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Condizionalità Rafforzata: BCAA6, come la gestirete?


DjRudy

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57 minuti fa, PGS 35 ha scritto:

semplicemente chi ha i terreni vocati per le cover lo farà, come è giusto che sia... chi invece per territorio o struttura aziendale non vuole aderire non aderirà.

Non è una misura che si presta a tutti, bisogna essere sinceri perché si fa presto a parlare da uno dei territori italiani più vocati per fare agricoltura (e si lo so che c'è l'argilla anche a Ravenna).

Però l'Italia non è tutta pianura, e non tutti hanno acqua per irrigare. Mi piacerebbe vedere un girasole a 200/300 slm dopo una bella cover di senape o Favino seminato ad aprile in un terreno al 40% di argilla e 40% di limo cosa combina... su sodo o sul discato che sia, perché tanto o viene un porcaio porcaio perché bagnata o come quest'anno la cover si è bevuta tutta l'acqua disponibile lasciando il girasole già senza riserva idrica prima di partire.

 Sinceramente poi tutto questo sfruttare non lo percepisco e anzi non lo percepisco nemmeno al passato, parlando con chi faceva agricoltura negli anni 90.

Anzi dirò di più, una volta tante pratiche agronomiche erano gestite meglio: diserbi, concimazioni.

Non si può cucire un vestito per tutti e aggiungo... perché in questa società così evoluta basata sul consumismo come elettrodomestici non più riparabili, vestiario usa e getta etc etc i maggiori inquinatori/distruttori sono gli agricoltori?!

Sono un agronomo a cui piace guidare i trattori e sporcarsi le mani, quindi ho il difetto a differenza di certi colleghi (che si divertono a scrivere articoli su internet sovvenzionati dai produttori di macchine) di trovare anche il limite di applicabilità alla teoria e non essere solo filosofo. Il primo obbiettivo di un impresa è fare guadagno, se gli agricoltori devono svolgere anche un ruolo di salvaguardia ambientale e giusto pagare quella mansione con soldi veri, non un contentino specchietto per le allodole, perché certe pratiche sono più complicate e rischiose di altre.

 

36 minuti fa, Gianni il Folle ha scritto:

Concordo in toto. Troppo facile definire regole a tavolino, uguali per tutti e valide in qualsiasi situazione. Gli agricoltori non sono cretini, dove si può attuare una cover crop coi relativi benefici, lo fanno. Dove si possono diminuire le concimazioni e i fitofarmaci, sono i primi a farlo. Non c'è bisogno che qualche agronomo (molte volte, come scrivi tu, sovvenzionato o cmq con un secondo fine...) indichi la strada da seguire, sappiamo bene rischi e vantaggi, facciamo prove pluriennali direttamente sul nostro areale quindi qualcosa di più specifico non esiste.

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Purtroppo le BCAA sono condizioni necessarie per aderire alla pac, non sono a scelta come gli ecoschemi. Per aderire alla pac vanno rispettate, non c'è possibilità di scelta. E concordo che è una cazzata.... è lo stesso discorso che facevo nell'altra discussione (pac2023-2028) quando parlavo della BCAA7 e quindi obbligo alla rotazione 

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Tranquilli come dice qualcuno siete solo dei poveri aratori ignoranti, basta comprare CLC e Qualidisc vedrete che farete 200 q/ha di granella secca con il mais che si semina praticamente da solo, altro che inerbimento di 60 giorni.

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A mio modesto parere si troverà una soluzione con i decreti attuativi.....
Perché attualmente è chiesto copertura del terreno.
Penso sia risaputo da tutti i più "studiati" che i terreni pesanti si sporcano poco
Dunque anche se non si lavora la terra per 60 giorni non verrebbe mai coperta.

Dunque cosa si è obbligati a fare cover?

Qualcuno sa cosa vuol dire fare cover in terra pesante?.......

Ma soprattutto.
1/3 di territorio italiano costretto a seminare cover.....
Manco si troverebbe il materiale...

Chi ha scritto sta regola mi sa che non era molto presente mentalmente.....



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Se è vero quello che scrive confagricoltura sul giornalino, si potranno comunque fare lavorazioni che non interrano i residui (ed è quello che spero sinceramente)44b331e86c8b4a248fd8f8dd3ef25064.jpg

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Come più o meno tutti coloro scrivono leggi in italia
Si ma non ci si deve stupire.


