Filippo B Inviato 13 Gennaio 2009 Condividi Inviato 13 Gennaio 2009 (modificato) In questa discussione cercheremo di creare un piccolo "glossario", con spiegazioni (brevi) circa il funzionamento dei componenti e dei comandi di un trattore. Il presente non vuole "insegnare" nulla al Trattorista Esperto, ma vuole comunque fornire un piccolo strumento di aiuto per quegli Utenti neofiti, che non conoscono perfettamente i funzionamenti di tutti i componenti cinematici di una trattrice agricola. E' gradita la collaborazione di tutti, se identificate errori siete pregati di segnalarli. Come detto, verrano riportate brevi descrizioni, demandando ad argomenti piu specifici la discussione piu approfondita. Cercheremo di usare termini semplici e spiegazioni chiare, forse non useremo una terminologia sempre adeguata, tuttavia ciò che vogliamo ottenere sono spiegazioni semplici ed alla portata di tutti e non tesi di laurea. Modificato 13 Gennaio 2009 da Filippo B 1 Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 13 Gennaio 2009 Autore Condividi Inviato 13 Gennaio 2009 (modificato) PowerShift (trasmissione): sistema di cambio velocità con innesto sottocarico senza l'uso della frizione. Puo' essere "semi" powershift (con due, tre, quattro, cinque o sei rapporti sottocarico e base meccanica con cambio classico a innesti meccanici) oppure "full" powershift (tutti i rapporti sono inseribili sottocarico). Generalmente, l'innesto avviene con pacchi frizione multidisco (che si "sostituiscono" ai classici innesti meccanici) che vengono azionati da un sistema elettroidraulico (comandi elettrici che attuano il sistema idraulico che provvede poi a innestare-disinnestare le varie frizioni).Alcuni o tutti i rapporti di marcia possono inoltre essere ottenuti da rotismi epicicloidali (vedasi apposita voce). Il Trattorista in genere ha a disposizione un comando elettronico (pulsanti oppure leva a scatto o su corsoio) in cui seleziona il rapporto desiderato. Sui "semi", di norma, vi sono due pulsanti (+ & -) sulla leva del cambio meccanico, mentre nei "full" vi è un comando a levetta sul bracciolo.Vi sono poi sistemi di gestione automatizzata, che prevedono le cambiate in automatico e varie altre programmazioni possibili a discrezione del Trattorista. I sistemi piu semplici (a due rapporti, generamente definiti anche "Hi-Lo" dai termini inglesi High e Load) di solito non prevedono alcuna gestione automatica. Alcuni nomi commerciali utilizzati dai Costruttori: autoquad dyna4 dyna6 dual command agroshift T-tronic hexashift range command automatic powershift power command ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI: p.shift p.s. mezzamarcia spezzamarce cambio sottocarico cambio elettroidraulico ARGOMENTI CORRELATI: http://www.tractorum.it/forum/tecnica-f32/cambio-348/ http://www.tractorum.it/forum/tecnica-f32/dal-volano-alle-ruote-la-trasmissione-di-marcia-2083/ Modificato 13 Maggio 2009 da Filippo B Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 13 Gennaio 2009 Autore Condividi Inviato 13 Gennaio 2009 Inversore elettroidraulico Dispositivo che permette di invertire il senso di marcia del trattore. Il tutto senza l'uso del pedale frizione, quindi "sottocarico". In genere, l'inversore elettroidraulico funziona con gli stessi principi del cambio p.s., quindi pacchi frizione multidisco a comando elettroidraulico. Attualmente, il comando dell'inversore è quasi sempre collocato sul piantone dello sterzo, alla sinistra dello stesso. Posizione molto comoda in quanto la mano destra rimane libera per utilizzare gli altri comandi (caricatore frontale, sollevatore etc). Alcuni inversori hanno la funzione parking integrata. Di norma il comando è a leva, con tre posizioni: avanti - folle - retro. All'inversore in genere è accoppiato un dispositivo di sicurezza a norma con le leggi antinfortunistiche, che impedisce l'accensione del motore con inversore innestato (ovvero, deve essere in folle per permettere l'accensione del motore. Al comando, possono essere abbinate sofisticazioni elettroniche, quali potenziometri per la regolazione della rapidità di innesto o sistemi per gestire il rapporto della trasmissione nei due sensi di marcia (ovvero, è possibile programmare una velocità diversa della retro rispetto alla avanmarcia). Alcuni nomi commerciali utilizzati dai Costruttori: powershuttle shuttlecommand revershift ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI: inversore idraulico invertitore Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 13 Gennaio 2009 Autore Condividi Inviato 13 Gennaio 2009 (modificato) Trasmissione Continua Introdotta a metà anni 90, si tratta di una trasmissione con numero di marce "infinito". La cinematica è di tipo idromeccanico, ossia sono presenti sia componenti idraulici sia meccanici. I vantaggi di questo tipo di trasmissione sono evidenti e tangibili. La possibilità di variare la velocità di avanzamento "all'infinito" (in realtà, in genere vi è un incremento- decremento che si aggira intorno ai 100m/h) fa si che la macchina si possa adattare in tempo reale ad ogni aspetto della lavorazione in corso. Inoltre, l'uso massiccio di software dedicati, permette di ottenere molti automatismi e regolazioni, interfacciando la trasmissione con il motore e con tutte le altre parti del trattore. Il Trattorista, in cabina, dispone in genere di un comando a leva elettronica che in base all'intensità di spostamento in avanti o