luigite Inviato 8 Febbraio 2019 Condividi Inviato 8 Febbraio 2019 quindi alla fine non e' poi cosi sbagliato seminare quelli antichi in biologico ...sia agronomicamente che economicamente... il Rieti mi viene alto 150 cm minimo quindi si difende bene da solo dalle infestanti...mettendolo dopo medica mi ha prodotto anche 25q.li ad ettero..per 70/80 euro/q.le.. se semino un bologna in bio mi rende di piu?'vendendolo poi a 30 euro? Il Rieti dopo la rottura del medicaio come viene? Hai quanta percentuale di allettato? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Baroxi Inviato 8 Febbraio 2019 Condividi Inviato 8 Febbraio 2019 Dopo il medicaio sul grano hai concimato o ti è bastato l'azoto fissato dalla medica? Se hai concimato con quale prodotto idoneo per il bio? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 8 Febbraio 2019 Condividi Inviato 8 Febbraio 2019 Quelli in zona sono disgrazie come sanità del seme carie a vista e alternaria sul seme sia aziendale che acquistato, il mix anche peggio con fusaria assortiti. La sanità di un prodotto ultra tardivo con infezioni di ruggine non mi sembra un bel biglietto da visita sui teneri, a confronto il Cappelli e Tumitilla sono Bolt e quantomeno fuggono ai caldoni e il seme resta un pelino più sano poi ovvio in annate da fusaria si impestano anche loro ma almeno sfuggono dalla ruggine nera e dalla carie. Il più bello è il Gentilrosso e il Gambadiferro anche se è tardivo, il problema è il seme poi la loro coltivazione è storica e si sa che fanno una bella paglia, un paglione tale da mieterle con le Lova dall'altezza e dal marasma. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
carlo80 Inviato 10 Febbraio 2019 Autore Condividi Inviato 10 Febbraio 2019 premesso che li ho seminati sempre e solo dopo medica..e solo lo scorso anno ho avuto problemi di allettamento ma a giugno e luglio gli dava giu di temporali.... quest'anno in copertura su un ettaro ho messo 15 kg di euroactive localizzato ...nell'altro ettaro ho messo 4 q.li di organico pellettato (non ricordo il nome) ..entrambi consentiti in bio Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 13 Febbraio 2019 Condividi Inviato 13 Febbraio 2019 Si quei temporali sono stati qualcosa di incredibile! Quindi non hai eccesso di azoto al primo anno dopo medica sul grano antico. Invece su terreni un pò più fertili anche in zone collinari il primo anno dopo medica c'è un eccesso di azoto che fa sviluppare troppo il grano antico. In questi contesti si semina prima un grano moderno a taglia bassa e poi si ristoppia con il grano antico. Va da se però che qualitativamente è migliore il grano antico tuo dopo medica che quello degli altri dopo uno o anche più ristoppi consecutivi. Perciò si dice che i grani antici andrebbero seminati in aree "vocate" ossia in terreni marginali. Mentre le zone più fertili sono più adatte a grani moderni o al limite bisognerebbe fare un miglioramento genetico specifico (in defintiva anche prima i grani antichi venivano coltivati in pianura ma sono stati i primi a scomparire mentre si sono salvati sono quelli delle zone montane dove gli agricoltori non vedevano una differenza di resa significativa con gli altri). Dopo il grano prima di rimpiantare il prato di medica, fai legumonose da granella? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
carlo80 Inviato 21 Febbraio 2019 Autore Condividi Inviato 21 Febbraio 2019 Il 13/2/2019 at 07:24, luigite dice: Si quei temporali sono stati qualcosa di incredibile! Quindi non hai eccesso di azoto al primo anno dopo medica sul grano antico. Invece su terreni un pò più fertili anche in zone collinari il primo anno dopo medica c'è un eccesso di azoto che fa sviluppare troppo il grano antico. In questi contesti si semina prima un grano moderno a taglia bassa e poi si ristoppia con il grano antico. Va da se però che qualitativamente è migliore il grano antico tuo dopo medica che quello degli altri dopo uno o anche più ristoppi consecutivi. Perciò si dice che i grani antici andrebbero seminati in aree "vocate" ossia in terreni marginali. Mentre le zone più fertili sono più adatte a grani moderni o al limite bisognerebbe fare un miglioramento genetico specifico (in