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Limitazioni dell'utilizzo del Rame


DjRudy

Messaggi raccomandati

Argomento dedicato alle nuove norme sull'utilizzo del rame in Viticoltura.

 

Le autorità italiane informano come applicare le restrizioni del regolamento di rinnovo dei rameici, in vigore da inizio anno

Il regolamento di rinnovo dell’approvazione Ue dei rameici utilizzati in fitoiatria, entrato in vigore all’inizio del 2019, prevede limitazioni nei quantitativi distribuiti per ettaro: per tutta la durata dell’approvazione (sette anni: scade il 31 dicembre 2025) non si potranno distribuire più di 28 kg di rame per ettaro (media 4 kg all’anno, ma sono consentiti sforamenti nelle annate particolarmente favorevoli alle malattie), anche se i singoli Stati membri potranno rimuovere la flessibilità (“lissage”) limitando il quantitativo annuo a 4 kg/ha.

 

Questo tipo di restrizione, ben nota agli agricoltori biologici (anche se per periodi più brevi), presenta numerosi problemi applicativi, a cominciare dall’obbligo di registrare i trattamenti per un periodo (7 anni) superiore a quello massimo previsto dalla normativa sul quaderno di campagna, che è di cinque anni.

 

Un altro interrogativo che gli addetti alla filiera si troveranno a risolvere per la prima volta è quando si applicano le limitazioni di un regolamento di rinnovo, che di punto in bianco sembrano entrate immediatamente in vigore. Per rispondere a tutti queste domande il ministero della Salute ha pubblicato sul proprio portale un comunicato in cui chiede alle aziende titolari di autorizzazioni di prodotti rameici tutta una serie di adempimenti per poter gestire al meglio questa complicata transizione. Vediamo quali.

 

 

Etichette

 

Entro il 31 marzo 2019 i titolari di autorizzazione dovranno inviare al ministero della Salute le etichette dei prodotti contenenti rame modificate in modo che non venga superato il limite massimo di 4 kg di rame per anno, agendo solamente sul numero massimo dei trattamenti. La scadenza coincide anche col termine per presentare domanda di rinnovo dell’autorizzazione dei relativi formulati.

 

Oltre a limitare i quantitativi le etichette – non è ancora ben chiaro dove – dovranno anche riportare la seguente frase:

“Al fine di ridurre al minimo il potenziale accumulo nel suolo e l'esposizione per gli organismi non bersaglio, tenendo conto al contempo delle condizioni agroclimatiche, non superare l'applicazione cumulativa di 28 kg di rame per ettaro nell'arco di 7 anni. Si raccomanda di rispettare il quantitativo applicato di 4 kg di rame per ettaro all'anno”.

 

Come tutte le norme frutto di negoziazione, anche questa frase è tutt’altro che inequivocabile e sembra voler contemporaneamente concedere e negare l’elasticità che a parole tutti i ministeri competenti, a partire dall’agricoltura, sembrano volere. Sicuramente il ministero dovrà pubblicare una circolare interpretativa del comunicato, perché i dubbi non si fermano qui.

 

 

Quando entra in vigore?

 

Qui il mistero s’infittisce: il comunicato prosegue confermando che le etichette modificate verranno pubblicate sulla Banca dati del ministero della Salute e che “I titolari delle autorizzazioni sono tenuti a rietichettare i lotti di prodotti fitosanitari non ancora immessi in commercio e a fornire ai rivenditori un facsimile della nuova etichetta per le confezioni di prodotto giacenti presso gli esercizi di vendita al fine della sua consegna all’acquirente/utilizzatore finale. E’ altresì tenuto ad adottare ogni iniziativa, nei confronti degli utilizzatori, idonea ad assicurare un corretto impiego dei prodotti fitosanitari in conformità alle nuove disposizioni”.

 

Il tutto senza nessuna data e senza alcun riferimento alla cosiddetta “Frase di tracciabilità” che da anni sancisce la data di validità del testo dell’etichetta dove compare.

