d'altronde le prestazioni c’erano e non cercavo oltre, dopo un breve lancio toccava agevolmente i 60 km/ora (reali) e anche in accelerazione tirava via abbastanza bene, agevolato anche dal fatto che allora ero leggero e snello.

Era molto silenzioso e discreto, bianco con dei filettini neri si mimetizzava abbastanza senza dare nell’occhio, non venni mai fermato dalle forze dell’ordine, unica cosa era la catena che in rilascio andava a interferire leggermente con una vite di supporto carterino catena e che procurava un certo rumorino di sbattimento.

Nemmeno il tempo di gustarmelo appieno (nel frattempo, ovvio, aiuto i genitori nei campi…) che arriva ottobre e la scuola, iscritto al primo anno di agraria lo uso per recarmi alla località Luia a prendere la corriera che ci porta a Finale Emilia (per la precisione le Fiat 306 con motore orizzontale tra gli assi e carrozzate Macchi), allorchè, senza dirmi nulla, proditoriamente, mio padre gli installa un terribile quanto terrificante parabrezza con strisciolina blu soprastante accompagnate da oscene “barabagole” in vinilflate inferiori a protezione delle gambe.

 

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>, risposta inappellabile: > . Certo le intenzioni erano buone….. e il risultato pure….ma ai miei occhi appariva tutto stravolto, l’estetica semplicemente trucidata e il risultato finale incredibilmente simile al motorino del ”muleta” (arrotino) che allora girava nei paesi; una cosa che dava l’orribile sensazione di vecchio, decrepito, talmente fuori moda da risultare quasi una caricatura.

Così bardato, poi, la velocità era calata notevolmente, max 40 allora e col vento contro anche meno, la rumorosità era aumentata per effetto riverbero del parabrezza.

Tuttavia i genitori sono sempre i genitori e le scelte vanno accettate anche se poco gradite.

A causa del parabrezza mio padre abbassò la posizione del tachimetro e a motivo di ciò la guaina del filo di trasmissione assunse una angolazione irrazionale che portò come risultato una continua rottura del cavetto con un persistente stillicidio di sostituzioni.

Passano alcune stagioni e… abbandono la scuola…. (nessuna recriminazione, è andata così) l’uso del Totem si farà sempre più razionale e poco emotivo; ormai guido con destrezza i trattori, sono “autorizzato” a tirar fuori dal garage l’auto e lavarla quando voglio, la mia biblioteca si arricchisce lesta di riviste, depliant, libri di carattere tecnico-meccanico, è chiaro che ormai ho la testa rivolta verso l’auto e il ciclomotore rimane solamente un economico mezzo di trasporto; nel 1983 arriva la patente B e tre anni dopo la C (conseguita a Mantova su OM Tigre); ormai il Totem tramonta nel suo ruolo primario e pian piano rimane confinato in un angolo della rimessa; ogni tanto messo in moto perché non si blocchi.

Ancora oggi è nella rimessa, assieme a tante cose poco usate; è il sinonimo delle tante parabole della nostra vita, dei tanti interessi che prima o poi, dopo periodi di fulgore poi si obliano e rimangono sottopelle nei tanti ricordi che formano la nostra vita.

E a voi com’è andata?

 

[Nda. Tutte le immagini sono tratte dalla rivista Motociclismo della seconda metà anni 70, esclusa una che è tratta da una diapositiva da me scattata nel 1979 del mio Totem e come sfondo il medicaio, più rurale di così….]

 

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Ciao Tiziano.. il mio cinquantino preferito, dopo aver distrutto il piccolo Morini 50 (con ruote piccole per intenderci...) di mio padre..smontandolo in tutte le sue parti..(con pretese da meccanico 14enne :asd:..) è e rimane il Ciao di un mio cugino scomparso all'età di 18 anni..che mio zio mi regalò e che tuttora conservo. Ogni tanto lo rimetto in moto..evoca un misto di felicità e tristi ricordi...

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Molto interessante rievocare ricordi indimenticabili, io sono classe 73 quindi i miei 14 anni arrivarono ne 87 ma già verso i 12 anni smanettato con il testi di mia madre, con l arrivo dei 14 anni passai al ciao rigorosamente truccato polini o malossi e col passare degli anni il mio garage si riempi di pezzi di ciao, si, vespe, tutti rigorosamente non originali, pomeriggi passati con gli amici a cambiare cilindri, carburatori, pulegge ecc ecc, spensierati sporchi di olio e liberi di fare ciò che volevamo senza particolari controlli, col passare degli anni la passione motoristica si spinse alle 4 ruote come la Renault 5 gt e la clio Williams rimappata a 200 cv, nel frattempo non mancavano i trattori dove credo che proprio la imparai a guidare verso i 15 anni e ricordo che mi facevo 30 km senza patente e con mio padre danti con l auto, bei ricordi passati ma indelebili.