defintiva anche prima i grani antichi venivano coltivati in pianura ma sono stati i primi a scomparire mentre si sono salvati sono quelli delle zone montane dove gli agricoltori non vedevano una differenza di resa significativa con gli altri). Dopo il grano prima di rimpiantare il prato di medica, fai legumonose da granella? non ho la controprova...perche' sempre messi dopo medica,c'e da dire che sono comunque sempre terreni marginali dove la medica e' rimasta anche piu' dei classici 4/5 anni... dopo il grano antico di solito segue un ristoppio con orzo per uso zootecnico,a volte favino,spesso l'oietto Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
MCT Inviato 23 Ottobre 2021 Condividi Inviato 23 Ottobre 2021 Buongiorno sto cercando semente cartellinato di grano tenero gentil rosso e solina, qualcuno sa indicarmi qualche azienda sementiera o rivenditore che lo vende? Da non considerare le aziende agricole che lo vendono in quanto non possono rilasciare il cartellino rosso, necessario ai fini del superamento dei controlli da parte degli enti preposti. Grazie Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 28 Ottobre 2021 Condividi Inviato 28 Ottobre 2021 Il 23/10/2021 Alle 12:52, MCT ha scritto: Buongiorno sto cercando semente cartellinato di grano tenero gentil rosso e solina, qualcuno sa indicarmi qualche azienda sementiera o rivenditore che lo vende? Da non considerare le aziende agricole che lo vendono in quanto non possono rilasciare il cartellino rosso, necessario ai fini del superamento dei controlli da parte degli enti preposti. Grazie Sia il gentilrosso che il solina sono state iscritte al registro come varietà da conservazione. Quindi viene prodotto il seme certificato ma le norme sulle varietà conservazione fissa un limite quantitativo di semente da produrre. I responsabili sono per il Gentirosso la Società Agricola Il Girasole https://www.ilgirasoless.it/ e per il solina Ass. Agricoltura Regione Abruzzo che ha assegnato con un bando i diritti alla moltiplicazione e alla commercializzazione del seme certificato a due aziende agricole della Provincia dell'Aquila. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 28 Ottobre 2021 Condividi Inviato 28 Ottobre 2021 Sia il gentilrosso che il solina sono state iscritte al registro come varietà da conservazione. Quindi viene prodotto il seme certificato ma le norme sulle varietà conservazione fissa un limite quantitativo di semente da produrre. I responsabili sono per il Gentirosso la Società Agricola Il Girasole https://www.ilgirasoless.it/ e per il solina Ass. Agricoltura Regione Abruzzo che ha assegnato con un bando i diritti alla moltiplicazione e alla commercializzazione del seme certificato a due aziende agricole della Provincia dell'Aquila.Avevo 3 ha da provare con il miscuglio varietsle ma ho rinunciato. Alcuni Hrani Antichi sono buoni ma sono indecifrabili, una sprpresa ogni anno. In zona mia è di moda il miscuglio e la sinteyica, in purezza si trova tanto GentilRosso e ovviamente il duro Sen. Cappellli. Ovviamente spessissimo non conciati o autoprodotti.A me piace il Verna o il Gambadiferro.Trslascio che qua chi poteva si è tenuto il fu San Pastore ma è nei fatti un biscottiero e ha un appelle solo per le filiere. Esselunga vuole grsni antichi per panificazione poi ci sono i piccoli molini che crrcano quel che trovano.Cercano in biologico ms da quel che ho visto molti funzionano anche in tradizionale. Basta calare l'azoto.sono varietà tutte da riscoprire.Inviato dal mio SM-J600FN utilizzando Tapatalk Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 29 Ottobre 2021 Condividi Inviato 29 Ottobre 2021 14 ore fa, CultivarSé ha scritto: Avevo 3 ha da provare con il miscuglio varietsle ma ho rinunciato. Alcuni Hrani Antichi sono buoni ma sono indecifrabili, una sprpresa ogni anno. In zona mia è di moda il miscuglio e la sinteyica, in purezza si trova tanto GentilRosso e ovviamente il duro Sen. Cappellli. Ovviamente spessissimo non conciati o autoprodotti. A me piace il Verna o il Gambadiferro. Trslascio che qua chi poteva si è tenuto il fu San Pastore ma è nei fatti un biscottiero e ha un appelle solo per le filiere. Esselunga vuole grsni antichi per