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Big Bud. Storia di un mito americano.


PieroTeam

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Cercando nel forum non ho trovato una discussione su questi mezzi "leggendari" pertanto ho pensato di crearla e parlarne un po'. Comincio io descrivendo la storia dell'azienda, sperando di fare cosa gradita.

 

Le origini

La nascita dei trattori articolati 4wd

 

Negli Stati Uniti, già all’inizio degli anni 50, c’era l’esigenza di avere dei mezzi potenti per poter lavorare in meno tempo estensioni di terra molto vaste. I trattori convenzionali all’epoca avevano in media una potenza di 30/40 cv ed erano tutti a trazione semplice. Per ovviare al problema diversi “farmer” cominciarono ad accoppiare due trattori tramite uno snodo centrale, con tutte le complicazioni del caso ossia avere tutto doppio (motore e organi meccanici ma soprattutto comandi).

Prendendo spunto da queste realizzazioni “fatte in casa” nel 1953 i fratelli Wagner, di Portland (Oregon), progettarono e realizzarono il TR-6, un rivoluzionario trattore a quattro ruote motrici articolato che aveva una potenza di 105 cv (più del doppio dei trattori a due ruote motrici diffusi all’epoca).

La Wagner divenne quindi la prima fabbrica di trattori articolati 4wd, alla quale seguirono altri nomi importanti come Steiger e Versatile.

1 wagner tr-6.jpg

Nel 1967 la Wagner, dopo aver dato vita a vari modelli, venne acquisita da John Deere che era decisa ad entrare nel segmento degli articolati nonostante il fallimento dei modelli John Deere 8010 e 8020.

2 wagner tr 14 a.jpg

3 wagner wa 17.jpg

4 john deere wa 17.jpg

 

 

Big Bud

 

Nel 1968 Wilbur Hensler era il più grosso rivenditore di trattori Wagner del Montana; dopo l’acquisizione di quest’ultima da parte di John Deere la sua azienda, la Northern Manufacturing Company di Havre, rimase quindi senza il prodotto di vendita principale. Hensler incaricò quindi il suo capo officina, Bud Nelson, di progettare e costruire un trattore articolato di grande potenza (per l’epoca) da offrire sul mercato.

Dopo quasi un anno di prove, nel 1969, il trattore fu pronto. Venne chiamato Big Bud (in onore del suo creatore) HN 250, dove le lettere H e N indicavano Hensler e Nelson e 250 erano i cavalli del motore cummins.

big bud hn 250-.jpg

Nelson, lavorando in officina, conosceva bene le difficoltà di manutenzione di questi mezzi così grossi pertanto progettò l’HN 250 in modo tale da rendere gli interventi di manutenzione più facili e veloci possibile, anche per gli agricoltori stessi. A differenza di tutti gli altri articolati presenti sul mercato il Big Bud usciva di fabbrica con la cabina ribaltabile e il cofano sollevabile (cosa non scontata all’epoca) per rendere più accessibili motore e trasmissione. Sempre per rendere più facili i lavori di officina il motore non era montato direttamente al telaio del trattore ma era fissato ad una “slitta” che a sua volta veniva montata sul telaio principale.

Questa innovazione permetteva, in caso di necessità, di poter estrarre il gruppo motore/frizione dal trattore in meno di due ore.

big bud hn 350 motor.gif  Foto dimostrativa del gruppo motore/frizione dei Big Bud.

 

Serie 1 (1969-1975)

 

Dopo la presentazione agli agricoltori, avvenuta nel 1969, cominciarono ad arrivare i primi ordini. La prima serie di trattori Big Bud si componeva di due modelli:

 

HN 250

 

HN 320

 

Entrambi erano equipaggiati con motori cummins e avevano trasmissioni meccaniche.

big bud hn 250 in consegna.jpg

big bud hn 250 x2.jpg

Nel 1973 avvenne un evento importante per la Big Bud: Wilbur Hensler vendette la sua azienda, la Northern Manufacturing Company, al ventiseienne Ron Harmon.

big bud factory.jpg Foto della Northern Manufacturing Company vista dall'alto.

big bud employees.jpg Foto di gruppo dei dipendenti dell'azienda.

