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Ospite albe 86
ricordati tony che come ben saprai se l'impianto funziona bene alla fine il digestato è acqua sporca!! cosa vuoi che ingrassi?? se ci facciamo la pipi forse è meglio!! :2funny: puzza un casino ma non fa nulla.. tanto fumo e niente arrosto!!

 

Green deere questo tuo intervento è del tutto privo di ogni fondamento. Il digestato tal quale è un ottimo fertilizzante, composto mediamente da un 4-5 per mille di azoto, 2-3 per mille di fosforo e 3-4 per mille di potassio. Può avere una sostanza secca che si aggira tra il 4 ed il 6-7%. La sostanza secca in uscita non dipende solamente dall'efficienza dell'impianto che ha prodotto il digestato, ma dipende moltissimo dal materiale con cui lo si alimenta, perchè se alimenterò solamente a pastone di mais avrò un digestato in uscita molto liquido, vicevera se alimenterò con molto letame ed insilati con prodotti magari parecchio lignificati avrò un digestato con più s.s.

Se invece non si parla di digestato tal quale ma di separato solido allora la s.s. cala, ma avremo comunque un liquido ricco di elementi nutritivi, assimilabile ad un concime minerale, ed una frazione solida anch'essa ricca di elementi nutritivi ed anche di sostanza secca.

Detto questo ti invito, come tra l'altro è già stato fatto da altri, a limitare i tuoi interventi che rendono oltremodo pesante la consultazione del forum, specialmente quando parli senza grande cognizione di causa come in questo caso.

 

Ricordo poi a tutti che le aziende zootecniche con stalle da latte hanno sempre trinciato il mais e tolto la paglia dal grano senza avere particolari problemi di impoverimento dei terreni, e questo grazie alla restituzione in campo di liquami e letami. In un impianto a biogas, specialmente se creato in abbinamento ad una stalla, avremo quindi la restituzione di elementi nutritivi apportati dai capi allevati e dalla massa vegetale introdotta, ma anche a livello di sostanza secca a mio avviso non c'è un impoverimento. Dico questo perchè è pur vero che parte della sostanza secca viene digerita e trasformata in metano all'interno del digestore, ad opera dei vari microorganismi che concorrono alla produzione di biogas, ma è altrettanto vero che la sostanza secca che esce è microbiologicamente stabilizzata e, una volta ridistribuita in campo, va in contro in larghissima misura ad umificazione.

Viceversa è vero che con un mais raccolto a granella si interrano tutti gli stocchi e quindi un quantitativo di sostanza secca molto superiore, ma è altrettanto vero che la maggior parte della sostanza secca così interrata è facilmente fermentescibile e va in contro a rapida mineralizzazione ad opera dei microorganismi del suolo, quindi non pensiate che tutto lo stocco si trasformi in humus mentre portando digestato si riporti solamente acqua, perchè così non è.

Poi qualcuno dirà che comunque il quantitativo di s.s. destinato ad umificazione è comunque superiore nel caso di interramento degli stocchi, ma su questo si può discutere perchè, sebbene da bibliografia sembri essere effettivamente così, ci sono ormai impianti che lavorano da anni e non hanno mostrato problemi di impoverimento dei terreni, anzi, tutte le esperienze che ho sentito parlano di un aumento della fertilità dei terreni con progressiva necessità di ricorrere all'uso di concimi chimici.

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Interessante articolo che analizza il contenuto di carbonio dei reflui bovini, ovini e suini, rispetto al contenuto di carbonio del digestato.

 

http://www.crbnet.it/File/Pubblicazioni/pdf/1348.pdf

 

liquame bovino: contenuto di carbonio 15 %

digestato derivante dall'utilizzo di liquame bovino nel biogas: 2 %

 

Questo significa che dare il digestato al terreno non è come darci il liquame o letame, ma è poco più che acqua con un po' di azoto e fosforo. Questo è bene tenerlo sempre ben presente in un bilancio della sostanza organica di un terreno che per 15 anni deve produrre biomassa per un impianto ricevendo ben poca sostanza organica di ritorno.

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Interessante articolo che analizza il contenuto di carbonio dei reflui bovini, ovini e suini, rispetto al contenuto di carbonio del digestato.