 

 

Controllori, siate clementi

 

Ci sono tutti gli ingredienti per una potenziale strage, in quanto i controllori, che dal 2014 possono comminare sanzioni di migliaia di euro quando trovano irregolarità anche formali, non appena l’etichetta sarà pubblicata sul portale potranno andare a caccia di situazioni irregolari che, in una realtà frammentata e complicata come quella italiana, sicuramente non mancheranno.

 

 

 

Conviene farsi revocare il prodotto

Paradossalmente, chi per quest’anno vorrà continuare a distribuire 6 od 8 kg di rame per ettaro basta che compri prodotti non rinnovati e che verranno revocati a partire dal 1° aprile prossimo: sino al 30 settembre 2019 potranno essere venduti senza limitazioni e usati sino al 31 marzo 2020. Sembrerebbe una valida alternativa alla ricerca di tecnici compiacenti che diagnostichino carenze di rame sulla vite. Attenzione: il rame distribuito attraverso l’uso di prodotti revocati andrà comunque annotato sul quaderno di campagna ed entrerà comunque nel computo dei sette anni (o almeno dei primi cinque…).

 

Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi

 

- Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1981 della Commissione del 13 dicembre 2018 Che rinnova l'approvazione delle sostanze attive composti di rame, come sostanze candidate alla sostituzione, in conformità al regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari, e che modifica l'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione

 

- Comunicato 31 gennaio 2019. Decreto direttoriale 31/01/2019 “Regolamento di esecuzione (UE) n. 2018/1981 della Commissione di rinnovo approvazione delle sostanza attive composti del rame, come sostanze candidate alla sostituzione, in conformità al regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che modifica l'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione.” (Pubblicazione online 01/02/2019)

 

 

A voi i commenti...

 

a mio parere è tutta una fuffa, fino a che non bandiranno i concimi a base di rame che praticamente possono essere acquistati anche dalla massaia in pensione :2funny::2funny:

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a mio parere è tutta una fuffa, fino a che non bandiranno i concimi a base di rame che praticamente possono essere acquistati anche dalla massaia in pensione :2funny::2funny:

 

 

come non quotare queste due sagge righe finali....:leggi:...

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  • 3 settimane dopo...
  • 1 anno dopo...
  • 1 anno dopo...

in altra discussione si è accennato al discorso rame metallo residuo nel vino: mi sembrava corretto dire la mia in questa sezione dedicata al rame in vigneto.

Parto dal presupposto che il rame è un metallo pesante, e che tutti gli agricoltori che lo usano come anticrittogamico lo utilizzino con senno e con testa, non a caso come faceva il nonno ("se un kg fa bene, allora fai due che va meglio")

non è mai stato un problema fino a 10 anni fa, e negli ultimi due anni sembra sia diventato "il problema" dell'enologia.

Personalmente nelle ultime annate trovo residui nei mosti molto variabili: in base all'andamento climatico del mese di agosto/settembre e in base alla tipologia di rame utilizzata in vigneto (poltiglia, ossicloruro, idrossido, etc..)

i residui trovati non mi hanno mai dato problemi di fermentazione reali, nonostante i valori fossero addirittura di 5-6 mg/l 

è vero anche che il rame ha un problema di fondo: ammazza i profumi. in parole povere, considerato che non sono un chimico nato, va a neutralizzare tutti i precursori aromatici del mosto: ecco perchè tanta avversità verso tale molecola.

tuttavia il rame assolve anche a funzioni importanti in quanto agisce nel potenziale redox del vino: qualcuno dice che lo "invecchia" precocemente, io preferisco dire che il suo uso oculato aiuta a prevenire riduzioni estreme e risolve in maniera semplice problemi altresì difficilmente risolvibili.

come tutte le cose va utilizzato in maniera ragionata: dipende poi da come si effettua la fermentazione e quali obiettivi si prefigge l'azienda/l'enologo, per cui è difficile demonizzarlo in sè o esaltarlo.

