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Due quesiti su IAP, pensione di lavoro e affitto terreni


Marchese

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Buonasera a tutti, vi espongo un quesito su cui spero possiate aiutarmi.

La mia vera passione è da sempre la terra, avendo sempre seguito, anche se da fuori, la proprietà della mia famiglia.

Purtroppo però l'opposizione dei miei mi ha costretto a scegliere un'altra strada, con laurea in giurisprudenza, Master in economia aziendale e oggi mi ritrovo a fare l'impiegato di banca, ma spero ancora di riuscire a fuggire e realizzare le mie vere aspirazioni.

Ora sono in fase di gestione del passaggio generazionale, con mio padre in pensione da insegnante di Istituto agrario (è laureato in agraria) e titolare di partita IVA agricola con cui conduce la proprietà (è imprenditore agricolo ma non ha ancora chiesto la qualifica IAP perchè prima lavorava), e pensavo di sistemare la vicenda conferendo i terreni da assegnare ad una società di cui poi trasferire le quote da mio padre (che ne resterebbe l'amministratore) a me.

Il primo quesito è appunto relativo alla possibilità di rivestire la qualifica di IAP da parte di un pensionato (non mi pare ci siano problemi, anzi, la legge dispone espressamente che dal calcolo dei redditi da lavoro siano "escluse le pensioni di ogni genere e gli assegni ad esse equiparati").

Ora la normativa (visibile qui: http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/04099dl.htm) prevede che se una società ha la qualifica di IAP i conferimenti dei terreni nella società godono delle stesse agevolazioni previste per la piccola proprietà contadina (imposta catastale all'1% e imposte ipotecaria e di registro in misura fissa di € 168,00 cadauna).

La legge però prevede un impegno a proseguire nella gestione diretta per almeno 5 anni dal trasferimento, a pena di decadenza dai benefici ottenuti.

Ora mi domando: io ho tutta l'intenzione di avviare un'attività seria, con investimenti in macchinari e recuperando i fabbricati rurali in abbandono, riconvertendo i rimboschimenti di conifere in latifoglie, e provare ad introdurre un allevamento di maiali en plein air (il tutto spendendo il frutto dei risparmi del mio stipendio in banca), ma siccome nelle mie terre ci sono anche appezzamenti irrigui che si fittano per i pomodori anche a 700 euro ad ettaro (che mi posso sognare con le altre colture), se concedo ogni anno una parte dell'azienda in fitto stagionale per alcuni mesi (aprile-ottobre) per integrare il reddito aziendale, rischio di vedermi revocare le agevolazioni sui trasferimenti dei terreni alla società (in quanto verrebbe meno la "gestione diretta")? O trattandosi di fitti stagionali non rilevano? In fondo la legge prevede che gli IAP possano diversificare le attività dandosi anche alla produzione di energie verdi con un regime fiscale agevolato, per cui sarebbe assurdo escludere la possibilità di ottimizzare l'uso dei terreni aziendali concedendoli stagionalmente in affitto (oltretutto migliorando la gestione agronomica con una rotazione migliore e più varia), ma da laureato in giurisprudenza so che di assurdità è piena la legge...

 

Scusatemi se sono stato prolisso, e grazie a quanti mi sapranno aiutare.

 

Marchese

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1) Secondo me il tuo ultimo discorso non fila. Non capisco la relazione tra (faccio un esempio banale) la piantumazione di un pioppetto da usare come biomassa e la gestione diretta dello stesso da parte di uno iap o di una società di cui esso sia socio da un lato e il tuo interesse ad affittare a terzi dall'altro?

La legge è chiara al riguardo. Vuoi l'agevolazione? Bene, devi dimostrarmi che il risparmio di oltre 17 punti percentuali di fisco sono giustificati e la prova è rappresentata dalla continuità della tua conduzione personale.

 

D'altra parte tu mi insegni che la registrazione è un atto con cui si rende pubblico un atto privato. Se non registri i fitti...:fiufiu:. Non so però se la controparte sarebbe interessata a coltivare un terreno in queste condizioni di precarietà.

 

2) Ti faccio altresì osservare che il beneficio fiscale presuppone l'iscrizione dell'interessato all'Inps con relativo versamento dei contributi in base al reddito agrario dichiarato. Se lo iap non è iscritto il vantaggio fiscale si riduce notevolmente. Se non ricordo male la tassazione è all'11% sopra i 40 anni e al 7/8 nel caso di giovane iap.

