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Rateo variabile quali sono i vantaggi reali?


DjRudy

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Il 6/2/2021 Alle 20:32, Nikolas ha scritto:

Ci sono almeno due cose che non vanno in questa prova:

Decisamente più di 2 le cose che non vanno, dove vogliamo mettere le ripetizioni magari randomizzate di quelle file e poi andrebbe valutato come il dato è stato raccolto dalla trebbia perchè li ci casca spesso l'asino (come dicono da noi). Sarebbe poi basilare conoscere la sorgente del dato per la mappa di prescrizione e come si è elaborata la prescrizione, perchè ribadisco non è cosa banale. Per fortuna molti giovani si stanno interessando a queste tecniche e si stanno formando e nel futuro prossimo diventeranno uno standard nelle applicazioni anche per via dei sempre più stringenti vincoli ambientali. Vuoi mettere per i rischi di lisciviazione una distribuzione di liquami a rateo variabile in funzione della tessitura del terreno rispetto al metodo tradizionale?

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Una cosa, secondo me, fondamentale è che manca, per forza di cose, uno storico su cui basarsi e perciò bisogna andare un po'a tentativi.

Ad esempio non è detto che in una zona "rossa" si debba per forza aumentare gli input, perché magari ci sono condizioni particolari per cui l'aumento dei dosaggi non può essere sfruttato ma diventa controproducente in quanto va sprecato.

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1 ora fa, Prete68 ha scritto:

Una cosa, secondo me, fondamentale è che manca, per forza di cose, uno storico su cui basarsi e perciò bisogna andare un po'a tentativi.

Ad esempio non è detto che in una zona "rossa" si debba per forza aumentare gli input, perché magari ci sono condizioni particolari per cui l'aumento dei dosaggi non può essere sfruttato ma diventa controproducente in quanto va sprecato.

Non serve sempre uno storico, serve di certo con le mappe di resa un po' meno con quelle satellitari/droni ma non di certo con le scansione geoelettriche del suolo. Se usi i satelliti hai uno storico visto che i dati passati sono accessibili.

Ps. sui dati di resa ci andrei coi piedi di piombo se non conosco perfettamente chi li ha acquisiti perchè ne abbiamo viste di tutti "colori". 

Modificato da Turf
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1 ora fa, Turf ha scritto:

Un perchè potrebbe essere che non sa analizzare le mappe di variabilità e quindi fare delle corrette mappe di prescrizione ragione per la quale non ha ottenuto benefici, un altra motivazione potrebbe essere che nei suoi terreni non ha variabilità sufficiente da giustificare delle applicazioni a rateo variabile (può succedere). 

Fare mappe di prescrizione non è cosa banale, non è che nella zona rossa applico un +30% di concime e in quella verde un -20%.. insomma la differenza è un po' quella che ci sta tra fare un corretto piano di concimazione basato su analisi del terreno e asporti della coltura o quella più comune fatta un tanto al mq perchè così fa anche il mio vicino.

Sulla abilità della mappatura ti correggo perché con quella macchina semina da più anni campi sperimentali della dekalb dove fanno prove di investimento su ibridi già in commercio e non ancora e poi trebbiano sempre loro e fanno mappature di resa, poi ti dico la verità la concimazione non so se l'azienda dove svolgono le prove sia organizzata per il rateo variabile. Sulla tua seconda ipotesi sono molto più d'accordo infatti penso proprio che il limite principale di questa tecnica sia quello. Ti servono terreni molto grandi e molto variabili per vedere un reale effetto e nella mia zona questa condizione non c'è. I terreni sono gran parte di qualche ettaro, pochi superano i dieci ettari o più e la variabilità non c'è.

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4 ore fa, #VG# ha scritto:

Sulla abilità della mappatura ti correggo perché con quella macchina semina da più anni campi sperimentali della dekalb dove fanno prove di investimento su ibridi già in commercio e non ancora e poi trebbiano sempre loro e fanno mappature di resa, poi ti dico la verità la concimazione non so se l'azienda dove svolgono le prove sia organizzata per il rateo variabile. Sulla tua seconda ipotesi sono molto più d'accordo infatti penso proprio che il limite principale di questa tecnica sia quello. Ti servono terreni molto grandi e molto variabili per vedere un reale effetto e nella mia zona questa condizione non c'è. I terreni sono gran parte di qualche ettaro, pochi superano i dieci ettari o più e la variabilità non c'è.

