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Aratri e l'aratura: come si regola l'aratro e le tecniche di aratura.


DjRudy

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Mi risulterebbe che Harry Ferguson fu l'ideatore dell'attacco a tre punti con sollevamento meccanico a catena ,successivamente idraulico , ma l'introdizione dello sforzo controllato fu dell'Ing.Cassani (in volgare Same) con l'introduzione della SAC (brevettata) che fu montato per la prima volta sul same 240-DT chiamato all'epoca "trattore intelligente" ,corregetemi se ricordo male .

saluti

Confermo, io avevo abbreviato il tutto.

Per il tallone poi, tra ruota e tallone pensate alla superficie di appoggio e le corse necessarie, il tallone ha una misura di 150 x 300, che ruota devo montare per avere a terra la stessa superficie, ripeto non è un applicazione, è nato, pensato, progettato per quell'utilizzo, non sono di certo andato a vedere se altri avevano fatto qualcosa di simile, non mi interessava e non mi intressa, quello che conta sono i risultati, al minor costo possibile.

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Mi risulterebbe che Harry Ferguson fu l'ideatore dell'attacco a tre punti con sollevamento meccanico a catena ,successivamente idraulico , ma l'introdizione dello sforzo controllato fu dell'Ing.Cassani (in volgare Same) con l'introduzione della SAC (brevettata) che fu montato per la prima volta sul same 240-DT chiamato all'epoca "trattore intelligente" ,corregetemi se ricordo male .

saluti

 

 

 

[...].Ricordo,per esempio,che Cassani dovette in tutta fretta modificare le valvole SAC perchè copiate paro paro da Ferguson [...]

 

 

 

poi ognuno ti racconta la sua versione..

 

 

 

ciao

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poi ognuno ti racconta la sua versione..

 

 

 

ciao

 

se non ricordo male

probabilmente la differenza sostanziale è che same rileva lo sforzo ai bracci inferiori dell'attacco, ferguson , al terzo punto

 

questa è la mia versione:asd:

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Confermo, io avevo abbreviato il tutto.

Per il tallone poi, tra ruota e tallone pensate alla superficie di appoggio e le corse necessarie, il tallone ha una misura di 150 x 300, che ruota devo montare per avere a terra la stessa superficie, ripeto non è un applicazione, è nato, pensato, progettato per quell'utilizzo, non sono di certo andato a vedere se altri avevano fatto qualcosa di simile, non mi interessava e non mi intressa, quello che conta sono i risultati, al minor costo possibile.

 

Penso che l'uso del tallone abbia molti vantaggi e pochi svantaggi rispetto alla ruota.

Intanto la ruota per molti è considerata un ingombro inutile, almeno sino al trivomere, mentre dal quadrivomere in su diventa indispensabile.

Nell'ottica di riduzione dei costi di lavorazione capita di arare superfici non precedentemente livellate, come campi di mais rincalzato, e la ruota dell'aratro sarebbe un ostacolo nel mantenere la stessa profondità quando rotola nel punto più basso (in centro tra due file di mais) e quando rotola nel punto più alto (in corrispondenza della fila di mais). Questo per spiegare che molti smontano la ruota dal loro trivomere.

 

Però chiedo a Gabriele cosa succede se col tallone mobile vado a toccare pezzi di roccia presenti nel terreno, quando negli aratri normali salta il bullone di sicurezza.

 

Per esempio io ho un appezzamento in cui in un unico punto ho una punta della montagna sepolta nel terreno, e quando arrivo in quel punto, peraltro difficile da individuare se non con il GPS, sistematicamente trancio il bullone di sicurezza.

Modificato da Alberto64
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Penso che l'uso del tallone abbia molti vantaggi e pochi svantaggi rispetto alla ruota.

Intanto la ruota per molti è considerata un ingombro inutile, almeno sino al trivomere, mentre dal quadrivomere in su diventa indispensabile.

Nell'ottica di riduzione dei costi di lavorazione capita di arare superfici non precedentemente livellate, come campi di mais rincalzato, e la ruota dell'aratro sarebbe un ostacolo nel mantenere la stessa profondità quando rotola nel punto più basso (in centro tra due file di mais) e quando rotola nel punto più alto (in corrispondenza della fila di mais). Questo per spiegare che molti smontano la ruota dal loro trivomere.

 

Però chiedo a Gabriele cosa succede se col tallone mobile vado a toccare pezzi di roccia presenti nel terreno, quando negli aratri normali salta il bullone di sicurezza.

