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Mangiano come al solito le industrie di trasformazione e i trasporti...come in tutti i settori!

 

Non sei aggiornato i trasporti in genere di chi sono...... o degli industriali che trasformano oppure dei supermercati... ecco sono i SUPERMERCATI o meglio le catene quelle si che guadagnano... ma infatti continuano ad aprire IPER mica per niente.... una buona fetta della torta la incamerano loro....

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diciamo pure che ormai le catene di grande distribuzione dettano loro le leggi di mercato, tengono tutti per i m....ni.

Nel Mercato del parmigiano reggiano ormai gli iper non si fanno più una scorta in casa, ma ritirano piccole quantità di prodotto in base alle esigenze del momento, mettendo i grossisti in braghe di tela, lascindogli il formaggio nei magazzini a stagionare, con un aumento relativo dei loro costi. Questi ultimi però non ci rimettono, ma a loro volta cominciano a ritardare i ritiri nelle latterie, abbassano il prezzo di acquisto, insomma fanno un pò come gli pare.

Alla fine dell'opera siamo noi che ci rimettiamo!

Cavolo ma vi sembra possibile che un Kg di stracchino costi dipiù di un formaggio che per essere venduto ha bisogno di almeno 18 mesi di stagionatura?

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Giusto oggi mi hanno detto che in certe zone d'italia si è arrivati a 0,22 al litro,può essere?

 

A questo prezzo i vari industriali i meriterebbero davvero un mese di sciopero del latte (non consegnandoglielo)

Funzionerebbe per voi nei confronti dell'opione pubblica? o come al solito tutti se ne fregherebbero?

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A questo prezzo i vari industriali i meriterebbero davvero un mese di sciopero del latte (non consegnandoglielo)

Funzionerebbe per voi nei confronti dell'opione pubblica? o come al solito tutti se ne fregherebbero?

secondo me non servirebbe a niente, anzi favorirebbe ancora di più l'importazione dall'estero, soprattutto est europa

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Concordo con quello espresso da Rico....scioperare vuol dire aumentare l'import dall'estero, con un tornaconto ancora più negativo per gli allevatori.....se allo sciopero magari fosse collegato un blocco pacifico alle frontiere di Camion d'origine dubbia...allora magari lo sforzo potrebbe anche servire...

 

P.S.

 

con blocco niente d'illegale, come la minifestazione che fece tempo fà Coldiretti al Brennero con il blocco ed il censimento di autotreni con Bovini provenienti da regioni extraeuropee....

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  • 1 mese dopo...
qualcuno sa quale sarà il futuro prezzo del latte?

Attualmente è 31.... ma penso che 35 ci arriveremo.... sennò penso che la zootecnia italiana possa chiudere.... anche perchè ti paghi le spese e non puoi far alcun tipo di investimento.....

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Da noi nelle marche parlano di 28 centesimi. Dovreste fare tutti assieme una protesta a livello nazionale, ma vi dovete far sentire, no le solite cose che non valgono niente, purtroppo le nostre associazioni sindacali al posto di fare i nostri interessi fanno i loro. avete visto cosa hanno ottenuto 100 pescatori lo scorso anno con le associazioni che contano ! possibile che gli agricoltori non riescano mai ad ottenere niente siete il 50% della popolazione, qualcosa non funziona.

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Non sei aggiornato i trasporti in genere di chi sono...... o degli industriali che trasformano oppure dei supermercati... ecco sono i SUPERMERCATI o meglio le catene quelle si che guadagnano... ma infatti continuano ad aprire IPER mica per niente.... una buona fetta della torta la incamerano loro....

 

Credo che proprio questo sia il punto della questione. La GDO (grande distribuzione) si intasca una buona fetta di quel che il consumatore finale paga alla cassa del supermercato.

 

Il problema è che al momento la filiera della produzione del latte non ha le capacità organizzative, a mio parere, di unirsi per contrastare questo strapotere delle aziende di distribuzione.

 

A maggio di quest'anno l'azienda per la quale lavoro ha organizzato un forum su queste tematiche, invitando centinaia di allevatori veneti e mettendo attorno allo stesso tavolo GDO, associazioni degli allevatori, mangimisti, consorzi di trasformazione ed istituzioni. Il tutto aveva una dimensione regionale, ovviamente ma considerata l'importanza del Veneto nella produzione lattiero casearia era un evento che avrebbe dovuto suscitare molto interesse e molto rumore.

 

Risultato? Pochissima partecipazione del pubblico. Pochissima eco su giornali e rivisite. Palla al centro e nulla di fatto.

