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Prezzi prodotti agricoli e strategie di mercato


DjRudy

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Secondo me il discorso di fondo è sempre lo stesso, Cellino si organizza investe e fa le cose ed è bravo a fare guadagnare la sua azienda. Noi, tante chiacchiere ma quando c'è veramente bisogno di parlare, organizzarci e cercare di farci sentire.... nessuno ha veramente le palle x farlo, anzi alcuni si schieriamo dalla parte del più forte per cercare di tutelarsi il loro piccolo orticello. Io adesso sono impegnato in una battaglia più importante per me e non so se riuscirò a continuare a coltivare, ma se le cose continueranno in questo senso credo ci si dovrà fermare nuovamente in tanti con le semine del grano...e lo scrivo con l'augurio e la speranza di sbagliarmi

 

Insomma fino ad un certo punto è bravo. Su semole e farine forse, sul reparto mangimi è migliorato sicuramente ( non so però che ruolo ha lui perchè ci sono anche fratelli e sorelle in mezzo ) ma sulla pasta non direi perchè per me è una lotta a cercare di far comprare la sua pasta da familiari vari e anche dalla mia ragazza. A parte un paio di formati dicono tutti che non è buona o peggio ancora che non si fidano di come la fa. Comunque Il discorso investimenti sarebbe giusto se lo fa l'industriale e se lo paga lui non se glielo paghiamo noi in un paio di anni e poi è tutto grasso che cola. Cosa credi che costi un sementificio ? Anche se mette la conciatura se lo ripaga in un paio di anni sempre che non si smetta sul serio di seminare.

Modificato da superbilly1973
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Insomma fino ad un certo punto è bravo. Su semole e farine forse, sul reparto mangimi è migliorato sicuramente ( non so però che ruolo ha lui perchè ci sono anche fratelli e sorelle in mezzo ) ma sulla pasta non direi perchè per me è una lotta a cercare di far comprare la sua pasta da familiari vari e anche dalla mia ragazza. A parte un paio di formati dicono tutti che non è buona o peggio ancora che non si fidano di come la fa. Comunque Il discorso investimenti sarebbe giusto se lo fa l'industriale e se lo paga lui non se glielo paghiamo noi in un paio di anni e poi è tutto grasso che cola. Cosa credi che costi un sementificio ? Anche se mette la conciatura se lo ripaga in un paio di anni sempre che non si smetta sul serio di seminare.
Non voglio entrare nello specifico delle pasta che può o non può vendere nella nostra zona, perché non avrei i numeri per farlo....ma una cosa creda sia certa, gran parte del grano duro regionale passa nelle sue mani e se non era (o erano, familiari compresi) capace a gestire, non sarebbe diventato così grande. Anche sul discorso industriale e sul sementificio, possiamo scrivere quel che vogliiamo, ma sui fatti abbiamo dimostrato di non essere all'altezza di gestire bene, basta vedere i risultati del consorzio agrario o se vogliamo parlare di amassi, possiamo aggiungere anche il consacer o anche i i silos che gestivamo nella cantina del mio paese. Risultati? Credo sia meglio stendere un velo pietoso...
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Non voglio entrare nello specifico delle pasta che può o non può vendere nella nostra zona, perché non avrei i numeri per farlo....ma una cosa creda sia certa, gran parte del grano duro regionale passa nelle sue mani e se non era (o erano, familiari compresi) capace a gestire, non sarebbe diventato così grande. Anche sul discorso industriale e sul sementificio, possiamo scrivere quel che vogliiamo, ma sui fatti abbiamo dimostrato di non essere all'altezza di gestire bene, basta vedere i risultati del consorzio agrario o se vogliamo parlare di amassi, possiamo aggiungere anche il consacer o anche i i silos che gestivamo nella cantina del mio paese. Risultati? Credo sia meglio stendere un velo pietoso...