 

 

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14 ore fa, Francesco F. ha scritto:

in altra discussione si è accennato al discorso rame metallo residuo nel vino: mi sembrava corretto dire la mia in questa sezione dedicata al rame in vigneto.

Parto dal presupposto che il rame è un metallo pesante, e che tutti gli agricoltori che lo usano come anticrittogamico lo utilizzino con senno e con testa, non a caso come faceva il nonno ("se un kg fa bene, allora fai due che va meglio")

non è mai stato un problema fino a 10 anni fa, e negli ultimi due anni sembra sia diventato "il problema" dell'enologia.

Personalmente nelle ultime annate trovo residui nei mosti molto variabili: in base all'andamento climatico del mese di agosto/settembre e in base alla tipologia di rame utilizzata in vigneto (poltiglia, ossicloruro, idrossido, etc..)

i residui trovati non mi hanno mai dato problemi di fermentazione reali, nonostante i valori fossero addirittura di 5-6 mg/l 

è vero anche che il rame ha un problema di fondo: ammazza i profumi. in parole povere, considerato che non sono un chimico nato, va a neutralizzare tutti i precursori aromatici del mosto: ecco perchè tanta avversità verso tale molecola.

tuttavia il rame assolve anche a funzioni importanti in quanto agisce nel potenziale redox del vino: qualcuno dice che lo "invecchia" precocemente, io preferisco dire che il suo uso oculato aiuta a prevenire riduzioni estreme e risolve in maniera semplice problemi altresì difficilmente risolvibili.

come tutte le cose va utilizzato in maniera ragionata: dipende poi da come si effettua la fermentazione e quali obiettivi si prefigge l'azienda/l'enologo, per cui è difficile demonizzarlo in sè o esaltarlo.

 

 

E il seno, con una n, che manca spesso.

12096.pdf

Questo e' il prodotto piu' usato a fine stagione. Gli ultimi 2 barra 3 trattamenti si fanno con questo o similari.

Qui si parte con 2 kg che al 20% significa subitissimo arrivare a 400 gr. 

Ora un bio difficilmente viaggia a 400 gr/trattamento perche' 4000gr/anno /400 gr/trattamento = 10 trattamenti. 

Da noi non arriveresti a luglio. 

Un convenzionale che spesso non vedo Cu se non negli ultimi trattamenti e visto il costo non dico irrisorio ma quasi rispetto a quello che ha usato dal prefioritura a inizio invaiatura non si fa grossi problemi se il tecnico invece di 2 kg/ha gli ricetta i 3/4 kg/trattamento. 

Con 3 trattamenti sono meno di 20 eurini in piu' per l' hobbista medio. 40 per 4 trattamenti. 

Poca roba in eurini. Tantissima in termini di Cu potenziale.

250 gr*3 trattamenti = 750 gr totali contro 1.8 kg oppure 2,4 kg nel caso di dose minina/media da etichetta. 

Soprattutto e' la collocazione di questo Cu. L' hobbista medio continua a trattare erroneamente l' acino fino alla fine. 

A questo discorso si collega anche l' importanza di centrare la cimatura nei 40 giorni precedenti la vendemmia. 

