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Caterpillar Challenger 65 e non solo: le origini dei trattori "track"


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Le origini dei trattori "track": Caterpillar Challenger 65, ma non solo

 

Premessa

I cingolati convenzionali in ferro sono stati, soprattutto in Italia, protagonisti per lungo tempo nell’utilizzo a “campo aperto”. L’elevata capacità di trazione a parità di potenza e di peso rispetto alle macchine gommate senza dimenticare la maggior maneggevolezza e stabilità sono state forse le principalì peculiarità alla base del successo di queste macchine dall’immediato secondo dopoguerra fino agli anni ’80. Ricordiamo infatti come trattori a cingoli con 60 – 70 cavalli ed un rapporto peso/potenza pari a 70 – 80 kg/cv (Fiat 70C o Caterpillar D4) riuscivano agevolmente a svolgere arature difficili per trattori gommati con 30 o 40 cavalli in più…

A testimoniare l’importanza strategica rivestita all'epoca dai cingolati basta citare il rango dei costruttori che si spartivano il mercato negli anni 50 e 60: in Amercia Caterpillar, International Harvester, Allis Chalmers, John Deere (solo sulle piccole potenze), in Europa Fiat, Marshall ed altri minori. In Italia (in Romagna soprattutto) i particolari terreni fortemente argillosi potevano per la prima volta venire arati in profondità e di conseguenza coltivati con profitto grazie a queste prodigiose macchine cingolate. L’innalzamento delle potenze unitamente all’evoluzione delle macchine gommate resero le grosse macchine cingolate sempre meno competitive, dapprima negli Stati Uniti e successivamente anche in Europa. Alla fine degli anni ’60 solo Caterpillar sopravviveva come unico grosso costruttore americano di trattori cingolati con specifiche agricole.

I motivi del declino dei grossi cingolati a favore dei trattori gommati si possono così riassumere:

 

- A) Minori velocità operative

- B) Maggiori potenzialità di trazione raggiunte dai gommati grazie anche all’adozione della trazione anteriore. Negli States ricordiamo la grande diffusione raggiunta dai grossi articolati

- C) Minore velocità e facilità di trasferimento

- D) Minore adattabilità all’utilizzo con attrezzature portate e mosse da pto

- E) Minori costi di gestione

 

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Era davvero finita l’era dei grossi cingolati agricoli ? A metà degli anni ’80 gli unici costruttori di rilievo che ancora sembrano credere in questo prodotto sembrano essere Fiat (che arrivò fino alla soglia del 2000 col modello 160-55) e, soprattutto, Caterpillar che nel 1986 esordisce col modello AG6,

 

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che, sebbene non raggiunse commercialmente un successo degno di nota, ha in sé i tratti somatici fondamentali dai quali deriverà una serie di macchine destinata a lasciare traccia e, soprattutto, significò una cosa molto importante: una Casa del del rango di Caterpillar decide di spingere ed investire, credendoci fortemente, sul "brand" agricoltura sviluppando un prodotto specifico senza semplicisticamente riconvertire macchine industriali come accadeva con i D6D che pure ottennero una certo successo. Non a caso il modello AG6 derivava direttamente proprio dal modello D6D VHP, al quale, sul classico carro con cingoli in ferro, era “cucito” addosso una cofanatura con un design decisamente più gradevole e moderno, una moderna cabina di guida finalmente con una visibilità adeguata ad un utilizzo agricolo.

Caterpillar aveva quindi deciso di creare una dicotomia nella produzione di macchine cingolate: la branca industriale (construction) con i mitici dozer a cingolatura triangolare e la branca agricola con un back ground del tutto indipendente rispetto alla storica matrice comune.

Tanto forte fu la determinazione di investire sulla branca agricola che parallelamente a quello delle macchine track, venne portato avanti lo sviluppo di macchine Caterpillar gommate articolate sperimentali.