 

Vi sembra normale?

 

In ogni caso parlavo con nostri clienti in vari paesi d'europa e oltre oceano e la situazione non è delle più rosee nemmeno all'estero. Si arrivano a toccare picchi di 16/19 centesimi in alcune zone della Germania Est o delle ex repubbliche sovietiche. Negli USA molti allevamenti stanno svendendo le mandrie o mandandole al macello pur di generare un po' di liquidità.

 

Uno dei pochi paesi che ancora viaggia bene pare sia il Canada dove il prezzo del latte è concordato annualmente (con varie revisioni) dal governo, e si aggira sui 40/45 centesimi.

Modificato da Angelillo
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Credo che proprio questo sia il punto della questione. La GDO (grande distribuzione) si intasca una buona fetta di quel che il consumatore finale paga alla cassa del supermercato.

 

Il problema è che al momento la filiera della produzione del latte non ha le capacità organizzative, a mio parere, di unirsi per contrastare questo strapotere delle aziende di distribuzione.

 

A maggio di quest'anno l'azienda per la quale lavoro ha organizzato un forum su queste tematiche, invitando centinaia di allevatori veneti e mettendo attorno allo stesso tavolo GDO, associazioni degli allevatori, mangimisti, consorzi di trasformazione ed istituzioni. Il tutto aveva una dimensione regionale, ovviamente ma considerata l'importanza del Veneto nella produzione lattiero casearia era un evento che avrebbe dovuto suscitare molto interesse e molto rumore.

 

Risultato? Pochissima partecipazione del pubblico. Pochissima eco su giornali e rivisite. Palla al centro e nulla di fatto.

 

Vi sembra normale?

 

In ogni caso parlavo con nostri clienti in vari paesi d'europa e oltre oceano e la situazione non è delle più rosee nemmeno all'estero. Si arrivano a toccare picchi di 16/19 centesimi in alcune zone della Germania Est o delle ex repubbliche sovietiche. Negli USA molti allevamenti stanno svendendo le mandrie o mandandole al macello pur di generare un po' di liquidità.

 

Uno dei pochi paesi che ancora viaggia bene pare sia il Canada dove il prezzo del latte è concordato annualmente (con varie revisioni) dal governo, e si aggira sui 40/45 centesimi.

 

Confermo quanto detto da albertozordan, al di fuori delle frontiere italiane la situazione non è delle migliori, a questo si aggiunge una estrema mancanza di liquidità da parte di tutti i componenti della filiera (allevatori, industria di trasformazione, mangimifici ecc...).

Nel breve periodo il prezzo dovrebbe stabilizzarsi sui 30-32 centesimi.

Qui la situazione non è catastrofica ma poco ci manca, le aziende faticano a pagare le spese correnti figuriamoci se qualcuno ha fatto investimenti...ogni giorno si sente di qualcuno che salta in aria o di questa o quella stalla che chiude.

 

Oramai i sindacati non fanno testo, buona parte degli iscritti sono agricoltori in pensione e servono solamente a compilare la burocrazia e a spillare soldi inutilmente tanto che moltissime aziende professionali si stanno rivolgendo a professionisti privati.

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Ma guarda Gianpi....che la situazione non sia catastrofica non concordo con tè, dove lavoro io ci pagano il latte 31cent e il costo giornaliero a capo è di 31cent....fai tu se la situazione non è catastrofica....bah

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Ma guarda Gianpi....che la situazione non sia catastrofica non concordo con tè, dove lavoro io ci pagano il latte 31cent e il costo giornaliero a capo è di 31cent....fai tu se la situazione non è catastrofica....bah

 

Considera anche che qui le stalle grosse hanno un numero di capi di 1/10 delle vostre e a quanto pare sono le grosse aziende a saltare...le piccole a conduzione familiare reggono ancora.

Ho visto allevatori piangere perchè non riescono più a pagare il mangime.

 

E' necessario dare uno scossone al mondo agricolo! I sindacati ci danno i contentini organizzando qualche manifestazioncina e poi tutti a casa contenti....

Bisogna insegnare alla gente che siamo NOI a rifornire i supermercati (non i fornitori) che siamo NOI che salvaguardiamo il territorio, siamo NOI i guardiani della cultura agroalimentare italiana.

Non possiamo diventare la valvola di sfogo della crisi, già in passato ne abbiamo digerite troppe.

Non ci pagano? Bene noi non garantiamo più le fornitore.