Dopo il cambio di proprietà la gamma venne leggermente rimodernata e vennero aggiunti altri due nuovi modelli:

 

HN 350

 

HN 360

 

Grazie allo spirito imprenditoriale di Harmon l’azienda crebbe di dimensioni e cominciarono le prime esportazioni oltreoceano; in particolare Australia e Sudafrica oltre a una commessa ricevuta per alcuni trattori da esportare in Iran (che vennero verniciati di un particolare colore giallo oro).

big bud kt 450 AgQuip 1976 australia.jpg Foto di un Big Bud alla fiera Ag Quip, in Australia.

big bud hn 350 iran.jpg Due foto storiche dei Big Bud destinati all'esportazione in Iran.

big bud hn350 iran gold.jpg

 

Serie 2 (1976-1978)

 

Dopo tre anni dal passaggio di proprietà la gamma di trattori Big Bud venne rinnovata sotto diversi punti di vista. In campo motoristico oltre al “tradizionale” Cummins vennero offerti anche modelli con motori a V diesel 2 tempi prodotti dalla Detroit Diesel. Come trasmissioni, oltre alle classiche trasmissioni meccaniche Fuller, vennero offerte per la prima volta anche trasmissioni powershift prodotte dalla Twin Disc. Venne presentata la nuova cabina Cruiser Cab, più spaziosa e con maggiore visibilità, e venne introdotto il telaio Terra Torque che permetteva una maggiore articolazione per assecondare le asperità del terreno.

I nuovi modelli presentati erano:

 

KT 450 (con motore Cummins e trasmissione Fuller)

 

KT 525 (con motore Cummins e trasmissione Fuller)

 

8V 400 (con motore Detroit e trasmissione Twin Disc)

 

8V 450 (con motore Detroit e trasmissione Twin Disc)

big bud kt 525_.jpg Big Bud kt 525.

big bud 8v 400.jpg Big Bud 8v 400 nella fabbrica di Havre.

Pur essendo quella che durò meno anni nella storia dell’azienda la serie 2 ebbe una grande importanza. In questo periodo infatti la Big Bud crebbe di dimensioni, consolidò la sua presenza in tutti i principali stati agricoli degli USA (grazie anche a una rete di concessionari) e aumentò le esportazioni, in particolare verso l’Australia.

Inoltre di questa serie fa parte anche il celeberrimo Big Bud 16V-747.

 

Big Bud 16V-747

 

A questo punto della storia è doveroso aprire una parentesi sulla storia di questo modello:

Costruito nel 1977 il 16v-747 fu realizzato su richiesta dei fratelli Elmer e Melvin Rossi (figli di due emigranti italiani) che possedevano una azienda agricola a Bakersfield (California) nella quale coltivavano principalmente cotone.

I fratelli Rossi chiesero a Ron Harmon di realizzare un trattore che fosse in grado di sostituire due cingolati Caterpillar D6 nel lavoro di dissodatura del terreno con grossi ripper. Dopo quasi un anno Ron Harmon e la sua squadra costruirono quello che tuttora è il trattore più grande al mondo.

big bud 16v 747 costruzione1.jpg Big Bud 16v 747 in costruzione.

big bud 747 crew.jpg 

(sopra) il Big Bud 16v 747 appena ultimato con tutti i dipendenti che parteciparono alla sua costruzione.

 

I dati tecnici di questa macchina sono impressionanti:

-Motore Detroit Diesel 16 cilindri a V tarato a 760 cv

-Trasmissione powershift Twin Disc a 6 rapporti avanti e 1 retromarcia

-Impianto idraulico da 246 litri/min

-Capacità serbatoio carburante: 568 litri

-Lunghezza: 8,5 m. Larghezza: 6,35 m. Altezza: 4,3 m.

big bud 16v 747 rossi_ripper.png 

(sopra) Foto storica del trattore al lavoro con il ripper nei campi dell'azienda dei fratelli Rossi, in California. 