 

Guarda il consorzio agrario lo abbiamo sostenuto portando grano e comprando da loro anche a prezzi leggermente superiori quando portavano qualcosa però. Io sono il primo che ha riportato grano al consorzio ( una parte solamente ovviamente per strategia più che per mancanza di fiducia ) dopoche mio padre per anni non ne aveva più voluto sapere. Purtroppo sulla gestione del consorzio ora possaimo solo discutere sul fatto che il suo fallimento ha danneggiato anche noi e ci danneggerà ancora per tutta una serie di motivi. Purtroppo però per come era impostata la gestione non penso si potesse fare molto perchè di fatto noi potevamo vedere solo l'esterno della scatola ma non tutto quello che combinavano. Io vedo che nel resto d'italia i vari consorzi agrari fanno contratto di filiera con industrie e gestiscono l'ammasso. Sul come e perchè invece questo consorzio abbia gestito certe attività il velo sarebbe meglio stenderlo su di loro. Non potere più ammassare se non nei punti di Cellino è una grossa complicanza perchè di fatto chi gestisce gli altri ammassi non è in grado di pagare come lui, ammesso e non cocesso che il grano quest'anno possa raggiungere un certo prezzo. Se non si arriva almeno a 24 € anche presi all'anno successivo non è sostenibile la coltura. Omeglio se ne fa solo per la pac oppure si danno i terreni in affitto ma anche su questo punto avrei moolti dubbi.

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"L'abbiamo sostenuto e rovinato"! Non dimentichiamoci che presidenza e consiglio era ed è formato in gran parte da soci agricoltori e così x il co.ce.sa che come saprai, diversi avevano il doppio incarico...e che purtroppo non è bastato a evitare questo sconquasso. Sul resto concordo quasi in tot con il tuo pensiero.

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"L'abbiamo sostenuto e rovinato"! Non dimentichiamoci che presidenza e consiglio era ed è formato in gran parte da soci agricoltori e così x il co.ce.sa che come saprai, diversi avevano il doppio incarico...e che purtroppo non è bastato a evitare questo sconquasso. Sul resto concordo quasi in tot con il tuo pensiero.

 

Presidente e consiglio di amministrazione hanno sempre fatto quello che volevano loro con o senza rimostranze interne ed esterne. L'unica legge che conoscono è sempre la loro sia per come è costituita la società che per il fatto che comunque nessuno li poteva buttare fuori a calci. Come del resto in qualsiasi partecipata statale. In teoria il COCESA è ancora vivo in quanto non ci sono dipendenti e ha più crediti che debiti verso il consorzio. Come idea acquisire i centri di ammasso ed utilizzarli per ammasso e rivendita potrebbe essere ipotizzabile se questi contratti di filiera diventano insostenibili. Tieni presente che comunque per cellino stoccare tutto il grano sardo è una complicanza non da poco perchè lui lo ha sempre acquistato ed utilizzato durante tutto l'arco dell'anno e ovviamente ogni spesa extra la sosterremo noi

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Presidente e consiglio di amministrazione hanno sempre fatto quello che volevano loro con o senza rimostranze interne ed esterne. L'unica legge che conoscono è sempre la loro sia per come è costituita la società che per il fatto che comunque nessuno li poteva buttare fuori a calci. Come del resto in qualsiasi partecipata statale. In teoria il COCESA è ancora vivo in quanto non ci sono dipendenti e ha più crediti che debiti verso il consorzio. Come idea acquisire i centri di ammasso ed utilizzarli per ammasso e rivendita potrebbe essere ipotizzabile se questi contratti di filiera diventano insostenibili. Tieni presente che comunque per cellino stoccare tutto il grano sardo è una complicanza non da poco perchè lui lo ha sempre acquistato ed utilizzato durante tutto l'arco dell'anno e ovviamente ogni spesa extra la sosterremo noi
Sfugge in piccolo particolare, il co.cesa. "deve un bel po di soldi ai soci" e non saprei se può stare in piedi in questa situazione. Al momento è una cosa che stiamo valutando e cercando di risolvere....
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Nel senso che ti danno tre varietà e tu scegli tra quelle? Qua di fatto non ha neanche specificato se pagherà il singolo carico o la media della produzione per azienda. Quando ti prendonoi campioni cosa usano per le varie specifiche? Per me ci saranno cose strane in raccolta.

esatto si, tu sei libero di scegliere tra quelle 3 varietà

la seconda domanda non l'ho capita, intendi che metodo di analisi usano?

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Sfugge in piccolo particolare, il co.cesa. "deve un bel po di soldi ai soci" e non saprei se può stare in piedi in questa situazione. Al momento è una cosa che stiamo valutando e cercando di risolvere....

 

Già infatti il credito verso il consorzio è pari al debito verso i soci

 

esatto si, tu sei libero di scegliere tra quelle 3 varietà

la seconda domanda non l'ho capita, intendi che metodo di analisi usano?