panificazione poi ci sono i piccoli molini che crrcano quel che trovano. Cercano in biologico ms da quel che ho visto molti funzionano anche in tradizionale. Basta calare l'azoto.sono varietà tutte da riscoprire. Inviato dal mio SM-J600FN utilizzando Tapatalk Molti giocano anche con ritardo epoca di semina e riduzione kg/ha Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 29 Ottobre 2021 Condividi Inviato 29 Ottobre 2021 Molti giocano anche con ritardo epoca di semina e riduzione kg/haPer l'altezza sicuramente ma accestiscono davvero tanto per cui anche troppo rado non è che sia geniale. In miscuglio vanno bene poi se si semina in purezza dipende, dalla varietà, ottimi Gentilrosso e verna poi il Cappelli si gestisce come hai detto tu, essendo un Alternativo meglio aspettare..Inviato dal mio SM-J600FN utilizzando Tapatalk 1 Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
nicolosurdo Inviato 7 Giugno 2024 Condividi Inviato 7 Giugno 2024 La tua analisi mette in luce aspetti fondamentali nella scelta tra grani antichi e moderni. Vorrei aggiungere qualche riflessione su questi punti: Precocità/tardività: È vero che la scelta tra grani precoci e tardivi dipende molto dalle condizioni locali. Tuttavia, è importante considerare anche l'impatto del cambiamento climatico, che sta alterando i cicli stagionali e potrebbe influenzare le decisioni future sui tipi di grano da coltivare. Altezza/paglia: La produzione di paglia è un fattore da non sottovalutare. In alcuni contesti agricoli, la paglia ha un valore aggiunto, per esempio come biomassa per bioenergia o come materiale per la pacciamatura. Valutare la possibilità di sfruttare questo sottoprodotto potrebbe rendere i grani antichi più attraenti economicamente. Malattie e certificazione del seme: La salute del seme è cruciale per garantire buoni raccolti. Investire nella certificazione dei semi di grani antichi potrebbe essere una strada da perseguire per migliorare la qualità e la sicurezza delle coltivazioni. Mi sono appassionato all'argomento dopo aver conosciuto questa realtà molto bella dove la biodiversità dei grani antichi è praticamente di csa. Infine, un altro aspetto da considerare è il valore nutrizionale e culturale dei grani antichi. Essi spesso hanno profili nutrizionali distinti e possono essere più adatti a diete specifiche. Inoltre, il recupero e la valorizzazione dei grani antichi possono contribuire alla preservazione delle tradizioni agricole locali e alla promozione di un'agricoltura sostenibile e diversificata. . 2 Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 7 Giugno 2024 Condividi Inviato 7 Giugno 2024 4 ore fa, nicolosurdo ha scritto: La tua analisi mette in luce aspetti fondamentali nella scelta tra grani antichi e moderni. Vorrei aggiungere qualche riflessione su questi punti: Precocità/tardività: È vero che la scelta tra grani precoci e tardivi dipende molto dalle condizioni locali. Tuttavia, è importante considerare anche l'impatto del cambiamento climatico, che sta alterando i cicli stagionali e potrebbe influenzare le decisioni future sui tipi di grano da coltivare. Altezza/paglia: La produzione di paglia è un fattore da non sottovalutare. In alcuni contesti agricoli, la paglia ha un valore aggiunto, per esempio come biomassa per bioenergia o come materiale per la pacciamatura. Valutare la possibilità di sfruttare questo sottoprodotto potrebbe rendere i grani antichi più attraenti economicamente. Malattie e certificazione del seme: La salute del seme è cruciale per garantire buoni raccolti. Investire nella certificazione dei semi di grani antichi potrebbe essere una strada da perseguire per migliorare la qualità e la sicurezza delle coltivazioni. Mi sono appassionato all'argomento dopo aver conosciuto questa realtà molto bella dove la biodiversità dei grani antichi è praticamente di csa. Infine, un altro aspetto da considerare è il valore nutrizionale e culturale dei grani antichi. Essi spesso hanno profili nutrizionali distinti e possono essere più adatti a diete specifiche. Inoltre, il recupero e la valorizzazione dei grani antichi possono contribuire alla preservazione delle tradizioni agricole locali e alla promozione di un'agricoltura