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International Harvester: cronistoria di un'epopea


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Cyrus McCormick

Il Fondatore

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1831, all’età di 22 anni, Mr. Cyrus McCormick, agricoltore della Virginia, mette a punto la prima macchina mietilegatrice. Dopo alcuni anni e diverse modifiche, nel 1834 brevettò la macchina e, soprattutto, il legatore, vero e proprio "segreto" per il suo funzionamento ed inziò così a produrla ed a commercializzarla.

 

1847 Per soddisfare la crescente richiesta di mietilegatrici Cyrus McCormick decise di costruire uno stabilimento più grande e produttivo sulla riva Nord del fiume Chicago. Nel 1848 la McCormick Company produceva nella nuova fabbrica 500 mietilegatrici. Questo sito diventerà poi la sede International Harvester Company. Nel 1850 i 250 impiegati della fabbrica produrranno oltre 2.500 macchine per un fatturato di circa 300.000$.

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“Cercare di fare affari senza pubblicità è come fare l’occhiolino ad una bella ragazza con gli occhiali da sole” questa famosa affermazione di Cyrus McCormick la dice lunga sul suo acuto intuito per gli affari e, e già allora era consapevole dell’importanza del marketing e della finanza per lo sviluppo dell’azienda. Quando nel 1879 il figlio Cyrus Jr. lo affianca nella gestione dell’azienda la McCormick Harvester Machine Company è il più grande produttore di macchine agricole mondiale.

 

La prima rete di distribuzione moderna: Nascono i Dealer o Concessionari

McCormick fu il primo costruttore di macchine agricole ad istituire una rete di distribuzione capillare ed efficace per i propri prodotti. In quell’epoca normalmente esistevano rivenditori che commercializzavano molti marchi, anche concorrenti tra loro. McCormick introdusse un nuovo tipo di contratto esclusivo tra la i rivenditori e la sua Azienda che consentiva ai primi di accedere ad agevolazioni esclusive nell’acquisto delle macchine ed in cambio McCormick poteva chiedere ed ottenere da loro garanzia di fedeltà nella promozione e nella vendita del suo prodotto. Si deve perciò a Cyrus McCormick l’introduzione del moderno concetto di “dealer” o Concessionario nella commercializzazione delle macchine agricole e non solo.

 

1884 Scompare Cyrus McCormick: gli succede il figlio Cyrus Jr. come Amministratore delegato dell’Azienda, che come primo scoglio dovette affrontare le prime sanguinose proteste sindacali che richiedevano la riduzione dell’orario di lavoro giornaliero ad 8 ore.

 

Nel corso degli anni, la geniale idea di McCormick viene imitata, copiata ed i suoi brevetti astutamente aggirati, nascono così costruttori competitor sempre più professionali ed agguerriti, primo tra questi la Deering Company (che nulla a che spartire con la John Deere), creando un clima di competizione così aspro da erodere i margini di profitto della McCormick.

 

Nasce International Harvester

1902 Nasce International Harvester. Al fine di evitare una competizione fratricida tra la principale azienda concorrente, la Deering Co., la McCormick Co. promuove una fusione assieme ad altre 3 Imprese omologhe meno importanti (Plano Harvester Co.;Milwaukee Harvester Co. e la Warder, Bushnell & Glessner Co.) dando origine alla International Harvester Company, presieduta da Cyrus Jr. McCormick, costituendo una Azienda unica con 110 milioni di dollari di patrimonio netto, con una percentuale di mercato delle macchine agricole da raccolta negli USA dell’85%. Glia anni seguenti furono fondamentali per l’espansione del marchio verso i mercati stranieri a partire da Svezia, Francia, Germania, Russia e Canada.

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1907 la IH decide il suo ingresso nel settore auto motive, con il lancio dell’autocarro Buggy di cui, nel 1912, se ne produrranno oltre 9000 esemplari

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1908 Primo investimento europeo di International Harvester in Germania, viene acquisita un’area nei pressi dell’area portuale di Neuss, vicino a Dusseldorf. Lo stabilimento entra in produzione nel 1911, fabbricando falciatrici, voltafieno, andana tori e spandiconcime a marchio McCormick

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1909 la IH entra nel mercato dei trattori agricoli con il Mogul seguito nel 1910 dalla famosa gamma Titan. Per motivi di opportunità commerciale il prodotto Titan venne commercializzata dalla rete di distribuzione Deering, mentre la linea Mogul venne commercializzata dai rivenditori McCormick.