Come pensionato però credo che tuo padre (nonostante pensionato indap) abbia diritto ad una riduzione di contributi se ha superato i 65 anni.

3) Sul passaggio di proprietà dei terreni (se ho capito la finalità di trasferire le quote soscietarie) a mio modesto avviso stai facendo le cose più grandi di quel che sono.

Innanzitutto par di capire che non è tua intenzione lasciare la tua attuale occupazione da bancario altrimenti la qualifica di iap o ancor meglio di c.d. la chiederesti tu. L'attività agricola per te sarebbe un secondo lavoro.

Non capisco allora perchè vuoi anticipare i tempi se i rapporti con tuo padre sono di civile convivenza. Lascia che l'attività da un punto di vista figurativo continui a risultare intestata a lui finchè possibile (non sai in quanti vorrebbero avere la tua fortuna...).

In sede di successione, se mr Monti non mette mano pure a quella, pagherai un 3% sul valore catastale (reddito domenicale) del terreno comprensivo anche degli immobili strumentali, ripeto il 3%. Non è l'1% a cui aspiri ma se consideri i contributi inps che tuo padre dovrebbe versare come iap per almeno 5 anni, non so se il gioco valga la candela (la fascia più bassa di contribuzione si aggira sui 1500€*5=7.500 € Su un differenziale del 2% (3-1) la cifra corrisponde ad un valore catastale dei terreni di 375.000 €. Togli un 50% (come detto non so però se quella % di riduzione valga anche per tuo padre pensionato indap) per la riduzione dei contributi ti resta comunque un valore di 187.000 €. Qual'è il reddito domenicale dell'azienda di tuo padre?)

 

Tieni conto inoltre (se non hai ancora compiuto i 40 anni) che se un domani (prima dei 40) decidessi di fare il contadino seriamente, un discorso come quello da te formulato in termini di passaggio di quote in una società già esistente potrebbe renderti più difficile, se non impossibile, accedere al Psr di base.

Insomma devi farti due conti con l'aiuto di qualcuno che queste cose le mastica per lavoro per capire che cosa ti convenga fare alla luce di quello che vuoi fare.

 

In bocca al lupo.

 

:n2mu:

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I pensionati sono tutti INPS da gennaio

 

Vero. Ma sai com'è quando si tratta di chiedere siamo tutti uguali per lo stato, quando si tratta di dare iniziano le differenze.

 

:)

 

:n2mu:

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Il problema è esattamente questo: non sono figlio unico, e le situazioni sono complicate dal fatto che mio padre ha rinunciato all'eredità delle sorelle di mio nonno per cui siamo subentrati direttamente io e mia sorella (in comunione con vari cugini, ma a breve divisi, è già stato fatto il sorteggio), per cui ci sono terreni che erano di mio nonno, ora in comune al 50% mio padre e mia zia, altri che dopo la divisione con i cugini saranno in comune al 50% mia zia, al 30% mio padre al 10% io e al 10% mia sorella e infine altri ancora al 50% mia zia, al 25% io e al 25% mia sorella. Insomma un bel casino. Trattandosi di terreni tutti vicini in due diversi siti (uno in montagna e un altro in pianura), è opportuno fare le cose in modo da creare aziende accorpate.

Non credo di fare le cose più grandi di quel che sono in quanto si tratta complessivamente di oltre 700 (settecento, non è un errore di digitazione) ettari, di qualità in buona parte scadente (terreni molto pietrosi e scoscesi in montagna, in parte rimboschiti, oggi affittati stagionalmente per pascolo ad un allevatore di pecore, seminativi in pianura soggetti alle esondazioni di un vicino torrente, macchia mediterranea vincolata e dunque non dissodabile, il seminativo effettivo è ad oggi di 40 ettari in montagna e 120 in pianura) oggi gestiti malissimo e con redditività che a stento copre tasse e contributi di bonifica.

Date le dimensioni, l'aspetto degli oneri fiscali sul trasferimento è tutt'altro che secondario.

L'intenzione di affittarne una parte non mi pare contrasti con l'idea di investire in macchine e miglioramenti fondiari: se io voglio avviare un'azienda cerealicola e riconvertire i boschi esistenti, perchè mai non dovrei stagionalmente concedere in affitto dei terreni per colture orticole per cui non ho nè preparazione tecnica nè attrezzatura meccanica? O perchè dovrei lasciare inutilizzati i pascoli se non intendo partire immediatamente con un allevamento in proprio (che mi piacerebbe, ma fra qualche anno)?