I fratelli Rossi utilizzarono il loro trattore per 11 anni, fino al 1989; in quell’anno il 16v venne venduto alla “Willowbrook farm” di Indlantic (Florida). In questa azienda, di proprietà di Jim Satori (nome che ricomparirà più avanti), venivano coltivate principalmente verdure e il Big Bud venne utilizzato anche qui con un grosso ripper fino a metà anni novanta.

 

big bud 16v willowbrook farm.png Big Bud 16v 747 al lavoro in Florida.

big bud 16v transport.png Il trattore smontato e pronto per il trasporto nel 1997.

 

Nel 1997 i fratelli Robert e Randy Willliams di Big Sandy (Montana) comprarono il Big Bud e lo “riportarono a casa”, a meno di un’ora da dove era stato costruito; qui, nella loro azienda, il trattore venne restaurato, portato alla potenza di 900 cv e utilizzato con un coltivatore chisel da 24 metri di larghezza fino al 2009.

big bud 16v 747 restored 900hp.jpg

(sopra) Il Big Bud appena restaurato dai fratelli Williams, presenti nella foto. 

 

In quell’anno il Big Bud venne messo “in pensione” a causa dell’avvento della semina su sodo, che rendeva inutile il passaggio col coltivatore chisel, e dall’impossibilità di cambiare le gomme, costruite su misura, arrivate ormai a fine vita.

Dal 2009 al 2021 il trattore restò in un museo dell’Iowa dove ne venne nuovamente restaurato il motore e portato ad una potenza di 1100 cv.

Nel 2021 i fratelli Williams hanno finalmente sostituito le gomme del Big Bud e lo hanno riportato nella loro azienda per alcune prove dimostrative con il loro coltivatore.

 

 

Serie 3 (1979-1986)

 

Ritornando alla storia della Big Bud, nel 1979 venne presentata e messa in produzione la serie 3. Questa serie fu la più longeva della storia dell’azienda di Havre e coincise con il suo periodo più florido.

In questa serie i modelli andarono a formare una vera e propria gamma che partiva da trattori di potenza relativamente contenuta ed arrivava ai modelli di alta potenza nei quali la Big Bud era specializzata. Le macchine di questa serie avevano motorizzazioni Cummins e Detroit Diesel e venivano fornite di trasmissioni meccaniche Fuller e powershift Twin Disc (che divennero sempre più richieste).

I modelli prodotti erano:

 

320/10

 

360/10

360/30

 

400/20

400/30

 

450/20

450/50

 

525/20

525/50 (modello più venduto in assoluto)

525/84

 

600/50

 

650/50

655

big bud 400-30 x3.png

(sopra) Tre Big Bud 400/30 in una foto degli anni 80.

big bud 525 50 larson tilling.jpg Due Big Bud 525/50.

big bud 525 50.jpg Big Bud 525/50.

big bud 525 50_.jpg Foto storica di un Big Bud 525/50.

big bud 600 50.jpeg Big Bud 600/50.

big bud 360 30 bafus.jpg Big Bud 360/30 verniciato su richiesta per Bob Bafus, agricoltore dell'Oregon.

I modelli /10 e /20 erano quelli dotati di trasmissione Fuller mentre i modelli /30 e /50 erano quelli offerti con trasmissione powershift Twin Disc. I trattori 525/84 e 655 erano dei modelli industriali. Tutti i trattori avevano motori Cummins ad eccezione del 650/50 e del 655 che erano alimentati da un motore 12 cilindri a V Detroit Diesel.

big bud 650 50.jpg Big Bud 650/50 con cabina Cruiser Cab.

big bud 650 50...jpg Big Bud 650/50 con cabina ROPS.

Big bud 65-50.png 

(sopra) Big Bud 650/50 al lavoro nel Colorado con una seminatrice da sodo Yielder.

 

Nel 1983 venne ritirata la cabina Cruiser Cab a causa della mancanza di un telaio di protezione in caso di ribaltamento e venne introdotta una nuova cabina, detta appunto ROPS, che poco differiva dalla precedente se non per il vetro posteriore dritto e appunto la presenza del telaio di protezione interno ai montanti.