 

Per esempio io ho un appezzamento in cui in un unico punto ho una punta della montagna sepolta nel terreno, e quando arrivo in quel punto, peraltro difficile da individuare se non con il GPS, sistematicamente trancio il bullone di sicurezza.

 

Assolutamente niente, il bullone di sicurezza, per intenderci, non ha alcuna relazione con il tallone, essendo quest'ultimo parte integrante del corpo posteriore, quindi si trancia e non succede niente e non pregiudica il funzionamento dell'insieme, essendo studiato per questa eventualità, ti dirò di più, sui nostri aratri data la particolare conformazione del terreno, la Ns. Azienda è situata in mezzo ai guadi di tre torrenti, quindi sassi ed ostacoli vari non mancano di sicuro, lo dimostra il fatto che il bullone di sicurezza lo abbiamo cominciato ad usare oltre 30 anni or sono, considera che è presente anche sull'avanvomere, che nelle zone dove operiamo normalmente è particolarmente sollecitato, abbiamo trovato vantaggi anche in zone argillose con situazioni di gelo e condizioni estreme.

Giusta considerazione sulla ruota, per ciò che riguarda l'ingomro, i solchi e relativi avvallmenti, ma questo è relativo, se uno non ha queste problematiche, il vantaggio effettivo sta nella differenza di resa della trattrice, che penso sia la situazione che tutti hanno, quano lavorano con un aratro, ma fino a quando non valuti questa differenza, mi rendo conto sia difficile da accettare.

Preciso però che il tallone abbisogna di un insieme di caratteristiche dell' aratro stesso, non è un applicazione che si può fare se l'aratro non nasce predisposto, altrimenti i risultati non esistono e non è di sicuro colpa del tallone.

Difatti alcune ditte concorrenti hanno escogitato varianti sul tema, i risultati, dai confronti diretti sono emersi, non ultimo nella zona di PD con un cliente, tra l'altro iscritto al forum, ma forse è meglio che queste considerazioni fosse lui a farle.

Io non volermene non son tanto imparziale. Alla prossima Gabriele.

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permetti una domanda Gabriele, nei video ho notato che i tuoi aratri montano ali finestrate! li monti su tutti o hai anche ali chiuse "normali"? quale delle due preferisci? pregi difetti che hai notato nelle diverse tipologie di terreno. grazie

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Confermo, io avevo abbreviato il tutto.

Per il tallone poi, tra ruota e tallone pensate alla superficie di appoggio e le corse necessarie, il tallone ha una misura di 150 x 300, che ruota devo montare per avere a terra la stessa superficie, ripeto non è un applicazione, è nato, pensato, progettato per quell'utilizzo, non sono di certo andato a vedere se altri avevano fatto qualcosa di simile, non mi interessava e non mi intressa, quello che conta sono i risultati, al minor costo possibile.

Hai fatto un raffronto fra aratro convenzionale e il tuo se il tallone, che usi come reazione , si usura come o di più o di meno ?

ciao

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permetti una domanda Gabriele, nei video ho notato che i tuoi aratri montano ali finestrate! li monti su tutti o hai anche ali chiuse "normali"? quale delle due preferisci? pregi difetti che hai notato nelle diverse tipologie di terreno. grazie

 

da 10 anni solo finestrate, non per moda ma dato che le costruiamo, abbiamo rilevato una notevole evoluzione da prima che il versoio intero lo si faceva fare all'esterno.

Poi certe "sagome" intese come forma versoio, non sarebbero realizzabili, se non finestrato, inoltre devi considerare i costi di realizzazione dei protopi che per sperimentazione e necessità di evoluzione vengono realizzati, uno stampo per un versoio intero DX e SX costano parecchio e non è detto che i risultati siano sempre quelli sperati, l'evoluzione di questi anni poi si è indirizzata su versoi misti, che hanno forme non convenzionali, che però hanno risultati notevoli.

Se guardi i video dei sopra solco sono evidenti.

Il confronto viene fatto all'atto della sperimentazione con i Dx da una parte ed i Sx dall'altra stesso aratro stesso terreno stesso trattore e momento, così è più semplice fare valutazioni immediate, ma ripeto non sempre i risultati sono quelli sperati e quindi si riprende il lavoro fino ad ottenere quello che si desidera, almeno spero.

Ritengo inoltre maggior facilità nella manutenzione e gestione economica dell'aratro, cambio quello che serve solo quando serve.