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E il seno, con una n, che manca spesso.
12096.pdf
Questo e' il prodotto piu' usato a fine stagione. Gli ultimi 2 barra 3 trattamenti si fanno con questo o similari.
Qui si parte con 2 kg che al 20% significa subitissimo arrivare a 400 gr. 
Ora un bio difficilmente viaggia a 400 gr/trattamento perche' 4000gr/anno /400 gr/trattamento = 10 trattamenti. 
Da noi non arriveresti a luglio. 
Un convenzionale che spesso non vedo Cu se non negli ultimi trattamenti e visto il costo non dico irrisorio ma quasi rispetto a quello che ha usato dal prefioritura a inizio invaiatura non si fa grossi problemi se il tecnico invece di 2 kg/ha gli ricetta i 3/4 kg/trattamento. 
Con 3 trattamenti sono meno di 20 eurini in piu' per l' hobbista medio. 40 per 4 trattamenti. 
Poca roba in eurini. Tantissima in termini di Cu potenziale.
250 gr*3 trattamenti = 750 gr totali contro 1.8 kg oppure 2,4 kg nel caso di dose minina/media da etichetta. 
Soprattutto e' la collocazione di questo Cu. L' hobbista medio continua a trattare erroneamente l' acino fino alla fine. 
A questo discorso si collega anche l' importanza di centrare la cimatura nei 40 giorni precedenti la vendemmia. 
Vi fate tante seghe mentali per un po' di rame ma fidatevi che la vite è una delle colture con meno utilizzo di rame, escludendo i cereali ovviamente. In orticoltura sparare anche 5kg di poltiglia a trattamento è fisiologico e molto diffuso. Voi state solo facendo i piedi alle mosche, spero si disquisisca tanto per dare fiato alla bocca xké agronomicamente non ha senso questo astio, soprattutto sull'uva e soprattutto su uva convenzionale. Altra cosa se tutta sta tiritera deve avere finalità commerciali e di marketing, come al solito. In questo caso alzo le mani, ho visto di peggio in questi anni quindi posso capire anche questa crociata

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1 ora fa, Gianni il Folle ha scritto:

Vi fate tante seghe mentali per un po' di rame ma fidatevi che la vite è una delle colture con meno utilizzo di rame, escludendo i cereali ovviamente. In orticoltura sparare anche 5kg di poltiglia a trattamento è fisiologico e molto diffuso. Voi state solo facendo i piedi alle mosche, spero si disquisisca tanto per dare fiato alla bocca xké agronomicamente non ha senso questo astio, soprattutto sull'uva e soprattutto su uva convenzionale. Altra cosa se tutta sta tiritera deve avere finalità commerciali e di marketing, come al solito. In questo caso alzo le mani, ho visto di peggio in questi anni quindi posso capire anche questa crociata

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..la crociata la fa il burocrate. 

grazie per la condivisione e per farci capire che in altre colture viene utilizzato in abbondanza. Tuttavia vite e vino è quello su cui lavoro per cui devo adattarmi ai problemi di questo argomento specifico. 

a me, per esempio, risulta che il problema del rame è sensibile in germania perchè con il tipo di suolo che hanno in gran parte del territorio il rame va direttamente in falda e va a "inquinarla" in maniera importante. di qui le restrizioni sulle quantità da utilizzare.

 

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..la crociata la fa il burocrate. 
grazie per la condivisione e per farci capire che in altre colture viene utilizzato in abbondanza. Tuttavia vite e vino è quello su cui lavoro per cui devo adattarmi ai problemi di questo argomento specifico. 
a me, per esempio, risulta che il problema del rame è sensibile in germania perchè con il tipo di suolo che hanno in gran parte del territorio il rame va direttamente in falda e va a "inquinarla" in maniera importante. di qui le restrizioni sulle quantità da utilizzare.
 
Ma credo che anche lì sia una questione più politica che agronomica. È lo stesso identico discorso delle auto elettriche. Opinione pubblica spinge verso il green, la politica cavalca l'onda anche se poi si brucia carbone per fare il pieno alla macchina. Il mondo è ipocrita a prescindere. Non è limitando il rame che si risolvono i problemi delle falde, oltretutto se ci sono problemi in una determinata zona è giusto allargare il discorso a tutta Europa? E soprattutto, diminuendo un principio attivo secondo voi l'agricoltura poi lascia andare a ramengo le produzioni o semplicemente si utilizzeranno altri formulati??? E qui entrano in gioco pure le grosse big chimiche che lucrano enormemente sui nuovi prodotti, garantendo la miglior sostenibilità ambientale si, ma fino alla prossima revoca....

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Gianni sei parecchio talebano, l'intervento di Francesco è assolutamente corretto ed istruttivo, il mio enologo condivide infatti io non faccio mai più di due trattamenti con il rame (3 se proprio a agosto le femminelle si sporcano di pero come accade da due anni a questa parte).

