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Silos stoccaggio cereali a struttura verticale


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  • 4 mesi dopo...

Salve vorrei porre un quesito...quanto tempo può essere stoccato il grano in un silos ?mi spiego meglio...è fattibile pensare di stoccare un certo quantitativo di grano per vari anni 3-5 anni?ho letto che il grano può conservarsi anche per più di 20 anni.che tecniche si dovrebbero seguire e con che tipo di tecnologie?L idea di base sarebbe quella di detenere i circa 2.000 quintali di produzione annua in casa e vendere nell anno in cui il prezzo raggiunge quotazioni elevate.

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Il 10/8/2021 Alle 10:56, Holland ha scritto:

Salve vorrei porre un quesito...quanto tempo può essere stoccato il grano in un silos ?mi spiego meglio...è fattibile pensare di stoccare un certo quantitativo di grano per vari anni 3-5 anni?ho letto che il grano può conservarsi anche per più di 20 anni.che tecniche si dovrebbero seguire e con che tipo di tecnologie?L idea di base sarebbe quella di detenere i circa 2.000 quintali di produzione annua in casa e vendere nell anno in cui il prezzo raggiunge quotazioni elevate.

Quando c'è stato 8-10 mesi sono già tanti, e minimo devi fare un intervento di disinfestazione per insetti, pensare di tenere grano nel silos per molti anni non ha nessun senso.

Silos si fanno per stoccare al massimo per quel tempo, poi vanno svuotati e messo raccolto nuovo.

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Il 10/8/2021 Alle 10:56, Holland ha scritto:

Salve vorrei porre un quesito...quanto tempo può essere stoccato il grano in un silos ?mi spiego meglio...è fattibile pensare di stoccare un certo quantitativo di grano per vari anni 3-5 anni?ho letto che il grano può conservarsi anche per più di 20 anni.che tecniche si dovrebbero seguire e con che tipo di tecnologie?L idea di base sarebbe quella di detenere i circa 2.000 quintali di produzione annua in casa e vendere nell anno in cui il prezzo raggiunge quotazioni elevate.

Se è questa la finalità potresti valutare di vendere il grano fisico e comprare il grano tramite contratti future una volta che il contratto arriva a scadenza vendi e compri quello con scadenza successiva ( rollover). Se non vuoi avere il problema del rischio cambio puoi operare con i futures europei quotati in euro. Così risparmieresti il costo del silos e dei vari problemi di deterioramento/ acquirente. Tieni conto però che in condizioni di mercato normali ogni volta che fai il rollover ci perdi un po' perché il grano del contratto successivo costa di più del contratto che va a scadenza ( questo fenomeno si chiama contango) questo perché vengono inclusi dei costi come lo stoccaggio, le assicurazioni,... nei contratti con scadenza più lontana.

Una limitazione del tutto però sta nel fatto che essendo strumenti finanziari se lo fai da privato la plusvalenza verrebbe tassata al 26%. Mentre sul tuo grano fisico no.

Modificato da jd3130
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Quello dei futures potrebbe essere una valida alternativa allo stoccaggio. Negli Usa vengono utilizzati dagli agricoltori. Aggiungo che i futures sono soggetti a operazioni di speculazione, soprattutto nell'ultimo anno. Entrare oggi potrebbe essere rischioso. Siamo sui massimi.

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1 ora fa, giancarbon ha scritto:

Quello dei futures potrebbe essere una valida alternativa allo stoccaggio. Negli Usa vengono utilizzati dagli agricoltori. Aggiungo che i futures sono soggetti a operazioni di speculazione, soprattutto nell'ultimo anno. Entrare oggi potrebbe essere rischioso. Siamo sui massimi.