 

http://www.crbnet.it/File/Pubblicazioni/pdf/1348.pdf

 

liquame bovino: contenuto di carbonio 15 %

digestato derivante dall'utilizzo di liquame bovino nel biogas: 2 %

 

Questo significa che dare il digestato al terreno non è come darci il liquame o letame, ma è poco più che acqua con un po' di azoto e fosforo. Questo è bene tenerlo sempre ben presente in un bilancio della sostanza organica di un terreno che per 15 anni deve produrre biomassa per un impianto ricevendo ben poca sostanza organica di ritorno.

 

ecco era a questo che mi riferivo.. il tecnico pioneer e l'agronomo mi hanno detto così e io mi fido.. perchè alla fine sono andato nel campo mentre lo buttavano ed era pari ad acqua.. e se pur presenta qualche piccola% di ingrasso come dice andrea non giustificail ritorno di SO

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Albe se vuoi ti faccio vedere le analisi del terreno dove è 10 anni che trincio, "la par na cagnia magra" (Sembra un cane magro).

 

Diciamo che è un altro grosso limite psicologico per m'è pure questo.

Cioè perchè fino a 10 /15 anni fà quando si dava concime minerale il mais faceva paura e adesso lo sente sempre meno?

Forse perchè sta calando la sostanza organica?

A forza di anni di sputarci sù (qualcuno bruciava la paglia, altri regalavano gli stocchi perchè facevano meglio arare ecc).

Adesso fare un impianto del genere se manca qualcosa si potrebbe compensare con un pò di stocchi e paglia.

Ok sarebbero bei soldi che entrano, a discapito di bilanci zootecnici che non stanno in piedi.

Ma a che costo?

Perchè se vuotiamo la pancia alla terra poi per riempirgliela serve tanto tempo.

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Ospite albe 86

Ho letto l'articolo linkato da Dj Rudy e l'ho trovato pieno di errori macroscopici.

Innanzitutto lo scopo dell'articolo non era dimostrare la diminuzione del contenuto di carbonio nel digestato, ma l'abbattimento dell'azoto ad opera degli impianti di digestione anaerobica.

Ed è questo il primo errore macroscopico perchè è ormai cosa risaputa che il processo di produzione del biogas NON abbatte il tenore di azoto ma tanto ne entra e tanto ne esce, semmai avremo un abbattimento dell'azoto in forma organica a favore di azoto in forma ammoniacale, mantenendo sostanzialmente inalterato il quantitativo totale.

In secondo luogo non si può paragonare un'analisi sulla concentrazione di un liquame bovino tal quale con un'analisi di un digestato ottenuto diluendo il liquame stesso con acqua. Infatti penso che sia questa diluizione ad aver portato alla riduzione sia della concentrazione d'azoto finale che di un così drastico calo della concentrazione di carbonio. Infatti un digestato "normale" ha una s.s. più alta.

Di sicuro un dato che conferma il "lavoro" di un digestore è l'abbattimento dei solidi volatili. Questi solidi volatili sono poi sostanzialmente la sostanza organica, che in buona parte viene digerita nel digestore ma la stessa parte avrebbe vita breve anche nel terreno perchè facilmente fermentescibile.

Ho fatto la tesi di laurea proprio sul comportamento della sostanza organica nel terreno quindi penso di saperne qualcosa.

Green Deere come fai a dire di non aver assistito alla distribuzione di separato liquido? In quel caso è logico che il refluo sia poco più che acqua, ma questo perchè la gran parte della s.s. (quella più "visibile" ad occhio) rimane nel separato solido.

Quando distribuisco digestato tal quale posso assicurare che si vede bene che è molto più denso di un liquame suino.

Io sinceramente non ho sentito di esperienze negative riguardo la continuatività di trinciato e ridistribuzione di digestato se è fatto nella giusta misura e non solo nei terreni più vicini all'impianto dimenticando quelli più distanti. Trovo invece che per molte persone ogni motivo sia valido per criticare solo perchè si è contrari a questa tipologia di impianti.

Ribadisco quindi che prima di valutare bisognerebbe approfondire il discoro sull'equilibrio mineralizzazione-umificazione e non concentrarsi solo sui quantitativi asportati e riportati come valore assoluto.

