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Qual'è l'azienda più grossa in Italia ?


claaschallenger

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riuppo per aggiornare come richiesto parco mezzi Sardo

nh un 8040, un 8050, un t8 390, quattro t7260 ps, quattro t7260 autocommand, due t6 , due t5, un t7 210 ps

fendt due 936, due 820

jd un 8345rt, un 8320, un 7920, un 6920, un 6620

diversi case ma non ricordo modelli ma nessuno grande, altri mezzi nh piccoli che non ricordo

macchine da raccolta: 3 big baller nh

4 cr (una 9090smarttrack, due 9080 elevation e una 8080 smarttrack)

3 fr trince (due 9090 e una 9060)

un mare di attrezzatura, mi limito alle seminatrici perchè in fiera l'anno scorso hanno preso medaglia come piu grande cliente maschio gaspardo italia:3 combinate 6m portate, una combinata 6m trainata, una combinata 5m portata, 3 erpici rotanti 6m e un 5metri, mais 3 portate 8file, una portata 6 file e una trainata 8 file, tutto gaspardo

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riuppo per aggiornare come richiesto parco mezzi Sardo

nh un 8040, un 8050, un t8 390, quattro t7260 ps, quattro t7260 autocommand, due t6 , due t5, un t7 210 ps

fendt due 936, due 820

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macchine da raccolta: 3 big baller nh

4 cr (una 9090smarttrack, due 9080 elevation e una 8080 smarttrack)

3 fr trince (due 9090 e una 9060)

un mare di attrezzatura, mi limito alle seminatrici perchè in fiera l'anno scorso hanno preso medaglia come piu grande cliente maschio gaspardo italia:3 combinate 6m portate, una combinata 6m trainata, una combinata 5m portata, 3 erpici rotanti 6m e un 5metri, mais 3 portate 8file, una portata 6 file e una trainata 8 file, tutto gaspardo

 

scusa ma per Sardo che intendi ?? che questi mezzi stanno in tutta la sardegna ?? giusto ??

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diciamo anche che qui da me l'assistenza Martinengo non ha paragoni, visto personalmente arrivare alle 10 30 di sera

come per noi modenesi la Cama (officina cnh) assistenza efficiente sempre,gli altri marchi qua nella nostra zona non offrono un servizio preciso e puntuale come cnh

 

i sardo per cosa li usano i t7?

Modificato da Cvt
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come per noi modenesi la Cama (officina cnh) assistenza efficiente sempre,gli altri marchi qua nella nostra zona non offrono un servizio preciso e puntuale come cnh

 

i sardo per cosa li usano i t7?

 

Semina combinata, trasporti, trincea e ripassi, ovviamente l'aratura la fanno altri trattori.

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Il re del mais. Da Rovigo alla North Carolina

 

 

 