 

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Venne perciò presa in esame anche l'ipotesi di scendere in campo con trattori agricoli articolati (magari avvalendosi dell'esperienza della Rome che già produceva trattori articolati su meccanica Cat) giocandosi il mercato agricolo al pari dei grandi storici competitori, in definitiva gli stessi del settore "construction", cioè John Deere, CaseIH, New Holland.

Questa ipotesi venne presto scartata per optare per una scelta coraggiosa e coerente di restare nel settore agricolo con macchine cingolate rivoluzionarie, differenziandosi radicalmente dalle proposte dei grandi competitori.

 

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sopra una carrellata di alcuni bellissimi prototipi che anticiparono la produzione del primo trattore cingolato Challenger. Il più importante tra questi è stato quello soprannominato "Bat Track" (il secondo da sinistra), verniciato in rosso per impedirne un immediato riconoscimento da parte dei curiosi durante i test. Su questa macchina furono maturate le esperienze più importanti dalle quali scaturì la versione definitiva del Challenger.

 

 

IL PRIMO STORICO TRATTORE “TRACK” : IL CATERPILLAR Challenger 65

 

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Se una casa “leader” come Caterpillar decide di continuare a sviluppare macchine agricole cingolate, appare evidente che erano state considerate buone la loro possibilità di diffusione anche per un mercato difficile ed esigente come quello statunitense, tant’è che già l’anno successivo al lancio del modello AG6, sfruttando la genialità del modulo MOBIL TRACK (brevettato dalla Caterpillar stessa per l’esercito USA per il trasporto di pesantissime testate nucleari) viene presentato il modello Challenger 65, 14 tonnellate, 270 cv, cambio powershift e velocità massima 30 km/h. Quando sembrava che il cingolato agricolo fosse sul viale del tramonto, questa macchina arriva a sconvolgerne i canoni introducendo standard prestazionali ignorati fino ad allora. Se andiamo ad analizzare le negatività delle macchine cingolate rispetto ai gommati precedentemente evidenziate, vediamo come questo nuovo tipo di trattore cingolato risolva in modo radicale i punti A, B, C, D, E senza per questo rinunciare ai vantaggi che da sempre hanno caratterizzato i cingolati rispetto ai gommati, cioè maggior trazione parità di potenza e peso unitamente ad un minor calpestamento del terreno grazie ad un’impronta a terra nettamente superiore ai trattori gommati pur provvisti di gemella tura, con un’impatto agronomico nettamente favorevole. Il Challenger 65 tradisce palesemente la diretta discendenza dal predecessore AG6 nelle linee, nella motorizzazione, ma la differenza sostanziale sta appunto nel modulo di trazione con i cingoli in gomma ai quali, a differenza del cingolo tradizionale, la trazione viene trasmessa non tramite ingranaggio, ma grazie all’attrito impresso alla ruota di trazione da un evoluto sistema idraulico di tensionamento del nastro stesso, la cui aderenza al terreno è garantita da due coppie di ruotini basculanti posizionati tra il rullo di trazione posteriore ed il rullo tendi cingolo anteriore di uguale diametro e ben 2690 mm di interasse. La larghezza del nastro di 622 mm garantisce un impronta a terra di ben 3,3 mq con una pressione media esercitata al suolo di soli 400gr/cmq, valori assolutamente irraggiungibili da qualsiasi altro trattore gommato di potenza anche molto inferiore.