 

Il seme lo puoi comprare da chi vuoi e fa fede la fattura o lo devi prendere solo da certi rivenditori?

Intendevo come ti classificao il grano. Usaano quella specie di spettrometro oppure prendono campioni e a fine raccolto classificano la partita intera? Ti lasci dei campioni anche tu per eventuali contenziosi? Scusa se chiedo però sto cercando di analizzare questo contratto che ho fatto per una ecina di ettari e volevo vedere un pò come funzionano le cose negli altri contratti sia verso l'industria che il mulino privato

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in grassetto è scritto un genere:

Piante Industriali

sotto ci sono le singole piante industriali:

Tabacco

Girasole

Soia

Colza e ravizzone

Altre coltivazioni industriali

 

ORTIVE in grassetto credo che siano quelle industriali anche lì una notevole percentuale negativa che al NordEst raggiunge il -17,9% (la più alta discesa) cioè terreni che in gran parte credo siano state destinate in favore degli ORTI FAMILIARI .

Risalta un -23,4% sulla voce "Fiori e piante ornamentali, piantine e sementi" al Sud e Isole

 

 

 

Infatti sono indagini a campione sulle intenzioni, c'è scritto in fondo all'immagine, basterebbe leggere.

 

basterebbe leggere anche che sono variazioni percentuali e non in termini assoluti.

 

per esempio, gli orti familiari potrebbero essere passati da 10 a 10,63 ha e la percentuale è soddisfatta.

 

che poi non capisco questa acredine verso chi fa il coltivatore.

 

"piante industriali -9,2 OTTIMO!" perchè?

 

non andava mica meglio quando chi faceva ad esempio le bietole guadagnava?

 

no? via, tutti di scambi , autoconsumo e baratto!

 

il medioevo è passato da un pezzo....

Modificato da ricky75
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é un termometro della tendenza dei seminativi...

 

 

che poi non capisco questa acredine verso chi fa il coltivatore.

 

 

veramente è verso il trasformatore.

Io non capisco perchè devi pensare che il coltivatore non possa aumentare la vendita diretta dei propri prodotti e non capisco perchè chi ha un orto familiare non sia da te considerato un coltivatore..

 

 

"piante industriali -9,2 OTTIMO!" perchè?

 

 

perchè se l'offerta è minore il prezzo dovrà alzarsi.

 

 

non andava mica meglio quando chi faceva ad esempio le bietole guadagnava?

 

no? via, tutti di scambi , autoconsumo e baratto!

 

il medioevo è passato da un pezzo....

 

appunto vedi sopra, quando l'offerta della barbabietola era minore e la domanda era maggiore

Modificato da Argilloso
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Già infatti il credito verso il consorzio è pari al debito verso i soci

 

 

 

Il seme lo puoi comprare da chi vuoi e fa fede la fattura o lo devi prendere solo da certi rivenditori?

Intendevo come ti classificao il grano. Usaano quella specie di spettrometro oppure prendono campioni e a fine raccolto classificano la partita intera? Ti lasci dei campioni anche tu per eventuali contenziosi? Scusa se chiedo però sto cercando di analizzare questo contratto che ho fatto per una ecina di ettari e volevo vedere un pò come funzionano le cose negli altri contratti sia verso l'industria che il mulino privato

 

Allora la semenza di grano la compri da chi fai il contratto, perché molte volte anche loro sono venditori di semenza e concime.. Ma non ti obbligano poi a comprare anche concime e fitofarmaci come fanno da te.. Anche perché nessuno deve sentirsi obbligato a fare qualcosa altrimenti non sarebbe più democrazia ma dittatura!!

Per le analisi utilizzano l'alveografo di Chopin e per le proteine un metodo a parte e raccolgono un campione ogni rimorchio

Noi teniamo sempre qualche campione di grano che poi facciamo analizzare da un ente certificato (costo analisi 80€) per poi paragonarlo al momento delle vendita con chi ritirerà il nostro grano.. Perché anche qui ci sono gli strumenti truccati eh..

Modificato da green deer
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é un termometro della tendenza dei seminativi...

 

 

 

veramente è verso il trasformatore.

Io non capisco perchè devi pensare che il coltivatore non possa aumentare la vendita diretta dei propri prodotti e non capisco perchè chi ha un orto familiare non sia da te considerato un coltivatore..