@ tony:secondo me per migliorare la situazione si potrebbe ad esempio ricorrere all'agricoltura conservativa, altrimenti come si criticano questi impianti si potrebbe essere maggiormente critici anche verso una tecnica come l'aratura e le lavorazioni convenzionali.

Modificato da albe 86
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Allora, di sostanza organica non so, perchè è troppo presto per parlare, ma di azoto tanto ne entra e tanto ne esce, solo eventualmente diluito dalle acque meteoriche..

 

Studio del maggio 2011 dell'iasma che ho qui in mano

 

 

 

ciao

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Ho letto l'articolo linkato da Dj Rudy e l'ho trovato pieno di errori macroscopici.

Innanzitutto lo scopo dell'articolo non era dimostrare la diminuzione del contenuto di carbonio nel digestato, ma l'abbattimento dell'azoto ad opera degli impianti di digestione anaerobica.

Ed è questo il primo errore macroscopico perchè è ormai cosa risaputa che il processo di produzione del biogas NON abbatte il tenore di azoto ma tanto ne entra e tanto ne esce, semmai avremo un abbattimento dell'azoto in forma organica a favore di azoto in forma ammoniacale, mantenendo sostanzialmente inalterato il quantitativo totale.

In secondo luogo non si può paragonare un'analisi sulla concentrazione di un liquame bovino tal quale con un'analisi di un digestato ottenuto diluendo il liquame stesso con acqua. Infatti penso che sia questa diluizione ad aver portato alla riduzione sia della concentrazione d'azoto finale che di un così drastico calo della concentrazione di carbonio. Infatti un digestato "normale" ha una s.s. più alta.

Di sicuro un dato che conferma il "lavoro" di un digestore è l'abbattimento dei solidi volatili. Questi solidi volatili sono poi sostanzialmente la sostanza organica, che in buona parte viene digerita nel digestore ma la stessa parte avrebbe vita breve anche nel terreno perchè facilmente fermentescibile.

Ho fatto la tesi di laurea proprio sul comportamento della sostanza organica nel terreno quindi penso di saperne qualcosa.

Green Deere come fai a dire di non aver assistito alla distribuzione di separato liquido? In quel caso è logico che il refluo sia poco più che acqua, ma questo perchè la gran parte della s.s. (quella più "visibile" ad occhio) rimane nel separato solido.

Quando distribuisco digestato tal quale posso assicurare che si vede bene che è molto più denso di un liquame suino.

Io sinceramente non ho sentito di esperienze negative riguardo la continuatività di trinciato e ridistribuzione di digestato se è fatto nella giusta misura e non solo nei terreni più vicini all'impianto dimenticando quelli più distanti. Trovo invece che per molte persone ogni motivo sia valido per criticare solo perchè si è contrari a questa tipologia di impianti.

Ribadisco quindi che prima di valutare bisognerebbe approfondire il discoro sull'equilibrio mineralizzazione-umificazione e non concentrarsi solo sui quantitativi asportati e riportati come valore assoluto.

@ tony:secondo me per migliorare la situazione si potrebbe ad esempio ricorrere all'agricoltura conservativa, altrimenti come si criticano questi impianti si potrebbe essere maggiormente critici anche verso una tecnica come l'aratura e le lavorazioni convenzionali.

Albe, io è da quando c'erano i certificati verdi che guardo con interesse il biogas.

E se non riesco a farlo, di sicuro non ne parlo male.

Se si critica le leggi di come è stato messo giù penso sia normale, ma per il resto, uso lo stesso approccio che ho usato per il fotovoltaico.

E cioè, voglio saper epregi e difetti di un investimento, che ad oggi conosco poco.

I pregi penso siano evidenti, mentre i difetti molto meno (anche perchè chi fa gli impianti spesso si dimentica di dirli).

Io cosi facendo con il fotovoltaico sono contento, altra gente che lo ha fatto dopo di m'è non lo è.

 

Altra mia esperienza è dove continuo a trinciare, li i problemi li ho visti.

Poi che sia colpa mia che aro ecc. può starci.

Se il problema si risolve non arando, meglio.