indietro aumenta o diminuisce la velocità di avanzamento. Il Trattorista, inoltre, puo' impostare funzioni automatiche che prevedono il rallentamento automatico in caso di calo di regime di giri motore, con il successivo riadeguamento una volta superato il picco. Puo' inoltre sfruttare regimi di giri molto economici con assoluta facilità in quanto il software gestirà automaticamente il regime motore in base al carico di lavoro. Alcuni nomi commerciali utilizzati dai Costruttori: Vario Vario TMS autopowr Continuo Dyna VT CVT CMatic ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI: cambio vario cambio variazione continua cambio cvt trasmissione stepless ARGOMENTI CORRELATI: http://www.tractorum.it/forum/tecnica-f32/trasmissioni-variazione-continua-20/ http://www.tractorum.it/forum/tecnica-f32/trasmissone-nh-cvt-catena-1016/ Modificato 13 Gennaio 2009 da Filippo B Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 13 Gennaio 2009 Autore Condividi Inviato 13 Gennaio 2009 (modificato) Presa di Potenza Si tratta di un codolo scanalato collocato nel retro del trattore, zona attacco attrezzi (e, in tempi piu recenti, anche in opzional sul frontale del trattore per azionare attrezzature anteriori) che permette di fornire potenza alle attrezzature agricole (che ne necessitano), tramite un albero cardanico. Questo codolo è la parte terminale di una catena cinematica che parte dal volano motore, attraversa tutta la trasmissione del trattore, fino ad uscire nella parte posteriore della fusione della trasmissione stessa. All'interno, i giri trasmessi dal volano vengono opportunamente demoltiplicati da un vero e proprio cambio, fino ad ottenere i regimi "normalizzati", che possiamo così riassumere: 540 giri/min 1000 giri/min 750 giri/min A questi, vanno aggiunti i regimi denominati "economici"; tale denominazione viene utlizzata quando vi è la possibilità di ottenere i giri normalizzati ad un regime motore piu basso (e quindi meno dispendioso in termini di combustibile). Di solito i regimi economici (detti anche "eco") vengono utilizzati per azionare attrezzi non particolarmente "assetati" di potenza (ovvero, che non assorbono tutta la potenza del trattore in oggetto). Le varie configurazioni di regimi possono essere scelti dal cliente, oppure presenti tutti nelle versioni piu accessoriate; tuttavia nei modelli "base" o nei trattori di bassa potenza è possibile disporre di un solo regime di giri (di solito la 540). Altresì, nei modelli di altissima potenza, si dispone solo della 1000 giri. La presa di potenza può essere anche del tipo sincronizzato con l'avanzamento. Questo per poter azionare i rimorchi trazionati, molto utili in collina/montagna. Facciamo una veloce "cronistoria": fino agli anni 60, i trattori avevano la presa di potenza direttamente derivata dagli alberi del cambio (infatti, la frizione di marcia fungeva anche da frizione per presa di forza). In genere il regime era normalizzato a 540 giri/min. In alcuni trattori la presa di potenza era opzional, in altri si poteva avere la frizione a doppio stadio, con disco dedicato esclusivamente alla gestione della detta presa di forza. Questo naturalmente era un vantaggio, in quanto si poteva arrestare la marcia del trattore senza interrompere il moto all'attrezzatura (pensiamo ad esempio alle pressaforaggi). Dagli anni 60 in poi, le prese di potenza sono diventate di serie, quasi sempre con doppio disco, inoltre sono apparsi i primi comandi separati (fino ad allora, infatti, il pedale aveva due stadi, il primo per l'avanzamento e il secondo per la presa di forza). Inoltre vennero offerte sempre piu possibilità di doppio regime. Negli anni 70 (con l'avvento delle alte potenze), prende sempre piu piede il regime a 1000 giri. Per questa versione, viene introdotto un nuovo tipo di codolo scanalato, detto anche millerighe, non più a 6 scanalature e 1 pollice e 3/8 di diametro ma a 21 scanalature (per permettere un migliore accoppiamento cardanico e trasmettere le maggiori potenze in gioco). Inoltre si sono diffusi anche codoli "maggiorati" con diametro a 1 pollice e 3/4. Tra la fine degli anni 70 e l'inizio 80 iniziano a diffondersi le prime prese di forza con frizione multidisco a bagno d'olio, novità di un certo rilievo, e che rispecchia anche gli attuali standards. Alcuni anni dopo compaiono i primi comandi elettroidraulici; attualmente tutte le macchine dai 100cv in su offrono l'innesto elettroidraulico a pulsante di serie, con cambio regime dal posto di guida tramite leva. ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI: presa di forza cardano (termine improprio) p.d.p. p.d.f. p.t.o. (power take off) ARGOMENTI CORRELATI: http://www.tractorum.it/forum/tecnica-f32/tutto-sulle-prese-di-forza-1271/ http://www.tractorum.it/forum/tecnica-f32/presa-di-forza-anteriore-2227/ Modificato 12 Giugno 2009 da Filippo B Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 13 Gennaio 2009 Autore Condividi Inviato 13 Gennaio 2009 (modificato) Sollevatore idraulico Particolare congegno atto a sollevare e "gestire" le attrezzature agricole portate e semiportate. Si tratta di un sistema idraulico che agisce su dei bracci, questi ultimi collegati all'attrezzo. La geometria particolare dell'attacco viene detta a 3 punti: due punti inferiori (che son quelli comandati idraulicamente e che imprimono "la forza" di sollevamento) e il terzo punto o punto superiore; quest'ultimo è un tirante (regolabile