 

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Dagli stabilimenti Caterpillar di Dekalb, Illinois (USA) uscirono dal 1987 al 2001 i modelli Challenger caratterizzati dall'adozione del modulo MOBIL TRACK con la ruota di trazione e la ruota tendi cingolo di ugual diametro :

 

- 1987 – 1990 Challenger 65

- 1990 – 1992 Challenger 75

- 1991 – 1993 Challenger 65 B

- 1993 – 1998 Challenger 65 C e 75C

- 1996 – 1998 Challenger 65 D, 75D e 85D

- 1998 – 2001 Challenger 65 E, 75E, 85E e 95E

 

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t40295_0-cat-a80-tratt-4.jpgt40298_65b.jpgt40299_65-75c.jpgt40301_c5-1.jpgt40309_chall95m.jpg

 

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Questi trattori per dimensione, potenza e, soprattutto, "target" commerciale, furono concepite su specifiche prettamente americane, vale a dire indicate per dimensioni aziendali particolarmente grandi, vocate all'utilizzo di grandi attrezzi trainati con larghezze di lavoro importanti. In sintesi, la gamma Challenger a partire dal primo 75 al 95E andarono a ritagliarsi una fetta di mercato a scapito dei grossi trattori americani articolati, (John Deere, Steiger-Case, New Holland-Versatile) dei quali però riflettevano la scarsa propensione all'utilizzo di attrezzature portate o mosse dalla pto.

L'assenza di un sollevatore degno di tal nome, unitamente ad una "taglia" non proprio ridotta, pregiudicano la diffusione dei Challenger verso un'agricoltura di dimensioni aziendali più piccole e, soprattutto, verso il ricco mercato europeo nonostante il miglior rapporto dimensioni/peso/potenza e la miglior maneggevolezza rispetto agli articolati li rendessoro potenzialmente interessanti anche per questo tipo di realtà.

Queste considerazioni portano il management Caterpillar a promovere, contestualmente allo sviluppo della serie originale Challenger 65 e simili, la ricerca per la messa in produzione di nuove rivoluzionarie macchine "track": i Caterpillar (Claas per l'Europa) serie 35-45-55.

Modificato da Andrea terratech
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come anche tu ai pubblicato una foto, il challenger era disponibile sia in colorazione giallo cat, appunto di questa marca, che in coloraziona class...un mio amico ha un challenger class che usa con livellatrice laser e altri lavori di "grosso calibro", ma ha la ruota di trazione cingolo di diametro maggiore di quella davanti, quindi mi chiedo..perchè all'inizio il challenger era cat, poi class (sempre con motore cat però) e poi di nuovo cat???:cheazz:

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come anche tu ai pubblicato una foto, il challenger era disponibile sia in colorazione giallo cat, appunto di questa marca, che in coloraziona class...un mio amico ha un challenger class che usa con livellatrice laser e altri lavori di "grosso calibro", ma ha la ruota di trazione cingolo di diametro maggiore di quella davanti, quindi mi chiedo..perchè all'inizio il challenger era cat, poi class (sempre con motore cat però) e poi di nuovo cat???:cheazz:

 

Stai facendo un po' di confusione, il cinghione di cui stai parlando è un 35-45-55, serie "piccola" pensata da CAT per le aziende che non si potevano permettere i costi dei più grandi; costi di fabbricazione contenuti grazie ad una partnership con NH per la fornitura di molti componenti (cambio, cabina e carrozzeria etc, tutta roba derivata dai G).

In Europa arriva nella seconda metà anni 90, in Italia arrivano anche una manciata di esemplari gialli con marchi CAT importati dalla CGT (uno dovrebbe esserci pure nel vicentino), poi Claas firma un'accordo con CAT per l'esclusività sulla commercializzazione in Europa dei cingolati in gomma, di contro CAT commercializza le mietitrebbie Claas in Usa. Ed ecco quindi l'inversione dei colori; in Europa i Cat diventano verde-grigio, in Usa le trebbie diventano giallo-nere.

Nel 1999 alla Eima in Campo fa la sua prima comparsa in Italia il CAT-Claas 75E, oggetto di questa discussione, accoppiato ad un semiportato Nardi tre o quattro vomeri (non ricordo con esattezza).

Dopo la presentazione europea dei nuovi MT (anch'essi con colorazione Claas), Agco ufficializza l'acquisizione di questi modelli, di fatto tagliando fuori Claas dai giochi. Ecco che la livrea torna gialla, anche in Europa.