 

 

 

perchè se l'offerta è minore il prezzo dovrà alzarsi.

 

 

 

appunto vedi sopra, quando l'offerta della barbabietola era minore e la domanda era maggiore

 

in realtà la produzione di barbabietole fino a 10 anni fa era più che doppia....

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in realtà la produzione di barbabietole fino a 10 anni fa era più che doppia....

 

appunto, la domanda era più che doppia...qui lo zuccherificio l'hanno chiuso.

Gli stabilimenti francesi,tedeschi stanno causando 3,5 milioni di tonnellate di eccedenze a livello europeo: l'offerta è troppa nel mercato e la domanda di zucchero non è una domanda di produzione italiana...

Modificato da Argilloso
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Scusate la mia ignoranza su questa coltura, ma si può parlare di strategia di mercato sulla coltivazione delle bietole, può fare qualcosa l'imprenditore agricolo per incidere sul prezzo o modificare la tendenza a chiudere gli stabilimenti?

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L'imprenditore agricolo è anche un consumatore e bisognerebbe acquistasse solo zucchero da Coprob di Minerbio e Pontelongo o comunque reclamare l'etichettatura di produzione dello zucchero.

 

[ATTACH=CONFIG]34776[/ATTACH]

Modificato da Argilloso
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appunto, la domanda era più che doppia...qui lo zuccherificio l'hanno chiuso.

Gli stabilimenti francesi,tedeschi stanno causando 3,5 milioni di tonnellate di eccedenze a livello europeo: l'offerta è troppa nel mercato e la domanda di zucchero non è una domanda di produzione italiana...

Praticamente argilloso, c'è troppo zucchero prodotto da barbabietole a livello mondiale? Cm mai non si riesce a calmierare il tutto?

 

Inviato dal mio HUAWEI VNS-L31 utilizzando Tapatalk

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Praticamente argilloso, c'è troppo zucchero prodotto da barbabietole a livello mondiale? Cm mai non si riesce a calmierare il tutto?

perchè non esiste anche nel settore dello zucchero l'etichettatura di origine e il consumatore spesso è costretto a scegliere solo tra prodotti stranieri...Eridania è diventato un marchio francese della Cristal Union...

 

Alla base di tutto c'è una direttiva europea del 2005, cioè una drastica revisione della regolamentazione delle quote di produzione di zucchero. In base a queste nuove regole le società produttrici sono fortemente incentivate a restituire le quote contro una forte compensazione economica e quindi, di fatto, alla chiusura degli impianti produttivi anche italiani.

Modificato da Argilloso
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C’è un prodotto che, nonostante sia quasi onnipresente nelle produzioni di diversi generi alimentari made in Italy, è quasi sempre sottovalutato in materia di origine controllata e qualità: lo zucchero. Secondo i dati Coldiretti, l’80% dei circa 600.000 prodotti alimentari realizzati a livello industriale, disponibili presso la grande distribuzione, contiene zucchero. A fronte di un consumo di oltre 1,7 milioni di tonnellate, in Italia, spiega la Coldiretti, dopo il no della Commissione Europea alle misure di emergenza per salvare lo zucchero made in Italy chieste dal Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, resiste una produzione di 300.000 tonnellate, ma negli ultimi anni sono stati chiusi ben 16 zuccherifici su 19 azzerando l’84% del potenziale industriale nazionale. In Italia la maggior parte del mercato è infatti controllata da tre giganti stranieri, il primo dei quali è la multinazionale tedesca Sudzucker che vanta 31 siti in tutta Europa. Il secondo padrone dello zucchero in Italia è la francese Cristal Union, acquisitrice della tricolore Eridania, che con 10 stabilimenti nel mondo sforna 2 milioni di tonnellate all’anno di prodotto. Sempre d’Oltralpe, continua la Coldiretti, è la multinazionale Tereos, che vanta 45 siti industriali in 13 paesi, ed è il primo produttore francese con 3,7 milioni di tonnellate e un giro d’affari di 5 miliardi di euro. Si è creata una situazione, sottolinea Coldiretti, nella quale il mercato è in mano a 5 grandi realtà del Nord Europa che già oggi detengono il 75% del comparto nel Vecchio Continente, e che vendono zucchero a prezzi molto bassi da Francia e Germania che hanno aumentato del 20% la loro produzione nel 2017, causando 3,5 milioni di tonnellate di eccedenze a livello europeo. Dal canto suo, l’Italia dello zucchero cerca di difendersi come può: l’ultimo, anzi gli ultimi a provarci sono le 25.000 persone impegnate nella filiera che fanno parte della cooperativa tricolore Coprob-ItaliaZuccheri, che ha due stabilimenti di trasformazione sul territorio nazionale e riunisce 7.000 aziende con 32.000 ettari coltivati a barbabietola fra Veneto ed Emilia Romagna. Senza di loro, chiarisce la Coldiretti, l’Italia, che è il terzo mercato dell’Unione Europea, diventerebbe uno dei pochissimi casi al mondo senza alcun produttore locale di zucchero come Nigeria, Malesia, Corea del Sud e Arabia Saudita considerando un consumo medio annuo sopra il milione e mezzo di tonnellate.

