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Donne e trattori agricoli


Tiziano

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Con un atto proditorio e di stampo piratesco:asd: approfitto di un attimo di disattenzione dei moderatori per inserire un argomento nuovo che farà molto piacere (spero) a buona parte degli iscritti e visitatori del forum.

Donne e motori (agricoli) è sempre stato un connubio di imprescindibile effetto, che da sempre riesce a sollecitare gli operatori di un settore lavorativo che fa dell’uomo (inteso come maschio) il fulcro principale su cui si snodano tutte le principali direttive che l’azienda agricola assume nel corso dei tempi.

Intendiamoci bene: moltissima fatica (tanta e sicuramente troppa) è stata versata dalle donne sui nostri campi, soggiogate da antichi retaggi di predominio maschile; al giorno d’oggi sono meritevoli quelle temerarie che affrontano l’imprenditoria agricola, ma senza nasconderci dietro a paraventi di correttezza, sappiamo bene tutti che la componente maschile è assolutamente preponderante, quasi totale; scherzosamente potremmo battercela, quanto a percentuale, con l’istituto del sacerdozio.

E poi, tanto per farla corta, ogni volta che si deve discutere di che trincia sarmenti scegliere, o se sia meglio l’erpice rotante X piuttosto che Y, o se comprare il Fiat 1000 piuttosto che un Same Drago, vorrete mica che siano le donne a scegliere?, eh, no!, almeno questo lasciatelo a noi!.

Va da se che i pubblicitari ci vadano a nozze e visto il “bersaglio” sostanzialmente di sesso unico non si faccia molta fatica a mettere una bella donna, sbottonata, fascinosa e ammiccante accanto ad un trattore o qualsivoglia attrezzo inerente.

Lo sappiamo tutti che tira più un pelo di f*** che una coppia di buoi; e per f*** non intendo certamente né Fiat, Ford e neppure Fendt ma quella sfessa (fessura) che, otre a generare la vita, fa anche girare il mondo menandoci, a noi maschietti, per il naso con estrema facilità.

Sapete tutti benissimo che nel frutteto si usano le “trappole sessuali” e non volete che nel mondo degli umani certe cose non funzionino nella stessa maniera?, nel settore pubblicitario, dove le catture sono psicologiche e subliminali, mettere in bella evidenza una bella ragazza fa sempre il suo bel aggancio, che tanto male non fa (salvo sfociare nel ridicolo e controproducente).

Evitando patetiche cadute di stile (sia grafiche che di testo) mi limito a riportare esclusivamente materiale attinto da pubblicità su riviste di settore o depliant specifici (ovvero agricoltura e dintorni); per chi volesse qualcosa di più pepato, fuori da questo portale, il web offre opportunità di crogiolarsi in ogni sorta di perversità.

Ovviamente prendete queste mie righe in modo allegorico e ironico, quasi canzonatorio; non vorrei apparire come un erotomane vizioso e depravato finito nei gorghi sordidi della lussuria pervertita condita da camionate di maschilismo; d'altronde le immagini appartengono, sostanzialmente, ad un’epoca che, per contenuti erotici, anche a allora non davano certo scandalo, figuriamoci ora.

 

Intanto lustriamoci gli occhi con questa gradevole fanciulla

 

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con tanto di pettorina dedicata Massey Ferguson (notate….. l’ampiezza della tasca centrale e i gradevoli colori) e l’immancabile manico della forca tra le mani (manico=simbolo fallico, noooooo?), sembrerebbe una studente di agraria in servizio di stage presso una azienda zootecnica, desiderosa di apprendere le tecniche di allevamento. Che dite, alla fine dello periodo di addestramento, riuscirà ad ottenere un giudizio positivo da parte del capo stalla?.

 

Adesso prendiamo in esame questo documento pubblicitario del Same 240,

 

 

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dunque, osservate l’immagine e vedrete dove andrò a parare: è tratta dal depliant del 1959 in lingua tedesca volto ad illustrare la stazione automatica di controllo, in quanto novità della serie Automazione, l’immagine originale appare meglio di quella scansionata ed i colori hanno quella morbidezza che solo i fotocolor anni 50’-60’ esprimono, di per sé potrebbe oggi apparire in copertina in una rivista di trattori e non sfigurare con le immagini attuali.

