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La sostanza organica, i residui colturali e il C/N


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Onestamente non ho mai visto una grossa fame del terreno di azoto a causa della paglia del Grano trinciata anche seminando grano su grano . Idem per quando imballo .

diciamo che se lavori con minima lavorazione su campo trinciato la paglia porta più umidità e la terra rimane più fresca .

 

per la S.O. Che aumenta su paglia trinciata , beh non lo so .

ma in zona 80 unità ettaro sul grano nato , dopo una leguminosa son tantissime e piantine gialle difficile che col sole siculo se ne vedano .

 

Poi ognuno sicuramente ha la sua tecnica per la sua zona , io trincio per pulire campo dove la rotopressa non può andarci , ma urea sopra mai messa e non ho mai avuto la necessità di farlo .

 

Potrei fare mezzo campo trinciando e mezzo levandola così vedrei differenze .

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In generale sia con la minima che con la semina diretta la terra rimane più umida e meno soggetta a sbalzi anche se in alcuni casi (sabbie e limo terreni leggeri) i terreni sono più freddi e umidi, percui andrebbero seminati prima in autunno e più tardi in primavera soprattutto per favorire un parziale degradazione delle paglie.

Dipende sempre da quanta biomassa interri e quanto è vecchia, secca, lignificata o peggio silicizzata, anche con il letame può succedere la fame d'azoto perchè apporti ulteriore paglia, con il liquame è molto meno anche se si apporta un'enormità di acqua (il liquame più ricco di ss non arriva al 30% in peso il resto è H2O). Se si hanno polline, cunicoli, ovini la dose è enorme di azoto e fosforo una botta alchè la sostanza organica non basta mai e anzi è facile passare all'eccesso di azoto ma anche di salificazione perchè sono ricchi di elementi nutritivi, possono addirittura bruciare perchè sottraggono acqua e creano nei primi giorni una salamoia nutritiva. In molti prati con i letami ovicaprimi (anche compostati) è già successo.

Bisognerebbe comunque aspettare tra la lavorazione delle paglie e la semina, giusto per ammorbidirle e far agire le sostanze azotate-microflora edafica, per avere un'inizio di degradazione prima della semina, almeno una settimana e nel contempo far germinare i semi o stoloni delle infestanti per poi o ripassare o diserbare.

Su grano e riso ho visto fortissimi blocchi e immobilizzazione di azoto ho rivisto persino il gentleman o stangheat nel riso proprio per fermentazioni anomale della so.

Chi non ha problemi di brusone o septoria può continuare a non interrare le paglie, ma visti i problemi fitosanitari che si sono visti in molte zone, compresi gli USA non saprei se è il caso, su mais con la questione fusari-piralide non direi, è già al limite fare la minima sugli stocchi dopo trinciato..con l'eccezione delle zone collinari o più soggette ad erosione.

Le polline dell'Italpollina, quest'anno ho usato dove potevo e avevo possibilità un miscuglio con magnesio (non mi ricordo il titolo, ho forse ingiro i sacchetti) e devo dire che è l'unica pollina con cui mi sono trovato molto bene anche per il seppur basso apporto di magnesio(forse perchè è mista e non pura).

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Da noi fungicidi li usano il 5%

problemi di insetti non c'è ne sono

 

fai grano , raccogli , ari subito , dopo 1.5 mesi o 2 ripassi , se viene grossa passi vibro , semini .

Il sole estivo che abbiamo sistema la terra .

 

argilla impossibile muoverla anche dopo 10 mm , una pasta , esplode .

 

ma anche se estirpatore sale qualche stelo del aratura e il grano nasce accanto , non succede nulla . Qualche stelo non una striscia di paglia .

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Io intendevo la minima lavorazione o la semina su sodo, fai conto che in Sicilia i cereali a paglia e la colza anticipano la raccolta dai venti giorni al mese rispetto al resto dell'Italia. Le argille che ci sono pongono seri problemi con questi ultimi mutamenti di clima.

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Sbagliato se non si reintegrano gli stocchi con il letame o una dose almeno tripla di liquame o compost, perchè oltre a portar via ostanza organica si porta via un sacco di potassio, calcio, magnesio e microelementi, sulle leguminose si asporta una bella parte di azoto.

Se si usa l'urea zootecnico liquido con la botte rende di più e brucia meno anche sulle paglie, ma si dovrebbe per velocizzare usare un prodotto che incrementi la microflora del terreno e poi sperare in un periodo umido e caldo affinchè parta tutto per il meglio e poi sia anche più in tempra il terreno per una qualsiasi lavorazione.