Negli Usa ne fanno un largo uso anche gli agricoltori, ma non vengono utilizzati come vuole fare l' utente Holland, bensì per coprirsi dal rischio prezzo. Cioè servono per sapere già prima della semina a che prezzo venderanno il prodotto. I contratti futures possono essere comprati e venduti da chiunque, quindi anche dagli speculatori che spesso riescono a fare infiammare le quotazioni, ma il fatto che i produttori e i commercianti detengono la merce fisica fa sì che i prezzi dei futures non possono discostarsi a lungo dal reale valore della merce fisica. Per ora non sono ancora stati raggiunti i massimi storici per il grano, soia, mais

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Lasciate stare i Future e tutti i vari prodotti finanziari collegati a questi...già visto e analizzato...non conviene,troppe spese,troppe tasse ecc.Invece stoccare e mantenere 200 tonnellate all anno in casa sarebbe un ottima idea per speculare.più o meno statisticamente posso affermare che ogni 5 anni il grano duro tocca i 40 euro a qle...perlomeno negli ultimi 15 anni è stato così e continuerà con queste volatilità per via dell instabilità dei mercati dei cambiamenti climatici ecc.Quindi bisogna trovare un modo per conservare il grano a casa.Non posso credere che ad oggi non esiste una tecnologia che permetta di fare ciò.Immaginate se tutti noi cerealicoltori(o meglio noi che siamo più grandi,senza considerare zio peppino che lavora 5 ettari l anno)potessimo detenere il nostro prodotto per un tempo indefinito dentro casa nostra....potremmo comandare noi il mercato,decidere noi quando e a quale prezzo vendere ecc.QUESTO SEMPLICE CONCETTO CHE HO APPENA DESCRITTO è IL FULCRO DELLA QUESTIONE!!é IL MOTIVO PER CUI I CONTADINI SONO DECENNI CHE VENGONO SISTEMATICAMENTE SFRUTTATI E SCHIAVIZZATI!Rifletteteci!Noi non siamo padroni di quello che produciamo!!!Quindi colleghi e amici miei è meglio che cominciamo a riflettere su come fare per  fregare il mercato invece che perdere tempo a parlare del nuovo trattore della nuova mietitrebbia ecc.

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6 ore fa, Holland ha scritto:

Lasciate stare i Future e tutti i vari prodotti finanziari collegati a questi...già visto e analizzato...non conviene,troppe spese,troppe tasse ecc.Invece stoccare e mantenere 200 tonnellate all anno in casa sarebbe un ottima idea per speculare.più o meno statisticamente posso affermare che ogni 5 anni il grano duro tocca i 40 euro a qle...perlomeno negli ultimi 15 anni è stato così e continuerà con queste volatilità per via dell instabilità dei mercati dei cambiamenti climatici ecc.Quindi bisogna trovare un modo per conservare il grano a casa.Non posso credere che ad oggi non esiste una tecnologia che permetta di fare ciò.Immaginate se tutti noi cerealicoltori(o meglio noi che siamo più grandi,senza considerare zio peppino che lavora 5 ettari l anno)potessimo detenere il nostro prodotto per un tempo indefinito dentro casa nostra....potremmo comandare noi il mercato,decidere noi quando e a quale prezzo vendere ecc.QUESTO SEMPLICE CONCETTO CHE HO APPENA DESCRITTO è IL FULCRO DELLA QUESTIONE!!é IL MOTIVO PER CUI I CONTADINI SONO DECENNI CHE VENGONO SISTEMATICAMENTE SFRUTTATI E SCHIAVIZZATI!Rifletteteci!Noi non siamo padroni di quello che produciamo!!!Quindi colleghi e amici miei è meglio che cominciamo a riflettere su come fare per  fregare il mercato invece che perdere tempo a parlare del nuovo trattore della nuova mietitrebbia ecc.

Sì ho sempre pensato che gli agricoltori hanno a disposizione l' arma più potente che esista il cibo. Ne avevo discusso anche qui sul forum. Il problema è che siamo disuniti e tutti concentrati sul nostro orticello. La tua strategia ha un senso, ma il passato non è garanzia di ciò che potrebbe succedere nel futuro, magari ti trovi a riempire per 10 anni e il prezzo al posto che salire scende. La gran parte degli agricoli in oltre ha il venerdì che si mangia il sabato e molti devono vendere subito quello che producono. Un modo per poter fare alzare i prezzi sarebbe anche una sorta di sciopero colturale, ma implica un' organizzazione da parte nostra tale da renderci una azienda sola. In questo modo si instaurerebbe una sorta di monopolio che potremmo contrapporre al monopolio già esistente sul lato fitofarmaci.