MILANO - La più grande azienda agricola della costa orientale e una delle maggiori negli Stati Uniti? Si chiama Open Grounds Farm, si estende per 23 mila ettari, in North Carolina, e appartiene a un italiano, Mario Visentini. Visentini chi? Cinquantotto anni, di Rovigo, un diploma di perito industriale rimasto nel cassetto, Visentini è uno dei maggiori imprenditori agricoli anche in Italia, visto che l' azienda che porta il suo nome (e impiega anche i tre figli), a Porto Tolle, si sviluppa per circa 3.900 ettari. Una superficie considerevole (ma gli appezzamenti di terreno non sono contigui) per il nostro Paese, dove l' azienda agricola media misura appena 8 ettari e la più grande, le Bonifiche Ferraresi, non supera i 4 mila ettari. Poco, però, in confronto ai 23 mila ettari (tutti adiacenti) di Open Grounds Farm. Open Grounds Farm parla italiano da quasi 40 anni. La comprò nel 1974 Serafino Ferruzzi, per 3,7 milioni di dollari, lanciando una sfida che sorprese perfino gli americani: trasformare una palude, fino ad allora usata per l' allevamento, in campi di granoturco. Visentini è arrivato 17 anni fa, quando nel ' 95 ha acquisito, per circa 40 milioni di dollari, l' azienda dal fallimento del gruppo Ferruzzi. «Era in vendita, avevamo le risorse in famiglia, abbiamo investito», racconta l' imprenditore veneto, socio al 50% con il fratello Giovanni, 57 anni, ex capitano di lungo corso, oggi armatore e responsabile, insieme ai suoi tre figli, della Visentini Giovanni trasporti fluviomarittimi (sempre in società al 50% con Mario). «La prima differenza tra Italia e Usa è il prezzo del terreno. In America si parte da valori molto più bassi, quindi la redditività dell' investimento è maggiore. Conviene crescere all' estero. Qualche numero? Circa 5 mila euro all' ettaro negli Usa contro i 40-60 mila euro per ettaro in Italia, perché c' è poco terreno coltivabile disponibile», riconosce. La scommessa americana ha aperto a Visentini una finestra su un mondo agricolo nuovo. Essendo a controllo straniero, per le leggi americane la società non ha diritto a sussidi, salvataggi o sostegni quando i prezzi scendono troppo. «La Pac invece dà i contributi a tutti gli agricoltori sul suolo europeo, indipendentemente dal passaporto», nota. Così per recuperare il gap competitivo la fattoria, dove vengono coltivati soia, mais e cotone a rotazione, usa i macchinari e le tecnologie più avanzati, inclusi aeroplani (per fertilizzare), computer e Gps. Risultato: bastano 26 dipendenti, compreso il responsabile Antonio Cinti Luciani, pure lui di Rovigo, per produrre circa 30 quintali di soia per ettaro e tra i 90 e i 100 quintali di mais per ettaro. L' azienda italiana, quasi 6 volte più piccola, impiega 35 persone. «La morfologia del territorio italiano non permette le stesse tecnologie, le aziende sono molto più piccole e quindi i costi maggiori», spiega. Un' altra differenza? L' uso degli Ogm. «In America è tutto coltivato a Ogm, tranne una piccola percentuale per salvaguardare la biodiversità. Non so se gli Ogm facciano male o no, e chi ha ragione. Però l' Italia vieta le coltivazioni geneticamente modificate e poi ne permette il consumo. E non solo nei mangimi per gli animali. È un' ipocrisia. Inoltre, senza Ogm usiamo più pesticidi e le tossine, è accertato, sono dannose per la salute». La siccità di questi mesi, invece, è un problema comune a Italia e Usa. Ma se a Porto Tolle la mancanza di pioggia quest' anno costerà a Visentini «minimo 2-3 milioni di euro», non tocca l' azienda in North Carolina. «Riguarda la Corn Belt e la California non la costa Est. Anzi, la pioggia forte ci ha costretto a interrompere il raccolto», dice ricordando che a Open Grounds Farm i campi non vengono nemmeno irrigati, perché «non è necessario e sarebbe troppo costoso». In Italia è un' altra storia. «In autunno ci aspetta un' impennata dei prezzi generalizzata, dalla frutta ai cereali alla carne», prevede. E, come sempre, saranno i consumatori a pagare il prezzo più alto. Perché di tutta la filiera alimentare, alla fine «chi decide il prezzo è la grande distribuzione».

 

 

Fonte http://archiviostorico.corriere.it/2012/agosto/24/del_mais_Rovigo_alla_North_co_9_120824089.shtml

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  • 4 settimane dopo...

buonasera, anche io ho lavorato per un periodo in una azienda agricola qui nella provincia di brescia...probabilmente è una delle più conosciute possiede circa 350 ettari tutti coltivati a mais e circa 800 capi in lattazione! non sono numeri da capogiro ma è una delle più grandi nella provincia!

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  • 3 mesi dopo...

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