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Hai fatto un raffronto fra aratro convenzionale e il tuo se il tallone, che usi come reazione , si usura come o di più o di meno ?

ciao

Ti dirò all'inizio avevamo anche noi certi dubbi, da molto non viene nemmeno presa in considerazione l'aratro senza tale dispositivo, significativo il fatto che i concorrenti locali a loro volta lo propongono con la loro interpretazione e contoterzisti che nemmeno ci hanno preso in considerazione all'atto dell'acquisto della macchina, perchè Noi siamo una piccola aziendina ora vorrebbero che si facesse al loro aratro l'applicazione, grossa soddisfazione non trovi?

La mia soddisfazione comunque è che NESSUNO mi chiede di modifiche o soluzioni come su macchine della concorrenza.

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Noi siamo una piccola aziendina ora vorrebbero che si facesse al loro aratro l'applicazione, grossa soddisfazione non trovi?

 

Non so come la pensi tu ma su un altro aratro non farei nessuna modifica , o compri il mio e credi nella funzionalità altrimenti arrivederci , a mio parere ne va dell'immagine della azienda se sei così convinto che il prodotto sia valido.

ciao

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Non so come la pensi tu ma su un altro aratro non farei nessuna modifica , o compri il mio e credi nella funzionalità altrimenti arrivederci , a mio parere ne va dell'immagine della azienda se sei così convinto che il prodotto sia valido.

ciao

Infatti io non ho detto che ho fatto modifiche, ti dirò di più Noi facciamo manutenzione e ricambi solo sulle Ns. macchine.

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Bene, cerco di tornare all'anima della discussione.

Premetto che lavoro nel triangolo d'oro del riso perciò non si usano grossi aratri (inteso come numero di corpi, peso...) e non si lavora con mezzi da 300cv a 50 cm di profondità. Però sono essenziali due cose: interrare bene i residui e non modificare il piano del campo.

 

Ho sempre lavorato con aratri non reversibili in quanto per molto tempo sono stati i più idonei, ma da poco sono passato al reversibile quadrivomere (larghezza fissa) con non pochi dubbi iniziali; alla fine ho comprato un Pietro Moro usato da un conoscente che faceva "il passo tecnologico" comprando un reversibile con larghezza variabile idraulicamente. Dalle mie parti attualmente il top del top.

Ciò per farvi capire che non sono un maestro nell'utilizzo di questo tipo di aratro però nell'aratura me la cavo benone (che modestia... hehehe).

 

Per prima cosa si "regola" il trattore partendo dal posizionare il braccio inferiore destro (quello variabile in pratica) alla stessa altezza del sinistro misurando la distanza tra i perni come mostrato nel video del primo messaggio. Dopo di che si misura la larghezza delle sfere di attacco dell'aratro (nei punti medi) e si regolano gli stabilizzatori laterali in modo che entrambi siano alla stessa distanza dal centro del trattore e che abbiano possibilità di muoversi entrambi della stessa quantità. Sulle macchine SDF gli stabilizzatori hanno un'asola che consente uno scorrimento totale di circa 8 cm: gli stabilizzatori vanno posti in modo che il perno sia al centro dell'asola e che così facendo i bracci di sollevamento abbiano la stessa distanza dal centro del trattore, e tra di loro la stessa distanza misurata in precedenza sulla barra di traino dell'aratro.

 

Passiamo all'aratro. Qui è un pochino più complesso e dipende spesso dal tipo di aratro utilizzato ma per sommi capi si possono trovare alcuni punti in comune. Tra questi abbiamo sicuramente la larghezza della prima fetta; questa deve essere identica alle altre e il modo migliore per regolare la slitta è guardare come viene il lavoro. Se si nota un avvallamento tra una passata e l'altra bisogna allargare la fetta (leggasi spostare l'aratro lontano dall'aratura), viceversa se è troppo grande osserveremo un certo accumulo di terreno tra le due passate. Poi si può anche agire in maniera più scrupolosa misurando la larghezza con un metro... Io ho fatto in entrambi i modi.

Dopo di che direi di passare al sistema che regola l'orientamento dell'attrezzo rispetto alla direzione di marcia. Qui però è il punto in cui nella regolazione si sente maggiormente la differenza tecnica dei modelli e dei costruttori perciò non entro nel dettaglio ma suggerisco solo di modificare la regolazione poco per volta: provare e regolare, provare e regolare... Il risultato finale comunque, come mostra il video nel primo messaggio, è un'accoppiata trattore-aratro che prosegue rettilineo: se il trattore tira verso l'aratura vuol dire che l'aratro è "ruotato" con la coda verso l'aratura, il contrario se cerca di uscire dal solco (e dobbiamo correggere ruotando lo sterzo verso il terreno arato). Personalmente però non sono riuscito ad ottenere la regolazione perfetta di questo componente, vuoi il tipo di aratro, vuoi il mezzo utilizzato, la zavorra, l'usura degli elementi...