 

 

 

Serie 4 (1986-1991)

 

Nel 1986, dopo quasi sette anni di produzione, la serie 3 andò definitivamente in pensione per essere sostituita dalla serie 4. Con questa serie venne ridotto il numero di modelli sulla base dei più richiesti nella serie 3 e venne abbandonata definitivamente l’opzione delle trasmissioni meccaniche Fuller rendendo disponibili solamente trasmissioni powershift (quasi tutte Twin Disc, anche se su alcuni modelli vennero montate trasmissioni Fuji Tech). Venne ampliata l’offerta di motorizzazioni disponibili offrendo motori Cummins, Komatsu, Caterpillar e Deutz. Con la serie 4 venne rinnovato, più esteticamente che sostanzialmente, anche il telaio Terra Torque.

I modelli che costituirono la serie 4 sono:

 

370

 

400

 

440

 

450

 

500

big bud 440.jpg Foto storica di un Big Bud 440 in Ohio. 

big bud 500 airseeder.jpg Big Bud 500 al lavoro nel Montana.

big bud 500_.jpg Big Bud 500. 

big bud 370 bafus.png

(sopra) Big Bud 370 anche questo verniciato su richiesta per Bob Bafus.

 

Inoltre venne prodotto un modello di grandi dimensioni:

 

740

 

Il modello 740 è il secondo trattore più grande al mondo. E’ dotato di un motore komatsu da 740 cv e di una trasmissione powershift Twin Disc a 12 rapporti. Questo trattore venne presentato da Big Bud più per continuare la tradizione degli articolati di grande potenza "tipici" dell’azienda che per vere necessità di mercato, in quanto la domanda di questi modelli con così tanti cavalli si era notevolmente ridotta.

Di Big Bud 740 infatti ne vennero prodotti solamente due:

 

Il primo, prodotto nel 1986, venne acquistato da Jim Satori, proprietario della “Willowbrook farm” di Indlantic, Florida (la stessa che nel 1989 avrebbe comprato anche il Big Bud 16v-747, che lavorò per alcuni anni insieme al 740). Questo 740 venne allestito con ruote doppie e un particolare impianto idraulico con ben otto distributori che serviva per le operazioni con livella e scraper doppi o addirittura tripli. Questo modello venne inoltre dotato di un particolare impianto di filtraggio dell’aria a causa delle condizioni di lavoro molto polverose della Florida.

big bud 740 foto storica.jpg Foto storica del Big Bud 740 al lavoro nei campi della Willowbrook Farm.

big bud 740 willowbrook farm.png

(sopra) Il Big Bud 740 nel piazzale dell'azienda insieme a una trebbia John Deere Titan 7700 e al Big Bud 16v 747, visibile sullo sfondo a sinistra.

big bud 747 e 740 satori farm.jpg Altra foto storica del Big Bud 740 insieme al 16v 747.

big bud 740 cab.png Cabina del primo 740. Da notare le leve per gli 8 distributori.

 

Il secondo 740, prodotto nel 1989, venne ordinato da una colonia utterita dello stato di Washington (la “Warden Hutterian Bretheren”, che esiste tuttora). Le colonie utterite sono delle comunità di anabattisti che si dedicano principalmente all’agricoltura. A differenza delle comunità Amish gli utteriti accettano la “tecnologia” e coltivano la terra con mezzi moderni.

Il Big Bud 740 comprato da questa colonia venne allestito con ruote triple e un impianto idraulico più classico del primo e venne usato dai coloni per la coltivazione delle grandi estensioni dello stato di Washington con erpici chisel e dischiere.

big bud 740 triples.gif Big Bud 740 al lavoro nei terreni della colonia.

big bud 740 utterite colony.jpg

(sopra) Il Big Bud 740 nell'officina della colonia.

 

Oggi entrambi i Big Bud 740 sono stati comprati da Don Collins che possiede una grossa azienda agricola a Bakersfield (California), vicino ai terreni che furono dei fratelli Rossi.

Il primo 740 viene ancora utilizzato saltuariamente per lavori con una grossa livella mentre il secondo 740 è usato con un grosso erpice a dischi.

big bud 740 1st.png

big bud 740 2nd.png

(sopra) Foto dei due Big Bud 740 nell'azienda agricola di Don Collins, in Florida.