nella sua escursione) del tutto "folle", ossia non comandato idraulicamente (anche se la sua escursione può essere a regolazione idraulica). In realtà non si tratta semplicemente di alzare ed abbassare le attrezzature, il sistema infatti offre altre peculiarità. controllo dello sforzo controllo della posizione controllo misto flottante Controllo dello sforzo: probabilmente la peculiarità piu importante; introdotta da Ferguson, ebbe una diffusione di massa negli anni 50,una volta che i Costruttori e gli Utilizzatori ne compresero la reale (ed irrinunciabile) utilità; in pratica il terzo punto aveva un sistema meccanico che rilevava la resistenza che opponeva l'attrezzo all'avanzamento, tale sistema meccanico era tarato ed agiva sul distributore idraulico che comandava l'impianto di sollevamento; se lo sforzo era eccessivo (e quindi le ruote slittavano), il sistema automaticamente sollevava l'attrezzo quel tanto che bastava per ridurre lo slittamento (anche in virtù del maggior peso dell'attrezzo gravante sulle ruote motrici del trattore) e permettere il corretto svolgimento del lavoro. Con gli anni, il sistema è stato via via perfezionato, studiando rilievi dello sforzo ai bracci inferiori, fino ad arrivare alle odierne gestioni elettroniche a mezzo radar. Controllo della posizione: altra peculiarità importante, basata sostanzialmente su una camma, solidale al sistema di sollevamento, che permette al distributore idraulico di "sapere" a che altezza da terra sono i bracci di sollevamento; la leva di comando stabilisce la posizione che devono avere i bracci, il sistema idraulico (a mezzo della camma menzionata) ne rileva la posizione, se quest'ultima non combacia il distributore eroga olio al martinetto quel tanto che basta per porre il sollevatore all'altezza stabilita dal Trattorista. Naturalmente, con l'attuale elettronica, la gestione avviene a mezzo della stessa. Controllo misto peculiarità di non tutti i sistemi, permette di "mixare" le due funzioni appena descritte, permettendo, ad esempio, una aratura piuttosto regolare, ossia in caso di terreno particolarmente leggero (alternato a terreno piu ostico) l'attrezzo non affonda oltre la posizione stabilita dal Trattorista. Flottante: sistema che permette di avere un attrezzo completamente svincolato dal sollevatore (quest'ultimo ha la sola funzione di traino), il sistema idraulico rimane completamente "aperto" in modo da permettere al sollevatore di seguire le asperità del terreno (da non usarsi con attrezzi che penetrano il terreno, ma con attrezzi che ne seguono il profilo, vedi seminatrici o preparatori appoggiati su rulliere etc etc). _______ La geometria dell'attacco ha varie misure in base alla potenza del mezzo, attualmente le categorie sono 4 (I, II, III, IV), con alcune sottocategorie ( N ). Tali misure sono normalizzate da norme internazionali per permettere l'accoppiamento con tutte le attrezzature in produzione. Attualmente, tutti i Costruttori offrono negli over 100cv il sollevatore elettronico (gestione), di serie o in opzional. Esso prevede la presenza di sensori sui bracci e/o la presenza di un radar che rileva il reale avanzamento del mezzo. Alcuni nomi utilizzati dai Costruttori: SAC Controlmatic Positrol e Qualitrol EHR (Bosch) ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI: sollevamento sollevamento a tre punti attacco a tre punti sollevatore ARGOMENTI CORRELATI: http://www.tractorum.it/forum/tecnica-f32/sollevatore-sforzo-e-posizione-come-funzionano-425/ Modificato 14 Gennaio 2009 da Filippo B Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 13 Gennaio 2009 Autore Condividi Inviato 13 Gennaio 2009 (modificato) Impianto idraulico ausiliario Esso prevede la presenza di uno o piu distributori idraulici a semplice e/o doppio effetto, in grado di azionare attrezzature agricole. I primi distributori idraulici erano una presa a semplice effetto derivata direttamente dall'impianto idraulico del sollevatore (la quale spesso rendeva quest'ultimo inattivo in caso di utilizzazione della stessa), per ribaltare rimorchi etc etc. Dagli anni 60 in poi, i Costruttori hanno iniziato a dotare i Trattori di un impianto piu "sofisticato", sempre derivato dal sollevatore (e dalla relativa pompa idraulica) ma con distributori (quindi piu di una utenza) a doppio effetto. Con gli anni, l'evoluzione della tecnologia e, parallelamente, lo sviluppo di attrezzature sempre piu dotate di comandi idraulici, ha portato i Costruttori ad offrire impianti con 4 distributori idraulici a doppio effetto e pompe di alta capacità. Attualmente, i distributori possono essere a comando e gestione elettronici (con regolazioni quali il flusso e la temporizzazione dello stesso). Inoltre sono offerte utenze idrauliche frontali e ventrali (per i caricatori frontali oppure le attrezzature ventrali nei modelli specializzati). Gli innesti presenti sul trattore (in genere "femmina") sono normalizzati secondo norme UNI in modo da combaciare con tutti gli attacchi delle attrezzature (normalmente "maschio"), hanno l'attacco rapido (quindi accoppiamento senza l'uso di utensili). Semplice effetto: il distributore idraulico ha una sola via (uscita) e quindi puo' inviare olio in un solo senso: il richiamo in genere viene fatto per gravità (pensiamo ad esempio al ribaltabile di un rimorchio, il riposizionamento viene fatto grazie al peso del pianale, una volta aperto il distributore il peso fa ritornare indietro l'olio per la sua tubazione; Doppio effetto: il distributore idraulico ha due vie (uscite) e quindi puo' inviare l'olio nei due sensi: un senso invia olio, dall'altro invece rimane il ritorno aperto per permettere di vuotare la camera del martinetto "passiva". ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI: prese idrauliche distributori idraulici comandi idraulici attacchi idraulici ARGOMENTI CORRELATI: http://www.tractorum.it/forum/tecnica-f32/impianti-idraulici-macchine-agricole-284/ Modificato 13 Gennaio 2009 da Filippo B Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 13 Gennaio 2009 Autore Condividi Inviato 13 Gennaio 2009 (modificato) Differenziale Particolare congegno atto a distribuire la coppia tra le due ruote motrici di uno stesso asse.Senza di esso, non sarebbe possibile sterzare. Organo presente in qualunque veicolo in cui sia presente un assale motrice con, alle due estremità dello stesso, due ruote motrici. Per quanto riguarda le macchine agricole, ogni trattore ne ha tanti quanti gli assi motore (se a due ruote motrici vi sarà un differenziale, se a quattro ruote motrici vi saranno due differenziali). La presenza del differenziale (n.b. in passato alcuni mezzi agricoli ne erano sprovvisti, in quanto utilizzavano altri sistemi), come detto, si rende necessaria per sterzare: infatti, quando il trattore percorre una curva, la ruota interna alla stessa deve per forza girare piu lenta di quella esterna; se cosi non fosse, il mezzo procederebbe dritto anche con ruote direttrici sterzate. In pratica, il differenziale rende i due semiassi non più solidali tra loro ma in grado di avere velocità di rotazione diverse, in base al contesto in cui si trova il mezzo. Il differenziale in genere si trova collocato all'interno della corona della coppia conica. E' composto da: -una "cassa" contenente gli altri componenti, solidale con la corona della coppia conica (dalla quale riceve il moto); -due o piu satelliti; -due planetari; Un differenziale, in ambito agricolo, deve obbligatoriamente poter essere disinserito, questo per esercitare maggiori sforzi di trazione distribuiti equamente per tutte le ruote motrici. Quindi I Costruttori hanno sviluppato vari metodi di blocco/sblocco del differenziale, compresi i sistemi autobloccanti oppure i sistemi di tipo "no-spin". Per tutte le altre spiegazioni circa l'esatto funzionamento, vi rimandiamo alle specifiche discussioni. Alcuni nomi commerciali utilizzati dai Costruttori: Maxiblock (in riferimento al bloccaggio) locomatic (in riferimento al bloccaggio) Hydralock (in riferimento al bloccaggio S.B.A. (con anche funzioni per gestione DT) ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI differenziale autobloccante differenziale autosbloccante differenziale no spin giunto differenziale diff. gruppo differenziale ARGOMENTI CORRELATI: http://www.tractorum.it/forum/tecnica-f32/differenziali-autosbloccanti-1201/ Modificato 14 Gennaio 2009 da Filippo B Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 14 Gennaio 2009 Autore Condividi Inviato 14 Gennaio 2009 (modificato) Gruppo Epicicloidale Particolare cinematico atto alla moltiplica/demoltiplica del moto rotatorio. Si tratta di un sistema composto da: corona; ingranaggio centrale satelliti (in genere 3) portasatelliti La corona ha una dentatura interna, nella quale scorrono i satelliti; nel centro del gruppo vi è l'ingranaggio centrale. I satelliti sono in presa sia sulla corona, sia sull'ingranaggio centrale. La particolarità di questo dispositivo è che, bloccando o sbloccando il portasatelliti, oppure la corona oppure l'ingranaggio centrale, si possono ottenere varie combinazioni di riduzione/moltiplica, con anche inversione del moto. Da un singolo epicicloidale, è possibile ottenere fino a 7 variazioni del moto rotatorio. Questi epicicloidali, sono sovente utilizzati (singoli o in batteria) sui moderni cambi sottocarico, ma sono stati utilizzati anche in passato per le prime trasmissioni senza l'uso della frizione. Attualmente, applicando frizioni o freni idraulici (elettroidraulici) è possibile infatti ottenere le cambiate sottocarico tipiche dei moderni trattori. Trovano, infine, utilizzo anche nelle moderne trasmissioni a variazione continua. Nomi commerciali utilizzati dai Costruttori: ------------ ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI: riduttore epicicloidale epicicloidale epiciclo (improprio) riduttore planetario gruppo planetario riduttore a planetari ARGOMENTI CORRELATI: ------------------------- Modificato 20 Gennaio 2009 da Filippo B Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 17 Gennaio 2009 Autore Condividi Inviato 17 Gennaio 2009 (modificato) STERZO Congegno atto alla sterzatura delle ruote direttrici del trattore. Fondamentalmente, possiamo trovare 3 tipologie di sterzo: -STERZO MECCANICO: il volante è callettato ad un piantone (albero) che va fino alla scatola di sterzo: quest'ultima provvede a rinviare e demoltiplicare (per rendere ovviamente piu agevole la sterzata) il moto rotatorio impresso dal Trattorista al volante stesso. In uscita dalla scatola sterzo, vi è una leva a "biella" che provvede poi a trasferire il moto al tirante principale; quest'ultimo va fino all'assale di direzione dove si fissa ad una seconda leva; questa è callettata sul fusello di sterzo di una delle due ruote, con un altra leva quest'ultima poi trasferisce il movimento anche alla seconda ruota