Un conto è fare le semine per Dekalb che fornisce la mappa già interpretata o improntata per le proprie esigenze e il terzista la inserisce nella macchina che la esegue un altro è farsi una mappa, con questo non voglio dire che non sappia interpretare delle mappe del suolo o di resa per fare delle mappe di prescrizione ma per ora di terzisti con queste capacità ne ho trovati pochissimi e ti assicuro che li abbiamo cercati. Come parallelismo direi che una cosa è fare un progetto di un pezzo meccanico in autocad un altro è essere operatore di CNC.

Dimenticavo, certo fare agricoltura di precisione su piccoli appezzamenti è più complesso ma la variabilità su 10 campi da 1ha e probabilmente maggiore che su un campo da 10ha. Su un campo piccolo il problema è usare il satellite per le mappe perchè i contorni "sporcano" i pixel di contorno che come sappiamo hanno una risoluzione di 10m (quelli gratuiti) problema che non hai con altre piattaforme a pagamento o con i droni.

 

Modificato da Turf
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Decisamente più di 2 le cose che non vanno, dove vogliamo mettere le ripetizioni magari randomizzate di quelle file e poi andrebbe valutato come il dato è stato raccolto dalla trebbia perchè li ci casca spesso l'asino (come dicono da noi). Sarebbe poi basilare conoscere la sorgente del dato per la mappa di prescrizione e come si è elaborata la prescrizione, perchè ribadisco non è cosa banale. Per fortuna molti giovani si stanno interessando a queste tecniche e si stanno formando e nel futuro prossimo diventeranno uno standard nelle applicazioni anche per via dei sempre più stringenti vincoli ambientali. Vuoi mettere per i rischi di lisciviazione una distribuzione di liquami a rateo variabile in funzione della tessitura del terreno rispetto al metodo tradizionale?
Ma "per fortuna" di chi? Per fortuna di cosa? I giovani devono imparare prima a lavorare, a soffrire, a raspare nella terra con le unghie e non i denti. Prima di tutto si deve imparare il lavoro vero, l'organizzazione generale, la programmazione delle attività primarie. Ora invece c'è un brutto andazzo tra i giovani, vedo troppi sbruffoncelli che campano alle spalle del papà (che da vero agricoltore fattosi negli anni, sa bene quali sono le vere priorità e come portare a casa la pagnotta) e si specializzano in queste cavolate (oltretutto l'opinione pubblica caprona appoggia queste pseudo campagne ecofriendly senza sapere veramente nulla a riguardo, e la politica ci si tuffa come se non ci fosse un domani, come bimbi sulla cioccolata) pensando che il rateo variabile sia l'evoluzione assoluta dell'agricoltura, qualcosa di fondamentale e inevitabile, poi fai un giro per i campi e non sanno se sono da arare o da seminare, non conoscono la differenza tra un girasole e un melone, non sanno se il terreno va irrigato o diserbato.... Il mio appello è semplice: risolviamo prima gli enormi problemi che ci sono in agricoltura, poi possiamo pensare anche a queste frivole sciocchezze.

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5 minuti fa, Gianni il Folle ha scritto:

Ma "per fortuna" di chi? Per fortuna di cosa? I giovani devono imparare prima a lavorare, a soffrire, a raspare nella terra con le unghie e non i denti. Prima di tutto si deve imparare il lavoro vero, l'organizzazione generale, la programmazione delle attività primarie. Ora invece c'è un brutto andazzo tra i giovani, vedo troppi sbruffoncelli che campano alle spalle del papà (che da vero agricoltore fattosi negli anni, sa bene quali sono le vere priorità e come portare a casa la pagnotta) e si specializzano in queste cavolate (oltretutto l'opinione pubblica caprona appoggia queste pseudo campagne ecofriendly senza sapere veramente nulla a riguardo, e la politica ci si tuffa come se non ci fosse un domani, come bimbi sulla cioccolata) pensando che il rateo variabile sia l'evoluzione assoluta dell'agricoltura, qualcosa di fondamentale e inevitabile, poi fai un giro per i campi e non sanno se sono da arare o da seminare, non conoscono la differenza tra un girasole e un melone, non sanno se il terreno va irrigato o diserbato.... Il mio appello è semplice: risolviamo prima gli enormi problemi che ci sono in agricoltura, poi possiamo pensare anche a queste frivole sciocchezze.