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Furono gli anni in cui si assiste ad una formidabile proliferazione di Aziende per la produzione di trattori, grazie ai progressi dell’ingegneria meccanica che consentivano funzionali e relativamente semplici le applicazioni agricole dei motori a combustione interna. Nel 1921 negli Stati Uniti si contano ben 186 aziende, artigianali e non, che producono trattori agricoli.

Tra le tante, il costruttore di trattori di maggior successo in quegli anni fu la Ford Motor Co. con il modello Fordson, che venne prodotto su grande scala e, anche perciò, venduto a prezzi insostenibili per gli altri fabbricanti, raggiungendo una penetrazione di mercato di oltre 2/3. La grande selezione imposta da Ford sul mercato fece sì che nel 1930 i produttori di trattori agricoli a soli 38 marchi.

 

1914 IH immette sul mercato la prima mietitrebbiatrice trainata: la McCormick N°1,

 

1919 Cyrus Jr. lascia il ruolo di Amministratore Delegato di IH Co. nelle mani del fratello minore Harol McCormick, il quale decide l’ingresso dell’azienda in un nuovo brand in fase di crescita, quello delle macchine cingolate. Il primo modello commercializzato fu un modello leggero per impieghi agricoli: il McCormick-Deering 10-20, conosciuto anche come TracTracTor. Successivamente da questa macchina fu derivato un omologo modello a ruote.

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1921 La International Harvester introduce il modello Farmall. Questo particolare trattore si impose sui mercati nordamericani grazie alla sue particolari caratteristiche tecniche: la configurazione a triciclo, l’elevata luce libera dal suolo, la grande visibilità, la facile possibilità di modificare la carreggiata lo resero strumento graditissimo agli agricoltori per le applicazioni per le lavorazione interfilari con applicazioni sia ventrali che posteriori, senza con compromettere di svolgere le normali lavorazioni del terreno come l’aratura e la preparazione del terreno.

Il successo del modello Farmall fu tale che, unitamente agli effetti della grande depressione, costrinse Henry Ford a sospendere nel 1928 la produzione del Fordson negli Stati Uniti per trasferirla temporaneamente in Inghilterra.

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1929 grazie al trattore Farmall , la IH Co. Raggiunge una posizione dominante nel mercato dei trattori con una quota del 60%.

Già nel 1930 la International Harvester Co. Si può definire Multinazione, una tra le prime Americane e perciò Mondiali. Aveva acquisito nel breve volgere di 3 decenni esperienze di marketing e di costruzione internazionale. E’ stato il primo vero marchio Full Line agricolo, vendeva dai trattori agli aratri alle mietitrebbie alle mungitrici. Oltre al brand agricolo aveva occupato anche il brand veicoli da trasporto medio e pesante, contrastando il primato di altri colossi del settore quali General Motors e Ford.

 

1937 Raymond Loewy, ingegniere di origine francese, introduce il famoso ed immortale logo IH che simboleggia un trattore Farmall ed il suo driver visti di fronte, ma oltre a questo, introdusse nuovi standard in termini di ergonomia e styling. Sempre nel 1937 dalle catene di montaggio dello stabilimento di Neuss il 15 marzo esce un Farmall Modello F12; il primo di una lunga serie di macchine destinata a lasciare una profonda impronta nel mercato trattori stico europeo ed italiano, finendo per identificare il marchio IH come sinonimo di qualità potenza e tecnolgia.

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1938 International Harvester acquisisce un’area costruttiva presso Doncaster in Inghilterra dove è prevista la messa in opera di un secondo stabilimento europeo di produzione di trattori oltre a quello di Neuss in Germania. L’avvento della seconda guerra mondiale fa sì che il governo britannico requisisca lo stabilimento per la produzione di materiale bellico, il primo trattore prodotto a Doncaster vedrà la luce solo nel 1947.

 

1939 La International Harvester entra ufficialmente a competere con gli altri affermati colossi industriali delle macchine a cingoli americane Caterpillar e la Allis-Chalmer con il modello TD 18 nel 1939, macchina di grande potenza e dimensioni di utilizzo prettamente industriale, creando di fatto la divisione Macchine Movimento Terra.

