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Radicchio


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Ecotipi locali qua ce ne sono in grande assortimento e variabilità ma nel giro di pochi anni sparirà il 70-80%. Roba da inizio settembre che "fa peso" è quasi un miraggio ma c'è. I prezzi sono andati un poco su ma al momento le rese non sono eccezionali, troppo caldo e tende a chiudersi un po' prima. Il Treviso precoce qua è da abbandonare assolutamente a questa stagione, una schifezza di risultato ogni anno

Modificato da daniel5720
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Ma scusami amico Veronese, tu secondo me cominci con l'ibrido troppo tardi. Ti dico questo perchè io metto giù il Vasari il 20-30 Agosto su terre forti (torbose) x raccolte di fine ottobre e ti posso assicurare che nonostante i 30/32 gradi costanti sta iniziando a maturare molto bene x chiusura e colore. Quindi considerando che con zona Veneto nel Ragusano ci sono 30-35 giorni di differenza, non capisco perchè tu non cominci a trapiantare il Vasari  intorno al 20 Luglio x raccogliere a fine Settembre!

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50 minuti fa, Figaro 82 ha scritto:

Ma scusami amico Veronese, tu secondo me cominci con l'ibrido troppo tardi. Ti dico questo perchè io metto giù il Vasari il 20-30 Agosto su terre forti (torbose) x raccolte di fine ottobre e ti posso assicurare che nonostante i 30/32 gradi costanti sta iniziando a maturare molto bene x chiusura e colore. Quindi considerando che con zona Veneto nel Ragusano ci sono 30-35 giorni di differenza, non capisco perchè tu non cominci a trapiantare il Vasari  intorno al 20 Luglio x raccogliere a fine Settembre!

Ciao, noi il Vasari lo trapiantiamo attorno al 25 luglio e quest'anno dobbiamo ancora iniziare a raccoglierlo, dovremmo iniziare a raccoglierlo verso la fine di questa settimana. Raccolta Vasari a fine settembre è una cosa impossibile, per raccolta attorno al 20 settembre c'è l'Indigo, ma non lo facciamo più, perché troppo rischioso. 

Da qualche hanno facciamo 5-6 ettari di una selezione di Chioggia zero, semina diretta in campo attorno al 6-7 luglio e inizio raccolta tra il 10 e 15 settembre, costa la metà rispetto al trapianto di un ibrido e le rese sono buone. A Chioggia e lungo il mare riescono anticipare di altri 10-15 giorni, ma qua in piena pianura con l'afa estiva e basse escursioni termiche la notte è impossibile anticipare ulteriormente, e ibridi, che siano Vasari o Indigo è sempre più difficili avere buone produzioni e un ottima chiusura dei cespi. 

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20 ore fa, CultivarSé ha scritto:

Sì si proprio questo, giusto, quasi soddisfatto.
Mi chiedevo cosa può portare a fare ibridi sempre più precoci ed estivi. Un ibrido deve partirevda una certa e grande variabilità genetica e non credo sia solo all'interno drl gruppo del Chioggia ma credo sia ibrido con sltri radicchi come verona e non dolo per avere più caratteri genetici.
Premetto che le lattughe hanno una certa malleabilitá di prezzo spesso al cliente finale costsno più dei radicchi seppur più reperibile la lattuga.
Mi chiedo come mai da anni ci sia domanda ma anche una presenza, offerta, di tutto questo radicchio tondo se non del treviso precoce costolone. Tutto vistosamente ibrido e di come sia difficilissimo trovare ecotipi puri dei chioggia, dei verona, dei treviso precoci costoloni.
Chiedo con mia somma gioia di specificare le caratteristiche di questi ormai moderni radicchi che non sono più i radicchi, i miri amati radicchi tondi che si mangiavano 10 o 20 anni fa. A dirla come estimatore, gli attuali tondi non mi piacciono e li trovo sempre più molli e poco serrati, oblunghi... cosa che prima la tozzezza era un pregio.
Una precisazione vista la giusta risposta precedente.
Complimenti Ambrosius che tieni vivo il radicchio classico di noi consumatori di radicchio volgare.... non snob trevigiano.