Una alternativa ai futures potrebbe essere investire in un paniere di azioni di aziende il cui valore/ utile d' esercizio sia fortemente correlato al prezzo del grano in modo tale che quando questo decolla lo fa anche il prezzo delle azioni. In questo modo non hai nessuna spesa per il contango, ma rimane il 26% sulla plusvalenza e lo 0,2% all' anno di imposta sull' intero capitale. Mi sembra che lo stesso Warren Buffet abbia investito in aziende giapponesi che si occupano dell' import di materie prime agricole nell' inizio del 2020 ( ci ha preso anche stavolta)

Modificato da jd3130
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8 ore fa, Holland ha scritto:

Lasciate stare i Future e tutti i vari prodotti finanziari collegati a questi...già visto e analizzato...non conviene,troppe spese,troppe tasse ecc.Invece stoccare e mantenere 200 tonnellate all anno in casa sarebbe un ottima idea per speculare.più o meno statisticamente posso affermare che ogni 5 anni il grano duro tocca i 40 euro a qle...perlomeno negli ultimi 15 anni è stato così e continuerà con queste volatilità per via dell instabilità dei mercati dei cambiamenti climatici ecc.Quindi bisogna trovare un modo per conservare il grano a casa.Non posso credere che ad oggi non esiste una tecnologia che permetta di fare ciò.Immaginate se tutti noi cerealicoltori(o meglio noi che siamo più grandi,senza considerare zio peppino che lavora 5 ettari l anno)potessimo detenere il nostro prodotto per un tempo indefinito dentro casa nostra....potremmo comandare noi il mercato,decidere noi quando e a quale prezzo vendere ecc.QUESTO SEMPLICE CONCETTO CHE HO APPENA DESCRITTO è IL FULCRO DELLA QUESTIONE!!é IL MOTIVO PER CUI I CONTADINI SONO DECENNI CHE VENGONO SISTEMATICAMENTE SFRUTTATI E SCHIAVIZZATI!Rifletteteci!Noi non siamo padroni di quello che produciamo!!!Quindi colleghi e amici miei è meglio che cominciamo a riflettere su come fare per  fregare il mercato invece che perdere tempo a parlare del nuovo trattore della nuova mietitrebbia ecc.

Ci sono almeno due fattori in gioco . Uno è quello di poter stoccare e l'altro di avere un compratore. Per il primo ci si può lavorare sopra ma per il secondo? Se anche tutto il grano italiano venisse stoccato pensi che un industriale poi si venga a prendere il grano di singoli produttori ? Se compra da tutto il mondo , piutosto che pagare il grno italiano il giusto non ne prende un chicco.

2 ore fa, jd3130 ha scritto:

Sì ho sempre pensato che gli agricoltori hanno a disposizione l' arma più potente che esista il cibo. Ne avevo discusso anche qui sul forum. Il problema è che siamo disuniti e tutti concentrati sul nostro orticello. La tua strategia ha un senso, ma il passato non è garanzia di ciò che potrebbe succedere nel futuro, magari ti trovi a riempire per 10 anni e il prezzo al posto che salire scende. La gran parte degli agricoli in oltre ha il venerdì che si mangia il sabato e molti devono vendere subito quello che producono. Un modo per poter fare alzare i prezzi sarebbe anche una sorta di sciopero colturale, ma implica un' organizzazione da parte nostra tale da renderci una azienda sola. In questo modo si instaurerebbe una sorta di monopolio che potremmo contrapporre al monopolio già esistente sul lato fitofarmaci.

Una alternativa ai futures potrebbe essere investire in un paniere di azioni di aziende il cui valore/ utile d' esercizio sia fortemente correlato al prezzo del grano in modo tale che quando questo decolla lo fa anche il prezzo delle azioni. In questo modo non hai nessuna spesa per il contango, ma rimane il 26% sulla plusvalenza e lo 0,2% all' anno di imposta sull' intero capitale. Mi sembra che lo stesso Warren Buffet abbia investito in aziende giapponesi che si occupano dell' import di materie prime agricole nell' inizio del 2020 ( ci ha preso anche stavolta)

Non è tanto il fare fronte comune che ci manca quanto il riuscire a occupare tutta la filiera. Quindi produrre ( e già qui c'è l'incognita della quantità ), poi stoccare, trasformare e vendere possibilmente direttamente. Un esempio? Il prosecco. Non vale per tutti i vignaioli ma ci sono molti esempi di aziende che riescono a fare tutto da sole e anche di diverse dimensioni. Produrre e stoccare e poi rivendere potrebbe essere fatto se ci fossero molini o piccole aziende pastarie in zona che lavorano con certe realtà ma il grosso industriale ti schiaccia. O meglio questo è quello che è successo da me.