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Si ma se voi continuate a non fare niente, e ognuno dice tanto ci pensa l'altro, o tanto non ci danno niente, e non vi fate sentire, a casa non vi porta niente nessuno, e poi secondo me siete troppo divisi, possibile che non riuscite a fare tutti insime una cosa in comune, bo io non vi capisco. Guardate i francesi, è un mese che sono sui campi elisi, qualcosa otterranno.

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Io sono sempre dell'idea che il proprio prodotto bisogna trasformarlo e venderlo direttamente ai consumatori, eliminando industrie varie, mediatori, commercianti......

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qui non è raro vedere caseifici e stalle nella stessa azienda........ dire che tra poco chiudono tutti è poco. molti allevatori si son venduti tutto .

vive chi pascola allo stato brado alla vecchia maniera e vende vitelli.

quelli che conosco che vendono il latte.......si lamentano sempre perchè non li pagano.

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quelli che conosco che vendono il latte.......si lamentano sempre perchè non li pagano.

 

Giusto un altro annoso problema...locale ma un problema

 

 

Più che altro allacciandomi al messaggio di Gianpi...concordo, ma la crisi adesso stà intaccando anche i piccoli....nel'anno 2009 nella mia zona hanno chiuso 6 stalle 2 da 200capi media in lattazione....e 6 da 50...insomma quindi non è che i piccoli resisteranno...è un problema globale, all'inizio scoppia chi ha più introito e debiti...poi arrivano gl'altri...

 

Comunque oggi ad Agritre hanno fatto un servizio su Itala (consorzio di filiera sul latte bovino in maremma)....adesso io dico, ma la miseria è impossibile andare a manifestare con seicento consorzi latte in italia....la soluzione ottimale è quella di dire: LATTE ITALIANO....che questo venga prodotto ad Aosta o a Caltanisetta, non siamo mica italiani tutti per la costituzione?????

 

Il problema primario non sono le associazioni, vengono in seconda, ma sono proprio questi innumerevoli consorzi e il discorso di portare avanti la qualità della zona a tutti i costi...mentre in altri stati europei viene valorizzata la produzione nazionale di latte crudo e portato a tutela un prodotto dalla trasformazione....

 

Quindi per concludere, non penso sia sbagliato organizzarsi un unico consorzio nazionale...almeno quando si parte con una manifestazione non si fanno 200 per la coldiretti, 150 per la Cia e 300 per l'Unione...

Pensate solo chi dovrebbe recepire il messaggio cosa ne trae: Ma questi non riescono ad organizzarsi tutti assieme?

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Più che altro allacciandomi al messaggio di Gianpi...concordo, ma la crisi adesso stà intaccando anche i piccoli....nel'anno 2009 nella mia zona hanno chiuso 6 stalle 2 da 200capi media in lattazione....e 6 da 50...insomma quindi non è che i piccoli resisteranno...è un problema globale, all'inizio scoppia chi ha più introito e debiti...poi arrivano gl'altri...

 

E' vero ma di solito i piccoli sono meno esposti rispetto alle grandi aziende quindi reggono meglio...però mettiamo da parte questi discorsi che lasciano il tempo che trovano...il punto è che siamo tutti sulla stessa barca.

 

Il fatto è che l'intero sistema dei consorzi è governato dalle associazioni di categoria e torniamo sempre al punto di partenza.

 

Noi stiamo spingendo in maniera incredibile sulla vendita diretta tanto che nessuno in regione si avvicina alle nostre dimensioni (siamo arrivati al punto da mettere in crisi i piccoli fornitori artigianali dei non derivati dal latte) con 18 spacci attivi e altri 2 di prossima apertura e 45.000 litri di latte alta qualità venduti giornalmente (chiedete all'utente PaoloB)...vi posso dire che non è tutt'ora quel che luccica...certo la vendita diretta dà i suoi risultati ma il sistema deve essere fatto a livello quasi industriale per coprire i costi...chi aveva la latteria in stalla è già finito all'asta...

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  • 5 settimane dopo...
...il punto è che siamo tutti sulla stessa barca....

 

Il fatto è che, è vero che come situazione italiana, siamo tutti sulla stessa barca; infatti io ho una vacca come la tua e tu anche.

Però il discorso qui va oltre la stalla in sè, si parla di più di un sistema di organizzazione tra allevatori; cioè se l'altrenativa alle associazioni di categoria è fondare altre associazioni per dare una speranza...questo sistema è alquanto sbagliato come lo era prima.