 

Passerei poi alla regolazione del 3° punto. Qui le idee si sprecano ma senza andare troppo sul fantasioso lo regolo in modo che durante il lavoro il perno che unisce aratro e cilindro idraulico possa muoversi in alcune circostanze. Infatti utilizzando il controllo di sforzo durante la lavorazione ci saranno momenti in cui l'aratro affonderà e altri in cui verrà alzato. Se in una situazione intermedia il perno ruota un pochino allora ci siamo. Comunque il risultato è un terreno aratro in modo omogeneo, in cui la prima e l'ultima fetta hanno la stessa altezza.

Come verifica basta fermarsi durante il lavoro, scendere e mettere una livella a bolla sul telaio dell'aratro: se è in bolla o leggermente alto davanti (in fase di traino punta leggermente) è OK.

Discorso asola. Io ce l'ho ma non la uso; posizionando il perno in tale asola infatti nelle situazioni in cui il mezzo sforza e solleva l'aratro lo alza facendo perno sul tallone dell'ultimo corpo. La prima fetta diventa più bassa (ara superficialmente) mentre l'ultima affonda un po' di più (nonostante non sia inclinata correttamente affonda per il maggiore carico): il risultato è in contrasto con quanto detto precedentemente.

 

Ultima regolazione, l'inclinazione rispetto la verticale. A occhio stando seduti in cabina si può essere tratti in inganno perciò meglio fermarsi, scendere e mettere la solita livella a bolla sulla bure poi regolare di conseguenza.

 

Altro non mi pare ci sia da dire o quanto meno non posso dire in quanto ciò che ho scritto si base sulla mia esperienza diretta.

Qualsiasi critica o suggerimento sono ben accetti.

Ste

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Bene, cerco di tornare all'anima della discussione.

Premetto che lavoro nel triangolo d'oro del riso perciò non si usano grossi aratri (inteso come numero di corpi, peso...) e non si lavora con mezzi da 300cv a 50 cm di profondità. Però sono essenziali due cose: interrare bene i residui e non modificare il piano del campo.

 

Ho sempre lavorato con aratri non reversibili in quanto per molto tempo sono stati i più idonei, ma da poco sono passato al reversibile quadrivomere (larghezza fissa) con non pochi dubbi iniziali; alla fine ho comprato un Pietro Moro usato da un conoscente che faceva "il passo tecnologico" comprando un reversibile con larghezza variabile idraulicamente. Dalle mie parti attualmente il top del top.

Ciò per farvi capire che non sono un maestro nell'utilizzo di questo tipo di aratro però nell'aratura me la cavo benone (che modestia... hehehe).

 

Per prima cosa si "regola" il trattore partendo dal posizionare il braccio inferiore destro (quello variabile in pratica) alla stessa altezza del sinistro misurando la distanza tra i perni come mostrato nel video del primo messaggio. Dopo di che si misura la larghezza delle sfere di attacco dell'aratro (nei punti medi) e si regolano gli stabilizzatori laterali in modo che entrambi siano alla stessa distanza dal centro del trattore e che abbiano possibilità di muoversi entrambi della stessa quantità. Sulle macchine SDF gli stabilizzatori hanno un'asola che consente uno scorrimento totale di circa 8 cm: gli stabilizzatori vanno posti in modo che il perno sia al centro dell'asola e che così facendo i bracci di sollevamento abbiano la stessa distanza dal centro del trattore, e tra di loro la stessa distanza misurata in precedenza sulla barra di traino dell'aratro.

 

Passiamo all'aratro. Qui è un pochino più complesso e dipende spesso dal tipo di aratro utilizzato ma per sommi capi si possono trovare alcuni punti in comune. Tra questi abbiamo sicuramente la larghezza della prima fetta; questa deve essere identica alle altre e il modo migliore per regolare la slitta è guardare come viene il lavoro. Se si nota un avvallamento tra una passata e l'altra bisogna allargare la fetta (leggasi spostare l'aratro lontano dall'aratura), viceversa se è troppo grande osserveremo un certo accumulo di terreno tra le due passate. Poi si può anche agire in maniera più scrupolosa misurando la larghezza con un metro... Io ho fatto in entrambi i modi.