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Il mercato non è un problema.Noi produciamo commodities cioè materie prime che sono indispensabili e insostituibili!!In una situazione di carestia e mancanza di prodotto come quest anno credete veramente che trovare acquirenti sia un problema?Il problema vero invece è la nostra frammentazione e soprattutto il fatto che cediamo la proprietà del nostro prodotto a terze parti.In gergo economico si chiama potere contrattuale concetto spiegato molto bene nella teoria delle 5 forze di Porter.Per capirci,non vedrai mai L' OPEC farsi ricattare sul prezzo del suo petrolio,sono loro che decidono la quantità e l offerta in base alle varie fasi di mercato e al prezzo.E' vero si potrebbero fare tante cose,ma sappiamo bene che il mondo dell agricoltura è fatto da troppe persone e spesso ignoranti e malfidate.La cosa più semplice sarebbe quella che ognuno si organizza in proprio con i propri silos e poi magari una volta arrivati a una certa massa critica di prodotto si potrebbe anche pensare di agire come un singolo organismo,ma non è necessario.Se tutti noi potessimo detenere il nostro prodotto in casa per svariati anni ,diventeremo dei piccoli speculatori e questo creerebbe delle tensioni sul mercato e la conseguenziale volatilità dei prezzi.Sta tutto qui...a cercare di creare tensioni e instabilità dei prezzi,questa è la base di ogni speculazione.

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1 ora fa, Holland ha scritto:

Il mercato non è un problema.Noi produciamo commodities cioè materie prime che sono indispensabili e insostituibili!!In una situazione di carestia e mancanza di prodotto come quest anno credete veramente che trovare acquirenti sia un problema?Il problema vero invece è la nostra frammentazione e soprattutto il fatto che cediamo la proprietà del nostro prodotto a terze parti.In gergo economico si chiama potere contrattuale concetto spiegato molto bene nella teoria delle 5 forze di Porter.Per capirci,non vedrai mai L' OPEC farsi ricattare sul prezzo del suo petrolio,sono loro che decidono la quantità e l offerta in base alle varie fasi di mercato e al prezzo.E' vero si potrebbero fare tante cose,ma sappiamo bene che il mondo dell agricoltura è fatto da troppe persone e spesso ignoranti e malfidate.La cosa più semplice sarebbe quella che ognuno si organizza in proprio con i propri silos e poi magari una volta arrivati a una certa massa critica di prodotto si potrebbe anche pensare di agire come un singolo organismo,ma non è necessario.Se tutti noi potessimo detenere il nostro prodotto in casa per svariati anni ,diventeremo dei piccoli speculatori e questo creerebbe delle tensioni sul mercato e la conseguenziale volatilità dei prezzi.Sta tutto qui...a cercare di creare tensioni e instabilità dei prezzi,questa è la base di ogni speculazione.

Stoccare la merce per molti anni non so se sia possibile, prima dj diceva che non si può. So che in Cina dove sono abituati ad avere grandi riserve avevano avuto problemi in passato sulle granaglie. Poi anche a livello psicologico sarebbe molto dura, anche avendone le possibilità, sostenere anno dopo anno le spese per produrre aspettando un fantomatico rialzo delle quotazioni che non si può sapere con certezza quando arriverà e se arriverà. 

Il fatto di vendere al momento giusto sembra anche questo molto difficile. Magari tu stabilisci che finché il duro non arriva a 40 non vendi, magari il massimo decennale arriva a 39 per poi scendere nuovamente e tu non hai venduto perdendo il treno. Oppure arriva a 40 e vendi poi va a 60. 

 

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4 minuti fa, vara ha scritto:

Voi pensate che il mercato cereali nel 2021 possa essere influenzato dall'italia?
Sbagliate di grosso....

Assolutamente no, qui si parla di stoccare il prodotto per riuscire ad ottenere un prezzo migliore e di altre possibili soluzioni per aumentare il nostro potere contrattuale, ma purtroppo credo sia più semplice e profittevole darsi all' alchimia.