direttrice tramite il tirante secondario. Vi sono poi sistemi con due uscite dalla scatola di sterzo (una per ogni ruota direttrice) ed altri ancora. La scatola sterzo, possiamo dire banalmente che funziona con il principio della vite senza fine. Nel tempo si sono evoluti sistemi atti ad alleggerire lo sforzo del Trattorista, quale ad esempio la vite globoidale abbinata al rullo compagno, oppure altri sistemi piu o meno equivalenti. Tutti i vecchi trattori sono dotati di questa tipologia di sterzo; fino agli anni 80 al di sotto dei 60-70 cv era di serie questa tipologia. -STERZO SERVOASSISTITO (servosterzo), tutto come la precedente tipologia, con l'aggiunta però di un particolare martinetto idraulico sul tirante principale, comandato da una pompa idraulica (normalmente flangiata sulle pulegge frontali del motore) e da un serbatoietto olio. Il martinetto ha un particolare distributore al suo interno, il Trattorista agendo sullo sterzo (e, di conseguenza, andando a movimentare il tirante principale) provoca l'intervento del distributore interno che permette quindi il riempimento della camera del martinetto interessata. In pratica, il servosterzo serve a scaricare buona parte dello sforzo fisico necessario al Trattorista per far girare il volante. Esiste anche una tipologia di servosterzo che agisce direttamente sulla scatola di sterzo (brevetto Same). -IDROGUIDA questa tipologia non ha piu comandi e rinvii meccanici, ma piantone di sterzo che comanda direttamente la scatola idroguida. Una pompa fornisce l'olio che, tramite la scatola idroguida, viene poi inviato al martinetto che comanda la sterzata sulle ruote. Puo' esserci un unico martinetto a doppio effetto oppure due martinetti a singolo effetto. martinetto doppio effetto: viene posizionato sul fusello di una delle due ruote direttrici, poi tramite un tirante viene comandata anche l'altra ruota, oppure martinetto centrale con doppio stelo, tramite due tiranti (uno per stelo) governa ambo le ruote; martinetti a singolo effetto: uno per ogni ruota, il martinetto comanda la sterzata all'interno della propria ruota, le due ruote sono accoppiate con un tirante. Esiste poi l'idroguida a ricircolazione di sfere, obbligatoria in alcuni mezzi (per esempio i portatrezzi ed i trattori che, all'estero, possono superare i 50km/h, vedi ad esempio Fastrac JCB). Nomi commerciali utilizzati dai Costruttori: ------------------------ ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI: servosterzo guida servoassistita scatola di guida ARGOMENTI CORRELATI: ------------------- Modificato 20 Gennaio 2009 da Filippo B Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 20 Gennaio 2009 Autore Condividi Inviato 20 Gennaio 2009 (modificato) Giunto cardanico Deve il nome al suo inventore, Girolamo Cardano ( Girolamo Cardano - Wikipedia ). Si tratta, sostanzialmente di un particolare giunto per la trasmissione del moto rotatorio tra due alberi con diversa angolatura, oppure tra due alberi paralleli ma disassati l'un l'altro (in questo caso sarà necessario apporre due giunti cardanici). Nelle macchine agricole, viene utilizzato (come unica soluzione) per trasmettere il moto alle attrezzature azionate dalla P.D.F. (vedi apposita voce). Oppure, viene utilizzato per la trasmissione del moto alle ruote motrici anteriori; inoltre nell'assale anteriore viene utilizzato negli snodi di sterzo. Un giunto cardanico è formato da: una croce rigida (crocera) due forcelle che si imperniano nella croce rigida l'accoppiamento tra le parti sopra elencate, di norma viene effettuato con bussole dotate di cuscinetto a rulli, lubrificate. A questo link http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/31/Universal_joint_transparant.gif è possibile vedere una simulazione 3D del congegno. Il giunto cardanico puo' essere utilizzato fino ad un angolo di 35°, oltre si rende necessario il Doppio giunto Cardanico ( in pratica, due giunti cardanici in serie). I doppi giunti cardanici fanno parte della famiglia dei giunti omocinetici (negli snodi di sterzo degli assali anteriori, si usano questi giunti, in quanto l'angolo di sterzo in genere supera i canonici 35° permessi dal giunto cardanico semplice). Alcuni nomi commerciali utilizzati dai Costruttori: ----------------- ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI: snodo cardanico cardano albero cardanico albero pto Argomenti correlati: http://www.tractorum.it/forum/tecnica-f32/tecnica-alberi-cardanici-dalla-alla-z-1597/ Modificato 12 Giugno 2009 da Filippo B Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 29 Gennaio 2009 Autore Condividi Inviato 29 Gennaio 2009 Chi vuole può contribuire a questa discussione cimentandosi nella spiegazione di un componente. Basta usare spiegazioni semplici e lo stesso stile (colori, link, etc etc) utilizzati finora. :) Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 3 Febbraio 2009 Autore Condividi Inviato 3 Febbraio 2009 FRIZIONE DI STERZO Riferita ai trattori cingolati, anche se in passato non sono mancate applicazioni su trattori gommati. A differenza di un trattore gommato (presenza di un asse sterzante e su asse traente presenza del differenziale), un cingolato per sterzare deve interrompere il moto al cingolo interno alla curvatura; cosi facendo, il cingolo esterno imprime la forza, mentre quello interno fa da "perno". Su un trattore gommato, a valle della coppia conica vi è il differenziale, che permette di avere