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Stai facendo un po' di confusione, il cinghione di cui stai parlando è un 35-45-55, serie "piccola" pensata da CAT per le aziende che non si potevano permettere i costi dei più grandi; costi di fabbricazione contenuti grazie ad una partnership con NH per la fornitura di molti componenti (cambio, cabina e carrozzeria etc, tutta roba derivata dai G).

In Europa arriva nella seconda metà anni 90, in Italia arrivano anche una manciata di esemplari gialli con marchi CAT importati dalla CGT (uno dovrebbe esserci pure nel vicentino), poi Claas firma un'accordo con CAT per l'esclusività sulla commercializzazione in Europa dei cingolati in gomma, di contro CAT commercializza le mietitrebbie Claas in Usa. Ed ecco quindi l'inversione dei colori; in Europa i Cat diventano verde-grigio, in Usa le trebbie diventano giallo-nere.

Nel 1999 alla Eima in Campo fa la sua prima comparsa in Italia il CAT-Claas 75E, oggetto di questa discussione, accoppiato ad un semiportato Nardi tre o quattro vomeri (non ricordo con esattezza).

Dopo la presentazione europea dei nuovi MT (anch'essi con colorazione Claas), Agco ufficializza l'acquisizione di questi modelli, di fatto tagliando fuori Claas dai giochi. Ecco che la livrea torna gialla, anche in Europa.

sempre gentilissimo come al solito!!! grazie filippo:n2mu:

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Qui in zona da me ce ne sono di tutti i tipi...c'è il 65 primo tipo,ce n'è uno colorato Class e poi ce n'è uno come quello di San64,cioè uno degli ultimi anni nuovamete colorato CAT...sento ancora i racconti di chi era presente alla prima messa in campo del 65 consegnato qui e mi dicono dello stupore che creò nei presenti il vedere quel mezzo allora ultra-innovativo quando iniziò a lavorare il terreno (se non erro con morgano...) tanto per la larghezza della passata tanto per la velocità a cui lavorava...sicuramente è stata una svolta nel settore,un bel colpo messo a segno da CAT tanto per ribadire che è leader nel settore! Mi dispiace solo non esserci mai salito sopra,spero mi capiti presto perchè sono curioso!

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  • 2 settimane dopo...
Ospite ale76

rilancio questa interessante discussione segnalandoche il primo 65 cingolo orizzontale arrivato in italia fu consegnato a un terzista del bolognese di nome Cattani proprietario anche di un 95(potete visionarli entrambi sul suo sito)e chiedo:qualcuno sa quante macchine 65 sono finite esattamente in italia?chi le ha acquistate?Inoltre chiedo se anche la serie ag è stata importata in italia in quanto secondo me una macchina del genere farebbe tuttora al caso di tanti agricoltori conte in primis

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  • 11 mesi dopo...

Che colpo caro Andrea! Bellissimo video!

 

Non so chi sia l'autore del video, ma penso che probabilmente è un CAT Boy abbastanza estremista, e forse non gli è andata giù quella macchina frutto di un accordo tra CAT e NH.

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complimenti a jd fan per il video, posto delle immagini del primo 65 operante a Medicina, nel bolognese di proprieta del terzista Cattani che è stato il primo esemplare arrivato in Italia

ch65_vibro_2_roll.jpg

le altre immagini della suddetta macchina le potete visionare sul sito del terzista in questione www.cattani.biz. Questo terzista è stato anche il primo possessore del primo esemplare di 95 e arrivato in italia, quindi un vizio direi.....

eccolo all'opera

ch95_ermo_4_roll.jpg

 

ch95_disco4_roll.jpg

ch95_ermo_5_roll.jpg

 

 

ch95_ermo_2_roll.jpg

 

Qualche utente che vive in zona magari ha visionato queste macchine e potrebbe dirci di piu, sarebbe interessante, soprattutto la prima visti gli esigui numeri di questo trattore in Italia