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Ho fatto il tuo stesso ragionamento poichè parlando con il terzista che mi trebbia il futuro orzo... mi ha proposto di vendere la paglia a lui... prezzo 2 euro al ql. Girando su internet ho trovato che la paglia d orzo contine 0.6%azoto 0.3% fosforo e 1.6 potassio... calcolando una produzione di 50 ql di paglia (anche se sembra tanto potete fare i calcoli con un peso minore) la quantità di azoto è di 30 kg quella di fosforo sono 15 kg e per il potassio siamo a 80kg... morole della favola per per reintegrare il terreno servono 60 kg di urea calcolando un costo di 25 euro per il fosforo e le restanti unità di azoto mancanti si dovrebbe buttare 30 kg di biammonico altri 15 euro per il potassio utilizzando il cloruro bisognerebbe mettere 130 kg e siamo intorno ai 40 euro poi sommando i 3 passaggi con lo spandiconcime personale arriviamo ad altri 10 euro di gasolio... totale 90 euro per apportare solo 3 elementi senza calcolare quelli minori (magnesio ecc..) vale la pena guadagnare 10 euro per ettaro? Se non di meno..? L idea di trinciarla e ararla sotto non mi dispiace visto che non la utilizzo... poi ci sono altri fattori come: il peso dei balloni sono reali oppure manca qualcuno? Il prezzo dei vari concimi resterà stabile? Se sale è ancora peggio... e chissa il prezzo della paglia... sono tutti fattori da valutare pochi giorni prima della trebbiatura

Di quanto stiamo impoverendo i terreni di s.o.? Sicuramente non di poco e non è uguale utilizzare concime chimico invece che sostanza organiza...

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La paglia d'orzo, segale e frumento sono un'eccezione perchè rompono molto anche se trinciate e bloccano fortemente l'azoto e fermentano ben volentieri. Se non fosse per il potassio sarebbe meglio levarle o barattare con liquame e/o letame. Interrandole va messo azoto anche più dei classici 50 unità (perchè il conto e fatto sulle paglie ma ci sono anche le radici e la questione della monosuccessione che ne richiede di più per rendere stabile la s.o.). La questione fosforo i cereali a paglia, se il pH è appena appena giusto o leggermente alcalino, non hanno problemi di assorbimento se proprio non seminati in pieno inverno.

Il troppo storpia anche nelle paglie quando sono proprio troppe è meglio farle decomporre prima un pò in superficie e farle imbere-idratarle per farle meglio sfibrare e decomporre, poi passare a far una rottura delle stoppie con l'erpice da minima a zampe d'oca o dei dischi multipli leggeri...tutto con azoto o organici animali, solo dopo in un periodo umido come settembre-ottobre passare ad arare e di li a poco seminare come facciamo da noi, dove possibile in combinata senza smuovere troppo sotto.

Le paglie inficiano i lavoro di ripuntatura e gli spianamenti perchè anche a distanza di anni sono presenti, persino nella minima o blu, molti animaletti e lombrichi tendono a trascinale sotto la superficie.

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  • 1 anno dopo...
  • 1 anno dopo...

Dopo aver riletto la discussione, posto qui la mia domanda: Se volessi lasciare tutta la paglia di grano nel terreno, sarebbe un problema se buona parte di essa restasse in superficie? Mi spiego meglio, ho paura che utilizzando per la lavorazione solo il ripper, che non interra un granche la paglia, e poi lasciandola in superficie durante l inverno prima di passare il rotante a fine inverno, non ci sono problemi legati al fatto che la paglia marcisce o cose simili? In sostanza alla fine chiedo: Sarebbe meglio che facessi venire il terzista a fare un passaggio veloce di erpice a dischi per interrarla un po o posso risparmiarmi questo passaggio?

Ovviamente nei terreni farei rotazione, ma il grano tornerebbe sullo stesso terreno un anno su due. Grazie!

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In sostanza alla fine chiedo: Sarebbe meglio che facessi venire il terzista a fare un passaggio veloce di erpice a dischi per interrarla un po o posso risparmiarmi questo passaggio?

Ovviamente nei terreni farei rotazione, ma il grano tornerebbe sullo stesso terreno un anno su due. Grazie!

 

Dipende con che tipo di seminatrice entri poi in primavera...con i falcioni potresti avere problemi quindi meglio se interri il tutto, con seminatrice dischi non avrai nessun problema, io sono alcuni anni che ci semino pure le bietole su stocchi di mais solo trinciati,lavorati con un combidisk e non arati ...quindi la paglia di frumento a confronto non è nulla...lasciare i residui colturali in superficie per quanto mi riguarda non è solo per il beneficio che può dare la decomposizione e il rilascio di componenti concimanti che a conti fatti alla fine arando e ritirarli su decomposti l'anno dopo non cambia molto, ma lo faccio soprattutto per la struttura fibrosa e soffice che assume il terreno,in pratica mai più crostoni e pensieri di nascite disomogenee dopo piogge durante le semine primaverili :nonno: o crepe nel terreno da caderci dentro durante i periodi siccitosi estivi....