Stiamo creando solo confusione all'utilizzatore finale, anche con la vendita diretta, perchè (esempio: io son dell'Unione agricoltori un'altro è nella Coldiretti) pubblicizzando un prodotto con il marchio di una associazione, l'individuo punta aquello e magari non si interessa ad un'altro solo perchè l'associazione non lo mette in tv.

Può sembrare stupido come esempio, ma è la realtà che cioè mi capita tutti i giorni di aver a che fare nella mia vita privata...con persone che di agricoltura non ne sanno, ma che vogliono assaporare i prodotti genuini; però mi vengono a dire:Il latte della Coldiretti è migliore degl'altri perchè viene reclamizzato, e poi se lo dice Coldiretti che è l'associazione più grossa....

Poi rispondo, Ma guarda che quel produttore li l'anno scorso era associato ad un'altro ente....e quindi?...

Abbiamo portato la gente fuori dagli ipermercati,bene, adesso facciamoli capire che siamo uniti e che l'associazione è solo a livello burocratico...e non è lei a far la qualità...

Tutto questo è per dire che nel 2010 dobbiamo avere la stessa lunghezza d'onda noi allevatori, anche se si è di associazioni differenti, solo allora possiamo avere un peso sul mercato del prezzo del latte...

 

E poi non ultimo problema, è che siamo sulla stessa barca, però con posizioni di legalità differenti...non capisco per esempio chi sosteneva che entrare in europa era una buona soluzione, siamo entrati e la comunità ha imposto dei viincoli però chi soteneva la causa poi si è messo ad inserire la retromarcia e andare contro non pagando quello che richiesto...mentre altri lo han fatto, però adesso non hanno risalto perchè si parla d'Italia a Bruxell non di Basa o Pinco Pallino...

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  • 4 mesi dopo...

...Magari si rischiasse solo il posto di lavoro...si rischia lavoro, casa, famiglia, podere, macchinari, protesti, esecuzioni e pignoramenti per trovarsi a pagare rate di prestiti di debiti arretrati tutta la vita ed oltre...

 

Scusate era una risposta ad uno dei primi post...Puntoluce ci sei? qui tutto ok? Dico così perchè avete scritto dei post caustici sulla disorganizzazione del ns mondo di produttori agricoli e sull'incapacità degli stessi di agire diversamente da quanto ordina l'organizzazione del momento e sono stato censurato. Verissimo che scioperando la consegna dei prodotti i trasformatori cambiano fornitore e se si trovano bene col nuovo non tornano indietro...ma siamo noi produttori che dobbiamo ri-appropriarci della rete distributiva: o facendolo in proprio per le aziende più grandi o nelle assemblee dei vari consorzi-coop-etc per tornare a manovrare un giorno le leve di comando, non lasciandole nelle mani del solito ragioniere che nel costi-ricavi considera il latte solo un costo da diminuire e non un prodotto da remunerare.

Modificato da puntoluce
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non è facile fare queste organizzazioni.

la cosa che mi fa incazzare è che poi sul giornale locale scrivono che è in aumento il prezzo del riso, però non specificano che il prezzo del risone che viene pagato a noi si è dimezzato, come anche il latte. se riesco mi piacerebbe scrivere una lettera a questo giornale, per far capire anche alla gente che anche noi non siamo messi bene e sono gli industriali che speculano e si riempiono le tasche di soldi...

Modificato da rico 91
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il concetto che è passato negli ultimi 10 anni è semplice: a sti caz...i di contadini deve andare bene tutto ciò che noi industriali-cooperative-commercianti-grossisti-mediatori facciamo perchè tanto loro hanno la PAC ed i contributi europei esentasse...ma mentre loro facevano business e capannoni e stabilimenti e contratti con l'estero nuovi noi STUPIDI (mi ci metto pure io) ingrassavamo i proprietari dei mezzi di produzione (terra e produttori sementi e fitofarmaci) facendo a gara a chi offriva più per l'affitto o per un litro di diserbante all'ultima moda o per un quintale di concime hi-tech che prometteva senza mantenere...Abbiamo perso la ragione spendendo a cavolo i NOSTRI contributi riversandolo sugli altri anelli della filiera...Adesso che hanno il nostro guinzaglio ben stretto ci fanno saltare come bestie ammaestrate...

 

ci fanno correre a perdifiato nella speranza di ridurre i costi per poter vendere ad ancora meno...in un mercato normale fatti 10 i costi di produzione non si lavora a meno di 12-13 per avere un minimo di guadagno prima delle tasse...

Modificato da puntoluce
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