Perché ci sono tanti tecnici che sembra che non ne capiscano tanto di più.

Sembra che abbiano sempre come esempio il proprio orto.....

Ma agricoltura Italiana è un attimo più complessa.....


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Purtroppo le BCAA sono condizioni necessarie per aderire alla pac, non sono a scelta come gli ecoschemi. Per aderire alla pac vanno rispettate, non c'è possibilità di scelta. E concordo che è una cazzata.... è lo stesso discorso che facevo nell'altra discussione (pac2023-2028) quando parlavo della BCAA7 e quindi obbligo alla rotazione 
Certo, infatti il mio discorso è generale. Oltretutto manca un filo logico , un comun denominatore tra una politica agricola e l'altra. Si passa da una cosa altra senza remore, l'importante è tagliare i soldi e poi si vedrà. E il problema è che non c'è nemmeno la possibilità di uscirne.

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Se è vero quello che scrive confagricoltura sul giornalino, si potranno comunque fare lavorazioni che non interrano i residui (ed è quello che spero sinceramente)44b331e86c8b4a248fd8f8dd3ef25064.jpg

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Ok, ma significa che la puoi passare con un arieggiatore, non molto altro.
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Ok, ma significa che la puoi passare con un arieggiatore, non molto altro.
Da come è scritto pare di sì.
Se fosse concesso interrare i residui solo parzialmente sarebbe un ottima cosa, almeno nei terreni dove è difficile fare una cover.
Ma non sono troppo ottimista.

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Io mi sbaglierò ma.... questa BCAA6 mi pare tanto simile alla vecchia "BCAA 4 - copertura minima del suolo" della programmazione scorsa che prevedeva quanto di seguito riportato, per la regione Marche:

"Ambito di applicazione: per l'impegno di cui alla lettera a): superfici agricole a seminativo non più utilizzate a fini produttivi di cui all'articolo 3, comma 4, lettera b)
-per l'impegno di cui alla lettera b): tutte le superfici agricole di cui all'articolo 3, comma 4, lettera d), con l'esclusione delle superfici non più utilizzate a fini produttivi di cui all'articolo 3, comma 4, lettera b).
Descrizione della norma e degli impegni Al fine di assicurare la copertura minima del suolo, prevenendo fenomeni erosivi, le superfici agricole sono soggette ai seguenti impegni: a) per le superfici a seminativo che non sono più utilizzate a fini produttivi e che manifestano
fenomeni erosivi evidenziabili dalla presenza di incisioni diffuse (rigagnoli) in assenza di sistemazioni, assicurare la presenza di una copertura vegetale, naturale o seminata, durante tutto l'anno;
b) per tutti i terreni che manifestano fenomeni erosivi evidenziabili dalla presenza di incisioni diffuse (rigagnoli) in assenza di sistemazioni, ovvero fenomeni di soliflusso: -assicurare la copertura vegetale per almeno 90 giorni consecutivi nell'intervallo di tempo
compreso tra il 15 settembre e il 15 maggio successivo; -o, in alternativa, adottare tecniche per la protezione del suolo (come ad esempio la discissura
o la ripuntatura in luogo dell'ordinaria aratura, lasciare i residui colturali, ecc.).
Intervento della Regione A nonna dell'art. 23 comma 1 del DM n. 1867 del 18/01/2018, in riferimento all'impegno a), vige l'obbligo di assicurare la presenza di una copertura vegetale, naturale o seminata, durante tutto l'anno per le superfici a seminativo che non sono più utilizzate a fini produttivi e che manifestano fenomeni erosivi evidenziabili dalla presenza di incisioni diffuse (rigagnoli) in assenza di sistemazioni. In riferimento all'impegno b), si deve assicurare una copertura vegetale, o, in alternativa, l'adozione di tecniche per la protezione del suolo (come ad esempio la discissura o la ripuntatura in luogo dell'ordinaria aratura, lasciare i residui colturali, ecc.) nell'intervallo di tempo compreso tra il 15 novembre e il 15 febbraio, per tutti i terreni che manifestano fenomeni erosivi evidenziabili dalla presenza di incisioni diffuse (rigagnoli) in assenza di sistemazioni, ovvero fenomeni di soliflusso. In ogni caso, per tutti i terreni di cui sopra, vige il divieto di lavorazioni di affinamento del terreno per 90 giorni consecutivi a partire dal 15 novembre.
Deroghe
Per l'impegno di cui alla lettera a), sono ammesse le seguenti deroghe: la pratica del sovescio, in presenza di specie da sovescio o piante biocide; per terreni interessati da interventi di ripristino di habitat e biotopi; nel caso di colture a perdere per la fauna, lettera c) articolo 1 del Decreto ministeriale del 7 marzo 2002; nel caso in cui le lavorazioni siano funzionali all'esecuzione di interventi di miglioramento fondiario;nel caso di lavorazioni del terreno eseguite allo scopo di ottenere una produzione agricola nella successiva annata agraria, comunque da effettuarsi non prima del 15 luglio dell'annata agraria precedente all'entrata in produzione; a partire dal 15 marzo dell'armata agraria precedente a quella di semina di una coltura autunno-vernina, per la pratica del maggese, laddove essa rappresenti una tecnica di aridocoltura, giustificabile sulla base del clima caldo-arido e della tessitura del terreno, come indicato nei provvedimenti regionali. Sono ammesse al massimo due lavorazioni del terreno nel periodo compreso tra il 15 marzo e il 15 luglio di detta armata agraria.
Per l'impegno di cui alla lettera b) per le superfici oggetto di domanda di estirpazione e/o reimpianto di vigneti, ai sensi del regolamento (UE) 1308/2013, sono ammesse le lavorazioni funzionali all' esecuzione dell ' intervento".