velocità di rotazione diversa delle ruote . Su un cingolato, invece, la cinematica a valle della coppia conica è "rigida" quindi di fatto i due cingoli sono solidali tra loro (velocità di rotazione uguale per entrambi, naturalmente quando le frizioni di sterzo sono in presa). A valle della coppia conica, e a monte dei riduttori finali (quindi diciamo sui semiassi) si trovano le frizioni di sterzo. Una per ogni cingolo. Queste frizioni, comandate dalle due leve di sterzo, interrompono come detto il moto al cingolo interessato. Sono sostanzialmente delle frizioni multidisco (vedi apposita voce seguente), molto spesso la campana delle stesse ospita anche il freno a nastro. Possiamo sintetizzare le tipologie in: frizione a secco a comando meccanico frizione a bagno d'olio a comando meccanico frizione a secco a comando idraulico frizione a bagno d'olio a comando idraulico. Naturalmente le migliori per durata ed utilizzo sono le multidisco in bagno d'olio a comando idraulico. Per agevolare/completare la sterzata, sovente è necessario azionare anche il freno corrispondente, bloccando di fatto il cingolo e ottenendo il massimo della sterzata. Le macchine attuali, possono avere sulle leve di sterzo anche il comando per il corrispondente freno; quindi il comando avrà due posizioni, nella prima solo lo stacco della frizione, nella seconda stacco frizione e freno. Inoltre, lo stacco simultaneo di entrambe le frizioni comporta l'arresto del mezzo; questo accorgimento era usato in passato sui cingolati con singolo disco di frizione di marcia (quindi una sola frizione centrale per cambio e pto) per fermare l'avanzamento e al contempo continuare a trasmettere il moto alla PTO. Un sistema brevettato da Fiatagri, prevede inoltre la presenza di una sola leva di sterzo (a cloche) per comandare ambo le frizioni. Nomi commerciali utilizzati dai Costruttori: -steering-o-matic ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI -------------------------- Argomenti correlati -------------------- Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 10 Febbraio 2009 Autore Condividi Inviato 10 Febbraio 2009 (modificato) FRIZIONE MULTIDISCO Frizione con principi di funzionamento simili alla comune frizione di marcia monodisco, ma con peculiarità diverse. Si tratta di un particolare congegno,che (nelle macchine agricole) trova vari impieghi; anzitutto viene utilizzato a volontà nei cambi power shift (vedi apposita voce), nelle frizioni di sterzo dei cingolati (vedi apposita voce), ma anche come frizione per presa di potenza (vedi apposita voce) e frizione per innesto/disinnesto DT e bloccaggio differenziale. La particolarità delle multidisco è, appunto, la presenza di un numero di dischi (6-8 etc etc) conduttori ed altrettanti condotti, tali da avere una grande superficie di contatto totale ma con un diametro del congegno molto limitato. Per fare un esempio, una comune frizione monodisco da 11-12 pollici, potrebbe essere sintetizzata in una compatta multidisco da 10cm di diametro. Questa particolarità le rende molto idonee ad essere ospitate all'interno della cassa del cambio e all'interno di assali di trasmissione. Una multidisco è composta da: Una campana, con dentatura interna, generalmente callettata verso valle della catena cinematica (ma non è una regola); Un albero millerighe (con dentatura al pari di quella della campana), callettato all'albero di "ingresso alla multidisco stessa; un gruppo di dischi in materiale d'attrito, con dentatura esterna atta ad essere accoppiata alla dentatura della campana; un gruppo di dischi in acciaio, con dentatura interna atta ad essere accoppiata alla dentatura dell'albero millerighe; un gruppo di molle; un sistema di apertura/chiusura del "pacco" di dischi (pacco composto dai dischi condotti e conduttori sopra descritti). Le frizioni multidisco possono essere: a secco a bagno d'olio A secco quando i dischi conduttori e quelli condotti lavorano, appunto, fuori da carter contenenti olio. In passato i dischi di queste frizioni erano costruiti in amianto. A bagno d'olio quando i dischi lavorano immersi nel lubrificante o comunque con getti indirizzati verso il pacco frizione. I dischi in questo caso sono in materiale diverso da quello delle frizioni a secco, la peculiarità maggiore di quelle a bagno d'olio è la capacità di smaltire il calore prodotto e la generale maggior durata del pacco frizione. Inoltre, le frizioni multidisco possono essere azionate: meccanicamente idraulicamente Meccanicamente tramite un sistema a leva, che agisce sul piattello (caricato dalle molle) che preme il pacco di dischi. In lavoro, il piattello, coadiuvato dalle molle, tiene compattati i dischi, che di conseguenza rendono praticamente solidale tutti i componenti. Agendo sulla relativa leva, viene creata una pressione sul piattello, che vince la spinta delle molle e di conseguenza non rende piu solidali i vari dischi condotti/conduttori tra loro. Di fatto questo interrompe il moto rotatorio. La leva di comando generalmente è a "punto morto", nel senso che puo' indifferentemente rimanere sia aperta che chiusa, senza che l'operatore tenga tirata la leva di comando. In altri casi (ad es. le frizioni multidisco di sterzo) una volta rilasciata dall'operatore la leva, essa torna in posizione di lavoro, mettendo a pacco i dischi frizione. Idraulicamente con gli stessi principi di cui sopra, con la differenza che il "piattello" di comando è azionato da