Dopo di che direi di passare al sistema che regola l'orientamento dell'attrezzo rispetto alla direzione di marcia. Qui però è il punto in cui nella regolazione si sente maggiormente la differenza tecnica dei modelli e dei costruttori perciò non entro nel dettaglio ma suggerisco solo di modificare la regolazione poco per volta: provare e regolare, provare e regolare... Il risultato finale comunque, come mostra il video nel primo messaggio, è un'accoppiata trattore-aratro che prosegue rettilineo: se il trattore tira verso l'aratura vuol dire che l'aratro è "ruotato" con la coda verso l'aratura, il contrario se cerca di uscire dal solco (e dobbiamo correggere ruotando lo sterzo verso il terreno arato). Personalmente però non sono riuscito ad ottenere la regolazione perfetta di questo componente, vuoi il tipo di aratro, vuoi il mezzo utilizzato, la zavorra, l'usura degli elementi...

 

Passerei poi alla regolazione del 3° punto. Qui le idee si sprecano ma senza andare troppo sul fantasioso lo regolo in modo che durante il lavoro il perno che unisce aratro e cilindro idraulico possa muoversi in alcune circostanze. Infatti utilizzando il controllo di sforzo durante la lavorazione ci saranno momenti in cui l'aratro affonderà e altri in cui verrà alzato. Se in una situazione intermedia il perno ruota un pochino allora ci siamo. Comunque il risultato è un terreno aratro in modo omogeneo, in cui la prima e l'ultima fetta hanno la stessa altezza.

Come verifica basta fermarsi durante il lavoro, scendere e mettere una livella a bolla sul telaio dell'aratro: se è in bolla o leggermente alto davanti (in fase di traino punta leggermente) è OK.

Discorso asola. Io ce l'ho ma non la uso; posizionando il perno in tale asola infatti nelle situazioni in cui il mezzo sforza e solleva l'aratro lo alza facendo perno sul tallone dell'ultimo corpo. La prima fetta diventa più bassa (ara superficialmente) mentre l'ultima affonda un po' di più (nonostante non sia inclinata correttamente affonda per il maggiore carico): il risultato è in contrasto con quanto detto precedentemente.

 

Ultima regolazione, l'inclinazione rispetto la verticale. A occhio stando seduti in cabina si può essere tratti in inganno perciò meglio fermarsi, scendere e mettere la solita livella a bolla sulla bure poi regolare di conseguenza.

 

Altro non mi pare ci sia da dire o quanto meno non posso dire in quanto ciò che ho scritto si base sulla mia esperienza diretta.

Qualsiasi critica o suggerimento sono ben accetti.

Ste

Non concordo sulla regolazione dei tenditori con l'asola, il tenditore non è una catena, quindi lavora in spinta e l'asola va regolata con la corsa totale dello spinotto, che corrisponde alla corsa della barra di flessione, se tira sulla spina non lavora correttamente.

Non ho la pretesa di insegnarti niente, ma se vuoi provare, noterai che si elimina quell'ovalizzazione dell'asola dove tira la spina, che segnala la scorretta regolazione.

Alla prossima Gabriele.

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Non concordo sulla regolazione dei tenditori con l'asola, il tenditore non è una catena, quindi lavora in spinta e l'asola va regolata con la corsa totale dello spinotto, che corrisponde alla corsa della barra di flessione, se tira sulla spina non lavora correttamente.

Non ho la pretesa di insegnarti niente, ma se vuoi provare, noterai che si elimina quell'ovalizzazione dell'asola dove tira la spina, che segnala la scorretta regolazione.

Alla prossima Gabriele.

i perni delle asole in questione , sugli stabilizzatori degli stegoli , non dovrebbero essere al centro di suddetta asola ,sia a destra che a sinistra , quando l'aratro è interrato in lavoro?

così da permettere al sollevatore di lavorare correttamente(stegoli liberi di oscillare in senso longitudinale del trattore per un corretto segnale dello sforzo cont.) , ovviamente con aratro regolato correttamente.

saluti

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Non concordo sulla regolazione dei tenditori con l'asola, il tenditore non è una catena, quindi lavora in spinta e l'asola va regolata con la corsa totale dello spinotto, che corrisponde alla corsa della barra di flessione, se tira sulla spina non lavora correttamente.

Non ho la pretesa di insegnarti niente, ma se vuoi provare, noterai che si elimina quell'ovalizzazione dell'asola dove tira la spina, che segnala la scorretta regolazione.

Alla prossima Gabriele.

 

Parto dal fondo, se qualcuno mi può insegnare qualcosa sono felice che lo faccia, e se il ragionamento mi pare sensato o quanto meno mi incuriosisce, metto in pratica il suggerimento.