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Da quali vie prendono origine le varietà ibride non te lo sò dire.

Mentre la domanda sempre più consistente di radicchio tondo, che poi sia ibrido o selezioni massali o locali, è dato dal fatto che è il più produttivo, quello con i minori costi di produzione e raccolta e con maggiore conservabilità, in inverno si arriva tranquilamente a 90 giorni. Inoltre il radicchio ormai è consumato in tutta Europa, e in base alle sue caratteristiche il tondo è il più adatto ai lunghi viaggi e all'esportazione. Mia teoria, nei periodi invernali nel nord Europa con giornate fredde e buie i consumatori vogliono qualcosa di colorato nel piatto, e il radicchio con il suo colore rosso è l'alimento ideale per questo scopo. All'interno dei vari tipi di radicchio, il tondo grazie a prezzi più bassi, facilità di conservazione è il più adatto a questo scopo, in pratica ai consumatori nord europei interessa più che altro l'aspetto, il gusto è quasi secondario, ma ripeto questa è solo una mia teoria.

Essendo relativamente giovane, ho 32 anni sono troppo giovane per ricordare come erano i radicchi di 20-30 anni fa, ma più di una persona incluso mio padre mi ha sempre detto che magiormente il radicchio veronese con il passare degli anni ha perso le sue peculiarità, perche è stato imbastardato con il tondo eil treviso precoce per ottenere maggiori produzioni, ma a discapito del gusto e delle sue caratteristiche. Questo è uno dei motivi per cui il semilungo o Verona sta perdendo sempre più mercato ed interesse da parte dei consumatori, a discapito del tondo che offre ormai le stesse caratteristiche a costi minori e anche un gusto migliore, cioe più dolce e meno amarotico.

Nella mia azienda, anche se siamo in provincia di Verona coltiviamo prevalentemente tondo, ma al momento le varietà ibride nel nostro caso sono tra il 10-15 % della superfice totale, e fin che possiamo cerchiamo di privileggiare le selezioni locali o comunque varietà ottenute con selezione massali da varie aziende produttrici di sementi. Ma procurarsi selezioni locali è sempre più difficile, perchè le persono che le hanno selezionate sono prossime o oltre i 70 anni, e con nessun erede che vuole portare avanti il lavoro. Noi non abbiamo mai fatto selezione, non so neanche se sarei ingrado di farla, ma l'ostacolo maggiore è la mancanza di tempo da dedicare a questo lavoro che necessita dedizione e pazienza, perciò come dice @daniel5720 sono varietà e selzioni con tutta la loro diversità che lentamente sono destinate a sparire, anche se per alcune caratteristiche superiori ai blasonati ibridi.

Spero di aver detto tutto senza essermi perso in divagazioni?

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Da quali vie prendono origine le varietà ibride non te lo sò dire.
Mentre la domanda sempre più consistente di radicchio tondo, che poi sia ibrido o selezioni massali o locali, è dato dal fatto che è il più produttivo, quello con i minori costi di produzione e raccolta e con maggiore conservabilità, in inverno si arriva tranquilamente a 90 giorni. Inoltre il radicchio ormai è consumato in tutta Europa, e in base alle sue caratteristiche il tondo è il più adatto ai lunghi viaggi e all'esportazione. Mia teoria, nei periodi invernali nel nord Europa con giornate fredde e buie i consumatori vogliono qualcosa di colorato nel piatto, e il radicchio con il suo colore rosso è l'alimento ideale per questo scopo. All'interno dei vari tipi di radicchio, il tondo grazie a prezzi più bassi, facilità di conservazione è il più adatto a questo scopo, in pratica ai consumatori nord europei interessa più che altro l'aspetto, il gusto è quasi secondario, ma ripeto questa è solo una mia teoria.
Essendo relativamente giovane, ho 32 anni sono troppo giovane per ricordare come erano i radicchi di 20-30 anni fa, ma più di una persona incluso mio padre mi ha sempre detto che magiormente il radicchio veronese con il passare degli anni ha perso le sue peculiarità, perche è stato imbastardato con il tondo eil treviso precoce per ottenere maggiori produzioni, ma a discapito del gusto e delle sue caratteristiche. Questo è uno dei motivi per cui il semilungo o Verona sta perdendo sempre più mercato ed interesse da parte dei consumatori, a discapito del tondo che offre ormai le stesse caratteristiche a costi minori e anche un gusto migliore, cioe più dolce e meno amarotico.
Nella mia azienda, anche se siamo in provincia di Verona coltiviamo prevalentemente tondo, ma al momento le varietà ibride nel nostro caso sono tra il 10-15 % della superfice totale, e fin che possiamo cerchiamo di privileggiare le selezioni locali o comunque varietà ottenute con selezione massali da varie aziende produttrici di sementi. Ma procurarsi selezioni locali è sempre più difficile, perchè le persono che le hanno selezionate sono prossime o oltre i 70 anni, e con nessun erede che vuole portare avanti il lavoro. Noi non abbiamo mai fatto selezione, non so neanche se sarei ingrado di farla, ma l'ostacolo maggiore è la mancanza di tempo da dedicare a questo lavoro che necessita dedizione e pazienza, perciò come dice@daniel5720 sono varietà e selzioni con tutta la loro diversità che lentamente sono destinate a sparire, anche se per alcune caratteristiche superiori ai blasonati ibridi.
Spero di aver detto tutto senza essermi perso in divagazioni
Rasentante alla perfezione, ottimo.