 

1947 dal divisione construction viene presentato il modello IH TD-24, concepito e sviluppato per competere direttamente con il Caterpillar D8, leader indiscusso del settore. Per differenziare, migliorare e superare il D8 la International Harvester progetta per il TD-24 un innovativo sistema di sterzo a planetari, che dovrebbe consentire alla macchina di sterzare senza togliere trazione al nastro interno, sistema che avrebbe reso ad un tratto obsolete tutte le macchine competitrici, Caterpillar in primis. La scarsa sperimentazione o l’errata progettazione resero questa macchina uno dei più terribili “flop” per la International Harvester, forse il più grande fino ad allora, tant’è che furono costretti a ritirare tutte le macchine vendute (alcune centinaia di esemplari) e sostituire integralmente la trasmissione finale debitamente riprogettata. Il TD-24 fu poi reintrodotto, ma questa esperienza costò un pesante tributo finanziario alla IH.

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1942 L'infuriare della seconda guerra mondiale non impedisce ad IH di sviluppare i propri prodotti: viene lanciata la prima mietitrebbia IH semovente

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1946 Con la fine della guerra riprendono le attività produttive, lo stabilimento di Neuss in Germania, raso al suolo dal fuoco alleato, viene ricostruito e alla fine dell’anno già sono prodotti 50 trattori. Il governo inglese restituisce la fabbrica di Doncaster dove ha inizio la produzione di presse, caricatori frontali, aratri, erpici ecc. con marchio McCormick o International Harvester.

 

1947 Dalle catene di montaggio del nuovo stabilimento di Doncaster (UK) esce un Farmall Model M: è il primo trattore fabbricato in Inghilterra. In questa fabbrica, con il marchio International Harvester, saranno prodotti solo trattori a quattro cilindri di bassa-media potenza destinati, oltre al mercato inglese, al mercato americano, per il quale i trattori IH di alta potenza continuano ad essere prodotti presso lo storico stabilimento di Rock Island.

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1965 Nasce a Rock Island il modello 1206, il primo trattore di grande serie ad essere dotato di turbocompressore

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1965 Una grande merito alla diffusione del marchio International Harvester in Europa fu da imputare allo straordinario successo dei modelli presentati in questo anno a Neuss: il 523 ed il 624 affiancati poi a partire dal 1969 dai modelli modelli più potenti 724 ed 824

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1966 Viene messo in commercio il primo trattore isodiametrico: il 4100 da 160 cv (Rock Island)

 

1968 IH GB lancia il trattore McCormick International B-634. E 'stato anche l'ultimo trattore prodotto in Gran Bretagna di utilizzare McCormick come parte del suo marchio. La produzione è cessata nel 1972.

L'ultimo trattore prodotto a Neuss a portare il nome "McCormick" era una 624, anche in questo caso era il 1972.

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1974 nello storico stabilimento di Rock Island viene prodotto il 5 milionesimo esemplare di trattore International Harvester. Questo evento è emblematico del predominio indiscusso di IH sui mercati agricoli americani e mondiali. Sono gli anni del fulgore che precedono la grande crisi agricola degli anni 80.

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1978 viene lanciata sul mercato una delle mietitrebbie di maggior successo della storia recente nel campo delle macchine da raccolta: le IH Axial Flow 1440 e 1460, prodotte nello stabilimento di Harvester in Illinois (praticamente adiacente allo stabilimento di mietitrebbie John Deere), considerate vera e propria pietra miliare nella tecnica della trebbiatura. Se il primato di prima mietitrebbia assiale spetta alla TR 70 New Holland presentata un anno prima, certo non raccolse il successo del progetto monoassiale "Axial Flow".

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1979 La International Harvester Co., leader mondiale indiscusso dalla metà degli anni ’20 del mercato delle macchine agricole, cede definitivamente la propria leadership alla John Deere. In questo anno il gruppo IH è costretto a licenziare complessivamente oltre 3400 dipendenti dai suoi 60 siti produttivi dislocati in tutto il mondo. I 172 giorni di sciopero dei dipendenti del più grande stabilimento, quello americano di Rock Island, decreta l’irreversibilità della crisi del marchio.

 

1979 Sempre in questo anno viene presentata in America una innovativa gamma di trattori articolati di media potenza dal cui successo vengono dipendono le speranze di ripresa del marchio: i modelli "snoopy" 3388 e 3588 rispettivamente di 157 e 177 cavalli.