Di certo un conto è dire il problema non c'è un altro è trovare soluzioni.

Io pagine in dietro ho pure scritto che ho buttato digestato al posto del liquame e a differenza del liquame con il digestato non ho visto nulla.

Però loro hanno il separatore, magari è per quello, non lo sò, di certo le terre che ho vicino agli impianti se vogliono portarmi del digestato io non lo rifiuto.

Male sono sicuro che non fà.

 

Queste sono mie opinioni, fatte da cose viste e non certo da studi, non voglio di certo insegnare a nessuno.

Ma capire le cose, perchè oggi sugli impianti piccoli a soli reflui molti problemi vengono amplificati, sia dal minor incentivo e sia dai minor KW fatti, a discapito di vasche sempre grandi.

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Ospite albe 86

Tony se hai distribuito separato liquido si spiega tutto, perchè il separato liquido, proprio come dice la parola, ha pochissima sostanza secca, massimo un 3%, per cui ne ha addirittura meno di un liquame. Però conserva molti elementi nutritivi. Logico che per mantenere la sostanza organica o si distribuisce il digestato tal quale oppure va apportato sia il separato liquido che soprattutto quello solido palabile.

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Io quando ho distribuito il digestato, come detto non ho visto le differenze nel raccolto che vedo con il liquame.

Questo non so se sia dovuto al tipo di azoto più volatile come dici tù o perchè la sostanza organica sia inferiore.

Io pensavo fosse quella perchè leggendo i dati di dj era forse l'unico motivo che ci potesse essere.

Perchè pure da noi in molti tecnici che hanno fatto le analisi dicono che è un ottimo prodotto.

erò rimane il fatto che dove butto una botte di liquame magari con il getto da fermo (vuoi o non vuoi fai tutte strisce) poi il mais segna subito, la non ho visto nulla.

Con questo non voglio dire che non sia buono o altro.

Ma solo la mia esperienza, poi come detto se qualcuno ha roba in più e mela vogliono portare io la raccolgo.

A differenza dei vari fanghi, che non li voglio manco per nulla.

Magari saranno buoni ma fidarsi è bene non fidarsi è maglio.

 

Sarebbe comunque utile sapere, se asporto 1 ettaro di mais (sotto forma di insilato ma pure raccogliendo gli stocchi) se poi vado a restituire il digestato (a sto punto meglio dire tal quale, non capisco cosa servano i separatori), se si riesce a ridare la sostanza organica prelevata.

 

Perchè in un impianto come il tuo può essere pure un dato poco rilevante, perchè quando si prendono molti soldi al KW le soluzioni poi si trovano.

Ma per chi deve fare impianti nuovi è una cosa forse da tener presente.

Anche se è pur vero che i nuovi impianti mangiano già un prodotto, come liquame ecc,

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uno dei problemi secondo me e' che da questi impianti esce giornalmente un mare di digestato e quindi anche lo stoccaggio e il successivo spandimento diventeranno complicati un domani....quindi direi che separarlo e' quasi fondamentale..almeno si produce una frazione che poi può essere gestita diversamente trasportata ammucchiata....

ho occasione di andare a fare delle giornate in un azienda che ha due impianti da 1 MW..da due settimane hanno acceso i separatori e veramente si producono montagne di separato....se convogliavano tutto tal quale nei laghi mah..non so quanto duravano..

poi addirittura mesi fa avevano ipotizzato anche l'idea di fare pellet col separato...vedremo

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Se devo essere sincero il seccare e fare pellet mi intriga pure a m'è.

Per il discorso separato e stoccaggio è vero.

Ma il separatore mangia corrente, non sò se convenga.

Per m'è lo fanno per una questione burocratica.

Però se è come dice albe che il solido ha un alto concentrato di sostanza organica a differenza del liquido.

Se lo si separa per il trasporto, ci troveremmo nei campi lontani tutto il secco e sotto casa il liquido con una disparità di elementi forniti.

Ho sbaglio?

