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Tipologia di suolo e relazione in futura vinificazione..... Solo per esperti!


GiulioCam

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Salve,

possiedo circa 4 ha di terreno con giacitura di tipo collinare ed esposizione a sud-est, sud, sud-ovest e ovest, nelle condizioni ottimali (a mio parere) per quanto concerne la viticoltura.... Il suolo ha una composizione chimica di tipo vulcanico con tessitura di tipo franco (medio impasto) ricco specialmente in potassio, mediamente in azoto e fosforo, di rezione tendenzialmente neutra (ph 6.8) e con una buona CSC.

Sto per diventare un perito agrario (agrotecnico) e questo fa si che scaturiscano in me alcuni quesiti... Io vorrei investire nella realizzazione di un vigneto, con metà delle viti a bacca bianca e metà a bacca rossa che rispondono al disciplinare DOC della mia zona, ed altre autorizzate nella mia regione (Lazio).

Discutendo con un agronomo di mia conoscenza sull'importanza del potassio per la futura gradazione zuccherina che l'uva assumerà prima della vendemmia, egli sosteneva che i terreni ricchi di potassio (quale il mio) diano ai vini rossi la consistenza di un vino mattone, così come il colore.

Io con le mie conoscenze ho risposto che secondo la mia opinione il potassio è uno dei macroelementi più importanti per la maturazione zuccherina favorendo il traslocamento dei fotosintetati dai siti fotosintetici (foglie) verso gli organi di accumulo (uva, tralci, tronco e via dicendo...) e quindi soprattutto nei vini rossi potrebbe dare un tenore alcolico futuro molto interessante. Poi il potassio non essendo un elemento plastico non partecipa ne alla demolizione degli antociani e dei tannini dell'esocarpo, ne allo squilibrio acidico e fenolico dell'acino. L'unico danno che pùò dare il potassio è quello di contrastare l'assorbimento radicale del magnesio qualora ci sia un rapporto K/Mg eccessivamente squilibrato, ma qui si può intervenire con concimazioni fogliari di questo importante microelemento in allegagione avvenuta così da contrastare il disseccamento del rachide...

Secondo le motivazioni di cui sopra, per voi la teoria di questo agronomo può essere vera? Oppure dice così perchè possedendo anch'esso un azienda a carattere viti-vinicolo con specializzazione nei vini rossi ubicata in un comune adiacente al mio, non vuole "concorrenza" ?!

Grazie in anticipo delle risposte (spero motivate ;)

Modificato da GiulioCam
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Ci sono persone che possono rispondere al tuo quesito in altre discussioni vitigni tecniche o roba del genere. A riguardo invece della gradazione alcolica mi permetto di dire la mia. Ho fatto proprio tempo addietro quattro chiacchiere col rappresentante di un consorzio vini basso lazio che presentava alcuni vini cosidetti nuovi. Ma e' possibile che pensiate al vino come bevanda o alimento con gradi alcolici sui 13/14 gradi quando non si riesce per i vari motivi ben noti a riuscire a bere piu' o meno fi di un bicchiere a pasto. Io punterei su vini piu' leggeri e piu' fruttati oggi come oggi.

Un mio pensiero.

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concordo pienamente con alfieri,io sto vinificando da un anno,e abbiamo deciso subito di non puntare sul grado alcolico.secondo me è inutile avere un vino da 14-15-16 gradi e poi magari avere acidità ridicole e quindi un vino senza "schiena" che ti stanca subito la beva

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