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1981 Vengono lanciate 2 nuove gamme di trattori convenzionali da campo aperto prodotti negli Stati Uniti: i modelli 3288 e 3688 da 90 e 110 cv e i trattori 5288 e 5488 da 180 e 210 cv. Macchine evolute, con un particolare sistema di raffreddamento, dotate di trasmissione power shift a gamme. Ultima evoluzione del trattore International Harvester

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1979 Dagli stabilimenti di Neuss viene lanciata una nuova gamma di trattori: la serie 55 destinata a lasciare il segno tra gli agricoltori europei, particolare successo, per potenza, affidabilità e comfort riscosse fra tutti il modello 1455 da 145 cv.

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1984 novembre: Tenneco Oil Company acquisisce la divisione agricola di IH negli Stati Uniti e Gran Bretagna per 430 milioni di dollari e si fonde con la JI Case acquisita già nel 1967. Il nuovo marchio da ora in poi sarà chiamato Case-IH, la sede della nuova entità si trova a Racine (impianto di Case) nello Stato del Wisconsin. Si chiude così definitivamente il sipario su quello che è stato il più glorioso marchio del XX secolo.

 

1985 14 Maggio, data storica, l'ultimo esemplare di trattore International Harvester, un 5488 MFWD varca la soglia della più grande fabbrica di trattori mai esistita, Farmall Plant di Rock Island, si chiude definitivamente l'epopea avviata 140 anni prima da Cyrus McCormick.

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Il logo inventato nel 1837 Raymond Loewy sparirà per sempre, così come sparirà per sempre quel grande senso di appartenenza che questo marchio aveva saputo creare nella sua lunga e gloriosa storia.

Lo spirito di questa nobile stirpe ha continuato a vivere fino ai giorni nostri con il modello di mietitrebbia CaseIH 2388, che si ispirava nella linea e nei contenuti alla mitica 1460 del 1978.

L'immenso patrimonio trattoristico tecnico e d'immagine, vera e propria anima del marchio IH, si esaurisce emblematicamente con quel 5488 uscito il 15 maggio 1985. Per alcuni anni continuarono ad essere prodotti in europa, presso gli stabilimenti di Neuss e di Doncaster alcuni modelli, tra cui il mitico 1455XL con marchio CaseIH, ma senza curarne lo sviluppo, tutto si esaurì miseramente nel volgere di un paio di anni.

 

Come è potuto accadere che il gruppo industriale che ha dominato i mercati mondiali di macchine agricole dagli anni 20, quando il Fordson di Henry Ford conquisto' le campagne di mezzo mondo a quando John Deere, in concomitanza del lancio della serie '40 Iron Horse,

sottrasse alla stessa IH tale primato... parliamo di oltre 60 anni.

 

La crisi agricola?, le rivendicazioni sindacali?

Tutti i grandi costruttori americani le subirono: come mai un colosso come International Harvester che godeva di un credito e di un immagine seconde a nessuno non è riuscita a mettere in atto provvedimenti atti a salvaguardarne la continuità?

 

E' ipotizzabile che la sindrome da primi della classe e l'inevitabile presunzione indotta da tale consapevolezza possa avere avuto un ruolo nel crollo di questo marchio storico ed istituzionale ?

Modificato da Andrea terratech
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Come è potuto accadere che il gruppo industriale che ha dominato i mercati mondiali di macchine agricole dagli anni 20, quando il Fordson di Henry Ford conquisto' le campagne di mezzo mondo a quando John Deere, in concomitanza del lancio della serie '40 Iron Horse,

sottrasse alla stessa IH tale primato... parliamo di oltre 60 anni.

 

La crisi agricola ?, le rivendicazioni sindacali? Tutti i grandi costruttori le subirono: la International Harvester come la John Deere come la Case, come la AGCO... perchè fu fatale solo alla IH, la più grande tra esse? E' ipotizzabile che la sindrome da primi della classe e l'inevitabile presunzione indotta da tale consapevolezza potrebbe avere avuto un ruolo nel crollo di questo marchio storico ed istituzionale.

 

Le cause possono essere molteplici. Una fra tutte il fatto che in periodi di crisi o, comunque, di non crescita (stagnazione), come avvenne tra la fine degli anni '70 e i primi '80, le aziende più grosse ne risentirono di più. E' una legge empirica (più che economica): maggiori dimensioni e maggior estensione a livello internazionale rendono gli effetti delle ciclicità economiche (sfavorevoli in questo caso) più pesanti e, spesso, fatali. Un pò come l'acqua calda che, sotto lo zero termico, ghiaccia prima di quella fredda.