 

Forse fino al 2022 in parecchi sapevano soltanto che le BCAA erano integratori alimentari.

Per quanto riguarda le covercrop e sovescio io sono il primo a sperimentare e ad essere d'accordo sulla loro funzionalità, ma quando d'inverno piove e ad aprile bisogna seminare quelle belle colline argillose di girasole (o altro) vi ci porterei, sia ai colletti bianchi che scrivono le norme, sia ai colletti a quadretti.

Adè vò a dormì che è tardi, ma se ho tempo in settimana approfondiamo. 

P.S.: non iniziate a brontolare come sempre, che la PAC l'hanno scritta come minimo 2 anni fa e se vogliamo fare qualcosa, piuttosto di lamentarci della PAC ormai in atto, iniziamo a tessere per la prossima.

 

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Non ho ancora capito se queste norme sono valide in tutta italia o proprio in tutta europa. Perchè verrebbe fatta? Cioè normalmente si andrebbe a cercare di migliorare una certa situazione ma non capisco quale. Se uno coltiva si può ragionevolente pensare che al 15 maggio abbia seminato una coltura principle . Mettiamo mais o soia che va sotto tardi. Prepari il terreno presto e poi? Copertura naturale ? E se non cresce nulla? Devi per forza seminare ? E poi per la coltura ? Ri-lavori il terreno ? Se semini presto la coltura ti soddisfa questa condizionalità? Il discorso cover per me lo si può fare purchè funzioni però. Cioè se io ho un clima che mi permette di fare cover ok ma se non piove ? Perchè da me erba spontanea ne nasce , se piove, ma a volte anche no e se non piove seminare ed irrigare per coprire il terreno mi suona assurdo. Cioè SE c'è un modo di fare errato nelle nostre pratiche agronomiche lo si corregge però un obbligo privo di senso è da evitare. Inoltre andrebbe applicata su tutta la superficie?

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Allora.....qui si parla di controllo delle lavorazioni, inerbimento spontaneo, residui coltura precedente non interrati, quindi, se passo ripper in estate senza togliere la paglia, estirpatura primi di ottobre e vibro a gennaio lasciando quindi l'erba spontanea che nel frattempo nasce, dovrei essere in regola. O no!
Anche a me piacerebbe fare una cover ma se copro il terreno argilloso che abbiamo qui e in primavera piove il terreno non si asciuga più per poter seminare.

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La regola parte dal 15 settembre 2023, quindi avremo decreti attuativi con le regole scritte meglio, forse il 14 settembre 2023, conoscendo la burocrazia Italiana...

Non ci resta che aspettare, per capire ad esempio se le lavorazioni proposte da Roberto69 vanno bene oppure no.

