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Ovvero l'agricoltura biodinamica dove alla agricoltura si lega la stregoneria....

Se fosse così chi sarebbe quello scemo che non lo coltiverebbe!

Anche in agricoltura occorre avere un approccio scientifico anche se le variabili in gioco sono maggiori di quelle presenti in laboratorio.

Detto questo il grano potrebbe rendere se in quel campo in precedenza c'era un pascolo poliennale e in più il bestiame risiedeva lì in modo stabile allora si il grano rende parecchio ma anche un ottimo prodotto.

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Quest'anno abbiamo seminato,su circa due ettari,una varieta di grano duro,dove il proprieatario non vuole ne concimarlo ne diserbarlo....

non è una tecnica biololgica...è una prova!

:cheazz::cheazz:boooo

 

E' poi si lamentano.... il duro non produce, queste zone non sono adatte ecc... se facessero le prove come dio comanda invece che queste prove alla c....

 

Scusate ma quando leggo ste cose mi infervoro....

 

O uno è bio e allora è un conto, o altrimenti se uno è in convenzionale che senso ha non distribuire concime o fare difesa fitosanitaria?

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Anche dalle mie parti c'e' chi semina solo grano .....e basta. Senza conciato, ne concime, ne nitrati e senza diserbo, Perche' secondo loro risparmiare sui prodotti e lavorazioni successive rende conveniente la semina.

 

Con risultati pessimi pero'.

Produzioni inferiori anche del 50% rispetto a chi fa' i trattamenti.

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Lo scorso anno il clima disgraziato ci ha portato a seminare solo a fine febbraio (il 28 in realtà) e visto che ogni tanto pioveva pure ho finito il 15 di marzo.

Ebbene su ristoppio, considerando i caldi di maggio e il fatto di avere per problemi miei (o seminavo il girasole o diserbavo il grano....) solo il 7-8 di maggio con grano avantaggiato (10 giorni dopo era tutto spigato) ho diserbato, ho ottenuto 35 q.li/ha e dopo girasole i 40 q.li/ha.Questo concimando in modo adeguato e considerando che il diserbo tardivo con botte con barra da 8 metri mi avrà fatto perdere aleno 3- 4 q.li ettaro.

Dopo girasole semino grano aziendale ottenuto da grano trattato con real geta su terreno dopo girasole ed effettuo, a prescindere se lo richiede oppure no, il trattamento fungicida lo scorso anno con procloraz+ibs (adesso non mi ricordo quale).

Questo per dimostrare che sulla fertilizzazione e sui trattamenti colturali non bisogna lesinare poichè si ottengono solo svantaggi.

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Illuminante la pagina d’apertura dell’Informatore Agrario n° 46/2009. Una lettera, la relativa risposta: un rapido scambio di vedute su argomenti comuni. Diverso il punto di vista, abissale la differenza tra gli interlocutori.

 

Chi scrive è un’agricoltore sardo, uno dei tanti, troppi, in continua sofferenza per la mancata redditività della propria azienda.

Esprime il suo dissenso in merito ad un’articolo dove si asseriva come l’assistenza tecnica sia fondamentale per conseguire obiettivi vantaggiosi.

Riporta produzione ad ettaro, riferendosi al grano duro, troppo basse: parla di 20 q/ha, ammette lui stesso come sia necessario almeno raggiungere 50 q/ha.

Scontate le conclusioni, la colpa di tutto, tanto per cambiare, è del clima e della zona. Si potrebbe fare di più ? Certo, afferma: basterebbe introdurre l’irrigazione nella pratica colturale. Ma l’irrigazione si sa, costa, ed al momento non è sostenibile affrontarla.

L’agricoltore prosegue, a differenza di tanti altri suoi colleghi, gliene si deve dare atto, presenta una soluzione: la qualità e la filiera corta. A dire il vero pone più fiducia verso quest’ultima più che sulla prima.

Conclude speranzoso, ma dell’assistenza tecnica come elemento fondamentale nella propria strategia, no, non se ne parla.

 

 

Chi risponde, forse non è agricoltore. Forse passa meno giorni in campagna di chi lo accusa di essere “non determinante”, ma dell’agricoltura ha fatto il suo lavoro.

La sua risposte è di una ovvietà spiazzante. L’ovvio si sa, non lo controlla nessuno, ed ultimamente pare difficile anche da accettare.

Come non potrebbe infatti citare di realtà produttive che raggiungono produzioni pressoché doppie rispetto alla situazione presentata ?

Come non potrebbe, richiede coraggio va detto, ammettere che compito dell’assistenza tecnica è anche far capire all’agricoltore come forse il grano duro non è una coltura adatta alla sua realtà ?

Come non potrebbe, e qui si rischia la pelle, affermare che a 20q/ha non si deve produrre ?

Prosegue, veramente coraggioso, sostenendo l’idea dell’agricoltore sardo in merito a filiera corta, ribadendo però come sia necessario anche in questo caso affidarsi a persone preparate e qualificate a svolgere un compito di certo non facile.

 

Incurante della propria incolumità, conclude: c’è bisogno di un cambio di mentalità e non tutti, riscontra, sono pronti a farlo. I prossimi anni saranno duri, la selezione sarà forte, qualcuno cadrà.