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Purtroppo più di un cuoricino non posso metterlo!

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4 ore fa, Gianni il Folle ha scritto:

vedo troppi sbruffoncelli che campano alle spalle del papà (che da vero agricoltore fattosi negli anni, sa bene quali sono le vere priorità e come portare a casa la pagnotta) e si specializzano in queste cavolate 

Se il papà "vero agricoltore" ha fallito come padre crescendo degli sbruffoncelli, come li definisci tu, sinceramente non mi interessa, qui credo si parli di tecnica e un ragazzo che si vuole formare in questo o altro per me non è uno sbruffoncello, ma una persona che si crea un futuro ed una cultura che farà parte del suo processo evolutivo. Vedo molti giovani formati e che fanno andare le aziende molto, ma molto meglio di quanto non facessero i loro padri quindi i discorsi qualunquisti valgono poco ma queste analisi le lascio ai sociologi io mi occupo di altro.

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5 ore fa, Turf ha scritto:

Se il papà "vero agricoltore" ha fallito come padre crescendo degli sbruffoncelli, come li definisci tu, sinceramente non mi interessa, qui credo si parli di tecnica e un ragazzo che si vuole formare in questo o altro per me non è uno sbruffoncello, ma una persona che si crea un futuro ed una cultura che farà parte del suo processo evolutivo. Vedo molti giovani formati e che fanno andare le aziende molto, ma molto meglio di quanto non facessero i loro padri quindi i discorsi qualunquisti valgono poco ma queste analisi le lascio ai sociologi io mi occupo di altro.

Penso che @Gianni il Folle con l'enfasi che lo caratterizza in certi post ?si riferisse al fatto che se oggi noi giovani (mi ci metto pure io a 26 anni) possiamo pensare a certe cose come in questo caso il rateo variabile è perché c'è stato qualcuno prima di noi che non andava a seminare col jhon deere 6130r con satellitare con la 8 file di precisione con mappatura ecc ecc ma con Fiat 566 e la pigoli 4 file con su le zavorre per farla pesare di più e come GPS un buon occhio. Tutto qui ,poi sono io il primo a pensare che senza innovazione non si va avanti e so benissimo quanto sia difficile a volte imporsi nelle idee con papà o nonni soprattutto quando tocchi il tasto portafogli??.

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Se il papà "vero agricoltore" ha fallito come padre crescendo degli sbruffoncelli, come li definisci tu, sinceramente non mi interessa, qui credo si parli di tecnica e un ragazzo che si vuole formare in questo o altro per me non è uno sbruffoncello, ma una persona che si crea un futuro ed una cultura che farà parte del suo processo evolutivo. Vedo molti giovani formati e che fanno andare le aziende molto, ma molto meglio di quanto non facessero i loro padri quindi i discorsi qualunquisti valgono poco ma queste analisi le lascio ai sociologi io mi occupo di altro.
In quei casi, che comunque ci sono xke i giovani non sono tutti rimbecilliti e tanti hanno voglia di lavorare a impegnarsi, sicuramente non si perdono dietro a queste tecnologie che come rapporto costi/benefici sono in perdita costante, stanne certo. Si è deciso dall'alto che questa agricoltura debba sostenere molto più settori per cercare di far mangiare un po' tutti, fino a 20 anni fa dovevamo mantenere solo le ditte meccaniche, e di fatti i contributi andavano per lo più agli investimenti su trattori ed attrezzi. Poi dagli anni 2000 hanno voluto la loro fetta anche gli elettronici e il settore turistico (100'000 agriturismi ormai falliti per metà). Ora la nuova frontiera è foraggiare le aziende informatiche, produttori di gps, sistemi a rateo variabile ecc. Risultato: noi lavoriamo sempre come i somari sotto al sole per pagare la cambiale del monitor sul trattore, mentre gli altri settori fatte le loro 8 ore li trovi tutti al bar a fare l'aperitivo (covid permettendo) o alle 17 sul lettino di Milano marittima a prendere il sole.
Apriamo gli occhi ragazzi, le vere innovazioni non sono queste!