Modificato da ale76
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  • 1 mese dopo...
  • 1 mese dopo...
Ospite ale76

il video da te postato è il prototipo del primo 65, comunque questa macchina è derivata direttamente non dal vhp ma bensi dalla serie ag sempre cingolo in ferro, che probabilmente non è stato mai importato

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Oggi ho fatto una scoperta che potrebbe cambiare tutte le carte in tavola sulla nascita dei track.

cercando in rete ho trovato questo534px-Track-Marshall_TM200_-_Waltanna_prototype_at_carrrington_2010_-_IMG_5088.jpg

e poi il suo successore.

 

6a00e54efb2c7088330133f57b9c53970b-800wi

e qui potete trovare i dati di tale macchina

Track Marshall TM 200

 

a quanto pare tale macchina è stata costruita prima dei test effettuati dalla cat sui primi track.

infatti il carro è lo stesso dei primi esemplari usati dalla cat per fare gli esperimenti.

 

qui la cornostoria della track marshall:

 

Track Marshall Ltd years Edit

TM 135 Relaunched AM 135 after sale to Nickerson group

AM 140 (Upgraded Fowler Challenger 33)

TM Britannia 70 hp Perkins 4.236 4-cylinder - 1981-1990

Track Marshall of Gainsborough Ltd Edit

 

The Track-Marshall TM 200 / Waltanna UK prototype

TM 135 135 hp - continuation of earlier design

TM 155 155 hp Perkins A6.354 - 1985

TM 200 200 hp Cummins Rubber tracked - 1990-93

TM 250 250 hp Cummins Rubber tracks - 1992-93

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Ospite ale76

Sapevo dell'esistenza dei track marshall, li avevo gia visionati da tempo ed erano regolarmente in commercio, in effetti non ho mai capito del perchè la cat si sia sempre vantata del brevetto del carro del 65 quando antecedentemente era gia adottato dai Marschall

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Molti sono soliti attribuire lo sviluppo dei cingoli in gomma a Waltana, genio australiano che tra le altre cose produsse articolati di un certo livello e con caratteristiche specifiche per impieghi gravosi (scraper).

 

Marshall utilizza per l'appunto il carro Waltana, e sembra che lo stesso abbia messo lo zampino sullo sviluppo del carro John Deere.

 

P.S. cercate informazioni sui track Waltana, vedrete che il cingolo triangolare in gomma non è peculiarità esclusiva dell'STX.

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Inviato (modificato)

Sono sempre stato a conoscenza della gamma "track" della Marshall, storico e decadente marchio del Regno Unito legato ai marchi Nuffield prima e Leyland poi.

 

La gamma con i cingoli in ferro (di cui questa serie TM rappresenta l'ultima evoluzione) ha antiche origini e si è articolata con diversi modelli e gamme di potenza. L'unico modello con cingoli in gomma, il TM200, è stata prodotta in pochi esemplari dal 1991 al 1993 e credo abbia rappresentato il canto del cigno del marchio Marshall (non è che sia il nome del modello che porta male?).....

 

 

I link sotto riportati possono aiutare....

 

FarmPhoto.com - Marshall Forum (#298) - Page 2

 

http://www.puddingsworld.com/Machinery/Leyland_Tractor/track_marshall_tm_200.htm

 

Il motivo per cui ho consapevolmente omesso (confesso in un primo momento di averci anche pensato......) di far riferimento anche a queste macchine nella trattazione originaria dell'argomento "track", è da imputare alla loro esiguità numerica, certamente non confrontabile con i modelli americani della CAT e della JD.......

 

P.S.

 

Molti sono soliti attribuire lo sviluppo dei cingoli in gomma a Waltana, genio australiano che tra le altre cose produsse articolati di un certo livello e con caratteristiche specifiche per impieghi gravosi (scraper).