Il mio anno migliore è stato quando non l'ho usato proprio (l'amministratrice capo e il vice capo non hanno gradito per nulla la fattura del fornitore.......) 

Dall'anno prossimo mi sa che si torna a non usarlo più, oltretutto non è detto che tutto quello che si fa sia per vezzo o politica o strategia di marketing, sei leggermente fissato con sta roba.

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Gianni sei parecchio talebano, l'intervento di Francesco è assolutamente corretto ed istruttivo, il mio enologo condivide infatti io non faccio mai più di due trattamenti con il rame (3 se proprio a agosto le femminelle si sporcano di pero come accade da due anni a questa parte).
Il mio anno migliore è stato quando non l'ho usato proprio (l'amministratrice capo e il vice capo non hanno gradito per nulla la fattura del fornitore.......) 
Dall'anno prossimo mi sa che si torna a non usarlo più, oltretutto non è detto che tutto quello che si fa sia per vezzo o politica o strategia di marketing, sei leggermente fissato con sta roba.
Si si lo ammetto. Vedo di cambiare il nick in "Gianni il talebano".
Cmq il succo del mio discorso è chiaro.

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4 minuti fa, Johndin ha scritto:

Gianni sei parecchio talebano, l'intervento di Francesco è assolutamente corretto ed istruttivo, il mio enologo condivide infatti io non faccio mai più di due trattamenti con il rame (3 se proprio a agosto le femminelle si sporcano di pero come accade da due anni a questa parte).

Il mio anno migliore è stato quando non l'ho usato proprio (l'amministratrice capo e il vice capo non hanno gradito per nulla la fattura del fornitore.......) 

Dall'anno prossimo mi sa che si torna a non usarlo più, oltretutto non è detto che tutto quello che si fa sia per vezzo o politica o strategia di marketing, sei leggermente fissato con sta roba.

Il prossimo anno ne userai di piu'. Fidati. Sara' il tuo tecnico di fiducia a consigliartelo se ti vuole bene. 

Scommetti?

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[QUOTE] il mio enologo.../.... io non faccio mai più di due trattamenti con il rame[/QUOTE]

La questione, a mio avviso, assume un valore più ideologico, nel senso che mio nonno pitturava settimanalmente la vite con la bordolese, mio padre era comunque in scia e pure consigliato dai tecnici (indipendenti e non apparentemente interessati) e anche io, che ho 56 anni, comunque fino all'altro giorno mi  sempre stata prospettato l'uso "senza risparmio" del rame e anche l'uso dei migliori sistemici era sempre accompagnato dal prezioso rame e ogni sitemico/citotropico che avesse il suffisso "R" faceva stare più sicuri. E non parlo solo di vite ma anche delle orticole in generale, anche considerando che nella "busa" dove sono io, la pero può fare veramente da barra falciante se uno si incanta un po'.

Nel giro di tre anni si è drasticamente sovvertito un modo di agire, mettendo in seria difficoltà l'operatore, se non addirittura facendo inventare strategie tipo "le tre tavolette" con cui spostare "di qua e di là" certe soluzioni.

Era tutto sbagliato prima?, adesso abbiamo scoperto le virtù salvifiche del digiuno rameico?, non è che fra qualche anno verrà rivisto il dosaggio perchè si sarà scoperto che poi alla fine non faceva così male?.

A volte mi viene da urlare come una sirena antiaerei quando vedo che nel disciplinare viene reintrodotto un principio attivo "rigorosamente fatto fuori" alcuni anni prima.

La mia età è in quel range che fa del disincanto e sottile sospetto, una ragione spesso confermata.

Modificato da Tiziano
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Si Tiziano il tuo ragionamento non fa una piega, noi ne facciamo una ragione essenzialmente enologica.

Quest'anno l'abbiamo usato l'anno scorso non tanto (forse un paio di giri per le femminelle) il prodotto era valido in entrambi i casi.