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2 ore fa, Holland ha scritto:

Il mercato non è un problema.Noi produciamo commodities cioè materie prime che sono indispensabili e insostituibili!!In una situazione di carestia e mancanza di prodotto come quest anno credete veramente che trovare acquirenti sia un problema?Il problema vero invece è la nostra frammentazione e soprattutto il fatto che cediamo la proprietà del nostro prodotto a terze parti.In gergo economico si chiama potere contrattuale concetto spiegato molto bene nella teoria delle 5 forze di Porter.Per capirci,non vedrai mai L' OPEC farsi ricattare sul prezzo del suo petrolio,sono loro che decidono la quantità e l offerta in base alle varie fasi di mercato e al prezzo.E' vero si potrebbero fare tante cose,ma sappiamo bene che il mondo dell agricoltura è fatto da troppe persone e spesso ignoranti e malfidate.La cosa più semplice sarebbe quella che ognuno si organizza in proprio con i propri silos e poi magari una volta arrivati a una certa massa critica di prodotto si potrebbe anche pensare di agire come un singolo organismo,ma non è necessario.Se tutti noi potessimo detenere il nostro prodotto in casa per svariati anni ,diventeremo dei piccoli speculatori e questo creerebbe delle tensioni sul mercato e la conseguenziale volatilità dei prezzi.Sta tutto qui...a cercare di creare tensioni e instabilità dei prezzi,questa è la base di ogni speculazione.

Stoccare lo stesso grano per periodi di tempo lunghi non è possibile se non con impinti industriali che girano e sanificano i silos. Dovresti avere grosse quantità per amortizzare un simile investimento. Un industriale lo può fare. Vero è che se almeno il 50% della produzione finisse in silos e non subito sul mercato sarebbe un fattore destabilizzante. Tanto quanto prendersi delle macine e avviare una piccola attività molitoria e vendere anche a piccole quantità semole e farine però devi imparare a regolare le macchine. Se impari ad usare un vario e a guidare con il satellitare non puoi imparare a regolare una piccola macina? Cioè alla raccolta tu avrai un certo tot di quintali di grano con certe caratteristiche che ti darà delle semole etcetc. E' mai possibile che anche una attività pastaria o panificatrice voglia sempre la stessa farina industriale ? Che poi alla fine che ditta artigianale è se si fa fare la farina dall'industriale con grno importato da chissà dove perchè quello locale finisce in altri lidi?

42 minuti fa, jd3130 ha scritto:

Stoccare la merce per molti anni non so se sia possibile, prima dj diceva che non si può. So che in Cina dove sono abituati ad avere grandi riserve avevano avuto problemi in passato sulle granaglie. Poi anche a livello psicologico sarebbe molto dura, anche avendone le possibilità, sostenere anno dopo anno le spese per produrre aspettando un fantomatico rialzo delle quotazioni che non si può sapere con certezza quando arriverà e se arriverà. 

Il fatto di vendere al momento giusto sembra anche questo molto difficile. Magari tu stabilisci che finché il duro non arriva a 40 non vendi, magari il massimo decennale arriva a 39 per poi scendere nuovamente e tu non hai venduto perdendo il treno. Oppure arriva a 40 e vendi poi va a 60. 

 

Ma non è tanto il valore massimo che può raggiungere sulle quotazoni quello a cui dobbiamo ambire , quanto un valore giusto per la merce che stiamo producendo per le caratteristiche che alla fine ha. Il grano è un bene di prima necessità e il suo prezzo finale è funzione anche di quello che poi alla fine deve essere il prezzo di pane e pasta . Se per avere un prezzo al consumatore stabile devi rimanere in un certo intervallo di prezzi non puoi andare sempre sotto ( perchè sopra alla fine non ci vai mai ) le quotazioni nè puoi avere quotazioni stratosferiche perchè in quel caso stai pur certo che il grano caro lo miscelano con m...a e non va bene.....Non va bene soprattutto non capire che se facessimo dei guadagni stabili si potrebbe anche aumentare la produzione con superfici maggiori e ringrani dove possibili.

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4 ore fa, Holland ha scritto:

Se tutti noi potessimo detenere il nostro prodotto in casa per svariati anni ,diventeremo dei piccoli speculatori e questo creerebbe delle tensioni sul mercato e la conseguenziale volatilità dei prezzi. Sta tutto qui...a cercare di creare tensioni e instabilità dei prezzi, questa è la base di ogni speculazione.

