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In un motore endotermico il continuo ripetersi delle combustioni che, all’atto dell’accensione arriva a 2000° circa, impone la necessità di un razionale sistema di smaltimento del calore prodotto internamente e che s’irraggia a tutta la struttura del propulsore.

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Immagine tratta da: Il trattore agricolo Edagricole

Senza di esso il motore non potrebbe che funzionare pochi minuti e poi sarebbe irrimediabilmente danneggiato.
In attesa di un motore adiabatico  i progettisti devono studiare un preciso modo di smaltimento del calore e valutare opportunamente il dimensionamento in modo da assicurare il corretto governo termico anche nelle condizioni più gravose ma altresì evitarne un eccessivo asporto che porrebbe il motore in condizioni d’uso non favorevoli.
Le parti più esposte al calore sono: le canne cilindri, le testate (specie se presenti le precamere), le valvole e le loro sedi, gli iniettori, i pistoni, eventualmente le turbosoffianti.
Normalmente nel bilancio termico di un motore ciclo Diesel la voce raffreddamento incide per il 25-30% del combustibile introdotto nella camera di combustione

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Immagine tratta da: Motori Endotermici, Dante Giacosa

e perciò si comprende la notevole quantità di calore che bisogna asportare durante il funzionamento.
Nei veicoli a circolazione terrestre l’unico modo per smaltire il calore è disperderlo nell’aria circostante e questo risultato può essere raggiunto fondamentalmente con due diversi sistemi: a circolazione d’aria e a circolazione di liquido; entrambi sono sistemi validi e perfettamente funzionali allo scopo, purché attentamente calibrati per l’utilizzo specifico.