Se però grattiamo solo appena un po’ nella fotografia scopriamo intenti sibillini, che a prima vista non compaiono ma che lasciano un segno postumo che poi affiora scremato dal messaggio puramente meccanico-agrario; io ho brigato un po’ per comprendere a fondo “tutto” il comunicato e che lì non c’è solo un trattore diesel bicilindrico con sollevatore moderno, ma ben di più.

Si guardi bene: siamo in risaia, c’è un 240 nuovo fiammante e il suo sedile ha il gradevole privilegio di ospitare il morbido fondoschiena di una sorridente signorina che subito attira le nostre simpatie ( giuro che vorrei averne una così anch’io che mi aiuta nei campi, oppure vorrei essere il sedile! ) e i più distratti si fermano lì giusto per fare due commenti salaci e basta. Ma noi andiamo oltre e focalizziamoci sullo sfondo: ben distribuite (e accuratamente NON coperte dal soggetto in primo piano) appaiono 4 mondine comandate da un uomo, sulla destra, che impone a braccio disteso il da farsi, il tutto appare un po’ sfocato anche perché il messaggio importante è l’autorità indiscussa dell’uomo e la subordinazione della donna; ricordiamoci che siamo nel 1959 e i trattori erano destinati solamente ad un pubblico rigorosamente maschile (salvo rare e uniche eccezioni) perciò virile e nerboruto, con tutto il corollario di ataviche concezioni riproduttive che ne conseguono.

Spostiamoci ora alla pedaliera del Same, con acceleratore spostato in avanti; qui non possiamo sottrarci alla vista dei piedi nudi esibiti dalla fanciulla e che faranno avvitare gli occhi a più di qualche feticista incredulo di tanto belvedere; mi si dirà che in quegl’anni l’agricoltore medio non sapesse nemmeno cosa fosse il feticismo o altre declinazioni sessuali, certo non lo sapevano ma le pulsioni affiorano anche se non si è informati delle cose.

D’altronde vi pare che un’amabile ragazza si metta alla guida di un trattore (dico un trattore) a piedi nudi e per giunta puliti, delicati e così desiderabili?; sì proprio puliti e come ci è arrivata sul Same, volando?; certe cose, credetemi, non sono casuali!. Indiscutibilmente un paio di stivali in gomma Superga Padus al ginocchio le avrebbe donato un aspetto fetish-rubber pure niente male (e non vi dico per quelli a tutta coscia……).

Ma proseguiamo e vediamo l’ultimo messaggio: l’uomo con lo spianone e redini (redini = comando) al traino del trattore, e osserviamo il sorriso malizioso dell’uomo, il suo portamento e l’abbigliamento che lascia mostrare strategicamente le parti del corpo virili (petto villoso, arti inferiori, avambracci e maniche di camicia rudemente avvolte, niente pancia e, si noti bene bavero alzato –in risaia?-), se consideriamo che quello in precedenza era un lavoro sempre svolto (vedi co-immagine laterale) dal cavallo, o…cavalla….. e per estensione affermiamo che > come affermava un tale, capirete bene quale comunicato finale, preciso e neanche tanto nascosto, possa raggiungere l’osservatore: comprati un Same e dominerai sessualmente le lavoratrici della fattoria !!!!.

E brava Same! .

Mi faceva notare un altro membro (…!! ...) del forum, che il Same 240 aveva in dotazione a richiesta anche l’endometro (facente parte della strumentazione) mentre le donne hanno l’ endometrio (mucosa che riveste la cavità interna dell’utero), quasi a sottolineare una certa corrispondenza e armonia con la ragazza colà seduta.

(nota per i più distratti: il Same 240 ha la mascherina di un colore differente da quelli di serie e manca l’ammortizzatore del sedile guida, infatti si vede l’attacco nella zona sopra il coperchio sollevatore)

 

Appena sopra abbiamo tirato in ballo gli stivali tuttacoscia?, bene, lupus in fabula!, ecco un documento Fiat trattori del 1982 (tratto da Notiziario dell’Autoriparatore -organo ufficiale Fiat Auto ricambi-) dove si perora la causa dei ricambi originali a salvaguardia del proprio trattore; non ostante l’argomento prettamente tecnico ecco spuntare immancabile ragazzuola di turno, qui sì con tanto di stivaloni, a sottolineare chissà cosa.