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Dimenticavo, certo fare agricoltura di precisione su piccoli appezzamenti è più complesso ma la variabilità su 10 campi da 1ha e probabilmente maggiore che su un campo da 10ha. Su un campo piccolo il problema è usare il satellite per le mappe perchè i contorni "sporcano" i pixel di contorno che come sappiamo hanno una risoluzione di 10m (quelli gratuiti) problema che non hai con altre piattaforme a pagamento o con i droni.
 

Inoltre un buon agricoltore credo che a suo modo, un certo rateo variabile per appezzamento o per zona di appezzamento, lo faccia da sempre.
Diminuendo l'investimento ad ettaro di seme o aumentando la concimazione a seconda del campo o parte di esso.
Detto ciò la tecnologia e la sua crescita è fondamentale.
Non sempre il miglioramento tecnologico è applicabile ed è in grado di fare reddito.



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1 ora fa, Gianni il Folle ha scritto:

In quei casi, che comunque ci sono xke i giovani non sono tutti rimbecilliti e tanti hanno voglia di lavorare a impegnarsi, sicuramente non si perdono dietro a queste tecnologie che come rapporto costi/benefici sono in perdita costante, stanne certo. Si è deciso dall'alto che questa agricoltura debba sostenere molto più settori per cercare di far mangiare un po' tutti, fino a 20 anni fa dovevamo mantenere solo le ditte meccaniche, e di fatti i contributi andavano per lo più agli investimenti su trattori ed attrezzi. Poi dagli anni 2000 hanno voluto la loro fetta anche gli elettronici e il settore turistico (100'000 agriturismi ormai falliti per metà). Ora la nuova frontiera è foraggiare le aziende informatiche, produttori di gps, sistemi a rateo variabile ecc. Risultato: noi lavoriamo sempre come i somari sotto al sole per pagare la cambiale del monitor sul trattore, mentre gli altri settori fatte le loro 8 ore li trovi tutti al bar a fare l'aperitivo (covid permettendoemoji3166.png) o alle 17 sul lettino di Milano marittima a prendere il sole.
Apriamo gli occhi ragazzi, le vere innovazioni non sono queste!

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Sottoscrivo al 100%... Il 90% delle aziende sono troppo piccole per poter ammortizzare i costi... io sarei curioso di provare il rateo variabile e non sono contrario all'innovazione ma non per noi con piccole aziende...Io cerco di contenere al max i costi con minima lavorazione e concimi più efficienti e vado avanti così... quando posso cambio qualche attrezzo e non trattori...Trattori nuovi sono soldi buttati, tanto tira uguale a uno usato a parità di potenza...

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45 minuti fa, Corra81 ha scritto:

Sottoscrivo al 100%... Il 90% delle aziende sono troppo piccole per poter ammortizzare i costi... io sarei curioso di provare il rateo variabile e non sono contrario all'innovazione ma non per noi con piccole aziende...Io cerco di contenere al max i costi con minima lavorazione e concimi più efficienti e vado avanti così... quando posso cambio qualche attrezzo e non trattori...Trattori nuovi sono soldi buttati, tanto tira uguale a uno usato a parità di potenza...

Per le aziende di piccole dimensioni io vedrei una soluzione che in Italia non si è quasi mai attuata per via dell'individualismo degli agricoltori ovvero la creazione di consorzi per la condivisione dei macchinari, non ha senso economicamente parlando acquistare una seminatrice di precisione in un'azienda di poche decine di ha quando la userò qualche giorno all'anno, ma avrebbe senso se l'acquisto fosse condiviso, l'attrezzatura sarebbe di certo più utilizzata e ammortizzata velocemente, ma le formule potrebbero essere diverse. Attualmente la cosa più semplice per testare le nuove tecnologie in Italia è il ricorso al terzista.