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Per come la vedo io il fatto che nell' entroterra veneto non si riesce ad anticipare rispetto alla zona litoranea, più che al clima è legato ai terreni. Sulla sabbia come fanno il precoce a Chioggia e a Rosolina il radicchio anticipa rispetto a farlo x esempio su terre nere, ma questo vale un pò x tutti gli ortaggi.

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1 ora fa, Figaro 82 ha scritto:

Per come la vedo io il fatto che nell' entroterra veneto non si riesce ad anticipare rispetto alla zona litoranea, più che al clima è legato ai terreni. Sulla sabbia come fanno il precoce a Chioggia e a Rosolina il radicchio anticipa rispetto a farlo x esempio su terre nere, ma questo vale un pò x tutti gli ortaggi.

Attenzione che non sempre è bene piantare su terreni leggeri e accoglienti come i nostri. Per esempio il treviso precoce per raccolta a settembre (selezioni precoci del precoce)cresce giorno e notte e si sballa il ciclo o quasi, diventando un ammasso di foglie, vuoto dentro e con salita a seme. Fa una vita completamente opposta a quella che dovrebbe fare. Non se la passa tanto meglio quello da ottobre. È di gran lunga preferibile quello delle zone interne su terre pesanti anche se viene pronto più tardi

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1 ora fa, Figaro 82 ha scritto:

Per come la vedo io il fatto che nell' entroterra veneto non si riesce ad anticipare rispetto alla zona litoranea, più che al clima è legato ai terreni. Sulla sabbia come fanno il precoce a Chioggia e a Rosolina il radicchio anticipa rispetto a farlo x esempio su terre nere, ma questo vale un pò x tutti gli ortaggi.

Anticipare i raccolti è una combinazione di clima e terra. A Chioggia hanno il mare che mitiga che rende le notti più fresche e la brezza marina che aiuta, ma anche loro no riescono a raccogliere prima di fine Agosto inizio settembre. Noi arriviamo 15 giorni dopo, ma in zona siamo pochissimi che lo fanno, perchè è un azzardo.

Queste difficolta nell'anticipare i raccolti è il motivo per cui in estate il radicchio viene prodotto nella valle del Fucino, sei in centro italia ma in una vallata a 600 metri d'altezza e montagne tutto attorno, dove anche in luglio e agosto le minime sono di 14-15 gradi, quando qua siamo attorno ai 20 con punte di 25°C. Negli ultimi anni iniziano avere anche loro difficolta nell'ottenere prodotto di qualità a causa delle temperature sempre più alte.

Sarei curioso di vedere delle foto del radicchio coltivato in Sicilia, per capire come si presenta in climi completamente diversi dai nostri.