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Ospite albe 86

All' inizio anch'io pensavo che fosse meglio lasciare il digestato tal quale e distribuire così tutto insieme (solido e liquido). In realtà poi ci si accorge che è più difficile gestire il tal quale per una serie di problemi. Primo problema è che, se non viene costantemente agitato, tende a separarsi nella vasca e stratificare creando croste poi difficili da rompere. Secondo perchè se si verifica la necessità di ricircolare è tendenzialmente meglio ricircolare solo il liquido che non la sostanza secca che resta nel digestato che è tendenzialmente quella più indigeribile. In terzo luogo il separato solido lo si può trasportare e stoccare in campo fino a 90 giorni anche in periodo invernale. E poi quando capita di dover andare con la botte in posti lontani col tal quale sei obbligato a tenete il vascone agitato tutto il giorno anche con un asporto minimo, mentre col separato liquido basta dare un'agitata ogni tanto e vai bene lo stesso. Senza contare che negli ombelicali il tal quale può dare origine a formazione di tappi nelle tubazioni.

Logicamente però, per fare un lavoro corretto, non si può poi portare solo il solido nei campi lontani e solo il liquido nei campi vicini all'impianto, occorre comunque fare una distribuzione razionale perchè lì si che si rischia di compromettere la fertilità del terreno, soprattutto per la non corretta distribuzione della frazione solida, che è quella che mantiene il grosso della sostanza secca.

 

Però io non vi capisco, siete tutti preoccupati di impoverire i terreni e poi parlate di pellettare e vendere la frazione solida che invece ribadisco essere la più importante da restituire al terreno. Viceversa sarebbe quella più liquida che si potrebbe cedere più a cuor leggero perchè in sostanza contiene nutritivi ma poca sostanza organica.

 

Confermo che nel digestato diminuisce la frazione di azoto organico a favore della parte ammoniacale, motivo per cui è molto più importante interrare immediatamente un digestato che non un liquame normale, di buona norma almeno entro 6 ore pena originare perdite di azoto.

 

Tony è molto difficile fare un bilancio della sostanza organica perchè come avevo già ben spiegato qualche post fa non puoi solo valutare i pesi di ciò che porti ed asporti, che è logico saranno più bassi gli apporti che gli asporti perchè buona parte del carbonio diventa metano nel digestore, ma occorre valutare poi il destino della sostanza organica nel terreno. Ripeto che quella apportata col digestato è molto più stabilizzata microbiologicamente e quindi andrà maggiormente incontro ad umificazione, mentre interrare sostanza organica "non trattata" comporta comunque una forte mineralizzazione e quindi comunque una parte rilevante di carbonio viene comunque persa.

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Per il punto due cosa intendi per di ricircolare, rimettere nell'impianto digestato?

 

Per il discorso palettare in realtà io avevo pensato di essiccare in parte il solido (tanto si ha il caldo del motore che in molte volte non viene utilizzato) e pelettato, per usare come fertilizzante in presenza del mais stesso.

Perchè con più ci si avvicina alla presenza del raccolto e più le perdite calano.

Inutile dire che il tutto, è pensato senza numeri in mano.

Perchè per fare ciò servono soldi, e si deve capire se ne vale la pena.

La risposta penso sia ovvia, se nessuno la fà.

Però mi era venuto da pensarlo.

 

Per il mescolare il tutto, in effetti se fa il capello è un problema.

Una rottura mica da poco tenerlo mosso.

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da quello che ho visto alla centrale nel lago in cui e' stato confluito il digestato tal quale si e' formato un cappello notevole e molto solido...nell'altro lago invece sta' finendo solo liquido e i solido viene separato....non so se faranno il pellet probabilmente ci stanno pensando..quello che impressiona e' la velocita' con cui esce digestato...

comunque sono convnto anch'io che la frazione migliore sia quella solida ma visti i ritmi di produzione anche per quelaservono buone superfici di stoccaggio...possibilmente coperte..

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Ospite albe 86

Tony per "riciclare" intendo proprio la possibilità di reintrodurre digestato nel digestore per esigenze particolari, come ad esempio se servisse diluire. Per quanto riguarda l'idea di fare pellet non sarebbe male ma, oltre ai costi di pellettare tutto quel materiale, ci sarebbe poi tutta la problematica ambientale in quanto per essiccare il separato solido è necessario far evaporare l'acqua, che porterebbe con sè non si sa di preciso quali molecole, con un conseguente problema di emissioni in atmosfera. Enricomt in genere i separatori hanno la possibilità di scegliere se far uscire un separato più asciutto o più umido, per evitare problemi è necessario farlo più asciutto in modo da non avere problemi se piovesse sui cumuli nella stagione fredda, mentre quando fa caldo si può tranquillamente farlo un po' più umido (non umido però al punto di creare percolati, si intende).