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Non sono un'asso... Ma provo a spiegarti quello che penso io... Il legislatore ha messo questi vincoli perché non tutte le persone di questa terra hanno buone intenzioni... Alcuni POTREBBERO pensare di prendere i contributi e prendere al contempo l'affitto...

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  • 7 anni dopo...
12 minuti fa, enri94 ha scritto:

Cosa è la qualifica o titolo iap un agricoltore c'è l a un perito agrario agronomo lucidatemi le idee perché c'è un corso 

Se traduci magari qualcuno ti può aiutare

  • Like 1
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1 ora fa, enri94 ha scritto:

Io sono un perito agrario non iscritto all albo.... c'è un corso che faranno a breve di 200 ore questo corso mi serve chi è perito agrario  o agronomo e già in possesso della qualifica  vorrei sapere cosa serve essere iap 

Principalmente serve per essere idoneo per partecipare ai bandi PSR, per chi non ha fatto scuole attinenti il settore agrario.

Se tu sei perito agrario e vuoi aprire un azienda agricola con il psr, non serve che fai il corso IAP, e in graduatoria ha anche un punteggio maggiore perchè diplomato in agraria.

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Principalmente serve per essere idoneo per partecipare ai bandi PSR, per chi non ha fatto scuole attinenti il settore agrario.
Se tu sei perito agrario e vuoi aprire un azienda agricola con il psr, non serve che fai il corso IAP, e in graduatoria ha anche un punteggio maggiore perchè diplomato in agraria.
Io non ho fatto nessun corso iap.
Ti mettono in "prova" per 2 anni mi pare, se non combini guai ti danno la qualifica iap

Inviato dal mio SM-G930F utilizzando Tapatalk

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Il 3/3/2020 Alle 14:29, Ambrosius88 ha scritto:

Principalmente serve per essere idoneo per partecipare ai bandi PSR, per chi non ha fatto scuole attinenti il settore agrario.

Se tu sei perito agrario e vuoi aprire un azienda agricola con il psr, non serve che fai il corso IAP, e in graduatoria ha anche un punteggio maggiore perchè diplomato in agraria.

Spesso la qualifica iap serve e soprattutto serviva per la ppc.

Pagare un imposta all'1% piuttosto che al 18% o all'attuale 12 significava e continua a significare in sede di acquisto vagoni di imposta risparmiata. 

Oggi poi c'e' anche un risparmio contributivo inps se < 40 anni.

Hai un diritto di prelazione.

Insomma per chi ha i requisiti di tempo/reddito vi e' piu' di un motivo per valutare questa qualufica.

Un p.a. non ha bisogno di frequentare alcun corso per ottenere la qualifica iap. 

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Secondo me c'è da far fare un'analisi approfondita a qualche esperto...

Il pensionato può rivestire la qualifica di IAP perchè, come già detto, la pensione non va a costituire reddito nel calcolo della prevalenza. 

Però non ci hai specificato che tipo di società andrete a costituire: società semplice, snc, srl... E' importante saperlo perchè in base al tipo di società, variano i parametri per la quale questa sia IAP o meno.

Attenzione che alcune ultime sentenze, ingiustificatamente a mio avviso, hanno revocato i benefici dello IAP (ad esempio esenzione dal pagamento dell'IMU) agli IAP pensionati. Valuta bene la cosa, perchè su 700 ettari l'IMU non è uno scherzo.

Nel conferimento dei terreni dal socio alla società IAP è vero che ti avvali delle agevolazioni della PPC, ma per non decadere da tale beneficio non potrai locare i terreni a terzi nell'arco dei 5 anni: se li affitti, significa che non sei un coltivatore diretto, quindi decade il beneficio PPC.

Valuta attentamente poi, anche sulla base della tipologia della società che andrete a costituire, cosa dovesse accadere se ci dovessero essere trasferimenti e/o cessioni di terreni: a volte capita che il fisco non si dimentica dei benefici ed attraverso gli strumenti più disparati (plusvalenze in primis) venga a bussare a denari...

Un bravo commercialista ed un bravo notaio specializzati in campo agricolo sapranno guidarti nella scelta migliore.
 

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