Sull'argomento generazioni, che non mi interessa sviluppare qui, voglio concludere dicendo che se le vecchie generazioni, di cui faccio parte, fossero state così ineccepibili non avrebbero lasciato ai giovani un paese allo sfascio ed economicamente in ginocchio con un debito mostruoso sulle spalle, quindi prima di incensarsi e dare colpe ai giovani che non hanno, farei un esame di coscienza. Sul fatto che l'agricoltura abbia mantenuto tutti anche qui avrei da ridire perchè non esistono altre attività che abbiano ricevuto e continuano a ricevere sovvenzioni come l'agricoltura, sovvenzioni che tutti pagano e gli agriturismi, i grandi macchinari etc, spesso sono stati finanziati con altri soldi pubblici per sostenere un settore che spesso non sta in piedi per incapacità. Giro in tante aziende e spesso i vecchi come me non conoscono neanche i cicli dei patogeni che colpiscono le 2/3 colture che hanno e si fanno consigliare dal venditore di turno su cosa e come usarlo, fanno corsi per patentini "facilitati" perchè studiare come si applica la lotta integrata è faticoso più che stare 8 ore su un trattore. Detto questo ribadisco conosco molti giovani che mi fanno ben sperare per il futuro dell'agricoltura. E poi finiamola di dire che solo gli agricoltori lavorano, se hai il bestiame certamente è molto dura ma chi coltiva cereali, ora come ora lavora meno di un impiegato di medio livello.

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4 ore fa, #VG# ha scritto:

poi sono io il primo a pensare che senza innovazione non si va avanti e so benissimo quanto sia difficile a volte imporsi nelle idee con papà o nonni soprattutto quando tocchi il tasto portafogli??.

Esatto chi crede di poter vivere nel passato ha perso in partenza chi non si evolve in qualsiasi settore viene schiacciato da chi è più lungimirante di lui, la storia lo dimostra, poi ovvio tutto va calibrato secondo le proprie dimensioni aziendali e le proprie prospettive ma se ho 10 ha in 10 appezzamenti farò colture o trasformazioni di nicchia cercando di prendere più contributi possibili per la "cura del territorio" non cercherò di fare mais dove come concorrenti ho le aziende rumene da 10.000 ha.  

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Per le aziende di piccole dimensioni io vedrei una soluzione che in Italia non si è quasi mai attuata per via dell'individualismo degli agricoltori ovvero la creazione di consorzi per la condivisione dei macchinari, non ha senso economicamente parlando acquistare una seminatrice di precisione in un'azienda di poche decine di ha quando la userò qualche giorno all'anno, ma avrebbe senso se l'acquisto fosse condiviso, l'attrezzatura sarebbe di certo più utilizzata e ammortizzata velocemente, ma le formule potrebbero essere diverse. Attualmente la cosa più semplice per testare le nuove tecnologie in Italia è il ricorso al terzista.
Sull'argomento generazioni, che non mi interessa sviluppare qui, voglio concludere dicendo che se le vecchie generazioni, di cui faccio parte, fossero state così ineccepibili non avrebbero lasciato ai giovani un paese allo sfascio ed economicamente in ginocchio con un debito mostruoso sulle spalle, quindi prima di incensarsi e dare colpe ai giovani che non hanno, farei un esame di coscienza. Sul fatto che l'agricoltura abbia mantenuto tutti anche qui avrei da ridire perchè non esistono altre attività che abbiano ricevuto e continuano a ricevere sovvenzioni come l'agricoltura, sovvenzioni che tutti pagano e gli agriturismi, i grandi macchinari etc, spesso sono stati finanziati con altri soldi pubblici per sostenere un settore che spesso non sta in piedi per incapacità. Giro in tante aziende e spesso i vecchi come me non conoscono neanche i cicli dei patogeni che colpiscono le 2/3 colture che hanno e si fanno consigliare dal venditore di turno su cosa e come usarlo, fanno corsi per patentini "facilitati" perchè studiare come si applica la lotta integrata è faticoso più che stare 8 ore su un trattore. Detto questo ribadisco conosco molti giovani che mi fanno ben sperare per il futuro dell'agricoltura. E poi finiamola di dire che solo gli agricoltori lavorano, se hai il bestiame certamente è molto dura ma chi coltiva cereali, ora come ora lavora meno di un impiegato di medio livello.
Diamo per appurato che i vari consorzi non sono applicabili, dopo poco tempo diventano tutti un Magna Magna senza benefici alcuni. Oltretutto dovremmo prenderci la briga di creare un ambaradan del genere per l'acquisto di attrezzature super costose e tecnici sovrapagati senza avere un reale ritorno economico??? Cioè, non lo facciamo in ambiti dove realmente ci sarebbe un riscontro economico immediato (vedi acquisti multipli di prodotti di consumo) ma dovremmo sobbarcarci questo onere esclusivamente per foraggiare tecnologie quasi inutili? Ma chi ce lo fa fare scusa? Se l'unione europea vuole mantenere quelle 4 ditte produttrici di sistemi tecnologici a me sta bene, ma almeno che facessero innovazioni reali e tangibili, non che dopo 10 anni non si ê ancora capito se nel pezzo magro devi dare più o meno concime, se nel pezzo grasso conviene mettere più o meno seme, oltretutto le prove devo farle a casa mia perdendo tempo e denaro col rischio di sbagliare così quando qualcosa va male ti dicono "ehhh sì dai tranquillo, il prossimo anno proviamo diversamente"... Siamo troppo distanti dalla realtà, purtroppo. Siamo come quel bimbo che indicando la luna, guarda solo il dito...