Però che c’entri, poi, mica ci sono arrivato.

 

 

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Ad ogni modo male non fa; anche io ho una zona umida in fondo alla campagna, ma di ragazze così “conciate” sortite dall’acqua, non mai ne ho viste; di bipedi, solo le simpatiche gallinelle d’acqua e qualche nèdar (anatra selvatica) oltre alle immancabili nutrie.

 

Ritorniamo alla Same, di nuovo un 240 in versione dt e una bel carico di mondine a cosce al vento, che al solito, fanno molta coreografia e mettono di buon umore.

 

 

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Questa volta il Same 240 sembra già di serie e con tanto di targhetta UMA al centro della mascherina.

 

Evidentemente a Treviglio avevano una particolare declinazione per il gentil sesso e per addolcire l’austera figura del possente 360C dt , hanno riempito il posto guida con ben tre simpatiche trattoriste

 

 

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ma stavolta senza caricare troppo il significato; forse qualche reprimenda aveva provveduto a mortificare un po’ gli animi “allegorici” che avevano glorificato il 240 con tanta “ginecologia”.

 

Passiamo ora ad un attrezzo che ha “ornato” migliaia di fienili e barchesse, aiutando i lavoratori nello stivaggio di fieno sciolto e in balline (ne ho scaricate tante anch’io, li su); il disegno della signorina è carino e molto alla moda, sembra un figurino di alta sartoria e si nota benissimo, dallo stile, che siamo a metà anni ’50.

 

 

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Apparentemente niente messaggi sibillini, ma in realtà suggerisce che se risparmi le fatiche “di giorno” ne avrai più per “la notte”, cose che si afferrano al volo senza tante allusioni.

 

Mais da seme, non pensavo di cogliere così tanti spunti:

 

 

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Per essere una pubblicità anni ‘70 di una semente, è ben condita e se osservate bene l’immagine scorgerete che la campestre ragassuola è senza reggiseno e si intravedono allegramente i capezzoli spuntare nelle forme attraverso la maglietta bianca….; e quella coccarda tricolore cosa ci sta fare proprio lì in mezzo?, eh!?, che si farà centro?, e con cosa?; vi ricordate che nelle caserme per pulire l’arma senza far danni, c’era un tricolore circolare con scritto “ per pulire l’arma puntare qui” (la pistola, appunto…). E quelle pannocchie, secondo voi cosa sembrano?; non fatemi scrivere quello che non voglio che l’argomento è già scivoloso di suo ( ….in tutti i sensi….).

 

Mungitrice National, anni ‘60

 

 

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Adesso mi trattengo che sennò mi prendo le rampogne dei benpensanti; che volete che scriva, che la paglia è fresca e le vacche pulite come ad un concorso?, semmai che bipede e quadrupede si fanno concorrenza riguardo le ghiandole mammarie, …….poi la fantasia mettetecela voi (riguardo produzione di latte giornaliera, l’ ora di mungitura, la razione di foraggio, se in zona Parmigiano Reggiano, ecc ecc………)

 

Fiat, serie Diamante, metà anni ’60, mercato Olanda e Belgio

 

 

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C’è poco da scrivere, siamo a livello di “Pippi calzelunghe”, niente immaginazioni e ristrettezze di stampo quaresimale. Oremus.

 

Motozappa Kubota

 

 

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Ecco un classico abbinamento senza concessioni ma con un occhio all’eleganza e il desiderio di portare una visione positiva della macchina; in effetti la donna appare ermeticamente racchiusa nei suoi vestiti ma ben curata, con i sui stivalini col pelo a risvolto, una pettorina di prim’ordine e una camicia che più sobria di così non si può. Eppure, personalmente, la ritengo assai attraente.

 

Eccoci di ritorno alla semente di mais (primi anni’80)

 

 

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Altra bella ragassa di campagna a consigliarci che tipo di mais seminare, e con la sua bracciata di pannocchie in corrispondenza sul ventre ci trasmette un messaggio di fertilità e fecondità come è lo stato di gravidanza e il risultato vitale che ne seguirà.