 

Nel 1991 la Northern Manufacturing Company smise di produrre i trattori Big Bud.

L’azienda vive tuttoggi sotto il nome di Big Equipment ed è ancora guidata da Ron Harmon. Negli anni è diventata un concessionario di trattori Versatile; inoltre si occupa di fornire assistenza e ricambi per tutti i Big Bud che ancora lavorano e fa anche lavori di restauro e ammodernamento dei Big Bud.

Purtroppo, nella notte della vigilia di natale del 2017 la sede della Big Equipment venne distrutta da un incendio. Nel fuoco vennero distrutti, oltre a sei trattori di cui tre Big Bud, un archivio di progetti, disegni e foto storiche della Big Bud; la figura di Ron Harmon rimane pertanto la memoria vivente di quell’azienda che è diventata leggendaria con i suoi colossi bianchi.

 

 

Una riflessione

Dal 1969 al 1991 vennero prodotti circa 550 trattori Big Bud; un numero elevato si, ma che non aveva niente a che vedere con i numeri fatti da aziende come Steiger o Versatile. Come riuscì quindi la Big Bud a competere con questi marchi? La sua arma vincente fu sicuramente la personalizzazione.

A differenza dei trattori della concorrenza, che erano prodotti in grande serie, i Big Bud erano realizzati con una cura dei dettagli inavvicinabile per aziende di grandi dimensioni e offrivano la possibilità di “customizzare” il proprio trattore in molte parti di esso. Questo permetteva di realizzare macchine cucite su misura per le esigenze del cliente che preferiva quindi il marchio di Havre.

La Big Bud inoltre fu protagonista della “corsa all’alta potenza” insieme a Steiger e Versatile. A differenza di quest’ultime, che presentarono prototipi realizzati più per stupire che per essere usati realmente nei campi (Steiger Big Jack e Versatile Big Roy), Big Bud realizzò un trattore articolato “normale” che venne usato concretamente per molti anni (il 16v-747).

Pur essendo specialista nel personalizzare le proprie macchine, la Big Bud rimase sempre ancorata al suo concetto originario di trattore 4wd: una macchina di alta potenza (a volte altissima), di grandi dimensioni, molto pesante e concepita per il traino puro, quindi senza sollevatore né presa di forza.

Probabilmente proprio questa caratteristica, unita al fatto di essere una “piccola” azienda quindi poco appetibile per eventuali acquisizioni da parte di grandi multinazionali dell’agricoltura, contribuì, complice la crisi agricola di fine anni ottanta e primi anni novanta, ad isolarla e a far si che non riuscisse a tenere il passo con le innovazioni proposte dalle grandi case costruttrici.

 

 

Ringrazio Tiziano che mi ha spiegato come inserire le immagini nel forum.

Se trovate delle imprecisioni correggetemi pure e se serve una "bibliografia" di dove ho preso le informazioni la faccio senza nessun problema.

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Mi sembra di capire che la rincorsa all alta potenza ad un certo punto non paga più.
Numeri, costi, pesi,dimensioni, economie di scala, i conti non tornano.
Tant'è che il grosso del mercato si stabilizza tra i 4 e 500 cv.
Il limite di questi mezzi, fu la loro poca versatilità e il non avere un sollevatore.
Numeri di mercato esigui han fatto sì che non riuscissero ad esportare, e non avessero una fetta di mercato sufficientemente appetibile per essere acquisiti da altri competitors.
È comunque una bella storia, nata in un mondo e mercato nuovo che offriva possibilità e spazi.
Una storia Americana.
Nulla a che vedere con quello odierno, saturo, in ogni tipo di segmento con doppie o triple offerte in alcuni segmenti anche dello stesso brand.


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Ormai questa è una storia "d'altri tempi", ambientata in un'agricoltura fatta da grandi spazi e in fortissimo sviluppo.

La fine di questo "sogno" è arrivata a fine anni 80 con la forte crisi che colpì l'agricoltura statunitense.