Non ho afferrato bene quello che vuoi dire, forse utilizziamo termini differenti per indicare il medesimo particolare comunque, in condizione di lavoro la spina nell'asola dello stabilizzatore laterale (che tu chiami tenditore no?) è in posizione centrale e libera di muoversi in avanti e indietro di alcuni cm (dipende dalla lunghezza dell'asola) per assecondare le oscillazioni del sistema trattore-aratro. Se uno dei due tiranti/stabilizzatori va a pacco vuol dire che c'è qualcosa che non va nelle regolazioni.

Ste

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i perni delle asole in questione , sugli stabilizzatori degli stegoli , non dovrebbero essere al centro di suddetta asola ,sia a destra che a sinistra , quando l'aratro è interrato in lavoro?

così da permettere al sollevatore di lavorare correttamente(stegoli liberi di oscillare in senso longitudinale del trattore per un corretto segnale dello sforzo cont.) , ovviamente con aratro regolato correttamente.

saluti

 

Esatto, è come penso io.

Ste

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Parto dal fondo, se qualcuno mi può insegnare qualcosa sono felice che lo faccia, e se il ragionamento mi pare sensato o quanto meno mi incuriosisce, metto in pratica il suggerimento.

Non ho afferrato bene quello che vuoi dire, forse utilizziamo termini differenti per indicare il medesimo particolare comunque, in condizione di lavoro la spina nell'asola dello stabilizzatore laterale (che tu chiami tenditore no?) è in posizione centrale e libera di muoversi in avanti e indietro di alcuni cm (dipende dalla lunghezza dell'asola) per assecondare le oscillazioni del sistema trattore-aratro. Se uno dei due tiranti/stabilizzatori va a pacco vuol dire che c'è qualcosa che non va nelle regolazioni.

Ste

Questo è quello che uai scritto:

Sulle macchine SDF gli stabilizzatori hanno un'asola che consente uno scorrimento totale di circa 8 cm: gli stabilizzatori vanno posti in modo che il perno sia al centro dell'asola e che così facendo i bracci di sollevamento abbiano la stessa distanza dal centro del trattore, e tra di loro la stessa distanza misurata in precedenza sulla barra di traino dell'aratro.

Concordo che il perno sia al centro in lavoro, ma quando attacco l'aratro sia a fine corsa verso l'anteriore del trattore, per avere la corsa libera in trazione.

Spero di essere stato chiaro.

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Questo è quello che uai scritto:

Sulle macchine SDF gli stabilizzatori hanno un'asola che consente uno scorrimento totale di circa 8 cm: gli stabilizzatori vanno posti in modo che il perno sia al centro dell'asola e che così facendo i bracci di sollevamento abbiano la stessa distanza dal centro del trattore, e tra di loro la stessa distanza misurata in precedenza sulla barra di traino dell'aratro.

Concordo che il perno sia al centro in lavoro, ma quando attacco l'aratro sia a fine corsa verso l'anteriore del trattore, per avere la corsa libera in trazione.

Spero di essere stato chiaro.

 

Quando attacchi e alzi entrambe le spine vanno a fine corsa (a battuta) una in trazione e l'altra in compressione. Quando interri però entrambe stanno a metà strada (se tutto è regolato bene) e hanno la stessa corsa disponibile per l'allungamento o la compressione degli stabilizzatori. Ad esempio se a dx si accorcia di 2 cm, a sx si allunga di 2 cm...

Ste

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Dopo di che direi di passare al sistema che regola l'orientamento dell'attrezzo rispetto alla direzione di marcia. Qui però è il punto in cui nella regolazione si sente maggiormente la differenza tecnica dei modelli e dei costruttori perciò non entro nel dettaglio ma suggerisco solo di modificare la regolazione poco per volta: provare e regolare, provare e regolare... Il risultato finale comunque, come mostra il video nel primo messaggio, è un'accoppiata trattore-aratro che prosegue rettilineo: se il trattore tira verso l'aratura vuol dire che l'aratro è "ruotato" con la coda verso l'aratura, il contrario se cerca di uscire dal solco (e dobbiamo correggere ruotando lo sterzo verso il terreno arato). Personalmente però non sono riuscito ad ottenere la regolazione perfetta di questo componente, vuoi il tipo di aratro, vuoi il mezzo utilizzato, la zavorra, l'usura degli elementi...

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Ste

 

Butto un po di benzina sul fuoco.

Regolazione dell'atrezzo rispetto alla direzione di marcia.

La logica, la geometria e la matematica suggerirebbero di orientare tutti i corpi dell'aratro nello stesso modo, in modo da renderli paralleli.

Parlando con un costruttore di aratri questo mi sorprese dicendo che per far andare l'aratro dritto i corpi, tra di loro, non debbono essere paralleli.