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3 ore fa, Gianni il Folle ha scritto:

Diamo per appurato che i vari consorzi non sono applicabili, dopo poco tempo diventano tutti un Magna Magna senza benefici alcuni. Oltretutto dovremmo prenderci la briga di creare un ambaradan del genere per l'acquisto di attrezzature super costose e tecnici sovrapagati senza avere un reale ritorno economico??? Cioè, non lo facciamo in ambiti dove realmente ci sarebbe un riscontro economico immediato (vedi acquisti multipli di prodotti di consumo) ma dovremmo sobbarcarci questo onere esclusivamente per foraggiare tecnologie quasi inutili? Ma chi ce lo fa fare scusa? Se l'unione europea vuole mantenere quelle 4 ditte produttrici di sistemi tecnologici a me sta bene, ma almeno che facessero innovazioni reali e tangibili, non che dopo 10 anni non si ê ancora capito se nel pezzo magro devi dare più o meno concime, se nel pezzo grasso conviene mettere più o meno seme, oltretutto le prove devo farle a casa mia perdendo tempo e denaro col rischio di sbagliare così quando qualcosa va male ti dicono "ehhh sì dai tranquillo, il prossimo anno proviamo diversamente"... Siamo troppo distanti dalla realtà, purtroppo. Siamo come quel bimbo che indicando la luna, guarda solo il dito...

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Dai qualche società che ha fatto le prove per dare un consiglio sul cosa fare e sul come sia meglio operare esiste, sopratutto dal punto di vista della densità di semina, e questo te lo posso assicurare perché ne ho fatto personalmente parte (a spese della società non dell’agricoltore) dimostrando con svariati esempi pure i risultati e i vantaggi. Poi se uno non ne vuole sapere di agricoltura di precisione a me va bene lo stesso, sosterrò sempre le mie idee ma non voglio obbligare nessuno.

P.S. è ovvio che siamo tutti d’accordo con te (almeno lo spero) che le buone pratiche agronomiche devono venire prima di tutto, se uno giovane o meno che sia, non sa quando é il momento più opportuno per fare le varie operazioni...é molto meglio che pensi ad altro piuttosto che rateo variabile etc..

 

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  • 1 anno dopo...
  • 2 settimane dopo...
Il 19/11/2022 Alle 03:01, Giuse27 ha scritto:

Ragazzi ma sul grano la semina variabile è attuabile o perlomeno sensata?oppure conviene seminare tutto con la stessa densita ed applicare il variabile solo alla concimazione?

Ciao

La semina a rateo variabile del grano ha sicuramente senso, ma solo se hai degli appezzamenti che al loro interno presentano della variabilità esempio: diversa tessitura, presenza di scheletro in certe zone, elevata variabilità della sostanza organica e non per ultimo affinamento del terreno che per varie cause non è uniforme. Se ci sono queste variabili allora si, ha un senso perché seminando con un dosaggio superiore alla media di campo dove potrebbe nascere o accestire di meno cerchi di avere un investimento di piante uniforme poi alla raccolta. Il senso della semina a rateo variabile del grano secondo me ha proprio lo scopo di uniformare il numero di piante all'interno dell'appezzamento e quindi un potenziale aumento della resa. Un altro vantaggio (non da poco quest'anno) è il risparmio del seme, perché che se in una porzione dell'appezzamento so che per x motivi non nasce/accestisce non devo aumentare la densitá in tutto l'appezzamento.