Penso che non sia un caso che, proprio in quegli anni, si ebbe il maggior numero di acquisizioni di marchi, fusioni tra case diverse con la nascita di grosse società che possiedono più marchi (i quali 10 o 20 anni prima magari erano "acerrimi nemici"), riassetti produttivi e fallimenti di case che fino ad allora erano andate sempre bene (La Big Bud è appunto una di queste).

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Il 27/2/2022 Alle 17:38, PieroTeam ha scritto:

Ringrazio Tiziano che mi ha spiegato come inserire le immagini nel forum.

Prego!, vedo che ha messo bene a frutto la mia spiegazione.

Interessante leggere la storia un po' travagliata di questo marchio, che conoscevo solo di sfuggita; anche se sostanzialmente gravita molto lontano dai miei interessi o passioni.

Dovrei avere i dati delle omologazioni del Nebraska, ci butto un occhio, così anche per capire i valori effettivi di cavalleria alle ruote e sforzi di trazione.

 

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10 ore fa, Tiziano ha scritto:

Dovrei avere i dati delle omologazioni del Nebraska, ci butto un occhio, così anche per capire i valori effettivi di cavalleria alle ruote e sforzi di 

Interesserebbe molto anche a me vedere un po di dati effettivi su questi mezzi che mi hanno sempre affascinato...

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Ecco ciò che ho trovato: sono ricavati dal volume "Nebraska tractor test since 1920" son gli estratti dei dati principali; ovviamente sono tutti espressi nella misure USA, perciò abbastanza incomprensibili se non tradotti; cosa che feci puntualmente, calcolatrice alla mano per tutte le migliaia di test :aahhhh:, la sera dopocena nei mesi invernali, allora non c'era internet e me la passavo così...

Quello classificato "no test" l'ho ripreso da un altro libro.

 

big bud 525-50.jpg

big bud nh 350.jpg

wagner tr 14 a.jpg

wagner tr9.jpg

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  • 10 mesi dopo...

Secondo me sarà un trattore tipo i "Game"...

Per chi non li conoscesse sono trattori costruiti quasi artigianalmente in Georgia. Macchine senza tanti fronzoli ma con tanta sostanza (tanto ferro, motori cummins e caterpillar e trasmissioni powershift).

Queste macchine hanno avuto successo in mercati come il sudamerica ma anche negli usa si sono ricavate un loro spazio, soprattutto nel settore sbancamenti e movimento terra.

http://www.gameeq.com/equipment/tractors/

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  • 1 mese dopo...

Sicuramente una macchina costruita con criteri ben diversi da tutta la concorrenza...

Io ho letto (sempre nel gruppo "big bud tractors") che molti si pongono la domanda di come e se rispetterà le norme antinquinamento. 

L'argomento è più contorto di quello che sembra perché alcuni dicono che avendo una potenza minore di 750 cv debba avere tutto il discorso di filtri, urea ecc..

Altri dicono che basta un motore di cilindrata superiore ai 18 litri.

Io personalmente non me ne intendo molto di omologazioni (americane ancora meno) quindi lascio la parola a chi ne sa più di me...

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In effetti avendo visto l'assenza di qualsiasi tipo di post trattamento questa domanda me la sono posta pure io.

Forse se lo omologano come esemplare unico possono anche farlo, ma se iniziano a farne una piccola serie, il post trattamento ci vuole per forza almeno per il mercato USA.

Fino a 4 anni fa sopra i 750 cv i motori non dovevano essere emissionati Tier 4, ma dal 2019 anche sopra questa potenza serve l'emissionamento.

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Da quello che vedo però non penso sia la macchina definitiva...

Questo esemplare in particolare penso sia stato montato "in fretta e furia" solo per presentarlo alla fiera e che la  macchina finita si vedrà più avanti.

Si nota infatti che non c'è nessun sistema di post-trattamento dei gas di scarico, sotto al cofano si vede addirittura un collettore che non è collegato a nulla (penso sia quello di aspirazione che probabilmente verrà collegato con un filtro esterno) e comunque le rifiniture sono abbastanza "grezze".

 

 

 

 

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  • 3 settimane dopo...

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