 

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1 ora fa, Johndin ha scritto:

Si Tiziano il tuo ragionamento non fa una piega, noi ne facciamo una ragione essenzialmente enologica.

Quest'anno l'abbiamo usato l'anno scorso non tanto (forse un paio di giri per le femminelle) il prodotto era valido in entrambi i casi.

 

 

5 ore fa, CBO ha scritto:

Il prossimo anno ne userai di piu'. Fidati. Sara' il tuo tecnico di fiducia a consigliartelo se ti vuole bene. 

Scommetti?

Facciamo una scumessa?

 

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Per me il rame rimane la migliore s.a. preventiva di copertura.

Antiperonosporico con effetto collaterale vs altre malattie, è multisito e nn avrà mai resistenza.

Trattamenti ripetuti all'occorrenza con 200 gr/ha di s.a. mantengono una valida protezione.

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6 ore fa, Johndin ha scritto:

Si Tiziano il tuo ragionamento non fa una piega, noi ne facciamo una ragione essenzialmente enologica..../-

 

 

Raffaele, io ho quotato un tuo passaggio ma cercando di sganciarlo -appunto- dall'autore (evidentemente non riuscendoci), solo per riprendere con più forma il mio pensiero; per quanto mi riguarda non muovo nessun appunto riguardo la tua condotta fitosanitaria e se hai la possibilità di poterti giostrare o svincolare da principi attivi, oppure contrarre il numero degli interventi, molto meglio per te e ti farà buon pro potertene avvantaggiare in cantina o in etichetta.

Purtroppo, qui, zona di meno pregiati Lambrusco e Trebbiano, ma pur anche di elevati tassi di umidità e nebbioline mattutine anche a maggio e giugno, (figuriamoci in aprile, coi polloni e foglie teneri come l'insalata) quanto bisogna stare accorti con quella maledetta pero! e ancor peggio le cipolle, tanto per dire, un autentico incubo!

Il rame ha sempre costituito una sicurezza supplementare e come ci hanno insegnato:

3 ore fa, TNV65 ha scritto:

Antiperonosporico con effetto collaterale vs altre malattie, è multisito e nn avrà mai resistenza.

sopratutto la parolina magica "non avrà mai resistenza" che è lo spauracchio di ogni principio attivo per cui siamo soggetti ad un turbinante balletto di giochi di incastri e alternative, con l'aggravante che il sottoscritto è soggetto al disciplinare dell'Emilia romagna, che coll'obbiettivo di apparire "la più vergine del bordello" ci taglia dosaggi e interventi di almeno il 25% rispetto l'etichetta.

E' un po', scusate l'esempio banale, come se con la mia auto, che monta gli pneus da 205, pian piano ci avesseo fatto montare i 175, poi i 155 e tendenti a montare i 125/80 15 (quelli della Dyane) perchè così saremo più virtuosi.

E allora mi domando contro chi dobbiamo combattere: contro la peronospora o contro l'ideologia?

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  • 1 anno dopo...
Il 27/10/2021 Alle 23:31, Tiziano ha scritto:

Raffaele, io ho quotato un tuo passaggio ma cercando di sganciarlo -appunto- dall'autore (evidentemente non riuscendoci), solo per riprendere con più forma il mio pensiero; per quanto mi riguarda non muovo nessun appunto riguardo la tua condotta fitosanitaria e se hai la possibilità di poterti giostrare o svincolare da principi attivi, oppure contrarre il numero degli interventi, molto meglio per te e ti farà buon pro potertene avvantaggiare in cantina o in etichetta.

Purtroppo, qui, zona di meno pregiati Lambrusco e Trebbiano, ma pur anche di elevati tassi di umidità e nebbioline mattutine anche a maggio e giugno, (figuriamoci in aprile, coi polloni e foglie teneri come l'insalata) quanto bisogna stare accorti con quella maledetta pero! e ancor peggio le cipolle, tanto per dire, un autentico incubo!