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ciao a tutti,

in Sardegna, queste motivazioni sono all'ordine del giorno, forse perchè in molte zone, tra cui la mia (vicino Cagliari) ci si ostina a seminare grano su grano, senza nessuna rotazione con lavorazioni molto particolari, come arature la cui profondità non importa a nessuno, che se se gratti con le unghie in terra riesci ad andare più sotto, concime il meno possibile, diserbo solo quando ci si ricorda, trattamenti funginei sconosciuti, prove di semina su sodo senza diserbare prima, analisi dei terreni quasi inesistenti, poi è logico che raccolto non se ne ottiene. solo su una cosa sono d'accordo con l'articolo: la siccità. purtroppo dovresti mettere irrigatori in ogni terreno, cosa che mi pare un pò difficile a livello economico, e sopratutto gestionale perchè gli appezzamenti sono molto frazionati, ed anche la poca presenza di acqua superfiale sfruttabile, forse per questo molti stanno lasciando i terreni incolti.

gianlu

Modificato da gianlu81
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allora diciamo che io mi posso ritenere mezzo imprenditore rispetto a tutto ciò che dite voi!

 

Ecco una foto , mi darete del matto...... no poi appena nasce vi inizio la super carrellata della foto del anno del Conte farming grano during!

aratura,coltivatore,vibro(la foto del claas che non sapeva lavorare la terra).

t40070_ecco-la-semina.jpg

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  • 1 mese dopo...

Quest'anno ho l'impressione che andrà peggio dell'anno scorso.

Ho un pezzo di terra che già circa il 40% delle piantine sono molto vicine al decesso.

A gennaio oltre alle piogge continue, anche 4 notti sotto zero (2+2) e altrettante poco più dallo zero.

Alle quote più basse va meglio?

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HP 90 hai dato concime di presemina? epoca di semina? Pure qui è stato più freddo del solito e anche in molti altri grandi areali cerealicoli d'Italia (a Ravenna grano duro ce ne molto ma non ho notizie di grossi problemi).

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purtroppo non ho foto però posso dire che da me che siamo piu bassi il freddo lo fa abbastanza perchè ho vicino Enna , città piu alta d Italia credo e da noi le gelate son forti .

 

Il mio grano non ha nessun problema ne di colorito ne di piante morte, per adesso piu che soddisfatto a breve le foto .......... ma io ci parlo col grano!

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Guardandolo a distanza sembra peggio, ma da vicino non c'è da rallegrarsi, anche perché per i primi di febbraio ci potrebbe essere neve.

1° errore: Quel terreno non andava seminato, in questo periodo di piogge non è riuscito a fare neanche foraggere,

è se a confine c'è un boschetto, un motivo ci sarà.

2°: Bisognava mettere un seme tardivo, tipo il simeto,

questo seme che c'è - di cui si è persa la traccia della specie - andava bene nei periodi con poca pioggia, e lo riseminavamo perché faceva una buona paglia, ma dato che paglia non ne usiamo, meglio il simeto, o simili.

3° un quantitativo maggiore di concime non avrebbe stravolto la situazione.

 

Qualcuno mi dice se ci sono sementi più tardive del simeto?

 

t43785_2010-01-frumentoallagato.jpg

 

Questa è la zona più allagata

Modificato da HP90
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Chiaramente quel grano non è seme selezionato ma preso dal tuo vecchio vero? Da quanti anni usi il tuo seme senza prenderne di selezionato?

 

Comunque esistono molte varietà più tardive del simeto ad esempio:

 

latinur

saragolla

levante

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Vorrei farle una domanda, alla cooperativa in cui mi servo, ho chiesto se avevano lo yara bela 26 per la concimazione del grano, ma mi hanno detto che loro hanno sempre usato lo yara bela 33.5, e allora ho preso quello.Ho visto però che il 33.5 viene usato per la concimazione del girasole, del mais, ma non c'è menzione di utilizzo anche per il grano.

Lei cosa ne pensa??

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Grazie per il chiarimento.Sono andato a prenderlo ieri l'altro perchè h incominciato a sentire in giro che ci sarà un aumento del concime e di urea a partire da febbraio.

Il 33.5 l'ho pago 24.66+iva, l'urea mi hanno detto che la venderanno per i soci a 29.50+iva.

Dalle tue parti i prezzi sono in linea con questi??

 

Mi consigli inoltre di dare un altra mandata di nitrato verso fine febbraio,primi di marzo, o di andare direttamente con l'urea a fine marzo??

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Tardivo io intendo come sviluppo della pianta!

Perchè con annate piovose nella mia zona è meglio concludere la semina entro fine novembre.

Il seme precoce - penso - conviene seminarlo nei periodi siccitosi così a marzo la pianta è a buon punto e se non piove più non ha molta strada da fare per arrivare a maturazione.

Questa differenza la noto con il simeto, che in questo periodo sembra malconcio, ma alla fine al bilico è il migliore, al contrario di specie che in questo periodo passano avanti.

Ma per il prossimo anno proverò una piccola percentuale di qualcosa tardivo, questi li ho sentiti nominare, latinur, saragolla, e di più del levante. Mi informerò con il commerciante.

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