sostenibile e diversificata. . Sono cose che si sanno da Nazareno Strampelli, se Lui, il Sommo ha fatto di tutto per farci mietere entro luglio.... poi continuiamo a prenderci per il culo. Precocità e tardività non è solo quello, c'entra anche alternatività e fotoperiodo e termo-fotoperiodo. Il grano non è mais che ha una regola certa in centinaia di anni di addomesticazione. Il frumento ha migliaia di anni ma è come addomesticare 8 piante diverse... difficile metterle tutte insieme figuriamoci in periodi pre Mendel. Qualità del seme siamo a posto .... basta guardare quelli moderni venduti.... va ancora bene se uno ci trova la carie che fa antico, rivoluzionario. Malattie e resistenze.... non scherziamo se già il sommo aveva capito che precocizzando con veri grani precoci, fotoperiodo non troppo lungo, riusciva a scappare dalle ruggini e dalla nera. Spesso ha trovato geni di resistenza ma gente siamo dopo l'anno 2000 e purtroppo non c'è più e solo la ruggine nera... la Dea Rubigo.... ce ne sono anche ben di più. C' è la Globalizzazione già dallo sciagurato Genovese .... Le malattie sono tantissime e spesso europee che non si conoscevano in Italia. Se già è un casino fare il farro figuriamoci alcuni grani antichi. Le caratteristiche nutrizionali si sanno anche i profumi e aromi che manca è il clima. L'attuale clima poi è un programma. Sarà banale ma Harvex Hindex purtroppo incide ancora tantissimo e non è solo la taglia volgarmente detta ma va oltre. 1 Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 11 Giugno 2024 Condividi Inviato 11 Giugno 2024 Il 7/6/2024 at 17:43, nicolosurdo ha scritto: La tua analisi mette in luce aspetti fondamentali nella scelta tra grani antichi e moderni. Vorrei aggiungere qualche riflessione su questi punti: Precocità/tardività: È vero che la scelta tra grani precoci e tardivi dipende molto dalle condizioni locali. Tuttavia, è importante considerare anche l'impatto del cambiamento climatico, che sta alterando i cicli stagionali e potrebbe influenzare le decisioni future sui tipi di grano da coltivare. Altezza/paglia: La produzione di paglia è un fattore da non sottovalutare. In alcuni contesti agricoli, la paglia ha un valore aggiunto, per esempio come biomassa per bioenergia o come materiale per la pacciamatura. Valutare la possibilità di sfruttare questo sottoprodotto potrebbe rendere i grani antichi più attraenti economicamente. Malattie e certificazione del seme: La salute del seme è cruciale per garantire buoni raccolti. Investire nella certificazione dei semi di grani antichi potrebbe essere una strada da perseguire per migliorare la qualità e la sicurezza delle coltivazioni. Mi sono appassionato all'argomento dopo aver conosciuto questa realtà molto bella dove la biodiversità dei grani antichi è praticamente di csa. Infine, un altro aspetto da considerare è il valore nutrizionale e culturale dei grani antichi. Essi spesso hanno profili nutrizionali distinti e possono essere più adatti a diete specifiche. Inoltre, il recupero e la valorizzazione dei grani antichi possono contribuire alla preservazione delle tradizioni agricole locali e alla promozione di un'agricoltura sostenibile e diversificata. . Come conciliare oggi grani antichi e filiere per agricoltura da reddito? Altrimenti il loro destino è vederli relegati a pezzi da "museo" su campi sperimentali di enti pubblici o coltivati su piccoli appezzamenti. Il boom è stato dato da una moda che ha portato un certo interesse e quindi una certa richiesta, prezzi alti e quindi chi li ha coltivati (anche in zone non vocate, vedi Cappelli coltivato in Pianura Padana ad esempio) è riuscito ad avere un margine pur con rese basse se paragonate ad i grani "moderni". Ma il discorso regge finche la domanda (moda) c'è e pochi lo coltivano per venderlo, per saturare il mercato basta pochissimo. Poi a frenare il tutto hanno contribuito anche problemi fitosanitari che prima o poi sono emersi coltivando grani che di sicuro non sono adatti ai sistemi colturali odierni per di più di quelle aree dove oggi conviene fare cerealicoltura. La certificazione è auspicabile anche per non continuare ad ingannare (come fanno purtroppo molti) il consumatore. Ma certificazione vuol dire investimenti, quindi o prima si creano delle filiere altrimenti spendere soldi per certificare qualcosa che non ha i numeri non lo farà mai nessuno. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 11 Giugno 2024 Condividi Inviato 11 Giugno 2024 Il 7/6/2024 at 22:45, CultivarSé ha scritto: Sono cose che si sanno da Nazareno Strampelli, se Lui, il Sommo ha fatto di tutto per farci mietere entro luglio.... poi continuiamo a prenderci per il culo. Precocità e tardività non è solo quello, c'entra anche alternatività e fotoperiodo e termo-fotoperiodo. Il grano non è mais che ha una regola certa in centinaia di anni di addomesticazione. Il frumento ha migliaia di anni ma è come addomesticare 8 piante diverse... difficile metterle tutte insieme figuriamoci in periodi pre Mendel. Qualità del seme siamo a posto .... basta guardare quelli moderni venduti.... va ancora bene se uno ci trova la carie che fa antico, rivoluzionario. Malattie e resistenze.... non scherziamo se già il sommo aveva capito che precocizzando con veri grani precoci, fotoperiodo non troppo lungo, riusciva a scappare dalle ruggini e dalla nera. Spesso ha trovato geni di resistenza ma gente siamo dopo l'anno 2000 e purtroppo non c'è più e solo la ruggine nera... la Dea Rubigo.... ce ne sono anche ben di più. C' è la Globalizzazione già dallo sciagurato Genovese .... Le malattie sono tantissime e spesso europee che non si conoscevano in Italia. Se già è un casino fare il farro figuriamoci alcuni grani antichi. Le caratteristiche nutrizionali si sanno anche i profumi e aromi che manca è il clima. L'attuale clima poi è un programma. Sarà banale ma Harvex Hindex purtroppo incide ancora tantissimo e non è solo la taglia volgarmente detta ma va oltre. Strampelli e il grano Rieti. Il grano Rieti era quello che di quelli locali (che oggi chiamiamo antichi) era quello più resistente alla ruggine. Aveva una buona resa (sempre paragonata agli altri usati in quel epoca) ma aveva anche dei difetti, tra cui il più importante era l'allettamento. Ma la ruggine a cui era resistente il Rieti è quella o una di quelle che abbiamo oggi? Oggi possiamo pensare di fare filiere sostenibili da punto di vista economico con materiali di quegli anni? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
superbilly1973 Inviato 11 Giugno 2024 Condividi Inviato 11 Giugno 2024 4 ore fa, luigite ha scritto: Come conciliare oggi grani antichi e filiere per agricoltura da reddito? Altrimenti il loro destino è vederli relegati a pezzi da "museo" su campi sperimentali di enti pubblici o coltivati su piccoli appezzamenti. Il boom è stato dato da una moda che ha portato un certo interesse e quindi una certa richiesta, prezzi alti e quindi chi li ha coltivati (anche in zone non vocate, vedi Cappelli coltivato in Pianura Padana ad esempio) è riuscito ad avere un margine pur con rese basse se paragonate ad i grani "moderni". Ma il discorso regge finche la domanda (moda) c'è e pochi lo coltivano per venderlo, per saturare il mercato basta pochissimo. Poi a frenare il tutto hanno contribuito anche problemi fitosanitari che prima o poi sono emersi coltivando grani che di sicuro non sono adatti ai sistemi colturali odierni per di più di quelle aree dove oggi conviene fare cerealicoltura. La certificazione è auspicabile anche per non continuare ad ingannare (come fanno purtroppo molti) il consumatore. Ma certificazione vuol dire investimenti, quindi o prima si creano delle filiere altrimenti spendere soldi per certificare qualcosa che non ha i numeri non lo farà mai nessuno. Ci sono dei problemi di fondo su tutta la filiera. Non solo nella coltivazione. Poi molitura e infine panificazione e vendita. Da me , veso l'interno si fa capelli ( stendiamo un velo pietoso sulla battaglia legale di sis che "compro" dagli eredi o presunti tali le royalties di un grano che venne lasciato libero da diritti di riproduzione ) e i molini ( che stanno sparendo ) comprano la produzione perchè hanno richieste da panifici artigianali ( che non trovano panettieri ) che poi vendono fino in costa smeralda ( ma solo in estate o finchè restano i turisti ) . La convenienza economica ( senza diritti di royalties ) ci sarebbe anche prò quasi quasi si lavora sul venduto. E le richieste sono sempre meno perchè ci sono sempre meno addetti alle varie operazioni. Oggi vogliono tutti il posto in ufficio.... Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 11 Giugno 2024 Condividi Inviato 11 Giugno 2024 5 ore fa, luigite ha scritto: Strampelli e il grano Rieti. Il grano Rieti era quello che di quelli locali (che oggi chiamiamo antichi) era quello più resistente alla ruggine. Aveva una buona resa (sempre paragonata agli altri usati in quel epoca) ma aveva anche dei difetti, tra cui il più importante era l'allettamento. Ma la ruggine a cui era resistente il Rieti è quella o una di quelle che abbiamo oggi? Oggi possiamo pensare di fare filiere sostenibili da punto di vista economico con materiali di quegli anni? No è la ruggine nera, resiste ma a paragone era anche molto più precoce di quelli di quell'epoca e delle razze locali. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 11 Giugno 2024 Condividi Inviato 11 Giugno 2024 1 ora fa, superbilly1973 ha scritto: Ci sono dei problemi di fondo su tutta la filiera. Non solo nella coltivazione. Poi molitura e infine panificazione e vendita. Da me , veso l'interno si fa capelli ( stendiamo un velo pietoso sulla battaglia legale di sis che "compro" dagli eredi o presunti tali le royalties di un grano che venne lasciato libero da diritti di riproduzione ) e i molini ( che stanno sparendo ) comprano la produzione perchè hanno richieste da panifici artigianali ( che non trovano panettieri ) che poi vendono fino in costa smeralda ( ma solo in estate o finchè restano i turisti ) . La convenienza economica ( senza diritti di royalties ) ci sarebbe anche prò quasi quasi si lavora sul venduto. E le richieste sono sempre meno perchè ci sono sempre meno addetti alle varie operazioni. Oggi vogliono tutti il posto in ufficio.... Filera.... quale filiera, se ne è impossessata Coldiretti. E' diventato un monopolio sfruttando la logica con cui era nata la Sis. La Sis doveva replicare e diffondere varietà e materiale di origine e selezione italiano, di ogni italiano iscritto al registro del miglioramento genetice e in pratica è diventato uno strumento di lotta politica e di potere. Non è più la Coldiretti dei tempi di Bonomi o del periodo fino al 2000, è nettamente peggiorata. Non che prima era meglio ma era più rappresentativa e meno radicalizzata, adesso semba una versione rosa della Cia con occhi al medioevo e la testa girata. Se il miglioramento genetico è il futuro, con la Sis e la politica meschina sulle varietà antiche e locali siamo messi male facendo peggio anche sulla biodiversità. Non si difende ne la biodiversità ne il mangiar bene ne il mangiare diverso. Tanto con le presunte varietà antiche non ho un controllo genetico ne nella purezza del seme e neppure della qualità del seme che semino ma sicuramente semino qualcosa di diverso.... cosa non so perchè non fanno analisi serie sulla purezza genetica con le banche dati e col seme del germoplasma per cui è come seminare una selezione di un qualcosa. Sul piano filiera in italia di organizzato non esiste, vogliono una filiera monopolistica di un qualcosa, il germoplasma italiano che per definizione è Pubblico e quindi di tutti per definizione. Tutti dovrebbero replicare germoplasma indipendentemente dall'economia. Il germoplasma, la differenza genetica, la biodiversità è la base della vita non è un fattore economico ma è la madre della vita stessa, non ha valore perchè è il tutto. Non è filosofia, amore e studio del sapere ma è l'origine degli assi cartesiani da cui dipartono ogni analisi e grafico economico detta brutale. 