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Tony per "riciclare" intendo proprio la possibilità di reintrodurre digestato nel digestore per esigenze particolari, come ad esempio se servisse diluire. Per quanto riguarda l'idea di fare pellet non sarebbe male ma, oltre ai costi di pellettare tutto quel materiale, ci sarebbe poi tutta la problematica ambientale in quanto per essiccare il separato solido è necessario far evaporare l'acqua, che porterebbe con sè non si sa di preciso quali molecole, con un conseguente problema di emissioni in atmosfera. Enricomt in genere i separatori hanno la possibilità di scegliere se far uscire un separato più asciutto o più umido, per evitare problemi è necessario farlo più asciutto in modo da non avere problemi se piovesse sui cumuli nella stagione fredda, mentre quando fa caldo si può tranquillamente farlo un po' più umido (non umido però al punto di creare percolati, si intende).

A ok, non sapevo di questi problemi.

Il fatto di alleggerire il prodotto e compattarlo , mi dava l'idea di concentrarlo e di poterlo usare al posto dei concimi.

Ma immaginavo che non fosse un problema da poco.

Pure economicamente.

 

Sabato prossimo, devo trovarmi con una azienda qui vicino e i tecnici BTS.

Sentiremo cosa dicono sui nuovi impianti piccoli.

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in questa azienda annesso alle centrali c'e' il mulino per l'essiccazione di erba medica che sfrutta ovviamente nella stagione estiva il calore prodotto....ora penso che x forza di cose il separato debba essere fatto passare attraverso i forni..essiccato..avviato ai mulini e alle presse pellettatrici..per il discorso delle emissioni beh quello sinceramente non saprei...sara' giustamente da valutare....da quello che so cmq per il momento lo trasporteranno sfuso...poi forse solo nella stagione invernale avranno tempo di fare pellet di digestato...tra poco si ricomincia a sfalciare...

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alcune domande per chi ha impianti a biogas :

quanto materiale e cosa utilizzate nei vostri impianti e su che potenze?

quanto tempo rimangono in media i prodotti nel digestore per la fermentazione prima di essere estratti ?

costo a kw prodotto?

noi abbiamo un paio di clienti che hanno l'impianto da 999 kw ciascuno solo che uno dice che il materiale rimane nelle vasche circa 40/50 giorni e dicono di essersi accorti che stanno spendendo il 30 % in piu dei costi preventivati ha 3 vasche e sta facendo la quarta

l'altro invece mi dice circa 120 gg ha 4 vasche 2 grandi e 2 piu piccole 2 producono circa il 70 % le altre 2 il resto.

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Premetto che non ho un impianto, e ne sò veramente poco di queste cose (dunque potrei dire cavolate...).

Però un pò ho imparato che chiedere quanto mangia un impianto del genere, è un pò come chiedere quanto consuma il tuo trattore.

Stai pur certo che il vicino mangia meno....

 

Da quello che sò, la permanenza è a seconda della tipologia di impianto.

Una domanda, ma quello che mangia il 30% in più usa liquami?

E in che misura?

Perchè a m'è risulta, che gli impianti senza liquame alla fine siano poco redditizi.

 

Per i quantitativi, io ho sempre saputo che per 1 MW servono circa 500 q di trinciato al giorno.

Che poi pure li vuol dir tutto e nulla.

Perchè ci sono di quelli che trinciano molto verde altri abbastanza secco, dunque 500 q non sono uguali per tutti.

Modificato da tonytorri
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Ospite albe 86

@ agroverdeteam: è difficile dire quale sia il tempo di ritenzione ottimale per un impianto a biogas.