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Grazie per la risposta! La seminatrice non e' un problema, ho trovato il terzista che ce l ha a dischi. In effetti sui numerosi vantaggi lo sapevo gia, visto che sono molto appassionato di tecniche di agricoltura conservativa. Quello che recentemente mi ha fatto venire il dubbio e' stato vedere nei campi dei vicini che la paglia in superficie sta iniziando a diventare nera, come se marcisse, e questo mi spaventa, non vorrei che quel "marciume" possa creare problemi alle colture successive, e che quindi sia meglio interrarla maggiormente.

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Su questo ci sono pareri contrastanti c'è chi dice che le muffe che si sviluppano sui residui poi sono tossiche e creano problemi alla cultura successiva... io non ho mai notato questo problema... ti dirò tutti dicono che dopo grano per fare secondo raccolto di soia bisogna asportare o interrare la paglia altrimenti poi le muffe e i funghi che si sviluppano danno noia alla soia.... io quest'anno ho trebbiato trinciato la paglia e lasciata in campo... dato una discata, una passata di rotante e poi seminata soia e sembrava un letto di paglia.... ... risultato media di 38ql/ha secchi di secondo raccolto che non sono affatto male....

Modificato da Brilan
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Grazie per le vostre risposte. Comuqnue secondo me il fatto che non interrandola si perdano i benefici non e' del tutto vero, perche chi fa sodo continuativo lascia tutto in superificie ed e' stato dimostrato che il terreno sottostante migliora lo stesso.

Invece sul fatto che possa disturbare l emergenza di altre colture anche io ho qualche timore, pero io non devo fare secondi raccolti quindi in teoria per la primavera dell anno successivo non dovrebbe dare piu molto fastidio.

Ad ogni modo per togliere ogni dubbio bisogna provare, quindi grazie a chi riporta le proprie esperienze!

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  • 4 mesi dopo...

Ciao a tutti,

 

sperando di non essere del tutto fuori tema (nel caso vi ringrazio di segnalarmi la discussione del fourum più adatta, prima di aprirne una nuova) volevo chiedervi se qualcuno di voi ha esperienza con concimazioni organiche a pieno campo a base di prodotti pellettizzati, in particolare con stallatico di ovino per esempio.

Vorrei chiedervi se conoscete dei fornitori oppure dove potrei trovare maggiori informazioni a riguardo (composizione, dosi condigliate, applicazioni, prezzi ecc.), su internet trovo poca roba...

Grazie

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  • 4 mesi dopo...

ieri sera al TG hanno mostrato un servizio che purtroppo ho visto di sfuggita.. sulla tecnica di irrigazione a pioggia, ecc.. ma quello che più mi ha incuriosito è stato l'uso di carbone (non ho capito se vegetale o minerale.. ma penso il secondo) dato sul mais alla ottava foglia circa.. capace di diminuire il fabbisogno idrico del 35% aumentando la capacità idrica del campo

qualcuno di voi sa qualcosa di più?? potrebbe essere molto interessante per i terreni ghiaiosi con scheletro come il mio

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ieri sera al TG hanno mostrato un servizio che purtroppo ho visto di sfuggita.. sulla tecnica di irrigazione a pioggia, ecc.. ma quello che più mi ha incuriosito è stato l'uso di carbone (non ho capito se vegetale o minerale.. ma penso il secondo) dato sul mais alla ottava foglia circa.. capace di diminuire il fabbisogno idrico del 35% aumentando la capacità idrica del campo

qualcuno di voi sa qualcosa di più?? potrebbe essere molto interessante per i terreni ghiaiosi con scheletro come il mio

Sì sono tutti derivati dal biochair carbone da pirolisi e misto altri prodotti come zeoliti, in pratica riciclo rifiuti.... solito quesito è provenienza e manipolazioni varie. Lo stanno adesso testando in Emilia specie Parma, Piacenza e Reggio Emilia anche perché la situazione è orrenda.

Ho provato anni fa alcuni "carboni" su riso e mais, risultati ambigui è troppa poca la roba, andrebbero usate dosi tipo compost per almeno 7 anni e vedere dopo 10 anni.... meglio altri approcci. Bisogna mettersi in testa di tentare approcci più estremi tipo quelli dell'aridocoltura e in altre zone tentare semine e sarchiature perché non è che irrigando si riesca molto.

Da anni di uso del ripuntatore su mais e non solo e ho notato che funziona benissimo anche non solo sulle argille, le radici vanno meglio.... anche su colture inaspettate come alcuni risi in asciutta. Comunque noto una certa scarsità di conoscenza su varietà tolleranti le condizioni estreme.

La situazione sulle argille resta situazione già di resistenza, su terreni più leggeri o golenali-riparie siamo alla disgrazia, terreni franchi sono garantiti molto dalla so ma quella vera, costituita da anni e da rotazioni.... vedere vecchi prati per credere (seppur spingono di più come nutrienti).

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  • 2 mesi dopo...

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