A parte il cappello pubblicitario di ordinanza (che di sicuro, normalmente, non metterebbe nemmeno col fucile alla schiena) si tratta indubbiamente di una bella ragazza degna di ogni ammirazione e con un’espressione e un sorriso veramente naturale.

 

A quanto pare le sementi sviluppano istinti primordiali, questa era su Informatore Agrario nel 1985

 

 

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porgeva informazioni (per modo di dire) sul seme di soia; niente messaggi specifici o tecnici ma puntava solo ad un’immagine principale ai maschietti interessati (e ai loro ormoni ) ….che dire,…semina su sodo….

 

Dò termine alle mie corbellerie salutandovi con questa attuale e intrigante “teen”

 

 

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che la Same, continuamente attenta ai nostri gusti, non manca di sottoporre alle mascoline pupille, sempre desiderose di forme morbide e rassicuranti che solo il mondo femminile, prodigo e generoso, riesce a donarci per un futuro radioso di moltiplicazione della specie (….non badate, il Lambrusco mi fa sempre questi effetti:2funny:).

Adesso tocca a voi.

Modificato da Tiziano
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  • 2 settimane dopo...
quel tiziano.... ma quante ne sà

Ma tutti sarebbero stati capaci di fare una cosa del genere, io semplicemente ho dato corpo ad un pensiero; in verità ho tenuto nel cassetto questo lavoro per circa due mesi, poiché non sapevo se ritenerlo adatto al forum o, peggio, avesse sfiorato il ridicolo al confronto dei lettori; poi ci sono stati innumerevoli ripensamenti, riposizionamenti di testo, tagli e correzioni, qualche immagine scartata e auto censura del testo, che in una immagine ero arrivato a considerare anche la parafilia come sotto-messaggio elaborativo.

Un paio di immagini scartate sono queste:

 

 

 

t146454_84-2-ia-pisello-patata.jpg

 

 

una copertina dell’Informatore Agrario ( febbraio 84) dalla comicità involontaria, con uno speciale dedicato al Pisello e Patata, :2funny: che mi sono rovesciato dalle risate quando l’ho vista anche se è un doppio senso da oratorio.

Poi c’era anche questa immagine molto “secsi” a fare da contraltare alle donzelle ritratte nel primo post….”quel mazzolin di fiori che vien dalla montagna”.

(ohi!, ohi!, come sono caduto in basso)

 

 

 

t146455_secsi.jpg

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  • 2 settimane dopo...

AMAZONEN Teaser zum Imagefilm - YouTube

 

le donne arciere di Amazone (le Amazoni infatti): un eccellenza dentro l'eccellenza... ancor più intrigante sapere che le testimonial non sono modelle professionisti ma, in realtà, sono semplici impiegate dell'Azienda stessa, come ho potuto constatare di persone durante la visita che ho avuto l'opportunità di fare allo stabilimento nel 2010....

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Complimenti per la discussione,qui si va ad analizzare il mistero dell'animo umano:clapclap::asd::asd:.

Tiziano,ma quello che viene fuori è che ci trattano come i cacciatori trattano le allodole!!:2funny::2funny: Dov'è che stanno di casa questi ''artisti''che gli scarico un bel rimorchio di letame davanti..O0A parte gli scherzi,l'altro aspetto che volevo segnalare è il mostrare donne che fanno determinati lavori o usano attrezzi pesanti per far credere nel subconscio dei poveri agricoltori che in realtà siano talmente facili e leggeri da essere un gioco.Ma io per cambiare una gomma faccio fatica e perdo anche un sacco di tempo!

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Qui una foto che va a dimostrare quanto la Svizzera propone di buono in campo agricolo....e non solo

 

 

t150091_calendar-goat.jpg

 

 

Mentre qui invece farei volentieri un giro sul Fendt con rotopressa, sapendo che in certi prati ci sono alcune "razze" bovine......:asd:( da notare il fiuto della vacca di sinistra, per vacca intendo la bovina naturalmente....).

Magari in quelle zone poi, se ti imbatti in una foratura, puoi sempre chiamare Inge Jochems a darti un mano......:asd:

 

 

t150092_fg5.jpg

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