Lo scenario che prospetti presenta più rischi che benefici, fidati: operare in un mercato dove c'è forte volatilità dei prezzi e molta speculazione è un rischio altissimo per una qualsiasi azienda (agricola o no), altrimenti faremmo tutti i trader in borsa e lasceremmo perdere gli altri lavori.

Esempio pratico: tu spendi 100 ogni anno per produrre il tuo grano, e riesci a sostenere le spese senza avere entrate per circa 5 anni (perché prima o poi qualcosa dovrai pure incassare) sfortuna vuole che per tutti e 5 gli anni c'è un tuo competitor che decide di immettere sul mercato tutta la merce stoccata, facendo così crollare il prezzo al dì sotto dei 100 che tu spendi ogni anno per la produzione. Il 6° anno, cosa fai?

Altro esempio: tieni la merce stoccata per X tempo in attesa del migliore guadagno, nel frattempo per varie ragioni il prezzo crolla e l'immensa massa di prodotto stoccato non vale più nulla.

Per tutelare un equo prezzo di vendita del prodotto un mercato volatile è l'opposto di ciò che servirebbe, servono accordi commerciali che facciano da "calmiere" per i prezzi, leggi che penalizzino l'importazione a discapito dei prodotti nazionali, controlli rigorosi su tutto ciò che (nel caso) varca i confini nazionali, etc...

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La realtà è che il nostro modello di business è un fallimento in partenza. Se ci pensate viviamo in un mondo dove regna la plutocrazia ( pochi ricchi influenzano i governi) tra questi vi sono i produttori di fitofarmaci e fertilizzanti ( che sono pochi e giganteschi) e gli industriali trasformatori/catene di distribuzione. E noi ci troviamo tra l' incudine e il martello. Se aggiungiamo il fatto che siamo un numero gigantesco di piccole aziende spesso a conduzione famigliare dove il costo del lavoro e dei macchinari non viene neanche preso in considerazione e che si ostina a seminare ad ogni condizione il quadretto è completo. Dividi et impera 

 

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6 ore fa, jd3130 ha scritto:

La realtà è che il nostro modello di business è un fallimento in partenza. Se ci pensate viviamo in un mondo dove regna la plutocrazia ( pochi ricchi influenzano i governi) tra questi vi sono i produttori di fitofarmaci e fertilizzanti ( che sono pochi e giganteschi) e gli industriali trasformatori/catene di distribuzione. E noi ci troviamo tra l' incudine e il martello. Se aggiungiamo il fatto che siamo un numero gigantesco di piccole aziende spesso a conduzione famigliare dove il costo del lavoro e dei macchinari non viene neanche preso in considerazione e che si ostina a seminare ad ogni condizione il quadretto è completo. Dividi et impera 

 

Purtroppo, nel commercio, la regola è sempre stata questa: l'azienda grande se è cliente ha potere d'acquisto, se è fornitore ha una sorta di monopolio sui prodotti che vende, insomma fanno il bello e cattivo tempo.

Un'azienda agricola non potrà mai essere grande abbastanza per competere con le multinazionali, proprio per la natura intrinseca di tale attività produttiva; una strategia potrebbe essere consociare diverse aziende in gruppi di acquisto o di vendita, in modo da aver maggior potere contrattuale nelle trattative, ma rimarrebbero comunque sempre gruppi eterogenei con diverse anime e difficili da gestire.

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Cari colleghi e amici vi riporto una notizia bella bella fresca fresca che mi è giunta alle orecchie poche ore fa.Per una questione di privacy non posso fare i nomi dei vari commercianti e del gruppo di riferimento che ha siglato l accordo per il contratto di filiera del grano duro,ma lo conoscete tutti,è uno tra i primi 5  gruppi pastai in italia,guardiamo le sue  pubblicità sulle televisioni nazionali.Oggi pomeriggio il grano duro ha raggiunto quotazioni di 450 euro la tonnellata sulla piazza di foggia!Bene in poche parole il grande produttore di pasta ha fatto sapere tramite i commercianti che aderiscono alla filiera che il grano duro verrà pagato non più di 38 euro al quintale!!!!In pratica tutto il grano duro seminato su contratto non potrà essere pagato oltre i 38 euro e tutti quelli che hanno siglato l accordo devono rispettare il prezzo deciso dal grande pastaio,pena ripercussioni legali!!!Allora queste non sono solo chiacchiere da bar come qualcuno potrebbe pensare,per il semplice fatto che i vari commercianti stanno informando in propri clienti (aziende agricole e piccoli produttori)di questa decisione presa dall alto.Non vi dico l incazzatura e il putiferio che sta scatenando questa notizia!!!!per lo meno qui nella mia zona!!!Vedremo come si evolve questa storia ma per l ennesima volta questo atteggiamento di onnipotenza di questi mafiosi fa capire quanto siamo deboli da un punto di vista commerciale.Seguiranno aggiornamenti