Il rame ha sempre costituito una sicurezza supplementare e come ci hanno insegnato:

sopratutto la parolina magica "non avrà mai resistenza" che è lo spauracchio di ogni principio attivo per cui siamo soggetti ad un turbinante balletto di giochi di incastri e alternative, con l'aggravante che il sottoscritto è soggetto al disciplinare dell'Emilia romagna, che coll'obbiettivo di apparire "la più vergine del bordello" ci taglia dosaggi e interventi di almeno il 25% rispetto l'etichetta.

E' un po', scusate l'esempio banale, come se con la mia auto, che monta gli pneus da 205, pian piano ci avesseo fatto montare i 175, poi i 155 e tendenti a montare i 125/80 15 (quelli della Dyane) perchè così saremo più virtuosi.

E allora mi domando contro chi dobbiamo combattere: contro la peronospora o contro l'ideologia?

Cala, cala con la storia di non avrà mai resistenza... esiste la parola detossificazione, mitridatismo. Il discorso è che le piccole oospore non riescono a detossificare o espellere tutto il rame ma se diventano un pò grandine.... qualcosa in più lo tollerano. Non esiste solo Pero a questo mondo ma ..... comunque-

Ragazzi, il Rame è comunque un metallo pesante e pesantemente si accumula nel suolo fottendo e bloccando il Fosforo e altri microelementi. Non scherziamo anche se continuasse a funzionare. Il problema non sono le dosi oggi, al 2022..... IL Problema sono le dosi nei due secoli precedenti!!!!

Si accumula di brutto anche nell'essere umano e nel cervello.... quindi in questo caso.... grandissimi fondi di verità sono lapalissiani....  Il grandissimissimo problema sono i carbammati e le ftalammidi perchè sono le alternative al rame, DA ALTERNARE se non evitare il più possibile di usare il rame nelle zone a vigneto storico post 1880.

Il problema è aumentare i prodotti non solo di copertura ma soprattutto, tutti i multisito e i meccanismi d'azione. Eliminare il rame per un pò non è male meglio ancora il vigneto in rotazione.... sarò banale o ripetitivo ma ho visto l'accumulo rameico in zone che non dico.... medica goblin e legumi da culo di nigeriane.... zone al limite anche per le alghe.... il rame c'è e pesa.... Qualcuno pensa davvero ad una mini bonifica..... di alcune vecchie vigne.... attencion!!!

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Il 27/10/2021 Alle 19:44, TNV65 ha scritto:

Per me il rame rimane la migliore s.a. preventiva di copertura.

Antiperonosporico con effetto collaterale vs altre malattie, è multisito e nn avrà mai resistenza.

Trattamenti ripetuti all'occorrenza con 200 gr/ha di s.a. mantengono una valida protezione.

Sì si ma il rame è sempre rame, il problema sono le alternative e quando è possibile sostituirlo tipo a fine giugno-luglio. Per chi non è bio si apre il discorso di tutti i prodotti di copertura e di tutti i principi attivi ad attività multisito....

Viste le ricerche in Trentino Alto Adige SùdTirole ho rivalutato anche il Thè di composto o KompostThè) che mi pareva una leggenda, fare Blend di compost come tè... eppure fa. Su altri prodotti o meglio p.a. non mi ripeto.... la questione è alternare e allungare l'uso o prorpio eviarne l'uso consapevole per breve tempo.... Non parlo del bando all danese, stile Danimarca ma attenzione alle zone storiche. La storia di accumunarlo alla vernice non è proprio scherzoso, anzi è vero, è come verniciare le auto sempre nello stesso cortile senza riuscire a pulire la vernice.... in decenni hai voglia a far croste anche se fai solo i ritocchi.... il rame fitoiatrico non resta attaccato, finisce sempre e comunque nel o sul o dentro, dentro il terreno.... fotte fosforo e funziona anche contro altro che non è quello che vogliamo... metallo bivalente e bello tosto.... Grande questione è fare i conti col passato.....Scusate se vis fondo i cabasisi..... Fare analisi del terreno fatte bene a diverse profondità.... non prendiamoci per il culo, è un metallo e si analizza quindi si cerca. Far ela fine dei sempliciotti proprio no e poi si ha una prova da sparare ma appunto, analisi fatte bene in doppio o con sistemi di verifica...