Prendendo in considerazione impianti con tecnologie "tradizionali", si può dire che comunque moltissimo dipende dal tipo di alimentazione che l'impianto stesso avrà, potremo avere impianti alimentati a liquame suino e farina di mais (tanto per fare un esempio, anche se molto poco probabile) che non necessiteranno di lunghi tempi di ritenzione perchè alimentati con prodotti energetici e facili da digerire, viceversa un impianto alimentato in prevalenza con materiali con bassa concentrazione energetica, come ad esempio letame, trinciati di sorgo o di triticale, necessiterà di tempi di ritenzione più lunghi per riuscire a sfruttare appieno le matrici fornite.

Questo perchè generalmente prodotti poco energetici e con abbondante presenza di lignina sono più difficili, e di conseguenza più lenti, nel "liberare" tutto il gas.

Diciamo che mediamente gli impianti si aggirano su circa 60 giorni di ritenzione, e generalmente non si esagera perchè, sebbene avere tempi di ritenzione più lunghi potrebbe aumentare lo sfruttamento della biomassa, di contro il fatto di mantenere movimentati e perfettamente miscelati volumi molto elevati comporta degli autoconsumi molto elevati.

Visto e considerato che generalmente la velocità di liberazione di gas dalla biomassa è alta nei primi giorni di permanenza nei digestori, per poi via via ridursi quasi a zero, è controproducente andare oltre un certo tempo, anche perchè comporterebbe, oltre ai già citati autoconsumi, anche un costo d'impianto molto più elevato per ricavare invece una scarsa quantità di gas.

Comunque, al dilà di tutti i discorsi teorici, ogni impianto a biogas fa storia a sè, ci sono molte variabili in gioco ed è difficile per un gestore avere esperienza su più tipologie di impianto, visto che generalmente si lavora solamente su un impianto.

Detto questo devo far notare che quest'anno i trinciati sono mediamente di qualità più bassa rispetto al solito, probabilmente a causa dell'andamento climatico avverso, quindi praticamente tutti gli impianti stanno "mangiando" più del previsto.

Senza contare che comunque dire: "il mio impianto mangia x quintali" ha poco senso, perchè moltissimo dipende, ad esempio nel caso del trinciato di mais, alla sostanza secca ed al quantitativo di amido, anzi, se si vuole fare i pignoli, bisognerebbe anche guardare la digeribilità della fibra, per cui si può vedere facilmente come ci siano moltissime variabili in gioco.

Secondo me l'impianto che dici che mangia il 30% in più, con 3 digestori, che immagino che lavorino 2 come primari e uno come secondario, per mangiare così tanto è probabile che abbia un problema biologico, magari dovuto ad una miscelazione non perfetta o magari una temperatura non uniforme, o ancora più semplicemente che abbia un trinciato non molto energetico, piuttosto che non avere un problema di tempi di ritenzione.

Modificato da albe 86
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Premetto che non ho un impianto, ma da semplice studente ho avuto la possibilità di visitarne un paio , giusto per avere esperienza diretta da mettere nella tesi della maturità, parlando con i gestori degli impianti come già sottolineato dal albe 86 le possibilità di alimentazione degli impianti sono molteplici, per esempio biomassa derivata da insilati (silomais, sorgo, triticale loietto....), farine di mais, e deiezioni zootecniche. Il tempo di permanenza ideale è compreso tre i 50 e i 70 giorni, mentre sulle quantità di prodotto inserito al giorno la cosa è molto variabile (per esempio il primo impianto visitato utilizzava 30t di silomais, una 15t di triticale e il resto liquame proveniente da vacche da latte), un aggiunta all'impianto molto utile sarebbe una specie di acceleratore diciamo che prima di immettere la biomassa nel digestore anaerobico permette di ropere il legami all'interno della cellulos a e quindi renderla piu digeribile dai batteri.

 

 

Per mia opinione gli impianti almeno al nord-Italia hanno conosciuto un forte "boom demografico" e come ogni altro investimento andrebbe fatto con la tetsa...

Modificato da Mirko-93
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@ agroverdeteam: è difficile dire quale sia il tempo di ritenzione ottimale per un impianto a biogas.