In fondo, a pensarci bene, le nostre automobile sono fatte per andare dritte anche ai 200 km/h. Ebbene, le ruote anteriori non sono mai parallele, ma la casa costruttrice stabilisce sempre un angolo diverso da 0 rispetto alla direzione di avanzamento; Normalmente le ruote sono convergenti, ma si può anche avere ruote divergenti.

Mai parallele.

Per gli aratri, secondo voi, è la stessa cosa?

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Quando attacchi e alzi entrambe le spine vanno a fine corsa (a battuta) una in trazione e l'altra in compressione. Quando interri però entrambe stanno a metà strada (se tutto è regolato bene) e hanno la stessa corsa disponibile per l'allungamento o la compressione degli stabilizzatori. Ad esempio se a dx si accorcia di 2 cm, a sx si allunga di 2 cm...

Ste

 

Non mi sono spiegato, quando l'aratro e alto le spine devono stare ENTRAMBE IN COMPRESSIONE, questo permetterà alla barra di flessione di poter lavorare, perche la barra di flessione, lavora in trazione, se tira sulle spine , come cavolo fà a flettere, ora non entro nel merito della regolazione del tuo aratro, ma questo è il concetto di funzionamento del sollevatore, ti faccio un esempio, JD nelle serie Americane, mi riferisco alla 55 non avevano stabilizzatori, solo pattini interni, ma dato che in Italia, il panorama costruttivo dell'attrezzatura agricola è vario e non rispetta le misure di larghezza della barra traino, hanno dovuto loro malgrado adeguare le macchine.

Ora se si verifica che non sono entrambe le spine in compressione sull'asola, qualcosa non torna.

Alla prossima Gabriele.

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Butto un po di benzina sul fuoco.

Regolazione dell'atrezzo rispetto alla direzione di marcia.

La logica, la geometria e la matematica suggerirebbero di orientare tutti i corpi dell'aratro nello stesso modo, in modo da renderli paralleli.

Parlando con un costruttore di aratri questo mi sorprese dicendo che per far andare l'aratro dritto i corpi, tra di loro, non debbono essere paralleli.

In fondo, a pensarci bene, le nostre automobile sono fatte per andare dritte anche ai 200 km/h. Ebbene, le ruote anteriori non sono mai parallele, ma la casa costruttrice stabilisce sempre un angolo diverso da 0 rispetto alla direzione di avanzamento; Normalmente le ruote sono convergenti, ma si può anche avere ruote divergenti.

Mai parallele.

Per gli aratri, secondo voi, è la stessa cosa?

 

Posso parlare solo delle Ns. macchine, e tidico che se i corpi non sono perfettamente paralleli non posso avere direzionalità sulla trattrice, ogni corpo deve contenere la pinta del versoio tramite la guida laterale, senza questo accorgimento chi mi mantiene la spinta se ogni corpo ha una incisione laterale diversa.

Ma in agricoltura le soluzioni sono infinite, sulle Ns. macchine però non funziona, anzi.

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:asd::asd:ciao , oggi mi è capitato di vedere al lavoro un caseih 7210 con un trivomere de franceschi dragon, e ho notato che aveva il terzo punto attaccato quasi in posizione verticale (si vedeva chiaramente che puntava prima dell'asse posteriore), e quando alzava l'aratro l'ultimo corpo toccava per terra e l'aratro si intorcolava ogni volta che lo si girava, però la terra la buttava bene(apparte qualche buca in testa che se ci vai dentro ti vengono a prendere con l'elicottero!:asd::asd::asd::asd:

a parte la nota di ironia sapete se c'è qualche motivo risaputo per regolare in questo modo un aratro?

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:asd::asd:ciao , oggi mi è capitato di vedere al lavoro un caseih 7210 con un trivomere de franceschi dragon, e ho notato che aveva il terzo punto attaccato quasi in posizione verticale (si vedeva chiaramente che puntava prima dell'asse posteriore), e quando alzava l'aratro l'ultimo corpo toccava per terra e l'aratro si intorcolava ogni volta che lo si girava, però la terra la buttava bene(apparte qualche buca in testa che se ci vai dentro ti vengono a prendere con l'elicottero!:asd::asd::asd::asd:

a parte la nota di ironia sapete se c'è qualche motivo risaputo per regolare in questo modo un aratro?

