IlCoNtE Inviato 18 Dicembre 2008 Condividi Inviato 18 Dicembre 2008 non faccio maggese se fai lavorazioni in un terreno non è arido coltura! semini erbaio? semini su sodo grano? lo raccogli? risemini su sodo l erbaio? risemini su sodo il grano? questo intendo...... Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
HP90 Inviato 18 Dicembre 2008 Condividi Inviato 18 Dicembre 2008 Mi pare di aver capito che per aridocoltura si intende, immagazzinare acqua per superare l'estate. Se ho capito bene,, in Sicilia la vedo possibile solo per le piante perenni, alberi, viti, solo per queste è possibile immagazinare acqua nel periodo invernale, io su tre piccoli appezzamenti di olivo ho già dato la vangatrice e di acqua ne hanno immagazzinato visto che l'ho fatto prima della recente grande pioggia, (praticamente quando sono intervenuto sul post Batterie). Sui cereali l'immagazzinamento che si può fare è minimo, io in un 25% di terreni negli ultimi tre anni faccio l'aratura nel periodo prima del taglio dei foraggi, perchè è l'unico momento che ci si può muovere senza impantanarsi, si controllano meglio le infestani, e si mette sostanza verde sotto che da una prova che ho fatto - una parte arato verde, e il rimanente secco - nella parte verde il grano verso gennaio aveva un colore più scuro, se il verde che ho messo sotto rarebbe stato veccia o una coltura migliorativa i benefici sarebbero aumentati. Dunque, se si vuole puntare alla sostanza verde non si può puntare sull'accumulo dell'acqua, io preferirei la sostanza verde per i cereali, e l'accumulo di acqua per le piante perenni. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
crono Inviato 18 Dicembre 2008 Condividi Inviato 18 Dicembre 2008 ....se fai lavorazioni in un terreno non è arido coltura!... Ma fino ad adesso non è stato detto che l'aridocoltura è quell'insieme di lavorazioni che permettono di accumulare più acqua :gluglu:possibile nel terreno?:cheazz: Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
puntoluce Inviato 18 Dicembre 2008 Autore Condividi Inviato 18 Dicembre 2008 visto che la discusione è estremamente interessante, ma ci sono diverse incomprensioni di fondo, chiedo cortesemente di non scrivere messaggi fuori dalle righe, e chiedo, altresì cortesemente, agli utenti esperti che ne sanno più di noi, di scrivere qualcosa sui fondamenti di tali tecniche o almeno qualche definizione per capire bene di cosa stiamo trattando (anche se qualcosa è già stato scritto chiedo CORTESEMENTE di ripeterlo, magari con qualche esempio). io stesso credevo che la semia su sodo fosse una tecnica di arido coltura e le lavorazioni profonde no. giuba, mapomac, djrudy potete venirci in soccorso di grazia? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Mapomac Inviato 18 Dicembre 2008 Condividi Inviato 18 Dicembre 2008 (modificato) Premessa Le lavorazioni, ad eccezione di alcune operazioni che tendono a compattare il terreno (come la rullatura), determinano nello strato lavorato: - aumento della distanza tra le particelle singole e tra gli aggregati, con conseguente diminuzione della coesione e riduzione del terreno in aggregati di diametri più piccoli di quelli preesistenti; - aumento della porosità, derivante dall'aumento delle dimensioni medie dei pori; - variazione della distribuzione di frequenza dei pori di vario diametro. Le lavorazioni, modificando la porosità e la qualità dei pori, modificano anche tutti i parametri, in qualche modo con essa collegati, che possono influenzare la produttività sia direttamente (permeabilità all'acqua, capacità di ritenzione idrica, temperatura e aerazione del terreno) che indirettamente (evoluzione della materia organica, erosione dei terreni in pendio, trafficabilità del terreno che condiziona la tempestività d'intervento con mezzi agronomici). Ora invece di fare un copia incolla indegno, andate a leggere queste definizioni: http://it.wikipedia.org/wiki/Aridocoltura