Più che 'sindrome da primi della classe' o sentimenti di onnipotenza, credo che la ragione sia da ricercare nella mancanza di flessibilità delle aziende di dimensioni mondiali; flessibilità intesa come capacità di adattamento ai cambiamenti economici, ambientali e socio-culturali.

E questo dimostra come non sia stata certo una casualità il fallimento che, a metà anni ottanta, dichiararono ben due tra i 3 maggiori costruttori di macchine agricole al mondo: Internetional Harvester e Massey Ferguson, per l'appunto.

Piuttosto ci si dovrebbe chiedere come abbia fatto JD a superare quel periodo, che vide andare gambe all'aria i suoi diretti competitors, e ad imporsi sul mercato come leader indiscusso fino ad oggi.

 

P.S.: il motivo per cui la AGCO non risentì di tutto questo credo sia da ricollegare alla sua inesistenza in quel periodo. La sua istituzione\nascita risale infatti al 1990..:rolleyes:

 

Comunque, bel lavoro!:)

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Le cause possono essere molteplici. Una fra tutte il fatto che in periodi di crisi o, comunque, di non crescita (stagnazione), come avvenne tra la fine degli anni '70 e i primi '80, le aziende più grosse ne risentirono di più. E' una legge empirica (più che economica): maggiori dimensioni e maggior estensione a livello internazionale rendono gli effetti delle ciclicità economiche (sfavorevoli in questo caso) più pesanti e, spesso, fatali. Un pò come l'acqua calda che, sotto lo zero termico, ghiaccia prima di quella fredda.

Più che 'sindrome da primi della classe' o sentimenti di onnipotenza, credo che la ragione sia da ricercare nella mancanza di flessibilità delle aziende di dimensioni mondiali; flessibilità intesa come capacità di adattamento ai cambiamenti economici, ambientali e socio-culturali.

E questo dimostra come non sia stata certo una casualità il fallimento che, a metà anni ottanta, dichiararono ben due tra i 3 maggiori costruttori di macchine agricole al mondo: Internetional Harvester e Massey Ferguson, per l'appunto.

Piuttosto ci si dovrebbe chiedere come abbia fatto JD a superare quel periodo, che vide andare gambe all'aria i suoi diretti competitors, e ad imporsi sul mercato come leader indiscusso fino ad oggi.

 

P.S.: il motivo per cui la AGCO non risentì di tutto questo credo sia da ricollegare alla sua inesistenza in quel periodo. La sua istituzione\nascita risale infatti al 1990..:rolleyes:

 

Comunque, bel lavoro!:)

 

Ringrazio l'amico Massey Harrys per i complimento e per la puntualizzazione che, con la quota sotto riportata, ho voluto correggere e che poteva distrarre dal messaggio conclusivo dell'intervento.

 

La crisi agricola?, le rivendicazioni sindacali?

Tutti i grandi costruttori americani le subirono: come mai un colosso come International Harvester che godeva di un credito e di un immagine seconde a nessuno non è riuscita a mettere in atto provvedimenti atti a salvaguardarne la continuità?

 

E' ipotizzabile che la sindrome da primi della classe e l'inevitabile presunzione indotta da tale consapevolezza possa avere avuto un ruolo nel crollo di questo marchio storico ed istituzionale ?

 

Sinceramente non credo tanto alla "legge empirica" cui fai riferimento che renderebbero le aziende tanto più grandi tanto più vulnerabili alle criticità indotte dalle crisi congiunturali.

Credo piuttosto che la forza di una qualsiasi azienda stia nella capacità di saper interpretare le esigenze dei propri clienti, rispettando il loro lavoro ed il loro denaro, rispondendo ai mercati rimanendo quanto più possibile legati a valori etici e morali, oltre all'effimero e facile profitto, cosa che la fidelizzazione dei clienti e la dimensione multinazionale di un'azienda dovrebbero rendere più facile rispetto ad aziende più piccole e meno strutturate.

 

Perciò credo che, più che la dimensione in sè, i fattori che possono aver minato alla base la solidità International Harvester o di qualsiasi altra impresa siano l'incapacità di interpretare i tempi e/o la presunzione di imporre al mercato esigenze proprie in ragione di un non lungimirante, immediato profitto.