 

Marshall utilizza per l'appunto il carro Waltana, e sembra che lo stesso abbia messo lo zampino sullo sviluppo del carro John Deere.

Tanto di cappello al vecchio Tagliaerbe che ancora una volta ha deciso di stupirmi con questa affermazione, che in cuor mio, di primo acchito, mi son sentito di non condividere.....

 

... poi trovo la foto sotto riportata che raffigura un trattore del tutto simile nella cofanatura e nella cabina ad un TM 200 ma classificato come Waltanna sul database di Farmphoto....

 

....dubbio alimentato e confermato da un amico di tractorum, l'australianissimo Pudding, il cui sito per primo una decina di anni fa mi fece conoscere cotanto trattore (il link è riportato sopra) ... da cui Pudding -> Australia -> Waltanna -> Marshall TM200..... un'equazione sostenibile....

 

al che mi rendo conto che il buon vecchio Filippo, per l'ennesima volta mi ha voluto stupire con le sue conoscenze trattoristiche, seconde solo alla sua indiscutibile fama di "tombeur de femme".

 

 

 

i86069_waltanna.jpg

 

Filippo Borgato, grazie di esistere!!

Modificato da Andrea terratech
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Andrea Ti ringrazio davvero tanto per le belle parole e la stima, ma come vedi la mia "gigioneria" emerge sempre e comunque, quasi volesse essere una firma. Infatti ho scritto Waltana quando il nome corretto è appunto Waltanna. Succede, quando si cerca di andare a memoria invece che appoggiarsi a qualche documento scritto.

E, giusto per non smentirmi, vado ad inserire qualche altra informazione sempre a memoria (eventualmente stasera verifico ed implemento o correggo).

Waltanna come detto è il nome dell'Azienda di tal Nagorca (o Nagorka, non ricordo la dizione esatta), autentico Genio Australiano di "vecchia scuola" (quando la meccanizzazione agricola era ancora fatta di colpi di genio e audacia e non dall'adesivo o la sigla nuovi.....).

Che io sappia, è attualmente ancora operativa, impiegata nella costruzione di macchinari speciali (forse trivellazioni et similia).

La sua Storia trattoristica comunque è ricca ed appassionante e credo meriterebbe un capitolo a parte (assieme a tanti altri costruttori Australiani, vedi Baldwin etc etc).

Ad ogni buon conto, i trattori costruiti da Waltanna sono sempre stati i grossi e potenti articolati. Livrea rossa e gialla, con motorizzazioni dei più grandi nomi Mondiali (.....CAT....giusto per citarne uno).

Alcuni modelli erano specifici per impieghi gravosi e/o lavori industriali, quali scraper, livelle o altro. La filosofia costruttiva di queste macchine era che tra tutti i componenti quello che doveva cedere sempre e comunque era il motore e non trasmissione o altro. Infatti, alcune esperienze negative con articolati americani su suolo austrialiano furono tra i motivi della costruzione dei primi Waltanna.

Ci fu un relativamente breve sodalizio anche con Ford Australia, che portò alla nascita dei Waltanna FW, trattori articolati su base Ford TW (motore e trasmissione compresi). Quindi macchine di media potenza ad un prezzo accessibile. Livrea bianca e celeste, qualche immagine sul web si puo' reperire.Mi sembra da qualche parte ci sia anche qualche sito che racconta appunto la storia Waltanna ma al momento non ricordo.

Comunque, per tornare in tema, dopo l'abbandono di Ford Australia della joint venture con Waltanna (il motivo fu che Versatile nel frattempo era entrata a far parte di Ford appunto), il Costruttore Australiano si dedicò ad altro, tra cui appunto lo sviluppo in proprio di un carro cingolato in gomma.

Capire esattamente se sia nato prima l'uovo o la gallina (carro Cat Vs carro Waltanna) è un po' difficile, almeno per me, comunque se avete modo di scrutare i particolari del cingolo Waltanna vedrete che ha poco in comunque con il carro Cat. Ha infatti ruota motrice alta (stile STX) e, soprattutto, tipologia di trazione diversa.