http://it.wikipedia.org/wiki/Sod_seeding Ora si tratta di fare uno sforzo mentale e capire che: - Le definizioni vanno prese per tali, pertanto a seconda dei casi si avranno applicazioni in toto, in parte, o in aggiunta dei principi. - Vi possono essere punti comuni tra sodo e aridocoltura. Possono essere i fini o i mezzi. Non ci sono etichette... - L'aridocoltura in sintesi, ha come fine una maggior efficienza del ciclo idrico (e così dicendo abbiamo riassunto, precipitazioni, falde, alluvioni, irrigazioni ecc). A questo punto è possibile discutere di come ciò venga fatto, chiarendo che l'aridocoltura contempla anche lavorazioni del terreno. Come già detto un oliveto/vigneto dove vengano fatte lavorazioni totali del terreno, può essere "considerato" in aridocoltura, in quanto i frequenti interventi hanno come fine quello di rimuovere infestanti (che assorbirebbero acqua) e di interrompere la risalita capillare dell'acqua. Ecc... - Il sodo in sintesi, ha come fine il preservare la struttura del terreno, e la sua "naturale" fertilità. Infatti in un suolo naturale, non si hanno ne suole, ne a-struttura , ne ristagni ecc. A questo punto è possibile discutere di come ciò venga fatto (non qua), chiarendo che ad esempio che seminando su sodo, il residuo colturale ha anche funzione pacciamante e pertanto preserva anche il contenuto idrico del terreno. Non per questo però dobbiamo chiamare un'ipotetico mais su sodo, un'aridocoltura. Un'altro esempio ? Giuba ha detto che le scoline in collina hanno anche funzione "frenante" sull'acqua meteorica, rallentandola, e facilitare la migrazione in falda, rispetto alla valle. Ora mi pare chiaro che questo sia una "maggiore efficienza idrica", ma solo per questo non si può certo parlare di aridocoltura. Mi sono spiegato ? Detto questo domanda pubblica: GGyno ricevi i messaggi privati ? Modificato 18 Dicembre 2008 da puntoluce Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
puntoluce Inviato 18 Dicembre 2008 Autore Condividi Inviato 18 Dicembre 2008 quindi si può discquisire su quale sia il metodo di coltivazione in aridocoltura più efficente a seconda delle varie caratteristiche dell'areale. è possibile fare un discorso di questo tipo che abbia valenza generale, potendo confrontale lavorazioni tradizionali rispetto alla minima lavorazione ed al sodo? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Mapomac Inviato 18 Dicembre 2008 Condividi Inviato 18 Dicembre 2008 (modificato) è possibile fare un discorso di questo tipo che abbia valenza generale, potendo confrontale lavorazioni tradizionali rispetto alla minima lavorazione ed al sodo? Si sarebbe interessante vedere in quali casi le 3 diverse tecniche, siano più indicate. Occorrerebbe un caso reale, o al limite ipotetico, basato sui dati di qualche utente. Ma ancora meglio sarebbe che chi queste prove, in parte le fa, ci dicesse la sua. Vero Dj ? Che risultati ottieni ? Modificato 18 Dicembre 2008 da Mapomac Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
IlCoNtE Inviato 19 Dicembre 2008 Condividi Inviato 19 Dicembre 2008 bene mapomac, ma non mi pare che ci son andato cosi lontano. poi secondo me , la teoria ci vuole fino ad un certo punto, con la pratica si vede cosa succede e con i propri occhi. proprio da questo clima siciliano tutto matto, si deve agire diversamente anche con pochi km di distanza, perchè si rischia di spendere un mucchio di soldi(maggese) e poi raccogliere frane , erosioni, schifezze con i mezzi sulla semina, aumento di volume delle argille lavorandole .......struttura del terreno distrutta per molti anni .... perciò non esiste una regola, un modo, tutto ciò vale da zona a zona. infatti avendo terreni di medie dimensioni, dal lato di dove ci batte di piu il sole......se non si sta attenti a ciò che si fa(concimazioni, arature profonde) si ci può ritrovare in spiacevoli situazioni....... per non parlare di dove nella stesso appezzamento si hanno 3 o 4 diversi tipi di terreno ....... attendo con ansia i dati del djrudy che magari ci insegna qualche trucchetto.... Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Mapomac Inviato 19 Dicembre 2008 Condividi Inviato 19 Dicembre 2008 Esatto. L'importante è sempre basarsi sulla propria realtà. Realtà che è inutile ricordare come sia estremamente eterogenea, anche nel solo raggio di pochi Km. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