Una situazione per niente facile quella fotografata dalla Coldiretti, che avrebbe una sola soluzione, che a quanto pare è stata anche la risposta ad altri problemi dello stesso tipo in altri settori produttivi dell’alimentare: l’etichettatura d’origine. Secondo la Coldiretti infatti, l’unico modo per salvaguardare i produttori del Belpaese è quella di porre obbligatoriamente in etichetta l’origine dello zucchero, facendo sì che i consumatori possano scegliere in libertà di proteggere, e in questo caso anche salvare, lo zucchero made in Italy.

 

Leggendo questo articolo, sembrerebbe che alla commissione Europea importi poco del nostro zucchero, come al solito contano i numeri

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Leggendo questo articolo, sembrerebbe che alla commissione Europea importi poco del nostro zucchero, come al solito contano i numeri

il punto è che ai consumatori interessa un fico secco, se lo zucchero è francese o tedesco lo acquistano ugualmente...non rivoltiamo come al solito la frittata dando colpe a chi di fatto non ne ha e segue il mercato e cioè la domanda dipendente dai consumatori...non certo da chi lo produce , ma da chi lo sceglie tra gli scaffali...

Modificato da Argilloso
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il punto è che ai consumatori interessa un fico secco, se lo zucchero è francese o tedesco lo acquistano ugualmente...non rivoltiamo come al solito la frittata dando colpe a chi di fatto non ne ha e segue il mercato e cioè la domanda dipendente dai consumatori...non certo da chi lo produce , ma da chi lo sceglie tra gli scaffali...
Sarei d'accordo con te se (secondo me) il mercato fosse veramente libero e non drogato da accordi commerciali e regole globali....non certo fatte dai consumatori o dai piccoli produttori come noi.
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Buona iniziativa.....ma per mercato libero, credo s'intenda altro

 

il mercato è libero, perchè lo guida il consumatore. Vedi per caso interesse per l'origine italiana dagli italiani?

 

Obbligano qualcuno a comprare una cosa per un'altra?

Modificato da Argilloso
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Mercato libero per me è sopratutto quando c'è concorrenza leale per produrre, poi è chiaro che il consumatore è libero di comprare quello che vuole.

 

non si tratta di lealtà, qualunque produttore capace di produrre come vuole la domanda(domanda=maggioranza dei consumatori) è leale con la concorrenza. Per la maggioranza della domanda non importa come produci, ma a quanto vendi, tutto ciò è il frutto delle scelte dei consumatori, chi produce si adegua(se ne ha le capacità economiche) e basta...

 

E' assurdo che Barilla ancora riesca a vendere pasta nel mondo, probabilmente il consumatore ha perso da anni il buonsenso:

 

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/niente-spot-famiglie-gay-ora-barilla-fa-pasta-lgbt-1600367.html

 

 

https://www.parmapress24.it/2017/11/05/barilla-si-difende-glifosato-zero-pasta-costerebbe-10-volte-piu/

 

"Detto questo, per arrivare ai limiti previsti dalla legge bisognerebbe mangiare duecento piatti di pasta al giorno"

 

Paolo Barilla ammette che il glifosato ha dei limiti e quindi che il glifosato è pericoloso..nonostante tutto c'è ancora chi compra Barilla e i marchi di Barilla:

Voiello/Pan di stelle/Mulino Bianco/Grancereale ecc ...

Modificato da Argilloso
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