Modificato da kubota7001
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Grande Tiziano!!!!,,,un argomento ottimo.....quelli postati essendo del 1964 me li ricordo tutti!....il mio primo fù una vespa 50 3 marce

Grande!!!! La mia passione il 50:asd:ed 80 2tempi....io classe 1971 fui folgorato dal mio povero nonno, che nel 1980 dopo la mia seconda operazione al cuore mi regalo.....una vetturina fatta da lui su misura, copiata da una jeep , montava un 350piaggio , 4 marce con l inversore, 4 posti faceva i 70km, ci giravamo in pineta San Vitale , nello sterrato , per la festa di San Francesco, poi anche su strada...in parata, per le carraie , che divertimento, si intravvede nel mio avatar il fanale posteriore, ora e' finita a divertire il figlio di un vicino.

Sfruttando l officina di mio nonno , nel pomeriggio si radunavano almeno 10/15 cinquantini, rigorosamente truccati.

Io avevo il Minarelli, portato ad 80 con una fiammante Pollina...comprata dopo la stagione lavorativa tra trebbie e mare come aiuto bagnino.

E i marmittini??? Sito, Leovinci, giannelli....Meglio Franco Morini o Motori Minarelli...i damm...ed infini i bicilindrici Malanca....poi c'erano i presa diretta , Piaggio contro Pegeaut....smonta , anticipa, traffico di collettori e carburatori...ed infine le candele, io usavo una col gatto nero , forse di un alfa, che ricordi , che incoscienza,,,,

Modificato da ALAN.F
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se andiamo a ricordare il 50tino ,io ebbi dai 14 ai 18 anni un OMER-Miura ( da cross costrito a Reggio Emilia) motore Minarelli 6 marce - telaio Verlicchi - e sospensioni le inarrivabili Ceriani , con il quale ho arato molte volte i campi dei , pazienti , nonni , con le gomme artigliate , non v dic i solchi che feci dai 18 in avanti con il 250 con gomme ancora più artigliate.

Modificato da Ducati TB
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Tiziano che emozione ! grazie per aver aperto questo argomento, per me è stato proprio cosi, dal garelli mono al caballero regolarità casa (un gran mezzo), poi il ciao prima della macchina ovviamente elaborato che proprio quest'anno ho rispolverato, è dell'81 e, in mezzo a tutto questo sempre il trattore dalla landinetta r25 al fiat 500 poi il 640 ecc.quante volte ho aperto motori di cinquantini ! il primo che ho elaborato era un demm 3 marce di un vecchietto andava via come una scheggia solo che dopo un rettilineo a manetta si grippò ! poi il garelli , il minarelli il ciao...

assieme ad un amico molte sere prendevamo la gilera 150 di suo padre e correvamo per la strada senza patente ! in realta ho guidato senza patente anche il trattore su strada e se c'erano i carabinieri si giravano dall'altra parte... quasi come oggi ! che tempi e che bei ricordi...

grazie ancora a Tiziano

Modificato da gasgas
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ho avuto di tutto e ovviamente tutti elaborati, vespa 50 special con 141 doppia alimentazione, ciao con 80 e raffredamento a liquido, fifti con ottanta franco morini ma dove ho dato il meglio sono stati gli scooter, crz yamaha con 80 e chicca sr aprilia con 90 monofascia, 28 di carburatore ecc ecc

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Quindi da quanto leggo, 50ini per modo di dire perche erano tutti elaborati 70/80/90, anch'io ho avuto la special con cilindro 140 campana da 200 carburatore 32 Dell orto, non l ho mai cronometrata ma penso che facesse almeno i 130 kmh , poi ho avuto un Oxford 4 marce con motore 90 malossi , bei tempi.

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....che tempi e che bei ricordi...

Per ripescare le diapositive del mio, fatte, tra l'altro, con la "mia" prima vera macchina fotografica, sono riemersi prepotenti i ricordi, delle situazioni, delle persone che ora non possono essere più; anche sfogliare Motociclismo per recuperare le immagini che ho proposto, mi son perso tante volte nel tempo e nello spazio nel leggere e rileggere i vari servizi e prove.

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bell'argomento :)

 

Il mio primo 50 fu l'Atala Master motorizzato Rizzato in versione LF monomarcia, che tutt'ora conservo, in uqesta foto affiancato al mio ultimo scooter che anche lui è ancora in garage e cioè un Gilera Ice :)

 

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Il Master non era lento, faceva i 70km/h con la sola marmitta LeoVince :) poi visto che si era grippato troppe volte perchè il raffreddamento bo..non era ottimale ero passato al Gilera Typhoon, poi allla Honda ZX e per ultimo al Gilera Ice :)

 

Comunque il Mater era un Califfone imboscato alla fine :clapclap: giusto 2 carene in più :n2mu:

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Si Ale lo ZX Dio :) aveva qualche rogna di elettronica per un maledetto limitatore ma lo avevo fatto sistemare subito, poi vai di Polini ed era veramente potente!! aveva una bella tenuta e andava, un motorino che in zona era raro ma ne sono stato soddisfatto, poi mi presi il Gilera Ice nuovo, più alto, più pesante e meno maneggevole però nei terreni fa da cross!!