Alcune foto di una semina a rateo variabile grano del 24/10/22 zona Rovigo, prescrizioni create analizzando le mappe di resa del grano degli anni precedenti + mappe satellitari grano degli anni precedenti + conoscenza del proprietario dei terreni per conferma della tipologia del terreno. Ed in un appezzamento anche mappa della tessitura. 

IMG_7905.HEIC

IMG_8359.PNG

Qua la mappa di prescrizione di uno degli appezzamenti, in alto rispetto all'analisi suolo, dosaggio più alto nel terreno argilloso dove storicamente l'accestimento é sempre minore rispetto al terreno medio impasto. Inoltre (riquadri azzurri) ci sono delle zone di controllo a dosaggio standard che dopo la raccolta permetteranno di analizzare i dati per valutare quale è stato realmente in termini di q.li/ha e di Euro il vantaggio.

IMG_5717 2.HEIC

Qui invece agli "occhi" della fotocamera del cellulare come si presentava il terreno dopo il passaggio della combinata, nella zona più a medio impasto e nella zona più argillosa. 

IMG_7910.PNG

IMG_7909.PNG

 

La concimazione azotata a rateo variabile invece va a correggere e migliorare quello che già c'è in campo, e trova il suo utilizzo e vantaggio anche in appezzamenti con minor variabilità di tessitura etc. Dovendo scegliere tra concime grano variabile e semina grano variabile, la concimazione è sicuramente più semplice da attuare ed apprezzare, dove ormai ci sono tantissime aziende che la applicano da anni con svariati benefici.

IMG_7905.HEIC

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Sinceramente non so se è tutto così semplice come si dice.

Oggi abbiamo le macchine in grado di effettuare qualsiasi operazione a rateo variabile (profondità lavorazione, fertilizzazione, irrorazione, semina), ed abbiamo numerosi sistemi di raccolta dati (satelliti, sensori prossimali, sistemi di mappature delle rese)... in qualche modo siamo praticamente sommersi dai dati; ma li sappiamo interpretare?

Secondo me è lì che sta il problema.

Parlando di semina a rateo variabile, su quale base vado a delimitare le differenti zone (problema semplice) e successivamente su quale base vado a decidere su quale zona aumentare la dose e dove diminuirla?
Ad esempio sul frumento il fatto di dover uniformare il numero di piante per unità di superficie non lo vedo un grande risultato, in quanto è un "aggiustamento" che già il grano fa da solo durante l'accestimento dove la pianta che è grassa ed in salute origina 5 culmi secondari, mentre invece la pianta 2magra" ne originerà 2.
Questo solo per fare un esempio riguardo la semina.

Per la fertilizzazione a rateo variabile, dire che con questa si corregge la variabilità in campo, o per lo meno ci si può provare, a me pare qualcosa di utopico; magari fosse così facile il nostro lavoro!
Dal satellite o con sensori prossimali vedo della differenza di vigore della coltura: come intervengo? quale concimo di più? con quale differenza di dosaggio? siamo sicuri che sia solo un problema di dosaggio del concime che sto apportando?
Sinceramente, sulla concimazione di fondo quasi quasi la vedo più semplice, ma in copertura secondo me c'è da studiarci su.

Concludendo, altrimenti si potrebbe andare avanti per ore, abbiamo fin troppi strumenti che ci stanno fornendo dati georeferenziati ed abbiamo macchine che possono fare esattamente ciò che decidiamo noi, ma nel mezzo c'è di tutto: secondo me lavorando in dose variabile è altamente probabile commettere degli errori tanto quanto lavorando a rateo fisso.

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Sinceramente non so se è tutto così semplice come si dice.

Oggi abbiamo le macchine in grado di effettuare qualsiasi operazione a rateo variabile (profondità lavorazione, fertilizzazione, irrorazione, semina), ed abbiamo numerosi sistemi di raccolta dati (satelliti, sensori prossimali, sistemi di mappature delle rese)... in qualche modo siamo praticamente sommersi dai dati; ma li sappiamo interpretare?

Secondo me è lì che sta il problema.

Parlando di semina a rateo variabile, su quale base vado a delimitare le differenti zone (problema semplice) e successivamente su quale base vado a decidere su quale zona aumentare la dose e dove diminuirla?
Ad esempio sul frumento il fatto di dover uniformare il numero di piante per unità di superficie non lo vedo un grande risultato, in quanto è un "aggiustamento" che già il grano fa da solo durante l'accestimento dove la pianta che è grassa ed in salute origina 5 culmi secondari, mentre invece la pianta 2magra" ne originerà 2.
Questo solo per fare un esempio riguardo la semina.