Modificato da Andrea terratech
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Come dico sempre non c'e' niente da fare quando uno e' forte e' forte....

Quindi solo complimenti e ringraziamenti per un'opera così meritoria (se vuoi da appassionato del marchio IH l'unico difetto che si puo' trovare e' l'estrema sintesi).

 

Per quanto attiene al crollo azzardo un Parallelo con un altro primo della classe americano dei nostri giorni (automobilistico pero') la General Motors dove le "incredibili doti e capacità distruttive" del gruppo dirigente facente capo a Wagoner sono state sufficienti in circa 10 anni a portare il primo gruppo automobilistico del mondo quasi alla bancarotta (ops anche questa volta c'e' una bella crisi di mezzo). Mai sottovalutare l'enorme potenziale dell'incapacità umana.

Diciamo solo che per nostra sfortuna la IH non ha trovato le risorse al suo interno (e dalle parti di una certa casetta Bianca)per una rinascita come invece e' successo a GM (almeno fino ad oggi...).

 

Saluti

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  • 2 mesi dopo...

Ottimo lavoro, è importante ricostruire il percorso storico di questi grandi marchi internazionali: spesso si perde di vista quanto lavoro e quanta evoluzione tecnica c'è dietro ai prodotti di oggi.

Una sola correzione: inizialmente Mc Cormick inventò non la mietilegatrice bensì la mietitrice semplice (in inglese reaper), cioè una macchina che tagliava il grano e lo depositava a terra in covoni che poi dovevano essere legati a mano da un operaio che seguiva la macchina. Solo nel 1878 un inventore americano, John Appleby, ideò l' apparecchio annodatore, che faceva il nodo allo spago e consentiva di legare a macchina il covone, realizzando quindi la mietilegatrice (in inglese (reaper-binder). Il sistema fu adottato subito da vari costruttori (Mc Cormick, Deering, Massey Harris ecc.).

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  • 4 settimane dopo...

Premetto di saperne molto poco su vecchi marchi di trattori, però c'è da dire che 170 e più giorni di sciopero (sul perché ci siano stati e siano andati avanti poi è un'altra cosa) sono una follia che avrebbero potuto segnare chiunque.

 

Molto bello il racconto storico, e interessanti i mezzi presi in esame.

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fischia adesso che ho trovato questo post pubblicherò le foto della mia imballatrice della international!!! è troppo bella, neanche le imballatrici di adesso della gallignani sono così evolute.. ha una fame di foraggio che è indescrivibile, proprio ieri sono andato ad imballare un pezzo a dei signori anziani che avevano rotto la loro nh e hanno detto che le stavano alla larga perchè gli faceva paura in confronto alla loro nh:ave:.. e più vai forte e più lei è contenta!! O0 ti spara fuori ballette da 25-30 kg l'una!!!

non so quante ballette avrà fatto sicuramente più di 30000 solo quest'anno ne abbiamo fatte 2000 di loiessa senza contare quelle che verranno di orzo, grano!!:clapclap:

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  • 4 settimane dopo...

Ottimo lavoro complimenti, io avevo il Mc Cormick D-439 4 cilindri diesel con precamera quanti ricordi.... Volevo anche chiedere (curiosità) quali sono i primi modelli International importati in Italia? Il successo di questo marchio fu immediato nel nostro paese o faticava?

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  • 3 mesi dopo...
  • 2 settimane dopo...

Ragazzi, ho appena letto la storia di questo glorioso marchio, bellissima ed emozionante, ti fa assaporare l'agricoltura di una volta, grazie. Vorrei chiedervi a proposito del connubio con steyr e dei modelli austriaci marchiati Case ih a mio parere ottime macchine. Spero di non essere fuori argomento

Ciao a tutti

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  • 3 mesi dopo...
  • 1 mese dopo...
  • 10 mesi dopo...

già lo postai tempo fa

 

ma io dico guardate che sollevatori, si d'accordo sarà terretta non conosco la fama diel sollevatori case-international, però sarei pronto a scommettere che come sforzo controllato erano meglio dei fiat !......

Domanda ma la fiat quando ha rillevato case-ih, ford, ecc ecc dei brevetti vari che ne ha fatto ...li ha buttati nel cesso??

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