Questo track ha anche altre caratteristiche interessanti. Una tra tutte, la cabina ribaltabile idraulicamente di lato (come i successivi John Deere 6000) per eventuali manutenzioni della trasmissione.

Pare che Waltanna abbia collaborato con alcuni costruttori per dare man forte allo sviluppo dei loro Track. Non so al momento con certezza i nomi, qualcuno dice addirittura John Deere (ma non solo).

 

P.S. un qualche anno fa venne presentato un MF8000 con cingolatura in gomma, e già all'epoca notai molte similitudini.......

 

Beneficio di inventario su tutto, stasera come detto verifico quanto sopra ed eventualmente correggo.

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Ospite ale76
da quanto so Cattani fino ad un paio di anni fa aveva ancora il primo 65 in uso.

Confermo che Cattani dovrebbe avere ancora il 65 che tra l'altro fu il primo ad arrivare in Italia se non l'unico in quanto non mi risultano altre macchine di quella serie sul suolo Italico, Cattani gli ha affiancato un 95E, anche questo fu il primo di questa serie ad arrivare in Italia, quindi stiamo parlando di un vero e proprio pioniere......

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non mi risultano altre macchine di quella serie sul suolo Italico,

 

Ti risulta male, ce n'è almeno un altro importato sempre da CGT, in centro Italia.

 

 

-------------------------------------------------

 

 

Sperando di fare cosa gradita a Jd Fan e agli altri Appassionati di Storia Trattoristica, ho recuperato in alcuni miei "documenti" alcune immagini del Waltanna Track:

 

t86240_cap001.jpg t86241_cap002.jpg t86242_cap004.jpg

t86243_cap005.jpg

 

 

Alcuni altri dati:

primi disegni e studio 1985, messa in campo del trattore definitivo 1989.

Nel tempo, collaborazioni varie di Waltanna con Costruttori del calibro di John Deere, Agco, Cnh.

 

Per quanto riguarda il sistema di trazione, come potete notare e come avevo anticipato, ha ruota motrice "dentata" e cinghia in gomma con tamponi a dente, tipo la cingolatura degli STX (che è probabile per l'appunto si siano ispirati al progetto Waltanna).

Di fatto quindi in grado di superare tutti i limiti del mobil track di Cat, dove notoriamente la trazione avviene per frizione di ruota traente/cinghione.

Modificato da Filippo B
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Ospite ale76

grazie per la precisazione e complimenti per gli scoop fotografici, ma questo waltana era motorizzato John deere?Se si che propulsore lo equipaggiava?

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Inviato (modificato)
Sperando di fare cosa gradita a Jd Fan e agli altri Appassionati di Storia Trattoristica, ho recuperato in alcuni miei "documenti" alcune immagini del Waltanna Track:

 

....rosico, rosico ma di queste cose mi nutro..... grazie

 

Relativamente alla trasmissione, credo che, derivando direttamente, o meglio, rappresentando indiscutibilmente una evoluzione del TM200 che aveva una trasmissione idrostatica a 2 velocità, anche questo Waltanna, che fa bella mostra del logo "Hi Drive 200", debba essere giocoforza idrostatico...

 

Altro elemento che rafforza l' ipotesi della trasmissione idraulica è la relativa facilità con cui è stato riposizionato l' "asse di trazione" rispetto al modello Marshall a "cingolo basso".

 

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In pratica è come se Waltanna avesse trasformato Un CAT D6D in un un CAT D6N.... con la trasmissione meccanica sarebbe stato impossibile ricollocare le masse senza sconvolgere radicalmente il progetto come infatti è stata costretta a fare la Caterpillar.

 

t86273_catd6d.jpg t86274_catd6n.jpg

Modificato da Andrea terratech
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  • 1 mese dopo...

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