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Io avevo anzi ho ancora anche se è fermo da tempo e mi dispiace un pochino... Un aprilia area 51 e devo dire che andava alla grande mi segnava i 92 tutto originale e c era la fila pre farsi cronometrare gli altri motorini da me per via del contachilometri digitale...era fantascenzaaaa

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Ma....a questo punto non si parla più di 50ini...

Diciamo che sia come discutere della verginità di Cicciolina, anche lei aumentata di cilindra a forza di alesature.

Poi c'erano molti "codice" solo di nome, per via di strozzature e limitatori facilissimi da togliere...

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era a liquido ma telaio diverso da sr

 

Si molto differente sia l anteriore monobraccio ma anche al pisteriore aveva l ammortizzatore centrale e in posizione orizzontale...bei tempi eh...andava con la super rossa non era nemmeno catalizzato...

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Nel lontano 72 una domenica mattina approfittai della mancanza dei mie genitori che erano a messa e tirai fuori dal magazzino il ben custodito maniacalmente da mio padre ciclomotore o meglio una bici mosquito 38 cc e feci un giro per lo sterrato raggiungendo la velocità massima di 30 kmh e purtroppo finii dentro lo scolo fratturandomi entrambi le clavicole, avevo 11 anni ma il ricordo è limpido.

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io ai miei 14 anni li ho fatti nel 2002...presi un aprilia SR replica factory...carenatura nera opaca e grafiche factory...tenuto originale per un anno...poi un pò alla volta, un colpo il variatore, un colpo la marmitta...poi a 16 anni ho fatto un blocco completo e l'ho montato, tenendo così il suo blocco soo con 70 polini in ghisa, 17,5, variatore e marmitta omologata.

Il nuovo blocco era completo di tutto:

-cilindro polini evolution 7 travasi rivisto

-albero polini spalle piene

-carburatore 24 mikuni

-collettore dritto polini

-filtro polini

-espansione polini evolution 2

-trasmissione completa (variatore, frizione, correttori di coppia) tutto evolution

-rapporti primari originali e secondari polini

-carter motore raccordati al cilindro e barenati

-accensione a rotore interno con centralina malossi digitronic eprom replace

 

era bello divertente!

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Beh, andando indietro molto con gli anni, i primi giretti li facevo con un velosolex, (bicicletta con motore montato davanti, velocità 20 km/h),ma dopo qualche mese, mi sono riscattato con un ASPES Navaho Rg 50 da cross trovato d'occasione già super elaborato, con un Minarelli compact sistem, una vera bomba, il divertimento al top.

Modificato da cremonese 61
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sono un po piu fresco di voialtri.... sono classe 88 quindi a dispetto vostro il mio primo mezzo è stato un malaguti phantom, nero lucido aimè raffeddato ad aria.... perche il mio vecchio erede da una vita di vespa lo riteneva piu affidabile...comunqe tenuto un po originale poi mi sono lanciato nel mondo dell elaborazione, da allora non ce qualcosa che non ''modifichi'' ero ad un punto che oltre al mio mi stavo per mettere in affari, tra carter, alberi clindri sembrava il mio lavoro...forse lo sarebbe stato anche... non ho mai smesso... solo che negli ultimi anni non si sono piu motorini qui....i ragazzi pensano alle droghe e alcol....non sanno che si perdono.... non farei cambio con nessuno dei nuovi giovani...

 

la scheda del mio mezzo era....

motore e scarico evolution (ad aria) albero top

21, pacco,collettore storto, trasmisione, rapporti e centrallina...

non era male... i 125 li vedeva , ma richideva manutenzione da f1, cinghie e fascie come l'olio se ne andavano.....

Modificato da mitomane
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Sempre abitato in campagna.. trattori e macchine fin da piccolissimo...

Passione per le.due ruote presa.da mio.padre.che aveva la laverda 1000 e i miei fratelli più grandi avevano tgm e aspes.da.cross...

Primo due ruote fu il.dingo che c'era in azienda... Lo usavo.di nascosto il.problema è.che.gli mettevo la.benzina.agricola (senza olio) e grippava continuamente...

[ATTACH]28638[/ATTACH]

Poi.passai.al.cobra mzv una specie.di fifty con motore minarelli ad aria e 19 pari e scarico artigianale.. Infine al.fantic Oasis nel 86 un 50 a liquido con avviamento elettrico miscelatore e.freni a.disco. Faceva gli 85 originale e.non consumava.nulla....

Cambiato.tre forcelloni a furia.di far salti...

[ATTACH]28639[/ATTACH]

 

Poi ktm 250gs...

Dominator.. Africa twin rd07a, varadero carburatore.. Gs std 08 e Gs adv 10

 

Inviato dal mio D6603 utilizzando Tapatalk

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