Prendendo in considerazione impianti con tecnologie "tradizionali", si può dire che comunque moltissimo dipende dal tipo di alimentazione che l'impianto stesso avrà, potremo avere impianti alimentati a liquame suino e farina di mais (tanto per fare un esempio, anche se molto poco probabile) che non necessiteranno di lunghi tempi di ritenzione perchè alimentati con prodotti energetici e facili da digerire, viceversa un impianto alimentato in prevalenza con materiali con bassa concentrazione energetica, come ad esempio letame, trinciati di sorgo o di triticale, necessiterà di tempi di ritenzione più lunghi per riuscire a sfruttare appieno le matrici fornite.

Questo perchè generalmente prodotti poco energetici e con abbondante presenza di lignina sono più difficili, e di conseguenza più lenti, nel "liberare" tutto il gas.

Diciamo che mediamente gli impianti si aggirano su circa 60 giorni di ritenzione, e generalmente non si esagera perchè, sebbene avere tempi di ritenzione più lunghi potrebbe aumentare lo sfruttamento della biomassa, di contro il fatto di mantenere movimentati e perfettamente miscelati volumi molto elevati comporta degli autoconsumi molto elevati.

Visto e considerato che generalmente la velocità di liberazione di gas dalla biomassa è alta nei primi giorni di permanenza nei digestori, per poi via via ridursi quasi a zero, è controproducente andare oltre un certo tempo, anche perchè comporterebbe, oltre ai già citati autoconsumi, anche un costo d'impianto molto più elevato per ricavare invece una scarsa quantità di gas.

Comunque, al dilà di tutti i discorsi teorici, ogni impianto a biogas fa storia a sè, ci sono molte variabili in gioco ed è difficile per un gestore avere esperienza su più tipologie di impianto, visto che generalmente si lavora solamente su un impianto.

Detto questo devo far notare che quest'anno i trinciati sono mediamente di qualità più bassa rispetto al solito, probabilmente a causa dell'andamento climatico avverso, quindi praticamente tutti gli impianti stanno "mangiando" più del previsto.

Senza contare che comunque dire: "il mio impianto mangia x quintali" ha poco senso, perchè moltissimo dipende, ad esempio nel caso del trinciato di mais, alla sostanza secca ed al quantitativo di amido, anzi, se si vuole fare i pignoli, bisognerebbe anche guardare la digeribilità della fibra, per cui si può vedere facilmente come ci siano moltissime variabili in gioco.

Secondo me l'impianto che dici che mangia il 30% in più, con 3 digestori, che immagino che lavorino 2 come primari e uno come secondario, per mangiare così tanto è probabile che abbia un problema biologico, magari dovuto ad una miscelazione non perfetta o magari una temperatura non uniforme, o ancora più semplicemente che abbia un trinciato non molto energetico, piuttosto che non avere un problema di tempi di ritenzione.

 

be l'impianto e' di quelli tipo a colonna (e' diverso da quelli che utilizzano mais ceroso ) funziona a liquami e letame (l'azienda ha circa 800 capi a lattazzione) con integrazione di pastone di mais e altro che non ricordo

comunque sta di fatto che quello che da piu giorni di ritensione e' anche quello che se la passa meglio ....gli altri hanno tutti problemi qui in zona .....non so se sia una caso se sia perche' abbia l'impianto strutturato diverso perche' il mais bene o male faceva schifo per tutti quest'anno ....

premetto che io sono ignorante in materia quindi riporto quello che mi dicono

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Ospite albe 86

Agroverdeteam non sai la marca dell'impianto che dà problemi?

Secondo me la prima cosa da fare è capire la qualità della biomassa in ingresso, perchè purtroppo valutare solo i quintali immessi non vuol dire niente. Se utilizzano pastone in genere è un prodotto abbastanza stabile, però con la siccità di quest'anno potrebbe essere peggiore pure quello, e questo parlando solo di pastone di granella, ma se si parla di integrale ci sono ancora più variabili, cioè ad esempio l'incidenza del tutolo, oppure l'umidità alla raccolta, che se è stata troppo alta ti sei portato a casa molta acqua, viceversa hai un prodotto di difficile conservazione se ha trinciato troppo asciutto.

Resta da capire poi anche la potenzialità produttiva in gas dei vari reflui (letame e liquame), perchè in genere le ditte pur di vendere sovrastimano sempre questi dati.

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