 

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Tanto per chiarire, Se ho ben compreso, visto che ho letto molti interventi dove si fa riferimento al divieto di asportare i residui colturali dal campo, e quindi come conseguenza il divieto di raccogliere la paglia, in realtà per residui colturali, ad esempio nel caso di grano, si intendono le stoppie, non la paglia....

Cito testualmente dal decreto del 23/12/2022 Art. 20 paragrafo 1) lettera c) a pagina 32(quello inerente ecoschema 4-avvicendamento: "....c) l’interramento dei residui di tutte le colture in avvicendamento, fatta eccezione per le aziende zootecniche. I residui colturali sono materiali che permangono in campo dopo la raccolta (ad esempio le stoppie) e non è residuo la parte asportata insieme alle cariossidi (ad esempio paglia del grano, tutoli del mais)......"

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Testo completo sulla BCAA6:

La norma, già presente nell’impianto della condizionalità nella programmazione 2021-2022, è stata allineata alle indicazioni della Commissione al fine di potenziarne gli effetti ambientali. In particolare, l’obiettivo è passato dalla necessità di contrastare l’erosione del suolo all’obiettivo, più proprio, di mantenere inalterata la fertilità del suolo (evitando o limitando i fenomeni di lisciviazione, erosione e riduzione del contenuto in sostanza organica).

A tal fine, in base alla presente norma, i beneficiari devono assicurare che i seminativi e le colture permanenti abbiano una copertura del terreno (sia di tipo vegetale, spontanea o seminata, che tramite il mantenimento sul terreno dei residui colturali della coltura precedente) per 60 giorni consecutivi. Tale arco temporale, che decorre nell’intervallo di maggiore piovosità (15 settembre e 15 maggio successivo), si ritiene essere un periodo congruo dal punto di vista agronomico per assicurare un efficace contrasto dei fenomeni di lisciviazione ed erosione del suolo che possano comprometterne la capacità di mantenimento dei livelli di fertilità.

Il campo di applicazione della norma è, quindi, limitato alle superfici dove effettivamente esiste un concreto rischio di perdita della sostanza organica.

 

Al fine della protezione dei suoli nei periodi più sensibili, per evitare o limitare fenomeni di lisciviazione, erosione e riduzione del contenuto in sostanza organica, la norma prevede di assicurare la copertura vegetale dei terreni agricoli. Il periodo sensibile all’interno del quale è necessario rispettare gli impegni relativi alla presente norma è stabilito in funzione dei seguenti elementi:

• periodo successivo alla raccolta della coltura principale;

• periodo con la massima piovosità.

A livello nazionale, l’intervallo di copertura è di 60 giorni consecutivi all’interno del periodo di impegno che va dal 15 settembre al 15 maggio, adattabile a livello regionale in funzione dell’ordinamento colturale prevalente e della piovosità.

Al fine di assicurare che i terreni oggetto della norma abbiano una copertura vegetale nel periodo più sensibile, i beneficiari hanno l’obbligo di mettere in atto almeno una tra le seguenti pratiche:

1. mantenere la copertura vegetale, naturale (inerbimento spontaneo) o seminata, per 60 giorni consecutivi nell’intervallo di tempo compreso tra il 15 settembre e il 15 maggio successivo;

2. lasciare in campo i residui della coltura precedente per 60 giorni consecutivi nel periodo di cui al punto 1, fatte salve l’esecuzione delle fasce tagliafuoco.

Per inerbimento spontaneo si intende l’assenza di lavorazioni che compromettano la copertura vegetale del terreno agricolo per il periodo definito. In funzione dell’andamento climatico ordinario, il grado di copertura vegetale di cui alla presente norma può presentarsi anche non continuo e non omogeneo.

Ai fini del rispetto della presente norma, sono ammesse lavorazioni che non interrompano la copertura vegetale del terreno o che lascino sul terreno i residui della coltura precedente (per esempio discissura, rippatura, iniezione o distribuzione degli effluenti non palabili con tecniche basso emissive).

Le Regioni e Province autonome specificano con propri provvedimenti, in base alle condizioni locali:

• l’individuazione del periodo in cui deve essere garantita la copertura del suolo per 60 giorni consecutivi, all’interno comunque dell’intervallo temporale 15 settembre - 15 maggio successivo, in funzione dell’ordinamento colturale prevalente e/o dell’andamento storico della piovosità e/o delle caratteristiche pedologiche e di pendenza dei suoli.