giuba Inviato 19 Dicembre 2008 Condividi Inviato 19 Dicembre 2008 qualche definizione scovata qui e là per capire più a fondo l'aridocoltura Le tecniche agronomiche capaci di ottimizzare e conservare l'acqua nel terreno prendono il nome di "aridocoltura". Queste pratiche tipiche degli ambienti aridi del mediterraneo caratterizzati dall'assenza dell'irrigazione, devono oggi essere sviluppate in forme di gestione agricola nella quale viene praticato il più razionale e oculato uso delle risorse idriche disponibili. Essa permette di conservare l'acqua nel terreno a disposizione delle piante, impedendo la discesa in profondità oltre lo strato esplorato dalle radici. Questa prevede l'uso di arature profonde (in inverno) per accumulare acqua nel terreno ed erpicature (in primavera-estate) per interrompere la risalita capillare e le perdite d'acqua commesse. Per le colture ortive oltre gli interventi meccanici, si possono fare pacciamature con film palstici per ridurre le perdite per evaporazione. Mirano anche a questo scopo le barriere frangivento che, consentono di mantenere più basse le temperature e contenere, prtanto, l'evaporazione dell'acqua. Una strategia importante è quella dell'anticipo delle semine, per sfruttare al meglio l'acqua delle precipitazioni invernali. In situazione di carenza idrica, inoltre è meglio seminare colture resistenti come sorgo e girasole. Sono da evitare del tutto le tecniche irrigue a bassa efficienza, come l'irrigazione per scorrimento, privilegiando quelle ad alta efficienza come l'irrigazione a goccia, che porta l'acqua direttamente alle radici, eliminando del tutto l'evaporazione superficiale (sopratutto la subirrigazione). Le tecniche di aridocoltura sono semplici nella loro effettuazione ma è ardua l'individuazione della loro reale capacità di conservazione dell'acqua; esse infatti, coinvolgono tutte le variabili del sistema suolo-pianta-atmosfera per ottenere i seguenti scopi: favorire l'aumento delle disponibilità idriche naturali per le colture; ridurre le perdite inutili e non produttive d'acqua migliorare l'utilizzazione delle risorse idriche disponibili Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Mapomac Inviato 4 Maggio 2009 Condividi Inviato 4 Maggio 2009 Dedicato a chi pensa che la tecnologia non serva e la ricerca in agricoltura non esista... Dall'Irlanda una nuova tecnologia per campi assetati Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
savioleo Inviato 22 Marzo 2023 Condividi Inviato 22 Marzo 2023 ciao a tutti, riprendo questo argomento per capire cosa si intenda aridocultura per la nuova pac 23-27 in quanto questa può permettere un cambio di coltura principale ogni 2 anni anzichè ogni anno (bcaa 7)fermo restando che il 35% dei seminativi deve cambiare la coltura principale ogni anno. da quanto letto negli articoli che trattano la nuova pac 23-27 l'aridocoltura è giustificabile sulla base del clima caldo-arido e delle caratteristiche del terreno. Sicuramente le aree che rientreranno in questa casistica verranno definite da ogni singola regione, ma a parte questo, ci saranno controlli se si applica realmente la tecnica dell'aridocoltura? Ulteriormente ci sarà un "disciplinare" sull'aridocoltura o si deve solo rispettare linee guida generali come quelle discusse all'interno di questa discussione? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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