 

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Il 25/8/2021 Alle 23:34, Holland ha scritto:

Cari colleghi e amici vi riporto una notizia bella bella fresca fresca che mi è giunta alle orecchie poche ore fa.Per una questione di privacy non posso fare i nomi dei vari commercianti e del gruppo di riferimento che ha siglato l accordo per il contratto di filiera del grano duro,ma lo conoscete tutti,è uno tra i primi 5  gruppi pastai in italia,guardiamo le sue  pubblicità sulle televisioni nazionali.Oggi pomeriggio il grano duro ha raggiunto quotazioni di 450 euro la tonnellata sulla piazza di foggia!Bene in poche parole il grande produttore di pasta ha fatto sapere tramite i commercianti che aderiscono alla filiera che il grano duro verrà pagato non più di 38 euro al quintale!!!!In pratica tutto il grano duro seminato su contratto non potrà essere pagato oltre i 38 euro e tutti quelli che hanno siglato l accordo devono rispettare il prezzo deciso dal grande pastaio,pena ripercussioni legali!!!Allora queste non sono solo chiacchiere da bar come qualcuno potrebbe pensare,per il semplice fatto che i vari commercianti stanno informando in propri clienti (aziende agricole e piccoli produttori)di questa decisione presa dall alto.Non vi dico l incazzatura e il putiferio che sta scatenando questa notizia!!!!per lo meno qui nella mia zona!!!Vedremo come si evolve questa storia ma per l ennesima volta questo atteggiamento di onnipotenza di questi mafiosi fa capire quanto siamo deboli da un punto di vista commerciale.Seguiranno aggiornamenti

 

Ma, curiosità: in un contratto di filiera il prezzo non viene stabilito durante la stipula del contratto?

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19 minuti fa, superbilly1973 ha scritto:

Si ma il contratto lo fai a novembre mica a giugno.

Ok, però da cosa mi pare di aver capito, chi fa un contratto di questo tipo lo fa (anche) per avere la sicurezza di vendere e di farlo ad un certo prezzo... quindi ora che il prezzo di mercato è maggiore rispetto a quello pattuito perché si dovrebbero lamentare?

E' vero che guadagnano meno di quello che guadagnerebbero sul mercato libero, però è anche vero che a Novembre avevano una discreta percentuale di certezza sull'incasso futuro e quindi hanno potuto pianificare meglio le spese e "dormire più tranquilli".

Oppure mi son perso qualcosa? 

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42 minuti fa, unknown84 ha scritto:

Ok, però da cosa mi pare di aver capito, chi fa un contratto di questo tipo lo fa (anche) per avere la sicurezza di vendere e di farlo ad un certo prezzo... quindi ora che il prezzo di mercato è maggiore rispetto a quello pattuito perché si dovrebbero lamentare?

E' vero che guadagnano meno di quello che guadagnerebbero sul mercato libero, però è anche vero che a Novembre avevano una discreta percentuale di certezza sull'incasso futuro e quindi hanno potuto pianificare meglio le spese e "dormire più tranquilli".

Oppure mi son perso qualcosa? 

Mi sembra di aver capito che il contratto prevedeva un minimo garantito e il prezzo poi sarebbe stato stabilito dal prezzo di mercato dell' anno successivo senza prevedere un tetto massimo. Ora però che il prezzo del duro ha preso il decollo chi ritira il prodotto ha deciso di inserire 380 € come tetto massimo. A mio parere se questo "tetto" non era stabilito fin da subito non ha senso che venga applicato ora e sinceramente non capisco perché non abbiano messo questo tetto fin dall'inizio. Gli agricoli a novembre 2020 avrebbero firmato comunque.

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