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Il 27/10/2021 Alle 14:14, Tiziano ha scritto:

[QUOTE] il mio enologo.../.... io non faccio mai più di due trattamenti con il rame[/QUOTE]

La questione, a mio avviso, assume un valore più ideologico, nel senso che mio nonno pitturava settimanalmente la vite con la bordolese, mio padre era comunque in scia e pure consigliato dai tecnici (indipendenti e non apparentemente interessati) e anche io, che ho 56 anni, comunque fino all'altro giorno mi  sempre stata prospettato l'uso "senza risparmio" del rame e anche l'uso dei migliori sistemici era sempre accompagnato dal prezioso rame e ogni sitemico/citotropico che avesse il suffisso "R" faceva stare più sicuri. E non parlo solo di vite ma anche delle orticole in generale, anche considerando che nella "busa" dove sono io, la pero può fare veramente da barra falciante se uno si incanta un po'.

Nel giro di tre anni si è drasticamente sovvertito un modo di agire, mettendo in seria difficoltà l'operatore, se non addirittura facendo inventare strategie tipo "le tre tavolette" con cui spostare "di qua e di là" certe soluzioni.

Era tutto sbagliato prima?, adesso abbiamo scoperto le virtù salvifiche del digiuno rameico?, non è che fra qualche anno verrà rivisto il dosaggio perchè si sarà scoperto che poi alla fine non faceva così male?.

A volte mi viene da urlare come una sirena antiaerei quando vedo che nel disciplinare viene reintrodotto un principio attivo "rigorosamente fatto fuori" alcuni anni prima.

La mia età è in quel range che fa del disincanto e sottile sospetto, una ragione spesso confermata.

Se non capisco male, porto luce nel tuo ragionamento che è settoriale e specifico. Chi ha fatto in vita sua anche cipolle, specialmente alcune varietà di cipolle, sa che il grande problema è .... far ADERIRE, ATTACCARE, SPIACCICARE il rame alle foglie di cipolla..... cosa che vi assicuro provate a fare. LA Questione .... Q cubica è .... che .... non è questione di dosi, non solo e non meglio .... è farci restare attaccato per lungo periodo, in maniera comunque dose attiva... il benedetto rame.

Su una cipolla di Sermine che è una cosa, una cipolla di Boretto che è un'altra, una foglia di Breme che è un palazzo, andiamo oltre la logica enoiatrica.... da carrozziere.... Impataccare il rame o un funghicida ad una foglia di cipolla.... è Zelig gestito da Aldo, Giovanni e Giacomo in supervisione dei Legnanesi, sponsorizzati da Antoni De Curtis...

La cosa è il principio attivo e il nucleo del TUO problema, il Massimo Problema è squistiamente Fitoiatrico, i conformulanti, gli adesivanti che vadano con il rame e con tutti i prodotti per difesa stretta, della cipolla.... Cipolla nello specifico ma ovvio non solo, cipolla perchè è il Nodo di Gordio dell'uso del rame e dei funghicidi ma posso dirti anche la difesa dai tripidi o da altro.... Arte di incollare i prodotti alle foglie di cipolla.

Rame e alternative oltre che a validi sostituti ma con la cosa bella che una coltura erbacea è ben più roteabile, avvicendabile, alternabile, integrabile di una coltura arbore magari a ristoppio decennale se non secolare. Il rame si usa anche in risaia per ben più altri motivi ma nessuno si azzarda più troppo ad usare il Granitello come alghicida.... grazie anche al costo.... grazie a Dio che il costo fa da freno a certe dosi.... Stiamo parlando di un metallo che in agricoltura si usa da sempre fosse solo come lega come metallo metallico..... anche l'usura dei materiali porta rame nel suolo specie in decadi.... Analizzare e cambiare, roteare, alternare.

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