Deroghe:

Sono ammesse le seguenti deroghe al rispetto dell’intervallo minimo di copertura:

1. nei casi di condizioni climatiche anomale, dichiarate dalle Autorità competenti, che impediscano la possibilità di semina e/o lavorazioni del terreno;

2. per terreni interessati da interventi di ripristino di habitat e biotopi che prevedano la necessità di mantenere il terreno nudo all’interno del periodo di impegno. Tale necessità deve essere certificata dall’Ente competente a livello territoriale;

3. nel caso di semina di colture a perdere per la fauna, lettera c) articolo 1 del Decreto ministeriale del 7 marzo 2002 o comunque nella programmazione regionale di settore;

4. nel caso in cui le lavorazioni siano funzionali all’esecuzione di interventi di miglioramento fondiario. La funzionalità deve essere certificata dal progetto di esecuzione del progetto di miglioramento, approvato dall’autorità competente;

5. a partire dal 1 marzo dell’annata agraria precedente a quella di semina di una coltura autunno-vernina, per la pratica del maggese, laddove essa rappresenti una tecnica di aridocoltura, giustificabile sulla base del clima caldo-arido e della tessitura del terreno, secondo quanto stabilito dalle Regioni e Province autonome. Sono ammesse al massimo due lavorazioni del terreno nel periodo compreso tra il 1 marzo e il 30 giugno di detta annata agraria;

6. presenza di motivazioni di ordine fitosanitario riconosciute dalle autorità competenti (valgono le condizioni descritte nella BCAA 3);

7. nel caso di colture sommerse, come il riso[1].

 

N.B. confermo che ancora devono fare i decreti attuativi di questa BCAA 6 la quale entrerà in vigore da settembre 2023, quindi attendiamo i decreti per capire cosa e se cambieranno qualcosa.

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Che poi chi ha la possibilità è ovviamente buono e giusto che faccia cover (come da VG che diceva che sono abituati a preparare e seminare nel giro di pochi giorni). Però non puoi fare una cosa unica per tutta l'Italia che l'agronomia cambia nel giro di 10 km (o anche meno), da me non è pensabile non esporre i terreni al gelo e agli agenti atmosferici in inverno per assicurare una buona semina. Ma chi ha scritto le regole almeno lo sa come è fatto un terreno?

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Ma diciamo pure che ormai l'agricoltura si sta burocratizzando in una maniera tale che ormai la parte principale del nostro lavoro non sarà più cosa semino? Quando? Come? Piove? Aspetto? Vendo? Compro? Ecc... ecc.... ma sarà dedicata a rispettare e controllare che tutta la parte burocratica sia in regola e che tutto vada bene. E non bene come intendiamo noi ma bene da normativa. Tra obblighi, divieti registri normative ormai è una giungla. Ogni cosa ha mille altre condizioni da rispettare ancora più assurde. Quando ho aderito al psr della minima lavorazione per esempio mi hanno girato 184 pagine di normativa con tutte le astrosità più assurde dalla profondità di rincalzatura del mais (che ovviamente faccio misurare al geometra comunale ogni passata per essere in regola 🤦‍♂️) alla compilazione di un registro delle lavorazioni in cui mi chiede anche tutti i trattamenti di cui però un registro esiste già quindi due volte lo stesso lavoro. Con l'allevamento ovviamente la burocrazia e normative aumentano esponenzialmente eh....Mi sa che nei prossimi anni una voce da aggiungere alle spese in bilancio sarà quella di una segretaria fissa pagata coi lauti compensi pac... 🤦‍♂️

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2 ore fa, Niky199 ha scritto:

Ma chi ha scritto le regole almeno lo sa come è fatto un terreno?

No, non sanno nulla. Gia nella mia campagna, tra le due estremità, 500 metri, mentre da un lato, esempio, si può gia seminare, dall'altra vai giù fino a metà ruota.

1 ora fa, #VG# ha scritto:

ormai l'agricoltura si sta burocratizzando in una maniera tale

Eh!, ma noi dobbiamo "produrre" documenti..... :tickedoff:

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