1 Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luigite Inviato 16 Giugno 2024 Condividi Inviato 16 Giugno 2024 Il 11/6/2024 at 12:05, CultivarSé ha scritto: Filera.... quale filiera, se ne è impossessata Coldiretti. E' diventato un monopolio sfruttando la logica con cui era nata la Sis. La Sis doveva replicare e diffondere varietà e materiale di origine e selezione italiano, di ogni italiano iscritto al registro del miglioramento genetice e in pratica è diventato uno strumento di lotta politica e di potere. Non è più la Coldiretti dei tempi di Bonomi o del periodo fino al 2000, è nettamente peggiorata. Non che prima era meglio ma era più rappresentativa e meno radicalizzata, adesso semba una versione rosa della Cia con occhi al medioevo e la testa girata. Se il miglioramento genetico è il futuro, con la Sis e la politica meschina sulle varietà antiche e locali siamo messi male facendo peggio anche sulla biodiversità. Non si difende ne la biodiversità ne il mangiar bene ne il mangiare diverso. Tanto con le presunte varietà antiche non ho un controllo genetico ne nella purezza del seme e neppure della qualità del seme che semino ma sicuramente semino qualcosa di diverso.... cosa non so perchè non fanno analisi serie sulla purezza genetica con le banche dati e col seme del germoplasma per cui è come seminare una selezione di un qualcosa. Sul piano filiera in italia di organizzato non esiste, vogliono una filiera monopolistica di un qualcosa, il germoplasma italiano che per definizione è Pubblico e quindi di tutti per definizione. Tutti dovrebbero replicare germoplasma indipendentemente dall'economia. Il germoplasma, la differenza genetica, la biodiversità è la base della vita non è un fattore economico ma è la madre della vita stessa, non ha valore perchè è il tutto. Non è filosofia, amore e studio del sapere ma è l'origine degli assi cartesiani da cui dipartono ogni analisi e grafico economico detta brutale. c'è anche il problema (tecnico e normativo) di fare semente certificata di popolazioni locali, infatti per molti grani antichi per valorizzare veramente la diversità e le proprietà nutrizionali, sapori, aromi tipici, etc. dovrebbero essere mantenuti come popolazioni e non come selezioni o varietà. Il Cappelli è un caso limite perchè fu ottenuto come selezione dentro una popolazione di grano duro nordafricana. Praticamente Strampelli dalla popolazione individuo il genotipo (o forse più genotipi) più produttivo. Ultimamente si è scoperto che il Cappelli è più affine ad un' altra popolazione diversa, da quella di cui si credeva proveniente. A livello normativo in Italia si è creato il registro della varietà da conservazione, ma non c'è nessuna garanzia che si rispetti, nel mantenimento e poi nella moltiplicazione, la diversità della popolazione di origine. Tutto è nelle mani e nella correttezza di chi è il responsabile. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
CultivarSé Inviato 16 Giugno 2024 Condividi Inviato 16 Giugno 2024 1 ora fa, luigite ha scritto: c'è anche il problema (tecnico e normativo) di fare semente certificata di popolazioni locali, infatti per molti grani antichi per valorizzare veramente la diversità e le proprietà nutrizionali, sapori, aromi tipici, etc. dovrebbero essere mantenuti come popolazioni e non come selezioni o varietà. Il Cappelli è un caso limite perchè fu ottenuto come selezione dentro una popolazione di grano duro nordafricana. Praticamente Strampelli dalla popolazione individuo il genotipo (o forse più genotipi) più produttivo. Ultimamente si è scoperto che il Cappelli è più affine ad un' altra popolazione diversa, da quella di cui si credeva proveniente. A livello normativo in Italia si è creato il registro della varietà da conservazione, ma non c'è nessuna garanzia che si rispetti, nel mantenimento e poi nella moltiplicazione, la diversità della popolazione di origine. Tutto è nelle mani e nella correttezza di chi è il responsabile. Appunto è questo il discorso, in pratica sempre si ha la tendenza a selezionare quello che secondo ogniuno di noi, spesso selezione diversa da individuo a individuo, tende a tenere da parte e riseminare uno o pochi soggetti. Poi le mutazioni esistono sempre per cui è facile selezionare non la popolazione ma la mutazione creando così non una sintetica entro la popolazione ma una vera selezione e magari selezione personale. Il caso dei pomodori è emblematico, pomodori da mensa locali o vecchie varietà sono riselezionati da ogni singolo conservatore quindi diventa una vera selezione non più la varietà o la popolazione ma una piccola frazione magari mutata non la popolazione con tutti i geni. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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