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Attenzione che non sempre è bene piantare su terreni leggeri e accoglienti come i nostri. Per esempio il treviso precoce per raccolta a settembre (selezioni precoci del precoce)cresce giorno e notte e si sballa il ciclo o quasi, diventando un ammasso di foglie, vuoto dentro e con salita a seme. Fa una vita completamente opposta a quella che dovrebbe fare. Non se la passa tanto meglio quello da ottobre. È di gran lunga preferibile quello delle zone interne su terre pesanti anche se viene pronto più tardi
Vogliate o no, il radicchio come il finocchio è pianta fotoperiodica o meglio termo-fotoperiodico. Il finocchio ha linee neutrodiurne, su radicchio al momento non se ne trovano. Anticipare troppo con 40 c°, a giugno? Troppo presto, vuol dire che il vivaista ha seminato prima quindi fuori fotoperiodo e non credo abbia serre che controllano perfettamente la luce.
Torno a dire che non è solo una cosa di campagna, c'è il vivaio e li son axxx
Si ci sono F1 che resistono al caldo ma non al giorno lungo. Non c'è l'altitudine che salva come la zona del Fucino o alte valli.
Radicchio è prodotto di pianura interna o pianura costiera, di jn paese che ha uno sfasamento di ore di luce di 1,3 h da est ad ovest, da sud a nord, con quslcosa di doffrrenza fra paralleli... lasciamo stare il calore ecc...

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Io cmq resto dell'idea che il semilungo sia più buono da fare come verdura nella terrina con sale olio e aceto... 
Il lungo va bene al forno... Il tondo boh... Non mi piace in nessuna salsa
Se si parla di Treviso sì confermo ma il costolone, il precoce minpiace anche se preferisco i veri radicchi da imsalata ossia i tondi morbidi, verona e chioggia. Il top sarebbe la goriziana.

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Ciao a tutti ecco il mio radicchio di chioggia seminato con semina diretta il 23 luglio, sfiorati i 250 quintali per ettaro  seme autoprodotto lascito in eredita da mio nonno. Ne ho anche una verità più precoce che semino il 12 luglio, inizio raccolta 15 settembre.

ALTRO CHE SEME IBRIDO LA ROVINA DEL RADICCHIO

Screenshot_20201011-181337_Gallery.jpg

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Io vorrei qualche consiglio sulla fattibilità della coltivazione del radicchio in collina asciutta. Lo posso seminare ora x sfruttare le piogge invernali o in primavera? Letame aratro e rotante ok? Poi che diserbi concimazione e trattamenti dovrei fare? Posso seminarlo con la meccanica a righe da cereali? Che varietà posso usare che riesca in modo soddisfacente a produrre da me collina bolognese verso modena

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4 ore fa, Alessandro T5 ha scritto:

Ciao a tutti ecco il mio radicchio di chioggia seminato con semina diretta il 23 luglio, sfiorati i 250 quintali per ettaro  seme autoprodotto lascito in eredita da mio nonno. Ne ho anche una verità più precoce che semino il 12 luglio, inizio raccolta 15 settembre.

ALTRO CHE SEME IBRIDO LA ROVINA DEL RADICCHIO

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Veramente belli... Ma di dove sei ???

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Io vorrei qualche consiglio sulla fattibilità della coltivazione del radicchio in collina asciutta. Lo posso seminare ora x sfruttare le piogge invernali o in primavera? Letame aratro e rotante ok? Poi che diserbi concimazione e trattamenti dovrei fare? Posso seminarlo con la meccanica a righe da cereali? Che varietà posso usare che riesca in modo soddisfacente a produrre da me collina bolognese verso modena
No direi proprio che non è una pianta da asciutta ne una pianta aitunno vernina.
O meglio i radicchi che si parla generalmente sono radicchi a cespo e sono a semina estiva, esistono varianti ibride a semina primsverili ma sono piante termo fotoperiodiche.
Nel tuo caso meglio rivolgersi a cicorie, comunque imparentate coi radicchi ma detti radicchi a grumolo forse più adatti alla semina tardiva ma asciutto non ci giurerei, se non fai almeno una o due irrigazioni di soccorso, parlerei di ceriolo e di goriziane, goriziane è del gruppo radicchi, cerioli del gruppo intermedio fra una cicoria e un radicchio, si seminano agosto inoltrato fino a inizio ottobre, fanno un grumolo non una vera palla o grumo, è una gemma serrata ma aperta sopra non incappucciata. Oppure dolcette, sempre cicorie originarie del veneto. Se no entrerei nell'ambito di alcune catalogne. Sempre gruppo cicorie.
Alternativa è cambiare genere andando su ottaggi a semina tardiva tipo valerianelle.
Terreni argillosi seccagni e semine tardive ad ortaggi c'è pochissimo e poco adatto.