Per la fertilizzazione a rateo variabile, dire che con questa si corregge la variabilità in campo, o per lo meno ci si può provare, a me pare qualcosa di utopico; magari fosse così facile il nostro lavoro!
Dal satellite o con sensori prossimali vedo della differenza di vigore della coltura: come intervengo? quale concimo di più? con quale differenza di dosaggio? siamo sicuri che sia solo un problema di dosaggio del concime che sto apportando?
Sinceramente, sulla concimazione di fondo quasi quasi la vedo più semplice, ma in copertura secondo me c'è da studiarci su.

Concludendo, altrimenti si potrebbe andare avanti per ore, abbiamo fin troppi strumenti che ci stanno fornendo dati georeferenziati ed abbiamo macchine che possono fare esattamente ciò che decidiamo noi, ma nel mezzo c'è di tutto: secondo me lavorando in dose variabile è altamente probabile commettere degli errori tanto quanto lavorando a rateo fisso.
Concordo in pieno.

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Un altro problema che almeno nelle mie zone si riscontra è che i terzisti si sono attrezzati con questo sistema sulla semina e concime ma poi vengono a trebbiare con macchine di 20 anni fa quindi alla fine nn sai cmq cosa è migliorato o peggiorato….come le tramline,tutto molto bello ma se il resto dei lavori lo fai ad occhio o trebbi in maniera normale finisce L utilità della tecnica


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Altra considerazione, riferita al mio areale: quando si trebbia, ci sono zone all'interno del campo dove la produzione è minore, a causa ad esempio di terreno con molto scheletro, o con strati di pietra poco sotto la superficie, o per ristagni idrici, o per zone grufolate da cinghiali. In un contesto del genere, ha senso buttare più concime in queste zone secondo quello che detterebbero le mappe di prescrizione, o è sprecato già quello che si darebbe normalmente?

Dal mio punto di vista, la risposta è ovvia...

Invece comprendo bene che in altre zone, dove la produttività inferiore è data solo da una minore fertilità del terreno, e non sono presenti le problematiche di cui sopra, allora li il rateo variabile inizia ad avere senso

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Altra considerazione, riferita al mio areale: quando si trebbia, ci sono zone all'interno del campo dove la produzione è minore, a causa ad esempio di terreno con molto scheletro, o con strati di pietra poco sotto la superficie, o per ristagni idrici, o per zone grufolate da cinghiali. In un contesto del genere, ha senso buttare più concime in queste zone secondo quello che detterebbero le mappe di prescrizione, o è sprecato già quello che si darebbe normalmente?
Dal mio punto di vista, la risposta è ovvia...
Invece comprendo bene che in altre zone, dove la produttività inferiore è data solo da una minore fertilità del terreno, e non sono presenti le problematiche di cui sopra, allora li il rateo variabile inizia ad avere senso

Personalmente ritengo che le analisi del terreno siano obbligatorie perche nn vuol dire che se in una determinata zona produco poco aumentando la densità e la concimazione io possa produrre di piu anzi…


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Altra considerazione, riferita al mio areale: quando si trebbia, ci sono zone all'interno del campo dove la produzione è minore, a causa ad esempio di terreno con molto scheletro, o con strati di pietra poco sotto la superficie, o per ristagni idrici, o per zone grufolate da cinghiali. In un contesto del genere, ha senso buttare più concime in queste zone secondo quello che detterebbero le mappe di prescrizione, o è sprecato già quello che si darebbe normalmente?
Dal mio punto di vista, la risposta è ovvia...
Invece comprendo bene che in altre zone, dove la produttività inferiore è data solo da una minore fertilità del terreno, e non sono presenti le problematiche di cui sopra, allora li il rateo variabile inizia ad avere senso
Per quanto riguarda le zone con scheletro, essendo punti fissi, si potrebbe agire in modo opposto "spingendo meno" in quelle zone a più basso potenziale produttivo e potenziando gli input dove il terreno può dare di più, aumentando di fatto la produzione media.

Parere personale con cui sto cercando di lavorare a casa mia.
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