una camera riempita d'olio. Il sistema idraulico in dotazione comanda il riempimento/svuotamento della camera, di fatto creando la posizione "lavoro" e "riposo" della frizione. Le frizioni a comando idraulico possono a loro volta essere sia con camera che comanda la chiusura del pacco di dischi ( e quindi le molle serviranno per mettere in riposo la frizione una volta vuotata la camera) sia con camera che comanda l'apertura del pacco di dischi (e quindi le molle serviranno per mettere a pacco la frizione una volta vuotata la camera dall'olio). Il primo sistema viene impiegato comunemente nei cambi power shift (quindi, in caso di avaria al sistema di comando idraulico, la frizione rimane disinnestata e quindi si evitano pericolosissimi danni dovuti all'innesto di piu frizioni contemporaneamente), mentre il secondo sistema puo' venire utilizzato, per esempio, nel comando della Doppia Trazione. Quindi in caso di avaria all'impianto idraulico di comando (o, piu semplicemente, perdita di pressione a seguito spegnimento trattore), la multidisco rimane chiusa fornendo dovuta sicurezza. Concettualmente, una frizione multidisco puo' essere impiegata anche come impianto frenante, la campana in questo caso diventerà statica (flangiata solidalmente ad esempio alla fusione semiasse). Nomi commerciali utilizzati dai Costruttori: ----------------------- ABBREVIAZIONI E SOSTANTIVI: multidisco frizione a bagno d'olio (improprio) frizione a dischetti Argomenti correlati: ------------------------- Modificato 10 Febbraio 2009 da Filippo B Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Filippo B Inviato 10 Novembre 2009 Autore Condividi Inviato 10 Novembre 2009 Rispolvero questa discussione per chiedere la partecipazione di tutti completando altri termini e spiegando altri componenti. Per esempio, per quanto concerne gli impianti idraulici mi pare ci sia sempre "fame" e voglia di conoscere/capire. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
fabio88 Inviato 11 Novembre 2009 Condividi Inviato 11 Novembre 2009 Rispolvero questa discussione per chiedere la partecipazione di tutti completando altri termini e spiegando altri componenti. Per esempio, per quanto concerne gli impianti idraulici mi pare ci sia sempre "fame" e voglia di conoscere/capire. filippo ti do ragione ma siccome in campo oleodinamico il massimo che so è che se attacco le canne dell'olio alle prese e tiro le leve il pistone si muove e più non so:2funny::2funny:, attendo spiegazioni dai più esperti, in altri ambiti non saprei neanch'io che dire:cheazz:...si parla solo del trattore o anche degli attrezzi attaccati dietro? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Luca N.1 Inviato 14 Novembre 2009 Condividi Inviato 14 Novembre 2009 Rispolvero questa discussione per chiedere la partecipazione di tutti completando altri termini e spiegando altri componenti. Per esempio, per quanto concerne gli impianti idraulici mi pare ci sia sempre "fame" e voglia di conoscere/capire. Se mi metti un testo o deplian riguardante i componenti....provo a "tradurlo" Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
[email protected] Inviato 14 Aprile 2012 Condividi Inviato 14 Aprile 2012 Salve ragazzi complimentoni per l'argomento ...serve a fare chiarezza! Di mio volevo segnalara a mio avviso (almeno per alconi argomenti) la neccessità di mettere dei video esplicativi (ma solo se chiari e veramente comprensibili ai più), io ad esempio ne ho diversi riguardanti l'ehr i cvt ecc però ad esempio non sono mai riuscito a trovarne uno buono sui ps dove si capisca bene come lavorano i pacchi frizione! a riguardo ho anche trovato tesine fatte bene ma la parte "fisica " del cinematismo ancora non mi è chiara proprio perchè non conosco bene come lavora tale particolare! Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
[email protected] Inviato 16 Aprile 2012 Condividi Inviato 16 Aprile 2012 Scusate ragazzi credo di aver trovato ciò che intendevo all'argomento "dal volano alle ruote" grazie ancora ! Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Ale136 Inviato 27 Maggio 2014 Condividi Inviato 27 Maggio 2014 Ringrazio Filippo B per questa discussione! Mi sono chiarito molti punti! Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Ale136 Inviato 28 Maggio 2014 Condividi Inviato 28 Maggio 2014 PONTE SOSPESO: qualcuno mi può spiegare in cosa consiste? Grazie Ale Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
purin Inviato 28 Maggio 2014 Condividi Inviato 28 Maggio 2014 Molto brevemente, il ponte anteriore (le ruote davanti) del trattore, anzichè essere fisse con il telaio, hanno la possibilità di muoversi grazie a una sospensione. Esistono sospensioni a bracci indipendenti (le due ruote hanno ognuna una loro sospensione) e quelle più semplici dove l'assale è rigido, quindi le ruote sono attaccate insieme, e la sospensione è tra l'assale e il telaio. Attualmente in produzione solo JCB offre anche il ponte posteriore sospeso, normalmente i trattori hanno solo il ponte anteriore sospeso. Se vuoi approfondire c'è pure questo argomento: http://www.tractorum.it/forum/showthread.php?t=505 Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Ale136 Inviato 28 Maggio 2014 Condividi Inviato 28 Maggio 2014 Come sempre grazie purin! Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Francesco Caroli Inviato 10 Giugno 2015 Condividi Inviato 10 Giugno 2015 (modificato) LA CABINA Nei trattori oggigiorno la cabina è un importante elemento della macchina, che sintetizza tutti gli elementi volti al comfort e alla sicurezza del conducente. COSTRUZIONE La cabina ha come basamento un pianale, il quale può essere "isolato" dal resto della macchina tramite silent block, oppure i sistemi di sospensione meccanici o pneumatici, il tutto per limitare la trasmissione al conducente di vibrazioni e scossoni. Il pianale è limitato dai parafanghi, opportunamente sagomati e rivestiti con materiali adatti, e può essere interrotto, specialmente nei trattori di dimensioni più compatte, dal tunnel centrale, che copre la trasmissione. Se però non trattiamo di "open station" ma di cabine chiuse, necessari sono i montanti, strutture che si dipartono dalla base della cabina per andare a sostenere il tetto; la soluzione più avanzata è quella a quattro montanti, poiché permette un angolo maggiore di visibilità attorno all'operatore, ma sul mercato non mancano soluzioni a cinque o sei montanti. VISIBILITÀ Molto importante nella valutazione di una cabina è la visuale disponibile agli occhi dell'operatore: gli ostacoli maggiori dati dalla cabina sono i montanti, che vanno a crearè degli angoli bui, i quali si sottraggono alla visuale completa di 360 gradi. [ATTACH=CONFIG]27174[/ATTACH] Anche la visuale in verticale è importante quando per esempio si opera con il caricatore frontale, per cui è necessaria una superficie trasparente anche sul tetto. [ATTACH=CONFIG]27175[/ATTACH] POSTO DI GUIDA Situato circa al centro della cabina, è il punto attorno a cui questa viene costruita. Il sedile può essere a sospensione meccanica o pneumatica, con vari e diversi movimenti per aumentare il comfort dell'operatore. Alcuni trattori sono equipaggiati con il posto di guida reversibile, che permette di invertire il senso di lavoro. Alcuni modelli prevedono la rotazione di sedile e volante insieme, altri hanno i comandi di volante e pedaliera ripetuti davanti e dietro al sedile e gira soltanto questo, altri ancora prevedono la rotazione dell'intera cabina. COMANDI Il pannello comandi è essenziale per manovrare la macchina, quindi per non affaticare l'operatore in lunghe giornate di lavoro, oltre a comandi elettronici e vari automatismi, è necessario un attento studio della disposizione dei comandi per ottenere un buon grado di ergonomia. I comandi includono volante con cruscotto e pedaliera, sempre nella stessa posizione, leve del cambio (sul tunnel centrale oppure sulla consolle a destra o ancora con inversori al volante o meno, fino agli infiniti joystick), distributori idraulici (meccanici o elettronici), comandi del sollevatore, luci, tergicristalli, radio, aria condizionata, eventuali apparecchi per gli attrezzi o dispositivi ISOBUS, senza dimenticare gli ormai onnipresenti computer di bordo. Le varie configurazioni si diversificano con la presenza o meno di un "bracciolo multifunzione" solidale al sedile che permette di radunare anche tutti i comandi (ovviamente elettronici) in modo più razionale e comodo. CLIMATIZZAZIONE Con grandi superfici vetrate, che possono superare i due metri quadrati, è necessaria la presenza di vari stratagemmi per non finire arrosto; si passa dai vetri apribili ai sistemi di aria condizionata, che attraverso un compressore collegato al motore permettono di introdurre in cabina aria fresca, opportunamente filtrata da filtri posti nel tetto, che hanno per l'appunto funzione di impedire a polveri e sostanze nocive di giungere all'operatore. I sistemi di aria condizionata più avanzati provvedono automaticamente al mantenimento di una temperatura costante selezionata a piacere. In genere i sistemi di condizionamento vengono situati nel tetto della cabina, con i relativi filtri. SICUREZZA Essenziale è che l'operatore possa svolgere il suo mestiere in tutta sicurezza, così vengono adottate oltre alla cintura di sicurezza diverse soluzioni: - open station: poiché non abbiamo nessuna struttura a proteggerci in caso di ribaltamento del trattore una roll-bar (ROPS), una semplice struttura a sviluppo verticale di metallo in genere ripiegabile posta o al centro del trattore o dietro il posto di guida, impedisce che l'operatore venga schiacciato dal trattore stesso. - cabina: in questo caso vediamo possibile l'applicazione del FOPS (Full Over Protection System), in pratica un ROPS a tutto tondo, che comprende i montanti della cabina e il tetto; in presenza di superfici vetrate nel tetto si possono trovare griglie in metallo, come in molti movimentatori telescopici, oppure le stesse superfici trasparenti con ruolo protettivo. ILLUMINAZIONE Per poter prolungare i tempi utili quando la giornata è al termine è necessario un sistema di illuminazione adeguato alla macchina, poiché spesso e volentieri i fari del cofano non bastano; così le cabine vengono dotate di una moltitudine di fari, distribuiti sul tetto, sui parafanghi posteriori e sui montanti. Poiché niente è gratis, ritrovandosi con un grande impianto da alimentare si sono sviluppate soluzioni alternative alla lampadina alogena, come fari allo Xeno o a LED, con questi ultimi quelli più avanzati, che permettono basso consumo ma grande intensità luminosa. Spero di essere stato chiaro; le foto che ho messo non hanno fini promozionali. Modificato 1 Agosto 2015 da Francesco Caroli Aggiunte e modifiche Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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