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Seminato viene su matto, fa una radice grossa e soffre meno il caldo. Sotto l'Adige ce ne di seminato ho visto
Daniel definisci "matto". Se semini nel momento giusto no, devi solo diradare tanto. Fa fittone, radice, per questo ha meno syress e più riserva prr resistere a raccolta più tarfiva in periodi di gelo. Sicuramente fila ma se si è rapidi a diradare non ci sarebbero ripercissioni. Sul seminayo serve un terreno preparato al top, con seminatrice precisa e buon seme. Sempre che non si abbiano troppi passeri, io col Lusia e Castelfranco ho avuto danni grossi da passeri e uccelli, oltre a lumache ma questo è tipico dell'orticoltura.

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Ciao a tutti ecco il mio radicchio di chioggia seminato con semina diretta il 23 luglio, sfiorati i 250 quintali per ettaro  seme autoprodotto lascito in eredita da mio nonno. Ne ho anche una verità più precoce che semino il 12 luglio, inizio raccolta 15 settembre.
ALTRO CHE SEME IBRIDO LA ROVINA DEL RADICCHIO
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Stupendo. Semplicemente.

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6 ore fa, CultivarSé ha scritto:

Daniel definisci "matto". Se semini nel momento giusto no, devi solo diradare tanto. Fa fittone, radice, per questo ha meno syress e più riserva prr resistere a raccolta più tarfiva in periodi di gelo. Sicuramente fila ma se si è rapidi a diradare non ci sarebbero ripercissioni. Sul seminayo serve un terreno preparato al top, con seminatrice precisa e buon seme. Sempre che non si abbiano troppi passeri, io col Lusia e Castelfranco ho avuto danni grossi da passeri e uccelli, oltre a lumache ma questo è tipico dell'orticoltura.

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Io faccio la semina diretta solo con quello da settembre e ottobre, da novembre in avanti li trapianto

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7 ore fa, CultivarSé ha scritto:

Daniel definisci "matto". Se semini nel momento giusto no, devi solo diradare tanto. Fa fittone, radice, per questo ha meno syress e più riserva prr resistere a raccolta più tarfiva in periodi di gelo. Sicuramente fila ma se si è rapidi a diradare non ci sarebbero ripercissioni. Sul seminayo serve un terreno preparato al top, con seminatrice precisa e buon seme. Sempre che non si abbiano troppi passeri, io col Lusia e Castelfranco ho avuto danni grossi da passeri e uccelli, oltre a lumache ma questo è tipico dell'orticoltura.

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Qua diciamo matto in senso buono ahaha

Ha una forza, un vigore molto evidente rispetto a quello in cubetto. Seminato c'è da stargli dietro a diradare e trattamenti per le bestie ai primi stadi vabe ma vale la pena. Occorre avere molto seme a disposizione quello si

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Qua diciamo matto in senso buono ahaha
Ha una forza, un vigore molto evidente rispetto a quello in cubetto. Seminato c'è da stargli dietro a diradare e trattamenti per le bestie ai primi stadi vabe ma vale la pena. Occorre avere molto seme a disposizione quello si
Radicchio figone direi, bello e in forza che resiste un pò di più al secco. Questo l'avevo notato decenni fa quando ero ancora ortista ortista casalingo, cicorue a semina diretta sono stupendi, vanno diradati velovemente e sarchiati e diserbati bene.

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Con le foglie verdi esterne pare ibrido, bello, fai vedere come è una parcella
Non so se è derivato dalla cicoria Orchidea, uno dei primi tentativi di migluoramento dei radicchi in auge negli anni 90. Non chiude bene e comunque ormai sono un pò tutti ibridati. Io neppure da ortista la volevo, sempre verona, il chioggia da me è troppo sensibile.

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