ma semplicemente le buche in testa sono causate dal terzopunto troppo allungato,l'aratro in solco deve rimanere dritto e ogni corpo deve prendere la stessa quantita' di terra.Con il terzopunto allungato hai il vantaggio che i primi corpi prendono meno fai vedere che corri di piu',il solco dietro e' quello piu' profondo di tutti e con la velocita' per inerzia il terreno si pareggia,fino alla prima pioggia ovviamente :perfido:.Uno dei motivi per cui certi arare fanno le corse,:asd:

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Un po' in ritardo, ma provo a descrivere il mio metodo di aratura. Sono ormai 20 anni che "rivolto della terra", un po' di esperienza ce l'ho... non mi ritengo un fenomeno, lascio giudicare gli altri, comunque di solito dove vado a lavorare rimangono più che contenti, e questo per me è una grande soddisfazione... vuol dire che qualcosina ho imparato in tutti questi anni

 

Accoppiamento trattrice-aratro:

 

E' molto semplice perchè il trattore che ara è sempre lo stesso con lo stesso aratro, quindi anche un bambino lo potrebbe attaccare... i bracci sono già regolati, sganci rapidi in tutti e tre i punti del sollevatore, quindi le nocciole rimangono sull'aratro sempre montate, le gomme idrauliche tutte segnate con fascette colorate sia sulla trattrice che sull'aratro. I bracci inferiori li tengo liberi. Non monto stabilizzatori, solo le "saponette" interne, in modo che quando alzo l'attrezzo i bracci praticamente sono bloccati ( ovvio rimane sempre un po' di gioco!), mentre in posizione di lavoro hanno un bel po' di gioco.

 

Regolazioni:

 

Arando in fuori solco slitta tutta aperta per, appunto, fare il fuori solco, terzo punto rigorosamente nell'asola, NON uso lo sforzo contrallato, lavorando in terreni piani non ce n'è bisogno (lo decido io quando l'aratro deve venire su o quando deve andare giù) se c'è qualche avvallamento, lavorando con terzo punto nell'asola lo segue tranquillamente. Durante l'aratura mi giostro con la memoria per accoppiare il meglio possibile le varie passate.

 

Metodi di aratura:

 

In campi senza scoline mi faccio dalla parte, diciamo così, più bassa spostando l'aratro in posizione fine campo e larghezza variabile tutta aperta e faccio una prima passata buttando la terra verso il campo. Al ritorno risposto l'aratro in posizione fuori solco, larghazza variabile tutta stretta e chiudo il solco precedentemente aperto, questo per evitare di alzare troppo il bordo. Raramente inizio un campo buttando direttamente la terra sul borbo del fosso, è poco professionale:asd: Dopo di che, inizio la lavorazione registrando la fetta in base al tipo di terreno (di solito mai meno di 50-55cm per corpo), e la profondità desiderata dal proprietario del terreno.

Arrivato a fine campo per chiudere l'ultimo solco faccio una passata al contrario (alle volte per portare il terreno il più in piano possibile, ne servono anche più di una).

In campi con scoline, l'inizio è sempre lo stesso. Arrivato in prossimità della scolina, inizio l'altro pezzo buttando la terra direttamente nella scolina (una passata sola), poi finisco il pezzo iniziato lasciando il solco aperto dove prima vi era la scolina. Metto un paio di foto per intenderci meglio

t117853_foto042.jpgt117855_foto041.jpg

Poi proseguo nell'altro pezzo cercando di tenere la stessa altezza di aratura.

 

Per quel che riguarda la svolta a fine campo, faccio come nel video postato dal buon Fatmike, in effetti nelle nostre zone le svolte i più le fanno così.

I freni non li uso quasi mai, eccezion fatta per alcune circostanze in cui non c'è buona aderenza all'anteriore allora do qualche colpetto per aiutare un po' la voltata, ad esempio quando si fanno le testate o le finiture dove sotto si ha il terreno smosso. Dimenticavo le testate, dove è possibile cerco di buttarle verso l'esterno del campo non verso la arata, finedo dove la terra è già lavorata portando il solco finale a "zero". Ovviamente se il bordo verso il fosso è già alto, la testata la lavoro verso la arata, per poi finirla come si finisce normalmente. Spero di essere stato abbastanza chiaro!

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Dimenticavo le testate, dove è possibile cerco di buttarle verso l'esterno del campo non verso la arata, finedo dove la terra è già lavorata portando il solco finale a "zero". Ovviamente se il bordo verso il fosso è già alto, la testata la lavoro verso la arata, per poi finirla come si finisce normalmente. Spero di essere stato abbastanza chiaro!

 

perchè? per non aver problemi a chiudere il solco con il trattore già fuori dal campo (magari nel fosso)?

 

 

 

 

ciao

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